4T

di Elisempreeli
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Entro, trafelata, come mio solito quando ho un appuntamento. Ci sono sempre quei cinque o dieci minuti che davvero io non so in che razza di nascondiglio dell'universo vadano a cacciarsi e che, di conseguenza, sono la causa dei miei perenni ed ostinati ritardi.
E come anche mi capita più spesso di quanto io non voglia, invece di tirare la porta dello studio di tatuaggi, la spingo, con il risultato di schiantarmici contro, aumentando così il mio ritardo, ma questo solo a causa della mia goffaggine.
 
"Eccomi, ci sono!" quasi urlo dalla fatica immane di aver fatto quel breve tragitto per raggiungere lo studio, nel quale trovo Adam e Michele, detto Maik, già al lavoro sul disegno in progettazione.
"Ehi, ciao!" mi salutano in un meccanico coro per tornare subito con gli occhi sulla loro creatura.
Un TTTT. T per quattro.
Tatuaggio Teschio Torta Tendone da circo.
Molto fico, come ripeterà all'infinito Maik, entusiasta di poter tatuare un disegno del genere.
 
"Direi di sistemare ancora questa parte... sì...esatto.... così può andare!" e li vedo talmente assorbiti dalle modifiche sul tablet, quasi ci fossero anche loro in quel disegno, che non accenno a respirare per timore di distrarli.
"...Fico", e si può già immaginare chi abbia appena pronunciato questa parola.
 
Maik si alza e si dirige a stampare il sacro stencil, così Adam mi dice: "Guarda che devi farmi da reporter!", e come rifiutare di documentare questo momento così importante?
"Ma certo! L'avrei fatto anche se tu non me l'avessi chiesto, sappilo".
 
Attraversiamo il lucente corridoio marmoreo ed entriamo nella saletta 'delle torture' (oh, ma guarda, un'altra T) di modo che Maik possa sapientemente posizionare lo stencil sulla gamba di Adam. Quest'ultimo quindi si stende sul lettino cercando una posizione abbastanza comoda da assumere per le prossime due ore senza rischiare di perdere sensibilità alla parte inferiore del corpo, proposito assai difficile da realizzare tenendo conto che, a noi, giovani attempati, basta mettersi a gamba incrociate che addio arti inferiori è stato bello conoscervi.
Ma per un tatuaggio, questo ed altro.
 
La 'T per quattro' in questione è stata pensata per il lato esterno del polpaccio destro, zona che, per esperienza personale, si riesce a subìre abbastanza bene se paragonata ad altre zone del corpo gravate dall'incontro di un ago per tatuaggi.
 
Io, nel frattempo, mi siedo sulla poltroncina lì vicino e aspetto eccitata che lo spettacolo abbia inizio.
"Musica?" chiede il nostro tatuatore di fiducia, e davvero con lui, assieme alla mia tatuatrice Aurora, ci sentiamo di andare ad occhi chiusi perché sicuri che il risultato sarà un capolavoro. E a persone come Adam e me, ovvero asociali e diffidenti verso il genere umano oltre il midollo, non capita spesso di affidarsi agli altri, a maggior ragione per qualcosa di indelebile sulla propria pelle.
Ecco, loro, a pelle, come i tatuaggi che realizzano, ci trasmettono fiducia e sicurezza.
 
"Visto il tema", risponde Adam, indicando il fantasma del suo futuro tatuaggio, "hai presente la versione rivisitata di 'The Nightmare Before Christmas'?".
"Certamente!", e vedi Maik che inizia a litigare col tablet perché, da strumento altamente tecnologico quanto irritante, non riconosce il tocco dei guanti in lattice.
 
Parte la musica, parte l'ago, e parte un'altra avventura!
Durante le ore che si passano sul lettino di un tatuatore, si creano i migliori scenari possibili, nemmeno all'altezza di sedute psicoterapeutiche o persino di qualche soap opera televisiva.
Viene fuori la vita vera, vissuta, assaporata attraverso l'inchiostro, vista per mezzo dei disegni marchiati a pelle, all’intero dei loro contorni, seguendo le loro linee ora sinuose ora spezzate, come infondo sono quelle della vita stessa.
E vengono fuori anche i più preziosi aneddoti che mai ci si potrà scordare, come ad esempio quelli che Adam fa trapelare della sua domanda rivolta a Maik, "Ci stavamo chiedendo, ti è mai capitato di tatuare qualcuno che puzzasse?"
"Non sai quanti!", la faccia di Maik è evidentemente messa a dura prova solamente a ricordare quei mitici momenti, "sono i lati negativi di questo mestiere, entri qua dentro ed esci da una stalla!".
 
