Il salto quantico

di Spensieratezza
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“Lui..è mio FRATELLO.” disse scioccato Alan.

I capelli a caschetto gli ricadevano sul collo e lo sguardo era atterrito e frastornato, Steve senza dire una parola andò da lui e lo strinse forte.

Alan ricambiò con disperazione ma dopo qualche secondo si districò dal suo abbraccio per implodere.
“Come cazzo è possibile??? Voi lo sapevate??”

“Gliel’ho appena detto io, ragazzo.” disse Bobby. “Me l’ha confessato la nostra spia Cedric Polinsky.
“Se te l’ha detto lui..che è uno di loro…è ovvio che mente.” Disse Alan, asciugandosi gli occhi.
“Perché dovrebbe farlo?”

“Perché…perché non lo so! Perchè fa parte della compagnia ed è quello che loro fanno!! MENTONO!!” gridò lui.
“Alan, adesso calmati. Sei tra amici. Piuttosto dicci come hai fatto a scoprirlo, visto che poco prima eri a letto febbricitante.” disse Matt mettendogli le mani sulle spalle.

“Io..io ho fatto un sogno..ma…non so..forse è solo suggestione. Forse mi sono immaginato tutto..ho sognato io e lui..da piccoli..con i nostri genitori..una situazione di pericolo..”

“Non credo sia suggestione. La nostra spia ci ha detto che stando ad alcuni informatori, Mahone sarebbe stato abbandonato dalla sua famiglia da bambino, venduto per soldi.”
“Ma è terribile. Smettete di dire queste cose, se non siete sicuri.” Disse Bruce.

“Non..i miei genitori..non avrebbero mai fatto una cosa del genere..loro lo amavano.” Disse Alan mettendosi le mani sulla faccia.
“Alan? Che ti prende?” chiese Sam.

“Non posso gestire una cosa del genere…mio fratello non può essere un criminale…non voglio! ..”
“Sta per svenire!! Aiutatemi a sostenerlo!!” gridò Dean.
Alan si accasciò tra le braccia di Steve e Dean.

“Cosa gli hanno fatto…perché i nostri genitori lo hanno abbandonato?” chiese Alan, risprofondando nuovamente nell’oblio.
 
 
 
 
*


La notizia che Carolyn Reynolds era saltata di grado, da vicepresidente a neo presidente degli Stati Uniti, aveva riempito le stazioni radio, ma Sam e Dean cercarono di non farsi guastare l'umore da questa notizia e quello a cui stavano assistendo ora, spazzava via ogni negatività.

“Non è dolce questa scena, Sammy?”

“Tantissimo, Dean..” disse Sam., stringendosi di più a lui, mentre vedevano padre e figlia che si abbracciavano. “Sai, vale la pena di fare tutte queste corse, solo per questo.per vedere scene come questa.”

“Ti sarebbe piaciuto vivere tutta questa avventura con loro dall’inizio?"
“Ma l’abbiamo fatto, Dean..l’abbiamo fatto..-“

Dean e Sam avevano aiutato l’evaso Dibi Cooper a vedere di nascosto sua figlia, che era malata in un letto d’ospedale, ma adesso era ora di andare.
“Non vi ringrazierò mai abbastanza, siete dei brav’uomini.” Disse l’uomo.

“Vedrai che tua figlia se la caverà, Charles.” Disse Dean.
“Ora per noi è tempo di andare.” Disse Sam.
 
Purtroppo però non furono fortunati, la guardia che li ricercava già da un po’, da quando Steve e i suoi amici erano scappati da Fox River, li scovò e cominciò a inseguirli. alla fine riuscì ad arrestarli, sulla strada, mentre cercavano di scappare con la macchina insieme a Steve e Alan - gli altri avevano preso un'altra macchina - .
“Dean…cosa facciamo adesso?” chiese Sam con le mani in alto, dopo aver provato inutilmente, come il fratello, a chiamare Castiel.

“Beh, volevi fare tutto dall’inizio, stai per essere accontentato.” Rispose l’altro.
 
Cominciò a circolare la voce che i due complici dei fuggiaschi erano stati catturati , anche alla radio, i loro colleghi diedero direttive di portarli al carcere.
“Perché Castiel non arriva?” chiese Dean.

