Crystal Time

di Nanina_92
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HEY, HEY, HEY. Sono ancora viva! Vi sono mancata? Probabilmente no...ma spero di si. E dopo questo momento di affetto, finalmente sono tornata con un nuovo capitolo di Crystal. Volete sapere come procede? Allora non vi resta che leggere, e mi raccomando lasciate un commentino per farmi sapere che ne pensate. Baci, baci.


(POV Emma)

La mattina seguente arrivo a scuola pimpante, aspettando l’arrivo di Linda per darle la bella notizia nei dettagli, siccome la sera prima le ho solo accennato qualcosa per non farla stare in pensiero. Il tempo di aprire l’armadietto che la sento urlare.
-EMMA!- Mi volto e la vedo corrermi incontro.
-Visto, alla fine erano belle notizie. Auguri.- Sorride saltandomi al collo.
-Grazie, li riferirò. Comunque si avevi ragione.- Mi lascia per prendere le cose dal suo armadietto.
-Perché avevi dubbi?- Esclama scoppiando a ridere.
-Vi vedo allegre oggi.- Una voce aspra ci giunge alle spalle. Ci voltiamo in sincro per vedere Corinne con le sue “amiche” che ci guardano male.
-Scusa Corinne, ma oggi non mi lascerò rovinare la giornata da te.- Le dico per poi tornare ad ignorarla.
-Vedi di abbassare la cresta, brutto anatroccolo.- Mi sibilla sotto voce. Mio malgrado mi trovo ad incrociare il suo sguardo.
-Corinne, eccomi.- Una voce fin troppo familiare interrompe la nostra sfida visiva. L’interpellata si volta verso quello che è il suo ragazzo, con fare civettuolo.
-Amore, finalmente sei arrivato!- Gli si attacca al braccio, per poi allontanarsi insieme. Per qualche strana ragione, non provo il solito fastidio nel vederli insieme.
-Giuro che uno di questi giorni la uccido, e il mondo me ne sarà infinitamente grato!- Ribatte Linda facendomi ridere.
-Forza andiamo in classe che mi oggi mi tocca la Myers, e quella stupida prova di recitazione. Per fortuna sono le uniche 4 ore di lezione oggi.- Sbuffo.
-Hey, poi voglio aggiornamenti su come è andata.- Esclama andando poi verso la sua classe. Mi siedo al mio posto ma non posso non notare le sedie in più presenti nell’aula.
-Ehi, Sara, che succede?- In tutta risposta scuote la testa. In quel momento entra la Myers insieme al professore di un’altra sezione.
-Ragazzi, buongiorno!- Saluta la prof, seguita a sua volta dall’altro insegnate. Rispondiamo tutti insieme al saluto.
-Dunque, come potete vedere oggi avremo compagnia, per la prova di recitazione che vi ho assegnato l’altro giorno.- Riprende la Myers. “Ci mancava solo fare la prova con altri.”
-Avanti ragazzi, entrate pure.- Il professore richiama i suoi alunni per farli entrare. In quel momento mi accorgo di una presenza familiare tra loro. Ed infatti un Ryan sorridente mi saluta appena mi nota.
-Prego sedetevi pure dove volete.- La Myers gli fa segno di dividersi tra i vari banchi, e Ryan viene a sedersi proprio accanto a me.

