A King and his Knight

di Little_GirlMoon005
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''Ti prego, non sei costretto a farlo.''
Ornstein sollevò lo sguardo verso il suo Re, e quello che vide nelle sue iridi dorate lo fece sorridere. Vi era un sottile ma evidente velo di preoccupazione, ma allo stesso tempo anche una sorta di accettazione, come se sapesse che Ornstein non si sarebbe mai tirato indietro sulla sua decisione. Forse vi era anche senso di colpa, ma su questo il cavaliere sperò di sbagliarsi.
''Lo so,'' egli rispose, ''ma voglio farlo, mio signore.''

Il Re strinse la pergamena che teneva tra le mani, spianandola poi su un tavolo mostrandone il suo contenuto. Su di essa vi erano formule antiche e parole scritte nella lingua dei draghi, riguardanti la Via del Drago. ''Perchè... hai preso questa decisione?'' chiese, la sua voce per un istante perve tremare.
Perchè... pensò Ornstein, Come se non fosse così evidente, come se il motivo non fosse chiaro come il sole.

Il cavaliere, seduto sul pavimento a gambe incrociate, osserva la lancia che stringeva tra le mani. Una volta la considerava il suo orgoglio, importante quanto la sua stessa vita. Ma apparteneva ad un vecchio Ammazzadraghi, un vecchio ricordo che era pronto abbandonare senza pensarci due volte. Pareva più pesante di quanto ricordasse.

''Desidero servirti di nuovo. Se seguire la Via del Drago è l'unico modo per farlo, così sia.'' rispose il cavaliere.
''Io non comando nessuno, Ornstein. Draghi, viverne... non sono miei servitori, sono alleati. Fratelli d'armi, e di battaglia.''
''Allora...'' tentò nuovamente Ornstein, ''lasciami combattere al tuo fianco ancora una volta. Come alleato, come facevamo una volta.''

Il Re ispirò profondamente e, nonostante fosse cotrario a ciò, non poteva ignorare la determinazione che bruciava negli occhi del suo cavaliere. Non era cambiato affatto, pensò il Re. Orgoglioso, deciso, determinato... tutte qualità che lo rendevano il migliore dei quattro cavalieri, ai tempi dell'era del fuoco, e che avevano catturato l'attenzione del Re, tanto da chiedere di avere lui come suo primo cavaliere.

''Potresti morire, Ornstein...'' gli disse il Re, in un ultimo tentativo di dissuaderlo da tale decisione, e come poteva biasimarlo? La via del Drago era lunga e tortuosa, e nessuno -nemmeno il suo Re- poteva garartirgli che ne sarebbe uscito vivo. Ma Ornstein non temeva più la morte, anzì forse sarebbe stata tra le sue ombre fitte e scure che avrebbe ritrovato la pace. ''Ne sono consapevole, mio signore, ma è un rischio che sono pronto a correre.'' lo rassicurò il cavaliere sorridendo.

Infine posò la lancia sul pavimento, congiungendo le mani una sopra l'altra all'altezza del ventre. Il Re si mosse superando il tavolo per avvicinarsi al suo cavaliere, per poi inginocchiarsi davanti a lui. Per un attimo fu come tornare indietro nel tempo, quando erano due giovani e sfacciati guerrieri che condividevano insieme brevi momenti di serenità in tempi di guerra. Ornstein nient'altro che una nuova recluta tra i Cavalieri d'Argento, e il Re ben lontano da farsi chiamare 'Dio della Guerra.'

''Non è buffo...?'' sussurrò, ''Il miglior Ammazzadraghi di tutta Lordran che abbandona tutto per diventare egli stesso un drago...?'' l'ironia di quelle parole nascondeva anche del dolore che Ornstein chiaramente percepì. ''Non ero il migliore, mio signore...'' ribattè, ''Hai dimenticato le tue gesta? La tua forza? Eri... una tempesta, e per me eri... per me eri tutto ciò che volevo essere.''

Il Re non disse nulla, limitandosi ad allungare le mani per prendere quelle del cavaliere e stringendole dolcemente. ''Ornstein, quando... me ne sono andato,'' potè sentire il cavaliere irrigidirsi -forse a causa di quel ricordo- e il Re gli accarezzò i dorsi delle mani coi pollici, come a volerlo confortare. ''ero pronto a tutto. Ero pronto ad essere odiato dalla mia famiglia, dai miei uomini, e da te. Sapevo cosa mi sarebbe successo, sapevo che sarei stato dimenticato, ed ho scelto comunque questa strada. Eppure, nonostante io non abbia rimpianti,'' si fermò per un attimo chiudendo gli occhi, ''non è stato facile, affatto.''

''Lo so.'' rispose Ornstein. E lui lo sapeva, più di chiunque altro. Era stato il suo primo cavaliere, il suo fratello d'armi, e il suo amico più intimo e fidato. Quindi Ornstein lo sapeva, e lo capiva.

''Le mie effigi sono state distrutte, tutto ciò che mi riguardava è stato bandito, i testi che parlavano delle mie gesta bruciate, qualsiasi cosa mi menzionasse... cancellata per sempre, e non mi è mai importato. Ma tu, Ornstein...'' una delle mani del Re si mosse per porgere una carezza sulla guancia lentiginiosa del cavaliere. Il polso ornato da una vecchia ciocca di capelli, crespi, il cui colore -un tempo di un vivido rosso fuoco- era sbiadito col tempo.

''Dopo tutto questo tempo, ricordi ancora il mio nome...?''
''Certo che lo ricordo.'' rispose Ornstein, la cui voce non era altro che un sussurro, ma il suo Re lo sentì chiaramente. Fece combaciare le loro fronti, entrambi con gli occhi chiusi e i visi che covavano dolore.

''Allora ti prego, Ornstein... Chiamami col mio nome, perchè qui non ci sono ne Signori, ne Re, ne cavalieri. Ma solamente uomini e draghi.''
''Gwynsen.'' e Ornstein fece come gli venne detto, e il suo nome lasciò le sue labbra. Quel nome cancellato dalla storia e dalla memoria, che legava il Re senza Nome a tutto ciò che aveva rinnegato. Ma anche a ciò che amava.

''Cosa vuoi che faccia con la tua armatura e la tua lancia?''
''Lasciale qui, a me non servono più. Sono pronto.''




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