Disclaimer: il mio
primo libro si chiamerà Mary Popper e il Sasso Filosofo,
problemi? ù___ù Scherzo XD HP non è
mio, blablabla, se lo fosse io e Draco saremmo già sposati,
blablabla.
Ps. le parti in corsivo nella storia sono i ricordi del protagonista.
Bravery -
per
sempre
♥
«
when the heartbeat exceeds the shadows of the past, love can triumph on
the destiny »
Polvere.
Buio.
Dolore.
Urla.
Era la Guerra.
Alla fine, si era
arrivati alla resa dei conti. Alla fine, il Bambino Sopravvissuto stava
per affrontate il Signore Oscuro. Alla fine, ci sarebbe stato un
vincitore. Uno, e uno solo.
Lampi verdi, accecanti
e crudeli, fluttuavano nell’aria, leggeri, fino a posarsi
sulla vittima prestabilita, ponendo fine alla sua vita. Due parole, due
semplicissime parole erano in grado di fermare una vita. Di spegnere
una persona. Di ucciderla.
«Avada
Kedavra!»
Un corpo cadde
pesantemente al suolo, accasciandosi su se stesso. Lui strinse i denti,
e si voltò, pronto a mietere una nuova vittima. A meno che
non fosse stato lui, la prossima. Perché è una
verità universale, che in guerra e in amore tutto
è lecito.
«
Avanti, ma guardati! Sei più lento di una lumaca! »
«Osi
dire a me che sono più lento di una lumaca?»
«Oh
sì, oso» rispose lei, sorridendo, mordendosi il
labbro inferiore, come usava fare spesso. Un sorriso ingenuo, felice.
Il più bello che avesse mai visto.
«Se
ti prendo…!»
«Arriverà
prima il giorno in cui finirà il mondo, che quello in cui mi
acchiapperai, mio caro!»
Una
risata. Allegra, cristallina, spensierata. La risata di chi non ha
problemi. O forse ne ha, ma non è il momento giusto per
pensarci.
«Avada
Kedavra!»
Un altro corpo si
accasciò per terra, i capelli che andarono a coprirle il
viso. Era una ragazza di Tassorosso. E l’aveva appena uccisa.
Tutto
questo… non era giusto. Non era così che doveva
andare. Non aveva mai voluto che andasse a finire così.
Quella Guerra, quegli ideali non gli appartenevano. Non erano i suoi.
Eppure, non aveva mai fatto niente per respingerli. Aveva sempre
obbedito, facendo ciò che gli era richiesto fare, senza
replicare. Non condivideva le loro idee, almeno in parte, ma non aveva
mai avuto il coraggio di opporsi. Coraggio… era tutta una
questione di coraggio. Era sempre stata una questione di coraggio.
«Non
ce la fai! E’ inutile, non ce la fai!»
«Sta’
zitta, e pensa a correre, che ti prendo!»
Un
giardino in un giorno di primavera, un sole che brilla splendente e un
cielo limpido senza lo straccio di una nuvola fanno da contorno ai
giochi e agli scherzi di due ragazzi, che si rincorrono. Lei
è più avanti, è agile, ma lui
è abituato alla corsa, e riesce ad eliminare la distanza. Le
arriva da dietro, la stringe, portandola con sé nel cadere
rovinosamente sul prato.
«Te
l’avevo detto che ti avrei acchiappata»
«Ci
sei riuscito solo perché l’ho voluto io!»
«Certo,
certo»
«Cos’è,
non mi credi?»
Lui
è completamente disteso sul prato, appoggiato a un gomito,
guarda lei, seduta a gambe incrociate; sul bel viso
un’espressione corrucciata.
«Credo
a tutto quello che vuoi»
Delle persone erano
morte sotto la sua bacchetta di biancospino, altre avevano conosciuto
il supplizio inflitto dalla maledizione Cruciatus, altre ancora erano
state Schiantate.
Il ragazzo
continuò ad avanzare, lo sguardo vitreo, assente. Faceva
quello che gli era stato insegnato di fare. Faceva quello per cui mai
aveva avuto il coraggio di ribellarsi. Anche se non pensava che fosse
giusto.
Intorno a lui, la
battaglia continuava. Persone di scontravano, lottavano tra loro,
attaccandosi a vicenda. In quello scenario di morte,
incontrò lo sguardo di una ragazza. E nonostante tutte le
persone che in quel momento stavano morendo, e nonostante tutte le
persone che erano già morte, lei gli sorrise. Era un sorriso
piccolo, celato. Ma era un sorriso, ed era il sorriso più
bello che avesse mai visto.