Finita la prima canzone, ne parte subito un'altra, stavolta di un gruppo che, mi duole ammettere, non conosco, ma che già mi piace molto, anzi, moltissimo. Sento che diventerò una fan sfegatata dei 'My Chemical Romance' giusto con una quindicina di anni di ritardo, ma poco male, l'importante è averli conosciuti.
 
"Ah, ragazzi, questa musica mi fa ritornare alla mia adolescenza...ed ora sono sull'orlo di andare ad ispezionare i cantieri, come i vecchi!", Maik probabilmente sta pensando ad alta voce e ha piacere a condividere i suoi pensieri con noi, clienti affezionati, mascherati, come lui, da giovani di questo secolo.
"Che poi, al giorno d'oggi avete visto come girano questi adolescenti? E la loro musica? Ma in generale, non ci sono più valori...ecco, sto proprio parlando come un vecchio!" e quest'ultima sua asserzione ci fa morire dalle risate, perché infondo ciò che dice lo pensiamo anche noi, ed è bello non sentirsi soli in questi club di vecchietti ante litteram.
 
Adam fa una smorfia, prova del fatto che ora il tatuaggio si fa sentire, ed io sono pronta a sacrificare la mia mano per fargliela stritolare, se serve, ricordando come io avevo stritolato la sua durante il mio ultimo tatuaggio.
Non si nega mai una mano in una studio di tatuaggi, fisica o metaforica che sia.
 
Proprio in quel momento la canzone in sottofondo raggiunge il suo apice e, come un'ape attirata dal miele, spunta Matteo detto Pallino, un altro dei tatuatori dello studio, facendo finta di essere una rock star durante il suo assolo alla chitarra elettrica.
"È UN FOTTUTO CAPOLAVORO QUESTO ALBUM", e via a cantare il ritornello assieme a Maik, ora mimando di suonare una batteria e di saperci proprio fare, come solo un vero 'fico' ne è capace.
"WE'LL CARRY ON, WE'LL CARRY OOOOOOOON!", Adam ed io ci guardiamo divertiti, perché ormai abbiamo definitivamente perso Maik e Pallino dentro un tunnel di esilarante follia, e questo è sì un momento di vita vera, un frammento di universo che è autosufficiente e che esiste solo per noi quattro, solo qui ed ora, ma che come una canzone sarà sempre capace di restituire le emozioni che ci ha donato, anche a distanza di anni, come fosse successo un minuto prima.
 
"Ti ringrazio per non essere ancora scappata a gambe levate", mi dice Adam, ed io vorrei tanto dirgli che non desidero essere da nessun'altra parte perché, miracolosamente, mi sento bene, sento che la stanchezza dei giorni appena trascorsi e il timore per quelli che verranno sono finiti in fondo alla lista e non mi offuscano più la mente e la vista.
Ciò che vedo adesso non ha niente a che fare con la paura, e questo mi basta per riuscire a sorridere in modo disinteressato e sincero, in un modo in cui necessito di sorridere ancora, dentro un momento che voglio vivere in molte altre versioni, sentendomi me stessa nel presente e non sempre in mezzo ai litigi tra passato e futuro.
 
"Bene, abbiamo finito, un 4T pronto all'uso!".
Dagli occhi di Adam escono tutte le parole del mondo, anzi no, nemmeno tutte le parole esistenti potrebbero esprimere la gioia che sta provando adesso nel vedere il capolavoro che da un suo disegno è diventato reale.
Mentre Maik, seguito da Pallino, si assenta un attimo, io mi avvicino, curiosa ed entusiasta come se il tatuaggio fosse sulla mia pelle.
Ma, con la mia solita grazie da T-Rex (le T piovono da tutte le parti in questo racconto), col piede premo accidentalmente il pulsante che si trova a terra e che serve per azionare l'ago, e manca poco che non prendiamo un infarto contornato da inchiostro che schizza da tutte le parti.
Scampati al pericolo, scoppiamo a ridere come solitamente viene spontaneo fare dopo essersi assicurati che tutto sia a posto, così anche oggi, forse, arriviamo sani e salvi a fine giornata, e qui Adam direbbe "più salvi che sani" o qualche perla di saggezza simile che solo ai vecchietti dentro è dato dispensare al mondo.
 
Una cosa però è certa: potremmo essere anziani quanto volete, però nessun vecchietto vanterà mai i nostri stupendi tatuaggi, su questo non ci piove.
Escluse le T, ovviamente.




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