Un refolo di vento

di Baudelaire
(/viewuser.php?uid=1109580)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Un refolo di vento, venuto da chissà dove, ti scompiglia i capelli.
Sei nuda, sotto il mio peso.
Nuda, eterea, non sei mai stata tanto fragile.
Non sei mai stata tanto bella.
Eppure sei qui, viva, reale, più lucida che mai.
Oggi, che ti sei donata.
Oggi, che ti sei fatta donna.
Oggi, che ti sei fatta mia.
Una singola, dannata, maledetta volta, prima che questa notte intiepidisca, sotto il pallido sole morente.
Morente, come il mio cuore, che non sa.
Non sa, e forse non vuole sapere.
Sarai ancora mia?
Sarò ancora tuo?
O il buio eterno inghiottirà entrambi?
No, Dio mio.
No.
Prendi me, e spalma di vitale linfa questo corpo vibrante che ancor m’appartiene, forse solo per pochi, indelebili istanti.
Prendi me, purchè lei viva.
Altro non chiedo.
 
Una ciocca, disturbata dalla brezza notturna, ti solletica il mento.
Stai per scostarla, ma sono più veloce. Anticipo le tue mosse, solo per toccarti ancora una volta, solo per sentirti di nuovo mia.
Le nostre dita si sfiorano, si intrecciano, come i nostri sguardi liquidi.
Lo sai.
Lo so.
Il tempo tiranno ci è nemico mortale.
 
Eccola, ad est, la luce malvagia che la magia inghiottirà.
Lo sai.
Lo so.
 
Silenziosa, silenzioso, le parole non possono oltraggiare questo attimo d’immortalità.
 
Ti stringo per l’ultima volta.
Sarà davvero così?
 
Non importa, non importa.
 
Lucidità, è tutto ciò che mi resta.
Il ricordo di una notte, immersi nelle stelle.
 
L’ultimo bacio, rorido di lacrime.
 
Un refolo di vento, ancora, ad annunciare un nuovo inizio.
 
Di vita, di morte, non ci è dato sapere.
 
Linfa vitale su di lei, Dio mio.
E di me, fa’ ciò che vuoi.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3998794