Haikyuu!! WRITOBER 2021

di GReina
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n.a.
Se per le altre OS i prompt sono stati accoppiati randomicamente, per questa devo fare una confessione: dovevo scrivere trentuno nomi di personaggi/ship da accoppiare, ma arrivata a trenta davvero non riuscivo a capire chi altro mettere. Ho quindi lasciato il numero 31 libero, ed esso è stato accoppiato con il giorno 14. Non appena ho visto il prompt “Amore non corrisposto” ho pensato di mettere qualche amore passato, poi me ne sono venuti in mente due e li ho uniti! Ecco quindi a voi Atsumu, Sakusa, e i loro frastagliati primi amori!
Buona Lettura!

Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Unrequited Love
» N° parole: 1106

14. Amore non corrisposto – UshiSaku/AtsuKita

Kiyoomi non era mai stato quel tipo di persona dipendente dall’affetto; anzi, era tutto l’opposto. Risaliva alla sua infanzia la decisione di non lasciarsi avvicinare da anima viva, e a questo risaliva anche la sua scelta di non legarsi sentimentalmente a nessuno. Non avrebbe mai potuto chiedere a nessuno, d’altronde, di accettare la sua condizione. Aveva poca importanza: le relazioni erano sopravvalutate e lui ne avrebbe fatto a meno.
Se da un lato, quindi, Sakusa la pensava in quel modo, tutto l’opposto – a chilometri di distanza – era Atsumu. Il ragazzo aveva sempre vissuto con suo fratello gemello, avevano fatto sempre tutto insieme, e forse proprio per questo nell’alzatore era nata quell’irrefrenabile voglia di distinguersi, di ottenere attenzione non come Atsumu, uno dei gemelli Miya, ma semplicemente come Atsumu. Non pretendeva certo che i suoi genitori o gli amici lo preferissero ad Osamu, ma sperava che almeno una persona lo facesse.
Per quanto riguarda Sakusa, sì sa, quando non cerchi una cosa, quella ti trova; mentre al contrario per Miya valeva la regola: l’intraprendenza paga. Entrambi trovarono l’amore, o almeno così era parso ai loro cuori inesperti.
Per il primo fu Ushijima Wakatoshi. Il corvino aveva sempre creduto di essere al di sopra dei sentimentalismi, insultando non troppo velatamente suo cugino Komori ogni qualvolta gli parlasse di ragazze e di ciò che loro gli facevano provare. L’amore era per le persone frivole, lui aveva obiettivi più grandi. Dovette ricredersi durante il suo primo anno di liceo.
Ushijima aveva tutto: era forte, bello, intelligente, calmo. Aveva tutto ciò che Kiyoomi poteva desiderare. Fu stupido il modo in cui era riuscito a conquistarlo. Se – d’altronde – avesse raccontato a Motoya che era bastato un fazzoletto fresco di bucato a fargli battere forte il cuore, sicuramente il cugino lo avrebbe preso in giro a vita. E come dargli torto?
Al di fuori di ogni suo controllo, comunque, Sakusa era stato costretto ad accettare quei sentimenti, perché dal semplice interesse era passato in fretta a qualcosa di più, tanto da non riuscire a staccargli più gli occhi di dosso in quelle rare, splendide e preziose occasioni in cui i due potevano incontrarsi. Che fosse per All-Japan Youth Training Camp, i Nazionali o dei semplici ritiri sportivi, ogni incontro per Sakusa era motivo di gioia, ma non si illudeva. Ushijima Wakatoshi non era irraggiungibile solo per i chilometri che separavano i loro domicili, e non si trattava neanche del fatto che lo schiacciatore di Miyagi avesse un anno in più di lui. No, era l’aura che emanava a bloccare il più giovane.
Per Atsumu con la sua cotta era lo stesso: irraggiungibile non per la sua età ma per l’aura che emanava era come il biondo vedeva Kita Shinsuke. A volerci riflettere, neanche Atsumu avrebbe saputo dire cosa nel suo senpai l’avesse attratto tanto. Forse era il suo carattere così stoico, o magari il modo in cui sembrava tenere a tutti loro. L’alzatore sorvolò sulla cosa accettando che all’amore non si comanda, e riconosciuta la propria cotta si era adoperato per convincere il ragazzo ad accettare un suo appuntamento o – per meglio dire – per convincere se stesso a chiederglielo.
