Alla fine del tunnel-cap 10
Lo sguardo di Remus fu attratto
dalla superficie luminosa dello specchio che torreggiava in un angolo
della stanza. L'oggetto rifletteva la luce della luna piena, indirizzandola sul
suo mantello d’argento, che sembrava assorbirne avido
l’essenza, come se l’astro lo stesse nutrendo.
Remus si specchiò: eccolo, il lupo. Riconobbe immediatamente l'animale che aveva sbranato Severus, i Dissennatori glielo avevano mostrato continuamente durante la sua breve prigionia.
Remus si acquattò davanti allo
specchio, il muso tra le zampe e le lacrime di disperazione che gli
grattavano il fondo della gola. Ma i lupi non avevano la
capacità di piangere e lui si dibatteva, straziato da
un’interno tormento, sentendosi sul punto di esplodere.
Aveva commesso un’infinita
serie di errori nella sua vita, e stava per farne di nuovi. Quante
persone dovevano ancora soffrire a causa sua?
Ma ormai aveva deciso, e agito di conseguenza.
Tonks non avrebbe capito, ma lui
intendeva solo proteggerla. Non avrebbe capito, e l’avrebbe
maledetto e odiato per le sue azioni… ma non era importante.
Remus l’amava, e doveva impedire che le venisse fatto del male, a qualunque costo.
Lo sguardo gli cadde di nuovo sulla propria immagine riflessa.
La luna era sorta e sapeva che la battaglia era cominciata.
James stava combattendo. I Mangiamorte avevano attaccato Hogwarts, esattamente con le modalità descritte loro da Sirius. Il
piano di Sirius, ovviamente, era stato accantonato dopo il defilarsi del suo
protagonista: Remus.
Remus avrebbe dovuto prendere la Pozione Antilupo, in modo da mantenere
inalterata la propria coscienza anche nelle fattezze di lupo e,
parlando il loro linguaggio, rivoltare i mannari di Greyback contro i
Mangiamorte.
Ma Remus non era lì con loro, come non c’era Tonks, naturalmente.
Erano riusciti a prelevare Ted e Andromeda dalla loro casa, malgrado
l’intervento di James e Lily fosse stato tempestivo, ed erano
fuggiti, andando a nascondersi chissà dove. Li avevano cercati
per settimane, ma senza successo.
James aveva al suo fianco un grosso cane nero. Sirius aveva tenuto
nascosta la sua natura di Animagus ai Mangiamorte, cosa che gli
permetteva di schierarsi dalla parte dell’Ordine nelle battaglie
senza destare sospetti.
Hogwarts era stata presa d'assalto, ma il nemico non era ancora riuscito a introdursi nel castello, non glielo avevano permesso.
E ora la luna piena era alta nel cielo e gli ululati avevano sostituito le urla strazianti dei lupi mannari che mutavano forma.
La luna era alta nel cielo e Remus
ormai era in trappola, non aveva più alcuna possibilità
di fuggire per evitare di ferire le persone che amava. Aveva preso la
Pozione Antilupo ed era pienamente cosciente delle proprie azioni, ma
ciò non bastava a sedare la sua paura. La Pozione, Remus ne era certo,
non sarebbe riuscita a domarlo, non per una notte intera.
Una persona gli si avvicinò, e
lui, strangolato dall'angoscia, riuscì a farsi cogliere alla
sprovvista malgrado i sensi finissini che la sua forma animale gli
donava.
E quando vide il proprio muso riflesso nei suoi occhi, il terrore e il
senso di colpa lo schiacciarono. La consapevolezza che avrebbe ucciso
di nuovo gli paralizzò il cuore.
I Mangiamorte non erano scappati dopo la trasformazione dei lupi
mannari, il che poteva significare una cosa soltanto: avevano preso la
Pozione Antilupo. Sirius non sapeva nulla di questa parte del piano.
Ed erano forti, dannazione, erano necessari almeno una decina di Schiantesimi per riuscire a fermarne uno.
Felpato d’un tratto prese James per il mantello, indicandogli con i
tondi occhi grigi, addolciti nella sua forma canina, uno dei mannari.
James capì subito cosa voleva indicargli. Il mostro aveva dei
ciuffi di peli di un brillante rosa cicca sulla nuca, evidentissimi
sullo sfondo del mantello argenteo.
