endless - titolo provvisorio

di Legeia
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chapter 30b segue il capitolo messo giorni fa













"Non dovevano riportarmi qui, ma dovevate venire voi e appena sveglia sarei andata a prendere a calci in culo quegli stronzi, da creare una pattern a scacchi come quello che hanno in mente i cretini dei complottisti e le loro scie chimiche... che se esistessero veramente queste scie chimiche che modificano il dna, loro sarebbero più intelligenti, sicuro..."

Kianta faceva avanti e indietro in una sorta di ovale , girando in una zona dell'ufficio di Milan, appena lavata e cambiata, con un asciugamano che usava con foga per asciugarsi i capelli. Milan era dritto come un palo sulla sua sedia, braccia sulla scrivania che unite stringevano una penna stilografica, osserv andola come se un narcolettico che segue una messa cristiana. Sembrava stanco e spossato.

"E invece sono qui... voglio sapere che cavolo è successo. perchè la blue box si è attivata? Non l'aveva mai fatto prima. Dovè David?"

"David è alla Torre di Londra nord. Tornerà tra poche ore. Per la questione di attivazione, sei stata colpita al fianco sinistro tra le costole, senza ledere organi e per proteggere il figlio di..."

"Lo so, Milan. Sento ancora pizzicare dove hanno messo i cerotti da sutura stringenti. E' salvo, benissimo. Mi fa incazzare che la blue box per la prima volta si sia attivata, l'epilessia major..."

"Ti sbagli, non è questo i lcaso. David ha risposto che non si tratta di ciò, perchè seppur provochi un'improvvisa perdita di coscienza, di norma è seguita da lipotimia e irrigidimento di tutti i muscoli; si ha una fase cronica, caratterizzata da violentissime contrazioni degli arti e dei muscoli masticatori, fase comatosa o del sonno profondo, in cui si ha completa perdita di coscienza. Può somigliarci ma per lui non è così, ma deve farti degli esami. Potrebbe invece essere più come il thanatos, la tanatosi, la capacità di fingersi morti, anche se nel tuo caso non era per tua volontà ma per lo shock dello sparo e... non so cosa. COnoscendoti sei perfettamnete ingrado di subiro uno sparo e andare a menare lo stronzo che lo ha fatto..." ridacchiando "Per David non è che un segnale al cervello di freezing come per un dolore eccessivo ed intenso per cui in noi, tranne esempio i pesci, se il dolore fisico ed emotivo è eccessivo si ha..."

"Si, perdita di coscienza per tot stabilito. Ma qui ho avuto fase comatosa simile alla morte, perchè hanno reputato me morta per fare uno dei loro spettacoli per mandare un messaggio. Anche se vorrei vederla la scena delle bare che scorrono nel fiume..." pensierosa

"Kianta..." rimproverò Milan severo "qui dobbiamo parlare di una questione importante. Le stoddarde ti hanno salvata sebbene non fosse uan ferita mortale. E' già tanto che per miracolo non ti abbiano fatto niente o sotterrata. Sarebbe stata una catastrofe!"

"Si Milan! Comè successo che per la prima volta io sia finita a terra stecchita, perchè la Draper ha deciso che dovevo fermarmi"

"La blue box è entrata in azione valutando le tue risposte chimiche. E' settata per questo. Rivela ogni reazione indotta dal sistema neurovegetativo in caso di caldo eccessivo, stress prolungati, emozioni violente, squilibri ormonali dati da ferite gravi e shock.. Può indurre uno stato di freeezing o tipo coma profondo, divenendo areattivi, senza funzionalità tronco encefalica e sottoposti a ventilazione artificiale in alcuni casi. Quello che un tempo si considerava morte apparente per cause naturali. IN questo caso, provvede lei.E' come un pc, è andato in protezione con gli impulsi della scatola. Una grande varietà di stimoli, meccanici, chimici, elettrici, termici, purché questi raggiungano una certa intensità, ossia la soglia per ogni utente che può portare la blue box ad attivarsi. Niente di strano. Il tuo stato emozionale scommetto c he era al livello del
  • e dopo che ti hanno sparato la blue box ha riscontato i valori simili a quelli che ha registrato come pericolosi e ha agito. Nulla di strano"

    " Conosco i parametri del o Ccemb-5, traducendo in inglese la sigla. grazie, ma si visto che pensi non me lo ricorda... Il famoso un dispositivo di studio di David, Imogen e Jameson, impiantato nel corpo dei soggetti di sperimentazione. Gli impianti fungono da supporto al personale medico, registra i dati biometrici che possono essere utilizzati per facilitare i trattamenti in caso di malattia o infortunio oltre che registrare i dati biometrici e molecolari. Conosco la storiella, Milan..."

    "Si inseriscono con un sistema di autoiniezione e hanno integrato un chip gps e di rilevamento della posizione con un impulso a tempo programmato con una precisione e un segnale settato a più linee d'onda, perchè ogni membro che abbia una radio, palmare satellitare, ricevitore gps ect possa rintracciarlo. Registra anche l'attività delle onde cerebrali, per estrarre dati dalle scatola in caso di necessitèà con sistema criptato a dieci livelli, rileva i collegamento satelllitari per mandare al bisogno di dati e ospita un Os con doppio settaggio, a onde bineurali o radio, per riabilitare un corpo con mente danneggiata a rialzarsi e tornare a casa. Una personalità base o scelta per ogni singolo utent, e così che si inviino al cervello con danni di memoria o svenuto un impulso con i dati per rialzarlo. La versione economica di quelli che stiamo sperimentando nelle fasi di soggetto vivente o meno. Suscettibili alle interferenze elettromagnetiche, le scatole possono causare notevoli disagi a chi le indossa e, in casi estremi, sovraccaricando le scatola creando reazioni per noi impossibili da conoscere, poichè non abbiamo mai portato i soggetti a questo livello di test, sai per evitare danni più o meno gravi o peggio la morte. E siccome tu sei la quinta test o cavia che ha supportato la scatola, il tuo chip è unico e con dati e programmazione differente dagl ialtri, ergo con te si adatta a te e agisce in base ai tuoi parametri. Cosa ti turba della situazione? Grazie a lei stai bene, perchè con la ferita e i livelli ormonali che rilevava ha processato il cervello perchè si... spegnesse per portare il corpo a uno stato di stasi , perchè si riprendesse, mentre le stoddarde lavoravano... ah, le care e piccole nanomacchine create dal caro e vecchio dottor Stoddard, che la Madre lo abbia accolto tra le sue braccia. Se non fosse morto, avremmo più dati e informazioni oltre o a testarle con i pochi cambiamenti che loro là sotto possono fare, ma sembra che abbiano entrambi svolto il loro compito. La bluebox ha modulato e demodulato il segnale elettrico e chimico del cervello perchè si fermasse in una soglia minima vitale, per preservare il soggetto mentre recuperava le forze e le nanomacchine nostre, almeno quelle modificate che comunicano con la scatola cerebrale e poi coordinano quelle di Stoddard, si occupassero della ferita. Fatto. Ti hanno scambiata per morta, credendo di vincere, e sei rimasta come Briar Rose in attesa dello sblocco della blue box..."

    "E quindin che dovrei fare, dire ?. Grazie nanomacchine?. Per il vostro lavoretto che mi ha portata però qui in Francia e non a Bucovina a bruciar loro i piedi... voglio tornare là!" fece portandosi verso la scrivania, affrontando occhi negli occhi Milan.

    "Kianta..." fece lui buttando con le dita la penna sui fogli bianchi e lasciandosi andare con la schiena alla poltrona esausto "non sono in vena di fare spedizioni punitive, abbiamo i nostri collaboratori che potrrebbero diventare i miei Alfieri in quel paese. Sono di nobile stirpe, ricchi, hanno in mano gran parte del paese al pari degl istgessi che hanno ideato l'agguato. NOn ritengo che, ora che sei qui, sia corretto farti tornare là. Potevi avere qualche danno cerebrale, potresti peggiorare con la ferita per quanto ti agiti, e..."

    "Tornerò da David per usare il neurografo, così che almeno l'IO di adesso sarò conservata e poi voglio tornare là..."

    "Kianta..." fece stancamente Milan ma una voce li interruppe.

    Il gruppo di veterani stava in una parte dell'ufficio in silenzio come sempre, mentre quei due discutevano. Alaric buttato su un divanetto quasi come Paolina Bonaparte nella scultura, annoiato. Gli altri in piedi vicino a lui. Gask aprì la bocca per fare una domanda di getto, ottenendo paia di occhi sopra di lui.

    "Bè... non capisco cosa sia un neuro-coso, e chiedo solo per capire la situazione..." ottentendo da Jd la risposta.

    "Un neurografo , chiamato informalmente scansione cerebrale, comporta la scansione di un cervello e la copia della coscienza, della personalità, dei ricordi di quel cervello in un formato di dati.Di primi anni del duemila, per portare avanti l'idea del transumanesimo, si fecero vari test grazie a esperti di neuroscienza, praticamente creando un intero cervello in digitale. Venne replicato digitalmente, consentendo simulazioni senza rischi di potenziali trattamenti. E' come una tac , con immagini digitali di come è strutturato il cervello ma non solo come aspett, o come per lo studio di presenze di anomalie e malattie. Si studiano separatamente creando vere e prorpie mappe di ogni soggetto, mettendo in realtà le idee all'epoca di Arthur C. Clarke e Isaac Asimov, per prendere una coscienza, ossia una Personalità compelta di un soggetto e conservandola, per usarla su un corpo. Non l'originale ma altri. La mappatura di un cervello prevede oltre la digitalizzazione totale, anche uno studio, quest avolta un pò invasivo, di ogni singola sezione del cervello, la prima volta, per vedere dove sono le reti neurali o collagemnti, quella specie di tubicini che contengono le informazioni, e capire dove sono, quante e che struttura hanno per copiarle, o nel caso romperle per crearne di nuove con nuove informazioni. E' come per ora posso spiegartelo, non sono un esperto. Ma le mappe complete del cervello umano non sono tutte uguali, ecco perchè la prima mappa è per comprendere quel tipo di cervello. ora le mappe cerebrali son oanche dette "connettomi" e sono modelli perfetti per studio e altro, di ogni connessione tra ogni neurone in un cervello. Le nostre personalità, i nostri ricordi così come le funzioni sono differenze tra i singoli connettomi, e tra un cervello e l'altro.Ogni mappa in pratica presenta un connettoma, come un'impronta digitale mentale unica, come le impronte delle nostre dita. Ogni connettoma o impronta è unica e speciale e ogni cervello agisce in modi differenti, sebbene in generale sembrino identici. Un dispositivo di imaging chiamato Neurograph, permette di fare tre tipi di scanzioni, tre scansioni sono tre livelli differenti del cervello, per avere un quadro perfetto e completo del soggetto a livello cerebrale. Produce copie digitali della mente dopo aver scattato una del cervello di una persona, ogni fotografia è l'equivalente di un connettoma che include informazioni sulle proprietà metaboliche ed elettriche dei singoli neuroni, le loro densità sinaptiche, i siti in cui i neuroni rilasciano trasmettitori, e un'intera pletora di altre informazioni non necessariamente implicite in uno schema circuitale di percorsi neurali. Almeno, mi sembra che il libro di David dicesse esattamente questo.

    "Ah..."

    "...nell'imaging cerebrale ci sono due fattori,onde precise elettrochimiche e l'altro..."

    "nanorobotica neurale" si intromise Milan, mentre Kianta sbuffava " neuronanorobotica facilitano diagnosi accurate, connettività controllata tra l'attività neurale e archiviazione ed elaborazione di dati esterni, ove i nostri stessi ricordi possono essere tagliati fuori da noi come si fa con un bisturi in alcuni interventi al ceervello. Jd ha detto il giusto, il processo è una combinazione di determinate onde e stimoli eletrtonici uniti a optogenetica, un metodo che utilizza la luce per fare cose, come indurre il sonno, recuperare ricordi apparentemente persi e mappare i circuiti neurali. Il metodo si basa sulla consegna virale di modificatori genetici a popolazioni di neuroni modificati. L'optogenetica e innumerevoli altre tecniche di imaging ad alta fedeltà,
    hanno tonnellate di potenziali impieghi, e stiamo ancora intenti a sviluppare le tecnologie per visualizzare in modo completo un intero cervello senza studio a settori, o usare costosissime macchine che noi abbiamo"

    "Ok ma... quindi si può copiare u ncervello?"

    "Gask, ci hai sentito? Abbiamo spiegato che il cervello è fatto di varie cose, tra cui impulsi nervosi specifici e differenti che vengono letti e codificati, come si fa con il linguaggio umano verso il linguaggio macchina e viceversa, che porta la macchina a comunicare le sue operazioni binarie treamite una visuale grafica. Così sono gli OS dagli albori esempio di Microsoft, ma ancor prima i Mac. Interfaccia grafica per dare istruzioni ed avere i risultati in modi comprensibli a noi, mentre la macchina opera con sistema binario, quindi due via come On e Off, che combinati in sequenze specifiche sono un'informazione. Questo per stringere. E la stessa cosa per i dati ricavati da un cervello. Per fartela breve l'apparecchio capta e riconosce gli impulsi, ripeto lo dico stringato, e li converte in dati digitali che sono poi riversati in speciali memorie tipo flash portatili, di pochi centimentri, contro una quantità di dati variabile. Conta che la versione base di un cervello convertita in dati, equivale a circa tra i trecento megabyte e i seicento, in base al cervello ovviamente e le informazioni contenute, oltre se sono presenti o meno anche i livelli di analisi del cervello..."

    "QUindi..."

    Per ottenere un'immagine accurata del cervello hai bisogno di dati, gli elementi di attivazione dei singoli neuroni, sui loro contenuti molecolari, sulle loro connessioni, il più vicino possibile a tutto il settore che si sta analizzando. Eventuali discrepanze potrebbero essere abbastanza significative da produrre effetti valanga, che ostacolano drasticamente la fedeltà di un modello mentale.Un pò come una foto scaricata male da internet che ha quelle righe o parti bianche con glitch, ad indicare che tutto il pacchetto non è stato scaricato. A peggiorare le cose, ottenere molte di queste informazioni è molto invasivo, la prima volta. Prima si inserivazno elettrodi e micropipette in tutti gli 86 miliardi di neuroni del cervello umano,per non parlare degli altri 85 miliardi di cellule cerebrali non neuronali, che la maggior parte dei neuroscienziati considera preziose per creare rappresentazioni fedeli della funzione del cervello. Adesso, tramite una sorta di casco con onde di vario tipo e uso di luci speciali, sempre stringato, è possibile analizzare il cervello come una tac ma in profondità, usando gli elettrodi solo la prima volta. E cosa fondamentale, non è possibile per esempio prendere te, metterti sul sedile, e scansionarti. Kianta può farlo perchè possiede la blue box..."

    "ma... anche io ce l'ho..."

    "Gask, ascolta e capisci." fece Milan stanco "So che tu adesso ce l'hai, ma sto parlando per ipotesi. Tu non hai la scatola, ergo non hai un modulatore e demodulatore di onde ed impulsi cerebreali, quindi sei un cervello normale. La nostra tecnologia senza dei punzoni interni al cervello, non può effettuare quello stesso procedimento profondo di analisi, scansione e copiatura. Prendi me, sebbene sia il Leader, non ho la scatola, ergo se faccio eseguire su di me la scansione senza elettrodi e scatola, avrei una tac superiore alla normale ma non da permettere a David, non come vorrebbe, di provedere ad analisi approfondita per disattivare e rimodellare quei bastoncini carichi di informazioni che..."

    "ma quindi io posso e tu no?"

    "...eh... questa esigenza di iper-accuratezza è potenzialmente permeata dalla black boxing del cervello. Il che ci porta a...nient'altro che input e output. dati elettrici e chimici che puff, vengono riconosciuti e convertiti in dati informatici, sotto forma di codici che un conputer può leggere. L'emulazione del cervello è l'endpoint logico delle neuroscienze computazionali. I tentativi di modellare con precisione neuroni e sistemi cerebrali ne è una branca.Gli elementi strutturali cellulari o subcellulari del cervello umano sono considerati unità di elaborazione delle informazioni funzionali di input/output in sistemi di memorizzazione e/o elaborazione di dati cerebrali basati su metodi elettrochimici...Non si tratta esempio di una lastra o una stampa c he ti danno se fai raggi o tac. E' una versione digitale lavorabile, non mera immagine. La ricetta per l'intero corpo umano è memorizzata in 3 miliardi di paia di basi di dna, che si adattano perfettamente a circa due cd se rappresentati come combinazioni a due bit, perchè un computer possa interpretare quell'informazione. In informatica, la compressione è di due tipi, lossless e lossy. Il tipo di scansione come dice David è paragonato esempio a un file audio, nulla può competere come qualità e perfezione con tipi di file audio ingombranti e senza perdita di dati come flac e ogg contro mp3, per farti capire come funziona. E' come se una tac normale fosse un midi o ancora, un file che si apre normalmente contro un raw, il prodotto originale e perfetto che pesa di più ma è perfetto. Per lo stesso motivo, una volta compreso come funziona un cervello umano, si è provato a copiarlo e ridurre il suo connettoma prima che le differenze diventino evidenti, da non poter operarvi sopra. Interfacce cervello-computer, ecco cosè. E lo studio parte dal controllo mentale Mkultra, poi divenuto monarch. Tra gli anni cinquanta e sessanta il progetto mkultra nacque per controllare i loro agenti ma anche soggetti catturati con strumenti un tempo usati per la cura di malattia mentale... ma non solo, studi precedenti tedeschi e poi russi. Se il primo si basava molto su condizionamento impresso da traumi e ancoraggi su traumi e rottura della psiche per varie pratiche terribili, poi si è passato all'uso di onde sonore e radio, a impusi elettrici e audio visivi. I cosidetti messaggi subliminali derivano da ciò. Usare immagini, suoni, onde al cervello e stimoli elettrici in varie zone della testa per agire, con una funzione maggiore del progetto originario. Perchè noi lo studiamo? Perchè ci serve per ridare la mente alle persone che l'hanno persa. Soggetti con disturbi mentali, amnesie, stati di shock, traumi che regrediscono la persona o militari o ocmunque soggetti che sono affetti da ptsd,ossia post-traumatic stress disorder, ma anche altre patologie più o meno gravi. Noi studiamo il ceervello e la sua copia, e impressione nel cervello per ridargli la mente. Correggere anche problemi fisici e ormonali del cervello stesso. .."

    "Ok, ma quindi la scatola..."

    "L'ingrediente chiave è un'interfaccia cervello-computer, o bci. Questi trasferiscono le informazioni tra i media neurali e meccanici, consentendo il controllo degli arti o del corpo, e la compensazione per i sensi danneggiati, ad esempio. impianti cocleari e occhi bionici. In pratica un cervello scansionato e copiato in un corpo meccanico avrà scompensi, così comè, perchè settato da anni e capacità imparate, perchè non riconoscerà il cervello, che da organico è diventato meccanico, quindi il sistema non più umano e non riuscirà ad adattarsi. Questo accade se il soggetto non è consapevole di dove si trova, ossia corpo non originale, e non accett ala cosa, mandando il cervello in stato di rifiuto. Se ti chiedi come l oso, è perchè abbiamo provato. Solo un cervello con mente aperta e consapevole della cosa, e che conosce l'idea del transumanesimo, può provare ad adattarsi" guardando Kianta "ma per ora ci buttiamo sulle menti reali, umane, organiche. Per ora facciamo a meno di robot con menti scansionati, perchè abbiamo già dispositivi pilotati da specialisti tramite sedili di pilotaggio, che hanno lo stesso fattore della sedia di David, solo meno tecnologica e senza i mezzi e Os adatto. ma prendono i dati della mente del pilota e lo tasmettono al mezzo, consentendo un pilotaggio da remoto in tempo reale..."

    "Mentre è in un posto di pilotaggio, un controllore umano può azionare a distanza macchinari usando solo i suoi pensieri. I sedili pilota sono molto BCI. QUesto dice David..." fece Jd, mentre Milan continuava.

    "Abbiamo dei sedili di pilotaggio. Usando un cappuccio, la versine leggera e portatile, sebbene voglio che sia ben sperimentata o i caschi speciali, elettrodi e un po' di allenamento,e le persone possono controllare i morfocotteri comodamente da una poltrona. O Kianta che usa il sistema di proiezioni con lo stesso funzionamento. I piloti o controllori non hanno scatola, lei si, e quindi tramite la scatola il sistema tramite un collegamento implementato , tipo un wireless, può pensare a qualcosa e il sistema lo rende reale tramite laser speciali, che sono visibili non comunemente come raggi che partono da un punto come i moderni parchi di divertimenti, ma i nostri sono studiati per essere micropunti che sono visibili solo nella figura finita. E si può ricreare di tutto, basta che la mente sia adatta, sia stata preaprata tramite dissociazione o..."

    "Quindi quello che fa lei è qualcosa di simile?"

    "Di bas eil procedimento è simile. Ricorda, interfaccia cervello-computer, e viceversa. Pensano semplicemente a spostare il robot volante, i segnali sono raccolti dal cappuccio tramite elettrodo e vengono trasmessi alla macchina, modificando di conseguenza i suoi schemi di volo. Certo, con il cappuccio i segnali su uno scalpo sono smorzati, quindi il sistema non è perfetto, ma è impressionante per una tecnica che richiede solo di indossarlo. E il sistema non è dissimile dagli.impianti cocleari .. e una scansione viene impressa nel cervello con quella tecnologia al contrario, rappresentano informazioni che viaggiano dal computer al cervello, modificando quei filamenti che se ti sto a spiegare cosa sono, il nome e altro, tu perdi il filo. Un robot che usa questo metodo, è come un relè per una coppia di BCI. I neuroni vengono letti e interfacciandosi così con i componenti di motilità del robot, lo si manovra solo pensando. Ricevono anche input da sensori di luce e li trasmettono a un computer, che può trasmettere comandi di movimento in risposta.per ora si è studiato, non qui, mille neuroni di ratto che agiscono essenzialmente come microprocessori su un robot,posizionati su un chip di silicio, e la configurazione impartisce comandi , più lo strumento come casco, è migliore, i recettori da entrambe le parti sono meccanicamente aumentati"

    "Quindi basta sedersi su una sedia..."

    "L' interfaccia neurale del sedile pilota Fdx-500, è un apparato di interfaccia neurale prodotto con specifi apparecchi di rivelazione e lettura neuronale e impulsi elettro-cerebrali, che consentono il controllo remoto degli apparecchi, e nei laboratori abbiamo la versone evoluta per consentire la creazione di neurografi . Il suo utilizzo si basa sulla neuroetica e può essere configurato per leggere e scansionare un chip corticale, o cortical chip, che è su cui si basa poi tutto ciò che è la blue box.A sua volta ispirata a un apparecchio di bypassaggio e demodulazione dei segnali telefonici creata negli anni ottanta. Inoltre Kianta può, perchè la personalità primaria aveva già parecchia esperienza di visualizzazione e dissociazione per motivi suoi, quindi il il cervello era allenato e a Kianta è bastato poco per adattarsi a ciò... "

    "ma quel coso sulla tsta non fa male, vero?"

