La pallida ragazza dai lunghi capelli castani era accovacciata sul suo
letto con un libro davanti i piedi freddi. “Gwen, accetta che
in questo momento non sei cosa di leggere.” disse a
sé stessa.
Quella notizia avuta un mese prima che l'aveva lasciata emotivamente
disorientata ma gelidamente indifferente, stava tornando a bussare alle
pareti del suo cranio con insistenza.
“Ah... suppongo di doverglielo in un certo
senso...” sbuffò fra se e sé, poi
sentì citofonare.
-Non ci sono per nessuno!- disse consapevole di non poter essere
sentita. Ma si costrinse comunque a scendere e saltellare
velocemente sul pavimento ghiacciato. -Dove diavolo ho seminato le mie
pantofole?!- si sfogò ad alta voce.
Aprì a Leshawna che un po' per aiutare la ragazza in
difficoltà, un po' per bullarsi di lei, sollevò
Gwen e la rimise sul letto. Recuperò pure le pantofole che
ci erano finite sotto.
-Grazie.- sbottò Gwen infastidita dalle circostanze.
-Prego. Sei persino più piumetta di Harold.- disse beffarda.
Gwen borbottò, poi sorrise debolmente all'amica che
cominciò a studiarla.
Avevano ricominciato a frequentarsi dopo l'eliminazione della dark
nella terza stagione.
Leshawna si era incaricata di medicarla per le ferite avute a causa
dell'atterraggio poco delicato e per la vistosa reazione allergica
dovuta alle foglie di eucalipto.
Gwen si era sentita abbastanza ignorata dagli altri ex compagni di
sventura, sospettava a causa di quel pasticcio con Duncan e Courtney.
Ma, probabilmente a causa della situazione di Leshawna con Alejandro,
l'afro-canadese non le aveva fatto problemi. In teoria pure Bridgette,
che l'anno prima aveva messo da parte la loro amicizia per schierarsi
dalla parte di Trent, non aveva grossi motivi per continuare a
ritenersi superiore a Gwen, ma né lei, né Geoff
l'avevano calcolata.
Si era anche creata una situazione un po' tesa e imbarazzante. Brigette
era spesso nei paraggi quando era con Leshawna perchè aveva
recuperato la sua simpatia per la ragazza vista la situazione simile in
cui si erano trovate e l'ammirazione per il modo in cui Leshawna aveva
malmenato Heather che Gwen, nonostante avesse avuto molti
più problemi di Bridgette con Heather, decisamente non
capiva.
-Mi spiace, ma per me hai sbagliato con Courtney.- aveva detto
Bridgette con durezza facendo pentire Leshawna di aver cercato di farla
chiarire con Gwen. -Nonostante i difetti, la consideravi tua amica, no?
Perchè l'hai trattata in quel modo?-
-Senti, non mi sembra che lei sia stata così tenera!- aveva
ribattuto Gwen. -Con Duncan ho agito di impulso e lei non mi ha dato
alcuno spiraglio per spiegarmi! L'hai vista come ha reagito, no?
Sembrava un procione con la rabbia!-
Bridgette tentennò, Leshawna le guardava tesa come una corda
di violino, stava per intervenire, ma Bridgette alla fine
parlò. -Avrai avuto sicuramente le tue ragioni, ma ora come
ora, non riesco proprio a fidarmi.-
-Fidarti di che? Hai forse paura che in futuro ti freghi Geoff?- disse
Gwen sparando un'ipotesi ridicola. Ma l'espressione apparsa per un
attimo sul viso della biondina le fece venire l'assurdo pensiero di
aver azzeccato. -Cosa?!- esclamò la dark incredula. -Ma sei
ipocrita!-
Leshawna si mise in mezzo con fare nervoso. -Ragazze, ragazze...
facciamo che cercate di raffreddarvi, riflettere...- Leshawna si
interruppe cercando le parole. -Insomma, ne riparliamo poi?- la ragazza
le aveva guardate capendo che probabilmente le due non si sarebbero
più chiarite e che doveva tenersi lontana dal ruolo di
riappacificatrice, non faceva affatto per lei.
-Oh no! Mi stanno emarginando!- disse teatralmente Gwen una volta che
Bridgette se ne era andata. -Sai che novità, direi che un
ritorno alle origini. Tanto sono un tipo solitario e con le ragazzine
dal giudizio facile non ci ho mai voluto avere niente a che fare! Come
ho fatto a scordarmene con quella psicolabile di Courtney?!- si era
sfogata e Leshawna l'aveva osservata con preoccupazione. -Sto bene, sul
serio!- Gwen aveva cercato di convincerla e farle un sorriso
strafottente, ma Leshawna aveva continuato a guardarla con
quell'espressione mormorando un “mi dispiace”.
