SHIN
SARU
Sotto
il cielo infiammato
scorrevano fiumi di furia.
Dall’alto,
oltre le nubi tinte
di sangue, scrosciava la pioggia furiosa.
La
terra tremava al nostro
passo.
Di
quale peccato debbono
rispondere oggi? Quale perdono possono invocare?
Che
soffrano invece il dolore,
il peso delle nostre scelte,
cosicché
non siano i nostri
figli a perdere il domani
Temprammo
la bestia assopita
nelle nostre mortali spoglie,
Combattemmo
la vita, combattemmo
l’altrui debolezza
E
incarnammo il giudizio
abbattutosi sui nemici
da
lontano, il giudizio che così
non subimmo noi stessi.
Silenti,
assopiti tacciamo il
rancore che brucia in noi.
Non
pensare. Non sperare. Non
sarai redento.
La
sconfitta non è un’opzione.
La
solitudine non è morte.
Inviato
tra le stelle, in fasce
piangevo, strappato al mio mondo.
Rialzai
il capo, e crebbi in
battaglia.
Spirito
fragile il mio? Rialzo
il capo in piena battaglia.
E
l’animo mio si fece robusto, e
fui cresciuto dalla battaglia.
Che
vedo? Pallido volto, vista
cinerea?
Ma
nel mio sangue scorre
orgoglio.
Ancora
mi vedo, smorto cadavere
e stinto tizzone,
ma
nel mio sangue scorre
passione.
Nessuna
sconfitta. Null’altro. Solo la disfatta scegliere
non
posso.
Alza
il capo, per un’ultima
battaglia. E il tuo spirito sarà libero.
Combattei,
fino alla fine.
Profeta
di morte, mai
silenziato.
Rivendico
il posto che merito al
mondo.
Discesi
sotto nuovi colori,
splendente guerriero,
come
divina saetta
Araldo
del mio nuovo signore
Combattei,
di nuovo sul campo di
battaglia
che
m’aveva cresciuto. Ma sangue
più non ho.
Lo
scotto del destino strappo
agli ostacoli
frapposti
tra noi, popolo fiero,
e
il divino intento del tiranno
conquistatore,
padrone
di un mondo che non ho
mai chiesto.
Perseguitammo
le folle
impazzite, folle furiose,
l’angoscia
li rifugia in vuote
preghiere.
Ma
i
sacri stendardi nulla rispondono.
Qual
dio
pensate vi possa proteggere?
Che
non
ci sia disprezzo per gli innocenti in preghiera
Se
avrete timore di noi, saremo boia garanti del vostro futuro.
Ma
se
morirò in questo mondo?
Chi
saprà qualcosa di me?
Sono
perduto, nessuno sa,
nulla
resta delle mie conquiste nelle sabbie del tempo.
E
se
muoio in questo mondo
potrò
sopportare.
E
se
nessuno saprà di me,
null’altro
mi può accadere.
Fui
perduto, nessuno mi vide,
tutte
le
mie paure, ogni lacrima pianta in silenzio,
nulla
pure resterà scritto negli annali del mondo,
ma
il
vuoto nel mio cuore non lasciai.
Vivevo
di vuoto, neppure una speranza.
Soltanto
discese vedevo.
Ma
fintanto che l’ultimo respiro non avrò esalato,
terrò
in
mano la mia occasione:
un
raggio di luce è tutto ciò che mi basta
per
scacciare la tenebra che ucciderci vuole.
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