Let me shallow the sunset
Titolo:
Let me swallow the sunset
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: Flash
Fiction [ 724 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Damian
Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating:
Giallo
Genere: Generale,
Slice of life
Avvertimenti: What
if?, Accenni slash
Sapori d'estate: 06. Vedere il
tramonto insieme
SUPER
SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved.
Non
ricordava quand'era stata l'ultima volta in cui aveva guardato il mare.
Forse, a ben pensarci, non l'aveva mai fatto con la stessa pace con cui
lo stava facendo in quel momento.
Più
scavava nei propri ricordi, più gli tornavano in mente gli
attimi in cui quell'enorme distesa d'acqua era stata solo qualcosa che,
da bambino, l'aveva separato dal resto della civiltà e aveva
rappresentato per lui un qualcosa che avrebbe potuto solcare soltanto
dopo aver sconfitto sua madre. A ben vedere, non aveva mai visto la
spiaggia come un luogo in cui potersi rilassare o, semplicemente,
giocare come avrebbe fatto un qualunque bambino normale. Ogni suo passo
nel mondo era stato guidato dalla brutalità della Lega degli
Assassini, ogni istante che aveva passato su una spiaggia, su una
montagna, in un bosco o sulla neve era stato segnato dal duro
addestramento che gli era stato inculcato in quanto erede degli Al
Ghul, e la sua infanzia era stata soltanto un susseguirsi di attimi in
cui contava solo uccidere o essere uccisi. Perdersi quindi ad
osservare le onde che si accavallavano l'un l'altra, udire il loro
infrangersi contro gli scogli e il richiamo lontano dei gabbiani che
sorvolavano quel manto spumoso, aveva cominciato a donargli una
bizzarra sensazione mai provata prima, un misto di nostalgia e
tristezza che sembrava opprimergli il cuore, ma al tempo stesso la
strana consapevolezza che il suo futuro non sarebbe più
stato
costellato da infauste azioni. E quella sensazione era resa ancor
più profonda da quel giorno che voleva al termine, tingendo
tutto dei caldi colori del tramonto.
«D? Che ci fai qui tutto solo?»
Damian
ci mise un secondo di troppo a rendersi conto di quella voce, sbattendo
più volte le palpebre prima di voltarsi verso quello che si
rese
conto essere Jon, fissandolo vagamente stranito. Non l'aveva
minimamente sentito arrivare, eppure si era sempre vantato di avere i
sensi più sviluppati di lui nonostante fosse un mezzo
kryptoniano. Per essere stato colto così alla sprovvista,
doveva
essersi perso un po' troppo nei propri pensieri... maledizione. Per
quanto fossero passati anni e si fosse lasciato alle spalle tutto il
sangue e il dolore in cui era cresciuto, il suo passato tornava di
tanto in tanto a tormentarlo, anche quando avrebbe preferito non
pensarci. Scosse quindi il capo quasi d'istinto, tornando a fissare
l'oceano dinanzi a sé a braccia conserte.
«Stavo... semplicemente pensando», si
ritrovò a dire
dopo lunghi attimi, senza prendersi la briga di guardare il proprio
interlocutore, come se il farlo avrebbe potuto in qualche modo fargli
scappare una parola di troppo.
Jon si accostò semplicemente a lui e lo osservò
in un
religioso silenzio rotto solo dal suono della risacca e dallo stridio
dei gabbiani, incerto su cosa dire o fare mentre si massaggiava un po'
dietro al collo, in un gesto evidentemente impacciato. «Ti
dispiace se... ti faccio compagnia?» chiese infine, una
domanda
che in realtà non aveva bisogno di una vera e propria
risposta,
ma sapeva che porgerla avrebbe significato molto per il ragazzo che
aveva al suo fianco. Ormai lo conosceva da troppi anni per sapere che,
quando aveva quell'espressione dipinta in viso, la maggior parte delle
volte preferiva starsene da solo con i propri pensieri nonostante lui
avesse più volte cercato di stargli vicino quando si perdeva
in
lontani ricordi riguardanti probabilmente il suo passato. Rimase
dunque in trepidante attesa, forse trattenendo persino un po'
il
fiato, aspettandosi un secco
«Sì»
che stranamente non arrivò. Guardò quindi Damian,
che
aveva sollevato il viso per ricambiare il suo sguardo e limitarsi a
fare un breve cenno col capo. E fu solo a quel punto che Jon si
rilassò, lasciando che dalla sua bocca scappasse un piccolo
soffio.
Roteando
un po' gli occhi, Damian si concesse il lusso di un sorriso - uno di
quei pochi sorrisi sinceri a cui dava vita solo davanti alle persone
con cui si sentiva a proprio agio -, azzardandosi persino a poggiare la
testa contro la spalla di Jon dopo avergli intimato, con un dito sulle
proprie labbra, di non proferire parola alla vista del sorrisino che
aveva incurvato anche le sue labbra. Per una volta, una singola volta,
voleva solo godersi quell'attimo di pace mentre il tramonto che stavano
osservando avvolgeva entrambi nel suo rosato abbraccio.
_Note inconcludenti dell'autrice
...cos'è
successo, con esattezza, per essere tornata tra questi lidi? Boh, non
lo so, probabilmente la cosa è dovuta all'effetto nostalgia
e al
fatto che volevo provare ancora una volta a scrivere qualcosa dopo...
beh, dopo secoli, direi. E la storia non so se mi entusiasmi come
vorrei oppure no, però volevo fare una cosettina che credo
sembra... carina. Come si dice, dopotutto? Il mare porta consiglio,
quindi ecco com'è nata la storia in sé
Comunque
sia, questa raccolta la dedico a Shun di
Andromeda che mi ha fatta tornare la voglia di scrivere.
Inoltre partecipa alla challenge Sapori d'estate indetta
da _LadyDragon1995_ e stavolta mi sono voluta cimentare con
una
coppia a cui ho voluto dedicare queste storie... ovvero i Super Sons.
L'amicizia di Jon e Damian mi è piaciuta molto, e come quasi
la
totalità degli appassionati ci sono rimasta piuttosto male
dopo
quello che è successo sotto la supervisione di Bendis... ma
stendiamo un velo pietoso. Salvo mie personali indicazioni, i due sono
maggiorenni o comunque non sono bambini, quindi la loro età
oscilla intorno ai sedici e ai trent'anni a seconda di come si svolga
la storia.
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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