Anche in quella situazione, mentre chiacchieravano, Leshawna la stava
guardando con preoccupazione, ma cercò di sdrammatizzare
perchè Gwen non le sembrava in vena di dramma.
-Come dark non dovresti essere di buon umore con Halloween alle porte?-
era uno stereotipo idiota e Leshawna lo sapeva, ma voleva stuzzicarla.
-L'aspetto commerciale e festivo non mi interessa. Sono un'asociale che
odia le feste, ricordi?- Gwen era un po' migliorata, ma continuava a
non amare la confusione e a non trovare poi così
entusiasmanti quelle occasioni sociali. Forse era per quello che non
era rimasta poi così vicino a Geoff e a furia di trovare
scuse per saltare le feste e le uscite, il biondone non aveva
più insistito. ...O forse era a causa della sua fidanzata?
-Hallowen era divertente quando ero piccola.-
-Ah, in effetti il dolcetto o scherzetto...- cominciò a dire
Leshawna, sorridendo nonostante non ne capisse realmente il fascino.
-No, mi riferivo solo agli scherzetti... e agli agguati per
terrorizzare i passanti.- Gwen ghignò con uno sguardo
affilato. Leshawna non riusciva genuinamente a capirla, ma le faceva
piacere vederla più divertita, anche se durò poco.
-Ma farlo ora sarebbe abbastanza patetico...- continuò
infastidita. Non sarebbe stata così severa pensando a
qualcuno suo coetaneo che cercava di far prendere uno spavento
innocente la notte di Halloween. Ma qualunque cosa le ricordasse Duncan
aveva assunto un gusto insipido e fastidiosamente dolciastro... e dire
che all'inizio la divertiva dare corda alle idiozie del punck.
-Però sono indecisa se ricominciare a tingere i capelli
vista l'occasione...- confessò Gwen sovrappensiero. Aveva
continuato a usare rossetti scuri e opachi, gli altri non avevano senso
estetico per lei, e indumenti con colori freddi e poco vivaci, ma non
teneva più così tanto al suo look cupo. Aveva
smesso di tingere i capelli, di stare attenta a non prendere colore,
anche se non era così faticoso visto era naturalmente
pallida, e non si truccava più così spesso. La
cosa la faceva sentire più libera in parte, ma a volte si
sentiva quasi nuda.
-Un ritorno al vecchio stile quindi?- chiese Leshawna.
-Uhm... a volte mi manca un po'.- disse Gwen scrollando le spalle.
Anche il suo stile di disegno si era fatto molto meno freddo e oscuro.
A volte le faceva piacere provare a riprendere il vecchio stile per
ritrovare quelle emozioni nostalgiche ma proprio non le riusciva, era
un po' frustrante.
-Starai benissimo comunque, bellezza!- le disse Leshawna cercando di
incoraggiarla. -Visto che le feste non sono il tuo territorio, che ne
diresti se guardassimo un film horror insieme, la sera di Halloween? Mi
dovrei portare dietro Harold e anche tu puoi chiamare i tuoi zuccherosi
amichetti.- suggerì.
-Sarebbe fantastico. Ma ho altri impegni...- rinunciò a
malincuore.
-Pazienza, tanto sono un pessimo pubblico per gli horror. Non che mi
spaventino davvero... ma non riesco a trattenermi dall'insultare e dare
ordini ai protagonisti con poca voglia di sopravvivere... E anche
guardare un horror con Harold che si terrorizza o chiude gli occhi
chiedendoti di avvertirlo quando finisce la parte spaventosa,
può essere fastidioso.- ammise Leshawna.
-Sì sì, me lo ricordo!- Gwen ghignò
per un attimo, poi si guardò un po' in torno e
sospirò. -Devo andare al cimitero. C'è qualcuno a
cui devo una visita...- disse Gwen con aria pensierosa.
-Ah...- Leshawna provò di nuovo a studiarla. -Vuoi che ti
faccia compagnia?-
Gwen scosse la testa. -Credo di non provare niente per questa persona e
la sua dipartita, ci vado... perchè ci vado? Per senso di
colpa?-
-Posso chiederti di chi si tratta?-
-Un parente diciamo... molto vicino anche se l'ho conosciuto poco...-
faceva uscire le informazioni con il conta gocce e temeva di farne
sfuggire troppe anche se non aveva alcun motivo per nasconderle. -Ti
basti sapere che una persona normale dovrebbe essere affranta per
questa perdita, io invece... Ah, forse sono davvero un mostro
insensibile.- disse Gwen con un sorriso amaro.
