La Galassia del Sole

di Shade Owl
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Non seppe dire per quanto tempo dormì, ma sbattendo la testa perse i sensi, e di questo fu più che sicura visto che il dolore riuscì ad avvertirlo per appena qualche secondo prima di partire per il mondo dei sogni. Le parve anche di avvertire un bruciore al fianco, ma non ne fu sicura, perché svenne un attimo dopo.
La sola cosa certa fu che sognò di essere immersa in una enorme distesa d’acqua, così alta che non riusciva a toccare il fondo, e cercava in tutti i modi di tenersi a galla anche se non c’erano appigli. All’improvviso, dall’alto, una scaletta di corde la colpì sulla testa, e alzando lo sguardo intravide la sagoma di una donna.
Pur non riuscendo a vederne il viso fu certa che fosse sua madre, la quale le faceva cenno di salire ma, non appena cercava di arrampicarsi, lei tirava via la scaletta, allontanandola. Poi uno dei varchi interplanetari comparve dal nulla e la inghiottì, e lei si svegliò.
Era in una casa di pietra dal tetto in paglia, distesa su un giaciglio rudimentale di legno e fieno. L’edificio era formato da una sola stanza, e l’unica finestra era chiusa, così che la luce entrava appena da uno spiraglio tra le assi. Portandosi una mano alla testa dolente sentì un piccolo bozzo, e avvertì un dolore ancora più acuto poco sotto l’ascella, come se la pelle si fosse accorciata di botto. Si tolse la tunica (la casacca era ripiegata in fondo al letto) e vide un bendaggio coprirle quella che, senza dubbio, era una ferita, posta poco sotto il seno destro. Si rivestì e andò all’esterno, cercando di capire dove accidenti fosse finita.
Si ritrovò nel deserto.

