Un
proiettile, rapido, attraversa la testa dell’uomo. Il sangue,
impetuoso, sprizza dalla ferita.
Per
alcuni istanti, il corpo rimane immobile, poi, con un tonfo, cade sul
pavimento.
Marlo,
per alcuni istanti, fissa il cadavere, gli occhi sbarrati e il
respiro affannoso. Poco prima, ha sentito le sue mani e le sue labbra
sul proprio corpo.
Quell’individuo
lo ha ingannato, promettendogli una casa e una famiglia, e lo ha
quasi trasformato nella sua preda.
Violenti
conati di vomito scuotono il suo corpo e il giovane si piega sul
letto. Come ha potuto essere così stupido?
Si
è lasciato irretire da una apparenza onesta e pulita e si è
dimenticato degli insegnamenti della vita.
Ha
perfino litigato con Balzac, unico amico in quell’esistenza
disagiata.
Come
ha potuto essere così stupido?
Due
forti braccia cingono le sue spalle esili e una mano, leggera, si
immerge tra i capelli neri.
–
Balzac…
Balzac… Balzac… – ripete, angosciato. Quanto è
differente quel tocco rispetto a quello di quel bastardo.
Il
suo abbraccio è limpido e rassicurante, privo di qualsiasi
brama torbida.
L’altro
ragazzino sorride e gli massaggia la schiena. Ha provato rabbia per
il loro litigio.
Ha
veduto in Marlo un idiota, incapace di comprendere la realtà.
Le
sue rabbiose parole lo hanno ferito e non ha esitato a vomitare ira
su di lui.
Ma
tale evento non ha distrutto il loro legame, temprato dalle spine di
un’esistenza crudele.
E
lo ha seguito.
I
suoi sospetti si sono confermati in una realtà disgustosa.
Quell’uomo,
apparentemente tanto gentile, si è rivelato un essere
squallido, bramoso di piaceri ignobili.
–
Perdonami,
Balzac… Io… Io… Io sono un idiota… –
singhiozza Marlo.
Con
dolcezza, Balzac appoggia le mani sulle spalle dell’amico e lo
allontana un poco da sé.
Poi,
con le mani gli sfiora le guance brune, umide di lacrime. Quelle
parole hanno allontanato qualsiasi rabbia dal suo cuore.
– Stai
tranquillo. Ora, sei in salvo. Non è andato oltre quel
bastardo? – chiede.
La
sua fronte si corruga e i suoi occhi si oscurano, come un cielo
velato da nubi di tempesta. Marlo non merita simili oscenità.
Tante,
troppe pene ha patito.
Nessuno
deve costringerlo a sopportare volgari attenzioni.
Risoluto,
Marlo scuote la testa.
– No.
Ma devo ringraziare solo te. – risponde.
Balzac,
per alcuni istanti, esita, poi prende per mano Marlo e salta dal
letto assieme a lui. Vuole allontanarsi da quel luogo.
Gli
pare di essere in una prigione e non vuole scaricare ulteriori
angosce sul suo amico.
Marlo
sorride e i due giovani, rapidi, si allontanano.
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