-Ma che dici?! Sei sensibilissima, praticamente una piagnona unica!-
Gwen ebbe un sussulto per l'intervento improvviso e guardò
perplessa l'amica. Leshawna precisò: -Era in senso
positivo!- le diede una pacca sulla spalla. -Stavi dicendo delle cose
insensate e ti vedi in modo davvero strano. Fidati di me, sei una
ragazza sensibile, gentile... Se sei rimasta indifferente a questo
parente schiattato, avrai sicuramente i tuoi motivi! O forse non ti
rendi ancora conto...-
-E' passato un mese.-
-Beh, capita di accorgersi delle cose con ritardo o allontanare
sistematicamente cose e persone dalla propria mente. Come ad esempio,
la cotta e il senso di colpa verso Courtney saltate fuori dal nulla
quando non la rivedevi da mesi.-
Gwen fece una delle peggiori smorfie stizzite che Leshawna avesse mai
visto. -Non dirlo mai più! E poi non era una cotta! Sono
stati il senso di colpa e quello sfigato del mio ragazzo a trucidarmi i
neuroni facendomi fissare con quella lì! Per fortuna mi
è passata, la principessina non meritava il mio tempo.-
sbuffò.
-Sfigato... povero Duncan!- Leshawna rise un po'.
-Sei credibile quanto una banconota del monopoli.-
-Anche tu, cara! Per quanto riguarda la tua passata cotta per Courtney,
l'amore è cieco, non hai bisogno di giustificarti.- Leshawna
lo disse con un fastidioso tono rilassato da “so tutto
io”. Vide che Gwen la guardava malissimo e si ritenne
soddisfatta. -Già, scusa... torniamo serie.-
-Anche no! Non voglio più pensare al mio caro defunto.-
affermò Gwen.
-...Sicura di voler andare al cimitero da sola?-
-Sei diventata più apprensiva dopo che ti sei trovata il
ragazzo? È un'impressione?-
Leshawna sospirò, poi cambiarono discorso.
Duncan non era mai stato sadico. Magari era una testa di cazzo, un
egocentrico, gli piaceva dare fastidio, ma non provava soddisfazione
nel sentir piangere una ragazza anche se forse provava più
fastidio che empatia, ma non ne era così sicuro.
-Non ho alcuna intenzione di sentirmi responsabile per quell'imbecille
del tuo ex ragazzo.- disse alla ragazza da dietro il vetro divisore. Ed
era sincero nel dire che non provava alcun senso di colpa.
-Sì lo so Duncan!- per un attimo Zoey alzò la
voce. -Scusa... dovrebbe essere un occasione felice, tra pochi giorni
esci di galera...- disse stropicciando gli occhi nel tentativo di
asciugarli.
-Ma figurati se voglio una tizia che finge di essere contenta per me!-
sbottò, poi sorrise. -Andiamo! Puoi trovare di molto meglio
rispetto a uno squilibrato che si ingelosisce perchè fai la
crocerossina. Anzi, visto che non puoi evitare questa tua natura,
cercati qualcuno di più sicuro di sé che non si
ingelosisca per qualche cazzata. Anche se... beh, se fossi in te mi
sbarazzerei direttamente dell'istinto della crocerossina, porta solo
guai, fidati!-
Zoey lo guardò corrucciata, senza dire nulla si
alzò dalla sedie e cominciò ad andarsene. Duncan
sorrise soddisfatto. Ma la ragazza tornò in fretta alla
sedia con il senso di colpa negli occhi.
-No, Zoey! Non ci siamo proprio!- la riprese Duncan.
-Senti, sei finito in carcere perchè non hai saputo
resistere allo stupidissimo impulso di fare un danno alle
proprietà di Chris... Scusa se non ti considero un buon
maestro di vita!- protestò la ragazza.
-...touchè.-
Quando Zoey se ne andò, Duncan non potè non
pensare di essere diventato piuttosto passivo e privo di stimoli.
Sarebbe uscito a breve, ma si sentiva indifferente. Forse avrebbe
potuto approfittare della situazione per provarci con Zoey invece
niente... Non avrebbe mai funzionato con un'innocentina noiosa come
quella. Temeva di essere diventato noioso pure lui, di norma non era il
tipo da riflettere sulla fattibilità o meno di un flirt...
“Potrà anche essere carina, ma forse non mi
interessa...” non era sicuro neanche di quello, il suo mondo
era tutto di un grigio confuso...
Forse sarebbe tutto migliorato una volto uscito... Forse...
