Uovo con sorpresa
Shavo irrompe nella stanza con l’eccitazione alle stelle.
Stringe in mano il proprio iPhone e si butta sul letto
matrimoniale, proprio accanto a John.
Il batterista, seduto con la schiena contro la testiera,
sobbalza per la sorpresa e distoglie gli occhi dal fumetto che sta leggendo.
«Come stai? Vedo che almeno ti sei svegliato e riesci a
tenere gli occhi aperti» domanda il bassista con un sorriso un poco
preoccupato.
L’altro annuisce. «Lo stomaco non mi fa più tanto male, ma
mi sento ancora debole.»
«Sta per arrivare Daron con la tua medicina, mentre Serj sta
preparando qualcosa da mangiare per te. Hai fame?»
«Insomma…» John sospira.
«Intanto ho trovato qualcosa di divertente per
intrattenerti!» esclama Shavo, sollevando il proprio cellulare. «Tieni.»
«Cosa dovrei fare con questo? E…» Il batterista nota un
enorme uovo al centro dello schermo. «Perché hai messo un uovo di struzzo come
sfondo?»
«Non è un uovo di struzzo, è l’uovo di Tamago!» spiega tutto
eccitato il bassista, regalandogli un sorriso luminoso.
«L’uovo di che?» John sgrana appena gli occhi appesantiti
dal senso di debolezza che prova per la congestione che ancora lo tormenta,
confuso e sconcertato dalle parole sconclusionate del suo amico.
«Di Tamago! È un gioco fighissimo, vedi questo contatore in
cima?»
John mette da parte il fumetto e prende tra le mani l’iPhone
di Shavo, scrutando sempre più confuso lo schermo. «Un milione? Sono dollari? Si
vincono?»
«No, sono i colpi che bisogna dare all’uovo per farlo
schiudere!» spiega il bassista. «Io sono arrivato a cinquecentoventi, poi mi
sono arreso. Siccome tu sei abituato a suonare la batteria e a fare quei
sedicesimi velocissimi…»
John scoppia a ridere. «Dovrei fare i sedicesimi su un uovo
virtuale? Se è una stronzata come quella dell’altra volta, non mi interessa»
taglia corto, facendo per restituirgli l’oggetto.
«E dai, fratello, sono curioso di sapere cosa c’è dentro
l’uovo! Finora nessuno ci è mai riuscito, nessuno sa cosa ci sia dentro…» Shavo
abbassa appena il tono di voce e si fa misterioso. «Sull’uovo di Tamago girano
un sacco di voci, esistono una marea di leggende: c’è chi dice che dentro ci
sia un animale sconosciuto, chi suppone qualcosa a proposito di un nuovo
Pokémon, chi pensa che possa far esplodere il cellulare!» Fa una pausa e si
stiracchia sul materasso. «Tu non sei curioso?»
John aggrotta la fronte e si passa la mano sinistra sullo
stomaco, avvertendo un leggero fastidio. «Sinceramente? No.»
«Dai, fratello! Io ci ho provato, ma non fa per me!» lo supplica,
facendogli gli occhi dolci.
Il batterista alza lo sguardo al cielo e sospira. «Okay,
anche se so già che me ne pentirò» cede infine, fissando lo schermo con fare
esasperato.
Shavo gli batte sul braccio con entusiasmo. «Grazie,
fratello!» strilla.
John comincia a picchiettare sull’uovo virtuale e pian piano
aumenta il ritmo dei colpi, rendendosi conto che il contatore cala rapidamente.
«Guarda quanto sei veloce, cazzo» commenta Shavo,
accostandosi a lui per controllare l’andamento dell’esperimento.
«Sappi che se il tuo iPhone esplode io non ne sono
responsabile» lo avverte il batterista, appoggiando l’apparecchio sulle proprie
gambe in modo da poter usare entrambe le mani per giocare.
Trascorrono alcuni minuti, durante i quali i due uomini
rimangono in silenzio, ipnotizzati da quella strana attrazione.
«Lo vedi che è divertente?» esulta Shavo, accorgendosi che
il contatore è già sceso di duecento numeri da quando il suo amico ha preso in
mano la situazione.
«Un milione di colpi sono tanti, te ne rendi conto?»
Shavo gli stringe le spalla e gli sorride raggiante. «Io mi
fido di te, amico.»
Proprio in quel momento Serj e Daron fanno il loro ingresso
nella camera da letto; il primo tiene in mano un vassoio, mentre il secondo
stringe una bottiglia d’acqua, dei bicchieri di plastica e una scatola di
medicinali.
