Capitolo
II
Ops!
Azaele
russava come un ghiro dormendo scomposto sul letto in disordine.
Michele lo osservò qualche istante con affetto, poi portò
alle labbra la sua antica tromba di giovane cherubino,
recuperata dagli scatoloni del trasloco a casa di Arianna, sogghignò
divertito e soffiò talmente forte che le sirene delle navi
attraccate a Civitavecchia si sentirono in dovere di rispondere in
coro.
"Aaaargh!
Non è stata colpa mia lo giuro. Ahia!" urlò Azaele
facendo un balzo talmente alto da sbattere contro il soffitto,
precipitare di nuovo sul letto, rimbalzare sul materasso e cadere
rovinosamente sul pavimento ai piedi di Michele che si piegò
in due dalle risate.
Azaele
si sedette sul pavimento massaggiandosi la nuca dolorante e lo
squadrò irritato "Siamo spiritosi stamattina, eh?"
"Che
ci posso fare se hai il sonno più pesante di un orso polare in
letargo!" rispose Michele tra una risata e l'altra.
“Gli
orsi polari non vanno in letargo!” precisò Azaele
immusonito.
"Ah,
no? Bè, comunque la colazione è pronta e ti avevo già
chiamato tre volte inutilmente!"
Azaele
sbuffò.
"Dai,
che ti ho fatto il cappuccino con la schiuma" lo esortò
l'angelo.
Ad
Azaele brillarono gli occhi. "Ci hai messo anche la polvere di
cacao?"
Michele
sorrise. "Ovvio!"
Azaele
si stava gustando il cappuccino e il quarto croissant caldo al
cioccolato, quando Michele si fece improvvisamente serio. "Non
avresti dovuto farlo, sai?"
Azaele
si bloccò con il croissant in mano e rispose un po'
imbarazzato "Ma... mi era sembrato che tu non lo volessi!"
L'angelo
sorrise "Non mi riferivo al croissant, scemo!"
Il
demone lo osservò perplesso.
Michele
continuò "Scegliere l'Inferno, Aza. Per salvare la mia
vita hai rovinato per sempre la tua! Non dovevi farlo!"
Ad
Azaele cadde il croissant di mano. "Chi te lo ha detto?"
domandò.
"L'ho
saputo e basta. Perché hai fatto una cosa tanto stupida?"
Azaele
abbassò lo sguardo "Non è stato affatto stupido
salvare chi mi ha fatto da padre e da fratello maggiore al posto di
chi mi ha abbandonato senza alcuno scrupolo!" rispose
rabbiosamente Azaele.
"Tu
eri tutta la mia famiglia Michele, non me ne fregava niente di
perdere il Paradiso per salvarti. A che mi sarebbe servito vivere
lassù senza la tua amicizia, il tuo sostegno e i tuoi scherzi
da deficiente? E poi di sicuro prima o poi avrei finito per combinare
una qualche cazzata tale da farmi sbattere giù lo stesso!"
concluse riprendendo il croissant e addentandolo con soddisfazione.
"Davvero
pensi a me come alla tua famiglia?" domandò Michele
commosso.
"Lo
sai benissimo! Ma se stamattina hai bisogno di conferme, sappi che
per me sei il mio integerrimo fino alla nausea, onesto da far schifo
e puro di cuore da provocare il latte alle ginocchia, fratello
maggiore! Sei il mio punto di riferimento costante e ti voglio
davvero un gran bene. A parte questo continuo a preferire fare sesso
con Alba, quindi non farti strane idee, non è una
dichiarazione d'amore!" concluse strizzandogli l'occhio e
ficcandosi in bocca quanto rimaneva del croissant.
Michele
rise "Anche perché a questo punto sarebbe un amore
incestuoso! E in ogni modo sei troppo basso per i miei gusti!"
"Yliel
era ben più bassa di me prima di diventare un Arcangelo e
Aleniel ha più tette che centimetri!" commentò
Azaele fingendosi offeso.
Michele
gli rivolse uno sguardo malizioso "Adoro le donne piccoline…
ma gli uomini mi piacciono alti".
"E
con i capelli rossi" aggiunse Azaele
L'angelo
ridacchiò "Esatto!".
"Sai,
non pensavo che avessi un debole per Razel, però devo
ammettere che sarà anche buzzurro, ma con quel petto ampio e
peloso è parecchio maschio!" sghignazzò Azaele
alzandosi di scatto e scappando dalla cucina.
