Valya

di heliodor
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La salvezza non è tutto

 
Zane sedette sulla pietra, la sensazione di oppressione al petto che era aumentata fino a togliergli il fiato. Aveva resistito per tutta la riunione, ma dopo che Yuldra e gli altri erano usciti aveva ceduto di schianto.
Il capogiro lo aveva costretto a sedere o sarebbe crollato a terra senza forze. La spalla gli faceva male e sentiva qualcosa bruciare dentro la carne, come se gli venisse passato un ferro rovente sulla pelle.
Non osava scoprire la spalla per rivelare quanto estesa fosse diventata la maledizione di Vanyl, ma dopo quasi due Lune doveva aver quasi raggiunto il petto.
E quando sarà arrivata al cuore morirò, si disse.
“Comandante” disse una delle guardie.
Zane sussultò e gli rivolse un’occhiata furiosa. “Che vuoi? Non voglio essere disturbato.”
La guardia, ferma sulla porta, deglutì a vuoto. “Vi chiedo perdono. Dirò ad Astryn di ripassare.”
“Astryn?” chiese Zane. “È tornata dal giro di esplorazione?”
La guardia annuì.
“Falla entrare” disse con tono più calmo.
Zane si alzò dominando il dolore che sentiva alla spalla e attese che Astryn entrasse.
Dopo qualche istante la strega apparve sulla soglia e lo fissò perplessa. “Hai un aspetto pessimo” disse. “Dovresti dormire e riposare.”
“Avrò tempo di farlo più avanti” rispose. “Ora dimmi che cosa avete scoperto.”
Astryn annuì. “Ci sono molte pattuglie di rinnegati, ma nessuna ha ancora trovato la via verso la fortezza. Per ora si sono limitati a osservare la frana come se temessero di vederci sbucare fuori da un momento all’altro.”
“Tipico di chi combatte senza onore aspettarsi che il nemico li tratti allo stesso modo” disse Zane. “Dimmi solo se possiamo bloccarli.”
La strega scosse la testa. “Bloccarli, no. Rallentarli, sì. Abbiamo esplorato a fondo il passo e abbiamo trovato tre punti in cui potremmo far crollare tutto.”
“Ma?”
“La roccia è dura e non sappiamo se basteranno gli incantesimi. Inoltre, l’esplosione si sentirà fino ad almeno un miglio di distanza. Ciò significa che i rinnegati sapranno dove siamo e troveranno la via per raggiungerci.”
“Ma la troveranno bloccata da una frana” disse Zane.
“Se riusciamo a far crollare la montagna in quel preciso punto. Non siamo certi di potercela fare.”
“Tutti quelli che sanno lanciare sfere infuocate saranno con voi.”
“Si tratta di far crollare una montagna.”
“Un rinnegato c’è riuscito da solo” disse Zane alzando la voce. “Possiamo farcela anche noi.”
“Ha evocato un sigillo di morte” disse Astryn. “Un incantesimo proibito. Chiunque lo usasse morirebbe.”
Zane non sapeva usare la sfera infuocata. “Se avessi il dono di quell’incantesimo lo userei di persona” disse con tono più sereno. “I miei fulmini non possono spaccare la roccia.”
Non era del tutto esatto, visto che nello scontro con Hissarion aveva distrutto la sua evocazione di pietra. Solo che in quel caso si trattava di un costrutto tenuto insieme dal potere di un altro stregone che si era ritirato dalla battaglia e non stava più infondendo tutte le sue energie nella sua creazione. La roccia compatta era una questione diversa.
“Non stavo insinuando che sei un codardo” disse Astryn.
“Ma dubiti che nella nostra armata ci sia qualcuno abbastanza coraggioso da sacrificarsi per tutti gli altri.”
La strega non rispose.
“In questo abbiamo parecchio da imparare dai rinnegati, a quanto pare. Loro non hanno esitato a dare la vita per bloccarci su quel passo.”
“Hanno usato un incantesimo proibito” disse Astryn. “I mantelli di questa armata hanno un onore da difendere, un nome. Se si sapesse che uno di loro si è sacrificato in questo modo, il loro nome verrebbe coperto dall’infamia per generazioni.”
Zane sospirò. “Allora useremo tutte le sfere infuocate che potremo. Decidi tu chi può esserti utile e chi no.”
La strega annuì e lasciò la sala.
Zane ne approfittò per sedere di nuovo ma si era appena rilassato quando la guardia entrò di nuovo.
“Il comandante Yuldra vuole conferire con te” disse con espressione contrita.
