Capitolo 20 Paura di perderti TEAMMATES
Capitolo 20: Paura di perderti
C'è un momento nella
vita in cui una persona arriva stravolgendola completamente, una di
quelle persone che ti cambia e che mette tutto sottosopra senza che tu
le abbia dato realmente il permesso di farlo. E' una di quelle persone
che diventa fondamentale, una di quelle persone a cui poter dire "senza
di te la mia vita non ha senso"...
Quando questo succede ci sono solo due opzioni: la prima, se si
è fortunati, è quella di incrociare la persona giusta al
momento giusto; quando tutti i pianeti si allineano per farvi
incontrare e sai già che rimarrete insieme per sempre. Oppure,
la seconda, la più comune, la persona giusta al momento
sbagliato.
La domanda da porsi è: perché ci innamoriamo così perdutamente di qualcuno se poi dobbiamo perderlo?
Perché il cuore batte, il respiro manca e gli occhi vedono solo
ed esclusivamente quella persona se poi finisce tutto alle ortiche?
Insomma, tanto lavoro e tanti sentimenti per nulla...
Perché impegnarsi se si sa già come finirà?
Starfire sentiva un'angoscia nel petto che mai aveva avvertito in vita
sua, iniziava a credere che Raven non fosse affatto coinvolta e che
qualcos'altro stesse succedendo dentro di lei.
Era una sensazione opprimente, un dolore che toglieva il respiro e
offuscava la mente... Non le era mai capitato prima di quel momento.
-Star, va tutto bene?- chiese Bumblebee.
L'aliena scosse il capo mentre le lacrime le rigavano le guance.
-Se è per Robin...- Cyborg non fece nemmeno in tempo a finire la frase.
-Robin è da qualche parte in questo posto orribile e, non so
come spiegarlo... Posso assicurarti che non se la sta passando affatto
bene-.
-Te lo sta comunicando Raven?- chiese Beastboy.
Starfire scosse il capo con energia :-Pensaci bene Beastboy! Se fosse
Raven che cerca di mettersi in contatto con qualcuno allora immagino
che sceglierebbe la persona con cui ha il legame più profondo,
qualcuno che sia facile da contattare anche se indebolita.
Perché sceglierebbe me e non te?-.
Il mutaforma si bloccò per un attimo, effettivamente il ragionamento della sua compagna filava perfettamente.
-Ma allora, se non è Raven... Chi è?- chiese.
Starfire portò una mano al petto e chiuse gli occhi :-E' Robin-.
-Impossibile, Robin non ha poteri di questo tipo- commentò Cyborg.
-Non serve averli, l'ho detto prima... E' più una brutta
sensazione, un'angoscia qui nel cuore... Non assomiglia alle volte in
cui Raven è entrata nella mia mente-.
-Come fai a essere sicura che sia lui e non uno scherzo di questo pazzo?- incalzò Beastboy.
-Lo so e basta... Probabilmente anche lui si sentiva strano quando
siamo arrivati, ora capisco il senso di quel discorso... Non posso
lasciarlo da solo, non posso continuare la missione se prima non lo
trovo-.
-Starfire, io ti capisco. Credimi. Però non posso lasciare che
tu ti allontani dal gruppo... Se succedesse qualcosa anche a te...-
mormorò Bumblebee.
-Non mi importa se mi succede qualcosa! Non capisci? Se non ci muoviamo adesso potrebbe essere troppo tardi!-.
L'aliena aveva gli occhi sgranati, brillavano di un verde intenso e dentro di essi c'era un fuoco determinato a non spegnersi.
-Robin sa cavarsela da solo- sentenziò Cyborg.
-Non possiamo abbandonarlo così!- esclamò l'aliena.
-Non lo stiamo abbandonando Star, ascolta... Credi che io non abbia
voglia di andare a vedere come sta Raven? Abbiamo perso ogni contatto
con lei e avverto un segnale molto debole provenire dal suo spirito,
sono preoccupato a morte. Però se ora ci allontaniamo
diventeremmo bersagli facilissimi e complicheremmo la situazione. Credi
che Robin voglia che tu ti metta in pericolo?- ribatté Beastboy.
Il mutaforma reggeva le spalle della sua amica, la guardava dritto
negli occhi con un'intensità che raramente gli apparteneva ma il
suo discorso sembrò convincerla.
-Hai ragione... Dobbiamo sbrigarci e trovare gli altri-.
Proprio in quel momento, un rumore di passi concitati riecheggiò nel corridoio.
-Nascondiamoci- ordinò Cyborg.
