Capitolo 18
Era ormai passata una settimana dall’evento organizzato da
Thomas. La vita, a palazzo, aveva preso ormai una sua routine e ormai, la
principessa Rein si era integrata perfettamente.
Finiti gli eventi di presentazione della turchina, Rein
aveva potuto dedicarsi a tempo pieno a Milky e ormai
le due avevano stabilito un buon ritmo di studio. Certo, erano solo all’inizio
del loro lungo percorso di apprendimento, ma la turchina si sentiva stranamente
fiduciosa. Il problema principale, se tale si poteva chiamare, era Shade. Dal loro incontro notturno qualcosa era decisamente
cambiato tuttavia Rein non sapeva in cosa. Shade aveva fatto finta di niente dopo quella notte e anche
lei, anche perché la turchina non sapeva affatto come potersi comportare. Così
le cose erano rimaste all’apparenza immutate e i due si erano ritrovati a
comportarsi esattamente come prima. L’unica eccezione era che in certi momenti,
aveva come l’impressione che lo sguardo di Shade si
fermasse più a lungo ad osservarla. Ma poteva anche essere tutto il frutto
della sua immaginazione. Tuttavia Rein aveva deciso
di lasciarsi alle spalle quelle preoccupazioni per il momento, perché si stava
avvicinando qualcosa che la metteva in uno certo stato di apprensione. Rein, infatti, non poteva non provare una certa preoccupazione
crescente mentre aspettava l’arrivo delle ore quattro di quel giorno. Era
quello, infatti, l’orario previsto per l’arrivo della marchesa Eldelberry per il the che lei stessa aveva organizzato. Rein osservò la stanza ancora un’ultima volta per controllare
che tutto fosse a posto e perfetto. Aveva organizzato quel piccolo ricevimento
nella sala da the del palazzo, sua maestà le aveva concesso l’utilizzo della
stanza per quel pomeriggio e Rein si era occupata
personalmente degli addobbi e del cibo. Si era fatta aiutare da Dreamy, che era riuscita a reclutare altre tre cameriere, e
in poco tempo le donne avevano allestito il tutto, esattamente come Rein aveva chiesto. Erano stati preparati due tavoli, e
invece di preparare un tavolo centrale con tutto il cibo sopra, Rein aveva scelto di allestire ogni tavolo con tramezzini e
dolci, in modo che i suoi invitati potessero sedersi e non doversi alzare per
prendere da mangiare. Aveva scelto delle semplici tovaglie bianche di fiandra,
con ricamato lo stemma della famiglia reale della Luna e l’unica nota di colore
era data dai centrotavola, che erano dei bouquet di fiori appositamente
raccolti dal giardino reale. Rein non aveva scelto un
colore particolare per i fiori, aveva fatto scegliere tutto ai giardinieri, che
le avevano composto due bouquet colorati, ma armoniosi, di fiori di stagione. Rein passò distrattamente una mano su un petalo di una camelia,
godendosi la sensazione setosa del petalo sulla mano, quando un improvviso
bussare alla porta la fece voltare. Mancava ancora un quarto d’ora all’inizio
dell’evento, possibile che la marchesa fosse già arrivata?
-Avanti-
Disse Rein, quasi timorosa. La
porta si aprì lentamente, ma la persona che vide la turchina la lasciò sorpresa
-Shade?-
Il principe avanzò di qualche passo e si avvicinò,
sorridendole
-Sei così sorpresa di vedermi nel mio palazzo?-
Rein ridacchiò e scosse la testa
-No, sono sorpresa di vederti qui in questo preciso momento.
Sai cosa accadrà tra, diciamo, mezz’ora proprio in questa stanza?-
Shade annuì
-È proprio per questo che sono qui-
Rein sgranò gli occhi sorpresa
-In che senso scusa?-
-Ho deciso di partecipare al tuo ricevimento-
Rein non disse niente, lo guardò
però con gli occhi sgranati. Shade, vedendola, ridacchiò
-Non essere così sorpresa…-
-Tu odi queste cose-
-Si ma…-
-E di certo hai qualcosa di più importante da fare-
-Vero anche questo-
-Allora cosa ci fai qui? E poi non credo di averti invitato-
Shade la guardò sorpreso e
leggermente offeso
-Non ti devo ricordare, vero, che sono libero di partecipare
a qualsiasi evento io voglia dentro il mio palazzo?-
Rein lo guardò scettico mentre sul
volto di Shade si aprì un sorriso. Poi però, tornò subito
serio
-Credi veramente che ti avrei lasciata sola oggi?-
Rein si trovò a guardarlo negli
occhi e sentì le guance imporporarsi. Non le aveva detto niente di
sconvolgente, anzi, non era la prima volta che Shade
la aiutava e una parte di lei doveva immaginarlo che non l’avrebbe lasciata
sola nemmeno in quella occasione, tuttavia non riuscì a trattenere i battiti
del suo cuore, che prese a martellarle nel petto. Si voltò cercando di nascondere il rossore e
per cercare di riconquistare un po’ di calma
-Grazie-
Gli disse. Sentì su di se lo sguardo del principe, ma se Shade fece un gesto o qualcosa verso di lei, non lo vide.
Lo sentì invece fare un sospiro. Rein si voltò
timidamente verso di lui e lo vide che si stava leggermente stiracchiando un
braccio
-In tutta onestà sono arrivato alla conclusione che mi fa
bene ogni tanto staccare un po’ dal lavoro. Quindi diciamo che oltre ad
aiutarti, aiuto anche me stesso-
Rein alzò lo sguardò meravigliata
sentendo quelle parole. Senza accorgersene, Rein si
avvicinò a Shade e gli mise una mano sulla fronte. Shade, totalmente preso in contropiede, la guardò
perplesso, leggermente imbarazzato
-Rein cosa stai facendo?-
-Controllo se hai la febbre-
-La febbre?-
Rein annuì
-Si, può essere la sola risposta razionale per ciò che hai
appena detto. Tu che vuoi volontariamente prenderti una pausa dal lavoro deve
essere un delirio prodotto dalla febbre alta-
Rein vide Shade
guardarla con gli occhi spalancati, poi vide un piccolo accenno di sorriso
spuntargli sul volto. Ma fu una risata potente, chiara e cristallina a farli
voltare di colpo. Thomas, comparso sulla porta della stanza, stava ridendo
divertito
-Rein, giuro, io ti amo-
Rein sorrise al capitano e
approfittò di quel momento per ritirare la mano che aveva ancora appoggiata
sulla fronte di Shade e si allontanò da lui. Nel
frattempo il principe aveva incrociato le braccia al petto e fissava il
capitano, per niente divertito
-Che ci fai qui?-
Thomas, ancora scosso dalle risate, ignorò Shade e si avvicinò a Rein dove
le fece un baciamano.
-Principessa, buon pomeriggio. Siete incantevole come sempre-
-Grazie-
Disse la turchina. Un raschiare di gola li fece voltare
verso Shade, che sempre con le braccia incrociate,
stava letteralmente fulminando Thomas con lo sguardo. Rein
vide il volto di Thomas illuminarsi in modo strano e, senza preavviso, si ritrovò
con un braccio del capitano avvolto attorno alle spalle. Thomas la avvicinò a
se ma continuò a guardare Shade, troppo divertito
-Sto semplicemente salutando una buona, favolosa e
fantastica amica. Problemi principe?-
Shade, che era impallidito un attimo
vedendo Thomas stringere Rein in quel modo, strinse
le mani a pugno
-Thomas, lasciala subito-
Thomas, in risposta, si abbassò a guardare Rein begli occhi
-Rein, lo spieghi tu a questo
blocco di ghiaccio che volere abbracciare un amico non è un peccato mortale,
anzi è un sintomo di affetto?-
Rein ridacchiò a quelle parole
-Thomas, hai appena definito il tuo principe un “blocco di
ghiaccio”?-
-Sono stato gentile. Potevo definirlo un inutile e
irrecuperabile pezzo di pietra totalmente privo di qualsiasi sentimento umano.
Se ci pensi blocco di ghiaccio è fin troppo poco per lui, quindi sono stato
cortese-
Rein si lasciò andare ad una
risata. Thomas le sorrise poi si voltò verso Shade,
che, si vedeva, stava trattenendo i suoi intenti omicidi contro di lui. Vedendolo
così il sorriso di Thomas si allargò ancora di più
-Shade, sul serio. Sposala adesso,
dove la troverai mai un'altra donna così che mi adora come non mai?-
Rein diede un leggero pugno sul
petto di Thomas e il capitano la lasciò andare dal suo abbraccio. Shade, nel frattempo, continuava a guardare i due,
scuotendo la testa
-Rein, ti prego, perdonalo. Non sa
quello che dice, un colpo alla testa quando era bambino lo ha reso così-
-Ehi-
Rein ridacchiò e si avvicinò a Shade. Si mise di fianco al principe, e gli mise una mano
su un braccio, ma guardò fisso Thomas
-Thomas, perdonalo, ma a quanto pare il principe qui si
diverte un po’ troppo a prendere in giro le persone a cui vuole bene. Forse ha
avuto un’infanzia difficile-
Rein sorridendo si voltò verso Shade e lo vide spalancare gli occhi meravigliato. Rein lo aveva appena preso in giro? Thomas, scoppiò di
nuovo a ridere, questa volta in modo molto più fragoroso di prima e si portò
una mano sulla pancia
-Rein, ti giuro, se Shade non ti sposa entro fine mese lo faccio io-
Rein ridacchiò
-Ci conto allora-
Shade, sconvolto, guardava ora
l’uno ora l’altra, interdetto. Alla fine alzò gli
occhi al cielo ed esclamò, sconfitto
-Sono circondato da nemici in casa mia-
A quelle parole sia Rein che
Thomas risero ancora più forte e alla fine, anche Shade
si lasciò andare ad un sorriso. Quando le risate si affievolirono, soprattutto
quelle di Thomas, Shade si rifece serio
-Thomas, sul serio, cosa ci fai qui?-
Thomas, calmatosi, anche se ancora con il sorriso sulle labbra,
tornò a vestire i panni del capitano delle guardie reali
-Ho fatto quello che mi hai chiesto-
-Di già?-
Thomas annuì
-Quindi?-
-Non ho trovato niente-
Rein vide Shade
bloccarsi di colpo e fissare interdetto Thomas
-Come non hai trovato niente?-
Thomas alzò le spalle
-Vuol dire esattamente quello che ti ho detto: non ho
trovato niente di quello che mi hai chiesto-
-Non è possibile-
-E invece è così-
-Ti ripeto che non può essere possibile perché…-
-È possibile perché a quanto pare, la qui presente principessa
ne ha già fatto incetta, svuotando i giardini reali a quanto detto dal capo
giardiniere-
Rein, sentendosi chiamata in causa
senza motivo, si voltò verso di loro
-Cosa avrei fatto io?-
Shade la fissò assolutamente
meravigliato e sorpreso
-Hai preso tutti i tulipani del giardino reale?-
Rein lo fissò perplesso
-Certo che no!-
-Mi dispiace essere dalla parte del principe, principessa, ma
non è forse vero che da una settimana, tutte le mattine, i giardinieri ti fanno
trovare un vaso nuovo pieno di tulipani freschi?-
Rein guardò perplessa Thomas, ma
si trovò ad annuire
-Esatto. Ho espresso ammirazione per i bei colori dei
tulipani del giardino reale e da una settimana, in effetti, li ho sempre
freschi in camera ora che ci penso-
Thomas annuì alle parole di Rein.
Poi si voltò verso Shade
-A quanto pare, qualche nobile di corte ha saputo che alla
principessa piacciono i tulipani e sembra sia partita una nuova moda a palazzo.
A quanto pare non è ammesso entrare in un appartamento privato e non avere dei
tulipani freschi in bella vista. È scoppiata la così detta “moda del tulipano”.
Ecco perché sono finiti principe-
Rein, sentendo quelle parole, si
meravigliò sorpresa. In effetti, ora che guardava bene, sui tavoli, nei
centrotavola, spiccavano in bella mostra i tulipani, assieme ai crochi, narcisi
e qualche stelo di lavanda. Rein si voltò verso Shade, allibita tanto quanto lui
-Giuro che non lo sapevo. Ho solo detto che mi piacevano e…-
Shade si trovò a scuotere il capo,
più divertito che seccato in realtà
-La colpa è la mia. Dovevo immaginarmelo che, da ora in poi,
ogni cosa che ti sarà gradita porterà ad una nuova moda di corte. Solo non
immaginavo di ritrovarmi senza tulipani. Thomas, qualcuno dovrà andare in paese
e procurarseli-
Thomas annuì
-Avviserò io qualcuno-
-Grazie. E Thomas, mi raccomando…-
-Ha la massima urgenza, lo so. Vado subito. Rein, come sempre, sei la luce delle mie giornate. Mi
raccomando, tartassa un po’ il qui presente principe in mia assenza, conto su
di te-
-Consideralo già fatto-
Rispose sorridendo Rein. Thomas le
sorrise, poi fece un cenno a Shade e si allontanò. Rein si accorse di avere lo sguardo di Shade
puntato addosso così si voltò a guardarlo
-Non mi piace affatto questa cosa-
Disse Shade scuotendo il capo. Rein si trovò a sospirare, sentendosi in colpa
-Mi dispiace, sul serio. Non sapevo di avere scatenato una
gara all’ultimo tulipano. Non sono nemmeno i miei fiori preferiti e…-
Shade scosse il capo
-Non parlavo dei fiori. Certo, è una seccatura improvvisa,
ma sono certo di poterla risolvere-
Rein allora lo fissò perplessa
-Allora cosa non ti piace?-
Rein giurò di avere visto un
accenno di rossore sulle guance di Shade, ma fu solo
per un attimo. Shade la fissò dritto negli occhi
-Tu e Thomas. Non mi piacete affatto insieme e, soprattutto,
così affiatati-
Rein lo fissò poi ridacchiò
-Desolata principe, ma devo dare ragione a Thomas-
-Su cosa?-
-Prenderti in giro è effettivamente molto divertente-
Shade la guardò più sconvolto che
altro. Il principe scosse il capo, sconfitto
-E io che sono pure venuto ad aiutarti oggi. Meglio che
torni al mio lavoro-
Rein ridacchiò divertita
-E ancora una volta devo ridare ragione a Thomas, sei
permaloso-
-Io non sono permaloso-
Disse, quasi ferito. Rein sorrise,
poi si avvicinò a lui. Si guardarono negli occhi
-Se prometto che per tutto il pomeriggio faccio la brava,
rimarrai ad aiutarmi?-
Shade si chinò leggermente verso
di lei, divertito. Rein vide dentro gli occhi di Shade accendersi una strana luce, a cui non seppe dare un
nome preciso.