    "...il metodo è meno invasivo rispetto elettrodi nel cervello, lo stesso tipo, grossi e assurdi, che dal duemilatre si usano su cavie animali, da scimmie, a piccoli mammiferi fino uccelli medio-grandi proprio per studiare il cervello, composizione nelle varie specie, ricezione della vista... lo dico così perchè comprendi di cosa parlo e via dicendo. Le scatole...sono come le scatole nere dei veivoli, hanno una funzione ausiliaria di consentire migliori capacità di mappare il cervello e pilotare le macchine perchè proprio sono inseriti, essendo grandi..."


    "Scusa, noi abbiamo già delle black box sempre dietro, no?"

    "Aspetta, ti confondi. Black Box Biometrics è un ndisposivo esterno, e raccoglie dati e fornisce un feedback istantaneo dopo un evento. Più che altro sono studiati per monitorare a cosa i soldati sono stati in contatti e come agire, per i medici. Il dispositivo è piccolo e può essere montato sul retro del casco così come sul petto e sulla spalla, consentendo una raccolta più accurata delle onde di sovrapressione e dei loro effetti su diverse aree del corpo. ma sono esterni. Questo è più grande, mentre quella interno che avete è un congegno poco più piccolo di una carta di credito e di un unico pezzo rettangolare, una blue box è settorializzata in tre parti, una nella zona poco sopra l'orecchio, una nella zona della nuca e la terza con una percisa posizione della colonna vertebrale. Prima come per Kianta si inseriva con intervento chirurgico con anestesia locale, mentre ancora prima con anestesia totale su un lettino da chirurgia. Kianta l'ha ricevuto sul sedile ergonomico, con una sponda per poggiare braccia e il mento e subire le operazioni seduti, con la schiena a disposizione del medico fornendo sembre feedback verbali mentre si opera. Adesso è provvisto più piccolo, con una siringa speciale ma si deve fare sempre l'incisione e con i cerotti stringenti e colla chirurgica, non si vedono ne segni e ne cicatrici, perchè il processo di chiusura tissutale è monitorata e seguita perchè non rimanga molta traccia..." aprendo le braccia come per dire questo è quanto

    "E io quindi cosa ho?"

    "Tu hai la versione più piccola di quella di Kianta... i chip Cortex di base sono gli stessi, sebbene in formato minore, e utilizzano un'architettura simile alle scatole nere, in grado di eseguire una mappatura per la scansione, misura un'ampia gamma di indicatori, dalla temperatura corporea all'attività cerebrale e informazioni vengono continuamente trasmesse al Core principale dell'organizzazione, e solo alcuni Crell possono accedervi per verificasre le condizioni del soggetto. Hanno un'ampia gamma di rilevatori sia per la condizione fisica che per la trasmissione dei dati, visto che si basano su diversi segnali per trovare quello funzionante per agganciarsi. Rivela anche il momento in cui i satelliti sono sopra il soggetto per esempio. E i phonevlet hanno delle funzioni nascoste, attivabili solo da noi, per collegarsi al satellite nella zona e comunicare...il phonvlet comunica con la scatola e manda al satellite le info. Ma... è un'operazione che evitiamo tantissimo..."

    "Ok, forse, non so, credi aver capito ma... si può davvero copiare quei dati in un cervello? Voglio dire, se..."

    "Aspetta! scannerizzare è molto diverso dal copiare! Una cosa è usare un'apparecchiatura che riconosce impulsi elettro-neurali e un'altra inserire dati in un cervello. L'area da trattare è definita, non tutto il cervello. Non so se hai già seguito le Lezioni sul corpo umano, ma il cervello in base alla funzione ha settori specifici dove sono immagazzinate le informazioni. Attualmente non è possibile cancellare tutto un cervello come si fa un hard disc come fosse niente, fare percentuale zero di dati neurologici e poi copiare. Perfino le amnesie portano il soggetto a saper parlare, camminare, agire e fare cose basiche... ma sono informazioni in settori diverso dalla memoria principale. E' come... come un computer. Cè la memoria di massa e quella volatile. Immagina che i dati della memoria volatile si perdano ma ci osno quelli base nella memoria di massa. Due parti diverse eppure è sempre memoria. E la stessa cosa è il cervello. Se si danneggia per incindente, shock o altro il settore della memoria che definisce quella persona per i ricordi e le esperienze, non verrà intaccato, non del tutto, l'altro settore che riguarda le funzioni di comunicazione, apprendimento, movimento... Le ricerche e i nostri test ci hanno dimostrato che ancora lo studio del cervello è a una percentualepiù vicina al cinquanta, che al per esempio ottanta per cento. Le persone che hanno accettato volontariamente di sottoporsi ai nostri test hanno... mh... avuto dei problemi. E ripeto, cancellazione totale di tutte le aree del cervello. E'stato difficile copiare una mente di un altro soggetto, quindi non lo stesso, in toto perchè i dati si adattavano a quel corpo, l'originale, e abbiamo visto che una copia vergine, ossia la prima non manipolata, ha difficoltà ad adattarsi ad uno schema celebrale differente. Ripeto, come per ogni cosa, anche il cervello è diverso come struttura da un altro. DImensioni, percorsi neuronali, strutture adibite a memoria, collegamneti... "

    "E come è finita a quelle persone?"

    "La maggior parte non erano in grado di parlare, o balbettavano, o non sapevano ritrovare equilibrio... il cervello naturale cercava di compensare le differenze, le informazioni che noi avevamo impresso e le sue caratteristiche, i connotati... le abilità che aveva l'altro non venivano ben assimilate, o il cervello creava un rigetto e la struttura si frammentava....inoltre non tutti hanno un cervello che David chiama elastico che può adattarsi. Rifiuto di accettare un corpo diverso, l'inacapacità di mente aperta da analizzare prima la situazione e capacità di analisi... diciamo che non tutte le strutture, come chiamiamo le scans del cervello, possono adattarsi. Ripeto, non manipolate. Il cervello umano non è come un computer. Seppur in un computer ad esempio se prendi un disco rigido, quindi estrarlo da un computer perfettamente funzionante con OS perfetto completo di tutti i driver per ogn i componente, e lo inserisci, avviandoil nuovo computer ospitante... è innegabile che l'Os inizierà ad avere problemi, perchè sebbene cerchi di compensare la base fisica diversa funzionando ma non trovando cosa gli serve per la stabilità.... Crash, blocchi, rallentamenti, e questo perchè i pacchetti che collegano i registri dell'Os con i dati dei componenti originali non sono compatibili con il nuovo pacchetto. Se le due macchine dovessero essere identiche in ogni pezzo, per cui l'Os comunque si adatta bene, non creando problemi perchè i codici identificativi di ogni peszzo sono diversi ma componenti identici, è diverso. Si adatta. Ma se la base è diversa come lo sono due persone, l'impianto della scan vergine potrebbe non attecchire. E il risultato è come... hai presente come una foto, divisa in pacchetti di dati per esser inviata meglio, arriva con danni perchè tutte le informazioni non sono giunte, e compare con glitch, parti bianche, frammentate, che capisci uina parte della stessa ma non è completa? Identica cosa. Solo acuni pezzi saranno presi dal cervello, ma se è tutto cancellato e molte parti dei settori importanti non prendono, è una personalità monca. COme è accaduto no nsa parlare, non conosce le parole, non sa come correre o camminare, non sa tenere in mano una forchetta o penna, ha incapacità cognitive e mostra elementi di qualche categorie della sezione delle sindromi dewl genere autistico. Ma non lo erano, era solo il cervello che inciampava male nel funzionare con ciò che aveva ricevuto. Ecco perchè attualmetne a meno che non sia una scan originale nel corpo originale, non attuiamo per ora su persone che ciservono, impressioni di struttura totale, ma parziale. In pratica modifichiamo tramite impulsi di onde elettriche e onde di varie freqauenze, interfacce luminose con luci speciali e frequenze tonali specifiche. Questa unione di suoni, luci, impulsi elettrici e toni specifii, come toni bineurali che la gente usa per varie cose, si inviano i dati nei..."

    "Quinid non tutto. Ma solo la parte dei ricordi? E' questo che dite? Che modificate solo alcune aree del cervello?" chiese dubbioso Gask

    "Come ti ho detto, facciamo test su volontari per studiare la cosa. Attualmente modificato, si, un settore del cervello solo per adesso che attuiamo. Usiamo persone con problemi o reduci militari e altri, volontari, che ci chiedono di aiutarli. Sindrome da shock post traumatico, vittime varie, militari, tanti soggetti che per blocchi della mente, dolore, sofferenza, non possono superare certe cose. E noi proviamo a farlo. Il nostro progetto primario è quello di ridare una mente sana alle persone che l'hanno persa e non possono ricomporla normalmente, col tempo e terapie convenzionali. Ma per fare ciò dobbiamo fare test, che effetuiamo su perosne volontarie e che verifichiamo possano essere compatibili come primi ..."

    "Voi usate solo volontari, ma trovate gente idonea per questi test? Voglio dire... questa tecnologia è possibile per tutti?"

    "Lo stavo per dire. Come per le nanomacchine, non è compatibile per ora proprio con tutti. Ecco perchè i nostri test. Molti soggetti sviluppano rigetto, sindromi autoimmuni, alterazioni metaboliche... creare qualcosa che viva all'interno del corpo per molto tempo, che lo controlli e gestisca al meglio non è affatto semplice, anche per tecnologia innovativa salvavita e per tutti i tipi di soggetti. NOrmnalmente ci sono quelli che non reggono queste macchine, altri che le espellono con sintomi diversi, chi inizia ad avere problemi psicosomatici dove addiittura crede che scivolino sottopelle o comunque nei tessuti come parassiti, vedendolo proprio il bozzo che è impossibile, ma credono di sentire formicolare, camminare... chi sviluppa anche terrori da impazzire. La mente, può fare molte cose, anche rovinare dei test importanti. Accettiamo persone volontarie di tutti i tipi,chi con disabilità di varia natura, malattie genetiche rare o incurabili, danni e problemi psichici, persone perdute sia come aspettastiva di vita che mentalmente, e la lista continua. NOn è così semplice trovare parecchi elementi di test che sono compatibili con i nostri esperimenti. E se lo stai chiedendo, sono consapevoli dei rischi ed eventuali problemi, firmando una liberatoria inattaccabile sotto ogni punto di vista legale... i morti ci sono stati, ma perchè erano già messi male, hanno tentato il lancio della moneta ed è andata come doveva. Abbiamo pagato noi le funzioni, di qualsiasi tipo, per le sepolture o un tot di tempo in nuovi istituti di cura se erano incompatibili... fortunatamente le famiglie sono persone con la testa sulle spalle che comprendono rischi e situazioni e ringraziano per i tentativi. Alcuni li abbiamo aiutati entro quanto potevamo e grazie alle nanomacchine, le nostre, non quelle di Stoddard, facendoli migliorare. Attualmente alcuni sono sotto osservazione sperando che queste piccoline possano curare invalidità di varia natura, e sperare di ridare funzioni che avevano perduto. Noi diamo speranza..." buttandosi di nuovo verso lo schienale con un sorriso di fiducia e sicurezza.

    "QUella speranza che nessuna preghiera e fede possono dare nei fatti" disse Kianta "qualunque preghiera la gente faccia, non importa con che profondità d'animo e speranza, la fede non dà risultati e certezze, quindi pregare non serve. Noi lo mettiamo chiaro e tondo. NOn si deve rignraziare Dio o suo figlio in base alla religione, per eventuali risoluzioni positive, piccole o gerandi, ma lo diciamo sempre. Così come per Veròna, lei giunge e agisce là dove i santi e dei non fanno... dati alla mano, non tanto per dire! Rendete grazie ai medici e scienziati che impegnano cosa hanno e sanno, per qualcosa che sia più reale della mera fede. Si, credere, e per credere intendo Credere, è una sorta di balsamo placebo ma che non da risultati veri. MOlti dicono che hanno avuto qualche grazia miracolosa e che i medici sono icnreduli, peccato che prima abbiano provato le medicine e cure. Odio chi crede ed è sicuro che il loro dio può tutto, e poi piange dai medici per qualsiasi cura, prova di tutto in fatto di scienza, per poi dire grazie al loro dio come se gli sforzi delle persone con un cervello dato dalla natura non valga. Il loro dio secondo le scritture era un essere cattivo, vendicativo, facile all'ira e all'offesa che ne ha sterminato di gente... mentre l'essere che odiano tutti indicato come Satana, ma non Lucifero, sbagliano sempre perchp nelle scritture sono indicati come differenti, che ne ha ucciso uno solo per scommessa, è l'essere negativo. Dio è amore, dio è questo, dio è quello ma comè che ha creato virus, animali feroci e pericolosi anche per malattie a iosa, il mondo degli insetti che è come un horror prima degli horror creati dagli umani... e comè che con la fotografia e i video ci sia quasi niente di lui, mentre prima vedevano miracoli, madonnne e santi in ogni angolo e adesso niente? Strano, eh?! Che è per la scienza che gli umani sono più longevi, le conoscenze su germi e batteri che ora sono contestati da genitori idioti che non vaccinano e non tengono pulite le cose , come si dovrebbero perchè i figli altrimenti non divcentano forti. Per poi prendersi roba schifosa per negligenza. Eh, loro lo hanno battezzato, ho letto questo, e quindi Dio è sempre lì a proteggerli, cos'ì come la madonna... noi diamo certezze, visibili e comprivabili, ci sono fallimenti, ma dipende dalle risposte del corpo. Tranne quelli arrivati già in pessimo stato. Ma i risultati ci sono, e sto parlando solo di quelli per i nostri farmaci e tecnologie nano. E poi cè la categoria neuroscienza, dove ridiamo alle persone perdute, per varie cose, i pezzi ricomposti e niente più danni perchè possano vivere. Come dico sempre, noi possiamo..." fece lei, andando verso il divanetto opposto ai ragazzi, per buttarcisi sopra, prendere la sua pipa in legno speciale, ricomporla con un colpo di polso, un tac, e metterci dentro polveri speciali che prese dal mobiletto a fianco, in un cassetto.

    "Usi ancora quel cassetto per metterci le tue cose?" fece un pò spazientito Milan "E ti sei presa lo zippo con i gigli intagliati! Sai che non sopporto quando scegli un cassetto ovunque e lo utilizzi come supporto di emergenza..." sbattendo i palmi sulla scrivania con cipiglio

    "Secondo me è utile avere piccoli angoli di emergenza. Non devo farmi tutte le scale, tutti i corridoi della magione per prendere solo un pò di polverina..."

    "NOn ho ancora capito cosè che fumate se non nicotina. Qui quasi nessuno fuma nicotina e i ragazzi dicono miscele speciali dei laboratori..." domandò Gask al solito a voce alta dubbioso

    "Vedi... " fece Milan, unendo le mani davanti al viso, con i gomiti sulla scrivania "qualcuno potrebbe chiamarli...miscela di erbe studiata, secondo sistemi Ayurvedici, coadiuvanti nel processo di allontanamento dal tabacco. La nicotina, componente caratterizzante del tabacco, è la causa dell'assuefazione al fumo e della difficoltà a smettere... non a caso oltre a causa gravi danni a polmoni e altri organi fino a cancro, è stato accertato il meccanismo e la capacità di dare assuefazione della nicotina. Secondo gli studi legati a recettori specifici nel cervello, rapidamente si abituano alla stimolazione data dall'alcaloide, e che in assenza della nicotina provocano i sintomi dell'astinenza. Mancando la nicotina, viene a mancare l'elemento assuefazione, e per molti calmanti, che darebbe secondo le loro teste ma non è così. Noi utilizziamo una vasta gamma di miscele naturali e in parte chimiche, che sono sia di rilassamento che curative. Le prime furono sigarette indiane, si cercava di sviluppare un prodotto utile a disintossicarsi dal tabacco e dalla nicotina. Seguendo gli antichi testi ayurvedici riguardo il fumo curativo Gulash, il nostro esperto insieme ad altri colleghi di differenti branche, studia modi per creare sigarette e prodotti per sigarette elettroniche, a riscaldamento o pipe, che siano prive di danno, ma anzi curative.I componenti più importanti per il sapore e l'odore sono aromatici degli oli essenziali, erbe, resine, elementi concentrati, vitamine o integratori, anche medicinali in sigarette rollate, che si liberano per la distillazione in corrente di vapore, generato nella combustione e trascina con sé le sostanze aromatiche e parzialmente per distillazione secca. O per effetto del calore della combustione,con tempertature molto alte, senza che si danneggino i principi.. Si aiuta sistema immunitario, ha effetti positivi su tutti gli apparati dell'organismo, anche gastrointestinale e respiratorio. Sempre ovviamente in base alle miscele... Contribuisce a risolvere problemi di digestione, gonfiori e varie patologie e aiuta ad alleviare i sintomi quali sinusiti con o solo mal di testa,raffreddori cronici, problemi di voce, bronchiti asmatiche, vari disturbi respiratori. Bruciano il muco in eccesso favorendo un'eliminazione di tossine causate dall'eccessiva assunzione di tabacco e nicotina o per problemi normali in base al paziente. COme qualcuno... " guardando male Kianta che fumava come se fosse a un momento relax "che da sempre ha problemi di polmoni e deve fare sempre quel verso fastidioso per liberare i bronchi e che la fa sgamare sempre anche se vuole fare le cose in stile ninja..."

    "Scemo..." fece Kianta offesa col broncio

    "La miscela utilizzata come nel suo caso presenta foglie di eucalipto e altre di altri paesi con benefici simili, donando un respiro più regolare, senza ostruzioni o stringimenti di turbinati o ..."

    "Ha problemi di respirazione? Ma se urla e borbotta sempre..." fece Gask accigliato guardandola, ricevendo uno sguardo incazzoso da lei, come se volesse tiragli qualcosa

    "Merito delle miscele... ha sempre problemi respiratori e polmonari, non da impedirle di fare le cose, anzi, ma a causa del suo passato e le medicine, tutto l'apparto respiratorio non è messo bene, in base a nche a umidità e tempratura... e così ecco che fuma la sua amata pipa, studiata apposta." osservandola tirare una boccata con mezzo sorriso "la miscela in combustione rilascia oli essenziali che svolgono un'azione sfiammante del cavo orale, rilassante delle mucose, espettoranti e anzi svolgono l'azione dell'eucalipto molto bene. L'assenza di composti aldeidici e polinucleati, benzopirene,composti chimici dannosi, essendo le nostre sigarette, pr chi le sceglie, rivestite da speciali lavorazioni in foglie specifiche, impediscono quindi al corpo di accumulare tali sostanze oltre le nicotine. Sono sicure per tutti e no ndanno assuefazione, sebbene la gente fuma anche perchè l'azione di tenere la sigaretta, aspirare, .rilasciare il fumo, donino un aiuto contro il nervosismo e qui lo usano con prodotti migliori.Non la nicotina, ripeto, la i gesti. Kianta stessa utilizza sia miscele per la respirazione che rilassanti, coe quelle usati da molti prima di andare a letto, che le mediche. Vitamine, minerali che non si danneggiano con il calore, medicine di vario tipo... sono tutti elementi dosati in miscele finali che fanno ilo loro lavoro e proteggno chi fuma, chi gli è vicino, l'ambiente. Era questo che volevi sapere?"

    "Si, però..." guardando Kianta che fumava e lo fissava come se aspettasse una cazzata "trovo solo strano che lei fumi la pipa invece delle sigarette. Anche se lo ha fatto, questi elementri brucianti non sono comuqnue dannosi?"

    "La stronzetta è una cavia, la cavietta promettente dicono, quindi non ti preoccupare. Se le succede un accidente, basta vedere il perchè e almeno ha fatto la cosa buona di salvarci la nostra, di pelle.." rise Alaric, sbeffeggiando la ragazza mentre questa fumava. Seduta con la schiena sul bracciolo, una gamba, distesa e l'altra, la sinistra che sorreggeva il gomito della mano sinistra che teneva la pipa. COn le destra, con gomito sul bracciolo, faceva un dito medio. "inutile che ti offendi, tu e gli altri testate i prodotti dopo che hanno superato i primi livelli di test, ma comunaue sei una cavia..."

    "Alaric, sai perchè non indosso camicie nere? Non ho motivo di indossare qualcosa che sia nera come la mia anima... lascio a chi ha questi elementi, vestirsi di nero..:" fece lei con un sorriso carogno

    "Certo, fai allusioni, ma la questione è che sei pazza, vuoi andare a pestare sotto il calcagno quella gente che ti ha infilata in una bara credendoti morta e invece sei viva perchè sei peggio dei gatti, che odi, e sei la cavia che ha bisogno di una copia dell'identità primaria perchè almeno Milan non perda quella testolina stronza..."

    "Identità primaria? E' da prima che lo sento" domandò Gask ad Alaric che era avanzato di qualche passo vicino a lui.

    "L'identità primaria"... fece Jd dando una gomitata ad Alaric "è come chiamiamo la personalità originale. La tua per esempio è la personalità primaria. Le personalità da impressione di base invece sono le scans delle persone in generale, che è possibile imprimere nella testa. In pratica identità primaria è la persona originale, che noi chiamiamo anche l'Originale. La personalità secondaria quando testiamo la mente dei soggetti per cercare di imprimere tutta una scansione nel cervello per ripristinarlo senza danni. L'Os di emergenza invece è presente nella scatole, o blue box, o Draper, chiamala come vuoi, che contiene in uno dei settori proprio una sorta di intelligenza artificiale di base che, in caso di danni alla memoria o altro, che la scatola rivela essendo connessa con un settore proprio nel cervello, attiva delle funzioni che copiano i dati nel cervello come impulsi. Non è testato a dire la verità, è di base già nel progetto iniziale, e sebbene per Kianta sia stato modificato per essere specifico solo per lei, così' che le funzioni base siano inviate al cervello perchè possa tornare o trovare una Torre più vicina, normalmente ne è presente uno nel caso che...mh... Finora abbiamo lavorato più alle scans che agli Os..:"

    "Os... cosa sono..."

    "Sei qui da più di una settimana, speravo di avertene parlato o che lo sapessi da David, visto che ne hai una... si tratta di una sorta di... sistema operativo o mente digitale con dati specifici perchè non vi sia amnesia... ma non cè biosgno che te ne preoccupi. Sei un soggetto forte di mente, non ci pensare. Se hai domande chiedi a David, meglio lui che me. Io ne so quanto basta per sapere di cosa parla. ne sa meglio Milan..."

    "per favore non mi confondete, cè una questione da risolvere!"

    "Infatti! Devo tornare là e portarli alle cave" fece lei per rispondere a Milan

    "Vuoi prendere una famiglia ricca e molto conosciuta di quel paese e farla sparire? Un conto è uno o due soggetti, ma tutta una famiglia..." guardandola come se fosse arrabbiato

    "Milan, cosa hanno fatto è vergognoso. E mi ha fatto incazzare la questione della blue box che si è attivata e ha..."