"Cosa?
Ritira quello che hai detto se non vuoi che ti ammazzi, stupido
demonietto!" esclamò Michele inseguendolo.
Azaele
fece appena in tempo a nascondersi in bagno.
"Ringrazia
che sei partito prima! E poi muoviti, o finirai per arrivare in
ritardo dalle tue anime, cretino!" gli gridò l'angelo da
dietro la porta.
"Ci
vediamo a pranzo, idiota?" propose dal bagno Azaele.
"Va
bene, deficiente!" rispose Michele sorridendo.
#
La
sveglia sul comodino si accese mentre il giornalista leggeva gli
articoli di fondo dei quotidiani. Aurora aprì gli occhi,
sospirò e si fece coraggio. Era ora di prepararsi e andare a
lavoro. I suoi alunni la attendevano per la presentazione dell'ultimo
dei murales che decoravano la scuola e non poteva certo deluderli. Sì
girò verso il suo compagno, un coetaneo alto ed elegante che
dormiva beato.
Sorrise,
spense la radio per evitare di disturbarlo, raccolse silenziosamente
i vestiti da indossare e si avviò in bagno in punta di piedi.
Come tutti i giorni, negli ultimi due mesi, non riuscì ad
evitare di osservarsi allo specchio.
Era
successo di nuovo! Era sparita un'altra ruga dal suo volto, la fronte
era decisamente più distesa e la pelle più elastica!
Sospirò
e si infilò nella doccia.
Quando
uscì dal bagno sentì immediatamente il profumo del
caffè.
Si
affacciò sulla cucina e il suo compagno la accolse con un
sorriso. "Ben svegliata! Ho fatto il caffè!"
Aurora
si appoggiò allo stipite della porta e annunciò "Safet,
mi è sparita un'altra ruga! Di questo passo dovrò
cambiare identità, sei sicuro che non ci sia modo di evitare
questo imbarazzante ringiovanimento fisico?"
Il
demone ridacchiò "Temo di no, a meno di non rinunciare ai
nostri rapporti… intimi!"
"Per
carità, non tromb… ehem, avevo rapporti così
soddisfacenti da più di vent'anni! Però si può
sapere perché io ringiovanisco un po' ogni volta e tu sei
sempre uguale?" domandò la professoressa prendendo la sua
tazza e soffiandoci dentro per raffreddare il caffè.
"Normali
controindicazioni dell'avere rapporti con un demone affascinante ed
elegante!" scherzò Safet sorseggiando il caffè
bollente.
Aurora
lo osservò ammirata, non riusciva ad abituarsi all'idea che
Safet fosse insensibile al calore.
"E
poi a dire la verità questo non è il mio vero aspetto!
Lo uso solo per darmi un tono più autorevole verso i miei ex
studenti e quegli imbecilli degli Arcidiavoli"
"Seriamente?"
domandò lei stupita.
Safet
rise e di fronte ai suoi occhi mutò in uomo apparentemente
sulla quarantina, dai capelli biondo ramati.
"In
realtà sono coetaneo del padre di Azaele, siamo entrambi
notevolmente anziani ma essendo arcangeli, o almeno lui lo è
ancora e io lo sono stato, questo che vedi è il massimo di
anzianità che raggiunge naturalmente
il
nostro fisico!"
spiegò lui di fronte ad una allibita Aurora che commentò
"Somigli molto di più a Sael!"
"Questo
è l'altro dei motivi per cui ho invecchiato il mio aspetto,
non volevo che Sael si rendesse conto di essere mio figlio. Era anche
lui un mio allievo e temevo di farlo soffrire ancora più di
quanto io e Elendiel non avessimo già fatto abbandonandolo
nelle mani di quell'inetto del suo tutore. Che poi alla fine lo ha
scoperto lo stesso, sempre grazie all'inetto di cui sopra che per una
volta temo di dover ringraziare. È bello non dover più
mentire a mio figlio!"
"Elendiel
era la tua compagna?"
"Si,
ma abbandonare Sael ha rovinato il nostro rapporto. Che si sarebbe
rovinato comunque visto che agli Arcangeli non è bastato
abbandonare i figli, hanno anche deciso di scegliere la castità!
