Ciao a
tutti! Questa è la prima long
fiction che scrivo, i
primi capitoli forse saranno un po’ noiosi ma mi servono per
ingranare bene la
storia xD
Mi
farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se
avete qualcosa
da dirmi, consigli da darmi..
Quello
che volete. Leggete e recensite.
Ah, la
solita tiritera: I Tokio hotel non mi
appartengono e
con questo mio scritto non voglio dare rappresentazione veritiera di
fatti o
personaggio. Non scrivo a scopo di lucro.
Un
bacio, Ale.
PRIMO
CAPITOLO
Un
fresco mattino di giugno a Magdeburg. Erano
circa le 9.40
e un alto ragazzo dagli occhi
nocciola,
se ne stava fermo avanti ad una porta di
legno.
“
Tooooom!” bussò energicamente
un paio di volte.
Dall’altra
parte nessuna risposta, solo
qualche mugolio
indecifrabile.
“
Tom, facciamo tardi” aspettò
qualche secondo, niente.
Roteò gli occhi sbuffando e rimase a fissare la maniglia
d’ottone. Infine
borbottò qualcosa e l’abbassò
lentamente, facendo
irruzione in una camera da
letto non proprio ordinata.
C’erano
vestiti buttati malamente su una
poltrona girevole,
fogli sparsi su tutto il piano della scrivania, e alcuni pezzi di
pizza,
probabilmente della sera prima, abbandonati per terra.
Il
ragazzo si diresse verso il letto, scuotendo la
persona
che dormiva al suo interno, un bel biondo alto e magro con dei rasta
che gli cadevano coprendogli il viso.
“Avanti
Tom, alzati”
“Mh”
Il biondo emise un gemito, che
fece irritare
maggiormente l’atro.
“Idiota
se non ti alzi nel giro di cinque
minuti ti tiro una
secchiata d’acqua!” sbraitò esasperato.
“
Bill…Che vuoi…E’
presto” Si lamentò con la voce impastata
del sonno
gli occhi ancora chiusi per
via della luce che filtrava dalla finestra semi aperta.
“Eddai
Tom, smettila di fare il bambino,
saranno le 10.00
ormai! Dobbiamo sbrigarci, Georg e Gustav ci passano a prendere tra
poco più di
mezz’ora! Abbiamo le prove!”
Svogliatamente
Tom si tirò a sedere,
guardando il gemello
negli occhi.
“
Bill guarda che io in mezz’ora
riesco a vestirmi e lavarmi
quattro volte, non ho bisogno di sette ore per fare tutto”
sorrise furbo.
“
ah – ah – ah
molto
spiritoso…Dai alzati”
“
Si mammina” scherzò
storpiando la voce.
Il
moro lo fulminò e poi uscì dalla
stanza.
Bill
arrivò in cucina e cominciò a
preparare la colazione
per entrambi, aspettando il fratello, che nel giro di cinque minuti
varcò la
soglia.
Passò
al fianco di Bill e si prese una
fetta biscottata.
“Hai
la maglietta al rovescio”
Tom
sorrise imbarazzato e si sistemò. Si
diresse poi davanti
alla televisione e si stravaccò sopra al divano, con la sua
tazza di caffè
latte tra le mani.
Poco
dopo lo raggiunse Bill, gli si sedette
affianco e
cominciò a fissarlo.
“
Sai che odio quando mi fissi “ Gli
ricordò il rasta
leggermente infastidito
“Lo
so.”
“Quindi?”
“Quindi?”
“La
vuoi smettere?!”
“Di
fare che cosa?”
“
Di guardarmi in quel modo!”
“Ma,
non ti sto guardando in nessun
modo!”
“Bill…Piantala!”
“E
va bene! Scusa!” Sbottò
alzandosi di malagrazia dal
divano. Il suono del campanello interruppe l’inizio di una
lite,
e i due ragazzi
ne furono sollevati.
Bill
andò ad aprire.
“Ciao
ragazzi!” Georg e Gustav fecero
capolino dalla porta
d’entrata
“Hey
Bill!”
“Venite,
entrate, Tom sta di la!”
I tre
ragazzi si diressero in soggiorno, trovando
un Tom
imbronciato a guardare la TV.
Appena
alzò gli occhi vide i suoi amici,
spense il
televisore e si alzò.
“Georg!
Gustav!”
“Ciao
amico!”
“
Bene, andiamo in sala di registrazione o
è la volta buona
che David ci uccide!”
“Sono
state delle prove fantastiche!”
Bill era euforico al
ritorno a casa. Batteva le mani come un bambino che trova i regali
sotto
l’albero il giorno di natale
“Confermo!
Non ho mai visto Georg e Gustav
così carichi!”
Tom tirò un’amichevole pacca sulla spalla al
batterista,
che di rimando gli
fece l’occhiolino.
“
Già…” Bill
d’improvviso si scurì in volto, cupo.
“Hey
che ti prende, due secondi fa eri
così felice!”
“Niente,
è che a me non dici mai che
sono stato bravo”
Tom
rimase qualche secondo interdetto. Era
vero…
Per
quanto adorasse la voce del fratello, per
quanto gli
piacesse sentirlo cantare…Lui non gli aveva mai fatto un
complimento alla
conclusione delle prove. Non credeva pesasse così tanto, ma
si
sbagliava…Guardò
il gemello e si chiese come poteva essere stato così stupido
da
pensare che un
animo fraglilino come il suo non notasse questa piccolezze.
“
Sciocco…Lo sai ch sei stato bravo,
sei stato magnifico”
Gli sorrise…
Bill
lo guardò sorridente e poi si diresse
in salotto ad
appoggiare il suo borsone.
Poco
dopo si ritrovarono entrambi a guardare un
po’ di sana
televisione, erano circa le tre del pomeriggio.