«Ha accettato?» domanda Daron, accostandosi al comodino per
appoggiare ciò che ha portato.
«Sì, vedi? È bravissimo!» replica Shavo con gli occhi che
gli brillano.
«Abbiamo un batterista fenomenale, io l’ho sempre pensato»
commenta Serj.
«Zitto, tu! Devo ancora prendermi la rivincita per il gioco
dell’altra volta, visto che hai vinto barando spudoratamente!» gracchia il
bassista rivolto al cantante, ancora memore del modo scorretto con cui aveva
mantenuto il record di chi tiene più a lungo il dito sullo schermo del
cellulare.
Serj si stringe nelle spalle e sorride enigmatico. «Quando
vuoi, amico mio. Ma perderai in ogni caso, anche se ci sfidassimo uno di fronte
all’altro.»
«Non penso proprio!»
«Chiudete il becco, altrimenti mi deconcentrate: mi sto
esercitando con il paradiddle» grugnisce John, chinandosi appena per
essere più comodo.
I tre compagni di band lo guardano senza capire.
«Cos’è che stai facendo?» chiede Daron confuso.
John scuote il capo e continua a picchiettare rapidamente
sullo schermo dell’iPhone di Shavo, stringendo appena i denti.
«Lo abbiamo perso…» esala Serj. «Io ti ho portato la cena:
riso in bianco e pane tostato. E anche un po’ di fagiolini bolliti» annuncia.
«Non ho fame» taglia corto il batterista.
«Dio, ci credo: quello non è neanche cibo!» si lamenta
Shavo. «Non è che hai fatto una bistecca per me?»
«Niente carne, spiacente» nega Serj, lanciando un’occhiata
al vassoio e sospirando esasperato.
«Io invece ho fame! Posso?» interviene Daron, allungando le
mani verso il vassoio.
Serj occhieggia verso John e, dopo essersi reso conto che il
batterista ormai è su un altro pianeta, consegna la cena a Daron e annuisce.
«Se ti piace…»
«Ho talmente tanta fame che potrei ingoiare anche le
posate!» esclama, sedendosi sul bordo del letto e poggiando il vassoio sulle
proprie gambe.
Subito dopo comincia a spazzolare il riso, ignorando
completamente ogni altra cosa o persona lo circondi.
Serj sventola una mano di fronte alla faccia di John. «Ehi,
almeno prendi la medicina» gli suggerisce.
Il batterista solleva il capo e gli rivolge un’occhiata
stralunata, poi passa l’iPhone al suo proprietario. «Continua tu per un attimo.»
Mentre Serj scioglie la bustina in uno dei bicchieri dopo averlo
riempito d’acqua, Shavo dà alcuni colpi al guscio sullo schermo e strabuzza gli
occhi: John è già riuscito a far abbassare il contatore di un sacco di numeri.
Di questo passo riusciranno presto a scoprire cosa si
nasconde nell’uovo di Tamago e lui non vede l’ora.
«Credo di aver mangiato troppo…» esala Daron, alzandosi a
fatica dal letto dopo aver spazzolato via tutto il riso, il pane tostato e i fagiolini
bolliti.
«Non è che vuoi anche tu una delle bustine di John?» gli
propone Serj, strappandogli il vassoio dalle mani e sospirando per l’ennesima
volta. «Vado a lavare i piatti.»
«Sei una casalinga perfetta!» lo prende in giro Shavo.
«Io me ne vado in bagno, non sto molto bene…» farfuglia
Daron, uscendo dalla stanza poco dopo il cantante.
Shavo, sdraiato sul letto accanto a John, si è arreso e
sfoglia annoiato le pagine del fumetto che il batterista stava leggendo prima
di dedicarsi all’uovo di Tamago.
Intorno a loro c’è silenzio, in lontananza si sentono
soltanto le stoviglie che tintinnano mentre Serj le lava.
«Mezzo milione!» tuona improvvisamente John.
Shavo sobbalza e si porta una mano all’altezza del cuore.
«Oh, ma sei scemo? Mi hai fatto venire un infarto!»
«Mezzo milione, Shavo, hai capito?»
Il bassista inspira ed espira un paio di volte, poi si
solleva per controllare il contatore. «Ma porca puttana, tu sei un fottuto
mito! Non ti fanno male le braccia?»
John sorride e scuote il capo. «Solo un po’. Ma sono
abituato, ora faccio una pausa e mi sgranchisco i polsi» replica tranquillo,
lasciando l’iPhone sul letto tra loro due.