Passò per entrambi un anno. Un anno di sentimenti sempre più forti e tattiche – chi più chi meno evidenti – per avvicinarsi al proprio sogno proibito. In quell’arco di tempo sempre con più passione, Sakusa a Tokyo e Miya a Hyogo, i due ragazzi iniziarono a convincersi di essere perfetti per la propria cotta, e ancora più ardentemente che Ushijima e Kita potessero essere gli unici adatti a loro. Quello che stava cercando e che amava il corvino, d’altronde, era proprio l’atteggiamento serio, calmo e pragmatico di Wakatoshi, mentre perfetto per il biondo era l’aperto affetto che Shinsuke riusciva a mostrare.
Dopo mesi di tentennamenti e decine di scuse per rimandare quel momento, infine entrambi decisero di agire confessandosi al ragazzo che amavano.
Furono delusi.
Entrambi i ragazzi del terzo anno rifiutarono la dichiarazione d’amore con delicatezza e rispetto, ma senza dare loro possibilità d’appello. Ushijima aveva e avrebbe sempre visto Kiyoomi come un asso da sconfiggere, mentre Kita teneva molto ma in maniera troppo diversa dalla sua ad Atsumu. Come se non bastasse, per entrambi esistevano già Tendo ed Aran.
Per tutta la vita Sakusa aveva creduto di poter fare a meno di qualcosa di così melenso come lo erano le relazioni amorose, ma quel rifiuto gli fece comunque male. Quello che aveva provato per l’asso dello Shiratorizawa gli aveva fatto piacere e dispiacere insieme, facendolo sentire sia leggero che pensante, sia felice che triste. Non voleva rinunciare a tutto quello, non voleva rinunciare – ora che sapeva che emozioni era in grado di provare – ad amare qualcuno. Ma se Ushijima non era adatto a lui allora chi mai avrebbe potuto esserlo?
Per Atsumu fu dura almeno tanto quanto per Kiyoomi: aveva così tanto amore da poter condividere, ma mancava la persona con cui farlo. Kita gli era sembrato perfetto; gli era sembrato l’unico. Era stato così tanto preso da lui, negli ultimi due anni, da non capire come fare adesso a passare ad un altro. Se Kita non era adatto a lui allora nessuno avrebbe potuto esserlo.
“All’amore non si comanda”, su quello Miya aveva fatto centro. Nessuno dei due avrebbe mai potuto biasimare la sua cotta per non aver corrisposto il loro amore. I capitani di Shiratorizawa e Inarizaki avevano piantato una croce sul cuore ai due innamorati e questi avrebbero dovuto portarla sebbene tra strazio e dolore, ma non era colpa di nessuno il male che sentivano.
Inadatti. Così presero a reputarsi. Così particolari e bisognosi entrambi da non poter avere nessuno; la loro rispettiva persona speciale già impegnata e soprattutto non interessata.
“All’amore non si comanda” Atsumu l’aveva capito da ragazzo e lo fece di nuovo da membro dei Black Jackals, ma se si può dare per corretta questa frase fatta, anche un’altra merita di essere considerata: “Si trova quello che non si cerca” Kiyoomi lo aveva capito anni prima quando il suo cuore aveva preso a dolere per un altro essere umano, e lo capì ancora entrando a far parte della stessa squadra di Miya Atsumu.
Un uomo stoico, calmo e tranquillo non fu certo ciò che Sakusa trovò nell’amore della sua vita, e allo stesso modo Atsumu non si tirò indietro alla rivelazione che l’uomo che amava odiava mostrare apertamente affetto. Amore non corrisposto era stato quello che avevano ricevuto da Ushijima e Kita; dubbio era ciò che era scaturito in entrambi a causa di quei rifiuti. Ma – capirono entrambi conoscendosi – ad altro le loro esperienze non erano servite che a plasmarli nell’attesa dell’arrivo della loro vera persona speciale.




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