“Hey
Tom…” cercò di
attirare l’attenzione Bill
“Si?”
rispose l’altro non troppo
interessato, più preso
dalla presentatrice molto…prosperosa…che
conduceva una
trasmissione televisiva.
“
Ti va se…che ne so…andiamo a
fare quattro passi per
negozi?”
Subito
il biondo si girò di scatto con
stampata in viso
un’espressione che andava dal terrorizzato al contrariato.
Con
“Quattro passi
per negozi” Bill stava ad indicare ore e ore di shopping
sfrenato. Senza
fermarsi.
“No.”
Disse quindi deciso.
“Eddaaaiiiii!”
“No.”
“Solo
un paio d’ore!”
Si, le conosco io le tue due ore!
“No.”
“Ma..”
“No.”
“Hey!
Non avevo ancora detto niente!”
“No.”
“Ufff!!”
Sbuffò pesantemente il
moro arrendendosi.
Si
girò dall’altra parte assumendo
un’espressione
imbronciata, con le braccia incrociate sul petto e il labbro inferiore
corrucciato verso il basso, sembrava un bambino.
Tom lo
osservò e sorrise affettuosamente.
Per quanto si
sforzasse non riusciva proprio a dire di no al fratello. Era
l’unica persona che
lo sopportava veramente, che gli era sempre stata vicina e che era in
grado di
tirarlo su di morale anche solo sorridendo.
Vederlo
triste era l’ultima cosa che voleva,
se poi era per
colpa sua non lo tollerava proprio.
“Solo
un paio d’ore…Dai vatti a
cambiare”
Bill
gli regalò uno dei suoi migliori
sorrisi, lo abbracciò
di slancio e gli schioccò un bacio sulla guancia
“Graziegraziegrazie!”
Ululò
saltellando di qua e di la.
“Ti
voglio bene Tomiii!”
“
Si si anche io, ora sbrigati
però!”
Il
moro sparì al piano di sopra. Il
fratello ancora seduto
su divano con un sorriso ebete dipinto in faccia.
Il
cellulare di Tom squillò, avvisando che
era arrivato un
nuovo messaggio. Era Georg.
“ Tom, domani le prove saltano! Mentre
tornavamo
a casa
Gustav è
scivolato, si è solo slogato un polso, nulla di
Grave, ma
per un paio di settimane buone non
Potrà
suonare! “
“Porc…Accidenti!”
Imprecò il chitarrista. Era un bel guaio…Due
mesi dopo sarebbero dovuti partire per un tour europeo per promuovere
il nuovo
album. Avrebbero dovuto posticipare la data di partenza! E si
sa…Mr Jost non
era un…Come dire…Un amante dei contrattempi.
“Ok
eccomi! Ho finito, hai visto che
veloce?”
Bill
riapparse in salotto vestito e truccato di
tutto punto,
con nemmeno un capello fuori posto. Sorrisente come non mai, ma quando
vide il
fratello pigiare con rabbia sui microscopici tasti del cellulare, il
suo sorriso
sparì, lasciando il posto ad un espressione incerta.
“
Ehm…C’è qualcosa che
non va?”
“Gustav.”
“Cos’è
successo?”
Tom
guardò il gemello in piedi di fronte a
lui con la testa
inclinata e lo sguardo curioso.
“
Si è fatto male.”
“Come?
Cosa? E’ in ospedale? Non
è grave vero?
Si riprenderà,
non è così? Dimmelo ti prego,
dimmelo che si riprenderà!”
“Bill
ti vuoi calmare? E’
solo…”
“No
no no.. io lo so, lo so! Morirà? Non
me lo vuoi dire perché hai paura
della
mia reazione! Sarò forte Tom ma parlami!”
“Io
ti parlo ma tu ascolt…”
“Oh
cielo, perché? Perché
Gustav..Perch…” il moro non finì
di parlare che un cuscino lo colpì in piena faccia.
“Tomiii…La
cerniera mi ha colpito il
labbro! Mi hai fatto
male! Sei cattivo!”
“Bill.Dacci.Un.Taglio.”
“Uff,
ok. Ma ora mi vuoi spiegare?”
“Si
è slogato un polso…Per due
settimane non potrà suonare”
“Cosa??
E noi come faremo? Tra due mesi
c’è il tuor, e noi
dobbiamo provare, provare e riprovare. Non possiamo permetterci di
rimanere
fermi per DUE SETTIMANE è una cosa impensabile, non
è
fattibile. Cambiamo
batterista, cacciamo Gus, mettiamo un annuncio. Forza! Non
c’è tempo da
perdere. Muoviti Tomi! Cosa fai ancora seduto! Dobbiamo agire
subito!”
“
Io non sono tuo fratello!”
Bill
camminava su e giù con le mani fra i
capelli imprecando
disperato.
“Bill
smettila di strillare come una
donnetta e ascoltami!”
Il
moro si fermò di colpo, fece un lungo
respiro chiudendo
gli occhi e poi li riaprì.
“Ok,
sono calmo”
“Bene,
stavo dicendo.. Per due settimane non
potremo
provare, ma siamo a buonissimo punto, hai visto tu stesso oggi.
E’ andato tutto
liscio come l’olio, siamo stati bravissimi! Non saranno certo
due
settimane a
fermare i Tokio hotel!”
“Forse
hai ragione, ma il
tour….”
“Il
tour non sarà un problema
fratellino! E’ tra due mesi,
saremo in ottima forma!”
“Ok
Tomi, mi fido di te. Gus può
rimanere nella band” Annuì
convinto
“Perfetto,
ora usciamo?”
“Si!
Sono già le quattro!”
Tom si
alzò dal divano e si diresse verso
l’uscita, con la
faccia di uno che sta salendo sul patibolo.
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