“E’ Remus,” soffiò James, avvertendo un
doloroso crampo allo stomaco. “Tu non ne sapevi nulla?”
Sirius guaì in segno di diniego.
Tutti i professori di Hogwarts si erano uniti allo scontro, Silente
fu l’ultimo ad arrivare, e la sua presenza fu decisiva.
Mentre a uno a uno i Mangiamorte fuggivano o venivano colpiti, Sirius
corse verso il centro della battaglia, afferrando Remus con le fauci e
trascinandolo via con sé. James si era aspettato che Remus opponesse
resistenza, ma così non fu.
Nella scelta di Remus di seguire mansuetamente Sirius aveva intravisto
sollievo e una sorta di soddisfazione, come se avesse aspettato con
trepidazione quel momento.
Proprio quando il terrore si era
fatto così forte da non essere più tollerabile, il suo
corpo scosso da uggiolii di disperazione, Remus si sentì afferrare e
trarre in salvo dall’oceano di dolore in cui stava annaspando. E
lui, come uno sciocco, si abbandonò all'aiuto offertogli.
Erano nella Stamberga Strillante. Sirius e Remus. Un Remus ancora in
forma di mannaro, e incapace di parlare, a cui, dunque, era inutile
chiedere spiegazioni.
Sirius aveva ripreso le proprie sembianze appena chiusi al sicuro nella
vecchia baracca, provocando in Remus un guaito sconcertato.
“Perché, Remus? Perché? Lo hai fatto per Tonks, non
è vero? Ci hai traditi per difendere lei, come ha fatto suo
padre?”
Sirius non riusciva a farsene una ragione… Gli era bruciato così
tanto il vederlo combattere contro l’Ordine, contro i suoi amici!
Sentiva un moto di nausea solo nel guardare la figura mostruosa
accucciata sul pavimento di assi di legno graffiate.
E non erano le orrende fattezze di Remus a disgustarlo, ma le azioni di cui si era macchiato.
Il lupo, come se avesse intuito i suoi pensieri, infilò il muso sotto una zampa, evitando il suo sguardo.
Dei passi lungo il tunnel del Platano Picchiatore annunciarono l’arrivo di due persone.
La porta della Stamberga Strillante si aprì all’improvviso
e da sotto il mantello dell’invisibilità sbucarono due
ragazzini. Erano Harry e Neville.
Entrambi sussultarono nel vedere il lupo mannaro.
“Non preoccupatevi, è Remus,” li
tranquillizzò Sirius, aggiungendo subito dopo. “Che diavolo ci
fate, qui?”
“Non siamo scappati dalla battaglia!” si difese subito
Harry, con enfasi. Assomigliava così tanto a suo padre,
pensò Sirius con infinito orgoglio.
“Neville ha sentito dire da papà che tu di sicuro avevi
portato Remus qui,” Harry indicò l’amico più
grande. “E voleva sapere da lui se il signor Tonks stava
bene.”
Il ragazzino paffuto strusciò per terra un piede. “La
nonna mi ha detto tutto… ma io…” sospirò, a
disagio. “Ecco… io credo che voi vi sbagliate, non
può essere Ted la spia, lui mi vuole bene!”
Sirius era dispiaciuto per Neville, per una volta che qualcuno aveva
mostrato nei suoi confronti un briciolo d'interesse, si vedeva
sbattere in faccia che la natura di tale comportamento esulava dalla sua
persona. E non poteva essere altrimenti, purtroppo Neville era un
ragazzino simpatico, ma mediocre. Era un mistero come fosse riuscito a
sconfiggere Voldemort.
Il ragazzo ebbe un inaspettato moto di ribellione
“Lui mi vuole bene veramente per quello che sono! Dice che gli
ricordo sua figlia, me l’ha detto tante volte…” la
voce di Neville scemò in un singhiozzo disperato.
Sirius fece per ribattere, ma non gliene fu dato il tempo: Remus con un balzo saltò sul petto di Neville, atterrandolo.
“Ma che diavolo… Remus!”
La risata aspra di una donna li raggiunse.
E Sirius la vide: era Bellatrix, accompagnata da una donna che non
aveva mai visto prima, anche se il suo aspetto gli era vagamente
famigliare.