Si stiracchia un poco, beve qualche sorso d’acqua e si
massaggia appena lo stomaco. «Però, sai che mi sta venendo fame?»
Shavo si copre la faccia con le mani e sghignazza. «Se
chiedo a Serj di prepararti qualcosa, secondo te mi manda al diavolo?»
«Probabile. Ma non mi lascerà a digiuno.» John afferra
nuovamente il cellulare del bassista. «Faccio un altro po’ di esercizio, dato
che sono due giorni che non suono per via di quella brutta congestione»
annuncia. Poi sorride all’amico e aggiunge: «Grazie».
Shavo si alza dal letto e si dirige verso la porta. «Di
niente. E sappi che conto su di te per scoprire cosa c’è nell’uovo di Tamago!»
John ricomincia a picchiettare sullo schermo e si estrania
nuovamente dal mondo intero.
È notte fonda.
Shavo ha deciso di rimanere con John perché il batterista
non ha voluto separarsi dal gioco che lui gli ha proposto, e onestamente a sua
volta è troppo curioso di scoprire quale sia il contenuto di quel dannato uovo
per poter aspettare al giorno successivo.
Si è addormentato accanto al suo amico, completamente
vestito, ma a un certo punto si sente scuotere forte per un braccio e si
ridesta di scatto, sbarrando gli occhi e sentendo il cuore battere frenetico.
«Che succede? Stai male? Chiamo l’ambulanza?» si allarma
subito Shavo, passandosi una mano sul viso stravolto.
«Macché! Ci sono quasi!» strepita John, agitando l’iPhone.
«Mancano poco più di cinquecento colpi. Cazzo!»
Shavo si mette bruscamente a sedere e gli lancia un’occhiata
colma di sconcerto e incredulità. «Che cosa?! Ma davvero?»
«Giuro! Stiamo per scoprire cosa c’è dentro quest’affare!»
esclama John.
Shavo scruta lo schermo e aggrotta le sopracciglia. «È
carico, staccalo così il filo non ti disturba» suggerisce, compiacendosi con se
stesso per aver portato appresso il powerbank.
John esegue e torna a picchiettare ancora più veloce sullo
schermo.
Shavo lo osserva, completamente preda dell’ansia. «Cazzo,
ormai è quasi del tutto crepato!»
«Sì!»
«Ma stai facendo degli esercizi in particolare?» domanda il
bassista curioso, giusto per distogliere il pensiero da ciò che si nasconde
sotto il guscio virtuale.
«Sedicesimi, paradiddle, colpi singoli, doppi,
terzine… quello che mi viene. Immagino di suonare le nostre canzoni» spiega
semplicemente.
Shavo alza le mani e si stringe nelle spalle. «Stai parlando
arabo, amico!»
«Shavo, cento colpi e lo apriamo!» si esalta John.
«Cento, cazzo!» strilla l’altro.
Cala il silenzio mentre entrambi rimangono ipnotizzati dal
contatore che si avvicina sempre di più allo zero.
John prosegue con i suoi esercizi, anche se è evidentemente
indolenzito e stanco, ma ormai la meta è vicina e nemmeno lui ha intenzione di
arrendersi proprio ora.
«Venti… diciannove…»
«Oh merda, che ansia!» esala Shavo, sfregandosi le mani.
Quando il contatore raggiunge l’uno, bassista e batterista
si scambiano un’occhiata.
«E se esplode il cellulare?» suppone Shavo leggermente
allarmato.
«L’hai voluto tu, no?»
«Sì, ma…»
«Non ho fatto tutto questo lavoro per niente, quindi ora la
facciamo finita» decide John, stiracchiando le braccia intorpidite e
restituendo l’iPhone all’amico. «A te l’onore.»
Il bassista annuisce e, dopo aver afferrato l’apparecchio, torna
a fissare John. «Schiaccio?»
«Datti una mossa, ho sonno!»
«Okay.» Lentamente, il bassista accosta l’indice al guscio
virtuale e lo sfiora, serrando le palpebre.
Cala ancora una volta il silenzio.
I due trattengono il fiato, ma non succede niente.
«Il telefono non è esploso, non ho il coraggio di guardare»
mormora Shavo.
«Io sì. Ma… che cazzo significa?!» sbraita John con stizza.
«Ma vaffanculo!»
Shavo solleva timoroso le palpebre e subito mette a fuoco lo
schermo: in cima all’uovo compare, canzonatoria, una semplice e banale scritta.
Nessun animale di razza sconosciuto, nessun nuovo Pokémon,
nessuna esplosione.
Soltanto due parole che lo lasciano spiazzato.
