Prompt di Il giardino di Efp di F.R.:
Borsa nuova
Ricovero in ospedale
Hermione stava scendendo le scalinate
davanti al tribunale,
Potter le si affiancò. Chiedendole: «Perdonami se
te lo chiedo, ma… Ti
dispiacerebbe se ti accompagnassi io a casa con la macchina?».
Hermione alzò lo sguardo
su di lui, la luce del sole
illuminava le sue iridi verde smeraldo, dando vita a dei giochi di
riflessi. Il
suo viso era incorniciato da un sorriso amichevole e sulla fronte aveva
un
vistoso cerotto.
"Chissà cosa gli
è capitato s’interrogò lei.
«Va bene»
accettò.
Harry la portò con
sé fino alla sua macchina lucida e le
aprì la portiera, facendola accomodare. Si mise al posto di
guida e le domandò:
«Vuoi che accenda la radio?». «No, sto
bene così. A me piace anche viaggiare in
silenzio» rispose.
«Questo è un
invito a non parlare?» chiese Potter. Hermione
ridacchiò, rispondendogli: «No, affatto. Anche se
non penso di avere argomenti
interessanti di cui parlare».
«Beh, io ne ho di molto
comuni. Mi piacciono molto i film e
i libri» enumerò Harry.
«Suppongo film e
libri impegnati» tirò a indovinare Hermione. Al
loro fianco, il marciapiede era
gremito di pendolari che stavano uscendo dal sottopassaggio della
metropolitana, altrettanti stavano scendendo.
«Oh no, affatto. Non sono
tipo da film d’autore o da libri
pesanti come mattoni» scherzò Harry. Tra i palazzi
s’intravedeva qualche grosso
piccione intento a svolazzare.
"Man mano che si va oltre le
apparenze, si scopre che è
qualcuno alla mano. Non è il ragazzo che cerca di fingere di
essere. Si può
essere amici di qualcuno così" pensò Hermione.
Dicendogli: «Scusami per i
miei preconcetti. Ammetto che non ho molto tempo per i film, ma sono
una
lettrice onnivora. Non c’è niente di meglio che
immergersi in mondi sempre
nuovi».
«Allora permettimi una di
queste volte di portarci al cinema
a vedere qualche film che possa farti cambiare idea» le
propose Harry.
«Permesso
concesso» scherzò Hermione. Il suo cellulare
squillò e la giovane rispose: «Pronto?».
Harry stava rallentando, incolonnato
nel traffico. Impallidì
sentendo Granger dire con tono concitato: «Quando? Davvero?!
Dica al signor
Malfoy che arrivo subito». Attese che la telefonata fosse
conclusa per
chiedere: «Malfoy senior o junior?».
Hermione rispose: «Draco,
si trova in ospedale. A quanto
pare la sua ex-moglie lo ha aggredito».
***
Hermione si rigirò la
borsetta tra le mani. «Non
posso accettare». "Anche se vorrei.
Non solo mi piacerebbe avere una borsetta nuova, ma questa è
anche di
incredibile fattura, un modello davvero fine" pensò.
Draco tentò di
convincerla: «La prego, deve. Io
insisto».
Hermione lo guardò, era
steso nel letto candido
dell’ospedale, intorno a loro le pareti verde acqua e i
mobili di una tinta più
scura. «Mi sta già pagando per il mio
lavoro…».
«Con questa,
però, si ricorderà di me. Non ha idea di quanto
le sono debitore per avermi finalmente liberato da
quell’incubo». Dalla
finestra socchiusa entrava un filo di vento, gli altri letti nella
stanza erano
vuoti.
Granger gli fece notare:
«Sì, ma si trova in un letto di
ospedale». "Mi sento in parte responsabile. Ho messo sotto
pressione
quella pazza e sì che avrei dovuto capire che era
pericolosa".
Draco indicò con la testa
il comodino accanto al letto di
metallo. «Non potevo certo offrirle le terribili confetture
che mi propinano in
questo posto terribile». Si passò la mano tra i
corti capelli biondo platino.
«Ammetto che non m’importerebbe neanche se avessi
tutte le ossa rotte, l’incubo
è finalmente concluso».
«Sua moglie è
stata davvero una belva. Se avessi immaginato
che l’avrebbe aggredita, le avrei detto di prendersi una
guardia del corpo»
disse Hermione. Malfoy le ricordò: «In
realtà la sua furia ci ha aiutato a
vincere la causa, non che con la sua bravura lei non ci sarebbe
riuscita
ugualmente».
«Penso che ci
aiuterà a vincere ben due cause. Se riuscirà a
presentarsi durante il caso di suo padre, sono convinta che
susciterà una certa
simpatia…» ribatté Hermione, con tono
più professionale.
«Diciamo la
verità, si tratterebbe di pena» chiarì
Draco.
Hermione volse lo sguardo, ammettendo: «Forse, ma solo
perché non la conoscono
bene».
«Ho visto che il suo capo
si complimentava con lei per la
sua vittoria con molto trasporto cambiò discorso Draco.
Hermione distolse lo
sguardo, fissando la finestra. Bisbigliò: «Forse
non credeva che ci potessi
davvero riuscire». "Non so, fino a qualche tempo fa avrei
creduto in
queste parole, ma adesso mi appaiono ingiuste. Tra lui e Potter non
sembra
scorrere buon sangue, eppure ‘Harry’ mi ha portato
subito qui quando ha saputo
quello che era successo".
Draco le prese la mano nella propria
e la vide trasalire.
«La prego, venga a trovarmi, almeno finché non
sarò guarito. Non voglio perdere
i contatti con lei, anche se non sono più suo
cliente».
Hermione gli rivolse un sorriso
benevolo. «Può contarci»
promise.
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