*

-Ci incontriamo anche oggi, piccola.- Dico appena mi siedo. In risposta alza gli occhi al cielo, prima di sorridere. “Mi piace quando sorride.”
-Smettila di chiamarmi piccola. Piuttosto non mi avevi detto che seguivi il corso di recitazione.- Chiede calma, ormai dopo la chiacchierata a pranzo del giorno prima, posso dire che siamo diventati “amici”.
-Si, mi piace recitare, e credo di essere anche abbastanza bravo. Non hai visto le varie pubblicità che ho fatto?- Domando speranzoso. Ma prima che possa rispondere la loro insegnante ci interrompe.
-Allora ragazzi, per questa prova io e il professor Martin, abbiamo pensato di farvi lavorare insieme, così da poter imparare gli uni dagli altri. Dico bene professore?-
-Ma certo, per questo motivo, per ogni prova che necessita di almeno due persone potreste essere chiamati in causa per aiutare l’altro nella propria rappresentazione. Detto questo da chi vogliamo iniziare?- Sorride verso la Myers. La professoressa ci guarda e notando la biondina, Corinne, alzare la mano.
-Signorina Miller, vuole iniziare lei?- Le fa cenno di avvicinarsi.
-La solita esibizionista.- Sussurra appena, ma la sento e ghigno divertito facendola sorridere. Guardiamo la prova di Corinne, deve interpretare una donna della malavita, fredda e calcolatrice ma che nonostante tutto riesce a mostrare il suo lato romantico solo alla persona che ama, e devo ammettere però che è brava. Alla fine della sua rappresentazione, sorride soddisfatta e ritorna al suo posto.
-La biondina è brava.- Esclamo verso Emma.
-Eh sì, sono rimasta sorpresa anche io.- Sussurra in risposta. Vedo il professor Martin guardare la classe per chiamare il prossimo.
-Lars, che dici vuoi provare tu?- Gli fa segno di avvicinarsi.
-La tua prova?- Gli chiede il prof.
-Ecco…devo rappresentare un amore possessivo-ossessivo.- Risponde il mio compagno di classe.
-Quindi ti servirebbe una compagna.- La Myers si guarda un momento attorno e la vedo soffermarsi su Emma, facendole un segno sorridendo.
-Price, vuoi provare tu?- Annuisce alzandosi.
-In bocca al lupo.- Le dico sottovoce.
-Viva il lupo.- Risponde appoggiando una mano sulla mia spalla allontanandosi verso il palchetto dove stava la cattedra.

*

Lars sta fermo con gli occhi chiusi per immedesimarsi nella sua parte, mentre io mi fermo appoggiata alla cattedra osservandolo. “In quanto la rappresentazione è sua, meglio vedere come si muove e agire di conseguenza.” Mi sposto dalla cattedra passandomi una mano dietro al collo sospirando. Guardo Lars giusto un secondo, prima che quest’ultimo apra gli occhi e mi afferri con forza il polso.

-Che ci facevi a parlare con quel tipo a scuola?- Mi sibila furioso bloccandomi il polso. Cerco di arretrare giusto un passo e di liberarmi dalla presa, ma niente. Lo guardo preoccupata.
-N-non capisco di cosa parli…- Esclamo in risposta, mostrandomi leggermente intimidita.
-Ah sì, vuoi dirmi dunque che non gli stavi appiccicata a parlare di chissà cosa. Hai dimenticato che sono io il tuo ragazzo!- Continua incazzato.
-Certo che no! La professoressa ci ha affidato un compito da fare in coppia, e stavamo parlando solo di quello. Lo sai che non ti tradirei mai!-
-Non me ne frega, tu appartieni a me!- Lascia il polso per stringermi ai lati delle braccia. “A chi dovrei appartenere…” Penso infastidita. Lo guardo un momento seria, ma cerco di tenere la calma.
-Ricordatelo sempre, tu sei mia! Non devi permettere a nessuno di avvicinarsi come hai lasciato fare a quel tipo oggi. Chiaro!- Continua a scuotermi per le braccia. “Ora mi sta facendo incazzare.” Gli scosto le braccia con uno strattone. Poi riprendo lasciando il tono dolce e comprensivo da parte.
-Ascoltami bene, vedi di calmarti. Anzi, sai che c’è di nuovo…mi sono stancata di tutte ste pretese. Sono una persona, e non appartengo a nessuno se non a me stessa! Se vuoi una ragazza che se ne stia buona e che ti assecondi ad ogni tuo capriccio, beh, comprati una bambola. Me ne vado!- Faccio per allontanarmi ma mi blocca di nuovo per il polso con una presa ancora più salda, facendomi male. “Il cretino è entrato fin troppo nella parte.”
-Mi stai facendo male!- Sibilo irritata. Mentre continua a strattonarmi e aumentare la presa.
-Dove vorresti andare, di nuovo da quel tipo, vero? Sei solo una…-