So, What?
«Ma…» balbetta. «Cioè, quindi… non c’è niente dentro?»
«A quanto pare no. Che gioco del cazzo, io credo veramente
di aver sprecato un sacco di energie per niente. Ho anche ignorato il povero
Serj che ha cucinato due volte per me e ho lasciato la mia cena a Daron per…
questo. Che cazzo, vaffanculo!»
«Beh, dai…» Shavo si gratta la guancia, facendo lo
screenshot del gioco concluso per poi metterlo nel gruppo WhatsApp della band.
«Cerca di vedere il lato positivo» aggiunge, per poi disinstallare
l’applicazione più inutile della storia.
«E quale sarebbe?» bofonchia John, incrociando le braccia
sul petto ampio.
«Hai fatto un bel po’ di esercizi da batteristi!» esclama il
bassista, rivolgendogli un sorriso sornione.
«Shavo, ripeto: vaffanculo. È l’ultima volta che ti do
retta, sappilo» conclude il batterista, poi si sdraia e gli volta le spalle,
gettandosi addosso il lenzuolo.
Shavo ridacchia e si mette a sua volta a letto, sapendo che
in fondo John non ce l’ha davvero con lui: presto gli passerà e sarà pronto per
seguirlo in un’altra delle sue bizzarre idee.
😊 😊 😊
[Prompt 47: “Credo di aver mangiato troppo…”]
AUGURI JOHN *___________*
Ragazzi, io sto ridendissimo (?) AHAHAHAHAHAHAHAHAH XD
Questa serie sugli (H)App(y) Birthdays si sta rivelando
sempre più un delirio, e preparatevi a quello che ho in mente per il compleanno
di Daron :P
Allooora… intanto devo darvi delle spiegazioni sull’app in
questione: l’ho scoperta sempre grazie ad Avanti un altro!, e per
fortuna stavolta ho trovato delle info in più da darvi, caso mai foste curiosi!
Si tratta sostanzialmente di un giochino dove appare un uovo
a cui bisogna dare un milione di colpi per far sì che si schiuda. Io non l’ho
mai provata, anche perché perderei la pazienza dopo due minuti, ma ho beccato
un interessantissimo video realizzato da GoldenGianpy su YouTube e grazie al
quale ho anche scoperto cosa ci fosse dentro quell’ovetto virtuale ;)
Ve lo linko qui di seguito, vi prego di guardarlo perché mi
ha steso XD:
https://www.youtube.com/watch?v=evoQj96iuNI
Ma secondo voi quanto può essersi sentito preso in giro il
povero John, dopo aver trascorso ore e ore a picchiettare sullo schermo per
niente?! Anzi, io avrei reagito moooolto peggio! ^^”
Ma lui è un gentleman e non si è nemmeno scomposto più di
tanto, dai… ^^”
Per quanto riguarda invece il paradiddle, vi lascio
qui una piccola spiegazione trovata su Wikipedia, e vi linko anche la pagina da
cui l’ho tratta:
“Il paradiddle è
una diteggiatura usata dai percussionisti e dai batteristi che
consiste in due alternanze di note seguite da due note della stessa mano
(il diddle). La figura di base è DSDD o SDSS. Quando vengono
eseguiti paradiddle multipli, le note principali sono sempre alternate fra mano
destra e sinistra.
Questa figura è usata per lo studio della tecnica
sulle percussioni, e maggiormente sulla batteria, per l'esecuzione di
figure ritmiche, fill o ritmi.” – Fonte: Paradiddle - Wikipedia
Ho preferito copia-incollarlo perché io non saprei come
spiegarvelo, anche se so come funziona anche se non sono mai riuscita a farlo
AHAHAHAHAHAHAHAHAH XD
Poi so di aver citato anche altre figure ritmiche, ma forse
sono più comuni e quindi potreste anche conoscerle… ma se siete curiosi o
qualcosa non vi è chiaro, chiedetemi pure ^^
Ringrazio moltissimo le due giudici delle challenge a cui la
storia partecipa, spero di avervi divertito almeno quanto mi sono divertita io
a scrivere questa roba demenziale XD
E se pensate che questo sia il peggio, beh… ricordatevi che
al peggio non c’è MAI fine e il 18 luglio è davvero vicino :D
Un’ultima notina e poi vi lascio in pace: la BELLISSIMA foto
che trovate in cima alla storia l’hanno pubblicata i System sui loro social per
fare gli auguri di compleanno a John, awwww *____*
Alla prossima e ancora tantissimi auguri al mio adoratissimo
batterista del cuore ♥
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