NdA: prima di
iniziare la lettura leggete questa nota…il presente scritto è solo la mia
interpretazione al capitolo ROCKETEAR della quarta stagione, non ci sono spoiler
diretti, ma attraverso le parole di Chat Noir e Lady Bug potreste intuire
qualcosa.
Per
chi invece se l’è guardato non temete che non ci sono spoiler, ovvero quanto
narrato di seguito non accadrà, stando a quanto rivelato fino ad ora, ovvio…
Ringrazio
in primis la mia carissima amica summerlover che mi supporta e sopporta! Grazie per le
bellissime idee che mi ha dato. Lo sai già che ti adoro *_*
*
Io e te insieme contro
il mondo…sempre!
*
Capitolo
1
*
“Va
tutto bene, chaton?” Glielo chiese perché
aveva notato la sua espressione affranta e non la solita vittoriosa che le
riservava quando sconfiggevano un nemico.
Chat
Noir chiuse un pugno cercando di reprimere la rabbia che saliva sempre di più.
“NO!
Non va affatto bene!” Ringhiò allungando il bastone fino al tetto più vicino
per poi correre più veloce della luce senza darle tante spiegazioni.
La
voglia di invocare il suo potere speciale ed usarlo era molto forte, ma con un
brandello di lucidità pensò che non forse non era una buona idea, innocenti non
potevano pagarne le conseguenze per causa sua.
Che
poi la sua rabbia e il suo risentimento erano del tutto legittimi.
Era
stato tradito da una persona di cui si fidava oltre che amava con tutto sé stesso,
e mentre la celebre frase “io e te insieme contro il mondo” continuava a
ritornargli alla mente e più questo lo faceva imbestialire.
“CHAT
NOIR!! Aspetta!” Lady Bug era partita subito dopo di lui in una corsa sfrenata,
pronta a capire il motivo della sua rabbia non immaginando che il problema in
quel preciso momento fosse proprio lei.
Chat
Noir arrestò la sua corsa sopra una terrazza abbandonata, che ironia del
destino, era la stessa sulla quale le aveva confessato apertamente i suoi
sentimenti.
Ansimando,
Lady Bug si avvicinò a lui prendendogli la spalla facendolo girare verso di
lei.
“Chaton…non fare così. Se c’è qualcosa che ti turba a
me puoi dirmelo, sono tua amica.” La coccinella non immaginava che quell’ultima
parola gli avrebbe annebbiato la mente dall’ira ancora di più.
Con
un colpo secco e deciso della mano, Chat Noir si tolse di dosso quella della
compagna senza scusarsi.
“Ma
si può sapere che hai?” Berciò massaggiandosi il polso dolorante.
“Sai…hai
una bella faccia tosta a chiedermelo!”
Lady
Bug rimase interdetta “Spiegamelo, perché non riesco a capire che problemi ci
sono.”
“Davvero
non lo sai?” Chat Noir si avvicinò al suo volto con fare altezzoso e lei negò
con il capo quasi spaventata, non lo aveva mai visto così furente, forse una
volta, ma in quell’occasione era vestito di bianco e con un’espressione
glaciale, sadica.
“…a
me sta bene se vuoi distribuire i miraculous a
chiunque ti stia simpatico e non me ne frega niente se non mi consulti prima,
sei la guardiana e hai tutto il diritto di scegliere i portatori, ma non
mentirmi. Odio i bugiardi, e tu lo sei.”
“Ma
che stai…”
“…non
ho finito! Da quando è comparsa Volpe Rossa sembra che di me non ti importi più
di tanto. Mi lasci sempre in disparte e non mi coinvolgi più come prima nei vostri
piani. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è che Volpe Rossa e Carapace
conoscono le loro rispettive identità. Hai sempre detto che le nostre identità
devono rimanere segrete per il bene nostro e di chi amiamo.”
“Fammi
spiegare, era un’emergenza e non ho avuto occasione di dare il miraculous a loro separatamente…poi ho ordinato
categoricamente a Volpe Rossa che doveva dire a Carapace che non sarebbe più
stata la portatrice della volpe.”
“Ahahahah!” E tu ci hai creduto?” Le rise istericamente in
faccia.
“Si,
mi fido di lei!” Rispose convinta.
“Beh!
Non dovresti farlo…Nino sa che Alya è ancora Volpe Rossa...”
“Questo
è impossibile!”
“Tra
due persone che si amano non ci sono segreti, ricordatelo bene!”
“Sono
sicura che c’è un malinteso.” Tentò di giustificarsi cercando una spiegazione
logica gesticolando nervosamente con le mani.
Se
quello che Chat Noir le stava confessando fosse vero, questo significherebbe
che Alya le ha mentito venendo meno al loro patto.