“Bene, bene. Ciao, cuginetto. L’ho sempre saputo da che
parti stavi, cosa credevi? Anche l’Oscuro Signore ha sempre avuto
dubbi, e alla fine si è convinto definitivamente. Era tutto
programmato, non l’hai ancora capito?” Bellatrix si lasciò
sfuggire un’altra risata, fredda e tagliente.
La donna al suo fianco incalzò il mannaro: “Avanti, cosa
aspetti, bestia? Uccidi il ragazzo e poi finisci Black. Prima gli
affari dell’Oscuro Signore, poi la mia vendetta personale, il
premio che mi spetta per i miei servigi. Mesi e mesi a servizio della
vecchia, insopportabile, signora Paciock. Il dover rimettere mano ai
testi che mio figlio tanto amava, per preparare la Pozione
Polisucco… essere così vicina alla bestia che me lo ha
ammazzato da poter notare una cosa utile
come le imbarazzanti ciocche di capelli rosa sulla sua
nuca,” le sfuggì un ghigno spaventoso, che le
morì dopo pochi secondi sulle labbra. “La bestia era alla
mia mercé, nella sua debole forma umana! Sono stata obbligata a soccorrerla!”
sputò a terra, scostandosi i capelli flosci dagli occhi, in un
gesto untuoso di profondo disgusto. “Chi ha ucciso mio figlio
morirà qui, stanotte, dove il suo sangue è stato
versato!”
Il suo sguardo era folle, e il naso, i capelli, il pallore… “mio figlio”.
Era la madre di Mocciosus! A servizio della signora Paciock? Ma allora…
“Era tutto programmato, non l’hai capito?”
Dannazione! L’infermiera della nonna di Neville! Quella frase su
Ted era stata gettata lì apposta, a uso e consumo di Remus!
Bellatrix sorrise sorniona. “Prima Sirius e poi… anche lui
pagherà! Abbi solo un po’ di pazienza, Eileen,” si
avvicinò a Remus, piegandosi su di lui. “Fallo,
ora!…” sussurrò al suo orecchio, una mano tesa a
tirargli la pelliccia all’altezza del collo, come per dargli la
spinta necessaria ad agire.
“Fallo, ora!… Dopo ti
sentirai meglio, assicurato!” si sentì ordinare Remus,
solo un sussurro all’orecchio, ma detto con il tono di chi sta
dando un ordine perentorio. Una mano gli stringeva la pelliccia sul
garrese, ed era tutto sbagliato e assurdo. Guaì, iniziando a
sussultare: “Non posso.”
Sirius e Harry attaccarono assieme, ma le due donne avevano già la bacchetta puntata e furono più leste di loro.
Le zanne del mannaro affondarono nel corpo del ragazzo.
Remus vent’anni prima aveva ucciso un quindicenne a causa di Sirius, in
quello stesso punto. Un altro quindicenne stava agonizzando sotto le
sue zanne, ora, davanti a lui.
A Sirius non era stato permesso di vedere il cadavere di Mocc…
di Severus, dopo… Ma James, furioso per quello che aveva combinato,
gli aveva descritto tutta la scena nei minimi particolari, e ora
risentiva le sue parole nella testa mentre assisteva impotente allo
scempio, e l’immagine del corpo di Neville e quella di Severus si
sovrapossero, divenendo indistinguibili ai suoi occhi.
“Per Dio, cosa ho fatto…” gemette Sirius. “Remus!”
Si gettò disarmato sul lupo mannaro, tempestandolo di pugni. Il
mostro lo gettò via con un gesto di stizza, come fosse stato un
moscerino fastidioso.
Sirius mutò allora nel grosso cane nero, e lo attaccò
nuovamente. Lottavano davanti alle due donne, una che rideva divertita,
l’altra persa in un gelido contegno. Harry cercò
più volte di dargli man forte, ma lui fece in modo di
allontanarlo definitivamente con un violento spintone. Nessun altro
bambino sarebbe morto a causa sua.
Mentre il mannaro - Remus! - cercava di azzannarlo alla gola, gli occhi grigi di Sirius caddero sul corpo riverso a terra di Neville. Gli occhi
erano vitrei, i vestiti zuppi di sangue.
Ogni speranza era perduta.