Zane sospirò e gli rivolse un gesto vago con la mano. “Falla entrare.”
Yuldra entrò nella sala seguita da una seconda figura. Zane faticò a metterla a fuoco e solo dopo qualche istante riconobbe Shi’Larra.
“Perché l’indovina?” chiese a Yuldra.
La strega si schiarì la gola. “Ha qualcosa da riferirti.”
“Un altro sogno?” chiese scettico.
Shi’Larra fece un passo avanti. “Io ti saluto.”
“Lascia perdere le formalità, indovina. Sono stanco e vorrei riposare.”
Si pentì subito di quello che aveva detto.
Così sembrerò debole e indifeso, si disse. Mio padre non avrebbe mai fatto trasparire la sua stanchezza.
“Non ci metterò molto” disse la donna. Guardò Yuldra come in cerca di aiuto.
“Racconta al comandante Stanner quello che hai detto a me” la incoraggiò la strega.
Shi’Larra annuì e tornò a guardare Zane. “So che vi serve acqua fresca. Avete trovato qualche pozza ma non è utilizzabile e la pioggia è stata scarsa.”
“Conosco già queste cose” disse Zane con tono stanco.
“Per il cibo posso fare poco, ma so che state macellando i cavalli per avere della carne.”
Era stata una decisione dolorosa da prendere, ma uccidere i pochi animali sopravvissuti aveva concesso loro qualche giorno in più di cibo.
“Posso aiutarvi con l’acqua” disse Shi’Larra.
“Oltre a prevedere il futuro ora sei anche capace di far piovere?” chiese Zane sarcastico.
La donna scosse la testa. “Ho visto una fonte d’acqua.”
“Dove?” chiese Zane.
“Non lontana da qui. A meno di un quarto di giornata a piedi. Puoi mandarci un solo esploratore e aspettare che torni per riferire. La strada è semplice e potrai recuperare abbastanza acqua.”
“Aspetta” disse Zane. “E se fosse una trappola?”
Shi’Larra si accigliò. “La fonte non può essere vista da lontano, né dai rinnegati che stanno per arrivare attraverso il passo.”
Zane guardò Yuldra e lei si strinse nelle spalle.
“Mi sembra tutto troppo facile” disse la strega. “Ma un singolo esploratore potrebbe andare e tornare senza essere notato dai rinnegati.”
“La fonte si torva a monte della fortezza” disse Shi’Larra. “Se mi darai una pergamena e una matita traccerò una mappa.”
“Se mi fiderò abbastanza di te” disse Zane.
La donna sembrò esitare davanti a quelle parole. “Non posso obbligarti, comandante Stanner. La decisione se fidarti o meno sarà solo tua.”
“Sembra quasi che tu mi stia minacciando.”
Shi’Larra non mutò espressione. “Ti sto solo consigliando come ho fatto con tuo padre. Lui si fidava di me.”
“Ed è morto per essersi fidato di te.”
“Zane” disse Yuldra. “L’acqua ci serve. Se chiudiamo il passo e poi moriamo di sete e stenti sarà quasi meglio essere massacrati dai rinnegati.”
Zane si leccò le labbra. “Traccia una mappa” disse all’indovina. “Manderemo un esploratore per verificare.”
Shi’Larra disegnò una mappa rudimentale e l’affidò a Yuldra.
“La mostrerò ad Astryn e lei deciderà chi inviare” dichiarò la strega.
Zane annuì. “Ora uscite. Ho bisogno di riflettere.”
Yuldra portò fuori Shi’Larra e Zane poté tornare a sedersi sulla pietra.
Mi sento così stanco, pensò. Forse mi servirebbe davvero dormire un po’. I prossimi giorni saranno duri.
Chiuse gli occhi e si distese sulla pietra. Era dura e scomoda ma cadde in un sonno leggero. Quando si svegliò la torcia era spenta e dovette evocare una lumosfera.
Respirò a fondo e uscì dalla sala. Le guardie erano ancora lì, segno che il turno non si era ancora concluso.
“Non vi hanno ancora dato il cambio?” chiese al più anziano dei due.
“Dovrebbero arrivare a momenti, comandante.”
Zane annuì. “Devo vedere una persona. Voi aspettate il cambio e andate a riposare.”
Vagò per i condotti e le sale della fortezza, ora silenziose dopo che la maggior parte degli occupanti era andata a dormire.
Raggiunse l’esterno, dove il sole era calato e la Luna maggiore era sorta al suo posto illuminando il cortile della fortezza.
Un centinaio di soldati erano accampati nelle tende. Era stato Kumal a suggerire di tenere una forza sempre pronta all’esterno.