-D’accordo principessa, accetto il patto. Ma ricordati una
cosa: sono un principe, è vero, ma mi vendicherò per oggi, puoi starne certa-
Rein sorrise e annuì a quelle
parole. Poi, veloce e improvviso, Shade infilò una
mano nella tasca dei suoi pantaloni ed estrasse da essa un piccolo sacchetto di
velluto nero. Senza dirle una parola, glielo porse. Rein,
con un po’ di esitazione, lo afferrò. Con un gesto della mano, Shade le fece capire che doveva aprirlo. Rein, con mano leggermente tremante, prese a sciogliere il
cordino che lo chiudeva e svuotò poi il contenuto sul palmo aperto della sua
mano. Quando vide il contenuto, Rein alzò lo sguardo
su Shade, meravigliata e stupita. Shade
le sorrise
-Non avevo ancora provveduto a farti un regalo di benvenuto,
temo. Scusa il ritardo-
Rein guardò lui e poi tornò a fissare
l’oggetto nella sua mano. Si trattava di una collana, una semplice collana
d’argento con un ciondolo formato da uno zaffiro lavorato a forma quadrata,
circondato da una fila sottile di diamanti. Rein alzò
di nuovo lo sguardo su Shade
-È stupendo-
-Sono contento ti piaccia. So che prediligi le cose
semplici, speravo proprio fosse di tuo gusto-
-Shade io non…-
-Posso permettermi di aiutarti a metterlo al collo?-
Rein non rispose, Shade afferrò il ciondolo dalla mano di Rein
e si portò dietro di lei. Con un movimento quasi impacciato, Shade le fece scivolare la collana attorno al collo. Al contatto
con la pietra fredda, Rein si chinò ad osservare il
ciondolo. Era veramente splendido nella sua semplicità, eppure era impossibile
togliere lo sguardo da esso. La pietra, finemente tagliata e cesellata,
raccoglieva la luce e la rifletteva in modo quasi perfetto. Rein
sentì la mano di Shade sfiorarle il collo e un
brivido le si propagò lungo il corpo. Fu come se il tempo si fosse fermato. Shade fece indugiare un secondo in più la mano e prolungò
quel contatto stranamente terribilmente piacevole. Sarebbero forse rimasti
fermi così per molto tempo se l’improvviso rintocco di un orologio, che segnava
le quattro, non li colse di sorpresa facendoli trasalire. Shade
si allontanò da lei. Rein sentì i passi di lui
allontanarsi, ma la turchina non aveva ancora la forza per girarsi ad osservarlo.
Lasciò passare qualche altro secondo, calmandosi, prima di voltarsi. Shade la stava guardando intensamente, poi lo vide
sorridere
-Sembra fatta apposta per te. Il ciondolo è quasi bello
quanto i tuoi occhi-
Rein sentì le guance imporporarsi
ancora di più e abbassò lo sguardo. Shade fece
qualche passo verso di lei
-A proposito. Credo di non avertelo ancora detto oggi-
Rein alzò timidamente il volto
fino a fissare i suoi occhi.
-Detto cosa?-
-Quanto tu sia bella, se possibile oggi anche più di ieri-
Rein trattenne il fiato e si trovò
a fissare Shade, imbarazzata e lusingata allo stesso
tempo. Il suo cervello stava cercando di elaborare una risposta adatta a tutta
quella situazione quasi surreale, quando Dreamy
comparve, quasi all’improvviso, sulla porta della stanza
-Principessa, i vostri ospiti stanno arrivando. Posso farli accomodare?-
Rein si voltò e guardò Dreamy come fosse un miraggio.
-Io… cosa…-
Fu Shade a prendere in mano la
situazione. Prese la mano di Rein e la accompagnò
vicina all’ingresso.
-Dreamy, siamo pronti-
La rosa si inchinò al principe. Rein
sentì la mano di Shade darle una stretta più forte
che la aiutò a riportarla alla realtà
-Pronta per andare in scena? Sbaglio o c’è una marchesa di
cui prendersi cura questo pomeriggio?-
Rein si trovò ad annuire. Era
vero, doveva concentrarsi e pensare al suo incontro con la marchesa, non aveva
tempo da perdere, al momento, con Shade e con le sue
frasi terribilmente ambigue che le facevano battere il cuore. Doveva essere ora
la principessa Rein, e comportarsi nel miglior modo.
Fece un bel respiro e annuì
-Sono pronta-
Shade annuì
-Che i giochi abbiano inizio allora-
Daphne Marimbon si inchinò
rispettosamente ai due principi.
-Viscontessa, è un piacere rivederla-
Daphne sorrise calorosamente alla principessa
-Il piacere è tutto mio, principessa. Vi ringrazio per
l’invito-
-Sono molto lieta abbiate potuto accettare. Siete sola?
Vostro marito non vi ha accompagnato?-
Daphne si trovò a scuotere il capo
-Purtroppo è stato trattenuto da alcuni impegni di lavoro.
Non potrà partecipare oggi, sono desolata-
Daphne vide Rein farle un sorriso
-Non vi preoccupate, viscontessa, capisco perfettamente.
Sono dispiaciuta per non potere godere ancora della sua compagnia, ma sono oltremodo
felice di rivedervi. A proposito, avete uno splendido vestito-
-Grazie principessa-
Disse Daphne inchinandosi. Quel giorno la viscontessa aveva
scelto di indossare uno dei suoi abiti più eleganti. Era un abito di seta
giallo, dove l’elemento focale era il corpetto, ricoperto di rose di stoffa
dello stesso colore. Daphne aveva voluto indossare quel vestito, non solo
perché era uno dei suoi più raffinati, ma anche perché non voleva sfigurare nei
confronti della marchesa Eldelberry. Quella donna non
le era particolarmente simpatica e voleva assolutamente evitare di farsi
canzonare per un abito troppo dimesso. Così aveva scelto quell’abito ed era
molto contenta che la principessa le avesse fatto i complimenti.
-Dato che siete sola oggi pomeriggio, permettete viscontessa
se vi affido un cavaliere?-
Daphne spalancò gli occhi per la sorpresa alle parole di Shade. Si voltò verso il principe e si trovò a fare un
piccolo cenno con il capo
-Vi ringrazio, altezza, ma non credo di avere bisogno…-
-In realtà credo sarete più un cavaliere voi per lui che non
il contrario-
Lo sguardo interdetto della viscontessa fece sorridere
divertito Shade. Anche Rein
osservava perplessa il principe. Daphne si trovò a fare un inchino al principe
-In questo caso, maestà, come posso tirarmi indietro? Chi
dovrei scortare, se posso chiedere?-
-Credo che sua altezza si stia riferendo a me, viscontessa-
Daphne si voltò e vide comparire al suo fianco il conte di Hoteval. Il conte si stava inchinando ai due reali
-Conte, che sorpresa! Non credevo vi avrei visto qui oggi
pomeriggio-
Esclamò sorpresa la principessa. Il conte Hoteval si aprì in un grande sorriso, mentre si inchinava
alla principessa.
-Non avrei mai osato evitare un evento organizzato da voi,
altezza. Lo considero sempre un grande onore sapere che mi tenete così in un’alta
considerazione da invitarmi-
-Non siate così severo con voi stesso. Apprezzo molto la
vostra compagnia, conte, è sempre un piacere passare del tempo in vostra
compagnia e scambiare due parole con voi-
Daphne vide Philip sorridere alla principessa e
contemporaneamente vide il principe irrigidirsi un attimo osservando quello
scambio di sorrisi tra i due. La viscontessa alzò un sopracciglio perplessa,
mentre un pensiero le passò per la testa. Possibile che il principe fosse
geloso? Senza esitare, Daphne, guidata dal suo istinto, agì. Afferrò il braccio
del conte e gli si mise vicina. L’improvviso contatto fisico fece voltare
Philip verso di lei, meravigliata, ma Daphne era già pronta con un sorriso
-Bene conte, dato che per oggi pomeriggio formeremo una
coppia, spero non vi dispiaccia se ne approfitto fin da subito-
Il conte le fece un cenno con il capo
-Lieto di essere a vostra disposizione-
Daphne gli sorrise poi si voltò verso la coppia reale
-Altezza, non vi tratteniamo oltre. Immagino ci siano altri
ospiti da salutare-
Un sorriso compiaciuto apparve sul volto di Shade e Daphne ebbe come la sensazione di essersi
guadagnata un favore dal principe. Sempre sorridendo si inchinò e trascinò con
se Philip. Il conte, tornato taciturno e serio, si lasciò guidare
-Spero mi vogliate scusare, conte-
Philip la guardò perplesso
-Perdonarvi di cosa?-
-Sembravate molto più contento di parlare con sua altezza
che non di stare in mia compagnia. So di non essere affascinante come la
principessa, per di più sono, ormai, una vecchia donna sposata, ma posso essere
molto simpatica se l’occasione lo richiede-
Philip si irrigidì un secondo
-Ma cosa dite, viscontessa? È un onore essere il vostro
cavaliere per oggi. E non è vero che apprezzo la vostra compagnia meno rispetto
a quella della principessa-
-Vi ringrazio per le parole. Però, permettetemi, ve ne
prego, se vi faccio una piccola osservazione-
Daphne lo fissò e vide Philip interdetto da quelle parole.
-Vi consiglio di fare più attenzione, da ora in poi. Non
sarò, infatti, la sola temo, se continuate coì, a notare che riservate a sua
altezza la principessa dei sorrisi e degli sguardi che nemmeno alla vostra
adorabile cugina vi ho mai visto riservare-
Un leggero velo di imbarazzo passò per le guance di Philip.
Daphne lo fissò, divertita
-Io non so di cosa stiate parlando-
Disse il conte, cercando di sembrare distaccato da quella
situazione. La viscontessa si ritrovò a scuotere la testa, divertita
-Uomini, siete tutti uguali. Non c’è niente di male, conte,
ad ammettere una sincera e genuina ammirazione per la principessa, sapete?
Dopotutto, sono poche le donne così genuinamente incantevoli come lei che
quando se ne incontra una, sarebbe da stupidi negarne la presenza. Tuttavia è
facile fraintendere a volte, non credete? Ammirazione o infatuazione sono
spesso separati da una sottile linea e ad occhi inesperti una cosa può apparire
un’altra-
Daphne fissò i suoi occhi in quelli del conte. Philip era
sempre rigido e ora la fissava con uno sguardo quasi ostile. Tuttavia, dopo
poco, l’uomo si trovò ad annuire
-Viscontessa, è difficile trovarsi in disaccordo con voi su
questo punto-
Daphne non capì bene cosa voleva dire quella frase, tuttavia
capì subito che il conte non desiderava avventurarsi ancora in quel discorso.
Per non rovinarsi un pomeriggio e, soprattutto, non volendosi inimicare Philip,
Daphne si trovò a sorridergli
-Sono lieta di trovare un uomo abbastanza intelligente da
sapere che noi donne siamo sempre nella ragione. Non vi dispiacerebbe insegnare
questa cosa anche a mio marito? Non sa quanti problemi questa cosa mi
risparmierebbe-
Philip sorrise a quelle parole e ridacchiò divertito
-Sarà mia premura riferire questa costa al visconte non
appena lo vedrò-
Daphne ridacchiò poi si guardò attorno per la sala,
guardandola per la prima volta con attenzione
-Devo ammettere che tutto è perfettamente impeccabile e
rispecchia molto lo stile della principessa, non trovate?-
Philip annuì e come attratto da una forza più forte di lui,
Daphne lo vide spostare di nuovo lo sguardo su Rein.
-Non trovare che anche oggi la principessa sia
incredibilmente bella?-
Daphne vide Philip guardare la principessa incantato. Quel
giorno la turchina era particolarmente bella, anche secondo Daphne. Era bella
perché, come la volta scorsa, indossava un abito molto semplice, tuttavia
quella semplicità la faceva risplendere in modo incredibile. Rein, infatti, indossava un abito da pomeriggio con il
corpetto bianco, molto semplice, privo di qualsiasi decorazione, mentre la
gonna, che si apriva morbida, era formata da strati di tulle color celeste.
