Gli ultimi giorni

di Jean Valjean
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Lo sento, sono gli ultimi giorni

in cui io e te parleremo

nel nostro modo silenzioso

utilizzando un cordone e gli ormoni

come carta per i nostri messaggi

segreti, nessun altro a capirci.

Un solo cervello a processare

due menti intente a raccontarsi.

 

Ho scoperto che somigli a tuo padre.

Ti confermi: sei uno stronzetto.

Dopo tutta questa fatica,

dopo aver rinunciato alla cioccolata

speravo in un mio piccolo clone;

invece sei ricciolo e tappo,

io ti immaginavo giandone.

Senza dubbio sei birichino.

 

Mi godo i tuoi ultimi calci,

anche se mi stai facendo morire.

Per uno di essi hai buscato

una sculacciata già dentro alla pancia.

Però mi piace tanto sentirti puntare,

ti sgrido e mi scappa da ridere;

almeno in qualcosa mi somigli:

continui a fare quello che ti pare.

 

Siamo stati bravi, diciamolo.

Non mi hai mai fatto vomitare

e io ti ho nutrito per bene;

non mi hai distrutto nel fisico

e io ho ascoltato il tuo volere;

mi hai lasciato lavorare

e io ti lascio scalciare.

Siamo una quadra formidabile!

 

Ci aspetta l'ultima sfida,

la fine di questo percorso

e sento che siamo in sintonia

nella preparazione al lieto evento.

Tu fai la tua parte, io la mia,

ci vediamo dall'altra parte.

Niente più ormoni ad unirci,

ma uno sguardo basterà a capirci.

 





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