Senza peso, senza fiato

di Rosmary
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Sei onde, sono riva
 
 
“E se domani ti portassi al mare...”
 
*
 
Conosci Rose come non conosci neanche te stesso – non esiste luogo in cui lei possa nascondersi da te, sai sempre dove trovarla.
L’hai trovata anche ora.
Nonostante per tutti sia sparita nel nulla e nel silenzio, nonostante temi di essere di nuovo il motivo del suo turbamento.
Temporeggi alcuni istanti prima di avvicinarti, ami guardarla passeggiare lenta in riva al mare – i piedi che lasciano impronte nella sabbia, i lunghi capelli carezzati dalla brezza.
La volta stellata che illumina la notte traccia il suo profilo rapito dai pensieri, e dentro di te ruggisce istantaneo il desiderio di scacciarli tutti.
 
«Ho fatto un sogno strano.»
«Che sogno?»
«Ero una riva rinsecchita.»
«Ti ha turbata?»
 
Macini in breve i passi che vi separano, ma anziché chiamarla per avvisare della tua presenza la stringi in vita a tradimento, e ti cali a baciarle le labbra e sorridi quando ti graffia il viso per vendicare i suoi sussulti.
E poi ti bacia.
Come ogni volta, come è sempre accaduto e come accadrà sempre – non esiste dimensione in cui possiate nascondervi da voi stessi.
E ti abbraccia.
Con la stessa foga che ha animato i vostri baci, tesa sulle punte dei piedi per solleticarti il collo col respiro e stringere le ciocche nere tra le dita – e più lei si sbilancia verso di te, più la stringi per non permetterle di andare via.
 
«Credo di sì.»
«Io non c’ero?»
«Tu eri tutte le onde.»
«Sul serio?»
 
«Sapevo che mi avresti trovata.»
«E io sapevo che mi avresti aspettato.»
Ride sulla tua pelle e dei brividi ti scuotono invasivi. Lento, schiudi le labbra sulla sua fronte e scivoli tracciandole l’intero viso sino a impossessarti di nuovo della sua bocca – baciarla è naturale quanto respirare, forse lo è anche di più.
«Perché sei venuta qui?»
Rose si allontana di pochi passi, ma le sue mani restano avvinghiate alle tue mentre ti invita a seguirla lì dove le onde riescono a bagnare le caviglie – la segui, la segui ogni volta.
 
«Sul serio.»
«Cos’è che ti turba?»
«E se le onde non raggiungono la riva?»
«Rosie, le onde non esistono senza la riva.»
 
Avete le caviglie bagnate e i piedi strofinano il fondale, eppure è un calore implosivo a farvi compagnia, a dirvi che potreste immergervi in quelle acque sino alla testa e seguitare ad avere la sensazione di essere a casa.
Ricordi i mesi trascorsi a non parlarvi, a urlarvi contro, lei a fuggire tu a infuriarti – e le paure e le confusioni e gli errori che il mondo urlava avreste commesso pur di stare insieme.
Contro tutto, contro tutti – per voi due insieme.
«Ho capito perché amo il mare, James.»
«Perché tu sei la riva e io sono le onde?»
Ride di una risata leggera, e tu cedi all’impulso di baciarla una volta ancora, ridendo assieme a lei quando ti morde dispettosa e ti chiude il viso tra mani di salsedine.
«Se insieme siamo qualcosa, siamo il mare,» dice. «Perché il mare è tutto il mondo.»
 
*
 
“...Il mondo è a un passo dalla tua mano, è un passo dalla mia mano. Con te vicino.”
 
 
 



 
Note dell’autrice: ho scritto questo racconto settimane fa in occasione del compleanno di un’amica, è arrivato il momento di pubblicarlo. Le citazioni che aprono e chiudono il racconto sono estratti della canzone E se domani ti portassi a mare dei Negramaro (ringrazio gabryweasley che ha avuto l’intuizione di associarla ai miei James e Rose!).
Anticipo il mio grazie per le recensioni ad Abbattendo i vuoti, mi hanno emozionata tantissimo.
Un abbraccio. ❤
 
 




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