    "ne abbiamo già parlato. Ha modulato e demodulato impulsi e frequenze per salvarti la vita. Anche se hanno fatto un affronto a quella famiglia e..."

    "E te! Sai bene che sono incazzati perchè credevano di essere i primi e unici ad essere contattati per essere Alfieri del nuovo governo mondiale perquel paese, contestando poi lo scoprire che stavamo vagliando tutte le famiglie loro pari, quindi ricche, antiche e potenti, per scegliere quella più affine a noi. Volevano togliere di mezzo tutti e invece sono riusciti a ucciderne qualcuno e prenderli per quel siparietto spettacolare. E noi siamo qui anche per schiacciare tali soggetti pericolosi. Non è così?" guardandolo con gli occhi puntati su di lui, fumando con eleganza la pipa, senza cambiare posizione.

    "So bene cosa vuoi fare. Non credo sia..."

    "Milan, non ha tutti i torti." disse di colpo Jd "Non voglio dirti nulla, non sno come Kianta ma... Quella famiglia è stata negativa su molti aspetti, troppi. ALl'inizio ero contrario all'idea di una certa persona" venendo guardato di scatto da Kianta con la sua solita espressione che mostrava che comprendeva, tagliente "ma effettivamente quello che facciamo è lo stesso della giustizia classica. Insomma, fermiamo la gente negativa e pericolosa e la mettiamo in condizione di non fare più del male, divenendo anche utili alla società"

    "Se per essere utili alla società intendi prenderli, pestarli un pò come fa qualcuna di nostra conoscenza "sbraitò Alaric fissando però Kianta, la quale con un sorrisetto voltò il capo altrove, fumando "per poi buttarli in cave e giacimenti perchè lavorino al posto di schiavi e civili per niente, cosa ci fa migliori dei gulag e..."

    "Alaric, non è questo il discorso. E lo sai" disse Milan riunendo la mani sulla scrivania con forza "ne abbiamo discusso parecchio da tempo, ed essere civili rispetto chi cerchiamo di fermare è proprio il non uccidere o recare danno. Loro diventano chi distruggevano. Fanno lavori che prima eseguivano persone che invece per tutti erano niente. Risolleviamo con il guadagno chi è stato buttato giù dalla società stessa, assistiamo veramnete e decentemente orfani e bambini in strutture dove non sono numeri ma bambini e ragazzi. Ok? Numeri, sono questo fino al nostro arrivo. Ci sono bambini che si sentono niente perchè i letti o armadietti sono numerati invece che nominativi. Comprendono comè la relatà e la lezione, quando cercano di farsi riconoscere come persona con un nome ma non accade, sono numeri. Bilanci per i soldi che si riceve per mantenerli e basta.Gente per strada, che per altri o la società ha perso tutto, geni incompresi che invece possono dare e fare, persone deboli e con problemi, animali... quanto facciamo con i proventi di quel lavoro, che sembri non accettare? Se lo meritano, anzi di peggio, ma siamo umani e non animali come loro, quindi convertiamo cosa sono in qualcosa di utile per tutti, per davvero. Per pulire città, luoghi e altro, non usiamo detenuti ne colpevoli per i servizi sociali ma persone che ricevono in cambio uno stipendio decente e aiuto, per ritrovare dignità. Per te è sbagliato?"

    "NO, non dico questo. Volevo solo dire che se seguiamo le idee della prima pazza allucinata" mentre Kianta fumava e creava onde con fumo che usciva dalla pipa, come se non lo sentisse "e facciamo i buoni, avremo oslo problemi. Ne parlano chiaro le carceri, sono problematici, pericolosi, rischiosi perfino. E li teniamo seppur legati con catene non classiche ma speciali, quasi liberi nelle aree di scavo e ricerca. OK che ci sono i familiari delle loro vittime a controllo e pronti a frizzarli per bene, con una bella scarica elettrica ma... "

    "Quei luoghi sono sicuri. Il Crell della guerra, ma non solo lui, controlla ogni telecamera e camera nascosta. Ci sono i Meepit che quella persona ha fatto creare, pronti a mozzar loro un arto se diventano pericolosi e loro lo sanno..."

    "Quel messicano trafficante che riempiva come bambole le persone con ovuli di sostanze... ricordi..." fece Kianta con sorriso complice e monello "adesso si ritrova, per essere stato focoso e pericoloso, con una chiappa tonda e una piatta... il caro meepit viola gli ha fatto capire che è bene non scherzare. Si, ha tentato di mettere fuori gioco una delle guardie che abbiamo preparato per odiarli meglio, ma sebbene non abbia avuto possibilità di fargli una bella frittura di palle, peccato, ci pensa la sorveglianza. Abbiamo uomini ben addestrati di supporto nei settori esterni, abbiamo un sistema di sicurezza a livelli circolari, tutto è sistemato.E' come un cono a gironi dell'inferno per loro, un dono da aprte di quella persona. E' una cosa negativa? Se hai paura di rappresaglie per fuggire o coalizioni per..."

    "Se permetti, sonotutti soggetti pericolosi che sono capaci di sopraffare il primo circolo di controllo, i familiari. E non credo che i tuoi robottini a forma di criceto del cazzo possano fermare tutti, e che..." ma venne zittito da Kianta

    "Andiamo calmati. Ho provveduto. Il nostro caro siero, io lo chiamo così ma si chiama D9-45, è la sostanza chimica che contiene neurotossine per sopprimere le loro personalità e le emozioni irrazionali , per motivi di stabilità. Sono impegnati e indaffarati ma pacifici, perchè la tossina è un concentrato zuccherino in bottiglie magicamente chiuse come nuove, simile all'acqua che funziona come un farmaco per diminuire il piacere e farli sentire insensibili. Ecco perchè non ci sono state nuove rivolte. Perchè li avevo avvertiti, avevo minacciato che avrei portato le loro menti a rompersi. Mezza chiappa e segni di morsi indelebili non bastavano, così ho provveduto a dare loro un farmaco neuro-intensivo come le droghe , che ti fanno vedere unicorni e draghi e ho giocato con loro, portandoli a credere di morire, di avere ferite gradi. Si, ho giocato con quella feccia perchè credessero, nella loro mente, di essere scarnificati, di aver inserito sanguisughe sottopelle e altro. POi li ho ributtati nelle loro cellette come i preticelli e Milan non si è trovato in accordo con il mio volerli rompere, fino a ridurli a docili agnellini, perchè portassero sulle loro spalle il peso del dolore del mondo.E se ti sembro una merda, ricordati cosa sappiamo che hanno fatto... Ricorda, Alaric... "

    "NO, Kianta, non è umano. Siamo migliori di loro, anche se lo meriterebbero. E così ecco la tossina magica che li fa rendere carucci come labrador..."

    "lo dice chi li odia, i cani..." fece lei sprezzante

    "Ma ti senti? Leviamo a quella feccia il libero arbitrio e la capacità di comprendere. Come capisono cosa hanno fatto? L'unica cosa mezza buona della prima pazza, era che le punizioni e i lavori affidati avessero un fine educativo e di riflessione..."

    "Oh, mi stai dicendo che tu alla fine le volevi bene?" disse come presa in giro Kianta, guardandolo inclinando la testa con l'orecchio vereso la spalla

    "Ma che cazzo dici" voltandosi verso Milan "solo che almeno quelle fesserie un fine lo avevano. Adesso se hai dato quella roba come..."

    "L'effetto dura tot ore, abbastanza perchè siano buoni, produttivi, agnellini per risvegliarsi nella cella con la mente lucida. Ma ecco che per la colazione portano cibo e bottigliette, e l'acqua a disposizione sui siti... et voillà! Sono lucidi la notte ma di giorno puoi tenerli al guinzaglio perchè non ti faranno del male, e se te l ostai chiedendo, non sono zombie. Se tu li guardi e ci parli, loro sembrano normali ma la tossina agisce su aree del cervello specifiche perchè gli impulsi determinati non si attivino, o siano sotto controllo. Facile. Anche se avrei preferito... Bah, lasciamo perdere. Loro devono essere trattati con i guanti mentre la gente che subisce niente, un pò come le vittime di stupro che perchè hanno bevuto due drink, erano scosciate o tettute, allora il fatto non sussiste perchè hanno richiamato l'attenzione su di se. Ho già provveduto a fare una capatina da giudici e giurie, oltre che avvocati e procuratori, che permettono certe cose, e credo che non importi con chi sono legati e che posizione sociale, ma il loro bagno sarà stato così occupato che se lo ricorderanno! Purtroppo ho sempre più consapevolezza che a questo mondo, è la paura che mette in riga la gente. E per questo ho cambiato strategia. Lei... era troppo idealista e a volte gli idealisti non aiutano. Anche io voglio un mondo migliore, come lo desidero, invece dello schifo che vedo quando sono là, in quella società, ma con certi soggetti tutta la comprensione e tolleranza e aiuto, non fanno nulla. Si è visto in germania e paesi suoi alleati, che è accaduto tollerando l'intolleranza. Che l'intolleranza ha vinto, uccidendo o rinhiudendo i tolleranti e portato l'orrore..."

    "Scusate di chi parlate che ha fatto cose prima?" chiese Gask che fece voltare tutte le teste

    "Ehi, ricordi cosa abbiamo detto?" sussurrò Jd al suo fianco a mezza bocca, facendogli capire che aveva promesso di non chiedere maicose scomode

    "Ah....eh, niente... niente..." fece con una risata nervosa ma Milan lo sorprese

    "Se ti riferisci al discorso di chi ha lavorato prima a certe cose, si trattava di una persona che..."

    Milan rimase sorpreso vedendo Kianta alzarsi dal divano in modo elegante, con la pipa che mandava fumo setoso e profumato, e dopo aver seguito la direzione della porta, fece una boccata, una piroetta salutando con la mano per poi andarsene. A Gask quel modo di muoversi ricordò qualcuno alle festività, ma non disse nulla.

    "Che ha avuto adesso?" sbuffò Alaric, facendole un gestaccio con il dito medio alle spalle dopo aver chiuso la porta

    Jd restò a fissare la scena finchè non fu sparita chiudendo la porta, e rimurginò sul perchè. Lui sapeva il perchè e credeva che oltre Lubo anche Alaric lo sapesse, ma non volesse ammetterlo. Il fastidio di parlare di Lei. Il suo nervoso quando si toccava quell'argomento e il suo sbottare quando superava il limite dicendo con rabbia . Odiava quando qualcuno parlava di quella persona, perchè significava confrontare la Prima con la Nuova. Una personalità che era morta e mezza defunta, contro la nuova che si era svegliata e aveva camminato e poi corso imparando, con le sue forze. Così come Lei odiava quando fin da bambina che la confrontassero, specchiavano lei con gli altri come se dovesse essere copia conforme alle bambine e bambini che i suoi genitori ammiravano, per come sapeva fossero fingendo, e Kianta non sopportava quandi si parlasse di quella persona anche contro le sue azioni e decisioni. Milan liquidava la cosa come il complesso del conflitto con la madre.

    "Credo che Jd abbia ragione. Sarebbe meglio fare un pò di pulizia anche in quel paese dopo quanto accaduto. E sopratutto perchè attaccando i miei uomini e Kianta, hanno mandato un chiaro messaggio. E uin affronto verso di me. Nessuno deve fare una cosa del genere contro chi cerca di migliorare questo mondo. Ecco perchè ho deciso. Veròna, la Strega del Gioco, li incontrerà e a sua discrezione li tratterà nel modo che le sembra più congeniale, perchè con carte ufficiali siano portati dove devono stare. La lista delle loro azioni è lunga, quindi è ora di agire..."

    Jd sorrise, perchè non aveva detto che Kianta avesse ragione e che avevano recato offesa a lui per prima con cosa avevano fatto. Ma visto che Kianta e Milan, un pò come fu per Lei, hanno un modo di vedere le cose e come agire differente, si fanno piccoli dispettucci finendo però alla fine col convenire con l'altro. E come per i soggetti che avevano messo a lavoro, Kianta sapeva benissimo che Milan su ocme trattare quella gente era in ragione, ma poco sopportava la spavalderia della feccia di voler a tutti i costi vincere, anche quando meritatavano di peggio. E siccome la guardia era rimasta ferita, s enon i maniera grave, salvata dal tipo particolare di catene che lo tenevano fermo in caso di necessità per una serie di meccanismi di loro creazione, Kianta non era rimasta contenta di quanto male meritassero per le loro azioni. Doevano pagare, soffrire, piangere e disperarsi così come la Prima aveva fatto fin nell'anima, così in profondità che nessuna cosa nel mondo materiale poteva darle pace. Un conflitto strano, pensò, tra Kianta e la Prima chela precedette. Oltre il cambiamento di Kianta stessa, passata da innocente come una bambina al trovarsi davanti sul campo o meno a cose che l'avevano ferita profondamente da scegliere di indossare una corazza fatta di forza e determinazione, pugno di ferro e intolleranza verso l'intolleraqnza. Chiunque non avrebbe creduto che fossero la stessa persona, la Kianta delle prime due settimane e quella più matura, ma così era. E di nuovo Milan vi metteva lo zampino, dicendo che la bambina era diventata donna come acacdeva nei secoli passati finendo faccia a faccia col mondo degli adulti che era più un pugno sui denti che una transizione fatta bene.

    Si voltò perchè Milan stava parlando con lui e rimase a bocca aperta nel sentire il Leader che gli diceva di avvisare lui Kianta di prepararsi per Bucovina di nuovo, così che il piano andasse in porto.

    pensò Jd, ridendo e alzando le spalle come per dire che avrebbe fatto , ma sospinrando di accettazione. QUando capì che tutto era concluso diede a Gask un pizzicotto sul fianco, quanto poteva visto il suo fisico, e gli disse piano all'orecchio facendolo abbassare "non parlare mai più di Lei con MIlan, a meno che non sia lui a uscire fuori la cosa, e davanti Kianta... Mai!"

    "Gask... aspetta un attimo" fece Milan mentre Jd e Gask confabulavano "Vorrei che tu fossi la quarta Ombra di Kianta per questo viaggio. Per i pericoli che possono esserci, preferisco sempre andar sul sicuro, ma è imperativo che le faccia da guardaspalle ogni minuto. Sono sicuro che andrà anche a fare Raccolta per le strade, quindi tu surclasserai gli altri tre per oggi, e sarai elemento di simbiosi per ogni cosa che possa fare, devi starle attaccato come colla. Perchè una volta che tornerà nel paese, la prima cosa che deve fare è tornare dai nostri Alfieri e farsi vedere viva, vegeta, più caparbia di prima e loro lo sapranno subito. Dopo credo che andrà a fare la Raccolta e ancora dopo, entrerà di sera in scena Veròna. Tu apparirai al suo fianco come Supporter di gioco. Non deve più accadere una cosa genere. E sopratutto non voglio essere presente quando scoprirà, perchè temo che avverrà, che quei tre per non lasciarla in mano ad estranei l'hanno vestita e preparata. Sarà un brutto giorno per loro... Quando tornerete voglio che entrambi, avendo stoddarde e draper, o come in generale chiamiamo le scatole blu e le nenomacchine... voglio vedere se passo a passo insieme vi influenzate o meno, e in un percorso identico nel bosco con differenti zone operative naturali, fate scattare i dispositivi per danni, sforzi e altro..."

    "Eh?" fece Gask, voltandosi solo di fianco per guardarlo mentre Jd fissava il leader accigliato

    "David vuole valutare come e quando i dispositivi si attivano, dopo quanto accaduto a Kianta con la blue box e il feezing, che hacausato inaspettatamente. Anche se so che è già accaduto, ma non in quel modo. NOn ne parlate mai di quei due episodi con lei. Lei sa solo questo, è svenuta... così ho pensato di usare il bosco delle lucciole per testarvi... è tutto. Vai a preparati, riceverai i v estiti tipici del paese e l'abbigliamento come servitore di Veròna. Andate..."

    "ma mi spieghi perchè Veròna e i suoi servi devono vestire in quel modo?"

    "Mh..." fece Milan poggiando la testa sulla mano aperta con fare meditabondo "... è venuto per caso. L'abbigliamento tipi di Veròna agli esordi era un abito in stile vittoriano con giacca, camicia, pantaloni ma più gonna dalla vita a un centimetnro da terraripiegata e drappeggiatga un fianco sotto la giacchetta con stivali quasi al ginocchio. Un esempio di cavallerizza ottocentesca, questo per dare adito che fosse una strega antica. E l'insieme andava anche bene, con quel cappelli da donna in stile qausi napoleonico con una piuma sinuosa. Se no ndvoeva andare per strada, allora era un completo da uomo come quelli usa Kianta, seppur più in suo stile. Anche gli abiti di Veròna secondo il primo Vessel, come chiamavamo, era parecchio in stile ultimo trentennio ottocentesco. L'abito avorio stesso che Veròna indossa in cerimonie ed eventi speciali deriva da lì, quello è il suo ormaio di fabbrica, come l'abbigliamento unisex maschile di ispirzione. Ancora di più con quel cappotto da maniaco, prima ve ne era uno più bello, ma Kianta preferisce uno che non vale niente pper quanto deve girare per le strade peggiori a caccia delle prede. Lo stile di Veròna per abiti più femmiili rispetto la controparte precedente riguarda il primo decennio del novecento. Un controsenso, lo so..." fece, sentendo i lamenti di Alaric "Lo dico anche, va bene? La prima interprete amava gli abiti meno pomposi e larghi, per quelli dell'ultimo trentennio dell'ottocento per sè, mentre per Veròna abiti degli anni sessanta dell'ottocento, più ampi di gonne come l'abito avorio. Kianta per se preferisce abiti larghi e che non mostrino veramente le sue forme, in stile impero ad esempio... mentre per Veròna non so perchè, predilige forme più aderenti e non sensuali, ma da donna dei primi dnel venocento... non so, le cose stanno così. Ma Veròna come per l'auto, i ventagli, l'abbigliametno suo e di chi le sta intorno, devono richiamare l'idea dell'antico. Di qualcosa che perdura in mondo che corre al futuro, ma in modo orrendo. Freddo, sterile, sitaccato come le luci neon tipiche delle atmosfere del futuro. E' un soggetto fuori dal tempo con regole sue. Ci sono tantissime persone che amavano e vorrebbero che si rivestisse in abiti antichi perchè è tutta un'altra cosa, un bell'abito come nell'antichità. Sono il primo elemento proprio per riconoscere non solo che livello era il soggetto ma il periodo. Danno fascino, classe, eleganza e via dicendo e so che da qualche decennio varie persone vestono normalemnte con abiti priorio di taglio e stile antico. Noi abbiamo preso questa cosa per farne un elemento di Veròna. E anche perchè noi amiamo il fattori abiti, quindi... abbiamo unito uttto. Avete dei completi magnifici, più dei nostri addetti ai vari servizi, quindi di cosa vi lamentate?"

    "Ok... io però non mi sento molto in quei vestiti e...."

    "E' un incarico. Sei un professionista... quindi?" fece Milan come se non volesse comprendere il punto e quindi Gask se la diede a gambe per non sentire altri monologhi sull'abbilgliamento. Per Milan l'abbilgiamento era sacro.

    Gask e Jd lasciando la stanza osservarono dalla porta Milan che aveva già iniziato a contorllare delle carte sulla scrivania. Jd disse di andare a prepararsi mentre avvisava Kianta.

    Tre ore dopo erano all'aereoporto privato che utilizzavano per i viaggi, in quel frangente per Bucovina. Gask aveva atteso Kianta che si stava cambiando, ancora incazzata come una vipera idrofobica perchè Milan non solo aveva constatato che aveva ragione, ma aveva sbolognato a JD la notizia e la faceva infuriare. Così lei era già salita appena calato il portellone e la scaletta si avvicinava. E attendeva seduta e nera di rabbia.
    Gask attendeva a terra e dopo un pò, lei uscì furente per l'attesa, con un abito tipico della zona come faceva sempre. A volte sia lei che Milan indossavano abiti tipici o ispirati come omaggio per gli Ospiti.
    Un abito sotto leggero e decorato nei bordi da fasce e bande con dei fiori e molto colorati, con pizzi su maniche e colletto. La veste che indossava aveva taglio rettangolare con fascia in pizzo chiusa in vita, in bianco immacolato e ogni segno di cucitura era coperto da un decoro ricamato. Sopra portava il gilet senza maniche e lungo oltre i fianco tipico tutto bordato di fasce nere e decori neri con rose blu. Scarpette basse tipiche nere e bianche e un copricapo per lui assurdo. Un ovale che stava sulla testapieno di fiori e fronzoli strani che non capiva e fasce di tessuto azzurro che pendevano dietro. NOn capiva come quel coso potesse stare ferma sulla sua testa, visto che era rigido, ovale e sporgeva oltre la fronte e il dietro della testa. I capelli erano ovviamente nascosti dalla parrucca con boccoli naturali e del colore più scuro del suo, lunghi oltre le scapole e quasi al sedere, non capiva come determinare le lunghezze dei capelli, e sistemati in modo che fossero come li portava di solito. Le zone sopra le orecchie tirate indietro che facevano da decoro sotto il cappellino e poi il resto dei capelli che scendeva sulla spalla destra con cura. Orecchini che non capiva di fiori, trucco leggero ma cèra e pochi gioielli se non la collanina girocollo fino con una perla dalla forma strana e i due anelli, all'anulare sinistro e al medio della destra con le scritte incise a girare su ogni anello, come le piacevano.

    "Andiamo, non abibamo tempo. Ho un incontro con della feccia da pulire che mi prudono le mani. Vorrei smozzicarli a sangue!"

    Jd e gli altri che li avevano accompagnati sospirarono. Jd, poco distante da Gask, chiamò i tre che le facevano da Ombre al telefono e chiese loro di sbrigarsi e tenere gli occhi aperti. Il loro compito era principalmente quello di evitare che la sua ira, per non dire altro, facesse qualche vittima. Non lo avrebbe fatto, ma se qualcuno pegiorava la situazione lei era capace di osservarlo proprio occhi negli occhi, a pochi centimentri per vedere quanto realmente fosse dispiacuto o mentiva per salvarsi. E qualcuno diceva che aveva lo sguardo terrificante di un cazzo di gabbiano incazzoso.

