“Ti piace, ma chérie?”
“Eh?”
Jeanne smise di mangiare i dolcetti che aveva di fronte, arrossendo
leggermente.
“Volevo sapere
se ti stavi divertendo”. Dominique,
mentre si allungava per poggiare la sua mano su quella della
ragazza, rivolse a Jeanne un leggero sorriso che quasi
sicuramente non le raggiungeva gli occhi.
“Io non smetto mai di
trovare la tua compagnia incantevole”.
Futili flirt e banalità che fuoriuscivano dalle
sue labbra. Era sempre così quando si trovava con
Jeanne. Parole dolci che Dominique studiava per farla sentire
speciale, mentre alle sue stesse orecchie suonavano vuote.
Doveva essere davvero una donna spregevole per parlare così
alla leggera del fascino della ragazza, quando tutto ciò che
desiderava era che sparisse. Per godere nonostante
ciò della reazione imbarazzata e lusingata di Jeanne.
Una donna così perfetta come la rosa non era altro che un
pugno in un occhio per lei, eppure Dominique non poteva fare a meno di
provare piacere per l’affetto mal riposto che la Strega delle
Fiamme Infernali nutriva per lei. Probabilmente
questo la rendeva più capricciosa di sua sorella
Veronica.
“Adoro passare
il mio tempo libero con Voi ogni volta che mi è possibile,
Lady Dominique, ma chiamarmi in un modo simile mi sembra…
inappropriato. Nuocerebbe sicuramente alla Vostra
reputazione.”
“Mmm,” mugugnò Dominique
mentre massaggiava col pollice il dorso della mano di Jeanne.
Intanto poggiava il mento sull’altro palmo
inclinando appena la testa, per far si che alcuni capelli soffiatigli
in faccia dalla leggera brezza che tirava nel gazebo si spostassero.
“Te
l’ho già detto che non ti devi preoccupare di
queste cose. Per quanto potente, la Casata de Sade ha la reputazione di
frequentare compagnie strane e sgradevoli. Una bourreau non
è una cosa eccezionale.”
Era una piccola bugia. Fraternizzare con un bourreau non
era una cosa da poco, neppure per una famiglia con una pessima
reputazione come la sua. D’altronde erano solo armi di
distruzione odiate da tutti e sacrificabili. Nessuno dava
però
mai
importanza alle sue azioni, quindi era improbabile che qualcuno badasse
più di tanto alla sua amicizia con Jeanne a meno che non vi
fossero costretti.
I vantaggi
dell’essere la figlia minore e priva di talento.
“Non ne sono
ancora sicura.”
“Ma cherie,”
Dominique la chiamò di nuovo a quel modo solo per vedere
come, davanti a quelle dimostrazioni di gentilezza cui Jeanne non era
abituata, la confusione e l’affetto le illuminavano gli
occhi, “
Se
vuoi che io smetta lo farò, ma anche se può
danneggiare la mia reputazione mi rifiuterei di nascondere il mio
affetto per te. Scegliere l'ordine sociale a costo della
libertà non è certo un buon affare.”
“Siete troppo gentile, Lady Dominique.”
Dominique le rivolse un sorriso, ritirò
gentilmente la mano e la racchiuse sulla tazzina per prendere con
eleganza un sorso di thè.
“Trattare una
donna bellissima con premura non è certo una cosa
difficile.”
Quanto voleva che quel che aveva appena detto corrispondesse al vero.
La sola compagnia di Jeanne le causava un profondo dolore al petto, un
sentimento vile che nessuna persona virtuosa avrebbe mai provato. Un
altro promemoria di come lei impallidiva a confronto con la sua
compagna: Jeanne non avrebbe mai e poi mai nascosto una cosa
così ripugnante sotto ad una sottile patina di decenza.
“È
una premura di cui pochi mi degnano, quindi vorrei ringraziarVi lo
stesso.”
A queste parole Dominique fu attraversata da un brivido di
compiacimento. Si, pochissimi avrebbero dato a Jeanne la minima chance.
Non avrebbero mai saputo quanto era eccezionale, non
l’avrebbero mai vista nel modo in cui lei la vedeva. Sapendo
quanto disperatamente voleva tenere il fascino di Jeanne solo per
sé, Dominique si sentì un essere ripugnante.
“La nostra
società è folle per ostracizzare qualcuno
così adorabile. Non passa giorno senza che io ti
ammiri.” Finalmente diceva una cosa vera.
“Posso dire lo
stesso di Voi, Lady Dominique. Non penso di aver mai avuto
un’amica come Voi prima d’ora.”
Jeanne credeva davvero in lei. Sentì una
stretta allo stomaco. Quanto si sarebbe sentita tradita se avesse
saputo quali pensieri schifosi le attraversavano la mente? Sarebbe
stata ancora capace di sorriderle in quel modo?
Ignorando il senso di colpa Dominique restituì a Jeanne il
sorriso, anche se il suo non era di sicuro neanche lontanamente
paragonabile a quello luminoso della ragazza.
“Sono onorata
che tu abbia una così alta opinione di me. Ah, vorresti
dell’altro thè?”.
Fece per prendere la teiera, ma non si era accorta di
quanto fosse vicina al bordo del tavolo, la urtò e quella
finì in mille pezzi sul pavimento di marmo. Jeanne
provò ad impedirne la caduta, ma tutto quello che le
riuscì fu di cadere dalla sedia nella corsa e di tagliarsi
la mano con un frammento di porcellana.
