I
raggi del sole vespertino, ancora alto, si irradiavano ora in cielo,
ora sulla terra e tingevano le nuvole, simili a balle di cotone
abbandonate in un campo, d’arancio e rosa.
L’orizzonte,
sfiorato dai barbagli dell’astro diurno, pareva percorso da una
cortina di fiamme, mentre le montagne risaltavano contro il
firmamento, come un cammeo abilmente lavorato.
Di
tanto in tanto, il silenzio era interrotto dai richiami, lugubri e
malinconici, dei condor, che sorvolavano l’ambiente, bramosi di
carogne.
Seduto
davanti ad una finestra, Balzac lasciava vagare lo sguardo sul
paesaggio. Tanti, differenti ricordi si mescolavano nella sua mente.
Il
deserto, seppur in modi diversi, era legato alla sua esistenza con un
filo sottile come seta, ma più forte dell’acciaio.
In
quell’ambiente aspro, privo di clemenza, aveva rischiato la
vita, eppure la sua anima era risorta ad una nuova, meravigliosa
esistenza.
Aveva
conosciuto la dolcezza dell’amore e delle premure.
Rachel
e suo fratello Rick, con il loro altruismo, gli avevano concesso di
vedere la realtà da un punto di vista differente.
Pur
non conoscendolo, lo avevano salvato e gli avevano dato il calore di
una famiglia, che gli era sempre mancato.
Per
nove, lunghi mesi aveva creduto di potere aspirare ad una esistenza
tranquilla.
Un
singhiozzo salì sulle sue labbra e le lacrime luccicarono
negli occhi cerulei del giovane. Il Fato era di un parere differente
e si era divertito a rimescolare le carte.
Aveva
deciso di porre sul suo cammino i Cavalieri dello Spazio.
E
Nick, pur in modo indiretto, gli aveva offerto la possibilità
di combattere al loro fianco.
Pur
dilaniato dall’indecisione, aveva accettato e si era impegnato
in aspri combattimenti.
Desiderava
vendicare la morte di Marlo, il suo amico mai dimenticato, e donare a
Rachel e a Rick un futuro luminoso, libero dall’ombra di
Darkon.
Ella
e suo fratello erano degni di un simile dono.
Scosse
la testa, amareggiato. Spinto da un incoercibile desiderio di onestà,
aveva schiuso a Rachel le porte del suo cuore e le aveva svelato il
suo passato, greve di sangue e morte.
In
quelle lunghe, tese ore, aveva conosciuto l’aspro sapore del
rimorso, ma aveva perseguito il suo imperativo morale.
Rachel
non era una bambina e non meritava pietose bugie!
Ed
ella, pur turbata, non lo aveva giudicato e aveva continuato a
riempirlo d’affetto e premure.
Il
passato non si può cambiare. Sta a te però creare un
futuro diverso. Puoi farcela. Quando
aveva concluso il suo racconto, gli aveva stretto la mano e gli aveva
detto quelle parole, vibranti di incoraggiamento.
I
suoi lucenti occhi ambrati lo avevano fissato e non vi aveva scorto
alcuna ombra.
La
sua purezza d’animo irradiava l’intera sua persona ed
egli si era impegnato a costruire un’esistenza differente,
lontana dall’edonismo passato, fine a se stesso.
Con
un gesto nervoso, il giovane si terse le lacrime. Era riuscito a
sopravvivere ad un aspro duello contro il Teknoman Spada e, per
lunghi mesi, il suo corpo, straziato da ferite gravissime, era stato
costretto ad un sonno artificiale, privo di sogni.
Ma,
in quei brevi attimi di coscienza, il suo pensiero era rivolto a
Rachel e Rick.
Costituivano
un faro flebile, ma tenace in una tenebra densa, che tutto pareva
ingoiare.
Strinse
i pugni e nuove lacrime bagnarono le sue guance. La loro casa, che
aveva resistito per tanto tempo alle tempeste della guerra, era stata
devastata e si era tramutata in uno scheletro carbonizzato.
Non
era rimasto nulla di loro, se non l’olezzo della carne bruciata
e ceneri impalpabili, disperse dal vento.
Un
effluvio dolce, quasi zuccherino, solleticò il suo olfatto e
il giovane si voltò e alzò lo sguardo.
Appeso
al soffitto erano due panieri di sughero di forma semicircolare,
lunghi quanto un avambraccio, rigogliosi di orchidee bianche e
vermiglie.
Un
effimero sorriso sollevò le labbra dell’ex guerriero.
Quelle piante davano consolazione al suo spirito angosciato.
Rachel
amava le orchidee e, in quei fiori, gli pareva di sentire la sua
presenza.
Forse,
una parte di lei si era fusa con quei fiori splendidi.
Ti
amo., sussurrò. Quei
lunghi, dolci mesi gli avevano dato la possibilità di
conoscere profondamente Rachel.
Aveva
potuto osservare i suoi vezzi, le sue virtù e i suoi difetti,
che contribuivano a costruire lo splendore della sua persona.
E
si era accorto di essersi innamorato di lei.
Ella,
per lui, era la compagna con cui proseguire sull’erto cammino
dell’esistenza.
– Hai
ricambiato il mio amore, Rachel. E guarda cosa è successo. –
mormorò. Poco dopo una festa di paese, si erano ritrovati soli
nella stanza di lei.
Egli
sentiva il cuore martellargli le costole, quasi volesse
frantumargliele, ma le aveva stretto le mani nelle proprie.
Nessuna
parola era risuonata in quel silenzio. Entrambi, quasi d’istinto,
avvertivano la brama della quiete.
Ne
erano certi, qualsiasi frase avrebbe rotto la magia di quel momento.
Pochi
istanti dopo, le loro labbra si erano unite in un bacio ardente, che
si era trasformato in un amplesso.
Rachel
si era abbandonata alle sue mani e alle sue labbra e aveva goduto tra
le sue braccia.
Ricordava
il suo splendido viso, lucido di sudore, su cui risplendevano gli
occhi ambrati, scintillanti di godimento.
In
quegli istanti, si era sentito invaso da una voluttà
sconosciuta, ben lontana dal piacere effimero da lui conosciuto tempo
prima con donne e uomini.
L’amore
e il godimento si erano uniti in una ineffabile armonia e una
indicibile felicità si era impadronita del suo cuore.
Sospirò.
Tanti sogni, in quei lunghi mesi, si erano plasmati nella sua mente,
solitamente concreta.
Voleva
invecchiare e morire con lei e vedere crescere suo fratello.
Ma
non si sarebbero mai potuti concretizzare, a causa della crudeltà
della guerra.
Guardò
i fiori e scosse la testa, amareggiato. Quelle stupende creazioni
della natura davano riposo al suo spirito sofferente, malgrado il
tempo trascorso dal termine del conflitto, ma acuivano la sua pena.
Nella
loro fragile bellezza, racchiudevano quell’amore da lui
provato, che non era svanito, nonostante la tragica fine di lei.
E
rinvigorivano i suoi rimpianti e il suo senso di colpa.
Se
fosse rimasto con loro, si sarebbero salvati?
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