Altra cosa alla quale ero totalmente contrario" spiegò
Safet scuotendo la testa.
"Davvero?"
domandò Aurora colpita.
"Già!
É uno dei pochi motivi per cui preferisco essere un demone.
Sarò egoista, ma sono felice di potermi innamorare di nuovo!"
rispose lui avvicinandosi e baciandole delicatamente i capelli.
"Sei
sicuro che i miei cambiamenti non siano dovuti al fatto che mi vorresti
più giovane, visto che in realtà sembri un
quarantenne?" domandò dubbiosa Aurora.
Safet
le rivolse uno sguardo costernato. "Che Sciocchezza. Posso avere
qualsiasi donna io desideri anche giovanissima, mi basta volerlo e
sarà mia. Se sto con te è perché mi piaci tu!"
Aurora
rifletté qualche istante. "Che cosa provi realmente per
me, Safet? Cioè, tu non sei umano e oltretutto sei un demone
infernale, per quanto la tua sia stata una scelta dettata dal fatto
che volevi stare vicino ai tuoi studenti. Come mai non ti mostri né
crudele né mostruoso come nell'Esorcista1
o Nel Signore del male2.
Voglio dire, secondo qualsiasi religione umana, tu sei uno degli
Alfieri del male. È per caso un modo più moderno e
politicamente corretto di fare il vostro lavoro?"
"A
quale domanda devo rispondere, per prima?"
"Cosa
provi per me e davvero non non stai cercando di ringiovanirmi
volontariamente?"
"Sono
due domande!" scherzò Safet.
"Non
stiamo a sottilizzare troppo!" rispose Aurora.
Safet
sorrise un po' malinconico.
"Perché
pensi che il mio modo di amare sia diverso dal tuo? Il Padre ha
creato gli angeli con lo stesso atto d'amore con cui poi ha creato
voi. L'amore è un sentimento che conosciamo entrambi grazie a
Lui. Ti amo esattamente come mi ami tu, o almeno spero che tu mi ami
altrettanto intensamente"
Aurora
si emozionò, era da tanto tempo che non si sentiva rivolgere
parole d'amore così belle.
"Per
quanto riguarda la seconda domanda... no, non sto cercando di
ringiovanirti. Sono una creatura immortale che può scegliere
di avere molti aspetti e ho volontariamente scelto di sembrare un tuo
coetaneo molti millenni prima che tu nascessi per la prima volta,
quindi perché dovrei avere problemi con le tue rughe?
Piuttosto, sei sicura di non essere tu a desiderare di essere di
nuovo giovane?"
La
professoressa sospirò "Intendi dire che è solo una
questione di libero arbitrio? Che in fondo sono io che sto scegliendo
di ringiovanire grazie a te, anche se non ne sono del tutto
consapevole?"
Safet
sorrise "Esattamente!"
"E
per quanto riguarda le altre domande?"
Il
demone finì il caffè, lavò la sua tazza e la
ripose nello scolapiatti.
"È
un discorso un po' più lungo, ma ora non abbiamo molto tempo
perché devi andare dai tuoi alunni quindi cercherò di
spiegarmi brevemente" disse voltandosi e incrociando le braccia.
"Un
tempo, prima della vostra creazione, grazie al libero arbitrio gli
angeli avevano la facoltà di scegliere tra opzioni diverse.
Tra queste il male non era contemplato perché non esisteva
ancora.
Safet
si interruppe, sospirò e continuo il racconto.
"Siamo
stati proprio noi Angeli ribelli a creare il male a causa della
nostra rivolta dettata dalla gelosia di figli primogeniti verso voi
secondogeniti. É colpa nostra se avete conosciuto il male ed è
per questo che siamo stati condannati a trasformarci in demoni e
punire chi di voi lo sceglie consapevolmente”
"Ma
questa è la legge del contrappasso!" esclamò
Aurora stupefatta.
"Esatto.
Ed è anche il motivo per cui nessuno di noi potrà mai
essere riammesso in Paradiso, tranne forse Azaele che ha scelto
l'Inferno per amore"
"Anche
tu hai scelto di rinunciare al Paradiso per amore dei tuoi studenti!"
considerò Aurora.