-Oh no! Non posso più andare al cimitero!- disse Gwen con
tono falso e teatrale, quando si incontrò con Leshawna il
giorno dopo.
-Va beh, non devi per forza andarci ad Halloween.- le
ricordò l'amica, così Gwen perse tutto
l'entusiasmo. -Ma in generale, nessuno ti costringe ad andarci.-
continuò Leshawna. Non capiva perchè la ragazza
si facesse tanti problemi. -Comunque, quale sarebbe la tua scusa per
non poter andare al cimitero?- chiese tenendo le braccia conserte.
-Io e Cameron abbiamo deciso di tenere compagnia a Zoey domani. Mike
l'ha mollata per non ho capito quale turba mentale. Credo si sia
ingelosito per le visite di Zoey a Duncan, ma lei non ha voluto
parlarne più di tanto. In ogni caso, quell'idiota continua a
far danni anche da dietro le sbarre.- spiegò infastidita.
-Siete solo voi tre?- chiese Leshawna. Gwen annuì. -Beh,
volendo potresti andare con loro al cimitero. Potreste passare
un'allegrissima giornata lì. Magari potrebbe anche aiutare
Zoey a sentirsi “fortuna” tutto sommato.
È stata mollata da un imbecille, ma almeno respira.-
Leshawna ridacchiò. Ma per un attimo gli occhi di Gwen
brillarono. -In realtà scherzavo.- disse Leshawna poi
guardò Gwen. -Aspe', ti piace l'idea? Davvero?-
-E' piuttosto buona in realtà.- disse la pensierosa ragazza
mordendosi un'unghia. -Tanto non ci sono mai troppe persone al
cimitero, neanche per Halloween. Della celebrazione dei morti non frega
niente a nessuno da queste parti.-
-Uhm... ok. Posso venire anche io e portarmi dietro lo spaventapasseri?-
-Ok, perchè no?- “Spaventapasseri?”
anche se era un po' confusa, Gwen sorrise. Andare al cimitero
non sembrava più così scocciante e la storia di
Zoey l'aveva distratta dalla sensazione di disagio che quella visita le
ispirava.
-Comunque, quella tinta azzurra ti sta bene.-
-Grazie!- rispose Gwen. -Temevo fosse un po' troppo chiara.-
-Fa molto fata turchina.- vide Gwen sbiancare, poi fare un'espressione
irritata. -Però a te sta bene!- Leshawna cercò di
correggersi.
Quella mattina, Scott decise che doveva essere previdente
così si munì di sale e cominciò a
tracciarci una linea che circondasse la sua fattoria.
-Cosa fai?- gli domandò una vocina.
-Uso il sale per tenere lontano una piccola, odiosa, streghetta...-
rispose chino sul terreno.
-Non sapevo ci fossero streghe in questa zona.-
-E' una forestiera venuta qui per visitare gli zii. Una squinternata!
Non vorrei che durante Halloween si facesse venire qualche idea strana,
così...- il ragazzo alzò lo sguardo e
sussultò.
-In effetti una data in cui il mondo materiale è
più vicino a quello degli spiriti può essere
interessante.- Dawn sorrise pensandoci su. -Ma non avevo in programma
niente di particolare, inoltre domani dovrei tornare a casa.-
-Ah, quindi credi veramente in queste cose? Ti manca davvero qualche
diottria!- disse Scott con tono beffardo.
-Non sono io quella a quattro piedi che traccia una scia di sale.- gli
fece notare. -Inoltre le diottrie sono quelle della vista! Forse
intendevi neuroni!-
-Non sono affatto superstizioso! Speravo semplicemente che ti
suggestionassi finendo per auto-convincerti di non poter attraversare
il sale... o che capissi di non essere ben accetta.-
Dawn sospirò esasperata, sul suo viso comparve
un'espressione triste che sorprese Scott.
-Tranquillo, come ho già detto, domani non sarò
qua.- disse con aria pensierosa. -Tu fai qualcosa di interessante per
Halloween?- gli chiese volendo cambiare discorso, in un ultimo
tentativo di entrare in confidenza.
-Mi sono messo a intagliare qualche zucca, spero di venderne alcune.
Alla fine non si sa mai, c'è sempre qualcuno disposto a
comprare roba inutile, perchè non essere positivi?-
-Bravo!- la ragazzina si lasciò sfuggire un piccolo applauso
imbarazzante. -Sarei curiosa di vederle.- disse facendosi
più pacata.
-Quanto sei disposta a pagarmi?!- esclamò Scott sentendo
odore di acquirente. “Come ho fatto a non arrivarci subito?