Una rapida occhiata bastò per trovare una porticina scorrevole
che conduceva a una specie di piccola sala di controllo, i ragazzi vi
si infilarono dentro lasciando la porta appena socchiusa.
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Raven aprì gli occhi, sentiva un cerchio alla testa terribile e la sua vista era appannata.
Non le ci volle molto per capire che era stata vista dal criminale.
Si guardò attorno lentamente cercando di riprendere
facoltà dei suoi cinque sensi, si accorse di essere stesa a
terra su una lastra di ghiaccio.
La maga si alzò un po' frastornata e fece un passo in avanti.
Non appena si mosse per allontanarsi dalla lastra di ghiaccio, una
parete elettrica comparve dinanzi ai suoi occhi color ametista
impedendole di proseguire oltre.
-Ma che cosa diavolo succede?- si chiese.
Ci mise un attimo a capire di essere in trappola, il suo sguardo
dardeggiò rapidamente all'interno della stanza analizzando ogni
angolo e ogni centrimetro di quel luogo alla ricerca del criminale che
l'aveva chiusa lì.
L'uomo, o quel che rimaneva di ciò che una volta era un uomo,
entrò poco dopo con il suo solito mezzo ghigno dipinto in volto.
-Che cosa vuoi?- chiese la maga, la voce ferma e decisa.
Il tipo la osservò attentamente, la guardava dritta negli occhi.
Mi serve il tuo potere.
Raven rabbrividì, la voce di quel tizio... La sentiva
chiaramente nella sua testa. Era una voce distorta, roca... Quasi
spiritica.
-A che cosa ti serve?- incalzò lei nervosa.
Voglio comunicare, voglio che sappiate esattamente che cosa vi aspetta...
Un brivido gelido percorse la schiena della ragazza, improvvisamente
era come se la sua mente fosse percorsa da un centinaio di spilli
affilati.
Capì subito che quell'uomo stava cercando di entrare con la forza.
-Che cosa mi stai facendo?- ringhiò pervasa dal dolore.
Non
sono uno stupido, so che se non facessi così non ti presteresti
mai alle mie condizioni. Tranquilla, presto non sentirai più
alcun dolore.
La vista di Raven si offuscò di nuovo, la sua
forza di volontà iniziò a vacillare sotto al peso di
qualcosa di più intenso, qualcosa che non riusciva a
comprendere. Cadde sulle ginocchia, impotente e spaventata.
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Aqualad si bloccò in mezzo al corridoio, lo sguardo perso nel vuoto mentre sorreggeva Speedy sulla schiena.
Cyborg riusciva a vederli chiaramente dallo spiraglio lasciato aperto
della porta, si precipitò fuori senza nemmeno pensarci.
-Aqualad-.
Il ragazzo si voltò, sembrava sollevato di ritrovare i suoi compagni.
-Che cosa gli è successo?- chiese Starfire indicando Speedy.
-E' svenuto- spiegò lui :-Stavamo inseguendo quel tipo, eravamo
decisi a suonargliele di santa ragione... Speedy gli ha lanciato una
freccia e quel tipo gli ha tirato addosso qualcosa... Non ho visto
bene. Poco dopo è svenuto e non riesco a farlo svegliare-.
Bumblebee si portò una mano alla bocca :-E' un massacro- commentò con un filo di voce.
-Avremmo dovuto vincere noi! Vincere senza fatica- sbottò Cyborg.
-Todavia podemos ganar, tenemos que ser fuertes*- disse Menos, gli occhi colmi di orgoglio.
Starfire abbassò lo sguardo, la situazione peggiorava man mano
che si addentravano in quel luogo e ora avevano due amici dispersi, uno
ferito e l'altro privo di sensi.
Sentiva di dover fare qualcosa, il peso che aveva sul cuore non
accennava a diminuire e la sua mente non riusciva più a
ragionare con lucidità.
-Non possiamo farcela da soli- mormorò.
-Siamo soli- esordì Aqualad, lo sguardo serio.
Starfire scosse il capo, aveva uno strano luccichio negli occhi :-Ho un'idea-.
Cyborg sollevò un sopracciglio :-Perché ho come l'impressione che questa cosa non ci piacerà?-.
-Perché è molto probabile- rispose l'aliena.
-Che cos'hai in mente?- incalzò Beastboy.
-Ok, sentite... A mali estremi, estremi rimedi... No?-.
Gli altri annuirono.
-Voglio mettermi in contatto con X-.
Cyborg sgranò gli occhi, la sua mente non riusciva a registrare l'informazione appena ricevuta.
-Come prego?- sbottò.