Non finisce la frase, che nel silenzio della classe rimbomba solo il rumore di un sonore schiaffo sul suo viso. Si volta a guardami, e se possibile lo sento quasi squittire dalla paura incrociando il mio sguardo. Se potesse uccidere, probabilmente ora lui sarebbe solo un mucchietto di cenere. In quel momento sento la mano gentile della professoressa sulla mia spalla. Chiudo gli occhi facendo un profondo respiro per poi riaprirli tornando ad essere quella di sempre.
-Mi hai dato uno schiaffo! Ma sei pazza?!- Si riprende Lars. Lo guardo infastidita passandomi la mano sul polso dolorante.
-Dovevo pur farti uscire dal personaggio. Mi stavi facendo male.- Esclamo mostrando il polso, dove c’erano i segni rossi della stretta. Quest’ultimo abbassa lo sguardo dispiaciuto.
-Scusa, io…non mi sono reso conto.- Sospiro posando la mano ancora formicolante su quella della Myers per tranquillizzarla.
-Come ti pare.- Gli dico iniziando a tornare verso il mio posto.

*

La vedo tornare verso di me mentre si massaggia il polso. Non sono sorpreso di aver notato l’intera classe rapita dalla loro rappresentazione, è stata davvero intensa. Persino io per un momento stavo per alzarmi ed intervenire. “Per fortuna c’è stato quello schiaffo o come minimo gli avrei spezzato la mano.” Appena Emma torna al suo posto accanto a me, le prendo delicatamente il polso, sentendola sussultare.
-Ti fa male?- Chiedo accarezzando lentamente.
-Un pochino, accidenti ha una presa davvero forte, per un attimo mi sono spaventata veramente.-
-Forse sarebbe meglio mettere un po' di ghiaccio.- Dico osservando i segni rossi.
-Tranquillo, non serve, tra poco si toglieranno. Spero solo prima di tornare a casa, non vorrei far preoccupare mio fratello.-
-Mi sentirà dopo quel coglione!- Ringhio in risposta.
-Dai non ci pensare…forza è meglio continuare a vedere che fanno.- Risponde sorridendo per poi tornare a guardare avanti. Con mia sorpresa, -direi anche gioia- non scosta la mano, lasciandomi così continuare ad accarezzarle il polso. Dopo aver passato qualche altra rappresentazione mi viene la curiosità di conoscere il contenuto della sua prova.
-Comunque non mi hai ancora detto che tema devi affrontare.- Chiedo approfittando della rappresentazione appena conclusa.
-Oddio non mi ci far pensare, mi tocca una dichiarazione…- Esclama sospirando passandosi una mano sulla fronte.
-Ma va…beh se può esserti d’aiuto, è il mio stesso tema…quindi…se ti va potremmo collaborare, almeno sei sicura di non beccare tipi strani.- Le dico sottovoce facendola ridere.
-Direi che messa così, mi conviene accettare il tuo aiuto…ma ti avviso, sono una frana in queste cose.-
-Sono certo che sarai all’altezza della situazione.- Dico continuando a tenerle delicatamente il polso.

*

“Oddio dovrò recitare con Ryan…” Penso arrossendo quando avverto i miei battiti aumentare.
-Ma sta zitto, scemo…- Esclamo ridendo, per coprire l’imbarazzo. Alla fine restiamo gli ultimi a doverci esibire, così quando il professor Martin gli fa cenno di andare si alza porgendomi la mano per seguirlo.
-Forza, tocca a noi.- Annuisco prendendogli la mano.
-Bene, hai già deciso chi deve aiutarti.- Esclama il professore appena ci avviciniamo.
-Abbiamo un compito simile e di conseguenza abbiamo deciso di farli coincidere.- Gli spiega Ryan.
-Eh già, entrambi con una dichiarazione.- Rispondo io.
-Molto bene! Ti fa ancora male il polso?- Mi chiede la Myers sottovoce. Scuoto la testa sorridendole.
-Tutto bene, rossore a parte non fa più così male.- Annuisce più tranquilla per poi allontanarsi dal palchetto.
-Forza concentrati.- Ryan mi dà un leggero colpetto sulla spalla sorridendo. Chiudo gli occhi cercando di capire come meglio posso agire. “Meglio seguire qualche esempio da serie tv o seguire il consiglio di Kyle e pensare alla persona che mi piace…” Mentre cerco di capire come muovermi sento la voce di Ryan.