È sempre stata una collezionista di robaccia!”
Ma l'espressione di Dawn divenne decisamente meno entusiasta. Disse al
ragazzo che aveva cambiato idea -Hai qualcuno in particola da voler
visitare per l'occasione?- disse la ragazzina riprovando a fare
conversazione.
-Eh?-
-Intendevo se hai qualche caro defunto particolarmente importante per
te.-
-Non ci capisco niente di galateo, ma penso che questa sia una domanda
inquietante!- disse il ragazzo indietreggiando. Poi si mise a
riflettere. -Comunque, no. Nonni, trisavoli e zii non me li ricordo
molto bene e non sono entusiasta all'idea di andare a cercarmi le loro
tombe. L'unica cosa defunta che mi viene in mente in questo momento,
è la mia relazione con Courtney...- disse con una risata
tragicomica.
-Oh, mi spiace. Era la tua prima ragazza, suppongo fosse importante.-
ipotizzò Dawn non avendo molta esperienza con quel tipo di
situazione. Ma poteva dire che le persone che si erano separate da
poco, specie se giovani e alle prime esperienze, avevano un'aura spesso
irrequieta.
-Parla per te verginella! Io ho molto successo!- Scott si
pavoneggiò mentre i penetranti occhi chiari della ragazza
sembravano scomporlo e leggerlo nel profondo.
-Ah si? Molto successo fra ragazze umane ed esistenti?- lo
sfidò Dawn continuando a seguirlo con quei grandi occhi da
civetta.
-P-potresti smetterla di essere inquietante almeno per un secondo?-
-Mi spiace per come sono andate le cose con Courtney. Ne vuoi parlare?-
-In modo che tu possa continuare ad esaminarmi con i tuoi presunti
poteri paranormali?-
-Se sono “presunti” non hai niente da temere, no?-
dichiarò lei con un sorriso serafico.
-Non ho molto da dire comunque... credevo ci fosse ancora una
possibilità, invece non ha più voluto vedermi! Le
ho pure dedicato una scultura! Le ho regalato anche un sacco di grano e
un pulcino! Le avrei anche donato uno dei maialini, ma lei mi ha
minacciato con un mocio... Eppure ho cercato di spiegarle che sono
animali molto puliti! Poi quando crescono troppo non è un
vero problema, li mangi e finisce lì, no?-
Dawn trattenne i conati. -U-uccidere un a-animaletto di cui ti sei
preso cura e che si fida di te?- la ragazza era a metà fra
il panico e la furia. “Placa la tua mente, Dawn.”
disse a sé stessa raccogliendo l'aria nei polmoni.
“E' solo cresciuto nel contesto sbagliato, può
ancora uscire da questa filosofia di morte e crudeltà
giustificata dall'egoismo.”
-Eh eh... l'ho rotta.- pur non capendo come aveva fatto, rise fra
sé e sé abbastanza soddisfatto. -Tu invece? Mai
stata innamorata? Mai stata mollata?- chiese divertito all'idea di
metterla in difficoltà.
La ragazza abbassò lo sguardo e si fissò i piedi
per un po' con aria imbarazzata. -Cos'è l'amore?- chiese con
tono puro e solenne. -Percepire un legame con qualcuno che ti porta a
voler sapere tutto di quella persona, a chiederti costantemente dove si
trovi, cosa sta facendo, come sta e che ti porta a dipendere dai
sentimenti e l'umore di quella persona? O ti riferisci ad una pulsione
erotica? O a qualcosa di ancora diverso?!- chiese saltellando agitata.
-Okaaay.... credo che me ne andrò a sbrigare altre
faccende...- disse Scott indietreggiando guardingo.
-Perchè mi fai una domanda se non vuoi sentire la risposta?-
chiese la ragazza nervosa. -Non ho mai avuto una relazione, ma
c'è una persona con un sento un legame...- ammise. -Ma non
è reciproco e non credo di essere quella giusta per tirare
fuori il meglio da questa persona.- Dawn sospirò, era la
prima volta che lo ammetteva ad alta voce.
-Allora lascia perdere.- disse Scott con serenità. -Se non
gli interessi è inutile insistere. Poi, cosa significa
“non credo di essere quella giusta per tirare fuori il meglio
da questa persona”. Le persone non cambiano per amore! Se
invece intendevi che con altri è simpatico, mentre con te
è un fetente, beh, motivo in più per rinunciare!-
per una volta, parlava come se volesse effettivamente il suo bene, la
cosa colpì un po' Dawn.
