Un nuovo giorno

di Farkas
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Un nuovo giorno

 

Capitolo 4: Nuova vita, guai vecchi (parte III)

 
 
Appena entrato al Bugle, Peter raggiunse i colleghi. Erano radunati attorno a un uomo che non aveva mai visto in vita sua… che stava seduto alla scrivania di Jonah.
-Faziosità, pigrizia, mancanza di rinnovamento. La gestione, chiamiamola così, di J. Jonah -Jameson era improntata a questi principi. E ahimè, essi vi hanno contagiato quasi tutti. Dovreste tutti prendere esempio dal signor… signor? – fece l’uomo indicando Peter.
-Peter Parker. Fotografo-.
-Ecco. Invece di stare qui a ciondolare, con la scusa di voler sapere delle condizioni di Jameson, il signor Parker è andato in cerca di qualcosa da fotografare. Etica, etica lavorativa! È questo che chiedo ai miei dipendenti. Ora che il Bugle, è sotto la mia gestione, molte cose cambieranno! -.
Dopo tre quarti d’ora Bennett lasciò liberi i suoi nuovi dipendenti.
-Ora so come si sono sentiti quelli che hanno ascoltato il discorso d’insediamento di Harrison*- bofonchiò Peter.
-Beato te che hai voglia di scherzare- sospirò Robbie. - Ci aspettano tempi duri. Bennett mi ha già parlato di ridimensionamento-.
-Robbie, dovrei preoccuparmi io di queste cose… tu sei il direttore, Bennett non può licenziarti e basta. Sei parte di questo giornale, almeno quanto il simbolo della trombetta-.
-Lo so. La mia paura è che Bennett lo trasformi in qualcosa di cui non voglio essere parte-.
-Notizie di Jonah? – cambiò argomento il più giovane.
-Al momento è stabile. Ma non sappiamo quando si sveglierà-.
Peter sospirò di sollievo: - Meno male. Quando potremo andare a fargli visita? Sai se può aver bisogno di qualcosa? John e Marla sono stati avvertit…-.
-Stop- fece l’uomo di colore. –Peter è successa una cosa terribile e capisco che tu sia preoccupato, ma non farne una malattia. Jonah è nel miglior ospedale della città e sta ricevendo tutte le cure necessarie. Sei altruista come sempre, a volerlo aiutare, ma adesso non puoi fare niente. Non sei stato certo tu, a procurargli l’infarto. Preoccupati di sopravvivere alla gestione di Bennet-.
Il castano tacque. Più che un ragno al momento si sentiva un verme.
 
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-Urgh!- fece O’ Neil vedendo il cadavere nel cassonetto della spazzatura. Chiunque fosse, certo era brutto vederlo gettato lì come immondizia. - Ehi, Gonzales, dov’è la tizia che ha trovato il corpo? -.
-A vomitare… la cosa l’ha sconvolta-.
-Be’ dille che deve presentarsi in commissariato per la testimonianza. Io intanto faccio venire la scientifica e tutto il circo equestre-.
-Guarda il lato positivo... se non avessimo ricevuto questa telefonata, adesso saremmo a sorvegliare quella noiosissima tribuna elettorale- cercò di sdrammatizzare il collega.
 
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I discorsi lunghi, non erano un’esclusiva di Dexter Bennett. Anche Paige McGowan, consigliera comunale e aspirante sindaco di New York, stava parlando da un pezzo a un pubblico, sempre meno attento.
-… E per concludere…- fece a un certo punto la mora.
-Finalmente! Era ora! - sbottarono parecchi elettori e un paio dei poliziotti di guardia.
Tuttavia non ricevettero critiche, dato che un attimo dopo una bomba zucca distrusse una finestra. Da essa fece il suo ingresso una figura grigia, vestita di rosso con lunghi capelli dello stesso colore che gli danzavano alle spalle, sfondò la finestra volando su un aliante.
-Emergenza! - urlò uno dei poliziotti di guardia, ma un’altra bomba zucca pose fine alla vita sua e di tre suoi colleghi. Un attimo la denotazione di altre bombe, precedentemente piazzate, fece crollare la maggior parte della sala.
La consigliera tentò di fuggire, ma in un attimo, il misterioso assalitore, la raggiunse e le trafisse il cuore con la lama che uscì dal suo bracciale
-Spiacente gente! La signora McGowan ha dovuto ritirare la sua candidatura, causa morte improvvisa! - rise il folle, mentre passava sopra gli astanti facendo un loop. -Minaccia, passa la linea allo studio e se ne va! -.
L’Hotel Central era uno dei più famosi di New York, ma per un bel po’ nessuno avrebbe voluto soggiornarci. Quattro omicidi e una buona parte della struttura che crolla, non fanno buona pubblicità.
 
