Delitto e Passione

di eddiefrancesco
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Il sangue che inzuppava i capelli sulla nuca di Crandall era scuro e ancora umido. Juliana si sentì rivoltare lo stomaco a quella vista e distolse subito lo sguardo. Così facendo intravide qualcosa che luccicava. Si avvicinò alla parete e scruto' il pavimento davanti a una fila di scaffali. In un primo tempo non vide nulla, poi Nicholas spostò la lampada e la luce illumino' un piccolo oggetto lucente. Si chino' a raccoglierlo e vide che era un frammento di vetro. Lo rigiro' tra le dita. Era rosso e si rese conto che non si trattava di vetro, come aveva pensato inizialmente, ma di una gemma. Un rubino. Stava per comunicare agli altri la sua scoperta, ma all'ultimo minuto ci ripenso'. Si voltò verso gli uomini e vide che nessuno di loro la stava guardando. Senza dire una parola, infilò in tasca la gemma. Sapeva che poteva essersi staccata in qualsiasi momento da un gioiello, ma poteva anche appartenere all'assassino. Se era così, sarebbe stato un indizio chiaro su chi aveva ucciso Crandall e lei non voleva che gli altri ne fossero a conoscenza. Finché l'assassino, o l'assassina, non sapeva di aver perso la gemma, non si sarebbe liberato del gioiello a cui apparteneva. Era possibile che il colpevole fosse Sir Herbert, o anche Hakebourne. Juliana sapeva quanto il primo disprezzasse Crandall e aveva visto Hakebourne discutere animatamente con lui proprio quella sera. Anche se nessuno dei due fosse stato l'omicida, avrebbero potuto dire ad altri del ritrovamento del rubino e presto ne sarebbe stata al corrente tutta la casa. Nicholas posò la lampada sul tavolino e i tre uomini si allontanarono dal cadavere. Juliana notò che Hakebourne guardava Nicholas con la fronte aggrottata, ma il giovane non disse nulla. Lasciarono la stanza e richiusero la porta, quindi Nicholas mise di guardia uno dei valletti, dicendogli di non fare entrare nessuno fino all'arrivo del magistrato. Poi andò in cucina a parlare con la servitù e Juliana andò a cercare le altre donne. Le trovò nel soggiorno principale. Celia aveva acceso il fuoco nel camino e la stanza era eccessivamente calda. Ciononostante, Lilith sedeva accanto al fuoco, con uno scialle avvolto intorno alle spalle. Aveva un aspetto orribile, con il volto cinereo gli occhi che sembravano due pozze di disperazione. Juliana provò pena per lei. Di tutti i presenti, Lilith era la sola che avrebbe pianto la morte di Crandall. Anche se era infastidita dai suoi atteggiamenti, si era rifiutata di vederlo per ciò che era realmente, e l'aveva sempre considerato il figlio modello che aveva voluto che fosse. Era responsabile di molti tratti sgradevoli del suo carattere perché l'aveva viziato fin da piccolo e l'aveva convinto di essere importante, ignorando tutto quello che sentiva dire su di lui e accettando solo la sua versione dei fatti. Ma non si poteva negare che Lilith avesse amato il figlio e Juliana sapeva che doveva essere devastata dalla sua morte. Seraphina sedeva su un divano accanto a Winifred, agitando un ventaglio; quando vide entrare Juliana sollevò lo sguardo e le rivolse un vago sorriso, poi guardò la madre, che fissava le fiamme con aria smarrita. Juliana seguì la direzione del suo sguardo. Non aveva mai pensato che un giorno avrebbe dovuto confortare Lilith e non sapeva bene che cosa fare. Si avvicinò e sedette su una sedia davanti alla donna, cercando di ignorare il calore intenso delle fiamme. «Zia Lilith...» Lei la guardò come se non sapesse bene chi fosse. «Mi spiace tanto» mormorò Juliana. Lilith continuò a fissarla senza pronunciare una parola. «Forse dovresti andare nella tua stanza e sdraiarti.» «Non posso dormire» replicò Lilith. «Posso chiedere al cuoco di prepararti una tazza di latte caldo» si offrì Juliana. «Non voglio dormire.» Juliana non riuscì a pensare a nient'altro da offrirle, ma non se la sentiva di lasciarla sola. Così sedette insieme a Seraphina e a Winifred e aspetto' con loro in silenzio. Dopo qualche tempo, Sir Herbert