-Spezzare un legame non è così facile.- disse la
ragazza con tono calmo e un sorriso appena accennato. -E non sono
d'accordo. Credo sinceramente che l'amore possa essere una spinta al
cambiamento e al rendersi migliori. Le persone che incontriamo ci
influenzano, non sei d'accordo?- disse ragionevole.
Scott si grattò il capo con aria pensierosa. -Boh,
può darsi. Questo ti fa sembrare leggermente meno pazza,
nana malefica.- ammise Scott sbuffando. Il ragazzo provò
andarsene.
-Che piani hai?- chiese Dawn. C'era qualcosa di anomalo nella sua aura.
-Vado a seppellire una cosa in rappresentanza della mia relazione
defunta.- disse esternando un'allegria finta. -Sperando non ritorni a
perseguitarmi con gli altri spiriti.- “O forse, non sarebbe
così male se lei si facesse viva qualche volta.”
-E da questo che è nata l'usanza dei travestimenti, no?
Spaventare gli spiriti venuti nel mondo dei vivi?- disse mettendo alla
prova le sue memorie di quando era bambino.
-Beh sì... non mi piace molto questa concezione degli
spiriti come negativi, ma suppongo possa essere utile per scherzare
sulle proprie paure ed esorcizzarle.-
-Figuriamoci, la vera bestia è l'uomo e blah, blah, inserire
morale stantia.- sbuffò Scott.
-Fino a prova contraria solo le creature in carne ed ossa sono capaci
di fare danni. È sempre valida come morale ed è
sempre bene prendersi le proprie responsabilità.- disse Dawn
cercando di non perdere la calma. -Ma come significato conosciuto dai
più... preferisco quello dietro il Dia De Los Muerto.-
-Non è la stessa cosa?- obiettò Scott inarcando
il sopracciglio.
-Non esattamente... il significato è più
celebrare il legame con le persone che non ci sono più
nell'allegria e nel calore familiare e sociale.- disse la ragazza
emanando positività.
-T-troppo luminosa.-
-Hai detto qualcosa?-
-No, niente!- disse Scott agitando le mani davanti a sé.
-Quindi... dovrei aspettare che la mia relazione con Courtney torni
versione zombie per celebrare il mio legame con lei?- disse fra
sé e sé pensieroso.
-Eh... non so se regge quando si considera una relazione defunta
anziché una persona.- disse Dawn un po' infastidita. Poi
scacciò quella negatività. -Ma credo sia un bene
conservare i ricordi positivi di una relazione anche se è
finita e trarne qualcosa di positivo magari per far andare bene
un'altra relazione... ma non sono un'esperta quindi non so...- disse la
ragazza con un po' di nervosismo.
Non riuscì a trattenere Scott per tanto altro tempo. Un po'
giù, tornò a casa dei suoi zii per fare i bagagli.
Courtney non comprendeva bene cosa portasse le persone a postare stati
sui social sulle loro relazioni, sopratutto se fallite.
In teoria avrebbe dovuto capirlo visto che fino ad un anno prima
postava su facebook stati molto imbarazzanti ed emotivi. Ma alla fine,
tutti volevano pensare il meno possibile a vecchi post e foto lasciate
sui social, per il bene della propria sanità mentale e
dell'immagine più o meno positiva di sé formata
nella mente.
Il post di Zoey era breve e conciso. Courtney rimase un po' stupita. Da
quella tizia sdolcinata si aspettava qualcosa di molto più
melodrammatico.
“Forse la tristezza le ha tolto le parole dalla mente,
poverina...” pensò annoiata. Non riusciva
realmente ad empatizzare. Si trattava di una persona che non vedeva
più dalla fine del reality e a cui non era neanche
interessata. Ma in fondo non riusciva a non sentire una specie di
soddisfazione quando sapeva di una relazione finita, sopratutto se
tutta sbrilluccicante e sdolcinata in apparenza...
Il senso di colpa, la portò a voler commentare sotto il
post.
“Mi spiace, sembravate una così bella coppia tu e
Mike.” fortunatamente prima di inviare rilesse. “In
che modo questo sarebbe un messaggio gradito ad una persona che
è stata scaricata?!” disse tamburellando
infastidita sulla scrivania, con una matita.
Provò a digitare di nuovo. “Mi spiace, purtroppo
capita.” Courtney si bloccò di nuovo e
cancellò il messaggio. “Così
è peggio!” disse fra sé e
sé. “Anche se in prospettiva non è una
catastrofe di ordine mondiale, una rottura, sopratutto nel primo
periodo, può essere qualcosa di molto doloroso!
