Delitto e Passione

di eddiefrancesco
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Dopo una breve pausa, Lilith proseguì col suo agghiacciante racconto. «Davo la colpa a quel oca di sua moglie perché non era capace di tenersi il marito. Anche quando mentiva e imbrogliava, e perfino quando rubò i miei gioielli per pagare i debiti di gioco, lo amavo troppo per ammetterlo. E poi...» I suoi occhi si riempirono di lacrime al ricordo e la voce si fece roca. «Poi lo vidi con quella domestica; la stava afferrando e lei cercava di respingerlo, supplicandolo di lasciarla andare. Allora capii che era come suo padre, vile e lascivo... un depravato. E non potevo sopportarlo!» Lilith allento' leggermente la presa sulle spalle di Juliana e lei approfittò dell'occasione. Raccogliendo tutte le proprie forze, alzò violentemente le braccia e colpì Lilith allo stomaco, facendola cadere di lato. Cercò di rotolare all'altra estremità del letto, ma prima che potesse allontanarsi a sufficienza, Lilith le fu addosso. Juliana lottò per liberarsi, ma la follia aveva decuplicato le forze della sua avversaria. Rotolarono avvinghiate sul letto. Lilith colpì Juliana con un pugno alla guancia, facendole venire le lacrime agli occhi. Lei si divincolo' e scalcio', poi rotolo' lontano. Lilith però la colpì alla schiena, e approfittò del suo momentaneo stordimento per sedersi sulla sua schiena facendola affondare nel materasso. Le afferrò il capo con entrambe le mani e le spinse il viso contro il cuscino di piume. Juliana scalcio' e si divincolo', ma tutto fu inutile perché il soffice materiale le impediva di respirare. Udì in lontananza il rumore attutito di qualcuno che bussava alla porta e la voce di Nicholas che la chiamava. Poi ci fu un tremendo colpo contro la porta. Doveva essere chiusa a chiave, pensò mentre grandi macchie nere prendevano forma davanti ai suoi occhi. Non l'avrebbe rivisto mai più... fu il suo ultimo pensiero cosciente. Non avrebbe mai avuto la possibilità di dirgli che lo amava... La porta si spalanco' con uno schianto e un istante dopo Juliana sentì il peso che le premeva sulla schiena sollevarsi. Rotolo' sul dorso, annaspando in cerca d'aria, mentre Nicholas e Lilith cadevano per terra dall'altra parte del letto. Celia fu subito al fianco di Juliana per aiutarla ad alzarsi e il resto della famiglia e dei domestici, attirati dal trambusto, accorsero affollandosi alle sue spalle. Il maggiordomo e Sir Herbert si precipitarono ad aiutare Nicholas con Lilith, che continuava a lottare come una furia gridando frasi incoerenti. Nicholas consegnò la donna agli altri due e si avvicinò al letto. «Juliana!» gridò, prendendola tra le braccia. «Amore mio, grazie al cielo! Stai bene?» «Sì» mormorò, stringendosi a lui. «Va tutto bene, adesso.» «Che ne sarà di lei?» domandò Juliana. Era seduta sul letto, con la schiena appoggiata contro i cuscini, e si era ormai ripresa completamente dal malessere del giorno prima. Lilith non le aveva mentito sull'effetto della radice di giaggiolo. Dopo che l'aveva assalita, Juliana si era sentita gradualmente meglio e aveva dormito per gran parte del pomeriggio tra le braccia del marito. Nicholas non l'aveva lasciata per tutta la notte e solo un'ora prima era sceso per discutere con il magistrato del futuro di Lilith. Nel frattempo aveva raccomandato a Winifred di vegliare su sua moglie finché non fosse tornato. «Pare che sia completamente uscita di senno» disse Nicholas, sedendo sul bordo del letto. «Ha confessato di aver ucciso Crandall, come pure Trenton e tua madre molti anni fa. Poi, mentre la conducevano in carcere, ha avuto una crisi isterica e ha