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C’erano pochi che erano stati buttati giù, dalla visione del telegiornale del mattino, come Peter Parker.
“Fantastico. Vita personale al collasso… e un nuovo pseudo-goblin” pensò affranto Peter entrando al giornale. “Dio, fa che non sia Harry. Non posso passarci di nuovo”.
Al Bugle in genere c’era una bella atmosfera… ma Peter, rilevò una dozzina di scrivanie vuote.
-Gli effetti del ridimensionamento, sono già cominciati- commentò Ben Urich, ma non poté dire altro, perché il nuovo proprietario del Bugle, entrò proprio in quell’istante, esigendo attenzione.
-Signori, questa potrebbe essere la prima grande inchiesta del nuovo Daily Bugle. Minaccia! Chi è? Perché ha eliminato un potenziale sindaco? Noi lo scopriremo! E sappiate questo. Il primo che mi porterà una foto di questo pazzo… riceverà diecimila dollari! -.
“Diecimila che?!” pensò Peter. “Jonah non avrebbe mai offerto una simile somma! Cavolo, potrei davvero prendere quell’appartamento”.
 
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“Vieni qui, Minaccia, Minaccia, Minaccia” pensava Spider-Man, mentre volteggiava alla ricerca del goblinesco avversario.
“Ancora niente. Be’ nemmeno eroi registrati che mi attaccano, quindi non è poi così male” si disse il ragno, dopo un’ora di ricerche infruttuose (escluso l’aver fermato un paio di scippi e un’aggressione). Stava pensando che fosse il caso di rimettere i panni di Peter, quando notò una esplosione in lontananza.
 
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Logan Underwood, stimato uomo d’affari e aspirante sindaco della grande mela, stava scaldando gli animi a un comizio all’aperto: - Non sono qui, per parlare ma per ascoltare! La registrazione a detta di Tony Stark, doveva essere la soluzione magica di tutti i problemi. Be’ non è stato così! Cosa credete dovrebbero fare i supereroi?! Ditemelo e io, lo ricorderò quando sarò eletto! Voglio scrivere una pagina di storia di questa gloriosa città insieme a voi! -.
-Che Underwood ci sappia fare è innegabile- commentò uno dei poliziotti di guardia. -Quasi, quasi, voto per lui-.
-Una testa di cazzo che vota così, non mancherà a nessuno! - tuonò una voce e il poliziotto venne travolto da un aliante che voleva rasoterra. Un attimo dopo una bomba zucca, raggiunse la posizione di Undewood, che si salvò solo perché spinto via dalla sua guardia del corpo.
-E quel tizio di ieri sera, Minaccia! Deve avercela coi politici! – urlò una donna, mentre si dava alla fuga.
-E puoi biasimarlo? – le rispose un’amica. Underwood intanto, era stato caricato su una limousine blindata e si era dato alla fuga, inseguito da Minaccia.
Quest’ultimo alzò una mano guantata in cui apparvero delle scintille elettriche: - Mi hai solo semplificato le cose. Una scossa al serbatoio e ciao, ciao-.
-Non bastava, Goblin, plagi anche Electro? Fra le altre cose, potresti finire in carcere per violazione di diritto d’autore! – sentenziò Spider-Man colpendo Minaccia con un calcio volante.
-Toh, mi chiedevo quando avrei incontrato uno di voi ficcanaso! Bah, gli altri goblin perdevano tempo con te, ma io ho imprese più redditizie di cui occuparmi! -.
-Davvero? E chi è che ti paga per far fuori gli aspiranti sindaci? – chiede l’eroe saltando sull’aliante e iniziando un corpo a corpo con Minaccia.
“Se si illude che gli permetterò di usare ancora quei guanti elettrici si sbaglia. Finché gli sto attaccato, si folgorerebbe da solo” si disse il nipote di Ben.
Purtroppo anche Minaccia l’aveva capito… e subito scagliò un missile dall’aliante, schiacciando il pulsante col piede. Non avrebbe mai colpito Spider-Man… ma la folla sì. E ovviamente il ragno dovette abbandonare lo scontro per afferrare il missile con la ragnatela e scaraventarlo contro il supermercato che Underwood avrebbe dovuto inaugurare dopo il discorso, (e che per ingraziarsi gli elettori avrebbe venduto tutto a metà prezzo) fortunatamente vuoto.
L’aspirante sindaco ormai se l’era filata, pertanto a Minaccia non restò che imitarlo. Dopo essersi accertato che non ci fossero feriti, Spidey tentò di inseguirlo, ma avendo capito che ormai era troppo lontano, si accontentò di fotografarlo.
 