    A Gask mentre lei si apprestava a varcare il portellone per ri-accomodarsi, chiese di esserle spalla non e solo il guardaschiena, come veniva inteso il partner di una coppia di specialisti che operano in tandem. Non importava cosa lei pensasse, in arabia e turchia la odiavano in egual misura , ovviamente i soggetti che si erano visti rompere il potere e impero per finire a scavare, così come requisire patrimoni, merci preziose e persone a loro care. Era guerra per loro, non sapevano nulla della loro organizzazione ne i membri, ma odiavano Kianta perchè lei ordinava la loro futura situazione e di sicuro desideravano accopparla male.
    Ma la cosa non era solo per Kianta, ma risaliva a Lia, si facesse vedere e affermava in altre situazioni .
    Se Lia lo faceva per avvisare la gente del tipo per vedere se meritavano una seconda possibilità, con Kianta delusa e sconvolta da come il mondo fosse dalla gabbia dorata e sicura in cui era cresciuta in una paio di settimane, era prendere la Giustizia e invocarla contro i mali del mondo. Così come per Lia era una cosa, l'opposto per l'altra. Ma la situazione era così difficile da comprendere che pensava sempre necessitava un libro di tremila pagine.
    E così in molti la cercavano, avevano anche messo taglie tra cacciatori di taglie e gruppi organizzati della marea nera dell'umanità. NOn avevano foto o video ma identikit. E Lia prima rideva di gusto, perchè affermava che era altresì felice di venire ritratta al meglio, non da foto che non le rendevano giustizia, perchè le foto la facevano sembrare una scappata di casa drogata. E non le piaceva. Per questo amava i ritratti, posare e osservare il lavoro delle mani e delle esperessioni, la concentrazione dell'artista e poi ammirare il risultato.I ritratti erano per lei l'equivalmente delle foto, in meglio, perchè non sembrava pallida come la morte, a causa della sua pelle chiara e che si bruciava sempre al sole, con le occhiaie, una drepssione quando non cèra e non aspetto che non capiva mai perchè sembrasse da pazza di strada. E poi Kianta che trovava più calda e significativa una tela di una merda foto che gelava il tempo e basta.
    Anche Jd si era chiesto molte volte il perchè di quella cosa, ma anche tra gli uomini cèra chi veniva malissimo in foto e sembrava un membro di qualche gang di motociclette, come diceva Lia quelle che fanno paura per l'aspetto truce, duro, chi con abiti in pelle e moto enorme, chi con tatuaggi e barbone, o muscoli e altezza o stazza, in base se altezza o larghezza. ma poi tranne gli irriducibili pazzi e avvezzi all' HH, erano grossi teneroni che aiutavano la gente. E ne avevano trovati tantissimi che lei aveva reso collaboratori. Sebbene Lia in passato avesse guidato, dacivile, e poi anche per i test di guida sicura , auto e moto, aveva un'insano terrore che Jd non comprendeva di qwualcosa come uno schianto, un colpo come lo chiamava lei, finendo addosso a qualcosa. Raccontava sempre che odiava quando gli altri guidavano perchè li veedva sfrecciare non importava la velocità a fianco di guardeail e spartitraffico con sezione rialzata anche per camminare, e aveva sempre quell'insana paura da trattenere il respiro che venisse colpito e ... non sapeva bene neaanche lei perchè, ma le saliva l'ansia. Se guidava lei no, o meglio pensava abituata all'isterica famiglia che aveva, di danneggiare il veicolo, ma nulla di più. Ma quando era un passeggero temeva quel qualcosa definito il colpo che la faceva agitare e così i tre che la seguivano, che chiamava le gggguardie per perdenrle in giro, enfatizzando sulle G, la mettevano smepre dietro al centro, con loro al lato dei finestrini. Faceva battute del tiupo che le auto che avevano erano tutet benne grandi anche dentro per gli occupanti soliti, mentre lei meno di un metro e sessanta era al centro in uno spazio centrale dell'auto largo quanto lei, così se succedeva qualcosa poteva, ripeteva ridendo, provare l'ebrezza di imitare superman per una volta.
    Kianta non aveva quel problema, era più temeraria pure per salire con le ruote ovunque in caso di necessità, ma la facevano guidare pochissimo perchè altra cosa strana, come Lia amava sentire il cambio del motore gestito da lei. Nessuna auto che utilizzavano per lei e con lei usava cambio automatico, tranno quella della IA incorporata in caso di problemi, ma lei voleva proprio gestire e sentire quel motore che saliva e batteva, così diceva, e cambiando marcia da sè dava vita a quello. Un'auto guidata senza marce, a meno che non avessero problemi di qualche tipo, era come non gustarsi qualcosa di genuino. Si perdeva tutto il sapore.
    E le foto. Sembrava sempre o messa male come persona che si fosse sparata trenta siringhe in un giorno cno così tanti segni da sembrare sciatta e abbandonata a se stessa oppure un sogggetto diverso. Lia non vi si vedeva mai, era come se vedesse un'altra persona, anche nei video, Kianta invece ne provava diverse facendosi truccare e dopo la noia lasciava perdere. Le foto per le schede di riconoscimento del database le aveva ritoccate, era sempre lei ma meno da scappata di casa. E Alaric la sfotteva sempre per quello, eprchè lui nelle foto veniva sempre bene.
    Lia all'inizio si era fatta delle domande ma niente di più, aveva avuto tutti i suoi anni di vita per dire "ok, fanculo le foto". Ma Kianta no e non capiva. QUihndi la macchina fotografica catturava... cosa? Non doveva catturare la realtà? Ma se loro la vedev ano in un modo, perchè la macchina la restituiva come fosse un'altra persona?

    "Sei sicuro che posso farlo? Non mi appenderà per i piedi a qualche balcone, invitando i piccioni a pestarmi con qualche suo trucchetto?"

    Jd lo fisso stranito. Gask aveva parlato ma lui pensava ai fatti suoi. Poi comprese, mentre Lubo rideva al suo solito, ALaric sbuffava e gli altri due stavano al solito qualche passo dietro non partecipando molto.

    "Tu fallo, se si lamenta o le vedi la voglia di fare qualcosa dille "TANA!" e urla che lavori per MIlan e io ho detto questo. Vedrai, non ti toccherà più!"

    "Ah, geniale!" fece Lubo con sorriso diabolico stamapto in faccia, che portò Gask a guardarli e rispondere di conseguenza.

    "E che significa?"

    "E' quello che una certa persona faceva per dire che si trovava su suolo di Milan, e nel fare le sue cose aveva il suo vero e che non poteva essere toccata... non so quando ma Kianta lo ha scoperto e lo usa di nuovo. Solo perchè sei tu, usa la stessa carta così la lasci in contropiede..."

    "Quella stronza che l'avessi strangolata se non fosse schiattata" fece ALaric intromettendosi, spostando Jd con un colpo al petto con la mano "fa scherzi, le sue stronzate educative e poi quando io o altri si oppongono e la affrontano, lei urla TANA!, per dire che è su suolo di Milan, esegue i suoi ordini e nessuno può toccarla. Capisci? La stronzetta di ora fa lo stesso, se la tira perchè per Milan è corretto e far seguire regole e comprotamenti e..."

    "Alaric!..." fece Jd dandogli una spallata gentile ma con sguardo incazzato "Si, lei fa questi giochetti per rincoglionire la persona, confonderla col delirio e cose inaspettate. E' una delle carte! Come Veròna! Che sarebbe invece che è Veròna a copiare da lei... " pensandoci su guardando in alto a destra "Ma la strega è nata come unico mezzo inatteso per quelle persone. Sentono dalle loro vittime, che chiamano clienti, della strega, che li ha aiutati, che grazie a lei non possono toccarli facendo credere che si tratti tipo di cartomanti e queste cose, è successo, mentre poi appare lei. E il resto lo conosci. Ma diciamo che..."

    ""possiamo dire che la stronza sfrutta quel gioco di Milan per trarre in inganno la gente che cacciamo per farsi i cazzi suoi!" sbraitò Alaric, di nuovo sgomitando per dire la sua in faccia a Gask.

    "Che acacde qui? Perchè ancora nessuno è salito?" urlò Kianta, seppur composta, con le mani una sull'altra contro il ventre, con atteggiamento quasi regale. Come se si affacciasse da un balcone, con quell'abito poi, con sguardo e freddezza gelidi.

    "Guardala, la regina di stò cazzo!" bisbigliò con acidità Alaric, per poi buttarsi nelle sue prese per il culo teatrali "Oh, ambasciatrice delle cause perse, con nostro sommo rammarico chiediamo venia, ma ci siamo affaccendati a farci i cazzi nostri per pochi attimi. Imploro pietà in caso di vostra cattiva stronzaggine, e ci pieghiamo in pietosi 'sticazzi, per chiedere altre possibilità di mostrare le nostre abilità. Oh, grandissimia pusillanime madre dei cretini, oh genitrice delle ameneità cerebrali, oh..." e continuando con la solita lista di epiteti, mentre Kianta lo fissava con composta ira, finchè non alzò gli occhi al cielo e dall'alto dell'aereo sulla pedana speciale per i loro veivoli per passeeggeri, non urlò una cosa.

    "Oh, amato Mepeet, regala un bel tatuaggio in 3d a questo idiota in tutte le sue tre chiappe!" guardando poco dietro Alaric, a terra, per poi voltarsi stizzita come faceva col viso, un colpo verso destra per poi voltarsi e rientrare.
    Alaric urlò, si voltò, guardò in terra come un forsennato, perchè sapeva cosa era in grado di fare quel robot assurdo, ma non cèra niente. Tutti risero e Bryden lo canzonò dicendogli che se lo meritava.
    Jd fece le ultime raccomandazioni a Gask, finchè Kianta non riapparve impettita e con la stessa posa delle mani, accigliata come un orso svegliato dal letargo di soprassalto grugnendo .

    "Dove sono le mie Ombre? Dovevano prepararmi il tè! Dove sono spariti?"


    Gask si fermò perchè gli squillò il cell.Lo prese e girandosi dando la schiena a Kianta rispose, sorridendo. All'altro capo una voce amichevole.

    "Capitano!!! Ho finito il mio turno di guardia e volevo salutarti prima dei partire. Potevi però dire che il Capo non partiva... oggi sembra caruccia, ma il fatto che parti senza lei è brutto! Sembravi contento di farle da guardaspalle e..."

    "Aspetta, di che parli. Siamo in aereoporto..."

    "Si, me lo hanno detto, sono il tuo secondo ma non significa che non mi tenga aggiornato. Alcuni dei ragazzi hanno parlato con i tre dell'ave maria e trovo assurdo, seriamente, che voi partiate prima, mentre il Capo si fa i fatti propri qui. Non capisco le dinamiche di questo incarico ma..."

    "Ehi, ti sbagli, ok? Siamo tutti qui e siamo quasi pronti" mentre Jd si voltava a guardarlo dubbioso

    "Ma senza il pezzo forte! Sappiamo tutti che il Capo impersona la strega che ci fa morire sempre, quando quei tre raccontano alcuni aneddoti e il fatto che sia ancora qui, mi fa pensare che stiate volando a Bucovina per niente.... la butto lì..."

    "Ti sto dicendo che ti sbagli. Siamo tutti qui, quasi tutti. Kovacs e gli altri stanno arrivando e spero presto, ma siamo vicino l'aereo..."

    "Ho capito e ripeto, mi spiace che te ne vai in questi giorni, visto che cè il compleanno a cui avevi promessi di presenziare, e abbiamo deciso di spostarlo, ma se tu parti per alcuni giorni mentre il Capo si fa i fatti suoi qui... mi spiace che ti prendano in giro..."

    "Ma di cosa parli! Io..."

    "A Gordon è venuto un colpo quando stava lavorando ai giardini e si è ritrovato il Capo al fianco per ritirare alcuni fiori, gigli e rose blu. Lo ricorda perchè per dare una forma alle zone con fiori troppo in fuori da cosa vuole fare, e non cespugli incolti, recide alzune sezioni e diventano fiori per stanze e sale. E sa che quelli sono due dei fiori preferiti del Capo e quando l'ha vista vicino, con un abito che non le vedeva quasi mai molto indosso, è rimasto basito. Eravamo in pausa alle gradinate e sembrava aver visto un fantasma, perchè diceva che l'aveva notata un'ora fa che stava per andarsene, e invece ha ritirato un cestino ed è andata nella sezione del bosco, tranquillamente..."

    "OK, prima di partire ha preso dei fiori, calmatevi. NOn..."

    "No, capitano. Il Capo ha ritirato i fiori quindici minuti fa... ecco perchè sono incavolato che ti prendano in giro..."

    "In che senso, noi siamo qui da..."

    "E state partendo soli, perchè per giungere in auto e non in aereo, dopo che hanno spostato la torre di atterraggio dall'altro lato ricostruendola in toto, e volendola avere tu... e l'aereoporto privato che usiamo ora è lontano, mentre decidono come e dove creare il nuovo e nostro eliporto. Non è a due passi che in dieci minuti ci arrivi senza correre come un disperato. E di solito prima partono alcune guardie, poi chi deve partire, seguiti dai bagagli. E si deve essere presenti prima per sicurezza. QUindi il Capo non è partita, semplicemente è qui che..."

    "No..." sussurrò lui mentre si girava per vedere Kianta che baccagliava per sbrigarsi e"non è possibile, te lo ripeto, avete visto male..."

    Jd fissava Gask perchè aveva intuito che qualcosa non andasse, mentre vedeva Kianta lamentarsi dei ritardi. La pazienza, si disse. L'altra era paziente e gestiva le cose, ritardi e casini, di solito a meno che non si alterasse veramente, con calma e aspettando la reazione dell'altro. Sguardi e comportamento, di solito faceva così. Kianta che non aveva l'esperienza di anni e tempo, bruciava subito, come dicevas Milan. Aspettare e farle ricordare l'importanza dell'aplomb e quello che il leader stesso definiva regalità. Il gestire e controllare le cose per dirigerle come si voleva senza scaratterare male. Kianta era ancora giovane su quel punto di vista e se era incazzosa come in quel caso, piena di voglie di dare una manata sulla schiena con vigore e velocità agli stronzi, bruciava le tappe della regolazione dell'Io. Tutte cose che Milan considerava e trovava in quelle sue sette e robe esoteriche. Lia gli aveva detto chiaramente che ammirava il rigore e queste caratteristiche da quelle persone. Nulla pareva turbarle e smuoverle dalla loro placida calma e li invidiava. Il lavoro era grosso ma sentiva che era qualcosa per lei. Certo, come per Kianta se la rabbia era tanta, faceva piangere e di brutto, ma di solito la Prima era più placida.

    ""nessuno per ora ha ricevuto ordini o l'ha vista nei controlli, ma non è la prima volta che ti diciamo che la si vede in giro, nonostante si sa che sia altrove. E..."

    "No, può essere solo una proiezione delle IA, sei uno dei pochi che conosce questo trucco per..."

    "E un laser riesce e prendere il cesto di vimini che il nostro amico usava per posarci i fiori, ... e portarselo? Il cesto è andato via con lei..."

    "..." Gask la guardò, disse qualcosa biascicando al telefono e salutò. Jd e gl ialtri avevano capito che qualcosa non andava e lo fissarono mentre a passo velocelo vedevano che si avventava verso la scaletta dell'aereo, diversa da quelli normali piccoli privati. Fissò Kianta mentre se lo vedeva arrivare.

    "Dimmi..." iniziò gli disse come se parlasse a un bambino discolo, con lo sguardo e col tono

    "Stiamo per partire, giusto?" fece lui gradino dopo gradino, fermandosi uno sotto di lei sulla soglia del portellone, sebbene fossero cinque per entrare dalla sezione più alta e stretta di quella posteriore

    "Che sia bene! Sono vestita in questo modo e voglio iniziare il piano di stasera. Che..."

    Gask di colpo, mentre lei alzava lo sguardo per rimproverare gli altri più in basso, le afferrò un braccio, poco sopra il gomito, che la sorprese da rilasciare l'aria che aveva preso per parlare incavolata. Lui fece una faccia così stupita e sorpresa da parere comica, Kianta invece fissava sgomenta la mano che le stringeva il braccio come qualcosa inaspettato e la incuriosiva, sopracciglia aggrottate e labbra a formare una U silenziosa

    "Ma... cosa... " fece stupefatto e rimasto come uno scemo, sentendo che era vera sotto la sua mano stringendo le dita alcune volte

    "Morto! Finito! Chiamate un'ambulanza!!! Raccattate la sua scatola!!!" fece isterico e in falsetto Alaric, sbracciandosi girandosi ovunque, con Jd che li fissava curioso ma spaventato... e Lubo rideva

    Kianta fissò ancora un attimo quella mano, con le labbra dischiuse, poi alzò gli occhi verso Gask, con sguardo omicida e occhi grandi grandi. E lesta gli scagliò una testata in pieno petto come fosse una capra incazzosa che fece sbilanciare l'ancora confuso collega quasi giù le scale, riuscendo a tenersi al corrimano per un pelo ma rovinando con gambe e un fianco verso il basso, sebbene l'altezza delle poche scale fosse minima. Il cappellino si era ammaccato e Kianta sbraitò per poi digringnare i denti che se trovava quei tre, li usava come tavola da stiro.

    "Toccami di nuovo e ti smino!" disse tra i denti, voltandosi con con un colpo secco di mento stizzita e rientrò, mentre il ragazzo addetto all'aereo bambettava "... ah, il... il cappellino... i capelli... cosa..."

    "Fà silenzio e trovami quei tre. Voglio il mio tè..." fissandolo dritta come un palo, facendo capire che no naccettava brutte risposte

    "Capo, posso..mh... ." fece il ragazzo che equivaleva a un assistente di volo, ma solo per controllare al posto dei piloti, che tutto fosse ok e verificare che carico e cinghie fossero ben sistemati e tutti ai loro posti. Ed era spaventato "Posso... fare...io?!"

    Kianta voltò la testa sempre faceva lei descrivendo una sorta di arco immaginario. Gask si era accorto di questo, sia normalmente che quando si atteggiava, compieva forse involontariamente dei movimenti con la testa di lato o verso la spalla, disegnando una sorta archi o semicerchi, redendno ogni movimento, anche con le braccia, elegante e armonico. Si era chiesto spesso se dipendesse da lei o da addestramenti.
    Si era rimesso in piedi, mentre Jd era andato ad aiutarlo, sorridendo perchè non si era fatto niente.
    La vide portare la testa di lato avvicinando il mento verso la spalla, sempre composta e dritta come un fuso, con gli occhi verso l'assistente e faceva un passo avanti e due indietro a ogni suo movimento, premurandosi di provvedere lui.

    "Sei per caso un servo? E' un tuo compito preparare qualcosa per i viaggi, a parte per i piloti se lo necessitano? Ho forse schiavi abbisognosi di compiacermi?"

    "Eh, no.. io ... volevo..."

    "Allora ti ringrazio ma non approfitto di nessuno" alzando la mano all'altezza della testa, aperta e dritta, Gask pensò un pò come nei film e telefilm sui tribunali che Bobbit vedeva sempre nella sala comune. Ne era appassionato e cèrano questi testimoni o chi altro che alzavano questa mano dritta e perpendicolare al pavimento, affermando che giuravano su Dio o la giustizia. Non capiva perchè in un tribunale si dovesse ancora giurare su Dio e sapeva che Kianta la pensava uguale, anzi lei maggiormente, visto che non seguiva nessuna religione, neanche quella dell'organizzazione e reputava la giustizia dell'uomo lontana da quella di DIo, quinid perchè giurare sul suo nome con giurati e giudice umani? Era una delle poche cose che vedeva simili a lei e all'inizio aveva visto quel suo gesto tante volte, ma dopo che era rimasto a bere qualche birra in sala comune, mentre Bobbit stava là davanti la tv grande comune a vedere quella gente che alzava il braccio e mentiva facile come trovare uova la mattina dalle galline, si era chiesto se fosse la stessa cosa. Jd disse di no, era sua abitudine e basta, alzare la mano a quel modo, esattamente come un gesto di giuramento che facevano anche loro nei riti militari, ma per zittire e fermare un discorso o qualcuno.
    E lei lo fece di nuovo per fermare il balbettante discorso del ragazzo, restando a guardarlo con la testa un pò voltata e gli occhi verso la sua direzione. QUando era di malumore o infastidita, non si voltava del tutto o ti guardava negli occhi, voleva mettere e disagio e creare una s orta di tempo rallentato perchè la persona ragionasse. A jd era scappato che era solito farlo chi lavorava prima di lei. Almeno così aveva capito, ma era appunto sempre una cosa sua.

    "Basta così! Ti rignrazio, ma tu hai dei compiti specifici e a meno che non te lo chieda, ripeto chieda con le paroline magiche che da noi devono essere preziosi e importanti, resta con i tuoi compiti. Ho le mie ombre che di fatto non fanno un ciufolo, se non seguirmi come caprette controllando c he io non sciupi troppo la gentaglia. Fai lavorare loro, considerato che non svolgono più molto il loro incarico di capogruppo delle squadre speciali. Sebbene siano al di sotto solo dei capitani, ultimamente non hanno più svolto tali compiti e devono pur guadagnarsi lo stipendio e il cibo speciale che mangiano da noi. Provvedi invece a controllare che i piloti stiano bene e non abbiano bisogno loro di qualcosa...."

    Il ragazzo non riuscì a replicare perchè suonò una sorta di clacson, cosa che fece voltare Kianta con un grugno incazzoso, saettando con gli occhi come un gabbiano in cerca di cibo dalle mani degli umani. Una delle speciali automobiline per le zone auto, carri, veivoli anche nell'aereoporto privato che usavano, consisteva in una sorta di golf cart ma dalla forma un pò diversa e più veloce, e di metallo pesante militare. Kianta la trovava stupida per la forma e la chiamava con disprezzo papamobile, perchè non capiva il motivo per cui colui che afferma di essere il portavoce di dio, per tutti i cretini che seguivano quel credo, e affermasse che si attendeva la morte per andare nel loro bel paradiso celeste, dovesse proteggersi proiprio dalla morte.
    E quelle simil golf cart erano dei rettangoli con piccole ruote ma motore potete , con vetro montato su telaio di ferro pieno con un tetto per tutta la lunghezza del mezzo, tre file di sedili con due persone per ogni fila e una sorta di bagagliaio provvisto di stringhe militari, quindi non un porta mazze posteriore, ma proprio come un bagagliaio senza sportello, con cui portare passeggeri e bagagli anche grandi in poco tempo. Ma li trovava ridicoli e odiava quando quei tre scorazzavano su quei cosi con divertimento. Sebbene le ruote fossero un pò più grandi delle normali golf cart, si sentiva là sopra senza vetri o sportelli di protezione come un gatto su una macchinina radiocomandata. Lei ovviamente, visto che il mezzo era a dimensioni di un militare medio sopra il metro e settanta. A parte lei e Jd, in pochi che usavano i mezzi dell'organizzazione erano tanto bassi.
    Si sentiva come i gatti che stanno dentro le automobiline giocattolo radiocomandate che i padroni fanno scorazzare per divertisi, loro.
    Kianta odiava quando lo facevano perchè non capiva come il gatto potesse veramente divertirsi come dicevano loro mentre loro usavano il joystick per mandarla a tutta birra in giro, con la solita faccia del cavolo del gatto che guardava intorno indifferente. E peggio quando lo facevano nel corpo centrale dello Chauteu, l'originale e antico, perchè sebbene le gomme non ganneggiassero molto i pavimenti di vario tipo e antichi e pregiati, quei sacchi di pulci che la infastivano perchè disastri ambulanti, poi scendevano dalla macchina scappando in giro, trovandoseli pure nei piani superiori dove vi erano uffici e l'ultimo piano le camere.
    E si sentiva come un gatto o una bambola tipo barbie quando le mettevano in quelle macchine assurde o sul sedile centrale, scorazzando. Ancor peggio, essendo bassa, piccola di corporatura rispetto a quei tre orsi-armadio, sembravano delle guardie del corpo che scortavano una bambina. E in quelle macchine era peggio.
    Li vide, tutti e tre con i bagagli dietro, due davanti, uno dietro e gli altri tre posti liberi, che sfrecciavano seppur non a velocità elevata, come se stessero facendo una controllata al perimetro e basta.
    Kianta alzò un sopracciglio, mentre questi si fermavano vicino ai veterani, scendevano e la guardavano.