“Per bloccare un primo assalto dei rinnegati” aveva detto.
Se arriveranno fin qui, si disse, saranno del tutto inutili a contenerli.
Secondo gli esploratori di Astryn c’erano almeno cinquantamila rinnegati che stavano marciando verso di loro.
E noi siamo solo tremila, si disse. Male armati, stanchi, affamati e assetati. Scommetto che mio padre non si è mai trovato in una situazione così difficile.
Rimase a osservare in silenzio le tende e i soldati che montavano di guardia all’ingresso del cortile, un passaggio scavato tra due rocce ampio appena a far passare tre o quattro soldati affiancati.
No, pensò mesto mentre rientrava nella fortezza. Aramil il Triste non si sarebbe mai fatto intrappolare in quella fortezza. Avrebbe trovato il modo di portare tutti fuori di lì a affrontare il nemico su un terreno a lui favorevole, nelle condizioni migliori. Eppure, ha commesso un errore affrontando i rinnegati in campo aperto a Charis.
Si diresse a passo lento verso la sala dove alloggiava.
Mio padre non ha sbagliato, si disse. Si è solo fidato delle persone sbagliate. È stata la divinatrice a dirgli cosa fare e lui ha seguito il suo consiglio. Hadena ha fatto lo stesso e ha perso metà della sua armata. Kumal l’ha ascoltata ed è finito in questa dannata trappola.
Strinse i denti.
Persino Hissarion ha dovuto assaggiare la sconfitta, pensò. Per essersi fidato di quella dannata donna. E io sto per commettere il loro stesso errore.
Mentre rifletteva raggiunse la sala. Davanti all’ingresso c’erano due soldati diversi da quelli che aveva visto quando era uscito.
E c’era anche Yuldra.
Le fece cenno di non parlare e la invitò a entrare nella sala.
“Hanno trovato la fonte” disse la strega.
“Non avevo alcun dubbio” rispose senza guardarla.
“Ho ordinato ad Astryn di mandare abbastanza soldati per rifornirci d’acqua. Si trovava esattamente dove Shi’Larra aveva detto.”
Zane annuì.
“E la via non è visibile dal basso. I rinnegati non potranno vederci mentre ci riforniamo.”
Chiuse gli occhi cercando di riflettere, ma non ci riuscì. Il dolore alla spalla era tornato più forte di prima e gli impediva di concentrarsi.
“Ora abbiamo acqua e cibo per resistere quasi una Luna” disse Yuldra. “Se riuscissimo ad avvertire Hadena, potrebbe tornare per darci una mano.”
“No” disse Zane. “Il piano non deve cambiare. L’armata di Hadena deve tornare a Lormist per difenderla. Noi resteremo qui e rallenteremo l’avanzata dei rinegati.”
La strega trasse un profondo respiro. “Shi’Larra vorrebbe parlarti di nuovo” disse.
Zane la fissò con ostilità. “Lei vorrebbe? Adesso assecondiamo il suo volere?”
“Ha trovato la fonte.”
“Dopo che è stata lei a portarci qui. Molto comodo farci credere di dipendere da lei dopo che è stata proprio lei a metterci in questa trappola, non credi?”
“È un ragionamento troppo raffinato per me, io penso solo a sopravvivere” rispose Yuldra. “Proprio per questo motivo ascolterei la divinatrice. Può commettere degli errori ma sembra davvero disposta ad aiutarci.”
Zane scosse la testa. “Portala qui.”
Yuldra lasciò la sala e quando tornò era in compagnia della divinatrice.
Zane alzò una mano. “Dimmi solo che cosa vuoi fare, divinatrice.”
“Posso solo consigliarti” disse Shi’Larra.
“Come se avessimo una scelta.”
“Avete sempre una scelta. Potete ignorare le mie profezie e andare avanti per la vostra strada.”
Zane alzò la testa. “Una volta che ci indichi la via, non puoi pretendere che la ignoriamo, soprattutto se non sappiamo cosa ci aspetta se non la seguiamo.”
Shi’Larra scrollò le spalle. “Ti indicherò la via per salvare la tua armata, comandante Stanner.”
Zane ghignò. “La salvezza non è tutto” disse.
Ma se si venisse a sapere che tu hai avuto una visione di salvezza e io l’ho ignorata, come reagirebbero quelli che sono intrappolati in questa fortezza? Si chiese. Soprattutto dopo che hai trovato l’acqua che li ha salvati dalla morte per sete?
“Ma ti ascolterò lo stesso” aggiunse con tono rassegnato.

 




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