Il
demone sospirò. "È vero, però Michele non
era un angelo ribelle quindi c'è una differenza sostanziale
tra la mia scelta e quella di Azaele. Lui ha, per così dire,
scelto il male per salvare il bene. Io invece scegliendo di aiutare i
miei ex studenti mi sono schierato con chi aveva creato il male e
anche se mi è stato concesso di mantenere le mie ali
angeliche, ho perso il Paradiso e il mio nome di Arcangelo. Per
sempre. Ma non importa, è più importante stare vicino a
mio figlio e a tanti sciocchi come lui!"
Aurora
poggiò la tazza di caffè ormai vuota, si avvicinò
a Safet e lo abbracciò. Il demone la strinse a sé.
Restarono un po' così, in silenzio, fino a che la
professoressa non dovette sciogliersi dall'abbraccio e uscire per
raggiungere i suoi studenti.
#
Era
circa l'una e Azaele, seduto sulle mura del Foro Traiano, attendeva
Michele con lo sguardo fisso sullo schermo di uno smartphone,
il regalo di Alba per il loro primo mesiversario. Troppo preso dalla
visione dell'ultima stagione di Lucifer, non si accorse dell'arrivo
dell'amico.
"Hey,
cosa guardi con tanto interesse?" domandò l'angelo
incuriosito sedendosi accanto a lui.
"Lucifer!"
bofonchiò il demone.
"Che?"
"Lucifer…
Chloe…" rispose distrattamente Azaele continuando a
seguire la puntata.
"Ah,
la serie!" disse Michele sedendosi accanto all'amico e
allungando il collo verso il piccolo schermo.
"Quella
ragazzina chi è?" domandò incuriosito.
Azaele
abbandonò per un attimo lo schermo dello smartphone per
rispondere all'amico, cogliendo così un movimento d'ali tra le
nubi.
"Merda,
un Arcangelo!" esclamò mettendosi in tasca lo smartphone
e aprendo le ali.
"Bé,
e che c'è da agitarsi se la ragazzina è un Arcangelo? A
parte che è troppo bassa!" commentò Michele
dubbioso.
Azaele
lo guardò stranito "Ma non nella serie, lassù!"
rispose indicando il cielo di Roma e volando via.
"Aza
aspettami, io non vedo nulla!" lo chiamò Michele.
Ma
Azaele era già sparito.
"Odio
quando si smaterializza!" sbuffò l'angelo concentrandosi
per individuare l'aura dell'amico.
Azaele
si materializzò sul tetto di un palazzo, a qualche isolato dal
Foro Traiano. Si guardò intorno e non vedendo nessuno tirò
un sospiro di sollievo. Non che avesse fatto nulla di male o di
sbagliato, almeno fino a quel momento, ma per i demoni era sempre
meglio evitare incontri ravvicinati con gli Arcangeli.
Immediatamente
dopo lo raggiunse Michele. "Si può sapere che ti ha
preso? Dove l'hai visto l'Arcangelo e comunque perché mai
avrebbe dovuto avercela con te?"
"Ti
assicuro che era proprio sopra di noi e stava puntando dritto verso
di me!"
"Ma
dai, ci sono mille motivi per cui un Arcangelo potrebbe sorvolare
Roma, figurati se…"
Non
fece in tempo a finire la frase che Gabriel atterrò sullo
stesso tetto a pochi metri da loro.
Azaele
fece un balzo e si nascose dietro Michele.
Gabriel
sorrise divertito e mosse qualche passo verso l'angelo dimenticandosi
di chiudere le ampie ali dai riflessi dorati, con il risultato di
sradicare alcuni comignoli che rotolarono giù per le tegole.
"Ops!
Fermi lì! Anzi, tornate al vostro posto!" ordinò
l'Arcangelo alzando l'indice e il medio della mano destra. I camini
tornarono immediatamente al loro posto.
Michele
non riuscì a trattenere una risatina, Gabriel fece finta di
non notarlo e lo salutò gentilmente. "Ciao Michele!
Immagino che il demone che si è appena nascosto dietro di te
sia Azaele!"
Azaele
si fece più piccolo che poté per cercare di restare
completamente nascosto dietro la schiena dall'amico che rispose
imbarazzato. "Buongiorno Gabriel. Si è lui, ma ti giuro
che è solo un po' spaventato per il tuo arrivo improvviso, non
ha fatto niente di male per comportarsi così!"
Azaele
sentendo il nome del famoso Arcangelo non resistette alla curiosità
di dargli un'occhiatina, si sporse leggermente e commentò
stupito.