“Nessun
malinteso, me lo ha detto Nino!”
“Nino??
Tu conosci Nino??” Strabuzzò gli occhi.
Lady
Bug non sapeva più cosa dire “I-io…io…”
“Mi
dispiace Lady Bug, ma se non hai più fiducia in me, non mi resta che rinunciare
al mio Miraculous.” Una decisione drastica e giusta secondo
il suo punto di vista, se Lady Bug non poneva più fiducia in lui era inutile
andare avanti con quella farsa.
Non
poteva ancora farsi trattare come un fantoccio da usare all’occorrenza, o da
scagliare senza pietà tra le fauci fameliche degli akumizzati.
“NOOO!
Non farlo! Io…io…troverò una soluzione!”
“L’avevi
la soluzione…ma tu hai preferito tradire la mia di fiducia, e hai preferito
persone di poco conto, a me!” Era arrabbiato e in quelle parole si percepiva
tutto il suo risentimento, non poteva sapere che Alya fosse in realtà la sua
migliore amica.
“…tu…tu
sei talmente piena di sé che nemmeno ti accorgi di lasciare da parte le persone
che veramente tengono a te e che non ti tradirebbero mai. Io e te contro il
mondo? E io che ci credevo veramente…stupido…” Digrignò a denti stretti
accumulando ancora più rabbia che sarebbe scoppiata appena avrebbe raggiunto il
coperchio ben sigillato da anni e anni di rospi mandati giù a forza.
“Sei
arrabbiato e lo capisco…”
“ARRABBIATO??
ARRABBIATO?? Credimi è a dir poco, sono furibondo! Non meritavo di essere usato
come uno straccio vecchio…”
“Nessuno
ti ha usato…”
“…TACI!
È quello che hai fatto.”
Seguì
un momento di silenzio dove entrambi non sapevano che cosa dire o fare.
Lady Bug stava ripensando alle parole di Chat Noir e di quanto era stata
stupida a fidarsi della sua migliore amica, ma forse non era stato quello il
suo sbaglio, Chat Noir aveva ragione, tra due persone che si amano non ci sono
segreti.
Non
ci devono essere.
“Lo
sai come ci si sente a non avere amici per sedici anni? Quando non si ha un
minimo rapporto con il proprio padre troppo impegnato a lavorare piuttosto di
dedicare dieci minuti a pranzare o cenare con suo figlio? Ho perso mia madre un
anno fa, l’unica in grado di supportarmi e che mi stava vicino. Tu non sai come
ci si sente quando stai posando per un servizio fotografico e devi mostrare un
sorriso finto all’obiettivo quando invece dentro di te stai solo urlando e
vorresti correre via mandando a fanculo il mondo intero. Quando vedi i
tuoi amici divertirsi ed invece tu devi dedicarti allo sport e ad altre
attività sperando in un’approvazione o un complimento da parte di tuo padre sapendo
già che non arriverà mai. Essere rinchiusi tutto il giorno in una stanza
cercando di non impazzire. NO! Tu non lo sai perché vivi la tua splendida vita
fatta di rose e fiori, ma devi capire che non è così, la vita è una MERDA! E
non puoi pretendere di avere tutti ai tuoi piedi. IO SONO STUFO! E soprattutto
non merito di essere trattato così da te! Ti credevo diversa, ma invece ti sei
rivelata solo un’opportunista. Ora potrai dare il Miraculous
della distruzione a qualche altra persona che sicuramente lo merita più di me.”
Chat
Noir mise mano al suo anello nel tentativo di toglierselo.
Non
gliene fregava niente se giunti a quel punto avrebbe scoperto la sua identità,
l’intenzione del gattone era quella di rinunciare per sempre al suo Miraculous, a malincuore, e con la consapevolezza che non
sarebbe più stato in grado di evadere da una realtà che lo opprimeva come il
colletto di una camicia stroppo stretta, ma avrebbe dovuto sorridere e
nascondere come meglio poteva il suo disagio.
Voleva
solo andarsene di lì mettendo fine a quella buffonata.
*
Messo
da parte…
*
Tradito…
*
Umiliato…
*
Deriso…
*
Si
era convinto che Lady Bug non avesse più bisogno di lui e non le avrebbe dato
la soddisfazione di piangersi addosso sperando che un giorno si ricordasse che
anche lui era un supereroe.
“CHAT
NOIR! NOOOO” Gli urlò alzando una mano.
*
Silenzio.
*
Vuoto.
*
Afasia.
*
Un’ akuma che entra indisturbata ed in punta di piedi
iniettando il suo veleno soggiogando la mente di Chat Noir.
E il
tutto sotto gli occhi di Lady Bug incapace di qualsiasi azione.