-Allora, il galateo mi impone di darti la precedenza…dunque di cosa volevi parlarmi?- Apro gli occhi di scatto fissandolo. Sta appoggiato alla cattedra con le mani nelle tasche e mi guarda con il suo solito sorriso dolce. “Quindi dovrei fare io il primo passo.” Inspiegabilmente arrossisco non essendo pronta.
-Ecco io…- Mi guardo un momento le mani agitata. “È più difficile di quanto pensassi.”
-È così seria questa cosa?- Si sposta dalla cattedra mettendosi davanti a me. Alzo la testa però evitando di guardarlo negli occhi.
-No, cioè sì ma…non particolarmente.- “Cos’è sta timidezza. Ti decidi ad aprire bocca.” Mi rimprovero da sola.
-Allora avanti, sono tutto orecchie.- Faccio un profondo respiro.
-Mi piaci!- Esclamo tutto d’un fiato per poi arrossire ancora di più.
-Scusa credo di non aver capito bene.- Mi volto a guardarlo per la prima volta dall’inizio della recita. Lo vedo sorridere divertito.
-Mi piaci...sono due parole, c’è poco da capire.- Ripeto mettendo il broncio.
-Beh sì, ma almeno ora me l’hai detto guardandomi negli occhi.- Arrossisco al suo sguardo tra il dolce e il malizioso.
-Immagino di non essere né la prima né l’ultima. Però ecco…volevo che lo sapessi.- Esclamo.
-Te l’hanno mai detto che sei carina quando arrossisci?- Scuoto la testa sviando lo sguardo. “Questo ragazzo è pericoloso!”
-Comunque si, ammetto che non mi mancano di queste situazioni. Anzi ti dirò che è diventata anche abbastanza fastidiosa come cosa…- Sospira. “Si passa alla fase triste. È ora di sfoggiare le lacrime.”
-Va bene, allora non ti infastidisco oltre. Ti ringrazio per avermi ascoltata.- Gli sorrido, un sorriso triste e sento gli occhi pizzicarmi. Faccio per voltarmi ma vengo fermata.
-…però, finalmente è arrivata la ragazza giusta a farla.- Lo guardo scioccata, mentre una lacrima ribelle sfugge al controllo. Lui sorride e mi prende il viso tra le mani per far in modo che lo guardi negli occhi.
-Mi hai fatto aspettare un bel po’!- Asciuga la lacrima con il pollice. Sento il cuore iniziare a battere più forte.
-Con questo…cosa vuoi dire?- Chiedo confusa.
-Con questo, voglio dire che mi piaci anche tu! E che per farti perdonare per l’attesa, oggi passerai tutto il pomeriggio con me.- Mi appoggia l’indice sulla punta del naso.
-Mi stai chiedendo un appuntamento?- Gli chiedo sorridendo finalmente.
-Si, il primo di tanti.- Restiamo a guardarci negli occhi e come la volta precedente ci dimentichiamo completamente del mondo che ci circonda.