"Davvero
quello è Gabriel? Lo facevo più alto!"
Michele
alzò gli occhi al cielo, Gabriel invece con un rapido gesto
afferrò Azaele per il bavero e lo sollevò da terra
commentando divertito "Ha parlato il ranocchietto alto un metro
e un cazzo!"
"La…
lasciami!" si lamentò Azaele cercando di liberarsi dalla
stretta del padre che scrollandolo leggermente replicò "Prima
chiedi scusa. E vedi di farlo mostrando rispetto, demonietto
impertinente!"
"Chiedo
scusa, Signore!" biascicò Azaele, pensando che Arcangeli
o demoni che fossero, avevano tutti la spiacevole abitudine di
approfittare della loro forza e altezza per sollevarlo in aria e
costringerlo ad obbedire.
"Così
va meglio!" approvò Gabriel riportandolo a terra senza
però lasciarlo andare.
Michele
tentò di intervenire, ma Gabriel scosse la testa. "Per
favore ci lasci soli?"
Azaele
impallidì e Michele cercò di replicare "Gabriel,
davvero, non ha fatto nulla di male!"
L'arcangelo
alzò un sopracciglio "Ragazzo, pensi davvero che, proprio
io, voglia fare del male al ranocchietto?"
"No,
certo che no, Signore!" rispose imbarazzato Michele.
"Allora
vai! È un ordine!"
"Sissignore!"
"Michele!"
piagnucolò Azaele trattenendolo per l'impermeabile. Ma
l'angelo aveva ricevuto un ordine da un superiore e non poteva
rifiutarsi di obbedire.
"Sta
tranquillo, Aza. Ci vediamo tra poco al Mac Donald's di Piazza di
Spagna. Ok?"
"Ok!"
rispose il demone rassegnato.
Michele
scambiò un ultimo sguardo con Gabriel e volò via.
L'arcangelo
osservò il figlio che lo guardava preoccupato e fu preso dal
desiderio di abbracciarlo e rassicurarlo. Ma non gli sembrava il
momento adatto, avrebbe rischiato di essere frainteso.
Lasciò
il bavero del giaccone da marinaio di Azaele e gli parlò con
gentilezza "Non hai sentito quello che ho detto a Michele? Non
ho alcuna intenzione di farti del male!"
"Non
è che una punizione debba necessariamente provocare dolore
fisico, Signore!" rispose Azaele.
Gabriel
si stupì di quella risposta malinconica e decise di
rassicurarlo del tutto. "Azaele non sono qui per punirti, né
fisicamente né psicologicamente, ok? Voglio solo parlarti da
uomo a uomo. Per così dire!".
Azaele
lo scrutò perplesso.
"Ho
saputo che hai ritrovato la tua ragazza...”
Azaele
cominciò ad agitarsi “Stai tranquillo non sono qui per
obbligarti a lasciarla! Voglio solo…" Gabriel si
interruppe imbarazzato "Voglio solo sapere se state attenti! Mi
capisci?"
"Uh,
veramente no. Signore!"
L'arcangelo
si passò la mano sui riccioli neri, sempre più
imbarazzato. "Intendo… quando voi due… quando
siete… insomma hai capito, no? Ecco… usate
precauzioni?"
Azaele
spalancò gli occhi, domandandosi se aveva sentito bene.
Gabriel,
rosso per l'imbarazzo, cercò di spiegarsi meglio "Non
fraintendere, non è che voglia intromettermi nella tua vita
privata… È solo che… quello che voglio dire è
che sarebbe un enorme casino se tu e Alba metteste al mondo un erede.
Te ne rendi conto vero? Hai ben presente quali sarebbero le
disastrose conseguenze che determinerebbe un evento del genere?"
Azaele
finalmente capì e sorrise allegramente "Oh, ma se era
solo per dirmi questo, non doveva preoccuparsi Signore! Certo che
stiamo attenti! Lei ha un macchinino che ogni mese le da il via
libera!"
Gabriel
impallidì "Ok, ma usate anche altre precauzioni, giusto?”
L'espressione
stupita sul viso di Azaele non rassicurò l'Arcangelo neanche
un po'.
"No,
Signore. Perché?" domandò ingenuamente il demone
gettando Gabriel nello sconforto più totale.