L’unica decorazione dell’abito era composta da una fascia di fiori ricamati
bianchi posta a celare l’attaccatura della gonna al corpetto. I capelli della
principessa erano stati raccolti in uno chignon ed erano stati fermati da uno
spillone di diamanti. Eppure, il punto focale dell’abito, era la collana che indossava
la principessa, un bellissimo zaffiro blu circondato da diamanti. Daphne guardò
Rein e poi spostò la sua attenzione sul principe,
osservandolo bene. I due erano assolutamente perfetti insieme. Il principe
indossava un paio di pantaloni bianchi, una camicia altrettanto bianca e una
giacca grigia scura sopra, molto elegante, e, nel taschino della giacca, era
stato fissato un fazzoletto giallo, colore della famiglia reale. Era anche il
principe in abiti semplici, come d'altronde era sempre solito vestire, ma
proprio quella semplicità, priva di fronzoli inutili e di ricami particolari lo
rendevano ancora più affascinante e non facevano altro che far risplendere la
naturale bellezza di Shade
-Certo che insieme sono proprio una bella coppia, non
trovate conte?-
Daphne si voltò verso Philip e lo vide annuire, con uno
sguardo fin troppo serio.
-Conte state bene?-
Philip annuì
-Si certo-
La viscontessa stava per parlare quando un improvviso
silenzio avvolse la sala. Daphne si voltò verso l’ingresso e vide la causa di
quell’improvviso silenzio. Sulla porta, infatti, erano comparsi i coniugi Eldelberry. Era indiscusso il fatto che loro fossero gli
ospito d’onore di quel pomeriggio e la viscontessa si accorse che la marchesa
non solo ne era perfettamente consapevole, ma sembrava provare anche un certo
piacere nell’essere al centro della scena. I due coniugi avanzarono nella
stanza e si inchinarono perfettamente davanti ai due principi. La marchesa era
assolutamente perfetta e impeccabile quel pomeriggio. Indossava un abito di
chiffon bianco ricamato con dei fiori color turchesi, un evidente omaggio alla
principessa Rein. I capelli erano stati raccolti in
uno chignon in modo da far risaltare gli orecchini, due pendenti di diamanti
che catturavano la luce e la riflettevano illuminandole il volto. Il tutto era
completata dalla collana, anch’essa di diamanti, che ornava il collo della
donna. Il marchese, invece, indossava un abito grigio chiaro. I pantaloni erano
lisci, privi di decorazioni, come la camicia, anch’essa bianca. Sopra di essa
il marchese indossava una giacca, anch’essa grigia chiara, interamente ricamata
a disegno damasco. I ricami erano stati fatti con una totalità di grigio più
scuro rispetto alla base della giacca, in modo che fossero chiari e nitidi e
risaltassero, nonostante il tutto fosse un tono su tono. Tuttavia, l’elemento
distintivo del marchese era la grande spilla dorata di famiglia, quella con lo
stemma familiare dei marchesi di Eldelberry,
tramandata di generazione in generazione, appuntata al petto.
-Sono una coppia decisamente ben assortita devo dire-
Commentò Daphne.
-Come fate a dirlo?-
La viscontessa abbassò leggermente la voce in modo da farsi
sentire solo da Philip
-I vestiti-
Il conte la guardò non capendo
-Cosa hanno i loro abiti?-
-Di gran pregio, molto ricercati e incredibilmente costosi-
-E con questo? Sono marchesi dopotutto-
-Sono dei narcisisti-
-Viscontessa!-
Daphne sorrise divertita di fronte allo sguardo sconvolto
del conte.
-Conte, non vi scandalizzate, soprattutto per una verità.
Guardate i nostri principi: bellissimi ed eleganti senza esagerare. Riescono ad
essere al centro dell’attenzione senza troppi fronzoli o ricami. E non mi dite
che questo succede solo perché sono dei reali. Invece osservate i marchesi,
sono indubbiamente due bellissimi ragazzi anche loro, ma hanno voluto
sottolineare con l’eleganza eccessiva dell’abito non solo la loro bellezza, che
è innegabile devo ammettere, ma anche il loro status sociale. Con i diamanti al
collo della marchesa, conte, credo potreste mandare avanti il palazzo almeno
per un anno intero-
Philip si trovò, nonostante la disapprovazione di fare un
discorso simile in pubblico, ad annuire alla logica della viscontessa, che era,
indubbiamente, schiacciante. Ed effettivamente il conte avrebbe potuto mandare
avanti per molto tempo le finanze dello stato con il controvalore di quei
diamanti.
-Credo proprio che abbiate ragione-
-Certo che ho ragione, conte. Sono in società da troppo
tempo ormai per non vedere certi comportamenti. Ed è questo uno dei motivi per
cui quella coppia non mi piace-
-Solo perché sono narcisisti?-
Daphne scosse il capo
-No conte, non è solo per quello. È ciò che trasmettono con
il loro comportamento-
-Che sarebbe?-
-Che sono disposti a tutto pur di ottenere qualsiasi scopo-
-E questo lo avete capito solo dai loro vestiti? Mi sembrate
un po’ prevenuta verso di loro, viscontessa-
Daphne scosse il capo
-No, non si tratta di essere prevenuta. È più che altro una
sensazione. Perdonatemi conte, so di non esprimermi bene a parole solo… non so,
il solo guardarli mi fa venire una sensazione di pericolo. Come se dovessi
stare il più possibile lontana da loro-
Philip la guardò interdetto. Lui non era certo un tipo che
basava i suoi giudizi sulle sensazioni. Lui preferiva i fatti
-Però dovete ammettere che la reputazione che li circonda è
impeccabile-
Daphne annuì
-Si, non mi permetterei mai di dire il contrario, almeno per
il momento. Onestamente nessuno si è mai permesso di parlare male della coppia,
anche perché chi mai oserebbe mettersi contro la famiglia Eldelberry?
Solo che, non lo so conte, chiamatelo intuito femminile, ma se potessi
scegliere, lo ripeto, li eviterei il più possibile-
Philip la guardò
-Eppure siete qui oggi pomeriggio. Potevate anche evitare di
accettare l’invito della principessa se aveste voluto evitare i marchesi-
-Sappiamo entrambi che ci sono situazioni in cui non si è
liberi di scegliere. Ovviamente non posso dire che sono qui contro la mia
volontà. Provo una sincera ammirazione per la principessa e apprezzato
veramente la sua compagnia e l’onore che mi concede, ma conte, siete un uomo
pragmatico e intelligente, perciò con voi non mi nasconderò. Sono una
viscontessa e devo ammettere che non ho mai avuto molti agganci giusti nella
cerchia di nobili. Potete capire benissimo come un invito di una altezza reale
possa rappresentare per me la possibilità di stabilire dei contatti
interessanti e di acquisire una certa rilevanza presso i nobili-
Daphne vide Philip annuire alle sue parole
-Capisco perfettamente cosa intendete. Ma vi dico che riesco
a vedere chiaramente che non siete qui solo per puro scopo egoistico-
-Inoltre, mio marito si occupa di commercio e, da ministro
delle finanze, dovreste sapere meglio di me che i migliori compratori sono
proprio i nobili-
Philip annuì
-Si, e avere conoscenze altolocate può agevolare vostro
marito nel suo lavoro e aumentare enormemente anche le vostre finanze. E con
questo ottenere uno stile di vita decisamente migliore. Perdonate le mie
parole, ma data la vostra franchezza ho deciso di parlare liberamente-
Daphne sorrise al conte
-Nessun problema, conte, e poi avete ragione. Quindi sapete
e capite perché sono qui oggi, o almeno, una parte della mia motivazione per essere
qui-
-Una parte è chiara. Ma l’altra sarebbe?-
-Conte, guardatevi intorno. Chi vedete qui assieme a noi?-
Philip guardò in giro per la stanza e si soffermò solo in
quel momento ad osservare i volti dei presenti.
-Sbaglio o sono tutte persone che ruotano attorno alla marchesa?-
Daphne annuì
-Esatto. La principessa ha invitato principalmente membri
della nobiltà amici della marchesa, tranne qualche eccezione-
-Tipo noi due-
-Si. Poi immagino avrete saputo della grande esclusa di
questo pomeriggio-
-Parlate della contessa Gaumont?-
-Proprio di lei. Trudy è stata volutamente lasciata fuori
dalla principessa, non l’ha voluta qui questo pomeriggio-
-E voi come fate a saperlo?-
-Perché me lo ha detto proprio la contessa-
-E la contessa come faceva a saperlo?-
Daphne sorrise e indicò con il capo la principessa Rein
-Perché la principessa è stata molto astuta. Forse non lo
sapete, conte, ma tra la contessa Trudy e la marchesa non corre proprio quello
che potremmo chiamare buon sangue, tuttavia il motivo è un mistero. Trudy non
si è voluta confidare con me e nemmeno con la principessa da quello che so-
-E questo cosa c’entra con la principessa?-
-Conte, siete un uomo intelligente, direi che vi ho dato fin
troppe informazioni per farvi capire la situazione da solo-
Philip la guardò, non offeso dalle sue parole, ma sorpreso.
Daphne sorrise vedendolo così. Forse suo marito aveva ragione quando le diceva
che essere troppo dirette poteva essere controproducente per lei, ma qualcosa
le diceva che l’approccio sincero con Philip era il modo più giusto. Infatti,
le sue teorie furono confermate dal sorriso quasi divertito comparire sul volto
del conte
-Questo pomeriggio è tutto per la marchesa e la principessa
non ha voluto invitare Trudy perché voleva far capire che non concede preferenze
di nessun tipo e verso nessuno-
-Esattamente-
Philip le sorrise e tornò a guardare le due coppie al centro
dell’attenzione, che incuranti degli sguardi su di loro continuavano a parlare
tranquillamente. Anche Daphne si voltò a fissarli
-Tuttavia viscontessa, non mi avete ancora spiegato esattamente
perché siete qui per supporto morale-
-Perché, a quanto pare, ero la sola disponibile oggi-
-In che senso?-
-La contessa Trudy non è stata invitata per il motivo che
sappiamo, vostra cugina è tornata a casa e anche la contessa Alambert è tornata a casa, o meglio, è stata fortemente
richiamata dal padre a casa. Infine la baronessa di Ugival
è andata a trovare il figlio. A quanto pare, conte, ero la sola dama abbastanza
in amicizia con la principessa ad essere presente a corte questo pomeriggio-
-In tutta onesta, viscontessa, sono contento ci siate qui
voi quest’oggi-
Daphne sgranò un attimo gli occhi meravigliata. Philip la
guardò negli occhi e annuì, seriamente convinto delle sue parole
-Lo penso davvero, viscontessa. Se fossi stato qui con mia
cugina, non mi sentirei forse così tranquillo come lo sono con voi-
-Vi ringrazio conte-
Daphne si trovò a sorridergli grata
-Potete chiamarmi Philip, se preferite. Dopotutto sono il vostro
cavaliere per oggi, mi sembra il minimo che la dama che accompagno possa
chiamarmi con il mio nome-
-Se non fossi già sposata, potrei pensare che vogliate fare
colpo su di me, Philip-
Philip sgranò gli occhi un attimo per la sorpresa, poi però
si trovò a sorriderle
-Ripeto le mie parole. Sono lieto che siate con me oggi,
avete certamente il carattere per tenere testa alla marchesa se l’occasione si
presentasse-
-Su questo non abbiate dubbi. Potrei farlo anche con la
regina se la situazione lo richiedesse, di certo non mi farò fermare da una
ragazza di vent’anni che si è ritrovata marchesa da nemmeno un anno, se la
situazione lo dovesse richiedere. E Philip, se io posso chiamarvi per nome, anche
voi potete farlo. Quindi basta con viscontessa, vi prego-
Philip la guardò un attimo perplesso
-In realtà non dovrei… siete una donna sposata e vostro
marito non è presente e…-
-Philip, conosco mio marito abbastanza bene da sapere che
non verrà a sfidarvi a duello per avermi chiamato per nome. Anche perché impacciato
com’è finirebbe infilzato sulla sua stessa spada-
Philip ridacchiò a quelle parole e anche Daphne sorrise. Si suo
marito era un impacciato pasticcione e ingenuo visconte, ma era un uomo buono,
onesto, sincero che l’aveva conquistata con i suoi modi gentili e cortesi,
piuttosto che pararsi dietro un titolo nobiliare.
-Conte, so che le mie parole verso di lui sono sempre aspre
e di disapprovazione e so che Daniel fa lo stesso nei miei confronti, quindi
dall’esterno potrà non sembrare, ma siamo una coppia solida io e quello zuccone.
Non saranno certo due pettegolezzi sul fatto che vi permetto di chiamarmi con
il mio nome di battesimo a fare vacillare il nostro matrimonio-
Philip la fissò sempre poco convinto ma alla fine annuì. I
due rimasero in silenzio per qualche secondo. Daphne spostò lo sguardo proprio
nel momento in cui la coppia dei marchesi si allontanava dalla coppia reale. Daphne,
cogliendo in un lampo la situazione che si stava presentando, approfittò di
quel momento per prendere il braccio di Philip
-Philip è il momento di servire la corona-
-Cosa?-
Daphne alzò brevemente gli occhi al soffitto
-Uomini tutti uguali. Conte, sfoderate il vostro migliore
sorriso di circostanza e siate pronto a sopportare chiacchiere vuote e monotone
su quanto la vita sia difficile per noi poveri nobili. Si va in scena-
Philip sorrise, leggermente divertito e annuì
-Cercherò di fare del mio meglio-
Rein si voltò verso Shade, bisbigliando per non farsi sentire
-Sono una pessima principessa se dico che vorrei già
andarmene da qui?-
Shade le sorrise
-Direi di si-
-Ricordami esattamente, perché ho deciso di organizzare
questo evento?-
-Non ti sei confidata con me su questo quindi non lo so. Io
ho solo visto comparire una richiesta sulla mia scrivania per l’uso di questa
stanza per oggi pomeriggio scritta e firmata da te. Ma oserei dire che stai
facendo tutto questo per dovere, credo, dovendo azzardare una opinione-
Rein lo guardò fintamente
irritata, ma alla fine sospirò, annuendo
-Giusto il dovere. Quindi immagino non me ne possa andare-
-Se desiderate, altezza, posso creare un diversivo. Ma credo
che la vostra assenza sarebbe, come dire, leggermente notata-
Rein si voltò di soprassalto e
vide il volto sorridente di Daphne
-Viscontessa! Mi avete spaventata-
-Chiedo scusa, altezza, non volevo spaventarvi-
Rein scosse il capo
-No non vi preoccupate, sono io che mi sono distratta…-
Rein sentì un leggero imbarazzo
invaderla. Si era fatta sorprendere in un momento decisamente poco principesco.
