Oscar Pine - A character study

di flatwhat
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Non è destinato a essere un eroe.
 
Non che non ci abbia provato, questa volta.
 
Era andato da Ironwood pensando, sperando, che le sue parole bastassero a fargli cambiare idea. Come se un ragazzino di quattordici, quasi quindici anni, avesse mai potuto sperare di cambiare il cuore di chi sofferenza ne ha vista fin troppa.
 
"Anche tu hai sofferto molto," la voce onnipresente nella sua testa gli ricorda - le bende sul collo gli prudono come conferma. "Non è una gara. Tutti soffriamo, ma i nostri dolori non possono giustificare le nostre azioni."
 
"Questo vale anche per te," bofonchia Oscar, tastandosi il petto nel punto in cui è stato colpito dalla pallottola. Ozpin sarà anche tornato a salvarlo, ma Oscar è ancora arrabbiato con lui. Proprio perché è tornato...
 
"Ne sono consapevole," la voce di Ozpin è malinconica, ma sicura.
 
Ora che lui è tornato, Oscar sarà l'eroe della leggenda. Letteralmente. Ma non sarà più Oscar.
 
Non è destinato a essere un eroe in quanto Oscar.
 
"Ti fa ancora male?"
 
Pensare al dolore, se non altro, lo distrae da quei pensieri.
 
"Va tutto bene," dice, continuando a zoppicare in direzione della baraccopoli. Spera di trovare gente e un posto caldo, in attesa di ricongiungersi a Ruby e gli altri. Il petto gli fa male, e anche il collo, ma è abituato al dolore. Può sopportare.
 
"No che non va bene."
 
Oscar sbuffa.
 
"Non mi mancava la tua testardaggine."
 
"Anche tu sei testardo," nella voce di Ozpin, una punta di divertimento.
 
Nel suo petto comincia a irradiarsi una sensazione di caldo, conforto.
 
"Che stai facendo?"
 
"Velocizzo il recupero della tua aura."
 
Oscar alza gli occhi al cielo.
 
"Non ti stancherai?"
 
"È il minimo che io possa fare, dopo che tu ci hai salvati."
 
Ancora con quella storia.
 
"Fa un po' come vuoi." Oscar continua la sua marcia nella neve.
 
Il dolore si sta pian piano dissipando, così come il freddo.
 
Non lo ammetterà mai, ma forse, sotto sotto, è contento di avere di nuovo quella compagnia.




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