“Sono zone con poche segnale. Magari non possono sentirci, dobbiamo cavarcela da soli, Dean.”
“Guardate..lì c’è una porta.” Disse Alan, indicando una porta in una galleria.
Sam spalancò la bocca.
“Ho paura che sia una trappola.”

“Potrebbe, ma dobbiamo rischiare o Steve verrà riportato in prigione!" disse Alan.

"Okay, Sammy, prendi le chiavi…”
 
Sam con uno scatto felino le prese, erano abbandonate sul sedile del guidatore, mentre i poliziotti erano scesi per parlare dell'incidente che stava intralciando il traffico nella galleria.  
 
"Prese! Ora siete pronti?" chiese Sam. "Annuirono tutti.  
 
"Al mio via. Uno..due...ADESSO!" disse Dean.  
 
 
*

“Hanno abboccato all’amo.” Disse uno dei poliziotti.
“Andiamo a prenderli. Non hanno scampo..e poi li uccideremo.” disse Polinsky.
 

*

Dean, Sam, Alan e Steve, cominciarono a correre attraverso il passaggio, ma in entrambe le due uscite c’erano poliziotti ad aspettarli.
"FERMI!" disse il poliziotto davanti a loro.

“Dean..”
“Lo sapevo. Era una trappola!!!”

Davanti a loro un poliziotto bloccava l'uscita e un altro stava dietro di loro.
“Finalmente la finirete di darci problemi.” disse il poliziotto dietro di loro.

Inaspettatamente però l’altro poliziotto sparò al primo, dietro di loro, che si accasciò a terra.
Dean e Sam lo guardarono sconvolti.
“Buonasera ragazzi, mi presento, sono Cedric Polinsky.
“Perché stai facendo tutto questo?” chiese Sam.

“Il presidente Reinold ha rovinato la vostra vita, ha rovinato anche la mia. Volete far cadere quella troia? Potete avermi come alleato, ma dovete deciderlo ADESSO!”
A quel punto scapparono insieme a Polinsky.
 
 
 
*

La notizia di Polinsky in fuga con i Winchester, Burrows e Scoffield, fece subito il giro della Compagnia e Vergil si stava macerando dai dubbi e dall’agonia, nel loro quartiere generale.
 
“Hanno preso i Winchester, Burrows e Scoffield, vado subito sul posto.”
“Vengo con te.”

“NO!! No..non serve. Tu resta qui, già un altro agente si è offerto di accompagnarmi.”
“Non ti fidi di me…pensi non sarei all’altezza del compito, vero??”
Cedric lo guardò per un lungo istante.

“Hanno intenzione di fare loro una trappola in una galleria..le gallerie sono luoghi oscuri, debolmente illuminate. Chi vede non vede niente, diceva un personaggio che ho letto in un libro una volta.”
“Adesso parli anche per enigmi?”
“Sono i miei preferiti.”
 
Vergil adesso stava ripensando a quella conversazione. Per Sempre era quel libro, l’aveva letto anche lui ma non riusciva a capire il senso logico, a meno che ne avesse uno.

Vergil si chinò con le mani sul tavolo.  
 
Polinsky lo aveva tradito, aveva tradito la Compagnia, ma lo aveva anche risparmiato, lasciandolo fuori, visto che aveva sparato a un collega. Uno strano e insensato atto di pietà? O peggio, di amicizia?

O forse lo riteneva talmente inetto che credeva non sarebbe stato capace neanche di attirare i ragazzi dove voleva che fossero attirati per preparare tutto?

E ora era in fuga con loro…lo aveva abbandonato anche lui. Forse ne aveva intenzione anche quando diceva di voler lasciare tutto, lo aveva testato...si era preso gioco di lui e ora lo aveva lasciato.
 
“MALEDETTO!!!!” gridò, ribaltando il tavolo.
“Mahone, stai bene?”
“Sì.io..sì, non ti preoccupare.”
“Cos’è tutto sto casino?”

“N-niente…io..ho saputo cos’ha fatto Polinsky.”
L’altro collega sorrise e gli mise una mano sulla schiena.
“Ti ha lasciato, come ti hanno lasciato i tuoi genitori. Ora capisci che siamo noi la tua vera famiglia? Solo noi non ti abbandoneremo MAI.”
“Sì…è vero.”
 
Chi vede non vede niente..a chi ti riferivi Polinsky? Forse a me…ma avevi torto, sono un gran vedente, quando si tratta di fidarsi delle persone sbagliate.




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