Una Finestra Sempre Aperta

di ClostridiumDiff2020
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260 - Un anno di silenzio
 
 
William appoggiò il libro e si sedette appoggiandosi agli scaffali massaggiandosi la gola.
Era passato un anno e ancora non era riuscito ad abituarsi al silenzio che era calato sulla sua vita.
Non si sarebbe mai immaginato in passato a stare fermo in un posto tanto a lungo ad attendere un cambiamento.
Quando Jennefer gli aveva offerto una stanza era rimasto sorpreso, per poi comprendere che lei era incuriosita da lui quanto lo era lui da lei.
Jennefer sembrava incapace di esprimere qualsiasi emozione, la sua non era una recita, non era eccessivo autocontrollo era realmente insensibile a qualsiasi stimolo, anche doloroso.
 
William lo aveva scoperto in un modo stranissimo, quando strappandogli il pugnale a scatto di mano con il suo potere se lo era inavvertitamente conficcato nella coscia e lei lo aveva osservato con indifferenza ma poi aveva sorriso. “è strano sento un formicolio…Oh ti prego fallo ancora”
Questa era Jennefer, una persona che lo sottoponeva continuamente a stimoli istigandolo a dar libero sfogo a tutte le sue emozioni e le assorbiva come una spugna.
Lo aveva salvato, afferrandolo in quel vicolo mentre stava scivolando tra le braccia della morte. E poi aveva incontrato uno spettro, altra cosa che pareva capitasse spesso attorno a quella strana ragazza. E così era morto rinato e uno spettro gli aveva tolto la voce.
E adesso a un anno di distanza ancora ne sentiva la mancanza.
Era cose se senza la sua voce parte di sé fosse morta in quel vicolo.
O forse in un altro luogo ancora, forse si era ritrovato davanti a lui, la sua nemesi, quel teschio rosso che alla fine lo aveva divorato.
 
“Ehi Zombie, non sai cosa mi hanno appena detto” 
William si voltò esasperato verso Jennefer che si era affacciata tra gli scaffali.
Lui si portò un dito alle labbra e lei sorrise imbarazzata.
“Mi ha detto che sei il suo miglior lavoratore, il più silenzioso sena ombra di dubbio… Deve essere questo ad affascinarlo”
A quelle parole William incrociò le braccia sul petto.
“Lo so… Ci sto lavorando… Ma non so dove possa essere finito. Io lo sto cercando te lo giuro…”
William si portò una mano alla gola.
“Lo so che ti manca… Ma… Prometto che la riavrai…”
 
William prese il suo zaino, quaderni, dove cercava di radunare i propri pensieri, dove cercava di radunare le parole che non riusciva ad esprimere.
Cercò tra le pagine finché non trovò un ritaglio di giornale.
Una foto, una donna dai capelli neri. La allungò verso Jennefer. Lei prese la foto, avevano parlato molte volte di lei. O meglio lei aveva letto nei suoi pensieri lasciando che le emozioni la travolgessero.
“Non l’ho vista…” sussurrò restituendogliela.
“Però hanno fatto un bel discorso a lavoro… anche se sono stati molto accorti a sorvolare sulle condizioni in cui è avvenuto l’incidente che poi l’ha uccisa. In fondo non sapevano proprio niente, quindi potevano anche evitarsi…” William le afferrò un polso e lei si zittì di botto. “Scusami…” sussurrò mentre lui le si aggrappava al braccio. “Vedi è tutto nuovo per me… non sono abituata a questo a…” Poteva sentire il suo cuore accelerare, anche se non aveva bisogno della telepatia per percepire il suo cuore ferito e triste. I suoi occhi scuri erano ridotti, delle pozze di tenebra ricolmi di lacrime amare.
“Sai ti preferisco arrabbiato che triste…”
 
 
Day 260 - Prompt - umore (15.09.2021)




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