Rein sentì Shade
ridacchiare e si voltò verso di lui, incenerendolo con lo sguardo mentre un
lieve rossore si diffondeva sulle sue guance. Per tutta risposta, Shade le fece l’occhiolino. Sconvolta per la presa in giro,
Rein si rivoltò verso Daphne ma lo sguardo divertito
della viscontessa le fece capire che stava per arrivare l’ennesima presa in
giro del pomeriggio.
-Come vi capisco principessa. Avendo a fianco il nostro bel
principe, anche io sarei distratta-
Daphne sorrise divertita. Shade,
sentendo quelle parole, si produsse in un inchino per la viscontessa
-Viscontessa, grazie per le vostre parole. Se non sapessi
che siete irrimediabilmente sposata, non esiterei qui e ora a farvi la proposta-
Daphne si inchinò, divertita ma anche lusingata per quelle parole.
-Prego, altezza. Anche se, e spero non me ne vogliate, credo
sarebbe stato più corretto rispondere che noi signore siamo decisamente più
affascinanti e che attiriamo gli sguardi di tutti. Ma capisco che abbiate
ancora da imparare su certi aspetti, vostra altezza-
Rein vide Shade
sorridere divertito alla donna e annuire, stando al gioco.
-Avete perfettamente ragione, viscontessa. Chiedo umilmente
scusa-
-Non vi preoccupate, vi perdoniamo, giusto principessa? Dopotutto,
anche se principe, siete pur sempre un uomo e da donna sposata posso affermare
che noi signore siamo decisamente superiori a voi, in tutto. Dico bene principessa?-
Rein, travolta dal fiume di parole
di Daphne, si trovò ad annuire, anche se poco convinta se la donna stesse effettivamente
scherzando o parlando seriamente. Tuttavia, i sorrisi di Shade
e Philip la fecero propendere di più per la prima possibilità e quindi si trovò
a sorridere anche lei, più convinta.
-Viscontessa, vi vedo in ottima compagnia del conte, ma
posso sperare di potere parlare con il mio ministro per un istante?-
-Certo altezza, io rimarrò qui con la principessa, se lei lo
desidera-
Rein fece un cenno affermativo con
il capo. A quel gesto, i due uomini si allontanarono di qualche passo,
iniziando a parlare in modo fitto.
-Direi che siamo state lasciate sole, viscontessa-
-Principessa-
Rein si voltò a guardarla,
distogliendo lo sguardo da Shade. Daphne si era fatta
seria in volto
-Principessa, so che non conta molto ma… oggi sono qui per
servirvi. Non siete sola contro quella donna-
Rein si trovò a sorridere
dolcemente alla donna. Non disse niente, fece solo un cenno con il capo, grata
e lieta di quel supporto. Si voltò verso Fanny, che sorrideva conversando con
alcune dame. Sembrava essere talmente padrone della situazione e così al centro
di essa, che quasi sembrava come se fosse lei la principessa e non Rein. La turchina prese un bel respiro e una strana
sensazione di irritazione le prese il sopravvento. Non si sarebbe certamente
fatta oscurare al suo ricevimento da una delle sue invitate, soprattutto se
quella donna era Fanny. Rein prese il braccio di
Daphne
-Venite con me viscontessa. E’ il momento di andare in
azione-
-Come desiderate-
Le due donne si avviarono verso Fanny. La marchesa,
vedendole arrivare, si fece silenziosa e aspettò. Rein
sfoderò il suo sorriso più abbagliante
-Signore, che ne dite di sederci ad un tavolo e continuare
la conversazione davanti ad una tazza di the?-
Le dame annuirono entusiaste. Fanny si inchinò leggermente
-Principessa, credo di potere parlare a nome di tutte
dicendo che ci state facendo un grande onore e che è un onore sederci con voi-
-Vi ringrazio marchesa. Accomodiamoci allora-
Rein si diresse ad un tavolo e
prese posto. Al suo fianco si sedettero, da un lato la marchesa, dall’altro, su
suo preciso ordine, si sedette Daphne. Le altre presero lentamente posto a
sedere
-Signore, spero non vi offendiate se faccio sedere al mio
fianco la viscontessa Marimbon, ma ho scoperto di
apprezzare molto la sua compagnia-
Fanny le sorrise, ma una leggera tensione si poteva vedere
serpeggiare nei suoi occhi
-Affatto principessa, dopotutto siete libera di fare ciò che
più preferite-
Rein ridacchiò alle parole di Fanny,
fintamente divertita e perfettamente consapevole che nessuna di loro si sarebbe
mai potuta opporre ad un suo desiderio diretto. Ogni tanto essere una
principessa poteva avere i suoi vantaggi.
-Grazie marchesa. Allora, signore, ci sono alcuni
pettegolezzi che meritano la mia attenzione? Credo ultimamente di avere passato
così tanto tempo con la principessa Milky da essere
rimasta totalmente lontana dalla vita sociale di palazzo-
A quelle parole, le dame furono come accese da un fuoco
improvviso. Presero a chiacchierare degli ultimi avvenimenti degni di nota del
palazzo e raccontarono i pettegolezzi più succosi e divertenti. I camerieri approfittarono
di quel momento per iniziare a servire il the ai presenti e con la coda
dell’occhio, Rein vide Shade
accomodarsi con gli uomini presenti al ricevimento. La turchina si lasciò
andare ad un sorriso compiaciuto. Tutto sembrava stare andando nel migliore dei
modi. Forse quel pomeriggio non sarebbe stato così difficile e pericoloso come
aveva pensato.
Era ormai trascorsa un’ora da quando tutte avevano preso
posto al tavolo e il ricevimento era ufficialmente iniziato. Dopo una considerevole
dose di pasticcini, tazze di the e di pettegolezzi di corte, Fanny si rese
conto che era arrivato il suo momento giusto per iniziare quello che doveva
essere il vero motivo di quell’incontro pomeridiano.
-Principessa posso permettermi di farvi una domanda che noi
dame ci stiamo ponendo da qualche tempo ormai?-
Rein si voltò sorridente verso Fanny
-Ma certo, marchesa. Chiedete pure-
-Spero perdoniate la domanda diretta e sfacciata ma è vero
che state per scegliere le vostre dame di compagnia?-
La turchina per poco non lasciò cadere la tazza di the che
teneva in mano. Guardò allibita Fanny
-Come? Dame di compagnia?-
Fanny annuì
-Esatto principessa. So che anche nell’eventualità non
potreste dirci molto, ma dato che vi abbiamo visto partecipare ad alcuni eventi
di corte e vi abbiamo visto conversare con parecchie dame e parlare spesso con
la regina e visto anche che avete deciso di organizzare un evento voi stessa io
e le altre signore qui presenti pensavamo che questo fosse tutto un modo per
conoscere meglio le dame della nobiltà in modo da potere presto sceglierne
qualcuna per diventare, appunto, vostra dama di compagnia-
Il sorriso dolce di Fanny provocò un brivido lungo il corpo
di Rein. Era vero, tuttavia, che la principessa aveva
parlato con la regina della possibilità di scegliere delle nobildonne come dame
di compagnia, ma ancora non ci aveva pensato seriamente ne sembrava che la
regina spingesse in tal direzione. Soprattutto, era abbastanza evidente a tutta
la corte che la principessa non conoscesse abbastanza bene nessuna da potere
pensare di scegliere come sua aiutante e confidente. Era un ruolo che non
poteva essere affidato così facilmente. L’atmosfera al tavolo si era fatta
leggermente tesa e le presenti osservavano le due donne con curiosità e
apprensione mischiate tra loro.
-In tutta onestà, marchesa, e spero di non creare del
disappunto in ognuna delle presenti, ammetto che in questo momento non ho
alcuna intenzione di prendere delle dame di compagnia-
Fanny, pur mantenendo uno sguardo gioviale e tranquillo, non
poté impedire alla sua voce di uscire con un tono leggero di disapprovazione in
esso
-Ma come principessa, non sentite la mancanza di avere qualcuno
al vostro fianco che vi aiuti nelle piccole questioni quotidiane?-
Rein guardò un secondo interdetta
la marchesa, come a sottolineare un leggero disappunto nei suoi confronti per
avere replicato ad una sua affermazione, poi scosse il capo
-Al momento, marchesa, la mia unica preoccupazione
quotidiana è l’insegnamento della principessa Milky
e, come ben sapete, sono la sola a doverlo fare. Dubito come avere delle dame
di compagnia mi possa aiutare in tal senso-
Un mormorio di assenso si diffuse tra le dame del tavolo.
Tuttavia una donna, una contessa amica di Fanny, si intromise
-Perdonate, principessa, ma come fate, allora, ad avere il
tempo di organizzare anche questo evento se vi interessate solo dell’istruzione
della principessa Milky?-
Rein la guardò, ma prima che
potesse rispondere, intervenne Daphne
-Perdonatemi, contessa Grafitel,
se rispondo io per la principessa, ma forse non siete al corrente che le
lezioni della principessa si svolgono solo la mattina, dato che la nostra
principessa Milky passa il pomeriggio ad esercitarsi
con la danza e con la scherma?-
-La scherma?-
Chiese allibita la contessa. Sia Daphne che Rein annuirono
-Ma è uno sport da uomini!-
Concluse la contessa, scandalizzata. Sia Rein
che Daphne alzarono un sopracciglio
-Da uomini? Che non vi senta mia madre, contessa. Lei adora
la caccia, e se non sbaglio un’ottima cacciatrice è la madre del marchese Eldelberry, dico bene marchesa? Sono in errore o non è
forse vero che vi ha organizzato una battuta di caccia di otto giorno per il
vostro matrimonio?-
Fanny annuì alle parole di Daphne
-Esatto viscontessa. La madre di mio marito ha organizzato
una battuta di caccia straordinaria, devo dire, nei boschi della tenuta. E
siete ancora nel giusto nell’affermare che sia un’ottima tiratrice. Ho avuto
l’onore di vederla in azione e non ha mai sbagliato un colpo. Ci siamo molto
divertite ed è stato un regalo di nozze splendido-
-Marchesa, anche voi avete cacciato?-
Chiese sconvolta la contessa Grafitel.
Fanny le regalò un sorriso glaciale
-Esatto contessa. Sono piuttosto abile con il fucile, ma
ammetto di essere migliorata molto grazie a mio marito. E concordo con la
viscontessa, credo sia superata, ormai, la distinzione tra uomini e donne per
quanto riguardi hobbies e discipline. Ma principessa, voi cosa ne pensate?-
-Concordo con voi, marchesa. D’altronde, vorrei ricordare
che ogni decisione presa a palazzo porta con se l’autorizzazione reale di sua
maestà la regina, quindi se sua maestà approva che la figlia faccia scherma chi
siamo noi per poterci opporre? Dopotutto sua maestà è nota per la sua saggezza,
dico bene?-
Il commento di Rein provocò
un’altra ondata di assenso. La contessa Grafitel si
ritrovò costretta ad annuire, tuttavia il suo volto faceva trasparire una certa
contrarietà. Rein si ritrovò a sorridere mentre
portava la tazza di the verso la sua bocca. Era piacevole zittire, ogni tanto,
qualcuno che se lo meritava.
-A proposito di scherma, ho sentito dire che alcune
cameriere sono state riprese per avere perso tempo a guardare gli allenamenti
mattutini del principe. Da quello che mi ha raccontato la mia cameriera, il
capitano delle guardie è stato costretto a imporre al principe un allenamento a
porte chiuse, dato le lamentele che aveva ricevuto per ritardi o il fatto che
le cameriere si attardassero troppo a guardarli-
Disse una dama seduta di fianco alla contessa di Grafitel. Rein si domandò se in
realtà Thomas non avesse chiuso gli allenamenti per non farsi ribeccare in una
posizione compromettente come li aveva sorpresi lei. Al ricordo si ritrovò a
sorridere, divertita
-Vi fa piacere questa notizia, principessa?-
Chiese Fanny, vedendola sorridere. Rein
si voltò verso di lei
-Perdonatemi, marchesa, credo di essermi un attimo persa nei
miei pensieri-
Fanny le sorrise. A quanto pareva, la marchesa non perdeva
un solo istante gli occhi da lei. Doveva ricordarsi di stare più attenta e
circospetta. L’ultima cosa che desiderava era dovere spiegare cosa ci facesse
lei una mattina nella palestra delle guardie reali con Shade
e Thomas. Anzi con uno Shade a petto nudo per essere
precisi.
-In realtà ammiro molto la principessa Milky.
Sarebbe piaciuto anche a me prendere lezioni di scherma, di sicuro sarebbe
stata una piacevole distrazione da altre lezioni piuttosto…noiose-
Disse Daphne, riportando l’attenzione generale su di lei.
