Harry e la strega protettrice
Harry e la strega protettrice
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zzzzz ….
mmmmm …..
zzzzzzzzzz …... mmmm ………. zzzzzzzzzzzzz ……..
<>sbottò
Harry. Era sdraiato nel giardino perfettamente tenuto , come
del resto tutta la casa,dei Dursley per potersi godere
almeno per un po’ quello splendido spettacolo di stelle e poter pensare
con nostalgia a quei pochi ma piacevoli momenti passati con Sirius. Ma a quanto
pareva gli animaletti che popolavano quella siepe non gradivano la sua presenza,così Harry rassegnato si alzò ed entrò
in casa facendo ben attenzione a fare il meno rumore possibile in modo da
passare inosservato. Era tornato a Private Drive solo
da pochi giorni e già ne aveva la nausea. Ogni mattina sperava che
Edvige tornasse con la risposta di Ron che gli annunciava che sarebbero andati
a prenderlo. Ma ancora non era arrivata nessuna nuova
né da Ron né da Hermione.
Sgattaiolò
su per le scale e si chiuse in camera sua. Non aveva per niente sonno e infondo era ancora presto per andare a dormire, quindi decise
di rileggere per la centesima volte I
magnifici sette e vedere se riusciva a distrarlo dal pensare a Sirius.Ma la cosa non funzionò. Era ancora troppo difficile
da accettare. Harry si era sforzato di non pensarci,di
farsene una ragione ma invano. Ogni volta non poteva far
altro che dirsi <<è colpa mia!>>. Era caduto come un
novellino dritto nella trappola di Voldemort nonostante tutti gli
avessero detto di non ascoltare più i suo sogni,di
chiudere la mente all’Oscuro Signore. Harry si ritrovò a pensare
che anche se avesse imparato l’Occlumanzia ormai era troppo tardi. Con la
mente distratta da questi cupi pensieri e con un senso di colpa sempre maggiore
che gli stringeva lo stomaco si addormentò.
Quando si voltò era in un cimitero. Davanti a lui le tombe
dei suoi genitori brillavano alla luna e una candida rosa bianca era dolcemente
china vicino al nome di sua madre. “ Dove
sono?” pensò subito guardandosi intorno. Poi,
come per essere sicuro che fosse reale, sfiorò le fredde lapidi e calde
lacrime cominciarono a rigargli il volto. Per la prima volta dopo tanto
tempo Harry riuscì a sfogare il dolore che da anni custodiva gelosamente
nel suo cuore. Quando si fu calmato un po’ guardò
di nuovo quella candida rosa e si domandò chi mai
l’avesse portata; infondo a quanto ne sapeva nessuno conosceva il luogo
dove erano stati sepolti i suoi genitori. Poi pensò che però
almeno una persona doveva saperlo: Silente,
sicuramente era stato lui a portare quel fiore a Lily.
Perso in
questi pensieri e ancora scosso dal pianto non si accorse che in quello stesso
momento qualcuno stava parlando non molto lontano da lui. Una voce fredda e
acuta, che Harry conosceva fin troppo bene, stava imprecando contro
qualcuno. Sorpreso e spaventato allo stesso tempo si nascose
dietro le lapidi dei genitori e tirò le orecchie più che mai per
sentire il loro discorso.Ma un’altra cosa
destò subito l’attenzione di Harry: la cicatrice.
Nonostante Voldemort si trovasse a non più di
10 metri da lui, la
cicatrice era perfettamente normale, neanche il minimo prurito o bruciore. Non
capiva cosa stesse succedendo ma pensò
subito “ appena torno a casa
devo scrivere a Sirius della cicatrice!Forse lui sa che sta succedendo!”
ma non fece in tempo a finire la frase che un’onda di tristezza lo invase
lasciandolo inerme. Decise di distrarsi ascoltando le urla di
Voldemort che a quanto pareva era piuttosto arrabbiato. Qualcosa era
andato storto, non era riuscito ad ottenere ciò di cui aveva bisogno,
“la profezia!” pensò subito Harry,
ma in quel momento due fredde mani lo braccarono al collo e lo trascinarono
dritto verso il suo nemico.Quando lo lasciarono Harry
era ai piedi di Voldemort e dietro di lui c’era una soddisfatta
Bellatrix che orgogliosa mostrava il suo bottino al
padrone. Se fosse possibile Harry giurò di aver
visto sul volto di Voldemort un sorriso trionfante, ma subito quei freddi occhi
rossi lo portarono alla realtà e Harry si alzò, bacchetta alla
mano, pronto a combattere. Bellatrix e i mangiamorte presenti si misero a ridere
e Harry pensò che tutto questo era già accaduto un anno prima, ma
stavolta come ne sarebbe uscito?
Vide
Voldemort aprire la bocca e pronunciare la maledizione che avrebbe messo fine a
tutto ma non sentì alcuna parola. Era come se qualcuno
avesse messo il “mute”, non sentiva nessun suono. Era nel
silenzio più totale. Poi da dietro di lui arrivò una luce
abbagliante e calda. Una luce che lo chiamava a cui Harry non seppe resistere,
come trascinato da una forza benefica ma ignota , si
girò e prese a camminare verso la fonte di quella luce. Stordito
da quel
bagliore ma incredibilmente tranquillo si trovò ben presto stretto tra
le braccia di una ragazza di cui non vedeva il volto, una ragazza che gli
accarezzava la testa dolcemente bisbigliandogli << Non avere paura. Non
temere ci sono io a proteggere i tuoi sogni. Lui qui non verrà
più!>>.
Harry si
svegliò più tranquillo e riposato che mai. Non ricordava il tempo
infatti di aver dormito così bene! Completamente
dimentico dello strano sogno di quella notte scese in cucina per la colazione e
poi uscì per una lunga passeggiata. Trascorse così una giornata
serena all’aria aperta non pensando a nulla; pranzò con un gelato
,lesse la Gazzetta del Profeta senza trovarci nulla di
interessante e tornò a casa giusto in tempo per la cena. Benché
la sua incredibile tranquillità turbò
perfino i Dursley , Harry non ci badò e
andò dritto a letto desiderando intensamente di dormire senza avere in
realtà un gran sonno.
Di nuovo un
freddo e umido cimitero lo accolse. Di nuovo era di fronte
alle tombe dei suoi genitori e di nuovo una candida rosa sopiva sulla
lapide di sua madre. Harry stavolta si voltò di scatto a cercare
Voldemort e lo trovo poco dietro di lui che lo
osservava, lo stava aspettando. Di nuovo estrassero le
bacchette pronti al duello quando una calda luce abbagliante li
illuminò. <> disse una dolce voce di ragazza e a quelle parole la figura di
Voldemort svanì come bruciata da fiamme invisibili lasciando dietro di
se un urlo che fece gelare il sangue ad Harry.
Ma anche stavolta la cicatrice non aveva dato alcun segno. E
di nuovo si trovò tra le braccia di questa fanciulla
senza capire chi fosse, senza vederle il viso ma incredibilmente felice e
consapevole che nessuno al mondo avrebbe potuto fargli del male finché
era con lei.
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