incominciato a delirare, gridando e scalciando. Secondo quanto mi ha riferito il giudice, da allora è rimasta seduta a fissare la parete della sua cella, senza muoversi. Non sapeva che cosa fare di lei e mi ha chiamato per conoscere la mia opinione.» «Che cosa gli hai detto?» Nicholas si fece scuro in volto. «Vorrei vederla morta solo per quello che ti ha fatto.» «Non era in sé. Immagino quale inferno sarà la sua vita adesso che ha ucciso l'unica persona che abbia mai amato.» mormorò Juliana. «Non merita alcuna compassione.» replicò Nicholas in tono duro. «Ma non posso fare a meno di pensare che il processo sarà una dura prova per te. Ci sarà un terribile scandalo.» «E la povera Seraphina! Non basta che suo fratello sia stato ucciso solo pochi giorni fa, per quanto spregevole fosse. Ha dovuto scoprire anche che è stata sua madre a ucciderlo, e che ha assassinato anche suo padre. Non possiamo farle questo! Anche se è un po' superficiale, non è cattiva. E ne soffrirebbe anche Winifred. Poco fa mi ha raccontato di Sam Morely e di quanto si amino. Mi ha detto che hanno progettato di sposarsi appena finito il periodo di lutto. Sembrava così felice. Ma se ci sarà un processo e verrà fuori tutto quello che hanno fatto Crandall, Lilith e Trenton, la sua felicità sarà rovinata e verrà infangato anche il suo nome. Potrebbe decidere di non sposare Mr. Morely dopo essere stata coinvolta in uno scandalo di queste proporzioni. Non mi sembra giusto che la malvagità di Lilith debba causarle altro dolore. Non si può proprio evitare il processo?» chiese Juliana. «Sapevo che avresti detto così» replicò Nicholas con un tenue sorriso. «Il magistrato ha proposto di rinchiuderla in un manicomio. È un destino terribile, ma è sempre meglio dell'impiccagione.» «Quasi mi dispiace per lei.» «Dispiacerebbe anche a me, se non avesse tentato di ucciderti. Questo non glielo perdonero' mai.» Nicholas si chino' su di lei e la strinse tra le braccia. «Prego Dio di non dover mai rivivere quello che ho provato ieri. Mentre cavalcavo, mi convincevo sempre di più che era stata zia Lilith a uccidere Crandall e pensavo a te che giacevi qui, sola e vulnerabile. Poi ho cominciato a pormi delle domande sul tuo malessere e mi è venuto in mente che era stata Lilith a versarti il tè a colazione.» Le diede un bacio in fronte e mormorò: «Non ho mai avuto tanta paura in vita mia. Non so che cosa avrei fatto se ti avessi persa.» Juliana lo abbraccio' e lo strinse forte a sé. «Ti amo» mormorò. Poi si allontanò per guardarlo in viso. «So che non volevi un matrimonio d'amore. Però ieri, quando ho pensato di essere sul punto di morire, ho rimpianto di non avertelo mai detto. Ti amo, Nick. Non ti sto chiedendo di ricambiare i miei sentimenti, ma non posso continuare a fingere che quello che provo per te non sia amore. Ti amo fin da quando ero una bambina.» Nicholas sorrise. «Anch'io ti amo fin da allora. Sono stato un idiota. Credevo che non sarei mai riuscito ad amare qualcuno, e invece era solo perché il mio cuore era già tuo. Dentro di me sapevo che un giorno sarei tornato da te. Non lo chiamavo amore, ma solo perché era molto di più di quello che si intende comunemente con quella parola. Tu eri la mia vita, la mia casa, il centro del mio universo.» La strinse tra le braccia coprendo il suo viso di baci dolcissimi. «Ti amo Juliana.» Lei si sentì sciogliere nel suo abbraccio e gli occhi le si riempirono di lacrime. Questo era ciò che aveva aspettato per tutta la vita. «Ti amo anch'io Nick.» -------------------------------------FINE---------------------------------------------




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