Quasi tutte le dame ridacchiarono e anche la principessa si trovò ad annuire e
a sorridere a quelle parole. Vedendola annuire la marchesa non perse tempo
-Trovo difficile pensare a voi annoiata durante qualche
lezione, principessa-
Rein si voltò verso di lei e
questa volta una leggera nota di disappunto era chiaramente visibile sul suo
volto
-Non capisco bene cosa vogliate sottintendere marchesa-
Fanny, improvvisamente tesa e notando il tono ostile di Rein, cercò un attimo di rimediare la situazione
-Perdonatemi principessa, non intendevo mancarvi di rispetto
o altro. Dico solo che la vostra fama vi precede. Sappiamo tutti la vostra
sconfinata passione per la lettura e l’apprendimento, è difficile immaginarvi
annoiata-
Rein si trovò a sorridere cordiale
-Marchesa, vi assicuro che anche noi principesse ci annoiamo
e io non faccio eccezioni. Anzi, sono costretta ad ammettere che una delle
lezioni che odiavo di più quando avevo l’età di Milky
era quella di danza. Non mi piaceva proprio, avrei volentieri voluto fare altro
e ora che ci penso la scherma poteva essere una valida alternativa-
-Odiavate danzare?-
Chiese visibilmente sconvolta la marchesa. Rein annuì
-Assolutamente si. Non mi piaceva proprio, sbagliavo un
sacco di volte i passi e ho decisamente portato all’esaurimento nervoso il mio
maestro di danza assieme a mia sorella… tuttavia dopo molta fatica, ho imparato
e crescendo ho apprezzato sempre più il ballo. Ora adoro ballare-
Rein sorrise al ricordo. Si era
improvvisamente ricordata di una volta, dove lei e sua sorella avevano fatto
impazzire tutto il palazzo alla loro ricerca. Infatti le due erano riuscite a
scappare, eludendo le guardie, fino a trovarsi fuori dal palazzo, e si erano
godute un pomeriggio all’avventura e all’aria aperta, invece di stare in quella
stanza chiusa a riprovare all’infinito le figure del valzer. Ovviamente, quando
erano state riprese, perché le guardie le avevano riprese, sua madre le aveva
sgridate così tanto che quando aveva finito l’ora della cena era
abbondantemente passata. Ed erano state costrette a recuperare la lezione, fino
a notte fonda.
-Sembrate ricordare qualcosa di piacevole-
Le disse Daphne. Rein annuì
-Si è esatto. Perdonatemi, mi sono lasciata un attimo
trasportare all’infanzia e ai ricordi-
Le donne al tavolo sorrisero. Una di loro, la contessa Warterton, una donna che non aveva detto molte parole
dall’inizio dell’evento, con voce timida le parlò
-Come è stata la vostra infanzia nel regno del Sole,
principessa? Immagino sia tutto molto diverso rispetto al vostro regno-
Rein scosse la testa
-In realtà non così diverso, contessa. I palazzi reali alla
fine si assomigliano un po’ tutti, così come il tipo di educazione insegnato.
Parlando con altre principesse, mi sono resa conto che facevamo tutte più o
meno le stesse cose. Ovviamente parlo per quanto riguarda l’educazione
femminile, sulla maschile, ammetto, non ne so gran che-
-Volete dire che non ci sono molte differenze?-
-Ovviamente ce ne sono, non intendevo dire questo, solo che
certe dinamiche, certe situazioni, sono le stesse. Ovviamente abbiamo
tradizioni diverse o festività diverse, questo è ovvio, ma per quando riguarda
certi concetti educativi come etichetta, cerimoniale di corte, lezione di
ballo, materie insegnate, ricamo o equitazione… sono cose tutte piuttosto
simili. Per questo la cerimonia di selezione di una principessa istitutrice è
sempre stata possibile nel nostro pianeta, proprio per queste similitudini. Se
avessimo avuto educazioni troppo diverse come avrebbe potuto una principessa
straniera insegnare ad un'altra? È anche vero però che proprio questa pratica
ha anche permesso che certe cose fossero uguali in ogni regno-
-Cosa intendete dire?-
Chiese la contessa Warterton,
curiosa
-Una volta questa pratica era molto più diffusa.
Praticamente, ogni principessa era educata quasi sempre da un’altra altezza
reale, e molto spesso capitava che la principessa istitutrice rimanesse poi
sempre nel regno dove era stata selezionata. Questo scambio quasi continuo che
c’è stato a fatto si che molti aspetti diventassero gli stessi, dato che il
sapere di principesse si tramandava da una all’altra, quasi con costanza. Poi
piano piano la tradizione si è andata perdendo, e i regnanti non hanno più
scelto questo metodo di educazione. Si è preferito ricorrere a istitutori
privati o le stesse regine erano coloro che si occupavano dell’educazione delle
loro figlie-
-Fino a quando la nostra regina non ha scelto voi e ha
riportato in vita questa antica tradizione, scegliendo voi come principessa
istitutrice-
Rein si voltò verso Fanny. La
marchesa la guardava sorridente. Rein non capì bene
cosa volesse dire Fanny con quella frase, non sapeva se interpretarla come un
complimento o un attacco. Ma prontamente, la viscontessa Daphne intervenne
-Sono stati i sette saggi a scegliere la principessa,
marchesa, non sua maestà. Ma forse, dato che eravate occupata con il matrimonio
non avete avuto modo di seguire con attenzione il tutto. Permettetemi di farvi
un breve riassunto. Sua maestà non ha mai avuto voce nella scelta. La regola vuole
che il consiglio dei saggi decida in completa autonomia per evitare favoritismi
tra una corona e l’altra, quindi anche se sua maestà avesse voluto la
principessa Rein, se i saggi non l’avessero ritenuta
idonea non sarebbe stata scelta, al suo posto potremmo avere, per esempio, la
principessa Lione del regno di Meramera o la
principessa Sophie del regno del Mulino a Vento. Dico bene principessa?-
Rein annuì alle parole di Daphne
-Esattamente. Sono i saggi a condurre l’esame e loro a
scegliere la fortunata. E una volta presa la decisione nessuno può opporsi,
nemmeno i genitori della principessa selezionata-
-Ma sua maestà quel giorno è intervenuta, dico bene? Non è
ciò che si dice nel regno che lei ha richiesto espressamente la volontà di
avere voi qui nel regno?-
Rein si voltò verso la marchesa.
Questa volta non vi era nessun accenno di simpatia nel suo volto. Rein la fissò con il suo sguardo più severo e autoritario.
In quel momento parlava una altezza reale, una principessa
-Marchesa, spero vivamente che non stiate per caso
insinuando che sua maestà la regina possa in alcun modo avere influenzato i
saggi. Sarebbe un’accusa gravissima da avanzare e temo che un tale affronto
possa essere interpretato come un attacco personale alla corona-
Rein vide Fanny deglutire un paio
di volte. Era chiaro che la marchesa fosse in evidente difficoltà e sembrava
che nessuna delle dame sedute al tavolo sarebbe mai intervenuta in suo aiuto. Anche
se le parole di Fanny avevano riportato ciò che ogni nobile del regno affermava
a porte chiuse, ovvero che fosse stato espresso desiderio della regina avere Rein nel palazzo, avere il coraggio di affermarlo davanti
alla principessa Rein era una cosa che nemmeno la
nuova marchesa di Eldelberry si poteva permettere.
Offendere la famiglia reale era peggio che averla come nemica: essere nemici
poteva creare due fazioni opposte, offendere voleva invece mettersi in una
posizione talmente di svantaggio che nessun titolo avrebbe mai potuto ribaltare
la situazione. Così la marchesa fu costretta ad inchinare il capo e arrendersi.
-Certamente no, altezza, non mi permetterei mai. Riportavo
solo alcune voci di corridoio dette ovviamente da persone che non conoscono
bene i fatti. Spero nessuna delle presenti possa anche solo dubitare della
lealtà mia e della mia famiglia verso la corona-
-Ne ero certa marchesa-
Si limitò a dire Rein, chiudendo
la discussione. Un silenzio abbastanza pesante calò sul tavolo, mentre le
signore si affrettavano a bere il the dalle loro tazze. Rein
si godette per qualche istante il suo successo personale. Non aveva fatto
molto, ma essere riuscita non solo a zittire la marchesa, ma di essere stata
capace di avere evitato di portare il discoro dove voleva la donna le fece
provare un senso di orgoglio. Tuttavia, come padrona dell’evento, non poteva
permettersi di fare andare via le dame con quell’espressione contrita,
soprattutto non poteva permettersi che le voci di una sua aperta antipatia
verso la marchesa circolassero ancora più numerose. Così indossò di nuovo il
suo sorriso più affabile e si rivolse proprio verso Fanny
-Marchesa, perdonatemi ma è da quando siete entrata che
desidero chiedervelo. Dove avete acquistato un abito così meraviglioso? Se non
sbaglio è chiffon giusto? Ammetto di non averne mai visto uno così bello come
il vostro-
Gli occhi di Fanny si accesero di gioia per quella domanda e
per essere tornata al centro dell’attenzione
-Si vostra altezza è chiffon, e grazie per le vostre parole.
Ma il vostro abito è decisamente più bello e raffinato del mio-
-Sciocchezze, so riconoscere un ottimo capo quando ne vedo
uno e voi lo avete. Dovete assolutamente dirmi dove lo avete trovato-
Fanny sorrise e iniziò a parlare. Tutte le presenti al
tavolo si trovarono a fare un piccolo sospiro di sollievo per la tensione
allontanata. L’unica ad avere, forse, intuito i pensieri reali della
principessa era Daphne che osservando la turchina intraprendere una
conversazione su merletti, pizzi e stoffe, si lasciò andare ad un sorriso
ammirato e si ritrovò a pensare che con la principessa a corte, il divertimento,
finalmente, era iniziato.
Shade osservava sorridente Rein tenere banco al tavolo delle signore. Sembrava
totalmente padrona della situazione e perfettamente a suo agio. Era piacevole
vederla così, finalmente al centro dell’attenzione che si meritava. Ad un
tratto, Rein spostò lo sguardo su di lui e i due, per
una breve frazione di secondo, si scambiarono un sorriso. Shade
alzò la tazza di the, come a volerle fare un brindisi, e lei, per tutta
risposta, lo guardò scuotendo leggermente la testa, ma sorridendogli sempre.
Poi quel breve istante tra loro finì, quando Rein
spostò la sua attenzione su Daphne, per rispondere ad una domanda che le era
stata rivolta dalla donna. Anche Shade fu così
costretto a riportare l’attenzione alla meno piacevole conversazione del suo
tavolo. Il marchese e Philip si erano imbarcati in una conversazione su terre e
coltivazioni, passando poi al prezzo dei beni ricavati e sui possibili
miglioramenti e politiche che potevano essere attuate nel breve e lungo
periodo. Gli altri commensali intervenivano ogni tanto, con suggerimenti o
obiezioni e il tutto si stava rivelando, per lui, di una noia mortale. Era per
questo che odiava gli incontri con i nobili: gli uomini, infatti, finivano
sempre o comunque per parlare di patrimonio e di modi per poterlo aumentare.
Era come se tutti si lamentassero, sempre, delle incredibili fortune che avevano
accumulato che sembravano non bastare mai.
-Vi stiamo annoiando altezza?-
Si azzardò, ad un
tratto, a chiedere il marchese. Tutti si voltarono verso di lui e Shade li osservò, dal bordo della sua tazza di the.
-Affatto marchese. Ascoltavo con vivo interesse i vostri
discorsi-
-E cosa ne pensate, se possiamo permetterci di chiedere un
vostro parere?-
Shade appoggiò la tazza bianca sul
piattino, prendendosi tutto il suo tempo e poi spostò l’attenzione sul marchese
Ethan Eldelberry. Shade non
era una persona che amava dare giudizi sugli altri con leggerezza, preferiva
conoscere meglio le persone prima di dare un suo giudizio. Non si era mai
fermato alla prima sensazione, tuttavia, con Ethan, non riusciva a superare la
sensazione di irritazione che provava istintivamente nei suoi confronti.
-Marchese, credo che aumentare il numero di persone
impiegate nei lavori dei vostri campi, riducendo il loro salario, non sia una
politica attuabile-
Ethan sbiancò a quelle parole
-Non ho mai affermato di volere diminuire…-
-Avete affermato che ritenete necessario aumentare il numero
di persone che lavorano le vostre terre per ricavare più profitto e sfruttare
al meglio ogni ettaro che possedete-
-Esatto e credo che…-
-Però avete affermato che non potete farlo dato il budget di
cui al momento disponete. Ovviamente aumentando i campi lavorati e la
produzione avrete un considerevole aumento delle vostre entrate, ma di questo
si parla nel lungo termine, il che vuoi dire non prima di un paio d’anni,
facendo delle stime ottimistiche e sperando in raccolti sempre abbondanti e
costanti, quindi escludiamo penuria di acqua, tempo avverso e cose simili,
potremmo parlare di un aumento delle vostre entrate non prima dei cinque anni
per avere un aumento di budget, dico bene conte Hoteval?-
Philip lo osservò annuendo
-È una previsione corretta altezza-
-Bene. Quindi non prima di cinque anni, marchese, avrete
sufficiente denaro per potere assicurare uno stipendio equo a tutti i vostri
nuovi dipendenti. Ma nel frattempo, dovreste dividere ciò che avete destinato
per più uomini, il che significa mettere quasi alla fame molte più famiglie.