    "Capo, siamo arrivati di corsa. Abbiamo tutti bagagli sia nostri, suoi che gli abiti da indossare per il piano. E..." fece Kovac con una mano indicando Zidgi che prendeva dai due posti ultimi liberi dei pacchi, che mostrò seppur fossero distanti.

    "Siamo passati anche, con una deviazione ecco il ritardo, alla vostra e di Madame Pâtisserie preferita, di Arnaud e Grolet per prendere i biscotti da pasticceria per tutto il tempo che saremo lì, insomma quantità industriali, con una parte da porgere in dono in confezone regalo ultra chic!" con tinuò, mentre l'amico si avviava con quattro scatole in pila tra le braccia per salirli sull'aereo "Sono frollini al burro di vario tipo. Quelli che trova perfetti per una merenda con tè e cioccolata calda per le cinque, o quando ha voglia di qualcosa di buono. I.biscotti sono tutti rigorosamente di frolla montata e si mantengono a lungo ben chiusi, ecco perchè ne abbiamo presi in quantità, così non è senza in questo tempo. Anche la cerimonia se vuole sgranocchiare..." fece lui mandandole uno sguardo eloquente che comprese.

    "..." Kianta guardò Jd come un gufo che ti punta "Mi stanno a piglià per l'culo?" diceva in italiano senza che se ne accorgesse.

    " ma no..." fece Jd,m sdrammatizzando al solito mentre Kovacs si giustificava

    "ma capo... non faremmo mai una cosa genere... invece delle merighe che pensava di farsi fare, ho preferito qualcosa di più gradito e che da donare. Tutto qua..."

    "In questa organizzazione cè qualcuno che non tenta di comprarmi e tenermi buona con cose che mi piacciono o devo farmi il segno della croce e dire "

    Zidgi restò a metà scaletta, fermo a guardarla o forse aspettare un qualcosa, che avvenne, perchè parve rilasciare un sospiro come trattenuto e le spallel si abbassarono.

    Quei tre ormai conoscevano bene i suoi segnali, determinati per capire subito di cosa abbisognasse per le missioni e alcuni li avevano appresi osservandola. Come in quel caso un cenno di assenso lievissimo ma riconoscibile li elogiò, seppur disse loro di stare in campana, invece del solito, se arrabbiata, portare al petto il mento per guardare gli altri con gli occhi in un certo modo. Se lei faceva un assenso percettibile s ela cosa era ok, avevano fatto bene o era positiva, in base alla questione tutto a posto. Altriemnti si sarebbero beccati uno dei usoi sguardo di disgusto con gli occhi, il peggiore perchè significava che poteva esplodere rispetto a quando parlava o portava la testa verso una spalla. Se non parlava ma sgranava gli occhi grandi grandi e l'aria di faceva pesante, erano cavoli amari.

    Lei dopo il cenno di complimento, che capirono sebbene sudassero freddo perchè lei odiava essere comprata, si fece più dritta, alzò il mento con un gesto veloce verso l'alto, o a volte verso destra, e si avviò impettita dentro, anticipando tutti. Quel gesto, quel colpo secco col mento voleva dire due cose, che era offesa e non accettava di perdere o di darla vinta, o come in quel caso era indolente per qualcosa. Kovacs pensò al ritardo e al fatto che fosse entrata da sola nell'aereo in attesa di tutti, e Gask stava in comunella con gli altri qualche metro lontano.

    "Andiamo" fece a Gask, richiamando anche Django, mentre Zidgi stava già giungendo al portellone con le scatole, mentre il ragazzo di assistenza lo avvertiva di fare attenzione a punti particolari. Il loro punto di atterraggio non era interno agli hungar come gli altri, ma ne avevano uno fatto da loro in accordo con l'aereoporto, che aveva tutti i codici di volo ufficiali e quindi non dovevano dare i loro privati. L'aereoporto privato era autorizzato e ufficiale dal governo, e loro utilizzavano i loro codici di volo e nominativo veivoli, ovviamente inseriti apposta, per non far comprendere alle torri di volo di essere voli speciali e militari.Esattamente come compagnie dette fantasma con voli e biglietti di cui non si sapeva nulla e che natura fossero, ma erano presenti in ogni aereoporto senza codici identificativi, informazioni di alcun membro dello staff o passeggeri e la destinazione. Erano i voli fantasma degli aereopoti e non si conosceva neanche il modo di prenotare un biglietto da loro.
    I loro veivoli non volavano a pale come gli altri, e sebbene fossero anormali per altri vederli, erano denominati come voli di rappresentanza o commercio, con un marchio di facciata che utilizzavano, una azienda fittizia che era una parte dell'organizzazione vera e propria , per girare indisturbata nascosta da nomi e marchi registrati e conosciuti. Così, se qualcuno chiedesse perchè i loro veivoli si sollevavano in verticale e non in salita, prendendo quota come i classici, avrebbero mostrato il marchio di una nota azienda di progettazione e realizzaizone di veivoli di nuova sperimentazione, sempre loro, produttori europei di componenti aeronautici e aerospaziali non di linea con sede, reale, in francia, ma fittizia nella realtà, mostrando anche ad altre aziende concorrenti che fosse possibile creare aerei del genere ma vietando a chiunque di avvicinarsi.

    "Prima di andare... nessuno davvero capisce che questi aerei non sono normali?" fece Gask a Jd, guardando l'apparecchio che era già avviato, e si vedeva dalla massa azzurra che spostava aria da sotto le ali. La prpulsione avveniva da lì, ma non da motori ocnvenzionali, si sentì rispondere.

    "Ti posso dire solo quello che so... questo modello è un lavoro militare di fino. COme i guanti, sono studi e progetti di alcuni scienziati che sono... diciamo scappati, in verità qualcuno di nostra conoscenza li ha ammaliati così tanto che si sono fatti prendere e sparire, dalla base militare in nevada denominata Nevada Test Site - 51, ma conosciuta come A51. Si, quella degli ufo. Sinceramente non so veramente se gli alieni esistono e loro che studiavano la tecnologia, ma sono sicuro perchè vi ho parlato varie volte... quei tizi sanno il fatto loro e si vede. Ovviamente molti apparecchi sia piccoli che grandi che usiamo non erano progettati per quell'area e quindi a stertto riserbo militare, ma in realtà... dovevano essere presentati. Invece dopo qualche anno felice di lavorare per qualcosa di grosso, e avere i fondi necessari dove mostrare le loro grandi capacità, si sono accorti che cèra così tanto marcio nelle persone che li avevano assunti, per il male e non il bene, un pò come fu per la bomba atomica, che tentarono di scappare in vari modi. Kianta tramite avvisi radio aveva scoperto che alcuni gruppi ufologi che stazionavano ogni giorno intorno all'area libera e percorribile, che precedeva la base, discutevano su persone che chiedevano aiuto per andar via. Temevano per la loro vita o la libertà dai messaggi che erano riusciti a mandare, a quanto pare da una radio artigianale che avevano fatto, per richieste di liberazione. All'inizio la persona che cèra prima di Kianta non vi credeva, sembrava troppo una trama da complittisti, invece era la verità. Quelal gente fiera di lavorare in qualcosa di grosso si erano pentiti. NOn so bene la storia, non sapevo nenache che non venivi intercettato con una normale radio,e forse pensavano fossero sempre gli ufologi per stimolarti ad uscire, e mi pare strano, ma a quanto ho capito gli ufologi hanno una sorta di vocabolario loro per non farsi capire e siccome uno di questi scienziati e fisici era un appassionato di ufo, era in grado di utilizzarlo. Insomma, non so bene la storia ma lei e Milan riuscirono ad effettuare con collaborati e complici un'estrazione e a portarli da noi. Nascosti da noi , possono passare del tempo scomparsi adi loro radar e presentarci i loro progetti, ecco perchè li abbiamo noi. Anche se devo dire che per come fosse quella persona li ha semplicemente accolti ocn un sorriso e poi buttati nei laboratori... era così!... " parlando come se si vergognasse "Accoppiati ad altri specialisti, abbiamo i nostri aerei speciali. So qualcosa ma non bene e tutto, ovviamente. Hanno caratteristiche VTOL/STOL ossia riguardanti decollo, volo atterraggio verticali. Mentre in francese l'acronimo è ADAV.I lavori di questi scappati di casa, come li chiama Kianta sono..." riflettendo "Analisi ed ottimizzazione del gruppo propulsivo, resistenza di forma... Resistenza d'attrito... .un basso valore del carico alare.Volano con un Cl molto basso, la resistenza è solo leggermente più bassa... Al gruppo motore-compressore viene accoppiato un fanper... nella fase di decollo verticale il motore è in grado di generare la spinta necessaria a Mach 2 con un l'uso della postcombustione. Massa al decollo e Rapporto Spinta/Peso sono stati necessari visto il problema del..."

    "Non ci ho capito niente..."

    "L'ho detto. non so molto, mi ricordo queste cose dalle riunioni, ho captato oslo queste cose, e so solo c he i motori speciali con speciali fun sotto e dentro le ali hanno una propulsione a due fattori, una classica e una no. Il corpo del veicoli ha ai fianchi speciali rotori che, in caso di danneggiamento di una ala o entrambi, escono ed entrano in azione per riassettare il volo o caduta così che i piloti hanno una percentuale di sostegno ancora per una fase di atterraggio d'emergenza con qualunque situazione. Sotto ha una sorta di gommone con un anello enorme, sgonfio e nascosto da settori chiusi, che si attiva e gonfia sia per una discensa d'emergenza per attutire il colpo della cabina con le persone e sia in caso ammaraggio in acqua... non so bene ma ha tante cvose che un aereo normale non ha o ha ma internamente e vanno attivati da hostess e stuart. Mentre qui sono integrati all'esterno... so solo che atterra e decolla non in orizzonta con salita ma in vertical, eliminando tutti i problemi di altitudine e aria rarefatta. Quindi tranquillo, ci sono i dispositivi di protezione se hai paura..."

    "no, non è questo. E' solo che ho sempre visto aerei ed elicotteri e..."

    "Lo so. Ma siamo un'organizzazione militare che progredisce. Se restassimo fermi, che vantaggio avremmo? Anche Kianta stessa, non è a mani vuote in qualunque situiazioen come esempio un poliziotto normale di qualunque grado, che in base all'incarico ha possibilità di usare le armi solo in caso protezione e con precise regole, finendoci però sempre male. Malmenati, picchiati, pugnalati perchè sparano o agiscono per fermare quei sogegtti in modi ritenuti barbari, rischiano tantissimo. Se lo fanno vivono, ma rischiano reputazione e carriera, ed è già poco così, se invece si attengono alle regole di condotta rischiano ferite gravi o anche la vita. E questo a causa di certi colleghi del passato che facevano gli sboroni, parole di una certa persona, perchè avevano un distintivo, legando le mani dei colleghi successivi che rischiano il triplo, sia come salute e vita. E sia per cosa li attende dai superiori perchè poverini i delinquenti si rompono un'unghia, mentre meritebbero di peggio. E così è lei. Non è mai sola o sprovvista di piani a, b, c, d e fino alla cazzo di z e questo mi rincuora. Ormai sei con noi da mesi e Milan ti ha detto delle cose, quindi conosci la situazione di Kianta che no dovrebbe andare in giro... a meno che non sia Milan, come nei casi di Veròna o se impersona una... una persona di tempo fa per affari dell'organizzaizone. Altrimenti non potrebbe uscire, lei è importante anche per testare molte cose. Ma ora và o sarà incavolata per tutto i lviaggio..."

    Un'ora dopo, Gask fu dietro di lei nello scendere le scalette speciali per il loro veivolo, con i tre che erano già corsi a sistemarsi a triangolo come sempre, mentre un capannello di persone attendeva qualche metro dopo. Con il suo solito modo di fare armonico, e con qualunque movimento che seguiva come una traiettoria ad arco, giunse alla fine della scaletta e con le mani una sopra l'altra sul suo ventre, le braccia lunghe morbide e un sorriso senza mostrare denti, con sguardo gentile e affabile, guardava chi stava attendendo.
    Si avviò con quel suo passo strano, che prendeva dalla Lezginka o caucasuan dance, ma molti diceva Jd quando glielo spiegò, la conoscevano come floating dance. In pratica, si era sentito dire, denotava eleganza e grazie alla gonna lung a che nascondeva i piedi, sembrava che quasi la figura fluttuasse sul pavimento come se avesse le rotelle o fosse spostata semplicemente avanti e di lato, non si percepiva il movimetno delle anche per i passi ma semplicemente questa scivolata leggera. Jd disse che era chiamata anche la scivolata del cigno ed era qualcosa di simile che si dice facessero le nobili dame a Versailles, per apparire leggere e non camminare come la plebaglia. Sfruttando i lunghi corridoi per palazzo ma anche la sala degli specchi, era una cosa che si diceva Maria Leszczyńska sapesse fare, ecco perchè era sempre ammirata, oltre il suo comportamento da Regina classica, anche dopo la sua morte.
    Perfino Milan, gli disse, usava questi trucchi di danza e comportamento per muoversi e apparire in modo da attirare le attenzioni, quelle giuste. Un uomo ammirato, osservato, che mostrava un'eleganza nobile, elastica e padrona di sè, mostrava il tipo di uomo. Lui ci credeva e vi lavorava molto. Il portamento, tipo di movimenti, camminata e saluti, così come i vari sorrisi e saluti in base all apersona. Inchini, movimenti di capo, tipologia di sorriso, di strette di mano o senza e via dicendo.
    Ogni volta che Milan o Jd gli parlavano di queste cose gli girava la testa, chiedendosi quanto ci volesse per imparare tutte quelle cose. Assurdo, pensava sempre gask. Anche quando parlavano nella camera del suo amico e lo vedeva specchiarsi per scegliere cosa indossare, quale accessorio scegliere o che pettinatura farsi. Lisci e fini, i capelli da più di trenta centimentri, li aveva lasciati crescere perchè per lui stava meglio con i capelli lunghi che corti. E rideva che la barba, pochissima che riusciva a crescergli, lo rendeva duro e meno attraente e si lamentava che la barba modificasse i lineamenti del volto così tanto, da sembrare soggetti diversi. E non si vedeva in altor modo che quello che anche Gask stesso conosceva. E stava del tempo a sistemarsi, a volte chiamando Kianta per un parere e per farsi fare i capelli. La prima volta non capiva perchè la chiamasse con quei telefoni antichi, quest avolta su un tavolinetto da salotti in un angolo, con cornetta ernome elaborata e rotella da girare per comporre il numero che gli serviva, interno se sapeva che era in camera sua o un numero specifico corto per raggiungerla subito. O d aparete d'epoca. E poi lei arrivava con passo suo solito elastico e nervoso, come se avesse fretta anche senza averla veramente.
    Poi si voltava, mentre ancora camminava verso Milan , verso Gask, seduto da qualche parte, a fissarlo con un'espressione che pareva dire e si fermava a guardare l'amico comune. Che ogni volta era indeciso su due cose. Una delle cose che facevano ridere Gask era quella, sicuro e dritto per la sua strada su cosa voleva, ma indeciso su cosa indossare e abbinare per apparire al meglio. E si era accorto che lei gli diceva sempre di utilizzare un colore di abito, tra i tanti che aveva, abbinandogli sempre il viola. In sfumature diverse, scuro o chiaro con nomi che ogni tanto non ricordava ma lei gli diceva sempre viola, con il nome corrispondente. POche volte crema o un colroe simile con nominativo strano. ma sempre il viola. Lui invece optava per blu o rossi o mix che si abbonassero, lei era più per colori meno squillanti e pacati.
    Erano uno l'opposto dell'altra.
    Gask sorrise ricordando la questione del . Una volta Milan aveva scelto un completo chiaro color... tortora, panna o che altro, per lui erano uguali, e lei arrivò e gli disse di abbinarci un bel lavandino, mentre Milan si guardava allo specchio e pareva approvare con due cenni del capo. E Gask non si era trattenuto chiedendo di colpo Era stupito, sapeva da riviste di moda che il Capo o le sue donne sfogliavnao, e che Milan seguiva e teneva sui tavolinetti, cose assurde che uomini e donne sulle passerelle mettevano addosso per denotare la del momento. E a lui sembravano identici a pacchi di abiti che i poveri disperati e senzatetto mettevano di sopra per non perderli, vederseli rubare o portare dietro con più facilità. Non importava il clima, stavano sempre con più livelli di abiti indosso, una delle poche cose che possedevano e per lui l'effetto era uguale. Si augurava sempre che Milan non li copiasse, benchè si stupisse sempre di vedere l'amico abbigliato come un tizio uscito un secolo prima, e ritrovatosi nella modernità.
    Sapeva che la gente ancora usava il completo classico da uomo in modi diversi e denotava stile e posizione sociale, ma l ostile di Milan era più vecchio, non sapeva dirlo, ma seppur sarti esperti gli preparassero gli aibti su misura, avevano stili, tessuto e forme antiche mischiate a dettagli moderni, gask sentiva sempre quel ... quel qualcosa che non gli dava modernità e semplicità come gli altri. Giacche alla coreana, con un solo bottone, con chiusura che lasciava scoperto petto e pancia e altri tipi. Sembrava un nobile uscito da qualche foto, eppure aveva visto più classe, nobiltà e quell'aura di uomo sopra gli altri tre volte degli altri. E Milan diceva che quella era la chiave. per lui quegli abiti erano... lui. Ai matrimoni, diceva Milan storcendo il naso, vedi questi tizi che mettevano completi e abiti senza saperli portare, camminado e atteggiandosi esattamente come se indossassero le loro magliette e jeans strappati o bomber, e pantaloni di tuta. Sembravano come... un tempo, contadini con indosso abiti regali a disagio. Erano un pugno in un occhio e lo aveva visto Gask stesso dalle foto che lui metteva dove il primo colpo d'occhio, era Milan stesso per come appariva per l'abito e l'atteggiamento, a richiamare l'attenzione, non importava la sua posizione. Mentre gli altri sembravnao, come diceva Milan, bimbi con abiti della domenica che seppur dopo anni, non sapevano come starci dentro.
    Kianta e Milan lo fissarono in modo diverso. Lei voltando il mento verso la spalla, senza voltarsi del tutto, portando lgi occhi tutti su di lui con accigliamento sorpreso e bocca dischiusa. Milan lo fissava dallo specchio, vedendo il suo riflesso che rideva da orecchio a orecchi finchè no ncosppiò a ridere.

    "Ah, no. Kianta dice sempre lavandino per intendere il lavanda chiaro. A volte usa parole solo sue... intendeva questo completo chiaro ma più scuro di quelli" indicando quelli ancora appesi, visibili dall'anta aperta "a cui abbianre accessori più chiari da contrasto. Userò i gemelli in ametista chiara e il resto in lavanda chiaro. Per favore, mi puoi aiutare con i capelli? Non so se legarli alti o bassi..."

    Gask fissò Kianta rstando accigliata a fissarlo, sentendo che chiedeva a lei aiuto per i capelli. Si era chiesto spesso perchè con i barbieri ed estetisti, parrucchieri, non andasse da loro. Lui diceva no, avev apersone di fiducia e arrivava sempre prima dove doveva andare, per trovare l'acconciatore di fiducia per essere impeccabile. ma normalmente preferiva l'aiuto di qualcuno fidato.

    "Facendo da me non sarei perfetto, questo lo so. Kianta sa cosa fare e ha sempre un gusto critico e ha la mania della perfezione su certe cose, quindi so che farà del suo meglio per rendere i capelli a prova di vento o... insomma, sa lavorare bene i capelli. Non ho il suo tipo, per fortuna, ma se non cè lei o sono di fretta, mentre mi dirigo a destinazione, l'acconciatoer di riferimento di là sa già da tempo che deve aspettarmi in una saletta apposita così arrivo, mi sistema e mi dirigo dove devo andare... è come, sai, per certi tipi di balli professionali. Le giurie depenalizzano se hai anche un capello che esce dalle acconciature, ti si scompigliano o altro, non importa se donna o uomo. Ma è considerato, così si rovinano i capelli con prodotti ultra fissanti che quando devono slegarseli sembrano fatti di pietra. E così è la società là fuori, ogni accessorio, capello, atteggiamento è sotto analisi. Non credere che sia tutto facilecome lo è da noi. Le regole esistono per un motivo, e così lo è per la società là fuori. Ma se da noi ci sono le regoole e ele leggi, da loro esiste Dio denaro e Signora apparenza... Più sei artificioso, studiato in ogni aspetto, più reciti come un attore consumato guadangnando punti, più vali. E' quella società, cè poco fare. Io però appaio molto meglio perchè io sono così..." fece con un sorriso.

    Gask tre passi dietro Kianta, secondo le regole, si avvicinò alle persone che l'attendevano. Sembravano contenti e alcuni di loro, una donna e un uomo più grandi dei due giovani che li seguivano, lasciando gli altri fermi, corsero verso di lei. Lei si fermò e fece una riverenza, mentre questi la salutavano e sembravano sinceramente contenti di vederla, cosa che colpì Gask.

    "Lia... sei viva, quindi è vero. Come sono felice che qualcuno si è salvato!" fece la donna più grande del gruppetto.

    "non credevo alla notizia, quindi si sono sbagliati? Almeno qualcuno è sopravvissuto..." fece l'uomo.

    "Carissimi amici, mi rallegra tanlmente la vostra felciità nel vedermi che mi sento felice come non mai. SOno stata ferita ma avevo perso i sensi, che ai loro occhi deve esser sembrato di avermi uccisa, e lo hanno creduto anche dopo. O non sarei qui...." fece Kianta con una voce e un sorriso che lui stentava a riconoscere. Accadeva sempre così, con jd, Milan e gli altri si comportava in un modo simile a questo ma se là era meno dolcezza e garbatezza, cèrano ma non così enfatizzati, con gli ospiti o le perosne che doveva incontrare, sembrava di vedere una persona dolce e calorosa mai vista.

    "ma certo che siamo felici di vederti! Cosa dici! Ogni volta che vieni ci racconti e mostri cose straordinarie. Per mio padre, ogni tua visita è come l'arrivo di un precettore di fiducia. Anche se siamo ormai grandi, ma anche noi siamo sempre contenti quando torni! Mio padre ti aspetta nella tenuta, ma non poteva non accoglierti... e poi lui non lo ammetterà mai, ma i consigli per le modifiche alla nostra casa di famiglia lo hanno reso contento. E' orgolgioso di come è venuto tutto e dice che è straordinario come oggigiorno ci sia qualcuno di giovane, che sa e capisce il valore delle cose come devono andare. E poi deve mostrarti il cimitero e mausoleo di famiglia, visto che ami le architetture di qualuqnue epoca e documentarle. Non solo, ha da parte dei libri per te acquistati da una collezione che vuole mostrarti..." fece il ragazzo con foga, bloccato dall'altra giovane figura, una ragazza.

