Your worst nightmares

di I_love_villains
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Paolo spense la TV e iniziò a fare avanti e indietro per il salotto, in preda a una forte agitazione. Sua moglie Margherita rimase seduta sul divano, a fissare lo schermo ora nero, con gli occhi che le si riempivano di lacrime. Si abbracciò i gomiti, spostò la sua attenzione al marito e scosse la testa con decisione, come per scacciare un brutto pensiero.
"Paolo... calmati Paolo, sono solo coincidenze..."
"Coincidenze un corno! Hai sentito cos'è capitato a quella povera ragazza? E Federico dov'era quella notte? Insieme al principale sospettato, per quanto ne sappiamo noi!"
"N- non è vero! Sì, dovevano vedersi, ma non per tutta la notte, Fede ha anche altri amici..."
"Forse, ma la combriccola è sempre la stessa. Un branco di depravati disgustosi, ecco cosa sono!"
Paolo aprì la credenza, recuperò una bottiglia di Whiskey e si versò il distillato, con mani tremanti, in un bicchiere che vuotò rapidamente.
"Certo, i colpevoli lo sono assolutamente, ma non il nostro Fede!" esclamò disperata Margherita. "Quel fango... sai che i ragazzi sono spesso distratti, fanno giochi che non capiamo, si spingono tra loro... è facile immaginare come si sia sporcato la felpa."
"E le macchie di sangue? E non ricominciare con la storia della salsa, tu le hai riconosciute per prima! Ah, e sono spariti i jeans e le scarpe che indossava quella notte, giusto? Come te lo spieghi questo?!"
La donna scosse vigorosamente il capo, lasciando che le lacrime le rigassero il volto angosciato. Estrasse un fazzoletto dalla scatola sul comodino e tentò di fornire un'adeguata spiegazione al marito: "Te lo ripeto, sono coincidenze! Ti ricordi che da piccolo nascondeva le lenzuola quando gli capitava di bagnare il letto? S- si sarà ubriacato, tutto qui, e non è una colpa se l'ha fatto la stessa notte in cui..."
Non riuscì a terminare la frase. Paolo annuì per incoraggiarla, ma non credeva a quella teoria. Il pensiero che il figlio potesse essere uno stupratore e un assassino lo sconvolgeva profondamente e la rabbia lo aiutava a gestire la situazione.
"Sarebbe tanto distratto per una bevuta? No, può anche aver bevuto l'altra notte, ma scommetto che non sarebbe stata la prima volta. L'hai visto com'è conciato in questi giorni: testa sempre tra le nuvole, salta su per ogni minima cosa... non dico che sia colpevole, ma qualcosa l'ha sicuramente vista, il ragazzo. Sai che dovremmo fare? Chiamare la polizia, loro..."
"No!" protestò vivacemente Margherita. "Cosa dici, Paolo? La polizia! Non sappiamo nulla e vuoi chiamare la polizia!"
"Ti dico che il ragazzo sa qualcosa, Margie. I casi sono due: o è innocente e farebbe solo un gran bene a testimoniare, o è colpevole e io non lo voglio uno sporco assassino in casa!"
Margherita si precipitò ad abbracciare il marito, tremante come una foglia. Lo guardò con occhi supplicanti e spiritati mentre diceva d'un fiato: "Paolo, no, non sei in te. Sei terrorizzato quanto me, lo so, però sai benissimo che Federico è un bravo ragazzo, è il nostro bravo bambino. Pensaci bene, come potrebbe essere coinvolto in una schifezza del genere? Ti devi vergognare se hai pensato per un solo secondo che nostro figlio sia capace di uccidere! Fede un assassino! Come puoi crederci? No, no, lui non c'entra nulla! Devi avere fiducia in lui! Che penserà la gente se proprio noi ci rivoltiamo contro nostro figlio? Simili maldicenze, quando lui è appena adulto, lo distruggeranno!"
L'infelice madre scoppiò a piangere. Paolo la strinse a sé e le carezzò la schiena, cercando di trattenere le lacrime. Dopo qualche minuto, trovò il coraggio di domandare: "E non pensi a quella povera ragazza? Lei merita giustizia, i suoi genitori la meritano, loro saranno distrutti, e tu piangi per la polizia..."
"Anche se fosse come dici tu, e così non è, Federico sarebbe un testimone. Vuoi metterlo contro i colpevoli? Rischiare che si vendichino?"
"Ma se è coinvolto deve..."
"Sei senza cuore, Paolo! Mettere in pericolo il tuo unico figlio!"
"No, Margie, non in pericolo... è la cosa giusta, non capisci? Soprattutto se, cioè, ok, lui è innocente, ma proprio per questo..."
"Lo so benissimo che non ha fatto nulla! Fede è innocuo, buono... qualsiasi cosa abbia visto, se n'è pentito, vuole dimenticarla, allora noi dobbiamo aiutarlo. Ci trasferiremo, va bene? Magari ha subito cattive influenze da quei giovani, loro possono essere crudeli, ma non il nostro bambino."
Paolo lasciò che la moglie si sfogasse ancora, troppo stanco e sconvolto per ribattere. Capiva che per lei non contava la ragione, ma il desiderio di tenere il proprio figlio al sicuro.
"D'accordo. Senti, così non verremo a capo di nulla. Che ne dici se domani, a mente fresca, ne parliamo con Fede?"
"No! Lui non deve sapere che sospettiamo simili... non sappiamo nulla di nulla, perché scombussolarlo?"
"Ascolta, non intendo chiamare la polizia, ok? Ma voglio vederci chiaro in questa storia. Almeno con noi deve parlare. Poi lo aiuterò a disfarsi della felpa, a trovargli un alibi, tutto ciò che vuoi, ma prima devo sapere la verità. Non la vuoi anche tu, Margherita?"
"Sì, va bene, parleremo con lui... ma niente scenate, saremo gentili e comprensivi e gli faremo sapere che vogliamo aiutarlo a uscire da una brutta storia di cui non ha colpa. Giusto, Paolo?"
L'uomo annuì cupamente, rassegnato.



***Angolo Autrice***
Questo dialogo nasce da un esercizio di scrittura gialla in cui bisognava far dialogare due coniugi riguardo il chiamare o meno la polizia dopo aver scoperto che il figlio è coinvolto in uno stupro e omicidio di gruppo.




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