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-Signor Bennett ce l’ho! Ho una foto di Minaccia! – urlò Peter entrando in redazione.
-Perfetto. Fa vedere- fece il miliardario prendendo a studiare la foto.
-Allora, parlando dei diecimila dollari…-.
-Non posso darteli. Mi spiace Peter, ma la foto è sfuocata e Minaccia è così lontano che potrebbe essere qualunque altro di quei pazzi che volano su quegli strani aggeggi-.
Peter sospirò.
Capendo la delusione del dipendente Bennett aggiunse: -Ascolta, se fossi Jameson, pubblicherei la foto insieme a un titolo sensazionalista e userei la sua scarsa qualità come scusa per non darti i soldi, mentre io ci lucrerei il più possibile…-.
-Certo che lo conosce bene-.
-Ma visto che non lo sono, ti pago duecento dollari e ti dico che se riesci a portarmi una foto decente i diecimila sono tuoi-.
-Grazie Mr. Bennett. Farò del mio meglio-.
 
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Non avendo uno straccio d’indizio su come trovare Minaccia, Peter aveva deciso di passare la serata con Harry. Un po’ per avere compagnia e un po’ per sorvegliarlo.
-Allora novità? -.
-Ho deciso di avviare una catena di bar. Il primo sarà il vecchio Coffee Bean. Sai che volevano chiuderlo? -.
-Davvero? - fece sorpreso Peter.
-Sì. Era qualcosa in cui ritenevo valesse la pena d’investire… e poi ci tenevo a salvare un ricordo piacevole di quel periodo*. Dai che ti ci porto-.
Poco dopo i due amici erano nel vecchio bar, seduti al solito tavolo. Non c’era nessun altro, visto che Harry aveva deciso di chiuderlo per farlo ridipingere e rinnovare un po’ gli arredi.
-Dio a pensarci sembra ieri che venivamo qui quasi ogni giorno… ed è almeno un anno che non ci mettevo piede-sospirò il fotografo.
Poteva ancora vedere Gwen, biondissima e bellissima seduta a fianco a lui a punzecchiarsi amichevolmente con MJ, Flash che faceva lo spaccone come suo solito, ed Harry idem.
E già all’epoca, doveva spesso piantarli in asso a causa dell’Avvoltoio, Mysterio, Goblin, eccetera, eccetera.
-Anche tu sul viale dei ricordi, eh? – fece il rosso strappandolo da quelle riflessioni. - Ammetto che la cosa ha influito parecchio, nella mia decisione di cominciare proprio da questo bar. La gente di tutto può fare a meno, ma mangiare deve per forza e questo locale è in una buona posizione, anche se nel frattempo hanno aperto molti altri esercizi del genere, qui intorno ma comunque… mi dispiaceva vederlo chiudere, solo perché quel tirchio del proprietario precedente, non voleva spendere un centesimo per il rinnovo degli interni-.
-Hai fatto una bella cosa. E sono certo che ti frutterà parecchio-.
-Lo spero, ma non dire mai a mio padre che ero affezionato a questo posto. Dice sempre che gli affari non devono essere mischiati col sentimentalismo-.
-Perché? Verrà all’inaugurazione? -.
-Figurati- rispose l’altro. – Già sarebbe stato difficile, quando era solo a capo di un’azienda multimiliardaria, figurati ora che la sicurezza del mondo dipende da lui-.
Peter avrebbe cacciato per la seconda volta in ventiquattro ore un sospiro di sollievo, degno di un ciclone se non fosse stato che non voleva destare sospetti. Non voleva mai più avere a che fare con Norman Osborn, come Peter Parker se poteva evitarlo.
-Già che siamo in argomento nostalgia… notizie di Flash e MJ? -.
-Flash, ormai dev’essere già arrivato in Afghanistan e dubito che saremo noi i primi che contatterà, quanto a MJ… credo stia girando un film sui pirati a detta delle riviste di gossip. Tu e lei siete ancora a contatti zero, eh? -.
Peter si limitò ad annuire. Preferendo cambiare discorso, Harry chiese all’amico come andasse al lavoro.
-Bah, non saprei. Bennett, pare più cortese di Jonah… ma intanto ha già licenziato un terzo degli impiegati. Comunque … non voglio passare la serata a deprimermi. Dì, che cambiamenti vuoi apportare a questo posto? -.
Qualche ora e un film al cinema dopo, Harry e Peter stavano per rincasare.
-Guarda che roba- fece schifato il giovane Osborn indicando dell’olio motore in mezzo alla strada. Verrebbe voglia di seguire la scia, solo per dire al proprietario dell’auto che oltre che inquinante, è pericoloso guidare un’auto con una perdita-.
-Sei un genio Harry! -.
-Lo so. Poi però mi devi dire perché. Per curiosità, ora dove vai?
-A fare diecimila dollari! -.
 