Cinque anni sono molti, marchese, da affrontare, per chi non ha la fortuna che
abbiamo noi di non doverci occupare troppo delle nostre spese-
-Ma avere un maggior numero di uomini, altezza, come avete
affermato anche voi, vuol dire un aumento delle materie prime e di capitale e
per la corona un aumento di tasse. Credo che come sudditi, cinque anni di tempi
un po’ difficili, in attesa di tempi più sereni per tutti, non sia una cosa
così azzardata da chiedere-
Shade provò una improvvisa
sensazione di irritazione e una irrefrenabile voglia di tirare un pugno in
faccia al marchese. Con tutta la sua regalità, si trattenne
-Marchese, ammiro il vostro giudizio così positivo nei
confronti dei miei sudditi, ma cercate di capire il mio punto di vista. In
quanto membro della famiglia reale e di futuro sovrano, devo pensare per prima
cosa al loro bene delle famiglie che conducono uno stile di vita molto più modesto
e vivono dei frutti del loro sudore e della loro fatica-
-Ma anche noi siamo vostri sudditi altezza, o sbaglio?
Capisco preoccuparsi per i plebei, ma anche noi nobili siamo da tutelare e da
tenere in considerazione-
Ora la tentazione di sfondare la faccia del marchese era
così acuta che Shade dovette stringere i pugni in
modo serrato per trattenersi. Con la coda dell’occhio vide la faccia di Philip
guardare il marchese in modo perplesso. Almeno non era il solo a trovare Ethan
decisamente poco simpatico
-Marchese, credo che la corona si sia presa abbastanza cura
di voi nobili da sempre-
-Negli ultimi anni abbiamo notato un incremento delle tasse
e…-
-E un notevole aumento di favori, agevolazioni e favoritismi
per quanto riguarda i commerci se non sbaglio. Credo di dire il giusto,
marchese, affermando che negli ultimi anni le entrate del marchesato siano
notevolmente aumentate grazie al vostro commercio di pellicce, o sono forse in errore?-
Ethan ebbe un attimo di fremito per essere stato colto in
difetto, ma si affrettò ad annuire e fare un piccolo sorriso tirato di
circostanza
-È esatto altezza-
-Quindi vedete, è vero che le tasse sono leggermente
aumentate, ma a favore di una politica più leggera nei confronti di altro, come
la tassazione sui beni di lusso che voi appunto commerciate e la cosa ha portato un
notevole aumento del proprio capitale per tutti i presenti se non sbaglio-
-Ma per quanto riguarda la terra, il problema rimane-
Un silenzio carico di tensione si diffuse tra i due. Ormai era
in corso una battaglia tra Ethan e Shade, tutti se ne
erano resi conto. Nessuno dei due voleva cedere, ognuno voleva avere ragione,
con una sola e semplice differenza. Shade non poteva
permettersi di farsi zittire da quel marchese arrogante e presuntuoso.
-Un modo ci sarebbe, marchese, ma credo che non vi
piacerebbe la mia proposta-
-Sarei lieto di ascoltarla, invece. Dopotutto, come regnate,
sono certo abbiate molte più competenze di me, che sono solo un umile marchese-
“Su questo puoi giurarci” pensò Shade
trattenendosi a stento dal dirglielo in faccia. Tuttavia Shade
sorrise calmo e si appoggiò contro lo schienale della sedia.
-Potreste affittare le vostre terre a dei contadini-
Gli occhi di Ethan si allargarono per lo stupore
-Dovrei fare… cosa?-
-Dividere le terre che non sfruttate al momento in piccoli
appezzamenti di terra e darli in affitto-
-Dovrei dividere la mia terra?-
Shade annuì
-Esattamente. Datela a delle famiglie che hanno bisogno,
potreste chiedere un prezzo equo, metà denaro e metà del ricavato dai prodotti
della terra-
-E l’altra metà?-
-Lasciarla al contadino, per farne ciò che vuole-
-E fargli così ricavare dal denaro da ciò che potrebbe
essere mio?-
-Precisamente. Con il fatto che così avreste due vantaggia
in uno-
-Sono curioso di sapere quali potrebbero essere questi due
vantaggi. Al momento vedo solo una perdita di profitto invece-
-Philip puoi spiegare tu al marchese i benefici di tale politica?-
Philip si affrettò ad annuire. Shade
sapeva che non avevano mai parlato di quell’argomento, ma era assolutamente
sicuro che uno con una mente analitica come Philip non avesse avuto problemi a
capire i pregi del suo suggerimento e sapere come rispondere al marchese in
modo chiaro.
-Come ha detto il principe i benefici sono due: usare la
terra che al momento risulta non sfruttata, il che porterebbe comunque ad un
aumento dei vostri introiti rispetto alla situazione attuale, per non parlare
poi della fedeltà che ne ricavereste-
-Fedeltà?-
Qui fu Shade ad annuire
-Esatto marchese, fedeltà dalle famiglie a cui avete dato
una occasione. Immaginate di essere un padre di famiglia che ha difficoltà a
mantenere moglie e figli. Arrivate voi e gli concedete un pezzo di terra, una
casa e una piccola entrata per se e la sua famiglia. Avreste la sua eterna
gratitudine, come quella dei suoi figli-
Shade vide Ethan pensare alle loro
parole. Poi fu costretto ad annuire
-In effetti spiegata così…-
Non ci fu bisogno di aggiungere altro. Gli uomini al tavolo
iniziarono ad elogiare il suggerimento di Shade,
dicendo che avrebbero applicato loro stessi quella splendida idea appena
possibile. Shade si limitò ad annuire e a sorridere.
Lasciò parlare Philip di tutto il resto, dettagli e questioni simili, tanto
sapeva che il conte non avrebbe avuto problemi a rispondere ad eventuali
quesiti. Così tornò a dedicarsi alla sua tazza di the, che anche se ormai si
era intiepidita, era decisamente più piacevole della conversazione al tavolo
con quegli uomini. Tutto sembrava andare con una certa tranquillità, quando un
bussare alla porta della sala da the fece bloccare tutte le conversazioni ai
due tavoli. Un cameriere si affrettò ad avvicinarsi alla porta. La aprì di uno
spiraglio, quel tanto che bastava per potere parlare con chi aveva osato
disturbare quell’incontro. Shade, così come nessuno
dei presenti, si stava perdendo quello che stava accadendo alla porta. Dopo
pochi secondi, il cameriere si affrettò a chiudere la porta, nelle mani aveva
un biglietto. L’uomo si voltò e si diresse a passo spedito verso Shade, ma lui fu più veloce. Il principe si era alzato
subito dalla sedia, scusandosi con i presenti al tavolo e si era diretto verso il
cameriere. L’uomo gli fece un breve inchino prima di consegnarli il foglio di
carta. Shade riconobbe immediatamente la calligrafia
di Thomas e la cosa lo fece preoccupare immediatamente. Sul biglietto c’erano
poche parole ma Shade sapeva che il solo fatto che
Thomas avesse perso tempo per scrivergli e farlo chiamare voleva dire solo una
cosa: la situazione è grave. Shade si allontanò
leggermente dal cameriere e lesse
“Biblioteca reale subito e da solo”
Shade si voltò e vide Rein guardarlo. Bastò un cenno e la turchina si alzò immediatamente,
andandogli incontro. Shade le fece un piccolo inchino
-Ti chiedo di perdonarmi, Rein. Il
regno chiama-
La turchina gli fece un piccolo sorriso
-Certo, lo capisco. Spero niente di grave-
Shade vide una certa
preoccupazione diffondersi negli occhi di Rein, ma
lui si affrettò subito a tranquillizzarla
-Niente di cui preoccuparsi, solo una piccola scocciatura.
Servono delle mie firme su alcuni documenti urgenti, purtroppo non posso
trattenermi oltre-
Rein gli sorrise sollevata
-Ma certo, lo capisco. Anzi, grazie per avere dedicato così
tanto tempo a me rispetto alle questioni del regno-
Shade le prese la mano e le fece
un baciamano. Le guance di Rein si imporporarono
leggermente
-Passerei ogni pomeriggio con te piuttosto che con quei
musoni dei miei consiglieri, lo sai-
Rein annuì e ridacchiò. Shade trattenne la mano di Rein
ancora qualche secondo poi la lasciò e si allontanò. Essendo un principe, non
doveva ne dare spiegazioni ne scusarsi con i presenti. Così, semplicemente, se
ne andò. Prima di uscire, tuttavia, si voltò verso la sala dove incrociò prima
lo sguardo di Philip poi quello di Daphne. Entrambi gli fecero un leggero cenno
con il capo. Rein era in buone mani, non era sola.
Poteva andarsene con il cuore leggermente più leggero. Non appena la porta si
chiuse alle sue spalle, però, il suo sorriso svanì lasciando il posto alla
preoccupazione. Si avviò veloce verso la biblioteca e non perse tempo. Aprì la
porta e non dovette cercare molto prima di trovare Thomas. Il capitano delle
guardie era seduto sul davanzale di una delle finestre della sala e si teneva
la testa tra le mani. Quando sentì dei passi, alzò la testa e Shade vide quando fosse turbato
-Che cosa è successo?-
Thomas non si alzò, non disse niente. Aspettò che Shade si sedesse sul davanzale a fianco a lui
-Abbiamo un problema Shade, un
enorme problema-
-Cosa è successo?-
-Sta girando una voce a palazzo…-
-Ne girano tante Thomas-
-Questa è grave principe-
Shade lo guardò e vide dallo
sguardo del capitano che era veramente seria come situazione
-Che cosa dice, questa voce?-
Thomas fece un sospiro e poi gli parlò
-Si parla di un incontro notturno…-
Shade lo guardò, improvvisamente
preoccupato
-Thomas, parla e basta. Sai quanto odi i giri di parole-
Thomas annuì
-Qualcuno afferma di avere visto un uomo e una donna, a
tarda notte, insieme in atteggiamenti decisamente intimi, nel corridoio al
primo piano-
Subito Shade si rivide, quella
sera, nel corridoio davanti la stanza di Rein, l’uno
tra le braccia dell’altro, il suo viso appoggiato sul collo di Rein.
-Si dice anche chi sono?-
Chiese con un filo di voce. Thomas annuì e Shade chiuse gli occhi. Aveva gettato Rein
in uno scandalo, tutto perché non aveva resistito al desiderio di parlarle
ancora quella sera e di vederla e di scusarsi con lei. Come aveva potuto essere
così incosciente?
-Dillo chiaramente Thomas. Si tratta di me e di Rein, giusto, dell’incontro dell’altra notte? Ci hanno visti?-
Thomas lo guardò sconvolto
-Perché pensi che ogni cosa riguardi te? Non sei al centro
del mondo-
Shade lo fissò ad occhi aperti
-Non si tratta di noi due? A palazzo non stanno parlando di
me e di Rein?-
-No, non parlano di voi, almeno non come intendi tu. Nessuno
vi ha visto quella notte, so fare il mio lavoro cosa credi?-
Shade lo fissò perplesso, confuso
e leggermente arrabbiato
-Allora si può sapere perché mi hai fatto chiamare qui e
così di corsa? Solo per riferirmi di un pettegolezzo? Sul serio?-
Thomas si alzò e lo fissò
-Senti razza di principe borioso e presuntuoso, non so come
sia possibile che io ti consideri il mio migliore amico, veramente è una cosa
assurda. Perdonami se ti hi chiamato qui perché ho un problema, perdonami se ho
pensato che come amico mi potessi essere di aiuto o peggio, conforto. Ti ho
chiamato qui non perché volevo parlare con il principe ma perché avevo bisogno
del mio migliore amico. Ma evidentemente, mi sono sbagliato, il dovere sempre e
in ogni situazione, giusto? Forse sarà meglio che vada a cercare Nicholanos e parlare con lui-
Shade lo guardò e si sentì in
colpa. Thomas era evidentemente sconvolto e si maledisse mentalmente per avere
pensato solo a se stesso.
-Lo sai che puoi contare su di me, sempre. È che da come lo
hai detto credevo che… credevo di avere buttato nella fossa dei leoni che è questa
corte Rein-
Thomas lo guardò e lo vide annuire lentamente
-Lo so che ci tieni a lei, ma non si tratta di voi,
tranquillo. Non avrei mai permesso che foste beccati quella sera-
-Allora non capisco Thomas, per chi sei così sconvolto? Se
non si tratta di me o di Rein chi mai…-
All’improvviso, Shade si bloccò e
guardò il suo amico. C’era solo un’altra persona a cui Thomas voleva così bene
da poterlo gettare in quello stato emotivo. Qualcuno che considerava più di una
amica, quasi una sorella.
-Trudy?-
Thomas lo guardò e lentamente annuì. Shade
lo fissò a bocca aperta. La contessa di Gaumont era
l’ultima che si sarebbe mai aspettato essere al centro di quel tipo di
pettegolezzi
-Trudy avrebbe avuto un incontro romantico di notte con qualcuno?-
Thomas annuì di nuovo
-E con chi?-
Il capitano alzò gli occhi su Shade
e lo guardò
-Con l’ultima persona a cui penseresti mai. E io non so più
cosa pensare-
Rein osservò la coppia dei
marchesi salutarla un’ultima volta e poi sparire dalla sala. Il sorriso
compiaciuto sul volto della marchesa non lasciava dubbi sull’esito positivo di
quel pomeriggio di chiacchiere. Un genuino sorriso di sollievo e esaltazione si
stampò sul volto della turchina.
-Sembrate contenta altezza-
-Lo sono. Direi che è stato un ottimo pomeriggio questo, non
trovate viscontessa?-
Daphne le fece un leggero cenno affermativo con la testa.