Ridimensionare la cosa quando è appena accaduta e la persona
ha bisogno di sfogarsi sarebbe arrogante e basta!” si disse
Courtney spremendo le meningi alla ricerca di qualcosa di diverso da
scrivere. “Perchè anche scrivere un inutile
messaggio diventa un'occasione per andare in escandescenza?”
si chiese fra sé e sé sbuffando.
“Basta, non scrivo niente...” disse allontanando il
cellulare dalla sua vista e la schiena dalla scrivania. “No,
devo scrivere qualcosa! È una questione di
principio!”
Alla fine se ne uscì con un generico. “Mi dispiace
molto, spero che tu possa sentirti presto meglio.” Avrebbe
aggiunto anche qualche insulto per Mike per farla sentire un po'
meglio, ma non erano abbastanza in confidenza e non conosceva la
situazione.
Dopo poco, Zoey le rispose con un “Grazie. Sto già
provando a sentirmi meglio con l'aiuto dei miei amici. Domani vado pure
al cimitero con Gwen, Cameron e Leshawna”
“E chi te l'ha chiesto?” pensò Courtney,
ma scrisse: “Mi fa molto piacere, divertiti.”
Spense il telefono e si stiracchiò. Halloween era un giorno
come un altro, sopratutto per una studentessa di legge. Se quella
combriccola di perdenti aveva bisogno di andare al cimitero per
svagarsi non erano affari suoi.
“Che cosa andranno mai a fare poi? Che Gwen voglia fare
qualche rituale satanico?” pensò sghignazzando
mentalmente mentre dava da mangiare al suo pulcino. “Sempre
meglio di quel delinquente...” ricordò infastidita.
L'anno in cui lei e Duncan erano stati insieme, la sera di Halloween
l'aveva mollata per andare in giro mentre lei andava ad una festa di
un'amica vestita con un grazioso abito da strega nero e verde.
Quando Courtney gli avesse chiesto che programmi aveva, lui rispose che
andava a fare qualche scherzo e a spaventare qualche malcapitato. Le
disse di non preoccuparsi, al massimo avrebbe fatto lievi danni a
qualche proprietà privata.
Lei non lo prese sul serio e lo lasciò andare. La mattina
dopo la chiamò il padre di Duncan per informarla che Duncan
era stato tenuto in centrale per essersi introdotto in una
proprietà privata.
A quanto pare aveva pensato che modificare la disposizione delle
decorazioni più realistiche per metterle attorno ad un
tavolino come se stessero giocando all'ora del tea, cospargerle di
polvere pruriginosa, nascondere uova marce in mezzo a un prato e
imbrattare di vernice maleodorante le pareti esterne di un edificio
fosse divertente e irrinunciabile anche a costo di farsi sorprende come
un imbecille dal padrone di casa.
Ma la cosa peggiore per Courtney fu il teschio di gelatina verde
lasciato nel frigo dall'adorabile ragazzo, che la fece saltare
all'indietro, inciampare e sbattere il coccige. Ebbe
difficoltà a camminare e cambiare posizione per
giorni.
Mentre il ricordo faceva risorgere in Courtney il bisogno di mandare
maledizioni a Duncan, le venne un dubbio.
“Sul serio... perchè Gwen vuole andare in un
cimitero? Non è che vuole dissotterrare qualcosa? Magari
vuole danneggiare qualche lapide o monumento funebre? Cosa fanno di
solito dei gotici in un cimitero.” pensò la
ragazza battendo il piede a velocità sempre maggiore.
Quando aveva cominciato a conoscerla un po' meglio, Gwen nella sua
testa aveva smesso di essere lo stereotipo di una dark. Era
semplicemente una ragazza a volte un po' sarcastica e introversa con un
pessimo gusto estetico.
Ma dopo che la ragazza l'aveva allontanata, i ricordi delle sua
personalità si erano affievoliti facendogliela identificare
semplicemente come la “dark” che si trovava bene
con quel delinquente egoista e irresponsabile di Duncan e i suoi
scherzi. A sua volta Duncan era diventato semplicemente il punck e
qualunque suo tratto caratteriale era diventato impossibile da
richiamare alla mente.
Quando Alejandro le disse con allegria che sarebbero andati dalla sua
famiglia nell'America Latina per il Dia De Los Muertos, Heather
sbiancò. Un minuto dopo se la diede a gambe, ma Al la
bloccò.
-Ehm... Heather? Come la devo prendere questa tua reazione? Non vuoi
passare del tempo con me e la mia famiglia?- chiese il ragazzo con un
tono acido coperto dalla sua solita maschera sorridente.
-Non ti facevo così entusiasta della compagnia del tuo
più affascinante fratello Josè.-
-Purtroppo non potrà venire.- disse giulivo.