*

A rompere la bolla in cui ci trovavamo ci pensa il suono della campanella, seguito da un applauso da parte degli altri.
-Non c’è che dire, un’interpretazione davvero intensa.- Si complimenta il professor Martin. Le sorrido e la vedo arrossire.
-Bravi ragazzi! E con quest’ultima, siete liberi di tornare a casa.- Esclama la professoressa. Torniamo ai nostri posti per prendere le nostre cose.
-Finalmente è finita!- Esclama più tranquilla.
-Sei stata brava, per essere la tua prima dichiarazione.- Mi complimento.
-Stavo morendo dalla vergogna, ma tu non mi hai reso il compito più semplice. Capisco la galanteria, ma far iniziare me…- Mette lo zaino in spalla.
-Allora per farmi perdonare, ti lascio scegliere dove andare.- Mi guarda confusa.
-In che senso?-
-Te l’ho detto, oggi passerai con me il resto del pomeriggio.-
-Non faceva parte della prova?- Inizio ad incamminarmi accanto a lei
-Quello no. Dai prometto che ti divertirai.- Sospira alzando gli occhi al cielo.
-Va bene, però dato che l’invito è tuo, scegli tu dove portarmi.-
-Affare fatto!- Esclamo contento. Usciti dall’aula ci viene incontro Linda.
-Ehi, che piacere vedervi insieme. Beati voi che avete finito per oggi.- Si lamenta.
-Dai smettila di lamentarti. Ancora un po' e finisci anche tu.- Le risponde Emma. In risposta scoppia a ridere.
-Piuttosto tesoro, programmi per oggi?- Chiede poi curiosa.
-Ecco…mi dai 2 minuti Ryan.- Mi chiede. Annuisco.
-Ti aspetto all’uscita. Ciao Linda ci vediamo domani.- Saluto anche lei andando verso l’uscita.

*

Appena si allontana Linda mi guarda maliziosa.
-Che succede?- Chiede entusiasta.
-Per fartela breve, hai presente la prova? Ecco, era presente anche la sua classe, e abbiamo fatto la prova insieme. Poi nel mentre mi ha chiesto di uscire con lui.- Cerco di dire con più calma possibile.
-Eh bravo, ha sfruttato l’occasione per chiedere un appuntamento. Spero tu abbia detto di sì.- Incrocia le braccia al petto.
-Alla fine ho accettato.- Arrossisco.
-E che ci fai ancora qui, forza muoviti! Lascia a me i libri te li poso io. Ah e ricorda, poi voglio tutti i dettagli.- Mi abbraccia per poi spintonarmi per farmene andare. Una volta fuori vedo Ryan appoggiato al muretto ad aspettarmi.
-Eccomi, scusa se ti ho fatto aspettare. Allora dove mi porti?- Gli chiedo una volta vicina.
-Tranquilla non hai motivo di scusarti. Comunque conosco un posticino carino dove mangiare qualcosa. Ti va?- Mi sorride.
-Quindi hai deciso di prendermi per la gola?- Esclamo ridendo, mentre iniziamo a camminare.
-Mi hai beccato…ma devo pur iniziare da qualche parte per scoprire qualcosina su di te.- Risponde ridendo a sua volta. Arriviamo in poco tempo ad un fast food.
-Non è un ristorante a 5 stelle, ma è uno dei miei posti preferiti. È tranquillo e si mangia bene.- Mi dice indicando il locale.
-Menomale, altrimenti me ne sarei andata all’istante.- Rido divertita. Entriamo e dopo aver preso posto e ordinato, Ryan riprende a parlare.
-Dunque non sei tipa da ristoranti di lusso.- Chiede giusto per iniziare una conversazione.
-Decisamente no. E non capisco perché tutti pensino che essere figli di persone famose, implichi che deve per forza di cose piacerti il lusso. Credimi, io preferisco di gran lunga posti come questo.- Rispondo guardandomi attorno.
-Allora sono felice di condividerlo con te.- Sorride facendomi arrossire. Come ha detto Ryan il locale è molto tranquillo, e questo ci permette di poter parlare facilmente. -per non parlare del cibo che è ottimo-
-Allora, cosa c’è da sapere sul bello e dannato della nostra scuola?- Gli chiedo ad un tratto curiosa, sorseggiando la mia bevanda.
-E chi mi avrebbe messo questo soprannome?- Scoppia in una risata divertita.
-Ovviamente Linda!- Rido a mia volta.
-Non c’è molto da sapere. Vediamo, mio padre beh inutile dire chi è, invece mia madre non ha nulla a che fare con lo spettacolo. Poi vediamo…oltre recitare, mi piace anche fare sport, calcio principalmente. Sono figlio unico. Oltre questo non saprei che altro dirti.-
-Hai detto che già hai lavorato in tv, allora come mai frequenti il college?- Continuo a chiedere.
-Più che altro perché mio padre vuole che sia istruito a dovere. E poi preferisco ricevere meriti perché me li sono guadagnati, e non perché porto il cognome Prescott. Quindi per ora sono piccole parti o pubblicità.- Risponde con calma. “È molto più maturo di quanto sembri.” Penso felicemente sorpresa.
-Che dici ti va di continuare la nostra chiacchierata fuori?- Chiede sorridendo. Annuisco e subito dopo lo vedo alzarsi.
-Allora aspetta un attimo qui.- Dice. Lo vedo andare verso il bancone e capisco che è andato a pagare il conto.
-Allora possiamo andare?- Esclama appena torna da me.
-Va bene ma non c’era bisogno di pagare per entrambi.- Rispondo arrossendo.
-Che uomo sarei se ti facessi pagare…soprattutto dopo averti invitata. Dai andiamo.-