-Posso affermare con assoluta certezza che chiunque veda la
marchesa nei prossimi giorni affermerà che tra voi si è instaurata una
meravigliosa amicizia-
-E tutto per merito dello chiffon-
Le due donne risero divertite. Effettivamente le signore
avevano speso il resto del loro tempo a parlare principalmente e solo di
vestiti, tessuti, modelli e sarte.
-Qualcosa mi dice che lo chiffon subirà un’improvvisa
impennata di vendite nel regno e noi vedremo nobildonne adorne di questo
pregiato tessuto ovunque, da ora in poi-
Rein ridacchiò divertita alle
parole di Daphne.
-Vi chiedo perdono altezza, ma credo che ora io possa essere
libera di andare, se me lo permettete-
-Assolutamente si, viscontessa. Grazie per avere accettato
il mio invito questo pomeriggio-
Daphne si inchinò rispettosamente
-È stato un onore riceverlo, altezza e un piacere passare
ancora del tempo in vostra compagnia-
Daphne rialzò il capo e Rein le
sorrise. La viscontessa si guardò un attimo intorno e poi quando vide la
persona che cercava lo chiamò a gran voce
-Conte Hoteval?-
Sentendosi chiamato, Philip si voltò verso di lei sorpreso.
Daphne gli fece un cenno con la mano, chiamandolo vicino a lei e alla
principessa. Philip, vedendosi convocato così si scusò con l’uomo con cui stava
parlando e si avvicinò alle donne.
-Altezza, viscontessa-
-Vi siete divertito questo pomeriggio conte?-
Philip sorrise a Rein e annuì
-Molto, altezza-
-Mi fa piacere-
-Conte, sbaglio o il principe vi ha scelto come mio
cavaliere, questo pomeriggio?-
Philip si voltò verso Daphne e annuì
-Si viscontessa. Siete per caso scontenta del mio lavoro
come vostro accompagnatore?-
Daphne sorrise, divertita da quelle parole
-Affatto conte. Sono qui per chiedervi se secondo voi i
vostri servigi sono da ritenersi conclusi o se siete disposto ad allungarli per
qualche altro tempo-
Rein, che osservava incuriosita
quello scambio di battute, aspettava impaziente dove volesse arrivare la donna
con quelle parole. Philip un poco sorpreso da quell’improvvisa piega della
conversazione, diede una rapida occhiata a Rein poi
si voltò di nuovo verso la viscontessa
-Solo il principe potrebbe sollevarmi da questo incarico, o
voi. Quindi se ritenete di avere ancora bisogno…-
-Lo ritengo fermamente. Accidenti a me, se solo avessi
aspettato qualche altro anno prima di sposarmi con quel rimbambito di mio marito
farei seriamente un pensiero su di voi conte. Anche perché tra un visconte e un
conte credo che la scelta sia abbastanza semplice-
Rein ridacchiò e anche Philip. Il
conte si inchinò allora di fronte a Daphne
-Madame, sono ai vostri ordini. Cosa posso fare per lei?-
-Accompagnarmi, appunto, da quel rimbambito di mio marito-
Philip la guardò un attimo perplesso
-Desiderate essere accompagnata alla vostra stanza?-
Daphne scosse la testa
-No no, mio marito dovrebbe trovarsi a colloquio con il
ministro del commercio per non so quale nuova impresa voglia intraprendere-
-Vuole per caso aprire un commercio?-
Chiese la turchina incuriosita. Daphne fece un sospiro
rassegnato
-Sono anni che ci prova, con pochi risultati devo dire-
-In cosa posso essere utile io allora, viscontessa in questa
situazione?-
-Non dovrei dirlo così apertamente, ma dato che siamo tra
noi… in realtà spero sinceramente che vedendomi arrivare stasera con voi il
ministro possa avere un piccolo trattamento di riguardo nei nostri confronti.
Magari vedendo che abbiamo una sorta di connessione o, magari, di amicizia con
voi, il nuovo ministro delle finanze scelto personalmente da sua altezza il
principe, lui potrebbe…-
-Indirizzare vostro marito verso commerci più redditizi-
Concluse Philip. Daphne annuì
-So che non dovrei farlo ma…-
Philip si voltò verso la principessa
-Altezza, cosa credete io debba fare?-
Rein guardò Philip e non ebbe
dubbi sulla sua risposta
-Conte, provate un sentimento di amicizia nei confronti dei visconti?-
Philip annuì
-Anche se ci conosciamo da poco, avendo avuto modo di
parlare con entrambi i visconti posso dire di volere instaurare una sincera
amicizia tra noi-
-Allora, come amico, non dovreste avere dubbi nell’accettare
la richiesta della viscontessa. Dopotutto accompagnare una moglie sana e salva
dal marito sia il compito di un buon amico. Se poi il ministro del commercio
vorrà interpretare in altro modo questo vostro gesto di cortesia, credo sia un
problema del ministro di cui noi non ci dovremmo affatto preoccupare-
Daphne sorrise grata alla principessa. Philip invece la
guardò ammirata e Rein si sentì un attimo a disagio
sotto quello sguardo così rapito. Poi il conte tornò in se e dopo averle fatto
un piccolo cenno con il capo di assenso, si voltò verso Daphne
-Viscontessa, sarà un onore accompagnarvi ovunque voi
vogliate-
Daphne sorrise grata all’uomo. Philip offrì alla donna il
suo braccio e lei non perse tempo. Entrambi si inchinarono davanti a Rein
-Altezza, con permesso, io la viscontessa andremmo-
Rein gli sorrise e fece un piccolo
cenno con il capo
-Vi auguro una buona riuscita nel vostro piccolo piano
viscontessa e vi prego, portate i miei saluti a vostro marito. Magari uno di
questi pomeriggi potremmo vederci per una passeggiata nel parco tutti insieme-
-Sarà un onore per noi altezza-
Rein annuì, poi si voltò vero
Philip
- Conte, mi raccomando, non deludeteci-
-Sarà mia premura esaudire il vostro desiderio altezza-
Rein sorrise di nuovo alla coppia,
poi i due, dopo un nuovo inchino, si allontanarono. Poco dopo non mancò molto
prima che tutti i presenti nella sala prendessero congedo da lei e
all’improvviso, Rein si ritrovò sola. Gli unici
rimasti erano dei camerieri, fermi vicino ai muri, in attesa.
-Qualcuno potrebbe per favore chiamare la mia cameriera personale?-
Un uomo, il più anziano e probabilmente il capo di quel
gruppetto, fece un inchino e intimò ad un ragazzo di andare. Nel frattempo, Rein si guardò intorno e si sedette su una sedia. Sapeva di
dovere aspettare Dreamy per tornare nella sua stanza,
cosa che trovava ridicola, ma voleva evitare di creare dei pettegolezzi
inutili. Così era seduta, in attesa, e prese a tamburellare con una mano sul
tavolo quando, ad un tratto, un cameriere le si avvicinò
-Altezza, perdonatemi, ma qualcuno vorrebbe parlarvi-
Rein si voltò stupita a quelle
parole verso la porta dove effettivamente, fermo sulla soglia, c’era qualcuno
in attesa. Rein fece un cenno all’uomo di potersi
avvicinare.
-Posso fare qualcosa per voi?-
Chiese quando l’uomo era abbastanza vicino per sentirla. Era
un uomo sulla settantina, con i capelli bianchi e indossava una impeccabile
divisa da maggiordomo, perfettamente stirata e ordinata.
-Altezza, vi chiedo perdono per i miei modi, avrei preferito
presentarmi in un’altra circostanza, ma gli eventi lo hanno reso impossibile
quindi temo di essere costretto a farlo adesso e in questo modo molto poco
decoroso, di cui vi chiedo perdono-
Rein si alzò in piedi e guardò quell’uomo,
incuriosita.
-Certe volte non siamo affatto padroni delle situazioni. Se
affermate che non è stato possibile fare le presentazioni prima e in altro
modo, non avete motivo di scusarvi-
L’uomo le fece un inchino sentendo quelle parole
-Grazie altezza. Ma ora mi presento. Sono Albert Derender, maggiordomo di sua altezza reale il principe Skyler e ora del nostro principe Shade-
Rein sgranò gli occhi
meravigliata. Essere il maggiordomo di sua altezza reale voleva dire essere il
capo di tutto il personale del palazzo, oltre di godere del favore indiscusso
del sovrano. Infatti erano pochi i servitori ammessi nell’intimità della stanza
reale e, ovviamente, ricoprire quel ruolo voleva dire avere anche un certo
potere all’interno della corte. Rein prontamente si
affrettò a fare un piccolo inchinò a sua volta
-Principessa Rein del regno del
Sole-
-Altezza, mi sono preso questa libertà di presentarmi non
solo per porgervi il mio personale benvenuto a palazzo, ma anche per dirvi che
il principe mi ha incaricato di essere a vostra disposizione per qualsiasi
questione riguardo al palazzo e per qualsiasi commissione a cui la vostra
cameriera personale non possa ottemperare-
-Ve ne sono grata ma…-
-Inoltre sua altezza mi ha pregato di dirvi che ogni volta
desideriate organizzare un evento non avrete più bisogno di rivolgervi a sua
maestà. Potete parlarne con me, mi occuperò io di tutto il resto-
-Questo mi agevolerebbe un sacco di cose-
-Lo credo altezza. E non per vantarmi, ma sono preceduto da
una impeccabile reputazione per quanto riguarda il mio lavoro-
-E qualcosa mi dice anche che il giovane principe non sia un
uomo che vi richieda troppe commissioni da svolgere durante il giorno, dico
bene-
L’uomo fu un attimo interdetta da quelle parole, ma poi
sorrise brevemente alla turchina, prima di tornare serio
-Avete ragione, altezza. Il principe non ama troppo la vita
mondana, sempre stato così, fin da piccolo. Ma dopotutto, assomiglia molto al
padre. Avrei un sacco di storie da raccontare su tutti e due-
-Spero allora che qualche volta vogliate essere così gentile
da raccontarmene qualcuna-
L’uomo si inchinò
-Sarà un onore, altezza-
Nel frattempo Dreamy, fatta
chiamare, era arrivata nella stanza. Si inchinò a Rein
e non appena vide l’uomo, si inchinò anche al maggiordomo e si fece tesa e
nervosa. L’allegra ragazza che Rein conosceva
sembrava essere totalmente svanita
-Altezza, signor Derender-
-Dreamy, tempismo perfetto.
Gradirei tornare in camera e distendermi un poco prima della cena. Signor Derender, alla prossima occasione-
L’uomo si inchinò e fece un piccolo passo di lato, in modo
da farla passare. Rein si incamminò verso l’uscita,
dietro di lei la sua cameriera che non aveva aperto bocca e sembrava come
ammutolita e la seguì poco dopo, tuttavia non prima di avere fatto un altro
piccolo inchino al signor Derender. Non appena le due
furono abbastanza lontane Rein si voltò verso la rosa
-Non credevo potesse esistere qualcuno in grado di farti
tremare così di paura. Da quello che so non hai mai avuto problemi a urlare
ordini non solo al capitano delle guardie, ma anche al principe, quando è stato
necessario. E ora un anziano e gentile maggiordomo ti riduce in questo stato?-
Dreamy scosse il capo, sconsolata
-Il signor Derender non è solo un
anziano e gentile maggiordomo… è il capo di tutti quanti noi-
-E come mai ti fa così paura?-
-È stato lui ad assegnarmi a voi, altezza e mi ha avvisato:
un solo errore e verrò spedita in cucina a lavare pentole. Onestamente non è un
cambio che vorrei fare-
Rein ridacchiò, divertita
-Non credo dovrai preoccuparti allora. Non ho nulla da
lamentarmi nei tuoi confronti, sei sempre stata impeccabile-
Dreamy le rivolse un sorriso grata
per quell’apprezzamento, tuttavia rimase seria.
-Grazie altezza, ma temo che contro di lui persino voi
potreste fare poco se decidesse di sostituirmi-
Rein sgranò gli occhi attonita.
Possibile che quell’uomo avesse così tanto potere persino sui reali da,
eventualmente, disubbidire ad una richiesta reale?
-Dreamy, per quanto quell’uomo
possa incuterti timore, nella scala gerarchica…-
Dreamy scosse il capo
-Altezza, quell’uomo ha su di me un potere molto più grande.
Se mi ordinasse di andare in cucina, ubbidirei e se voi mi ordinaste di tornare
da voi, mi dispiace, ma rimarrei nelle cucine-
Rein si fermò e la guardò attonita
-Disubbidiresti ad un ordine diretto per seguire il suo?-
Dreamy annuì
-Che potere potrà mai avere su di te per averti ridotta in
questo stato? Dreamy, per caso c’è qualcosa di cui
dovrei essere messa al corrente? Non mi dirai che per caso…-
Dreamy scosse la testa,
violentemente
-No altezza, assolutamente no-
-Allora cosa ci potrà mai essere sotto?-
Dreamy sospirò, poi la guardò
dritta negli occhi
-È mio nonno-
Rein sgranò gli occhi,
meravigliata
-Che cosa?-
-Il signor Derender è mio nonno. È
stato lui ad insegnarmi tutto quello che so, è stato lui a procurarmi questo
lavoro e se lo deludessi non so cosa farei. Se mi ordinasse di allontanarmi da
voi vuol dire che me lo meriterei e sarebbe giusto allora che passassi tutta la
vita a pulire pentole nelle cucine-
Rein la fissò poi scoppiò a
ridere. Dreamy la fissò quasi allibita
-Altezza!-
Rein continuò imperterrita.