-Ah... grandioso...- bisbigliò Heather fra sé e
sé. -No, mio caro Alejandro, come ti viene in mente che io
non voglia passare del tempo con la tua amabile famiglia?- la ragazza
rise. -E' che ho un altro impegno che mi interessa di più.
Ho deciso di partecipare alla festa di una vecchia amica che non posso
ASSOLUTAMENTE deludere.- disse indossando anche lei una maschera
sorridente.
Al, anzichè lamentarsi del fatto che la sua ragazza
preferisse qualcun altro a lui, decise di colpire in un modo diverso.
-Oh... hai amiche tu? Con le tue discutibili capacità
sociali?- disse con sarcasmo.
Heather represse la rabbia e decise di stare al gioco. -Sì.
E il fatto di avere, a detta tua, discutibili capacità
sociali, rende le mie amicizie molto più reali di quelle di
un pallone gonfiato che non si toglie mai la maschera perfetta e
garbata che indossa, anche quando ormai è chiara la sua vera
natura.-
-E' importante essere rispettosi nei confronti delle persone di cui
approfitti. Non è una maschera, ma la mia vera natura da
predatore gentile.- disse senza scomporsi con aria soddisfatta. Heather
gli rise in faccia. Lui la ignorò -Comunque, come si chiama
la tua amica? Dammi una prova che esiste. Me lo devi visto che la stai
preferendo ad un'occasione molto importante per me e la mia famiglia.-
Heather si mise a riflettere, ma Alejandro l'aveva fregata. Non
riusciva a trovare soluzioni così in fretta mantenendosi
naturale, sopratutto se messa sotto pressione. Ma non voleva darla
vinta al presunto e presuntuoso genio megalomane che aveva davanti.
Gli venne in mente il post di una detestabile creatura
zuccherosa che aveva trovato nel suo prezioso tempo dedicato
a farsi gli affari degli altri. Ma piuttosto che dire di essere sua
amica, avrebbe preferito schiattare!
-In realtà voglio semplicemente andare con Gwen al cimitero
per rovinare a lei e gli altri sfigatelli la giornata. La
verità e che sono molto sentimentale e mi mancano i vecchi
tempi, pochi perdenti mi hanno dato la soddisfazione che mi ha dato
lei. Prendimi pure in giro per questo.- sospirò
drammaticamente e si posò la mano sul cuore. Alejandro la
squadrò per qualche secondo cercando di stabilire la sua
sincerità.
-Umh... ok, divertiti.-
“C'è cascato in fretta.”
pensò Heather con disappunto.
-Mi sembrava strano che avessi un'amica.- disse l'ispanico quasi
compiaciuto dalla prevedibilità della ragazza.
L'asiatica si chiese perchè non gli aveva semplicemente
detto chiaro e tondo che avrebbe preferito una colica renale all'andare
con lui in visita alla sua famiglia. Probabilmente non era riuscita a
ferire apertamente i suoi sentimenti perchè stava cercando
di far rimanere in vita la sua relazione...
una volta che il ragazzo uscì con le valige però
si rese conto che l'idea di passare Halloween da sola come una sfigata
non le piaceva affatto.
La mattina del trentuno Ottobre, Gwen arrivata al cimitero
ritrovò un numero di persone leggermente più alto
di quello che si aspettava.
Sgranò gli occhi, poi fece un profondo respiro e
cercò di rilassarsi nonostante la qualità degli
intrusi che la spaventava decisamente più della
quantità.
-Allora... Mi spiegate cosa ci fanno qui Courtney ed Heather?!-
Angolo dell'autrice:
Adorando le storie di fantasmi, ho voluto provare a fare una storia a
tema Halloween/Ogni Santi/Dias de los muerto (come volete chiare questi
giorni, chiamateli)
Peccato non mi venisse nulla di soddisfacente a tema
fantasmi/paranormale (tanto ho un'altra storia che è
diventata più o meno accidentalmente dedicata ai
fantasmi...) ma ho voluto comunque fare qualcosa a tema per il periodo
dei morti.
Avrei voluto finirlo per il trentuno, ma probabilmente non ci
riuscirò... Eccovi comunque il primo capitolo. Spero vi
piaccia, vorrei provare a scrivere una storia corale e spero di
riuscirci.
Se volete lasciarmi una recensione mi fa molto piacere, in ogni caso,
grazie mille di aver letto. Spero stiate passando un periodo
positivo... Se siete in Sicilia spero non stiate incontrando troppi
disagi a causa del tempo.
Alla prossima.
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