Hands of Justice - 1 - La frontiera perduta

di Ghost Writer TNCS
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38. Pena capitale

I ricordi di D’Jagger erano piuttosto confusi. Era abbastanza sicuro che qualcuno l’avesse colpito con una scarica elettrica, poi però non ricordava bene cosa fosse successo. Aveva la sensazione che qualcuno l’avesse sollevato, forse era stato portato in spalla, ma non sapeva dove o perché.

Ricordava qualcosa di tecnologico: un mezzo di trasporto, un’astronave! No, un momento: si trovava su un pianeta arretrato, non potevano esserci astronavi. L’aveva forse sognato?

In effetti era difficile capire cosa fosse reale e cosa fosse frutto della sua immaginazione. Qualcuno l’aveva attaccato, di questo era abbastanza sicuro. Erano in un due, giusto? Un uomo e una donna? O due uomini? A un certo punto gli era sembrato che fossero stati i suoi padri, ma questo era impossibile: nessuno dei due gli avrebbe puntato un mestolo al collo, neanche dopo tutti i casini che aveva combinato.

Una luce improvvisa, accompagnata da un forte mal di testa, lo costrinse a riprendere conoscenza.

Si guardò intorno, ancora intontito. Si trovava davvero su un’astronave. Vide due persone sedute ai posti di comando: un elfo biondo in armatura e un’umana dalla carnagione olivastra vestita in modo più elegante. In effetti i loro abiti sembravano più adatti a un mondo antico che a quell’astronave.

D’Jagger provò ad alzarsi. Era ancora un po’ stordito, ma riuscì a mettersi in piedi. Provò a fare qualche passo, ma solo in quel momento si rese conto che l’avevano chiuso in una cella di contenimento.

Non aveva il suo bracciale e non vedeva Lunaria da nessuna parte.

Batté sulla parete energetica per attirare la loro attenzione. Lui non riusciva a sentirli, ma era sicuro che la cosa non era reciproca. E infatti l’elfo si voltò quasi subito.

Disse qualcosa alla donna.

«Il goblin che abbiamo ingiustamente imprigionato ha ripreso i sensi» disse D’Jagger cercando di imitare il labiale dell’uomo.

Lei fece un cenno di sufficienza con la mano.

«Liberalo, e offrigli qualcosa» proseguì il goblin simulando una voce più acuta. «Dobbiamo scusarci per il nostro comportamento.»

Difficile dire quanto fosse azzeccata la recita di D’Jagger, fatto sta che l’uomo si alzò e aprì la cella di contenimento.

«Allora, ti va di parlare adesso?»

«Dipende: a voi vi va di non mettermi di nuovo fuori gioco?»

La donna fece ruotare solennemente il suo sedile. «Questo dipenderà da quanto ci piaceranno le tue risposte.»

«Mmh, la vedo brutta allora…»

L’umana non parve cogliere il suo umorismo. «Allora, che ci fa un idiota qualsiasi come te su questo pianeta?»

Il goblin prese posto su un sedile libero. «Sto cercando una persona. Voi invece? Sembrate degli idioti particolari, quindi sono proprio curioso di sentire cosa ci fate con un’astronave su un pianeta dove hanno a stento la ruota.»

«Prima toglimi una curiosità: farti ammazzare come ti avrebbe aiutato a trovare questa persona?»

D’Jagger rimase un attimo senza parole e la donna parve molto compiaciuta di questo.

«Non hai proprio l’aria di uno che rischia la vita per aiutare il prossimo» convenne l’elfo.

«Beh, diciamo che in genere mi occupo di altro. E ora sputate il rospo: che ci fate qui? Direi che non state con quelli che venerano gli dei.»

«Oh, niente di speciale» minimizzò l’umana con aria di superiorità. «Dobbiamo solo evitare che questo pianeta scateni uno shock magico in grado di uccidere quasi tutte le forme di vita che lo abitano. Un normale inizio di settimana.»

D’Jagger non sembrava convinto. «Mmh… Ok… Come ho fatto a non capirlo da solo?»

«È chiaro che non hai idea di cosa sto parlando, quindi ti conviene andartene» lo ammonì la donna. «Se le cose dovessero mettersi male, e si stanno mettendo male, non ti piacerà trovarti qui.»

«Ehi, se davvero questo pianeta sta per esplodere, a maggior ragione devo trovare la mia amica! Non me ne andrò senza di lei!»

«Ti apro il portellone allora, così puoi metterti subito a cercarla.»

L’umana sembrava davvero disposta a buttarlo fuori dal veicolo in volo, ma per fortuna l’elfo si intromise: «Di’ un po’, anche questa tua amica viene da un altro pianeta, giusto? Perché è qui?»

«È una storia un po’ lunga, per farla breve è una poliziotta e stava indagando sul governatore della sua colonia. All’inizio avevo anch’io il sentore che fosse corrotto, poi ho pensato che era solo un idiota, ora però mi sa che è davvero corrotto. Comunque l’hanno catturata, ho seguito le sue tracce, ma lei non c’era più perché l’avevano teletrasportata. L’ho detto al commissario Malvagità, e a quanto pare lei è riuscita a procurarsi il dispositivo necessario a raggiungere questo pianeta. Spoiler: mi sa che ha fatto un accordo coi cattivi. Quando sono arrivato qui ho incontrato un orco monaco guerriero che mi ha detto che gli hanno consegnato la mia amica come tributo e che adesso sta combattendo contro gli eretici, ma sono sicuro che la stanno controllando mentalmente perché lei non farebbe mai del male a nessuno. A proposito: non è che sapete dov’è che stanno combattendo contro questi eretici?»