Ancora sdraiato sulla moquette
consunta della squallida stanza dell'albergo dove lui, Tonks e i
genitori di lei avevano trovato rifugio dopo la fuga, Remus ubbidì al
suo istinto e affondò le zanne nel proprio braccio.
Sperava così di spaventare Tonks tanto da spingerla ad allontanarsi da lui, a mollare la presa.
La donna lasciò il ciuffo di
peli che stringeva nel pugno, prendendogli il muso con entrambi le mani
e attirandolo verso di lei con rabbia, per poi gettargli le braccia
attorno al collo, stringendolo con forza.
“Non ti permetterò mai
più di farti del male,” singhiozzò. “E’
ora che la smetti di farti del male.”
Remus rabbrividì, cercando debolmente di sottrarsi alla sua stretta.
“No,” gli sussurrò
Tonks, con dolcezza infinita. “Sono qui con te, lo senti?”
lo strinse ancora più forte, in un abbraccio appassionato.
“Sono qui, Remus, sono qui con te.”
“Fallo, ora!” gli aveva
ordinato. Ma Remus non era in grado di piangere, né di sfogare la
sua sofferenza in altro modo. Ma poteva amare. Era sbagliato, ma poteva
amarla.
E per questo l’avrebbe
lasciata. Tonks non avrebbe capito, ma lui intendeva solo proteggerla.
Non avrebbe capito, e l’avrebbe maledetto e odiato per le sue
azioni…
La luna infine tramontò, e mentre il sole nascente gettava
macchie di luce rossastra sul corpo senza vita di Neville Paciock, il
mannaro che l’aveva ucciso riprese le sue sembianze umane.
E Sirius, chino sul ragazzo, malgrado le lacrime di disperazione che ancora gli rigavano il volto, sorrise.
Spero di essere riuscita nell’effetto sorpresa anche con questo capitolo!
Nell'epilogo spiegherò tutte le questioni in sospeso ^^
Ringrazio tantissimo chi mi ha lasciato una recensione:
Debby93
Ciao, grazie per aver aggiunto la
storia ai Preferiti e per la recensione. Sono felice che hai trovato la
mia fic avvincente ^^
Lupinuccia
Grazie mille ^^
Moony3
Mi piace spiazzare i lettori ^^
Per la scenetta (poco) romantica,
avrei potuto scrivere la solita scena dove tutto va alla
perfezione, trita e ritrita, ma ho preferito puntare sul realismo
nudo e crudo. E non sai quanto mi fa felice sapere che hai trovato
Remus IC, perchè anche io ce lo vedo proprio a comportarsi
così, d'altronde non sono una che idealizza i proprio personaggi
preferiti, anzi, li amo prima di tutto per i loro difetti.
"Sono in buona compagnia, del resto!^^"
XD mi hai fatto morire!!! Sì,
ottima compagnia. Beh, avevo gettato qua e la molti indizi con lo scopo
di incolpare Ted, che poi, alla fine... beh, nell'epilogo
spiegherò tutto quello che ancora non è chiaro.
Fennec
Ciao ^^
lo scopo era proprio quello di
spiazzare, sono mooolto felice di esserci riuscita. Spero che
anche questo capitolo riesca a sorprenderti.
Thiliol
Ben tornata! Caspita, ti sei letta tutto in due giorni? Su Ted, che dire… hai ragione ^^, infatti…
-Piccolo OT: però… anche Piton è un Mezzosangue
(suo padre è addirittura un Babbano senza poteri magici) eppure
era una delle persone più vicine a Voldemort… che tra
l’altro è lui stesso un Mezzosangue (viva la coerenza!!)-
No, Remus non ha perdonato Sirius,
non completamente, almeno. Ma non puo’ stare sempre a tenergli il
muso, non sarebbe da lui. In fondo gli vuole ancora bene,
malgrado tutto.
James non se la prende con Sirius, certo non è felice che lui dica a Remus dove è Ted ;-)
Beh, sì, l’unica cosa certa è quella: Remus e Tonks si amano ^^
Ringrazio anche i (tanti) lettori
silenziosi. Il prossimo capitolo sarà l’ultimo, se vi va
fatemi sapere se la mia storia vi è piaciuta (o vi ha fatto
schifo) è un grosso stimolo a continuare a scrivere, e un aiuto a migliorarsi ^^
Ciao, ciao
Fri
|