Non nel deserto deserto… intendiamoci, le dune erano visibili in lontananza e la sabbia era un po’ ovunque, ma lei si era svegliata in una delle uniche quattro costruzioni nel raggio di moltissimi chilometri: un edificio più grande degli altri, sopra cui era incisa una scritta in una lingua simile a una serie di ghirigori e tratti rapidi che probabilmente voleva dire “stazione” (vedeva un varco interplanetario dietro l’edificio) incombeva su di lei a destra. Davanti e a sinistra, invece, c’erano altre due costruzioni quasi identiche a quella da cui era appena uscita, in pietra chiara e squadrata. Sedute vicine alle porte c’erano alcune persone coperte da capo a piedi con abiti di lana, così da resistere al caldo incessante di quel deserto, che parlavano tra di loro. Tutto intorno alle costruzioni c’era una piccola baraccopoli in legno, fango e pelli d’animale, piena di gente vestita in modo simile a loro.
- Ben svegliata… di nuovo. Saranno già due ore che dormi.-
Sussultò e si voltò: seduto a terra, la schiena appoggiata alla parete, c’era Drake.
- Tu!- esclamò - Cosa diamine fai qui?-
- Io?- ridacchiò, alzandosi - Che ci fai tu, piuttosto. Io ero diretto su questo pianeta, tu no.-
Leon per un attimo non seppe bene che dire, quindi rimase zitta per qualche secondo.
- Cos’è successo?- chiese infine.
- Siete stati dirottati.- rispose semplicemente lui - A quello che ho capito, una ragazza ha “preso in prestito” la navetta per venire fin qui.-
Già, la ragazza. Pensò. Se le metto le mani addosso…
- Dov’è ora?-
Drake guardò verso le dune, stringendo gli occhi per vedere meglio.
- Quei puntolini laggiù credo che siano i Rashers che le sono andati dietro.- rispose.
Leon si voltò a guardare da quella parte: in lontananza, su una delle dune più alte, si vedevano alcune persone, a cavallo di bestie di cui lei aveva solo sentito parlare ma che non aveva mai visto, scendere il fianco della montagna di sabbia. Impossibile capire se avessero avuto successo o no.
- Cosa sono i Rashers?- chiese.
- Loro.- disse semplicemente Drake, facendo un gesto vago verso i quattro edifici e le poche persone lì in giro - Sono gli abitanti del deserto. Comunità piccolissime, ma molto più forti di quanto si possa immaginare. Ho avuto modo di stare con loro varie volte.-
- E cosa ci faccio io qui?- sbuffò Leon.
- Non chiederlo a me.- ridacchiò lui - Non sono io ad averti dirottata.-
La Figlia del Sole incrociò le braccia, scocciata, e sentì di nuovo la fasciatura.
- Cosa mi è successo?- chiese - Bernoccolo a parte.-
- Sei finita su un taglierino… non chiedermi cosa ci facesse lì.- rispose lui - Anzi, ti è andata anche bene, perché poteva essere peggio.-
Lei annuì, prendendo mentalmente nota di far pagare anche questa alla misteriosa dirottatrice.
- I ringraziamenti sono sempre bene accetti.- aggiunse lui.
- Dimmi chi ringraziare e lo farò.-
- Prova con me, potrebbe andarti bene.-
Leon sentì un calore provenire da sotto il colletto che niente aveva a che vedere col clima.
- Cosa?- sbottò, guardandolo furiosa - Sei stato tu?-
- Il Guaritore dei Rashers è fuori.- spiegò Drake, sulla difensiva - Ce n’era uno sulla tua navetta, ma era poco più di un ragazzino, ed è svenuto anche lui per un colpo alla testa. A quanto ne so, dorme ancora, è in una delle baracche. Tu ti stavi dissanguando, e non potevo certo aspettare.-
Trattenendosi dalla voglia di prenderlo a sberle (Due volte nuda in due giorni davanti a lui…) cercò di concentrarsi su qualcos’altro che le facesse aspettare l’arrivo della ladra di navette senza cercare di spargere il sangue di uno che, molto probabilmente, avrebbe fatto scorrere il suo.
- Dove sono tutti?- ringhiò - C’erano almeno altri dieci passeggeri e il conducente, con me.-
- Ah, sì, loro…- disse Drake - Dopo che mi avete tamponato… ero appena arrivato con la navetta pubblica… io e i Rashers abbiamo tirato fuori tutti quanti, e tranne te e il ragazzo, stavano tutti bene. Li abbiamo rispediti indietro, conducente compreso, mentre la ragazza scappava.-
- Credevo fosse svenuto.-
- Ironia della sorte, l’impatto lo ha svegliato.- ridacchiò Drake - Ora guarda…- disse, indicando i Rashers in arrivo - … magari hanno avuto fortuna.-
Ma, purtroppo, i Rashers che scesero dalla groppa delle loro bestie da monta non parevano aver portato la caccia a buon fine: chiunque fosse, quella ragazza aveva gabbato anche loro.
- Come accidenti ha fatto?- sbuffò Leon, mentre i cacciatori rientravano nelle case dopo aver legato gli animali o si sedevano al fianco dei loro compagni all’esterno - Loro vivono qui, conoscono il territorio meglio degli altri!-
- Beh, i casi sono due…- disse Drake - O lei è maledettamente brava, o ha dato loro del denaro… e questa è un’ipotesi molto più plausibile, visto che sono principalmente un popolo mercenario, oltre che molto superstizioso.-
Lei sbuffò spazientita.
- Allora non c’è più niente che mi trattenga qui.- sentenziò - Me ne ritorno a casa mia.-
- Non credo che tu possa.- la contraddisse lo Stratega.
- Cosa?- esclamò la Figlia del Sole - E perché?-
- Perché c’è una sola navetta da e per Narthill, che tra parentesi è il pianeta dove siamo ora.- le spiegò con la sua solita pazienza - Navetta che, per almeno venti giorni, sarà inservibile, visto che ci siete arrivati voi. Solo una delle due è rimasta intera, e l’abbiamo usata per gli altri passeggeri.-
Venti giorni?- chiese con voce strozzata ed incredula lei, spalancando gli occhi.
- Eh, sì.- annuì tristemente Drake - Qui non siamo ad Ironglass, ci vorrà un po’ perché la riparino abbastanza da mandarla lì, dove la possono risistemare davvero. Non so se ci hai fatto caso, ma questo qui è un deserto.-
Leon fece un verso esasperato.
- D’accordo, allora la acciuffo io!- sbottò.
Drake aggrottò la fronte.
- Chi?- chiese.
- Quella dannata mocciosa, ecco chi!- esclamò - Visto che non posso andarmene, allora vale la pena inseguirla!-
- Senza una guida ti perderesti nel giro di due ore.- la ammonì lo Stratega.
- E allora ne assumerò una!-
- Perché, parli il Rashers?-
Questo particolare scoglio la lasciò a bocca spalancata per qualche attimo, sul punto di lanciare una replica che, in realtà, non venne fuori. Alla fine si voltò, sbuffando, e diede un calcio alla sabbia.
- Posso aiutarti io.- disse poi Drake.
Lei lo guardò di traverso.
- Perché, sai orientarti in pieno deserto?- chiese.
Lo Stratega annuì.
- Sì.- rispose - Ho passato del tempo con i Rashers, te l’ho detto. Conosco la lingua, le usanze e il territorio. E, a differenza di loro, non ti costerò un soldo.-
- Ma davvero?- sbuffò sarcastica - E come mai tanta generosità?-
- Prima di tutto, perché mi sei simpatica.- spiegò con una schiettezza disarmante, guardandola con i suoi occhi dalle palpebre simili a serrande mezze abbassate - In secondo luogo, tu e io continuiamo ad incrociarci. Non può essere una coincidenza.-
- No, magari è il destino…- grugnì sarcastica Leon.
- Magari tu non ci credi, ma io sì.- obbiettò lui - In ogni caso, se non vuoi il mio aiuto…- e fece per andarsene.
- Aspetta!- sbottò. Drake si fermò e tornò a guardarla - Ho solo sottinteso che questa cosa del destino è una scemenza, non che non voglio il tuo aiuto.- ammise - Allora, quando si parte?-
- Un’ora al massimo.- rispose lo Stratega, andando verso un gruppo di Rashers lì vicino - Raccolgo quanto ci serve e si va.-

Inizia il viaggio di Drake e Leon. Vediamo cosa succederà.
Ringrazio come sempre John Spangler, Easter_huit, Biscottoalcioccolato e Bindaz, i lettori che mi stanno seguendo.
A presto!

 





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