-Lo so che sembra una follia ma pensaci solo per un attimo, mentre noi
cerchiamo quel tipo per dargli una lezione lui potrebbe salvare Robin e
Raven. Il nemico non si aspetta che arrivi qualcun'altro ad aiutarci-
spiegò l'aliena.
-Non lo so Star... Non mi sembra una buona idea- ipotizzò Bumblebee.
-Io sono disposta a fidarmi di lui, sono disposta a correre un rischio per aiutare i nostri amici-.
-Starfire, ragiona. Se non dovesse accettare ci ritroveremmo con ben
due nemici da battere, non pensi sia già abbastanza complesso
così?- esordì Cyborg.
-Io concordo con lei invece, potrebbe esserci davvero utile un braccio in più- convenne Aqualad.
-Se Speedy fosse sveglio probabilmente accetterebbe anche lui- aggiunse poco dopo.
-Non lo so ragazzi...-.
-Cyborg, lasciami provare. Sono sicura che non mi negherà aiuto,
se glielo chiedo io sono sicura che mi dirà di sì-
insistette Starfire.
Cyborg si scambiò una rapida occhiata con Bumblebee,
entrambi erano estremamente dubbiosi ma erano disposti a lasciare alla
loro amica un'opportunità. In fondo non doveva andare male per
forza, magari si sarebbe rivelata una mossa vincente.
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Robin si svegliò affaticato,
aveva perso di nuovo i sensi... Non capiva cosa gli stesse accadendo,
sapeva solo che il suo corpo non avrebbe retto ancora molto in quelle
condizioni.
Le scariche elettriche erano la parte peggiore di quel calvario,
arrivavano inaspettatamente e non aveva nemmeno il tempo di capire ogni
quanto si verificassero. Erano così intense da frantumargli il
cervello, sentiva che ogni centimetro della propria pelle si stava
sgretolando a causa del freddo, i suoi polsi imploravano pietà e
il sangue che prima scivolava lungo il suo avambraccio ora era secco.
-Maledetto- disse Robin digrignando i denti, un po' per il dolore e un
po' perché non si capacitava di essere davvero finito in una
situazione del genere.
La frustrazione stava avendo la meglio su di lui, non poté
evitare di pensare che se Batman l'avesse visto in quel momento avrebbe
sicuramente colto l'occasione per ricordargli quanto avesse sbagliato.
Il senso di angoscia che lo pervadeva da quando erano arrivati aveva
raggiunto il suo massimo picco in quel momento e la sua mente
affaticata non poté non vagare verso Starfire.
Si chiedeva se lo stesse cercando, se avvertisse anche lei la stessa orribile sensazione che sentiva lui nel suo cuore.
-Non venire a cercarmi...- mormorò con un fil di voce :-Ti prego non venire a cercarmi-.
Quella era proprio una di quelle situazioni in cui l'invincibile Robin
aveva paura, era terrorizzato all'idea di perdere la persona più
importante per lui. Sentiva la paura attanagliargli lo stomaco, ogni
dolore e ogni sensazione negativa era sovrastata da quel terrore
rivolto all'amore della sua vita.
Non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risatina roca e
amara mentre pensava all'ironia della sorte, proprio quando aveva
deciso di dichiararsi e di vivere senza paure e senza rimpianti ecco
che la vita gli negava quella possibilità.
Iniziò a pensare che non ce l'avrebbe fatta, che l'avrebbero
trovato troppo tardi e sarebbe morto così: congelato, in mutande
e sporco di sangue incrostato.
Non c'era umiliazione più grande di quella e la cosa che lo
irritava di più era che non aveva avuto modo di difendersi, di
combattere... Era semplicemente caduto in una stupida trappola.
Il suo corpo andò ancora una volta in blackout mentre l'immagine
di due meravigliosi occhi smeraldini si fece largo nella sua mente
forse per l'ultima volta...
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Il respiro di Starfire si bloccò nel petto, era come se un
pugnale di ghiaccio l'avesse trafitta al cuore facendola scivolare
sulle ginocchia con gli occhi sgranati annaspando per recuperare l'aria.
-Star!-.
L'aliena alzò lo sguardo, Beastboy era in piedi di fronte a lei
con un'espressione preoccupata e stranamente compassionevole. Era come
se capisse che cosa stesse sentendo lei in quel momento.
La comunicazione con X era andata bene, lui aveva accettato in cambio
di un appuntamento con Starfire. In quel momento, seppur seccata, lei
non gli disse di no. Avrebbe fatto qualunque cosa per riavere Robin al
suo fianco sano e salvo e sapeva che anche Beastboy era sollevato del
fatto che qualcuno andasse a cercare Raven.
Starfire si rialzò a fatica, le tremava tutto il corpo.