    "Io credo che voglia regalarteli, come facesti tu ocn quella bibbia Gutemberghiana. E' il suo libro preferito della collezione anche solo da ammirare sotto vetro per la copertina in pelle ultra rifinita, una delle ultime stampate proprio dal grande tipografo con copertina in pelle lavorata e pittura a mano. L'ha messa sotto teca da solo, sai?" fece dando una gomitata al giovane "E la guardava e si lamentava che quel giorno erano morti dei soggetti meritevoli, e sembrava non darsi pace. Ora che sei tornata, viva, sarà meno in dispiacere. Gli avevi promesso di mostrargli la tenuta che avete acquistato qui e sistemato. Vuole vedere come hai reso quell'edificio, visto che lo conosceva da piccolo ma poi fu lasciato vuoto. Vuole vedere come lo hai reso tu..."

    "Ragazzi basta! Donna Lia... Oh, so che questo titolo di solito viene dato alle donne sposate, ma qui è anche sinonimo di persona speciale. Siamo ancora adesso orgogliosi della fiducia che tu e la Fiamma Cinerea avete concesso alla nostra famiglia, come vostri Alfieri in questo paese. NOn siamo i più potenti nel totale, ma mi auguro che abbiate scelto bene. E in quanto messaggera del tuo Signore, Milan, ti spetta un titolo onorifico, ma hai accettatosolo Donna Lia, seppur ancora tu non abbia un compagno. Mio fratello è in attesa di riceverti come ha detto mio nipote, nella casa di famiglia. E ha detto è pronto a discorrere con te in rumeno perchè tu migliori la nostra lingua, seppur conosci anche il tedesco. Quello che è accaduto è... non ho parole per descrivere il nostro lutto, ma abbiamo festeggiato nello scorprire della tua salvezza e del tuo ritorno. Grazie per essere tornata subito, seppur ferita, per le esequie dei nostri cari e servitori deceduti, ma stai tranquilla. Pagheranno per..."

    Kianta alzò la mano, come faceva sempre per zittire le persone e seppur in quel paese, Gask notò che seppur inferiore di posizione sociale rispetto all'uomo in quel paese, questi sorpreso non finì il discorso e la fissò, finchè lei non disse qualcosa.

    "Vi prego di lasciare a me la questione. Mi sarebbe gradito provvedere secondo... i nostri metodi e consuetudini. Comprendo che la voglia di vendicarvi sia forte, ma immagino che come nostri alfieri, la fiducia sia al primo posto. Mi concederete l'avviso di... annunciarvi che la questione sarà risolta in breve e che riceverete vendetta in modi differenti dai vostri. Ma averrà. Da voi vige la regola che sangue chiama sangue... lasciate tuttavia che sia Io e il mio Signore a vendicare tutti portandovi prova e l'anello degli Alflieri, lasciandoci l'onore di provvedere alla questione. Nel momento stesso in cui vi inviterò nella nostra dimora per una visita ma anche una festa, saprete che è tutto sistemato e i morti riposeranno in pace..." dicendo tutto in modo dolce e gentile.

    i presenti rimasero interdetti qualche attimo, guardandosi. Poi i giovani annuirono ai due più grandi e questi sorrisero. L'uomo con un braccio le indicò la macchina poco distante, mentre i tre che erano le sue Ombre andarono subito verso la stessa per controllarla. Kovacs affermò con rispetto che andavano solo ad assicurarsi, dopo l'altra volta, che non vi fosse nulla di troppo o qualche sorpresa e con una borsa, con apparecchi specifici, si prepararono a scansionarla in pochi minuti. La macchina non era una comune, era una sorta di mini limousine con due file di sedili posteriori che si guardavano, così le persone dirante il viaggio conversavano di fronte l'altra, con tutte le comodità per bere e mangiare.
    mentre andavano lo stesso Kovacs fece un cenno con la testa a Gask che comprese e tenne gli occhi aperti, perchè era rimasto l'unico a guardarle le spalle, mentre lei ascoltava l'uomo che aveva iniziato a dire qualcosa.

    "Coloro che hai salvato con il tuo gesto sono in attesa con mio fratello, per i dovuti ringraziamenti. Per favore, intanto andiamo, sono tutti in attesa..."

    "Ti ringrazio, intanto permettimi di offrirvi nella macchina che utilizzate, avendo i sedili posteriori di fronte l'altro ocn un tavolino che si alza, il meglio della pasticceria fine francese da tè. Ho portato anche dell'ottimo Qi Men Hong Cha, uno dei migliori tè neri cinesi che a mio avviso si sposano molto bene con la dolcezza dei pasticcini, ma se volete qualcosa di più delicato ho sempre con me, per le mie visite, una scorta con ogni tipologia..."

    "Con molto piacere. E' sempre interessante provare i doni culinari che presenti" fece la donna "Anche la Baba è interessata, aspetta sempre con ansia il tuo arrivo per ascoltare i tuoi racconti e provare cibi e bevande dal mondo, sia che conduci con te, che dai cuochi che ti seguono. Mio figlio ha amato molto i dolci turchi che hai portato, preparati da voi stessi. Lui vuole viaggiare, ma essendo il primogenito ha un ruolo, quindi sono felice quando gli porti quei luoghi..."

    "Lieta di portare doni così apprezzati. Seguo il detto per cui se Maometto non va alla montagna, che sia la montagna a farlo..." facendo un inchino come alla giapponese ma con le mani sempre sopra l'altra sul ventre "Adesso se permettete, vorrei tranquillizzare i vostri parenti e rendere omaggio a chi ha temrinato troppo presto la vita, per quelle persone. E se anche il vostro capofamiglia mi concederà la benedizione di procedere, tutti saremo vendicati e l'onore ristabilito"

    "Andiamo allora, mia cognata ha fatto preparare il Negresa che adori con il tè e il dolce di mele per cena..."

    "Inutile dire che Baba è da ore a casa e ne ha pulito uno intero da sola..." fece il ragazzo sottovoce ridendo poi di gusto, avviandosi con gli altri alle macchine.



    Poche ore dopo, notte

    Gask entrò nella stanza adibita a spogliatoio, dove Kianta si fermava da sola per cambiarsi. La porta era socchiusa, segno che si poteva bussare ed entrare senza il rischio che lei si cambiasse. Kovacs gli diceva sempre che lei aveva chiari segnali e loro ormai li conoscevano. Come agitava le dita della mano significava che voleva qualcosa consegnata, gesti e movimenti di occhi e testa per altri insignificanti, per loro messaggi, sorrisi e come li mostrava per intendere che voleva agire lei e non loro, porte aperte o chiuse in determinati modi per chiarire cosa era possibile e cosa no e via dicendo. La porta socchiusa rispetto ad altri angoli di apertura intendeva che si poteva disturbare per motivi seri, che era in meditazione o qualcosa del genere. E siccome alle Lezioni aveva imparato che i gradi si potevano ricordare più o meno precisi dalla mano aperta e che grandezza cèra tra pollice e le altre dita con mignolo verso l'alto, aveva inteso che si poteva entrare.

    Ridendo Kovacs disse che lei non meditava neanche per il ciufolo perchè non riusciva a rilassarsi e star ferma a comando. Quindi se la porta era aperta in un determinato grado, non stava meditando, domanda che Gask stesso aveva fatto visto che lo faceva Milan, ma era in dossiciazione o visualizzazione. Ossia in un mondo alterativo solo suo dove scappava per rilassarsi o ssfogars senza picchiare nessuno. A gask questa cosa sembrava strana, ma poi pian piano gliel'avevano spiegata, ma trovava strano che qualcuno tramite musica fosse con la mente... altrove, non solo per la noia e pensi ad altro. E in quel caso non sentiva musica, non usando lei le cuffiette.

    "Ecco perchè per definirli si dice che Kianta è il sole così come Milan è la luna..." faceva Kovacs dicendolo come dato di fatto ma non era chiaro per Gask il senso vero.

    E così, bussò, sentendo un "MH...." di risposta e si affacciò. Kianta era davanti la consolle da trucco con specchiera enorme, in piedi , che si controllava la camicia, stando di tre quarti di schiena verso di lui e lo specchio rimandava la sua immagine. Indossava pantaloi da Frac a cui sicuro avev auna giacca abbinata, vestiva da uomo sempre con mezzo tight o frac, ovviamente delle sue misure e con pieghe apposite per adattarsi al suo torso di colori scuri, ma non sempre nero o blu. In quel caso era un blu notte di una stoffa tipo sbrilluccicante che fasciavano bacino e gambe.
    Controllava la camicia. Colletto alla button down corto senza bottoni nelle punte e rigido da stare molto sollecato, pieghe tattie ai lati esterni del seno e poi davanti notò che vi era una sorta di coda di topo, così la chiamavano quella riga nera o altri colori di cotone che creava un rettangolo da dietro il collo fino a quasi il suo ombelico, così gli sembrava. E all'interno di questa forma pieghettature per tutta la lunghezza e larchezza del quadrato abbellivano la camicia che sarebbe stata banale, così come le maniche. Erano normali fino a sopra il gomito, una coda di topo nera faceva partire la zona più ampia a sbuffo che sapeva ormai che sichiamano bishop, che finiva sul polso con forma classica e il polsino era molto lungo. Era infilata dentro i pantaloni e al collo portava una cravatta a fiocco western in Raso Nero con rebbi molto lunghi, chiamata anche nribbon tie.
    Si fissava cercando di trovare punti che andavano sistemati, poi senza verifcare chi fosse entrato, aveva preso delle forcine e aveva iniziato a tirare indietro i capelli più lunghi che erano anteriori e lisciarli perchè restassero aderenti, un pò come le volte che li aveva bagnati e tendeva a passare una mano per tenerli indietro. Quando ebbe finito prese la retina da parrucca e se la sistemò,scura, e ultimò c on la parrucca che era sulla testina accanto all'angolo dello specchio.
    Era una parrucca diversa dalle altre, ne usava tre, dai colori diversi e tutti tendevano ad essere perlescenti, così gli pareva, con riflessi azzurri o blu. Avevano quel modo camngiante alla luce. Quel modello non era liscio ma ondulato, con base grigio topo, così gli parse dalle radici a metà lunghezza delle ciocche e partivano colori tra il glu, viola, grigio o non capiva. Erano di questo colore grigio di due toni diversi con meches o non sapeva cosa fossero che a caso da poco dopo le radici partivano concentrandosi più da metà alle punte, creando un effetto che dava il nome alla parrucca. Azzurro ghiaccio. Di ghiaccio ci vedeva solo le parti chiare, le altre erano un mix ben sfumato degli altri colori. Secondo lui non le stava,m per via della sua pelle troppo chiara, pensava.
    Le parrucche erano tre. Una che chiamava da fata turchina che acconciava sia lisci che mossi. Era una gradazione da blu ceruleo alle radici che fino al fondoschiena cirava senza stacchi ma ben sfumato al color turchino fino alle punte azzurro cipria. La seconda pareva quella che indossava ma era castava alle radici, un castano chiaro però che Kovacs chiamava biondo scuro o qualcosa di simile e poi verso la fine a metà schiena faceva cambio netto con verde smeraldo per poi sulle punte blu non elettrico ma qualcosa di simile. Era quella che trovava peggiore e kovacs chiamava ridendo la parrucca pavone. E poi quella che indossava, queste due ultime quasi sempre mosse per come erano sull testine.

    Kianta si accorse di lui quando, controllando lalo specchio i lati della parruca se erano ben messi, avendo base in silicone per aderire alla pelle, non lo intecettò dal riflesso. Restò un secondo a guardare la porta, poi si voltò a fissarlo, chiaramente chiedendosi perchè fosse venuto lui a bussare.

    "Volevo avvisarti che siamo pronti, e..."

    "E perchè sei venuto tu? Dove sono quei tre?"

    "Sono andati in perlustrazione e iniziare il controllo dei punti elettrici e telecamere con gli strumenti. E..."

    "Sono andati dove?!?" fece e ogni volta che lei era irata da qualcosa , tendeva a dire le ultime parole un pò acute, quasi squittendo, facendo ondulare le ciocche della parrucca ghiaccio, ma che di ghiaccio cèra solo un vago richiamo pensava Gask "Quando hanno deciso senza avvisare di fare qualcosa?"

    "Ormai è fatto, e..."

    "..." la vide fissarlo con occhi apertissimi e e l osguardo come per dire che Alaric diceva somigliassero a quelli terrorizzanti di un gufo o peggio gabbiani. Alaric e i gabbiani era peggio di lui contro Kianta, come s evolesse sbranarlo a dire la cosa sbagliata

    "Hanno fatto un buon lavoro, ora sappiamo posizione, numero dei presenti, luoghi e posizioni delle telecamere e staccare la corrente lontano dall'abitazione. Zidgi è pronto a tranciare il cavo a mezzo chilometro che alimenta la casa. Non dovremo così aspettare molto di presenza..."

    Lei restò qualche secondo a guardarlo, col broncio pronunciato finchè con la testa fece quel gesto stizzito, ma meno pronunciato, verso destra con un secco colpo col mento e si controllò ancora allo specchio. La vide girare il torso per controllare che la camicia stesse bene con ogni movimento, terminare il trucco leggerissimo ma visibile alla luce effetto ghiaccio sugli occhi , e una passat a di qualcosa sulle labbra.
    Andò all'armadio alla sua destra e prese la giacca del completo, che aveva supposto lui, e controllò che nella pipa vi fosse materiale a sufficienza per l'accensione, chiudendo col coperchio speciale ermetico. Per ultimo agguantò il cappottone e si avviò, passandogli accanto.

    La seguì fino all'entrata del garage dell'avamposto che usavano, non una Torre, e videro sfrecciare verso di loro il van camuffato che utilizzavano. Poco dietro di lei ocme sempre la osservò controllare tutto, gambe dei pantaloni, scarpe lucide da uomo con decori pressati in pelle e vide luccicare nei movimenti gli anelli. I soliti da cui non si staccava mai. Quando il mezzo si fermò Kovacs coe sempre scese un attimo prima di fermarsi il van, atterrando di piedi ocn la portiera aperta e con un lieve inchino.

    "parleremo nel mentre del vostro lavoro, senza avvertire." incidendo sull'ultima parte come se stesse picchiando ogni parola "Avete portato l'occorrente?"

    "Certo, capo" fece Kovacs con un sorriso "l'abito, parrucca, scarpe e sottoveste sono nella borsa ben protetti. Anche gli accessori. E sul posto in una zona nascosta cè anche lui, possiamo partire anche subito. Il tramonto sta arrivando... è tempo che la Strega si risvegli..."


    Antoniu Radulescu, aveva saputo che quella donna era ancora viva. Come era possibile? La sua famiglia aveva avuto il disonore di non essere scelta per poi dominare il paese come desiderato. Essere una delle famiglie più potenti e ricche non era abbastanza, e aveva saputo che quelle perosne potevano dare incarichi e cariche anche potenti se lo volevano, e cercavano quelli che chiamavano Alfieri, ossia alleati e seguaci in ogni paese che governassero per loro... era questo che si diceva. Aveva incontrato poco la donna ma l'uomo, colui che definiscono il capo assoluto si. Ed era sicuro che fosse scelto per l'incarico così prestigioso, abbattendo quindi le altre Case nemiche e avversarie. Invece entrambi erano andati da quel dannato di Vali per dire che erano loro i destinatari di tanto onore. Sapeva negli altri paesi come democrazia e meritevolezza fossero più considerati, ma era sicuro che quiei tizi ocn pensieri così radicali e antichi, fossero quelli giusti per la sua ascesa. E invece...

    Si fermò dai suoi pensieri percependo qualcosa di strano. Il silenzio. Quella casa brulicava sempre di rumori, passi, voci sussurrate e non, di tutti gli occupanti, sia della sua famiglia che i domestici. Invece i lsilenzio era tombale. POi dei passi pesanti e cadenzati e la porta si aprì. Entrarono due uomini che non conosceva e per un momento rimase spiazzato. No, qualcosa gli richiamava la memoria. Li riconobbe fugacemnete, li aveva già visti e qualcosa, un morbido tonfo, lo colse alla sua sinistra, dal balcone.
    Le tende iniziarono ad agitarsi al vento mentre si aprivano le due sezioni a vetro. E dalla luce della luna si stagliò, ingigantendosi, perchè si avvicinava una figura qualcosa incorniciato dalle due parti della tenda. Le tende che danzavano, ora che tutto il balcone era aperto, mostravano a tratti una persona che conosceva. E rimandava un sorriso carogno.

    "Tu... allora sei veramente viva!"

    L'uomo, seppur aveva ricevuto l'informazione, stentava a credere che quella donna non fosse finita male. Aveva capelli diversi ma il suo non era un viso che, dopo averlo visto una volta, poteva confondersi con altri. non era una persona banale e mischiabile con tante altre, quel viso non aveva segni di anonimato. Gli uomini che pagava non erano pivelli e seppur il messaggio teatrale con le bare, aveva avuto un numero di morti che lo aveva soddisfatto. non si aspettava che arrivasseo perfino al piano superiore senza una sparatoria. Ancora di più perchè la donna che quella volta lo aveva guardato con sufficienza e disgusto, con disprezzo, spingendo il suo capo a scegliere l'altra famiglia, era finita male come meritava. E invece era viva.

    "Io non sono quell'altra persona. Ringrazia e porgimi i tuoi ringraziamenti. Io porto la giustizia, ma se tu avessi fatto ciò con quella persona... Se io sono portavoce della giustizia, Lei edll'inferno. Lei agiva per rabbia e ridare indietro tutto... io per punire e pulire questo mondo..."

    Avanzando si fece passo passo il balcone e poi l'interno, con il cappottone che si muoveva.

    "Guardati" fece Kianta avanzando, incorniciata mentre entrava dalle tende agitate e i capelli al vento, nonostnat eil cappello "Sei un patetico stronzo che aveva esultato per la morte di persone, e credeva di aver ridato onore al suo nome. Con cosa hai dato onore? Pagando dei tizi per fare un agguato e ammazzare qualcuno? E non farlo con le tue mani? Per te questo è aver ripreso onore? Oh, no!... sei solo uno stronzo patetico e dalle mani pulite, ma l'anime lorda di sangue e melma nera"

    "Non puoi dimostrare che sono io..."

    "Ah no?" facendo un gesto con la testa che per altri era un'enfasi della risposta, ma il gesto secco verso l'alto, poco visibile, fu recepito dai due che presero un tablet e mostrarono la diretta degli uomini artefici dell'aguato, in situazioni raccapriccianti e con pesanti segni di tortura.

    "Il caro Cinq sa quel che fa, non a caso il suo nome, cinque in francese, indica i livelli fino al quale si spinge, e i tuoi sono arrivati fino al terzo. Rispetto per loro, per questo per quelli lì, ho dei piani. Ma non come per te su di te..." con un sorriso carogno degno di Joker.

    L'uomo si buttò verso un mobile, sicuramente per cercare qualcosa, che prese. Una pistola. Kianta lo fissò con un sorrisino e la testa inclinata di lato, anche quando se la vide puntare contro, ma non cambiò e nè mostrò alcuna pausa o altro. Il rumeno era chiaro che volesse sparare, per un attimo fu sorpreso dal vedere un uomo più alto alle spalle di Kianta, che avanzava. Kianta con una risata alzò la mano sinistra aperta verso di lui e con microgesti qualcosa diede fastidio al rumeno, che fissò la pistola. Era come se questa venisse strattonata dalla sua mano, e dopo qualche scossone, prima che potesse metterci l'altra, l'arma si staccò dalla mano, facendogli male all'indice che stava sul grilletto e volò dritto nel palmo di lei, che girava la testa sempre come ad arco, con un sorriso monello in volto. L'uomo si ritrovò disarmato, con quelle quattro persone che lo fissavano, ferme.

    Tentò un'ultima fuga ma con velocità Kianta gli si parò alla sua destra e con qualche mossa particolare lo stese a terra con un calcio in faccia, di fronte un mobile con uno specchio, portandosi poi a cavalcioni sulla sua schiena. L'uomo non si era accorto che i due stavano posizionando dei quadrati a terra che si portavano sulla schiena, com e zainetto tramite dei lacci. Kianta gli prese i capelli e gli tirò indietro la testa.

    "Raccomantami come ti senti. Si, voglio sapere come ti senti... di solito le persone non chiedono mai questa cosa. Come ti senti? Cosa senti? Cosa provi? Invece della banale "come va, o come stai" che è solo di educazione fasulla, si dovrebbe chiedere come si sente la persona. Interessarsi veramente. Così diceva lei...E siccome nel caso delle vittime di quegli stronzi che stanno giocando con Cinq, non si possono più chiedere queste cose... Sono morte o peggio, una vita d'inferno. E quindi eccomi, Io, Veròna, la strega del Gioco... giocherò con te perchè tu mi dimostri cosa sei, chi sei e la tua meritevolezza. Non è un gioco con gli scacchi. Non è il settimo sigillo. E' molto peggio..." gli sussurrò, facendolo specchiare, mostrando lei che stava calvalsioni sopra di lui. E nello specchio lui vide lei con il sguardo che lo fece sudare e qualcosa che si muoveva intorno a loro. Qualcosa che non aveva mai avuto modo di osservare. Degli strani esseri fumosi o gelatinosi che vorticavano intorno a loro, fluttiavano e poi si buttavano in picchiata. Altri non avevano gambe ma come una scia come di colore di un pennello e la testa a forma di bolla con tratti urlanti e braccia, che si agitavano dietro di lui. E rumori da far venire la pelle d'oca

    "la paura che la gente ha provato a causa tua, fino alla morte in certi casi, si tradurrà per te in qualcosa che io raccoglierò e userò con così tanta gioia... disperazione! Sarà come una spezia su di te, la pietanza che cucinerò a fuoco così basso che implererai ogni esser e che credi esista, per salvarti. Ma, guarda un pò, come la realtà insegna, non cè' niente tranne me, che per magia o miracolo può far qualcosa..."

    Kianta si alzò, nello specchio il rumeno la vide parlare e interagire con quelle robe dal riflesso, finchè non parlò con gli uomini. "Portatelo giù, con gli altri"

    "Gli altri chi!!" domandò in un soffio rauco l'uomo "GLI ALTRI CHIII!" agitandosi e tentando carponi di fuggire, beccando lo specchio andandoci contro e rompendolo. I frantumi gli andarono contro e Kianta alzò gli occhi al cielo mormorando "Mamma mia che soggetto patetico, adesso" per poi dire ai due alla porta, mentre l'uomo urlava di chi parlasse "INIBITELOOO!" con aria scocciata e strascindando la frase


    L'uomo fu portato n el grande salotto al piano inferiore, mentre uno dei tre era rimasto con armi in mano a controllarli, legati saldamente da manette a strozzo in plastica a seguire la forma della stanza, come fossero seduti a terra in circolo per un rituale. Erano con le spalle alla parete, distanziati tra loro.