*

Una volta fuori passeggiamo per un po' fino ad arrivare ad un parchetto. Decido che è il mio momento di conoscere qualche altra cosa su di lei.
-Dunque ora tocca a me scoprire. Allora cosa mi dici su di te?- Chiedo curioso.
-Oltre a quello che già hanno detto i giornali?- Chiede con un leggero sorriso.
-Perché cosa dicono?- Chiedo non sapendo realmente di cosa parla.
-Se ti dico che mio padre è Rupert Price, questo ti dice nulla?- Domanda sorpresa.
-Oh ecco da chi hai preso la tua bravura! Ammetto che lo ammiro molto come attore. Per quanto riguarda i gossip…mi dispiace ma non leggo i giornali scandalistici.- Esclamo grattandomi dietro la nuca.
-Beh…quando ero piccola, mia madre decise di lasciare me e mio padre per un attore più giovane. All’epoca ci rimasi male, ma col tempo ho imparato ad accettarlo, anche per essere un punto di riferimento per papà.-
-Mi dispiace, non lo sapevo.- Dico onestamente dispiaciuto.
-Tranquillo, anche perché pochi anni fa durante le riprese di un film, papà ha conosciuto una donna che gli ha rubato il cuore, Sophie. Anche lei è stata lasciata dal marito. Forse per questo si capiscono. Con lei, mi sono ritrovata ad avere un fratello, Kyle. Pensa che ieri sera ci hanno dato la notizia che hanno intenzione di sposarsi. Quindi sembra che almeno dal punto di vista familiare le cose inizino a girare nel verso giusto.- Sorride guardando il laghetto che avevamo vicino. Le faccio cenno di sederci in modo da poter parlare con calma.
-E su di te?- Chiedo continuando a guardarla con ammirazione per la forza che ha avuto.
-Su di me…oltre alla passione della recitazione, trasmessami da papà…mi piace leggere, odio il lusso, come hai potuto notare…mi piacciono le cose semplici. Ah, adoro gli animali.- Si volta e arrossisce notando che la osservavo.
-Posso chiederti una cosa?- Dico ad un tratto.
-Dai chiedi, dai sfogo alla tua curiosità.- Esclama ridendo.
-Perché inizialmente mi tenevi a distanza?- Domando senza interrompere il contatto visivo.
-A dir la verità, non c’era un vero motivo. Da quello che vedevo o sentivo su di te, pensavo fossi un tipo arrogante e narcisista. E quando mi hai fermata nel corridoio quella mattina, mi sono messa sulla difensiva.- Porta la testa all’indietro guardando verso il cielo. Noto che si passa una mano sul polso. “Forse le fa ancora male.” Penso scostandole la mano e accarezzando delicatamente la parte lesa.