-Hai freddo?- chiese Aqualad con voce premurosa.
-No, credo che ci sia qualcosa che non va con Robin... Credo che...- la
ragazza non riuscì a trovare il coraggio per terminare la frase.
-Sono sicuro che sta bene, Robin è pieno di risorse- la consolò Aqualad.
Starfire sorrise appena e annuì debolmente, sapeva che quello
che stava dicendo il suo amico era vero ma sapeva anche che contro la
morte c'era ben poco da fare.
L'aliena aveva visto guerrieri valorosi soccombere ad essa, aveva visto
scorrere indicibili quantità di sangue, aveva visto gli orrori
della schiavitù e della guerra... Sapeva bene che, una volta che
la morte arriva, è impossibile sfuggirle.
Il suo cuore sprofondò in un abisso nero come la pece mentre ragionava sulla peggiore opzione possibile.
Non poté non sentir crescere dentro di sé una furia
incontrollabile, se solo pensava ai progressi che il loro rapporto
aveva compiuto in quei giorni... Avrebbero dovuto parlare, avrebbero
dovuto chiarire la loro situazione e invece lui era sparito e
sicuramente si trovava nei guai e lei non poteva correre ad aiutarlo.
-Star, vedrai che andrà tutto bene- la confortò Cyborg.
Le lacrime che stava lottando per trattenere iniziarono a scorrere
inesorabili lungo la sua pelle ambrata, il suo cuore era ridotto a
brandelli e anche il suo spirito.
-Non riesco ad essere positiva, non ce la faccio se lui non è
qui con me... Se almeno potessi vedere con i miei occhi che sta
bene...- mormorò lei fra un singhiozzo e l'altro.
-Lo vedrai Star, lo vedrai non appena sarà tutto finito- disse
il mezzo robot afferrandola per le spalle :-Guardami, Robin è il
ragazzo più forte che conosco e scommetto che, qualunque sia la
sua situazione in questo momento, lui non ha paura-.
Starfire lo abbracciò, aveva bisogno di sentire il calore di una
persona a cui voleva bene in quel momento, aveva bisogno di sentirsi
vicina a qualcuno, chiunque!
-Vedrai che se la caverà- ripeté Cyborg mentre la stringeva a sé.
-Ragazzi, mi dispiace interrompere questo momento così carino
ma... Dobbiamo riprendere a muoverci, se stiamo fermi qui non solo
siamo bersagli più facili ma rallentiamo anche la missione-
esordì Bumblebee.
-Speedy è svenuto, dove vorresti andare?- sbottò Aqualad.
-Dobbiamo svegliarlo sia come sia- ringhiò la ragazza.
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Red X si aggirava attorno all'edificio con fare incuriosito, quando Starfire l'aveva chiamato non aveva potuto negarsi.
Quella ragazza lo attirava per qualche strano motivo e lo faceva
sentire in modo strano, quando era nelle sue vicinanze gli faceva
venire voglia di comportarsi bene.
Gli scocciava un po' dover cercare Robin e salvarlo ma se ripensava al
motivo per cui lo stava facendo... Ma poi, chi voleva prendere in giro?
La verità era che l'avrebbe fatto anche se lei non avesse
accettato di uscire con lui, l'avrebbe fatto solo perché era lei
a chiederlo.
-Forse posso entrare da qui- si disse notando una piccola porticina sul retro.
La porta non era molto alta quindi, dopo aver dato una rapida occhiata
per assicurarsi di avere campo libero, X si accovacciò e si fece
largo fra le ragnatele e i pezzi di ghiaccio.
Man mano che avanzava diventava sempre più facile farsi strada
ma lui non abbassò comunque la guardia, conosceva bene i rischi
di trovarsi nella tana del lupo e non aveva intenzione di finire nei
guai con un matto del genere.
Starfire gli aveva raccontato cose che avrebbero fatto accapponare la
pelle a chiunque... Ok, magari non proprio a chiunque ma a lui
sì.
-Che razza di posto- sibilò.
Fu in quel momento che udì una voce :-C'è qualcuno?-.
-Sembra la voce di quella maghetta...- si disse.
-C'è qualcuno?- ripeté la voce.
-Ok, è definitavemente lei... Ma dove...- il ragazzo non fece
nemmeno in tempo a finire di formulare il pensiero che la sagoma di
un'aquila nera gli comprave davanti.
-Devo seguirla?- chiese a nessuno in particolare.
Quando l'ombra iniziò a muoversi decise che non aveva comunque
nulla da perdere, la seguì senza troppe chiacchiere.
-Spero solo di arrivare vivo al mio appuntamento- disse in un ringhio nervoso.
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