Resto
immobile, lo sguardo fisso sull’elenco.
Non
riesco a credere a quello che i miei occhi leggono.
Konradin
è stato giustiziato.
Ha
partecipato al fallimentare complotto del 20 luglio 1944.
Barcollo
e le lacrime velano la mia vista.
Sono
felice. Sono arrabbiato.
Poche,
dolorose domande balenano nella mia mente.
Perché
sei stato così stupido, Konradin?
Perché
hai aperto gli occhi in ritardo sulla degradazione dell’ideale
nazista?
Se
tu avessi compreso prima la verità, tutto sarebbe stato
diverso.
Saremmo
ancora insieme e i nostri sogni sarebbero solide realtà, non
effimere fantasie.
La
rabbia, presto, si dissolve e un brivido sgradevole percorre la mia
schiena.
Quanto
avrai sofferto, nei momenti precedenti alla morte?
Il
tuo destino, amico mio, è stato ben più triste del mio.
Io
ho avuto la possibilità di costruirmi il futuro, mentre a te
questo diritto è stato negato.
Non
conoscerai il gusto della vita, con la sua policromia di emozioni e
sentimenti.
Sono
però felice di avere ricevuto questo elenco.
Mi
sento leggero, come se un peso greve fosse scivolato dalle mie
spalle.
Sono
libero.
Posso
tendere una mano al tuo ricordo e accoglierlo dentro di me, senza
sentirmi un traditore della mia gente.
Finalmente,
posso rivelare a me stesso quello che provo, senza provare alcuna
vergogna.
Ti
voglio bene, Konradin.
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