*

Sussulto per il contatto improvviso, ma non mi tiro la mano. Mi rendo conto che è piacevole il suo tocco.
-E cosa ti ha fatto cambiare idea?- Chiede pacato.
-Credo…il modo in cui mi hai chiesto di farti un sorriso quello stesso pomeriggio.- Sorrido imbarazzata.
-Allora dovrò ringraziare Linda per non avermi smascherato mentre mi avvicinavo a voi.- Sorride.
-Lo sapevo! Quella piccola traditrice.- Esclamo divertita.
-Non te la prendere, le ho fatto segno di non dire nulla. Per mia fortuna mi ha assecondato, altrimenti non ci saremmo trovati qui, ora.-
-Mi sa che non posso darti torto, ho avuto modo di ricredermi. Anzi, approfitto per scusarmi per averti giudicato male.- Abbasso la testa fissando la sua mano che accarezza ancora il mio polso.
-Figurati! A proposito ti fa ancora male?- Chiede con tono preoccupato.
-Un pochino.-
-Quello stronzo, lasciare dei segni su una pelle così delicata.-
-Vedrai che domani non si vedrà più niente.- Dico sicura. Parliamo ancora, scherzando e divertendoci, e senza accorgercene si fa ora per me di tornare.
-Credo si sia fatta ora per me di tornare.- Gli dico rendendomi conto dell’ora.
-Vieni, dai ti accompagno a casa.- Si alza porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi e riprendiamo a camminare continuando le nostre chiacchiere.

*

“Credo non si sia accorta che le tengo ancora la mano.” Penso
-Spero non ti dispiaccia.- Chiedo interrompendo quel breve attimo di silenzio.
-Cosa?- Mi guarda confusa.
-Che ti sto ancora tenendo per mano, sciocchina.- Indico le nostre mani. Arrossisce, rendendosi conto solo ora che stavamo camminando in quel modo. Faccio per lasciarle la mano, non volendo metterla a disagio, ma la sento stringere la presa.
-N-non fa niente…- Risponde imbarazzata. Sorrido e stringo nuovamente la presa. Decido di parlare di argomenti più leggeri per rompere l’imbarazzo che si era creato. Finché non giungiamo davanti alla porta di casa sua.
-Allora che mi dici, è valsa la pena concedermi questo appuntamento?- Chiedo divertito.
-Ok, hai vinto. Ho passato una bella giornata.- Risponde ridendo a sua volta, appena mi vede esultare.
-Questo vuol dire, che me ne concederai altri, dico bene?-
-Vacci piano. Staremo a vedere.- Ride ancora quando metto il broncio. “Che bel sorriso. Mi piace farla ridere.” Penso osservandola, mentre inizia ad aprire la porta di casa.
-Va bene, per stasera non insito. È stata una bella giornata anche per me.-
-Allora…ci vediamo domani a scuola…- Esclama arrossendo leggermente.
-Certo, a domani.- Faccio per voltarmi quando mi richiama.
-Ryan…- Mi volto e la vedo appoggiare una mano sulla mia spalla per poi darmi un bacio sulla guancia.
-…buonanotte…- Esclama subito dopo per poi chiudersi in casa. Resto per un momento a fissare la porta chiusa davanti a me. Quando realizzo ciò che ha fatto, un sorriso mi nasce spontaneo sulle labbra.
-Buonanotte…- Sussurro per poi voltarmi e tornarmene a casa felice.

*

Una volta in casa mi appoggio alla porta. “Oddio che ho fatto!” Penso arrossendo e portandomi le mani sulle guance.
-Meglio bere un sorso d’acqua…- Susurro sperando che nel mentre si calmino i battiti del cuore. Mi dirigo in cucina e noto subito il foglietto sul frigo. Leggo il biglietto. -Scusa Emma, ma stasera non rientro per cena. Sono stato invitato da alcuni colleghi per discutere di questioni di lavoro. A domani. Kyle.-
-Un po’ ci sono abituata. Vorrà dire che faccio una doccia e poi chiamo Linda, sono sicura che vorrà sapere fino all’ultimo dettaglio.- Rido immaginando già le sue probabili reazioni.


Angolo autrice

E finalmente questo capitolo è andato. Che ne dite di questa coppietta particolare?? Spero ci daranno tante soddisfazioni... Per ora vi saluto e cercherò di tornare presto col prossimo capitolo. Lasciate un commentino e grazie a chi arriva fino a qui a leggere questa piccola pazzia.
Baci, baci.
Nanina <3




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