All’ombra di lei

di Shireith
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All’ombra di lei


 Alla Buona Famiglia non ci sono specchi – non ce ne sono e Octavio si chiede se sia un bene o un male.
 Se ce ne fosse anche solo uno forse rifuggirebbe il suo stesso riflesso, o forse lo affronterebbe a viso scoperto e quello potrebbe aiutarlo – potrebbe scavargli dentro come non riesce a fare nemmeno lui e slacciare i pensieri che gli s’ingarbugliano nella mente come nodi.
 Alla Buona Famiglia non ci sono specchi – ci sono però tanti muri.
 Su uno di quelli, la luce proietta l’ombra ingrandita di Octavio e il ragazzo vede un ragno zampettare in quella direzione come a volersi nascondere. Scende un po’ più giù fino a quasi raggiungere il pavimento e lì si ferma. È un ragno grande e grosso e a modo suo anche maestoso eppur sembra che abbia paura di un po’ di sole.
 (Gli ricorda qualcuno.)
No – sì.
 Gli ricorda qualcuno.
 Gli ricorda lei.
 Il labbro è ancora dolorante dall’incontro col Senza Paura e Quasi Senza Rimprovero e implora pietà quando Octavio lo cattura tra i denti e lo mordicchia.
 Il ragno grande e grosso e a modo suo anche maestoso che si rifugia nell’ombra pur di non affrontare se stesso gli ricorda sua madre – Lady Septima, all’ombra della quale s’è sempre sentito protetto e in un certo modo onorato, perché essere all’ombra di chi si reputa grandioso vuol dire poterne imitare le gesta.
 Solo che, di nascondersi all'ombra di lei (lei che l'ha deluso, lei che gli ha persino mentito), Octavio è stanco.




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