Crescere un po', ma non troppo.

di The_stampede
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Il vento sferzava la cima della montagna sollevando lievi nuvole di fiocchi di neve, su un pianoro si fronteggiavano un signore di mezza età con la bandana e un bel ragazzo con una treccia nera. 
-Preparati Ranma, non avrò nessuna pietà per te. Sei la vergogna della scuola Saotome, non credevo che dovessimo arrivare a tanto-
Il giovanotto guardò il vegliardo con fare truce, chiuse gli occhi per il furore e un tremolio al sopracciglio denotava tutto il nervosismo creato dalla situazione.
-Adesso basta maledetto papà!-
-E va bene figliolo! PREPARATI AD ESSERE SCONFITTO!! SONO PRONTO!-
Entrambi sfogarono la tensione con un urlo di battaglia, Ranma si fiondò verso Genma, il quale si era accucciato e armeggiava con qualcosa sopra la propria testa. Quando il codinato fu praticamente sopra di lui, Genma lo fronteggiò
-Ranmuccio caro dammi un bacino…-
Lo spavento di vedere il padre travestito fece,al contempo, sbiancare e rabbrividire Ranma  
-Che ddiavolo sarebbe quella roba!?- esclamò il ragazzo puntando il dito verso la misera rappresentazione paterna.
Con la stessa voce in falsetto Genma, malamente truccato e con una parrucca a caschetto in testa, rispose
-Sono la tua Akanuccia, dammi un bacinooo-
Ed iniziò ad inseguire un per niente marziale Ranma che girava in tondo sfuggendo da una non propriamente somigliante impersonazione della fidanzata.
Da una panchina situata nel villaggio vicino dei vecchietti perplessi guardavano l’improbabile allenamento. Rimasero basiti quando, dopo essersi azzuffati, riemersero dalla neve, anzichè i due uomini, un panda impiastricciato di trucco con una parrucca azzurrina e una procace ragazzina dai capelli rossi.
-PAPA’ SEI UN’IDIOTA!-
 
Nel frattempo a Nerima un altro membro dei Saotome aveva al centro dei propri pensieri la ragazza con il caschetto. Nodoka aveva notato che Akane non era mai a casa, andava via presto al mattino, rientrava velocemente per pranzare e tornava la sera tardi. Aveva sempre avuto piena fiducia nella futura nuora, sapeva che sotto quel carattere scostante e incandescente si nascondevano qualità rare come altruismo, lealtà, purezza di spirito.
Continuava a domandarsi se l’allenamento di Ranma fosse davvero necessario, soprattutto in quel momento. Dato che i muri di casa Tendo avevano le orecchie e nessuno in quella famiglia aveva un minimo di rispetto per le faccende altrui anche la signora Saotome era venuta a conoscenza delle assidue attenzioni che Akane aveva ricevuto dai compagni di scuola e più passavano i giorni più si domandava se uno di questi non avesse trovato il modo di spodestare suo figlio dal cuore della giovane. 
L’ansia di Nodoka saliva di giorno in giorno, anche perchè, come sempre, Ranma non chiamava e il vuoto silenzioso lasciato in casa rimbombava nel cuore di più di un abitante del Dojo. Kasumi aveva organizzato, come tutti gli anni, la mega festa di Natale in casa dei Tendo. 
Non essendoci Ranma, Akane si era aspettata un Party molto più tranquillo, ma non aveva fatto i conti con la follia delle sue colleghe fidanzate che riuscirono a bisticciare per chi sarebbe uscita per prima con il codinato, non appena questi avesse rimesso piede a Nerima.
“Tutto come sempre quindi…”
fu il pensiero sconfortante con cui Akane, lasciata in anticipo la festa, salì le scale per tornare nella sua camera. L’umor nero della più giovane delle sorelle Tendo non era sfuggito alle amiche di infanzia, che dopo aver allietato con il Karaoke gli ospiti la seguirono dal dojo all’interno della casa.  Volevano finalmente mettere in atto i loro propositi di Cupido in gonnella e parlarono ad Akane del ritrovo tra compagni di classe che volevano organizzare dall’altra parte della città prima del rientro a scuola.
L’idea era di creare un momento, apparentemente non romantico, che desse la scusa ai due testoni per allontanarsi dal, fin troppo affollato di pretendenti, quartiere di Nerima e godersi un po’ di tempo insieme.
Non rivelarono ad Akane il fine reale di tutto. Inizialmente la moretta fu perplessa dell’iniziativa, ma alla fine se ne convinse. Si attardò con le amiche a confabulare sui preparativi per questa nuova festa e tornò in camera solo a mezzanotte, dove aprì una busta con un davvero poco galante biglietto di auguri compensato da un regalo talmente dolce che le strappò un sorriso e una lacrima.
 
Ormai le vacanze di Natale erano agli sgoccioli, una mattina, dopo aver avuto la meglio su suo padre, Ranma ansimava con le mani poggiate sulle ginocchia per riuscire a riprendere un minimo di fiato, gli occhi spalancati osservavano il terreno senza vederlo mentre un sorriso gli increspava il volto, c’era riuscito! La tecnica Doragon wa uchiki o uchi makasu della scuola di lotta indiscriminata Saotome era pronta.
Si tirò su di scatto e con gli occhi fiammeggianti di chi è pronto ad affrontare il nemico, con il pugno sollevato pensò “Akane preparati, sto arrivando”
Genma, sempre travestito come la giovane Tendo, annuiva serio mentre due fiumi lacrimavano dai suoi occhi: 
-Finalmente il futuro della scuola Saotome verrà assicurato.-
Dopo essersi ristorati il corpo in un Onsen, il ragazzo con il codino lasciò il padre addormentato a mollo nell’acqua e sgusciò fino al telefono del Riokan per poter finalmente chiamare a Nerima.
Celò malamente il suo disappunto quando Nabiki si lasciò “scappare” che la sorella minore non era in casa e che in effetti era stata molto assente in quei giorni. Siccome le abitudini sono dure a morire Ranma ribadì, come al solito, quanto scarso interesse nutriva sulle faccende riguardanti la fidanzata. Avvertì che stavano per tornare a Nerima e buttò giù il telefono, per la foga ne incrinò la cornetta in bachelite.
 
Akane canticchiava mentre si preparava lo zaino, era riuscita a comprare il regalo che voleva per Ranma e ora stava ultimando il bagaglio per recarsi alla festa di Yuka e Sayuri con largo anticipo. Le amiche avevano promesso una sessione preparatoria insieme fatta di chiacchiere, trucco e parrucco. 
Sulla soglia Nabiki le domandò nuovamente se le sembrava il caso di non farsi trovare a casa quando Ranma sarebbe tornato, ma la sorella minore le raccomandò ancora una volta di indirizzarlo alla festa delle compagne di scuola e che andava benissimo vedersi lì. Con un tempismo perfetto le amiche la prelevarono salvandola dall’ennesima discussione con la famiglia.
 
Nota dell'autore: volevo scusarmi perchè questo capitolo avrebbe dovuto essere pubblicato molto prima, era pronto a febbraio, ma non ero del tutto convinta e poi...PUF! è arrivato luglio. In ferie sono riuscita a rileggerlo e alla fine mi sono decisa, grazie a tutti coloro che continuano pazientemente a leggere e commentare, siete un sostegno insostituibile. Un abbraccio!




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