L’elfo guardò la sua compagna. «È sincero?»

Lei annuì gravemente. «Lo è. Da che pianeta sei arrivato?»

«Niflheim. Non è il massimo per le vacanze, a meno che non vi piacciano il freddo, la nebbia e i posti spettrali. Oh, a proposito, dov’è Lunaria? Lei è nativa di Niflheim.»

L’umana si alzò. «Devo fare una chiamata.»

«Lunaria è la fata, giusto?» gli chiese l’uomo.

D’Jagger annuì.

«Vieni, ti porto da lei. Non ci siamo presentati: io sono Sigurd[13]

«D’Jagger, lieto che non mi abbiate ucciso.»

L’elfo sorrise. «Shamiram sa essere un po’ permalosa a volte. Beh, spesso in realtà. Ma non dirle che l’ho detto.»

«Sarò muto come Lunaria.»

I due avevano rinchiuso la fata all’interno di una scatola trasparente in un’altra stanza. La loro astronave era di fatto un appartamento mobile, non particolarmente lussuoso, ma dotato di tutto il necessario per un soggiorno prolungato.

Appena li vide, Lunaria cominciò a gesticolare tutti gli insulti che conosceva. Appena fu libera, schizzò dietro D’Jagger e gli chiese di fare esplodere l’elfo, la strega e la loro stupida casa volante.

«Immagino non mi ridarai il mio bracciale.»

«Per il momento.»

Quando tornarono indietro, Shamiram aveva già concluso la sua chiamata. A giudicare dalla sua espressione, non aveva ricevuto buone notizie.

D’Jagger preferì restare in silenzio e sperò che Lunaria non facesse nulla di stupido: in quel momento la donna avrebbe davvero potuto incenerirli.

«Allora, qual è il piano?» chiese Sigurd.

«Lo stesso di prima» sibilò l’umana. «Solo che nel frattempo vedremo anche di cercare questa poliziotta. Se sta combattendo contro gli eretici, probabilmente la incontreremo in ogni caso. E quando avremo finito qui, ucciderò mia figlia e quegli idioti dei suoi amici.»

D’Jagger, stupito da quell’ultima esternazione, guardò verso l’elfo, ma anche a lui sembrava mancare qualche tassello del puzzle.

Alla fine l’uomo si limitò a fare spallucce. «Beh, benvenuti a bordo.»

***

Più Nora ascoltava la conversazione, più si convinceva che finalmente era giunto il loro momento.

«Verrete pagati come un corpo speciale, ma agirete come una milizia privata sotto il mio diretto comando» stava dicendo il governatore, ignaro di essere intercettato. «Una volta eliminati i poliziotti, sarete le uniche persone armate ammesse nella colonia occidentale. Dovrete mantenere l’ordine all’interno, ma soprattutto dovrete fare in modo che nessuno entri senza la mia autorizzazione. Questa è la mia colonia, e la Orborum Domini non mi rimpiazzerà come se fossi uno dei loro burattini!»

La teriantropa non aveva bisogno di sentire altro: quelle dichiarazioni erano più che sufficienti per convincere la Orborum Domini a destituire ufficialmente il governatore e a metterlo sotto processo. Dovevano solo sbrigarsi ad agire, prima che i mercenari raggiungessero la colonia occidentale.

Informò il commissario Mantina, che ovviamente non si scompose.

«Hellmatyar, a che punto sono le armi?»

Il metarpia, sorpreso da quell’interruzione, ci mise qualche istante a capire da dove era venuta la voce.

«Sono in grado di fare quello per cui sono state pensate: bloccare il processo di auto-riparazione delle biomacchine del governatore. Se avessi più tempo, potrei incrementare la quantità di danni che sono in grado di infliggere o includere dei sistemi di supporto per l’utilizzatore.»

«Mi servono per questa notte. L’importante è che possano neutralizzare le biomacchine.»

«Vuole agire questa notte?» chiese Nora. «Perché non prima?»

«Durante la notte daremo meno nell’occhio.»

«Ma commissario, stiamo andando ad arrestare un criminale! Che problema c’è se diamo nell’occhio?»

L’insettoide la trafisse con lo sguardo. «Abbiamo altri piani per lui. Ti basti sapere questo: il governatore avrà ciò che merita.»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

D’Jagger si è svegliato e ha fatto la conoscenza dei due misteriosi individui che l’avevano messo al tappeto. E ovviamente non si tratta di due tipi qualsiasi, ma sono l’eroe Sigurd e la regina Shamiram (che alcuni di voi potrebbero già aver visto in azione in altri miei racconti ^.^).

Nonostante gli sforzi del goblin per combinare di nuovo un casino, i due sembrano disposti a credergli e addirittura ad aiutarlo a cercare Freyja. O per lo meno non glielo impediranno, dato che il loro obiettivo principale resta immutato. E a quanto pare il loro obiettivo è addirittura evitare la distruzione del pianeta: sarà meglio che non falliscano! O.O Ma su questo tema avremo modo di tornarci sicuramente più avanti… in Age of Epic 2.

Tornando su Niflheim, si avvicina sempre di più la resa dei conti finale tra la polizia e il governatore, che si è rivelato ufficialmente come il vero antagonista.

Cosa starà tramando il commissario Mantina? Starà davvero pensando di togliere di mezzo il governatore?

Per scoprirlo, non perdete il prossimo capitolo.

A presto ;D

PS: anche questa volta ho il chibi di uno dei miei personaggi, per la precisione quello di Priscilla :)

Priscilla O’Ertaking (HoJ-1)


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[13] Sigurd (Sigfrido) è un eroe della mitologia norrena e germanica che ha ucciso un drago.





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