«Tutto
tutto?»
L’espressione
di disappunto era svanita, il viso della ragazza ora è
serio, quasi grave.
«Per
favore, non ricominciare»
Il
tono di lui è duro, distaccato. Ha distolto lo sguardo, e si
è messo a sedere anche lui. La ragazza cerca i suoi occhi.
Non li trova.
«Ti
prego… perché non vuoi ascoltarmi?»
«Ne
abbiamo già parlato»
«Per
piacere, dammi retta. Fa’ quel che ti dico. Per
piacere»
Si
sforza di tenere la voce ferma, mentre parla. Prende le sue mani. Sono
gelide.
«Non
posso, perché non lo capisci? Non posso!»
«Non
è vero, sei tu che non vuoi. Sai che verresti protetto. E
potresti essere libero»
«Libero!
Ma non capisci che sarebbe peggio? Non capisci che tenterebbero solo di
uccidermi? Pensi che mi lasceranno in pace, eh? Ne sei
convinta?»
Ha
urlato, forse non se ne è accorto, ma ha urlato. E questo ha
fatto riempire di lacrime gli occhi della ragazza.
«Scusami…
io non…»
Lui
torna a guardarla. E gli sembra così piccola,
così fragile.
«Scusami
tu», dice. Ha di nuovo un tono dolce.
«Non
parliamone più, ti prego. Sento sempre parlare di questa
Guerra», continua «Non ci separerà. Noi
resteremo insieme, nonostante tutto»
«Dove credi
di andare?»
Una voce alle sue
spalle lo fece voltare. Un uomo lo guardava, il volto distorto dalla
rabbia.
La bacchetta stretta
in mano, le dita serrate attorno ad essa.
«Stupef…»
«Expelliarmus!»
La bacchetta del
ragazzo volò via, senza aver avuto neanche il tempo di
portare a termine lo Schiantesimo. Sul volto dell’uomo di
fronte a lui comparì un ghigno. Il ghigno della vittoria. E
il ragazzo capì che la sua ora era vicina.
«Direi che
è ora di porre fine alla tua inutile vita»
Lui
deglutì, nell’udire le parole
dell’altro. Sarebbe morto. I suoi sogni non si sarebbero mai
realizzati. Non avrebbe più potuto fare nulla. Non avrebbe
più rivisto lei. Sarebbe morto.
Chiuse gli occhi.
Neanche in punto di morte riusciva ad essere coraggioso, non poteva
guardare l’uomo mentre pronunciava l’Anatema che
Uccide. Chiuse gli occhi, e aspettò il lampo verde.
«Avada
Kedavra!»
Un
minuscolo sorriso si dipinge sulle labbra della ragazza.
«Dici
sul serio?»
«Certo.
Sai che sarò qui, per te»
Il
sorriso diventa più grande. Il ragazzo si china su di lei, e
la bacia.
«Sei
il mio angelo», sussurra «Hai infranto ogni mia
regola, mi hai colpito come un raggio di sole. Sei tutto ciò
di cui ho bisogno, e di più. Sei l’unica che
voglio. Sei il mio unico pregio. Sono circondato dalla tua aura, riesco
a sentirla»
Lui non era mai stato
coraggioso. Superbo, gradasso, vanitoso. Ma non coraggioso. Il coraggio
non era una delle sue qualità. Non come lei. Lei lo era. Lei
era la più coraggiosa.
Ecco perché
ora giaceva immobile davanti ai suoi piedi.
Morta.
Si era gettata davanti
a lui, gli aveva salvato la vita, donando la propria. Si era
sacrificata per lui, per quello che provava per lui. Amore.
Era morta.
Le lacrime scesero
involontarie sul volto del ragazzo. Lei era tutto ciò che
aveva. La vita senza di lei non avrebbe avuto un senso. Non
più.
Lei era morta.
«Mi
ami?»
«Sì.
Ti amo»
«La
Guerra non ci separerà»
Non
era una domanda, era un’affermazione. Ed era anche la
verità.
«No.
Rimarremo insieme»
«Per
sempre, Draco?»
«Per
sempre, Hermione»
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Stranamente, vado abbastanza
fiera di questa ff. Triste, depressiva, drammatica e quant'altro, ma mi
piace abbastanza. Spero tanto che piaccia anche a voi, e sarete
così gentili da lasciare una recensione. Essendo
fondamentalmente insicura, io ho veramente bisogno di
recensioni, perchè altrimenti mi convinco di fare
completamente schifo, e mi vengono i complessi
ù____ù Vi adoro <3
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