Dominique guardava stordita mentre l’icore cremisi sgorgava
dalla ferita e cadeva a terra mischiandosi con la pozza formata dal
thè e dalla ceramica rotta. Il sangue aveva un odore
talmente buono che la stava distraendo.
“Mi dispiace,
Lady Dominique!” esclamò la vampira.
“Non
c’è nulla di cui preoccuparsi.”
Dominique le si inginocchiò a fianco, facendo attenzione ad
evitare quel che si era versato ed i frammenti appuntiti prima di
togliersi il nastro che aveva al collo. Lo srotolò
velocemente prima di usarlo per avvolgere la mano di Jeanne.
“Usalo per
tamponare il sangue.”
“Non posso
farlo!”
“Certo che puoi.” Disse Dominique,
aiutandosi anche con l’altra mano per tenera la stoffa
premuta sulla ferita.
“Jeanne!
Cos’è successo?” nel
sentire la voce acuta di Luca Dominique si voltò per vederlo
che si affrettava verso di loro. Aveva finito di lavorare quindi.
“Solo un
piccolo incidente” lo disse allegramente,
mentre rimetteva Jeanne in piedi.
“Ce la posso
fare a pulire da sola qui. Ci vediamo dopo, Jeanne.”
“Posso
aiutarVi-“
“No, no” Dominique scosse la testa,
“Non è un
problema. Sul serio! Va con Luca.”
Jeanne guardò furtivamente Dominique e Luca
prima di andare dal suo giovane protetto, tenendo il nastro di
Dominique sulla sua mano sanguinante come se si fosse trattato di
qualcosa di prezioso.
Dominique li osservò andarsene, tenendo gli occhi fissi
sulla ragazza finché non scomparvero dalla visuale. Solo
allora si girò verso il disastro sul pavimento. Non voleva
davvero pulire, in fondo quello era il compito dei servitori, no? Forse
avrebbe dovuto chiamare qualcuno per fare il lavoro al posto suo.
Ma c’ere qualcosa che la faceva esitare. La fragranza
persistente del sangue di Jeanne si sentiva ancora. Certo, si era
mischiato con altri odori, ma non vi era alcun dubbio che quel
dolcissimo profumo fosse il suo. E lei non voleva che chicchessia
potesse vederlo, annusarlo o magari toccarlo. Non poteva sopportarlo,
punto e basta. Almeno di quello avrebbe dovuto rimuoverne lei ogni
traccia. Che fastidio.
Dominique s’inginocchiò di nuovo e diede
un’occhiata a quel che rimaneva della sua teiera. Era
difficile notare il sangue dove si era mescolato al thè, ma
sui pezzi di ceramica era perfettamente visibile. Ne prese
uno e la esaminò rapidamente. Oh si, il sangue di Jeanne
aveva davvero l’odore più squisito che avesse mai
sentito.
Si guardò alle spalle nervosamente prima di dare una timida
leccata al sangue. Poteva sentire la sua faccia andare in fiamme per la
vergogna mentre faceva una cosa così disgustosa senza che
Jeanne lo sapesse.
Era
davvero patetica. Però il sangue era
così buono, la faceva impazzire. Non poteva assaporarlo
appieno data la piccola quantità, e poi il gusto non
è mai buono come quando viene direttamente dalla persona.
Voleva provarlo nel modo giusto.
Voleva
bere il sangue di Jeanne.
Ma no, questo era tutto quello che si meritava. Stare in
ginocchio mentre consumava disperatamente anche le briciole
più piccole che riusciva a trovare. Anche se Jeanne
gliel’avesse offerto avrebbe rifiutato di berlo. La vampira
dai capelli rosa non si meritava che una sanguisuga come lei bevesse il
suo sangue. Si meritava una persona che non serbasse rancore nelle
profondità del suo animo.
Proseguì con quel che stava facendo finché i
tutti frammenti non furono puliti. Ora restava il problema di quello
che era finito nel thè, come diamine se ne poteva
occupare? Dopo averci pensato un attimo, immerse le dita nel
liquido. Quando la punta del guanto fu zuppa la leccò. Il
sapore si sentiva appena ma era ancora riconoscibile. Semplicemente,
non poteva lasciarlo lì.
Dopo aver controllato nuovamente che non ci fosse nessuno, Dominique si
tolse la giacca bianca per usarla come straccio per asciugare la pozza.
Stava macchiando il tessuto in modo orribile, una cosa che normalmente
non avrebbe mai lasciato accadere. Era orgogliosa di quella giacca, ma
considerata la situazione era un piccolo prezzo da pagare.
Mortificata, Dominique strizzò la giacca fradicia
direttamente sulla sua bocca per poter bere ancora qualche
goccia di sangue. Questo avrebbe inoltre impedito al suo
indumento di sgocciolare a terra.
Quando ebbe finito rimase seduta sul pavimento per un momento, la testa
sprofondata tra le ginocchia mentre si stringeva la giacca la petto.
Era una persona orribile.
Semplicemente orribile.
***
NOTE di EvilScientist42
Mi sto ancora arrovellando sulla mia fic multicapitolo
(ndt: “
Only a
Fool Defends Her Enemies”,
DomiJeanne!Pirates au, la potete trovare sempre su ao3) ma questa
è stata divertente da scrivere. Mi spiace un sacco per
l’ultima scena, probabilmente l’avrete trovata
strana. Trovo che Domi nell’anime quando dice “mon
cheri” sia molto sexy, e da qui mi è venuta
l’ispirazione per questa storia.