-Non è divertente, altezza…-
-Perdonami Dreamy solo che non me
lo ero proprio immaginata. Tuo nonno è?-
Dreamy annuì orgogliosa
-Si altezza. Non potete capire quanto siamo sempre stati
orgogliosi di lui. Maggiordomo personale di sua altezza reale il principe Skyler. Siamo stati invidiati come famiglia da tutte le
famiglie del villaggio-
Dreamy ridacchiò divertita e Rein con lei.
-Quindi anche tu sei una sorta di reale nel tuo paese-
Gli occhi della rosa si illuminarono per qualche secondo a
quelle parole, ma poi la ragazza si affrettò a scuotere il capo
-Altezza, non esageriamo. Siamo solo una famiglia di
lavoratori, come tanti altri-
Rein sorrise compiaciuta.
-Dreamy, sono proprio contenta di
averti come mia cameriera personale-
La rosa arrossì orgogliosa.
-Grazie altezza. Ma ora dobbiamo sbrigarci. Non potete certo
presentarvi così da sua maestà stasera per la cena. Devo sistemarvi abito e
capelli, muoviamoci principessa-
Rein si portò allarmata una mano
ai capelli, perplessa, mentre osservava Dreamy
allontanarsi
-Cos’hanno i miei capelli che non va?-
Ma Dreamy non poté rispondere,
perché una voce, dal fondo del corridoio, si affrettò a chiamare Rein
-Rein-
Il tono preoccupato e allarmato della voce fece voltare la
turchina. Rein non ebbe dubbi, riconobbe
immediatamente la voce
-Shade-
Il principe venne di corsa verso di lei e si fermò a un
passo dalla turchina, afferrandole una mano
-Devi venire con me, subito. È un’emergenza-
Detto questo, Shade, stringendole
la mano, prese a camminare, portandosi con se Rein
-Shade aspetta cosa…-
-Non ho tempo di spiegare. Dobbiamo andare, subito-
-Ma io…-
-Altezza, fermatevi!-
Sentendo la voce di Dreamy, Shade si fermò e si voltò di scatto
-Dreamy, avvisa mia madre. Dille
che io e Rein ci dobbiamo occupare di un’emergenza.
Andrò io a spiegarle di persona di cosa si tratta appena possibile-
La rosa, a bocca aperta, fissò Shade
poi spostò lo sguardo su Rein, trovando lo stesso
sguardo confuso
-Dreamy, da mia madre, subito-
La rosa si affrettò ad annuire
-Si subito, altezza. Vado immediatamente-
Dreamy si inchinò e incurante di
etichette e regole prese a correre lungo il corridoio, diretta verso le scale,
in direzione dell’appartamento di Moon Maria. Rein si
voltò verso Shade
-Shade, cosa sta succedendo?-
Shade scosse la testa
-Non c’è tempo ora, tanto non appena saremo arrivati ti
verrà detto tutto-
-Tutto cosa?-
Shade prese a camminare, a passo
spedito, trascinandola con se. Rein capì che era
inutile tentare di parlare con lui, tanto non le avrebbe risposto. Così lo
seguì, un passo dietro di lui, legati dalle loro mani intrecciate e dalla presa
salda di Shade sulla sua mano.
Shade la condusse verso la porta
della biblioteca reale dove fermo aspettava una guardia. Rein
guardò perplessa ora la guardia, ora Shade, ma il
principe parve non farci caso. Fece un cenno all’uomo che si inchinò e si avviò
nel corridoio. La guardia arrivò quasi a metà del corridoio e si mise
sull’attenti. Solo quando Shade vide l’uomo prendere
posizione si avviò verso la porta della biblioteca, e con un movimento deciso
la aprì. Dentro, subito visibile perché si trovava a pochi passi dalla porta, camminava
avanti e indietro Thomas, che appena li vide si fermò e li guardò preoccupato
-Rein, abbiamo un problema-
Disse solo il capitano. Rein
guardò ora Thomas ora Shade. Il volto del principe
era serio e scuro, quasi preoccupato. Rein capì immediatamente
che si trattava di qualcosa di preoccupante o peggio
-Che cosa è successo? Mi state spaventando, per favore
qualcuno mi vuole dire perché sono stata trascinata qui?-
Thomas la guardò e solo a quel punto fece un cenno verso un
angolo della stanza. Una giovane donna, una cameriera, che Rein
non aveva minimamente notato appena entrata si avvicinò e si inchinò
-Daisy, ripeti alla principessa ciò che hai riferito a me e
al principe poco fa-
La ragazza, che non doveva avere più di sedici anni e
sembrava intimorita, annuì
-Altezza, sono stata chiamata qui per riferire di un nuovo
pettegolezzo che si sta diffondendo per il palazzo. Io sono una aiuto cameriera,
e molto spesso vengo ignorata dai nobili che così parlano liberamente davanti a
me quando svolgo il mio lavoro. L’altro giorno stavo sistemando la stanza della
viscontessa Dunnel…-
-Ovvero la peggiore pettegola dell’intero palazzo-
Disse Shade, in un misto tra l’arrabbiato
e il rassegnato. Rein si voltò verso di lui, ma Shade evitò di incontrare il suo sguardo, così Rein si voltò verso Daisy
-Continua Daisy-
-Stavo sistemando la stanza, come ho detto, quando ho
sentito la viscontessa, che parlava con la marchesa Eldelberry.
La marchesa parlava di un avvistamento notturno avvenuto a palazzo la settimana
scorsa-
Rein sentì un attimo il cuore
fermarsi. Cercò di controllarsi e di contenere il terrore che si stava
sprigionando dentro di lei. Possibile che l’incontro di cui stavano parlando
fosse quello avvenuto tra lei e Shade? La turchina
spostò lo sguardo su Shade, ma il principe lo evitò.
Daisy continuò a parlare
-A quanto pare, due cameriere di ritorno negli alloggi della
servitù, hanno visto un uomo allontanarsi di corsa dal…-
La ragazza ebbe un attimo di esitazione e si fermò. Thomas allora
le mise una mano sulla spalla esortandola a continuare
-Tranquilla Daisy, non ti succederà niente. Tu riferisci
solo, non ti preoccupare-
La ragazza annuì e continuò
-Le cameriere hanno visto un uomo allontanarsi di corsa dal
corridoio del primo piano dove voi avete l’appartamento, principessa-
Rein sentì le gambe cederle e solo
con enorme sforzo mantenne la calma e la stabilità. Possibile che qualcuno
avesse veramente visto Shade allontanarsi dal suo
appartamento la settimana scorsa? E se avessero visto altro? Come l’abbraccio
che si erano scambiati?
-Solo questo? Dubito che mi abbiate fatto venire qui solo
per un uomo che si allontanava da un corridoio. Quindi affrettatevi a dirmi
cosa c’è perché c’è dell’altro, vero?-
La cameriera annuì
-Si altezza, c’è altro. A quanto pare le cameriere hanno
visto in faccia l’uomo che si allontanava e lo hanno anche riconosciuto e hanno
anche visto da quale appartamento si allontanava-
I battiti del cuore di Rein si
fecero sempre più forti e assordanti. Rein chiuse gli
occhi e si preparò, pronta a sentire la fine della sua reputazione
-Chi hanno visto Daisy?-
La voce di Daisy si fece un sussurro, ma nel silenzio della
stanza risultò chiara e precisa
-Hanno visto il conte di Hoteval,
principessa-
Rein aprì gli occhi di scatto
sconvolta. Non poteva avere sentito realmente ciò che le sue orecchie avevano
captato.
-Il conte di… Hoteval?-
Chiese per accertarsi di avere capito bene. Daisy annuì. Rein spalancò la bocca, sconvolta
-Philip? Philip di Hoteval usciva
di notte da un appartamento privato?-
La ragazza annuì
-Secondo quanto affermano le cameriere si, altezza.
Affermano di averlo visto bene in volto e non si sono confuse. Era parecchio
agitato, hanno detto, e si stava allontanando a passo veloce-
-Da quale appartamento di allontanava? Magari hanno solo
visto Philip camminare e hanno pensato…-
Rein non finì la frase perché
Daisy prese a scuotere il capo velocemente
-L’hanno proprio visto uscire dalla porta. È per questo che
hanno assistito al tutto. In piena notte hanno sentito il rumore di una porta aprirsi
ed è una cosa piuttosto insolita, altezza, soprattutto per il luogo in cui si
trovavano. Ed è così che hanno visto il conte e anche hanno potuto vedere con
chiarezza di chi era l’appartamento da cui usciva. E l’appartamento da cui si
stava allontanando era quello della contessa di Gaumont!-
A quelle parole seguì un lungo silenzio. Rein
fissò la cameriera, senza parole.
-Di Trudy?-
Rein guardò Thomas, in cerca di
una possibile spiegazione razionale, ma gli occhi del capitano erano sconvolti
tanto quanto i suoi.
-Daisy, perdonami se te lo chiedo ma sei sicura di ciò che
stai dicendo? Hai capito bene? I nomi li hai sentiti con precisione?-
Chiese Rein alla cameriera. Daisy
annuì convinta
-Si principessa, è la verità, non sto mentendo. Sapete cosa
succede ad una cameriera che si azzarda a raccontare il falso? È la verità, ve
lo assicuro, altezza. È il pettegolezzo di corte del momento, chiunque ormai
non fa che parlare di questo: parlano del conte di Hoteval
e della contessa di Gaumont, e della loro relazione
segreta-
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Ciao a tutti!
Esatto, dispersa tra le pieghe del ritardo e della crisi
creativa, eccomi ritornata. Vi chiedo scusa, per prima cosa, per questa lunga
pausa dall’ultimo aggiornamento. Purtroppo sono stata colpita da un blocco creativo,
lo ammetto tranquillamente e senza problemi. Per due mesi non sono proprio
riuscita nemmeno a pensare di scrivere, poi avevo ripreso, ma non ero convinta
del tutto e per evitare qualsiasi cosa, ho preferito aspettare. E ora eccomi
qua, tornata. Ammetto che non sono al cento per cento soddisfatta del capitolo,
credo abbia qualche piccolo diffettuccio qua e là, e
forse è leggermente noioso, nel caso, vi prego, perdonatemi. Ho cercato di
renderlo il più scorrevole possibile ma dovevo introdurre un personaggio che
per troppo avevo rimandato e volevo che Daphne avesse un po’ più di spazio così
come la marchesa. Spero di essere riuscita a fare un buon lavoro e di non
avervi deluso dato il tanto tempo che avete aspettato.
Adesso però, permettetemi di ringraziarvi di cuore. Grazie
per l’affetto che mi avete dato in questo periodo. So che non ci conosciamo
direttamente, so che forse per voi sono ormai una figura mitologica che ogni
tanto torna a farvi visita, ma io ho percepito il vostro affetto e credetemi mi
ha scaldato il cuore e riempito di gioia. Grazie anche a chi mi ha scritto in
privato per sapere se stavo bene e avere notizie. Grazie
a tutti quanti <3
Bene, ora, passiamo alla parte succulenta e spero che
qualcuno sia rimasto a leggere fino a qui. Bene, ora il grande scandalo è
uscito allo scoperto: Trudy e Philip! Voi come me sapete bene cosa è successo
realmente, e sapete anche bene che le cose possono avere vari punti di vista.
Sarà interessante vedere cosa succede e quindi vi voglio dare un piccolo
anticipo: ci sarà una bella scena, o almeno mi auguro, tra un Thomas decisamente
deciso a rifare i connotati al conte e qualcuno che cercherà di calmarlo.
Ovviamente non vi dico chi è, ma forse ci potete arrivare da soli XD
Bene, ora come vi avevo promesso, la storia si fa succosa e
si entra appieno nel vivo, si capiranno meglio certi legami tra i vari
personaggi e spero di farvi appassionare ancora di più con le idee che mi sono
venute per questa storia. Ovviamente ci saranno anche molti altri teneri
momenti tra i nostri principi… credetemi non farei che scrivere solo di loro
due e di quanto sono carini.
Infine, poi vi lascio sul serio, il signor Derender è un chiaro omaggio ad uno dei personaggi di una
delle mie serie preferite, il caro Mr. Carson di Downton
Abbey. Ovviamente i personaggi non sono uguali, ma diciamo che come stile e
portamento pensate a lui. E se non sapete cosa sia Downton
Abbey (cosa che dubito altamente, ma non si sa mai) andatevi a recuperare
questa serie meravigliosa, è un ordine. Devo però dire che non ho copiato
l’idea dalla serie, avevo sempre avuto in mente questo personaggio per la
storia, anche perché avrà un ruolo per una certa cosa, ma ammetto che nel tempo
ho sempre più associato lo stile del signor Derender con
quello di Carson. Ovviamente spero di non avere copiato spudoratamente il
personaggio, e se l’ho fatto, è stato fatto inconsciamente, ma Downton Abbey è veramente una delle mie serie preferite
quindi se l’ho fatto è stato inconscio per una passione personale. Nel caso
abbiate pietà di me e della mia mente.
Ma ora basta, come promesso, vi lascio andare. Come sempre,
grazie per chi continua ad aspettarmi, grazie per chi continua a leggere questa
storia e grazie per chi lascia un commento. Sono cose che mi regalano una gioia
immensa e mi fanno ricordare il perché amo scrivere: condividere con più persone
quella che è una passione e soprattutto condividere con voi questo viaggio che
è la storia di Rein. Grazie come sempre, dal profondo
del mio cuore, io vi mando un bacio grande. Alla prossima, la vostra
Juls