e Mr. Hakebourne entrarono nella stanza. Nessuno di loro poteva andare a dormire, ma non c'era nemmeno nulla da dire. Trascorse così una mezz'ora circa, prima che si udisse un certo trambusto nell'ingresso. Juliana pensò che fosse arrivato il magistrato e la sua supposizione venne confermata quando il giudice Carstairs entrò nella stanza. Il magistrato si inchino' gravemente a Lilith e poi agli altri. «Un fatto molto triste» commento'. «Giudice Carstairs.» Lilith si alzò e si avvicinò al nuovo venuto. «Che cosa avete scoperto?» Lui parve turbato di fronte alla madre dell'uomo assassinato. «Dunque... ehm... Dovreste riposare, Mrs. Barre. Non sono discorsi adatti alle orecchie di una signora.» La nobildonna lo guardò. «È mio figlio. Ho il diritto di sapere.» replicò Lilith con dignità. «Ehm... Si, certamente. Sembra che si tratti di omicidio. Naturalmente non possiamo esserne certi prima del referto del coroner, ma non credo che ci riserverà delle sorprese.» disse il magistrato. «Sì, ma chi è stato?» domandò Seraphina, stringendo le mani in grembo. «Avete idea di chi possa essere stato?» Il giudice cominciò a scuotere il capo, ma Lilith si intromise prima che parlasse. «È ovvio, mi sembra. Chi odiava a tal punto mio figlio? Chi ha fatto a pugni con lui questa sera stessa?» Il giudice sembrava a disagio. Era uno degli invitati al ricevimento di nozze e, come tutti, aveva assistito allo scontro tra Nicholas e Crandall. «Be', al momento non c'è alcun motivo di pensare che Lord Barre possa avere qualcosa a che fare con...» «Non avrebbe potuto» intervenne Juliana. «È stato con me per tutta la sera dopo l'incidente.» «Ecco, vedete.» Carstairs parve sollevato. «Lord Barre ha un alibi. Tutta la sera, dite?» «Era la nostra prima notte di nozze» gli ricordò Juliana. «Ah, già, certo, naturalmente.» Il giudice parve più imbarazzato che mai. Si voltò verso Lilith. «L'ufficio del coroner condurrà un'inchiesta minuziosa, Mrs. Barre. L'assassino di vostro figlio non resterà impunito, ve lo assicuro.» Lilith lo osservò a lungo, poi spostò lo sguardo su Juliana. «Credo che andrò a letto, ora. Signore, suggerisco di lasciare i gentiluomini al loro lavoro.» Juliana non avrebbe voluto andarsene, ma quando Lilith le tese la mano per cercare il suo braccio, non poté rifiutarsi. Le donne salirono al piano di sopra, scambiando solo poche parole. Juliana immaginava che, come lei, fossero tutte troppo sconvolte dagli avvenimenti della serata per pensare lucidamente. Una volta nella sua stanza, infilò la mano nella tasca della vestaglia e si avvicinò alla lampada della toilette per esaminare da vicino la pietra preziosa. Non le diceva nulla, e alla fine la ripose nel cofanetto dei gioielli. Si tolse la vestaglia e l'appoggio' sulla poltrona, guardando il letto. Non poteva fare a meno di pensare a quello che stavano facendo lei e Nicholas quando erano stati interrotti dalle grida. Si guardò e solo allora si rese conto di aver indossato la camicia da notte a rovescio. Arrossi' al pensiero che tutti avevano potuto vederlo attraverso l'apertura a scialle della vestaglia. Era chiaro che si era rivestita di fretta, il che faceva pensare esattamente a quello che stava facendo. Se non altro, cercò di consolarsi mentre si infilava sotto le lenzuola, quel particolare avrebbe aggiunto credibilità alla sua dichiarazione che Nicholas era rimasto con lei per tutta la serata. Girandosi su un fianco, cercò di raccogliere i pensieri, ma la sua mente era troppo agitata e confusa per potersi soffermare più di un istante su un singolo elemento. Finalmente udì un rumore di passi che salivano le scale. Dovevano essere Sir Herbert o Mr. Hakebourne, pensò, perché nessuno entro' nella camera accanto alla sua. Continuò ad aspettare, pensando che non sarebbe mai riuscita a dormire. Invece, quando riapri' gli occhi, era già mattina. Il sole filtrava da una fessura tra i tendaggi e la luce negli occhi l'aveva sempre svegliata. Si mise a sedere, con la mente ancora annebbiata.




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