    Il rumeno trovò la sua famiglia in mezzo alle persone, con gli uomini che teneva come domestici e le guardie. Si chiese come avessero fatto in silenzio a fare tutto il lavoro. Sul grande camino della stanza vide, appena fu buttato a terra di peso, un gufo che non ricordava di avere mai avuto, finchè non lo vide battere le palpebre e ruotare la testa. Era vero, era posizionato al centro della balaustra che usavano per poggiare le cose in alto, e guardava dall'alto la stanza come un giudice.

    "Hai notato il nostro Acheronte! Lui è qui, e lì sopra, per un motivo. I gufi che osservano determinate cose hanno un significato, sai?Ma non è su di lui che devi concentrarti... innanzitutto chi sono di questi i domestici? Ovviamente lo noto dai vestiti ma vorrei una risposta..." disse Kianta fissando le persone legate.

    i domestici alzarono al testa come a richiamare attenzione, alcuni in lacrime, altri ocn sguardo terrorizzato.

    "Calma, calma. Voi non rientrate nella questione. Almeno, non vi ho liberati per un motivo. Voglio scoprire se voi siete in qualche modo invischiati con certi fatti, o sapevate e avete taciuto, o concordavate con certe cose. Io non accetto e tollero le persone che nonosntante vedano e non approvano , lascino fare. Perchè vi rende sporchi quanto loro..." indicando con un dito la famiglia " E quindi, non parteciperete al rito di stasera, ma sarete condotti in un luogo dove vi chiederò tutte le informazioni e, non essendo in un'aula di tribunale dove la gente mente e dice stronzate nonostnate il giuramento, se non riceverò verità, la mia ira calerà su di voi... chiaro?" ricevendo cenni di assenso con la testa, essendo inbavagliati.

    "Portateli via e assicuratevi che stiano buoni..." Zidgi e Django si affrettarono a farli alzare, liberando le gambe e portandoli fuori. I restanti no nsapevano che sarebbero stati tenuti tutti in una zona sicura poco distante e che sarebbero stati sedati. Senza capirlo, sarebbero entrati in un edificio prefabbricato piccolo e rettangolare, vuoto, che avevano portato a sezioni e montato, con luce, telecamere e una sezione di ventilazione, una per l'aria e l'altra per farli addormentare senza che capissero, senza bisogno di punture o altro. Era una sorta di scatola che non si apriva facilmente, perchè con apertura come i giochi di logica e se non conoscevi il modo, non vi era possibilità. Ovviamente i membri della Torre ormai risistemata in quel paese, conoscevano ubicazione e metodo di apertura, quinid non vi erano affatto problemi. Ogni tot di tempo ricevevano avvisi di conferma che andava tutto bene, in caso contrario senza quegli avvisi sarebbero corsi nei due punti armati e pronti all'estrazione o recupero, di qualunque tipo, in primis Kianta.

    "Dunque..." Kianta iniziò a guardare le persone intorno a lei. La famiglia che all'inizio volevano elevare ad Alfieri nel paese e poi avevano capito troppo presto e scoperto , che tipo di gente fosse. E non se ne salvava nessuno, adulti come ragazzini. Perfino i ragazzini erano orribili e pericolosi. "... togli i bavagli, voglio proprio vedere..." fece a Kovacs, che era rimasto con Gask.

    Una donna liberata la bocca, iniziò ad inveire contro di lei, con rabbia, con sputi involontari mentre urlava, il trucco rovinato da lacrime e agitazione che lo avevano sbaffato "Stronza. Io ti avevo accolta in casa mia. Ti avevo trattata con tutti gli onori. Maledetta, ti maledico, Lia!"

    "..." Kianta la fissò inclinando la testa "No, quella non sono io" spiazzando la donna "Io sono Veròna, stasera sono la Strega del Gioco, come ho detto a tuo marito, il capofamiglia..."

    "Ma se sei Lia!" disse la donna come se fosse presa per stupida

    "No" fece Kianta avvicinandosi e guardandola negli occhi "Lei è morta tanto tempo fa..." portando la testa verso la spalla destra "la cosa bella di.. ME... è che la parte migliore di me è che ci sono molte me, me , me, me, me, me! IH IH IH IH IH" ridendo alla Veròna mentre la stanza di riempiva di copie di lei stessa come era, che da un sorrise iniziavano a ridere come l'originale e Gask rise perchè sapeva da dove veniva l'idea delle risate terrorizzanti. Dalla'allevamento di tacchini e faceva un casino allucinante quandeo gli uomini giocavano con loro, emettendo gloglottii che parevano risate demoniache. E così una volta lei aveva detto a Jd che non sapeva spiegarsi la cosa, che aveva aggiunto il giochino del copia e incolla all'idea della marea di tacchini identici che facevano questa sorta di stadio casinista.






    Gask era nella stanza con Kovacs, che sistemava l'attrezzatura e mentre ascoltava. Di nuovo quel nome, si chiese, e non aveva capito mai nulla della questione. Sistemò i box quadrati in alcuni angoli, e constatò che era rimasta solo la famiglia al completo, ora sistemati in fila spalla con spalla. Si chiese come preferiva agire questa volta. Non cèrano schemi di base, si agiva in base al soggetto e quanto sporco fosse.

    "Ehi, sbrigati, fra poco inizia lo show" gl idisse Kovacs mentre finiva. Gask si voltò e si accigliò

    "Tu cosa fai?"

    I due sussurravano in russo, la lingua che usavnao più spesso. Lo vide sistemare non al centro della stanza ma all'opposto, dei soggetti legati, una poltrona in legno riccamente scolpita con schienale e seduta in morbido velluto, visibilmente con quelle sezioni rivettate perchè si vedevano i cerchi. A fianco un tavolino alto e sinuoso, La parte superiore tonda con zona appoggio più larga con bordo, poi zona cassetti, tre gamve secche che erano un pò più bombate nella sezione che divideva i cassetti a giro con decorazioniche erano in rilievo fino a max il bordo del disco superiore che fungeva da appoggio. A circa dieci centimentri o più da terra di era un altro disco di appoggio che veniva tenuto dalle tre gambe, le quali poggiavano su zoccoletti in forse bronzo lavorato. Tutti i disci e i cassetti erano lavorati con la tecnica del mosaico per i legno, con la zona scavata e poi vi si inserivano forme di colore di legno diiverso e poi si laccava tutto.
    Un pouff poggiapiedi di stile diverso stava davanti la poltrona. Aveva il corpo in legno e basso, molto, con un cerchio di legno e quattro piedi dalle forme rttangolari che si restringevano al centro con decori che si estendevano in fuori fino alla stella alrghezza del resto della gamba. Di color bianco con tipo spatolature come stile povero e un alto cuscino tondo ma di lato molto alto con bordi che formavano come la cornice delle torte di carne o di mele che il cuoco faceva. GLi sembrava una strana torta su un poggio come da esposizione. Kovacs fissò Gask che rideva di quel coso strano, visto che allo Chateau li avevano rettangolari o tondi ma di stile diverso.
    A sinistra della poltrona vi era in contrapposizione del tavolino, a destra, uno di quei carrelli di servizio per servire vivande o bevande con corpo in metallo dorato, ruote, ripiani in vetro e la zona apposita per spingerlo.

    "A che cosa servono queste cose?"

    "Oggi si cambia. Non sarà solo Veròna a fare il gioco..." ma una vibrazione lo portò a guardare il suo cellulare e poi dire semplicemente "E' tutto pronto, stai attento, vai dietro quell'angolo, che sta sul corridio e mettiti cosa trovi sul mobile al muro. Appena sei pronto entra e mettiti impettito come un cameriere accanto la poltrona, la posizione scegliela tu..."

    "Ma..." fece Gask dubbioso, ma l'altro corse via mentre Kianta ancora blaterava qualcosa, e si pensò al blaterare perchè sembrava che stesse cianciando di cose a raffica, tanto che osservando la scena, si accorse che la gente legata sembrava come le parole di Alaric. .

    Così mentre la sentiva, si avviò in una zona di quell'ampio salotto che aveva una sezione aperta, divisa da colonne, con un corridoio da un lato, mentre loro erano entrati dalla porta nella zona opposta, situata nella sezione più lunga a metà. Si accorse che le persone erano di schiena alla parete più corta con il camino, mentre la poltrona e il resto di fronte, quandi vicina al muro minore opposto. Affanciandosi dietro una delle colonne vide il mobile che pogiava a questa e degli abiti piegati. Una giacca tipo frac di nero velluto, con una fila di bottoni per chiudere la giacca su di un lato, mentre l'altra fila di cinque bottoni in verticale era decorativa. Il taglio davanti creava due triangoli per fianco,e lui non aveva ancora capito il tipo di giacche e come chiamarle. Aveva un bavero di velluto grigio velluto largo nella zona del collo con doppio livello, con una catena da albert ma con palline distanziate, ricordava si chiamasse così' che partiva da una spulla sul cuore, pendeva come doppio arco fino alla stessa zona nella parte sinistra d un fioro molto petaloso e una libellula con ali e parti in vetro come le vetrate che consoceva allo Chateau, e il resto penzolava dritto. Le maniche non erano normali, i polsini erano larghi e di velluto marrone con bordini color argento come la catena e poi una campana di rouches larghi, che gl icorpiva la mano fino alle nocche richiamav ala camicia, con una piccola porizone di rouche che usciva dalla gianna e faceva come da decorazione. Il colletto della camicia era di tipo diplomatico e veniva chiuso da un papillon di rado nero da fare a mano. INiziò a maledirsi, poi si accorse che aveva una clip e bastava solo metterlo intorno al collo e fare e spospirò. Meno male, si disse, chi aveva scelto il modello aveva ricordato il suo impedimento su certe cose, perchè non le conosceva. I pantaloni erano semplici ma con bordi agli orli e strane sezioni della gamba con quei bordini color argento che girava intorno alla gamba. Le scarpe erano lucide e di ottima fattura.
    Trovò uno specchio nella colonna successiva e si specchiò. Sembrava uno di quelli che stavano sempre con Milan con quei vestiti vecchio stampo.Dei camerieri più in ghingheri, diceva sempre. Non sapeva come considerarli visto che non ne aveva mai messo uno prima di arrivare allo chateau e nemmeno con il Capo, tranne rari casi di matrimoni... e non ne indossava neanche in quei casi, lo aveva lasciato libero di stare come sempre, seppur in nero, e poco distante, ma sempre a tenere gli occhi aperti. Era davvero raro vedere qualcuno vestito così elegantemente.
    E quella prima volta in cui ne aveva indossato uno per far piacere a Milan, Kianta era entrata con l'abito che ormai era diiventato l'icona di Veròna durante i riti, color panna o avorio, non capiva mai niente, in stile vittoriano con ricami e inserti argento, con maniche a pagoda e un sopragonna a semicerchio che copriva metà della gonna vera che arrivava alle scarpe. Lo aveva fissato da capo a piedi, con l'espressone che pareva dire e incedendo nell'abito come un dipinto che prendeva vita, così lui vedeva la gente vestita d'altri tempi, domandava come mai fosse così ben vestito. Lui rispose che aveva accettato per amicizia, anche se non ci si trovava in quegli abiti per poi sentirsi rispondere con tono piccato.

    "Eh... anche io non ti credere. Se fosse per me prenderei queste scarpe col tacco e le userei su quegli ospiti a modo mio, ma l'abito fa anche il monaco... " rispose camminando come per noia e un lieve broncio, rispondendo a lui ma guardando fuori le finestre e a Gask quella volta era semrbato un modo amichevole e confidenziale che quasi mai accedeva e ne approfittò "... non è la regola ma almeno adesso posso dire di avere al seguito una persona che fa figura. Non lo sai portare, ma è un inizio. Se il mondo fosse più come Milan, che viene il piacere a guardare un uomo senza che sembri mongoplasta o che se lè fatta addosso, tentando di apparire figo e che se la sente..." scuotendo il capo "sarebbe un mondo bello da vedere. Uomini sicuri ma per motivi giusti, che vestono con bellezza, senza scadere nell'assurdo come fa a volte MIlan, ma quello... lui è lui..." fece con sdegno, sistemandosi su un divanetto del salotto dell'ufficio di Milan che era davanti le finestre rispetto agli altri e con le spalle a Gask "a volte è così pacchiano che sembra uscito da Lady oscar... ah, quello strano cartone!... o la corte di dei tre Luigi, gli ultimi..." ma Gask non sapeva di che cosa parlasse "... e invece devo assistenre a uomini che mettono roba orripilante definita , che orrore. Molti mi affogherebbero, ma più vedo uomini ora che si dicono etero e attenti alla moda, e più mi sembra di vedere invece gay o drag queen pronte per uscire normalmente. l'effetto è esattamente quello ma sono ciechi e deficienti. Pantaloni strettissimi e stretti alla caviglia, risvolti, scarpe mocassini senza calse o da ginnastica che stanno malissimo con quei jeasn, giacchetti e bomber e piumini che sono di misure o tagli sbagliati per lor, che sembrano veramente pronti per mostrarsi. IN altri termini. E poi Milan mi prende in giro perchè non cè nessuno che mi paice... orrore e raccapriccio. Non so come fanno le donne a sbavare per certi tipi, quando ivnece fanno seccare le vagine dal disgusto. Camminano in quei modi assurdi, spostando le spalle in avanti baldanzosi, tirandosela come un rimorchiatore nuovo di pacca tra le barche al molo. Ho incontrato e av uto a che fare con tante drag queen e gay, mai nessuno mi ha fatto venire l oschifo come quella gente che si pompa il petto dicendo che è etero, e veste bene. Alla faccia..." portandosi la mano sinistra dietro la nuca per tirarsi i capelli meglio sulla spalla, come li teneva sempre usando più il medio in un gesto fino e delicato, come un lento gesto di danza pareva sempre a Gask. Ma oltre quello, come teneva le mani sembrava appunto un gesto da ballerina come facevano in certe esibizioni, ma anche gli ricordavano il modo di fare degli arpisti quando suonavano dal vivo. Se faceva qualcosa o si spostava i capelli, sopratutto la parrucca, tenendo i capelli inferiori sempre cadenti su una spalla, sembrava come le dita e movimento di arpisti, e tendeva a usare principalmente il medio a riportarli dal lato giusto, mentre le altre dita stavano morbidamente mezzo piegate.

    "Quindi a te piace la gente ben vestita?" le domandò curioso, sistemandosi la giacca perchè si sentiva a disagio dentro

    "Mh...." vedendo solo la sua schiena e le braccia sul bordo dello schienale, non il viso perchè verso le finestre "A chi non piace una persona che indossa abiti adatti a questa? Che li sa portare, poi! DA venti anni e più ormai cè la moda del . E poi vedi donne o ragazze che letteralmente poggiano le cosce su qualsiasi superficie, perchè i microvestiti sono così corti che è gia tanto che là sotto è protetto dagli slip. Ho visto alcune mangiare cercando di essere fini e poi ritrovarsi nella scollatura di tutto. NOn importa se estate o inverno, più nudo mostri più sei figa e accettata. E peggio gli uomini, quel modo di vestire osceno, con quelle magliette scelte solo per i disegni e non per coem gli stanno come taglia e tipo... i pantaloni strettissimi con quelle gambe strette alle caviglie, che semrba abbiano pantacollant. Bleah! " fece come le veniva sempre quando mostrava apertamente un disgusto e, sebbene non lo facesse identico, a Gask quel verso ricvordava il gioco degli uomini con i loro gatti quando gli mettevano sotto il naso varie cose e questi parevano vomitare perchè gli faceva schifo. Lei non faceva il gesto proprio con la lingua ma quel verso glierlo ricordava perchè era una cosa buffa, quella dei gatti vomitosi, e quando la sentiva fare così gli veniva da ridere "... e poi... Senza calzsette con quelle scarpe dai colori e forme improbabili in base al tipo di corpo... bah!"

    La fissò, stava seduta sul divano, dandogli le spalle e sembrava irata per qualcosa e si sfogava con cosa odiava. Dalle finestre aperte entrò una libellula, un animale che a quanto pareva abbondava da loro perchè lei le aveva salvate da morte in altri posti , dove abbattevano e bruciavano tutto ciò che non serviva se non come pascoli o nuove costruzioni di cemento. Ed era l'animale simbolo di Veròna non a caso, perchè jd al suo solito aveva parlato tanto e aveva riv elato che la libellula come il cavalluccio marino era il preferito di quella che Kianta aveva sostituto. Oltre al simbolismo della libellula secondo le cose magiche e totem di Milan, quella donna prima di Kianta amava le libellule per la loro bellezza particolare e le ali che parevano emanare bagliori come le vetrate che si trovavano allo Chateau ma anche nelle chiese e perchè le riveriva. A quanto pareva a quella prima di Kianta nel compito di seconda, la libellula era una definita come fece Jd con un cenno della testa come a richiamare come faceva quella persona quando ne parlava, perchè tra le tante cose fregava i maschi fingendosi morta per poi svolacchiare felice e contenta della burla e non doversi accoppiare. E Jd disse quasi con un sorriso amaro che quella persona le rispettava anche per quello, perchè rispetto altri animali non si abbassava ad accoppiarsi come madre natura voleva ma quando andava a loro. Gask non ne sapeva molto ma l'aveva presa per buona, quindi aveva capito che la libellula era simbolo di Veròna perchè bella, particolare, quasi oltremondo per l'aspetto e perchè non si piegeva... e a quanto pare come lei.
    Gask aveva evitato di chiedere troppo perchè sembrava sempre che alla gente di parlare di certe cose, non piacesse molto. Ancora di più di quella persona che usciva sempre nei discorsi ma poi faceva tagliare col coltello l'atmosfera per la tensione.
    Kianta a quanto pareva le trovava strane e interessanti e essendo pareva simbolo, se erano presenti, di buona salute del luogo, le proteggeva come le lucciole.
    Quanto si era lamentata di questo. Morte e sterminio per ogni forma di vita per cubi e blocchi di cemento orribili da vedere, urlava, mentre un ediifcio antico era più compatibile con la natura e per giunta dava un qquel non so che di magico e misterioso. Le dispiaceva per l'edificio s enon si poteva recuperare, ma affermava sempre che edifici moderni e obbrori in cemento erano horrorifici come i film. Gli edifici antichi meno distruttivi come materiali e più affascianti, perfino da diroccati. Gli uomini avevano paura di qauelle strane bestie volanti, tanto che dicevano che si chiamavano dragonfly per un motivo.
    La vide allungarsi verso il tavolino di fronte e aprire un cassetto, armeggiandovi, per poi ributtarsi sullo schienale.
    Teneva un braccio sulla spalliera del divanetto, che le arrivava alle spalle, e con l'altra aveva iniziato a fumare. Milan era incavolato perchè trovava in ogni cassetto di ogni stanza, non importava il piano, cose che lei metteva per le emergenze. Tra queste una sua pipa. la sua preferita era sempre a sua portata di mano o vicina in mano ai tre, ma non in quei casi. Milan usciva dai gangheri se lei fumava senza una precauzione come un tavolo per non rovinare il vestito che indossava. Così ne teneva di più piccole ancora e fini che semrbavano o i bocchini da sigaretta anni trenta o le pipe cinesi per donne, seppur non così decorate. Le piaceva fumare quella pipa piccola e finissima, neanche la metà di una pipa normale. E ogni volta che Milan doveva prender equalcosa, trovava una scatola con le cose di Kianta di emergenza per non dover andare a prenderla o mandare qualcuno. In quel caso sedie e tavolini, cosa che lui non pensava potesse accadere, erano provvisti di cassetti nascosti, una tempo gli avevano detto contenevano roba da cucito o da uomo in base al proprietario. Ed erano proprio nascosti, seppur all'epoca si usavano molto per la gente moderna. Così sedie da salotto o salottino, cucina, camera da letto avevano vani nella seduta che si aprivano e contenevano nel corpo della sedia un cassettino con la bora.. E quindi lei faceva scattarte il cassetto e prendere cosa voleva se non cèrano tavolini o consolle da muro. Con l'ira di Milan se lei indossava abiti da teatro, come si chiamavano comunemente.

    "Tu non odi i corpi nudi?" le domandò, deciso a sfruttare il momento in cui gli parlava senza rabbia o se ne andava e spingere con domande che di solito non faceva

    "Io odio i corpi nudi? Non è che odio i corpi nudi..." rispose sprezzante, con un colpo secco della testa "... trovo più interessanti quelli vestiti, come se avessero davvero qualcosa in più. E trovo assurdo che la gente sbavi ancora oggi per un corpo nudo, seppur ogni secondo che ti guardi intorno tutte ledonne sono mezze nude o gli uomini vestiti in modo orrendo. Ammiro i nudisti perchè per loro un corpo nudo non è nulla di eccezzionale, ma una cosa naturale, e cè altro che fa scattare quel qualcosa.L'amore è diverso dalla sessualità, molto diverso. Amore e sessualità sempre più spesso sono associati in un'unica cosa, ma è sbaglaito. Amore è ben diverso dall'ampre con sesso, Amore è diverso dal sesso, così come Amore non vuol dire amore per il proprio sangue. Se cè la A maiuscola è qualcosa di diverso e più profondo, ma la gente mischia, capisce cosa vuole... non comprende delle piccolezze invece chiave..." facendo una tirata "Per questo non ci sono nudisti maniaci o violentatori, ma di solito gli stronzi si mescolano per trovare prede e sfruttano anche queste persone, più serie di quelle che la gente definisce o . I nudisti non fanno merdate di quel tipo, le spiagge di nudisti sono più sicure, dati alla mano. Mi fanno schifo quelli che si vestono a cavolo di cane come si dice in un certo paese, perchè va di moda, apparendo poi in maniera orripilante.Passando però da brava persona. Peggio ancora che hanno i corpi come li odio. Sono proprio penosi..."

    "Intendi muscolosi?"

    "Quella è un'altra cosa!" fece con la mano con la pipa in un gesto come " Io parlo di quelli,maschi, che hanno il busto troppo lungo, gambe e torso hanno quasi la stessa altezza o lunghezza come vuoi metterla, e stanno malissimo con certi vestiti moderni. Come per le voci, i corpi con busti lunghi, non mi piacciono. Non mi piacciono i loro corpi perchè vestono e muovono in modo sgraziato. Mentre i tarchiati pensano di essere elegamenti e signori, vestiti di tutto punto ma sbagliano colori e stili , e smebrano tendoni da circo ambulanti. Peggio se nella zona torso..."

    "Quindi i corpi maschili con il torso troppo lungo e non armonico non ti piacciono?"

    "...se sapessero bilanciare abiti e atteggiamenti , potrei mezzo farmeli andar bene. Ma la cosa resta... ma sempre megli odelle donne che non importa età o tipo di fisico, devono per forza indossare abiti che non gli vanno... e no parlo delle taglie, intendo che se di moda va un tipo di colore o modello, e non è adatto a loro come fisico, si vestono lo stesso così per la loro autostima , ma poi sono un pugno in un occhio... la cosa marcia della società è che tutti dovrebbero vestire uguale ed essere di moda in quel momento, ma in pochi entra in testa che i modelli sono fatti da stilisti imbecilli che vedono solo la donna grissino e quindi si adattano a tagli, modelli, colori, stili e forme con le modelle che hanno, e non con le persone vere. Con risultati imbarazzanti! E poi ci si chiede eprchè i chirurghi estetici fanno faville per liposuzioni e distruggimenti di corpi... basterebbe valorizzare la persona per la differenza che è, e poi ridono e prendono in giro grembiuli, abiti da lavoro e..."