"Azaele,
lo sai come è chiamato quel
macchinino dai cherubini
incaricati di festeggiare l'invio di nuove anime sulla terra?".
"No,
signore!" rispose Azaele cominciando a preoccuparsi.
"Lietoevento!"
concluse Gabriel mestamente.
Michele
aveva da poco preso posto ad uno dei pochi tavoli liberi all'interno
del Mac Donald's quando fu raggiunto da un Azaele totalmente
sconfortato.
"Che
è successo? Gabriel ti ha sgridato per qualcosa?"
Il
demone si lasciò cadere su una sedia e sospirò "No,
non ancora… a dire il vero mi è sembrato addirittura
preoccupato per me!"
Michele
sorrise, forse Gabriel stava cercando finalmente di avvicinarsi al
figlio.
"Non
c'è niente da sorridere Michele!" si lamentò
Azaele "Temo di essere nella merda fino al collo!"
"Perché?"
"Il
fatto è che io e Alba, potremmo essere stati un po' troppo…
fiduciosi nella tecnologia umana!"
"Che
vuoi dire?"
"Temo
che Alba possa essere incinta!"
Michele
impallidì così tanto che tra il suo viso e
l'impermeabile bianco che indossava, non si notava praticamente più
alcuna differenza. "Te l'ha detto Gabriel?"
"No,
no… però le precauzioni che abbiamo usato potrebbero
non essere state… sufficienti!"
"Santo
cielo, Aza, ma tu e Alba siete adulti o no... che accidenti vi passa
per la testa?"
Azaele
non seppe cosa dire, si limitò ad assumere un'espressione
imbarazzata.
Michele
cercò di mantenere la calma "Ok, ragioniamo. Per caso hai
notato se ultimamente era un po' irritabile, se ha un ritardo o,
peggio ancora, se le capita di avere la nausea e vomitare, sopratutto
la mattina?"
Azaele
rispose con sicurezza. "A parte un leggero ritardo, ma quello ci
sta, ogni tanto capita anche alle donne più regolari, direi
che non ho notato nessuna delle altre cose che hai elencato!"
Michele
sospirò di sollievo "Ok, idiota, allora mi sento di dire
scampato pericolo!
In ogni caso vedete di stare più attenti le prossime volte!"
Azaele
mise la mano in tasca è tirò fuori una scatola dal
contenuto inequivocabile. "Come già fatto!" esclamò
soddisfatto.
#
Alba
era chiusa da una ventina di minuti nel bagno delle impiegate quando
Galletti decise di bussare delicatamente alla porta e domandare "Va
tutto bene?".
Dopo
qualche istante sentì girare la chiave nella toppa e un'Alba
dall'aspetto distrutto si affacciò sulla porta.
"Santo
cielo, ti accompagno immediatamente a casa!" propose Galletti
preoccupato.
"Si,
è meglio!" acconsentì Alba. “Porca miseria
giuro che è l'ultima volta che compro il pranzo dal cinese qua
sotto!”
Galletti
rise "Te l'avevo detto che era meglio fare un chilometro in più
e andare alla Grande Muraglia! Lì si, che cucinano bene! Dai,
appoggiati a me, andiamo a prendere la tua macchina, così ti
accompagno e poi ritorno in Taxi"
“D'accordo,
grazie!” gemette Alba appoggiandosi al braccio del collega.
Mentre
attraversava il corridoio che portava all'ascensore incrociò
lo sguardo preoccupato di Sael che stava facendo due chiacchiere alla
macchinetta del caffè con Eowynziel e Radael, uno degli ex
coinquilini del demone. Alba gli sorrise debolmente per rassicurarlo.
"Che
ha la ragazza di Azaele?" domandò Eowynziel.
"Credo
che le abbia fatto male il cibo cinese che ha mangiato a pranzo! Gli
umani a volte sono troppo delicati!" rispose Sael dispiaciuto.
Radael
sogghignò è commentò "Sissì, certo.
Sicuramente è stato il cinese a farle venire le nausee!"
Sael
e Eowynziel lo guardarono perplessi.
"Scusa,
che vorresti dire?" domandò seccato Sael.
"Niente,
niente!" rispose Radael continuando a sogghignare.
Nota
1:
L'Esorcista (1973) di
William
Friedkin
Nota
2: Il Signore del Male (1987)
di John Carpenter
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