Le
gambe improvvisamente divennero di gelatina e il suo cuore accelerò i battiti.
Non
poteva credere che stesse accadendo di nuovo, eppure era convinta che la fine
del mondo sarebbe stata causata dalla scoperta delle loro identità.
Ora
era tutto più chiaro e anche quell’ultimo tassello del puzzle era andato ad
incastrarsi perfettamente con gli altri.
Ed
improvvisamente anche la frase che più l’aveva turbata, d’un tratto assumeva
significato.
“Il
nostro amore ha fatto questo, milady”.
Non
era perché lei si era innamorata di Chat Noir, lo era sempre stata scoprendo
dalle parole fuoriuscite dalla sua bocca, con grande rammarico, che dietro quel
costume nero si nascondeva in realtà Adrien.
E
l’averlo messo da parte lo aveva fatto scoppiare di rabbia.
Un
ingrediente fondamentale per la ricetta di Papillon, che non aveva perso tempo
per raggiungere il suo scopo.
*
“Chat
Blanc…lo sai chi sono, non ho bisogno di presentazioni…ti dono il potere
illimitato della distruzione e di vendicarti di colei che ami e che ti ha
voltato le spalle…in cambio chiedo il tuo miraculous
ed il suo.”
*
Terrore
*
E la
consapevolezza di essere stata l’artefice principale della sua rabbia.
Lady
Bug non sapeva che fare, era impietrita e senza la possibilità di muoversi, d’un
tratto le sue gambe erano diventate dure e pesanti, come il peso che le era
caduto sul cuore.
“Lo
devi combattere, Chat Noir! Tu sei più forte di lui.” Disse con le lacrime agli
occhi.
*
Immobile.
*
Sguardo
perso.
*
Bocca
spalancata.
*
Chat
Noir cercava in tutti i modi di resistergli e scacciare via quei brutti pensieri
ma il suo stato d’animo non era d’aiuto.
Il
peso da portare era troppo grande e la collera che si trascinava dietro da anni
troppo forte per essere combattuta in pochi secondi.
Lady
Bug lo guardava contorcersi dal dolore e dalla voglia di resistergli.
Lui
era un super eroe e non poteva permettere alle proprie emozioni si sopraffarlo.
“VATTENE
VIA!!!!” Gli urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
“COMBATTILO
CHAT NOIR!” Aveva continuato a dargli man forte, a fargli capire che aveva
fiducia in lui e che il risentimento che aveva per lei era solo frutto di un
malinteso.
Poi
Chat Noir la guardò con sguardo affranto lasciandosi cadere in ginocchio “Mi
dispiace, milady.”
“NOOOO!
ADRIEN!”
Quel
nome fece sussultare Papillon che si stava chiedendo se si trattasse veramente
di suo figlio.
Lady
Bug si avvicinò a lui fregandosene se una volta completato la trasformazione l’avesse
investita con un cataclisma.
Non
le importava.
“Sono
io Adrien…guardami!” Lady Bug gli alzò il volto e l’incontro con i suoi occhi
glaciali la fece rabbrividire. “…sono Marinette!” Soffiò
sperando che questo potesse cambiare qualcosa.
“Ma-Marinette!” Era riuscito a balbettare mentre lei si
toglieva gli orecchini e le mostrava il suo vero volto.
*
Affranto…
*
Dispiaciuto…
*
Distrutto…
*
“Torna
in te, Adrien…possiamo chiarirci…io…io ti amo!”
Sul
volto di Chat Blanc si materializzò un ghigno sadico “Ce ne hai messo di tempo
per dichiararti!”
“Ti-ti
posso spiegare!” Disse indietreggiando “…ma ti prego, combatti l’akuma!”
“NO!
Papillon mi dato questo potere e ora sono io il più forte!”
Vedendo
che ormai l’anima di Chat Noir era corrotta, Marinette
prese in mano la situazione e con grande coraggio prese anche una decisione.
“Ti
darò il mio miraculous Papillon! Ma togli l’akuma ad Adrien!”
“NO!
Non farlo Papillon! Ti porterò il suo miraculous e il mio.”
La
proposta era molto allettante, entrambi lo erano a dire il vero, ma Papillon,
ovvero Gabriel, non poteva permettere di usare suo figlio per i suoi scopi.
“Farò
come dici…ma niente scherzi idioti, ok? Siamo d’accordo?”
*
Continua
*
NdA: eccomi ancora
qua, grazie mille a tutti per essere arrivati fino qui, non sarà una nuova
long, ma ho dovuto suddividere questa storia in tre capitoli perché non
diventasse troppo un mattone, e l’aggiornamento arriverà di lunedì.
Come
sempre aspetto le vostre impressioni in merito.
A
presto, Erika