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-Ore 23:25. L’agente Carlie Cooper comincia l’autopsia sul cadavere rinvenuto nel pomeriggio di ieri, dagli agenti Vin Gonzales e Patrick O’Neil- recitò Carlie registrando l’ora di inizio del suo lavoro. Dopodiché si diresse verso il cadavere e aprendogli la bocca, la ragazza notò che all’interno vi era qualcosa.
-Sembra un insetto…- mormorò afferrando il corpo estraneo con le pinzette e rendendosi conto che era fatto di metallo. - Aspetta, questo non è un insetto. È una ragno-spia! - fece stupita la poliziotta, dopo aver estratto il piccolo congegno. - Come ci è finita in bocca a un cadavere? -.
 
 
 
 
 
 
 
  • William Henry Harrison fu il nono presidente degli Stati Uniti… e quello il cui mandato durò meno, dato che rimase in carica solo un mese e poi morì. Pronunciò il suo discorso d’insediamento (il più lungo della storia americana. Durò la bellezza di due ore e glielo avevano pure accorciato) in una giornata fredda e umida, senza indossare cappotto e cappello e raggiunse la cerimonia a cavallo, invece che nella carrozza chiusa che gli era stata offerta e preparata. Esattamente trentun giorni dopo morì di polmonite. Senza voler essere offensivo, ritengo che la brevità del suo mandato possa essere stata una bella fortuna per l’America.
  • Locale che fungeva da ritrovo per Peter, Harry, Gwen, MJ e Flash, durante gli anni del college. Nel corso degli anni ha fatto altre sporadiche apparizioni nei fumetti. Peter lo frequenta ancora, anche se non spesso come un tempo.
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Mi spiace davvero di averci messo tanto ad aggiornare, ma a causa della sessione estiva, ho dovuto mettere in pausa tutte le mie fanfiction. Ora sono libero, ma mi manca poco per andare in vacanza, quindi temo che né questa, né le altre mie storie, verranno aggiornate prima di settembre.
Peter per una volta, riuscirà a mettere le mani su un po’ di soldi e a permettersi un appartamento decente? Sono successe cose più strane nelle mie fanfiction. E come ci è finita una ragnospia nella bocca di Damon?
Avrete la risposta a queste e ad altre domande se continuerete a seguire la mia storia! Per quanto riguarda le scommettitrici, ormai manca davvero poco al loro rientro in scena.
Ringrazio qui fenris e Eideard_madadhallaidh88 per aver recensito lo scorso capitolo. Alla prossima!




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