    "Sono contento che parliamo. Di solito mi tratti sempre male..." iniziò lui gentilmente, ma la vide voltarsi con il mento verso la spalla e gli occhi quasi nella sua direzione, nel modo che faceva come una bambola posseduta che osserva la preda. Era rimasta con la mano a mezz'aria mentre il fumo della pipa danzava fino a scomparire e in silenzio. la schiena era in parte visibile per la scollatura posteriore. NOn era raro che i suoi abiti avessero un oblò o parti scoperte , ma di solito preferiva abiti più coprenti e con mantelline fino a terra che partiva dalle spalle. IN quei casi lui si era accorto di un neo proprio al centro della schiena grande come un fagiolo e in base a quanto usava gioielli pendenti che tanburellavano contro la schiena luccicando o riempiendo zone troppo nude, ammiccava tra il gioiello in movimento.

    "Non credere... NOn credo affatto che tu possa cambiare, o almeno, quelli come te. Io sono sicura da mia esperienza che la gente non cambi e se ha fatto un lavoro come te, non cambierà...Ho imparato fin troppo bene da quando mi sono svegliata che la gente non cambia, non si ravvede a meno che non avesse avuto un motivo per essere quel che era. Tu sei definito un professionista dall'infanzia, Affermi di esser andato via cambiando bandiera dopo che con Milan sei diventato amico, lasciando la persona che affermavi essere come un padre per te..." dopo aver fatto una boccata e aver arricciato le labbra truccate. Sospirando.

    A volte Jd parlava troppo e aveva saputo che lei usava colori mai appariscenti, mai rossi o scuri. Anche perchè bianca com'era naturalmente di pelle che ogni rossore o altro era evidentissimo, e si bruciava al sole, altro motivo per cui Alaric la chiamava vampira con vaneggiamenti su aglio e sole, non poteva caricare troppo colori scuri sulle labbra. Di solito propendeva per il tipo di tonalità verso rosa malva o mattone dorato perlato , rosa mattone o rosa intenso, rosa dark, sempre e solo dal finish matte. Almeno così dice di aver letto nei rossetti che teneva nella stanza dei cambi, che condivideva con Milan. Entrambi per gli abiti da cerimonia, festa, ospitaggio, il modo in cui lei chiamava con disprezzo quando doveva preparare le feste per Milan, utilizzavano una vasta stanza suddivisa da separè per non andare al loro piano e litigare con le scale, perchè certi abiti erano un pò un impiccio con scale e problemi nel vedere dove mettere i piedi.

    "Io..." fece lei, ma una voce perentoria la fece sobbalzare da farle volare la pipa di mano, e tentando di prenderla, la afferrò al contrario e il contenuto del fornello precipitò a terra. Gask la vide afferrare strettamente l'oggetto con le mani come artigli, quasi sopra la testa mentre ansimava, distanti, con un gemit. Riprendersi dal colpo e guardare a terra con la bocca spalancata e sconvolta, come le capitava se combinava casini o accadeva qualcosa non sotto il suo controllo. Era esilaranete vedere quei moenti in cui non era padrona delle sue espressioni e sembrava una bambina, diceva Milan.

    "KIANTA!!!" fece Milan dalla porta da dove era giunta, e lei fece un verso e strinse i denti, con una smorfia della bocca per dire , incassando la testa sulla spalle.
    Prima che Gask dicesse qualcosa, la vide alzarsi in piedi con attenzione nel non toccare i resti fumanti a terra con i bordi della gonna e andare nel cassetto del mobiletto.

    "Ma non lì!!!" sbraitò Milan, facendola sobbalzare e incassare la testa di nuovo, voltandosi con le mani dietro la schiena nel tentativo di chiudere il cassetto "Kianta, quante volte ti devo dire di non fumare con quegl i abiti indosso? E per di più sopra i divani senza accortezza? E ora parquet ci sono ancora quelli che combustionano!... La pipa è ancora calda e la chiudi nel cassetto? Andiamo, bimba, animo e riprenditi dalla tua scontrosità per questa festa!"

    Kianta, come una bimba colta sul fatto e rimproverata aspramente, tenne la testa incassata tra le spalle e lo sguardo pentito, a terra, mentre faceva bronci e smorfie di vario tipo.

    "Mi hai sentito?"

    "Si, Milan...!" fece lei come cantilenando sospirando ocn gli occhi al cielo

    "Non mi fare queste risposte, signorina! Non è normale che ti preoccupi dello stato delle cose quando usate e poi fai cose del genere! Coerenza! Dovresti essere a svolgere i tuoi compiti..."

    "Scusa..." fece lei con sguardo triste e colpevole e una vocetta mogia "volevo solo dieci minuti di pausa dalle riverenze e saluti in stile inglese e francese... sai che odio le scarpe con i tacchi..."

    Gask la vide come una bambina che chiedeva scusa puntando sulla dolcezza e carineria, agitandosi muovendo solo il busto. Ormai sapeva che, seppur veramente con sensi di colpa, a Milan piaceva essere un pò preso con la gentilezza e buone maniere, e lei lo sapeva. Quindi sorrise, consapevole che lei stava giocando con i sentimenti dell'amico con sguardo caruccetto e dolce, cosa rara.

    "Senti, posso andare a... non so..." con contentezza e un'espressione felice che mostrava poco cambiando di copo tutto

    "NOn ora, ci sono cose più importanti da fare. Siamo all'atto terzo... hai preparato tutto per l'atto quarto?" le domandò Milan più gentile e rilassato ma con un tocco di rimprovero.

    L'espressione di Kianta mutò rapido come il tempo nelle religioni tropicali. Orrore e raccapriccio, colpevolezza e sorpresa passarono uno dopo l'altro sul suo viso, consapevole di aver fatto una cavolata. o dimenticanza, O entrambe. Balbettò, agitò la testa da una porta all'altra oppostaparquet e affannata e in preda all'agitazione, tra versi vari, bofonchiò che aveva dimenticato i personaggi dell'altro atto da qualche parte e i loro strumenti. Alzò con le dita la gonna il tanto che bastava per non inciampare e iniziò una corsa verso la porta più vicina opposta a Milan, mentre questi si lamentava.
    Gask puntò lo sguardo sull'esasperato Milan per poi sentire un urlo, una voce rauca e un grosso tonfo seguito da rumori metallici e di latte vuote.

    "AHH! Maledetti tacchi!" lei strillò da fuori

    Gask e Milan corsero verso la soglia, vedendo proprio a pochi passi Kianta in piedi ma che si teneva sulle mani con difficoltà abbassata col busto, sopra il petto di uno degli assistenti in vesti di cameriere della festaparquet che era disteso bocconi a terra tra oggetti sparsi dal vassoio che portava. Kianta si rimise in piedi con difficoltà mentre il sellino dell'abito la faceva apparire comica, e agitando le mani in segni circolari sopra il pover'uomo, lamentando un .

    "Non agitare quelle mani come se dovessi fare qualche magia, ci pensiamo noi a Ronny, tu vai a controllare che il nuovo atto sia pronto..." fece Milan con un rimprovero non aspro ma per spronarla, osservando l'uomo che aveva gli occhi aperti ma non rispondeva.
    A quelle parole Kianta si agito più confusa di prima, le ciocche libere dell'acconciatura seguivano i movimenti, zampettò sulle scarpe coi tacchi e partì a tutta birra per il corridoio strindendo in falsetto qualcosa, comprendendo solo in qualche lingua che a Gask pareva italiano, che stava imparando, ma non era sicuro. Rise divertito, guardò l'amoco invece mogio e depresso e gli fece animo, dicendo di aiutarlo a sistemare le cose.

    "benedetta ragazza..." fece Milan guardando lei un puntino nel corridoio però ridendo "quando non è concentrata! Guarda il casino, e tutto perchè non voleva questa festa oggi... ora ho anche un povero collaboratore mezzo morto a terra che mi fa preoccupare..."

    "Ma..." fece Gask acquattandosi vicino all'uomo che pareva riprendersi "... è normale che faccia così in quell'abito?"

    "Secondo te? Lo suderà tutto come un ippopotamo appena uscito dallo stagno..." fece Milan posando una mano sulla fronte disperato.


    Le feste a tema erano più rognose per Kianta del resto. Si sentiva più a suo agio tra stronzi e criminali da prendere a randellate sul culo che tra gente sofisticata, ricca, snob e altro che non amava. Trovava variabili assurde più in quella gente per la società importante che i delinquenti. E organizzarle era una cosa per lei, ma starvi in mezzo e controllare, intrattenere gli ospiti e altro non era nelle sue corde. E Milan si lamentava sempre che la beccava con un cambio di abiti a ballare tra gli ospiti quando isuoi compiti terminavano, ossia la presentazione dei vari atti per come era scandita la festa e gli eleemtni di intrattenimento vari, per cuio era una sorta di presentatrice, questo dopo e prima i saluti iniziali e finali per accomiatarsi fuori. A lei non piaceva qauel geneere di mondo, che amava invece Milan. si lamentava e Milan chiedeva aiuto alla madre e il padre per regere alle discussioni per ogni festa.
    Lunico momento per Milan in cui Kianta era più una zavorra che un aiuto e sostegno come avrebbe voluto erano le feste, ma quelle che organizzava per terzi. Erano ricche, stratosferiche, piene di momenti prestabiliti e cose nuove e stupefacenti, a volte con l'uso delle proiezioni per cui necessitava Kianta, e l'organizzazione a monte era niente rispetto alla situazione in situ, come Milan ripeteva e bisognava tenere gli occhi aperti. E diceva che come suo cane da guardia, come molti la chiamavano, Kianta era ottima. Per lei invece era un peso per via del tipo di persone e la finzione negli abiti che, se normalmente avrebbe indossato comunque con piacere, relativamente, in quel caso era un peso in più perchè doveva sfrozarsi il massimo per recitare bene.
    I temi andavano da antica roma, grecia, Venezia nel suo splendore, guerre e periodi storici, eventi e mlto altro, che agli ospiti danarosi e mondani andava tanto frequentare, e che erano la perla del lavoro di Milan. le feste di Milan erano qualcosa che si ricordava e si attendava, dicevano molti. Cèrano momenti teatrali per illustrare la storia, abiti, acconciature, gioielli e altri elementi storici. E Kiantqa rideva dicendo che quella gente studiava queste cose solo nelle feste in tutta la loro vita. Ma a Milan serviva ciò per dei motivi.
    Cèrano quelle aperte alle coppie o famiglie, con angoli per bambini e ragazzi in disparte con esperti per tenerli buoni e occupati, o per sole persone con interessi particolari, entrando in gioco Madame. Maschere e abiti secondo tema, dovevano servire a nascondere i partecipanti e cosa facevano, ma Kianta non presenziava in toto. Odiava aveva detto Jd quelle due volte che aveva parlato con Madame, l'atmosfera troppo spinta che vi si regnava. I partecipanti avevano l'obbligo di fare a spese loro le analisi del caso, visto che sempre finivano per provare sostanze o amplessi di una notte. A lei non piacevano queste cose, ma Milan le diceva smepre chese non dava loro luogo e possibilità di sfogarsi in cosa piaceva, sarebbero finiti altrove, in situazioni che andavano organizzate da chissà chi. i luoghi e Torri che loro sfrtuttavano per l'ambietne in stile bordello di alta classe francese e inglese ottocenteschi , piacevano sempre e li facevano sentire come negli anni d'oro della prostituzione di classe. Le diceva sempre che non poteva capire, per ovvie ragioni, cosa provava un uomo in certi ambienti , dove si lasciava andare e si faceva prender edal luogo e le offerte. Bastava semplicemente che lei presentasse la festa, si facesse vedere ogni tanto nelle ore e controllasse la situazione, salutando le persone parecchio importanti, annunciasse nei tempi stabiliti spettacoli ed elementi di intrattenimento epr animare le cose, e poi fosse presente per i saluti di commiato. Una volta Gask li aveva sentiti discutere sulla cosa e considerando che erano amici e parlavano di tutto senza alcun problema, Milan le faceva frecciatine, con sorriso bonario e per giocare, ma lefaceva. E lui era rimasto fuori la porta dell'ufficio di Milan, che era accostata, a osservare perchè raramente gli dicevano molte cose, se non perchè come Jd o ALaric non si fidassero di lui.

    Milan passeggiava dalla finestra al centro della stanza, accostando alla sua destra scrivania e a sinistra il divanetto dove cèra Kianta sempre, e poi il percorso inverso.
    "Tu non apprezzi e non accetti certe cose per tue questioni, e mi sta bene, Ogni persona per me è libera di decidere cosa le piace e come considerare il prorpio corpo o i corpi. Così come il sesso in generale... ma quelle persone se non le tengo legate a me per cosa offro, andranno la altri soggetti , per loro giri loschi e io devo eliminarli, non fargli gonfiare le fila... è importante che siano considerati, risultando clienti affezionati se hanno anonimato, silenzio e privacy, e tutto ciò che li attira e possono godere.E io glielo do. Sicuro, privato, con una vasta gamma di scelte e sono sicuro che così è più legale e corretto da quello fatto da altri... Non ti piace la droga, tranne l'erba non dannosa, e mi sta bene... ma quella gente la consuma e se non siamo noi i fornitori primari, andranno da chi è pericoloso e diventa forte e ricco da gestire un impero del male. Quelli che scacciamo. Quella persona..." disse guardandola come se lei capisse senza spiegare troppe cose "... chi sappiamo noi e non ne parliamo mai, diceva sempre che rendere le cose legali e trovabili non era negativo al cento per cento. Ovviamente quando la gente si stufa, perchè piace il brivido e il proibito, si metterà a cercare cose ancora più spinte, più..."

    "Si, si..."

    "Inutile che fai così, bimba! Fermare quella gente è imperativo, ma se non mettiamo noi una sorta di commercio, quei tizi saranno sempre potenti e avanti a noi. Togliendo almeno la gente ricca e famosa, per ora questo settore della popolazione dalla nostra parte fornendoglieli noi, dimezzeremo il circolo di quella roba. Poi vedremo gli altri livelli, i più duri da stradicare perchè la malavita è più presente con..."

    "Ok quella roba. Basta che i nostri uom ini non si friggano il cervello usandola, mi sta anche bene. Passiamo al resto..."

    "Oh, ok. per la faccenda che odi tanto delle... mh... attività sociali dei nostri ospiti tra loro nelle feste... Capisco il tuo nervosismo, ma li controlliamo con i nostri sistemi, non hanno problemi di quel tipo e..."

    "Non è questo il problema. Quei tipi se la fanno con chiunque sulle sedie dei corridoi, avendo le donne gonne o abiti ampi e... corrono e fanno roba in ogni angolo, come se fossero liceali. Io non sono stata tale, ma mi da fastidio quando prendono le nostre feste come proseguo delle Casa di Madame. NOn mi piace..."

    "Kianta... ascolta. So bene che da quando ti sei svegliata hai visto cose che nessuno doveva...Ah! OK. Posso capire che sei rimasta turbata dai risultati delle azioni umane. E lo capisco. Hai conosciuto la faccia negativa delle interazioni e umane e non hai fiducia nelle persone su quell'aspetto. E suppongo che sia rimasto qualcosa così profondo come graffi nell'anima, da non poter essere cancellato dalla personalità primaria. Sono dalla tua parte sul suo raccapriccio per sesso e intimità , visto il lavoro che facciamo e cosa hai visto. Ammiro sia in lei che in te adesso, la volontà di vedere e capire, di digerire le cose senza nasconderle perchè ritenete che sia giusto così. La cecità non è mai piaciuta alla personalità primaria e restare all'oscuro, sapere che le si veniva nascosto qualcosa era come un tradimento. E aveva i suoi motivi definiti esperienze, per rifiutare e odiare la vicinanza di un uomo e l'interazione con qualcuno che volesse qualcosa da lei, che accettasse di essere suo amico SE e nel caso lei avesse . Unendo il fatto che non trovava interesse in nessuno, e che fosse raro che qualsiasi uomo fosse interessante ai suoi occhi, comprendo. Aveva scelto di non spingersi oltre quello che sentiva e provava, cioè niente ed è comprensibile. Anche epr quanto riguarda te, sei finita a lavorare e vedere cose che nessuno dovrebbe conoscere, ancora di più poche settimane appena sveglia, ma questo è il nostro lavoro e dovrebbe esserti stato d'aiuto il numero di persone salvate, tra donne e bambini. Eppure tu rifiuti di..."

    "Poco fa hai detto che comprendevi che alla personalità primaria non vi fossero tracce di interesse per quello o gli uomini. Perchè con me è diverso?"

    "perchè..." fece lui stando in piedi poggiando le mani sulla scrivania "... ho promesso e io mantengo le promesse e i giuramenti..."

    "BUGIARDO!" fece lei con un sorrisetto cattivo, ma lui continuò chiudendo gli occhi una frazione di secondo come tollerando per poi proseguire

    "...che ti avrei fatta sviluppare secondo i tuoi tempi e inclinazioni. Che avresti avuto spiegazioni e conoscenze come dovrebbe essere anche per i bambini. Conoscere le cose e capire il mondo che non è giochi e privilegi come i bambini oggi credono. Tutto zucchero e arcobaleno, così' diceva lei, non aiutano il bambino o bambina quando è ora di stare là fuori con la gente diversa, e l'opposto di ocme crede sia il mondo. Le persone sono di tutti i tipi, ma la cosa peggiore diceva è che molti sono, se non sociopatici di loro natura interna, deviati e modellati da adulti imbecilli e incacapi di essere guide di vita. perchè bambini e innocenti, non li preparano a cosa cè fuori, anche se rimangono due secondi senza supervisione e sono prede facili, per qualsiasi tipo di persone. Non vengono preparati a sviluppi psicologici in caso di bulli, peggio se gli adulti hanno i paraocchi, e non hanno gli sturmenti mentali adatti per capire le situazioni e non fidarsi di chiunque. La personalità primaria era cresciuta con inculcate le nozioni che una eprsona educata e migliroe è quella che sorride sempre, non si altera e non risponde a nulla, inghiottisce e anche subisce, ma sorride sempre e si può far mettere i piedi in testa, perchè se reagiva non in linea con l'educazione, era una persona di bassa lega. Baciare, salutare, farsi abbracciare e toccare, anche se sembra un gesto innocente da ogni parente o persona fidata dalla famiglia è segno di educazione, ma non è detto che piaccia al bambino... lei dcieva sempre che così poi gli abusi erano in fioritura. Una guida di vita deve avere gli strumenti per spiegare e inseganre a ogni età , alla nuova vita, così da esser pronto. I bambini non sono scemi, innocenti, coniglietti che non vedono e capiscono. Ecco perchè poi molti finiscono male, anche troppi. Per lei era imperativo dalla scuola elementare avviare ore vitali che prevedessero educazione del corpo, trattando temi di pulizia e cura del corpo e sessuale, insegnando che non cè differenza tra maschi e femmine come tipo di persone. Quindi non dividere a priori i bambini in camere stagne mentali dove se si è lievemente diverso, allora va preso in giro e bullizzato perchè nella loro testa deviata dagli adulti, se giochi con un gioco definito da altri , o se ti vesti o ti piacciono cose che sono standardizzate per genere, allora sei sbagliato e meriti di esser epunito e trattato male. Che le stronzate, così diceva, popolari sul ciclo e sesso, sia come organi che tutto il resto, dovessero essere insegnati così come i rischi. Trovava rivoltante il tabù degli organi sessuali trattati come zone sbagliate a causa della religione, come vergogna o da celere come accadeva secoli prima, quando una donna non conosceva nulla e si teneva in una sfera di vetro per poi buttarla al primo partito buono, facendole scoprire una cosa che odierà, nel peggiore dei casi. La cosa è lunga ma la sai già, ma voglio che tu capisca che se anche ti urta il fatto che la gente esterni le cose che gli piacciono in ambito sessuale, palesemtne in mezzo alla gente e non in intimità in luoghi chiusi,devi vederla come fattore positivo se circostritto nelle nostre mura... il nostro lavoro è vitale per tenere quella gente controllata e lontano da quelli che cacciamo. So che il tuo comportarti un pò come avevano insegato a lei non ti piace e lo ritieni anche tu sbagliato, ma stringi i denti e basta. Per il tuo odio, non so cosa farci. Ripeto, capisco che tutto ciòl che hai scoperto e visto ti ha scioccata e non hai... diciamo quel qualcosa che spinge le altre persone a cercare amore e quello dagli altri, ma on puoi portarlo all'estremo, odiando gli uomini e pensando che siano negativi e basta, solo per cosa fanno e..."

    "Cosa cèntra questo?" allargando le braccia metnre stava distesa sul divanetto

    "Ne sto parlando perchè i ragazzi mi hanno detto dei tuoi commenti lapidari sulla gente , considerandoli tutti come negativi e sporchi, punto. Così come fai con Gask. Lo so che non ti fidi di lui perchè sei con noi e per il nostro lavoro, tendi a conoscere solo gentaglia e oscurità umana. Siamo militari, gli uomini negli ultimi mesi si sono meno incapriti, come diceva sempre lei..." sorridendo come se ricordasse qualcosa di divertente "diceva sempre che erano caproni selvatici che avevano pure dimenticato disciplina e rigore militare. E questo lo so, il tipo di militare di questo secolo è cambiato da prima, ma ora sono diversi. Con metodo, esempi e uno stile di vita dimostrato superiore e migliore, sono persone diverse. So bene che da cosa hai visto dalle missioni e incarichi, cè tanto marcio e cose orribili nel mondo, da cancellare da ogni mente giusta e innocente la speranza, ma fidati delle mie parole. Gask non è negativo come la gente che cacciamo, o non sarebbe con noi. NOn sarebbe per me come un fratello, se non avessi sentito come un'affinità... come spiegarlo? Come Lei non puoi capire... e NO, non iniziare..." fece lui mentre lei si voltava irata al pensiero. Sia Lia che Kianta trovavano maleducato e offensivo dirle come un'accusa che non potevano capire e quindi dire la loro "Qualcuno troverebbe parole migliori, per adesso sono troppo esasperato dal tuo pessimismo sociale da farti capire cosa significa entrare in contatto con qualcuno e sentire di avere un qualcosa che ti lega, che fa dire a pelle che cè di più..."

    "Come con quella ragazza, la prima e unica che hai portato nella tua stanza di sopra?" fece lei giocando con le pelle del divano

    "Ehi... come l'hai trattata non è stato affatto da Signora. Potevi trovare metodi... da donne... per farla stare al suo posto e rimetterla in riga. Ripeto, non puoi capire cosa mi lega a lei. Non è come con la nipote del Conte, lei è gentile e una brava ragazza, ma non provo cosa sento per..."

    "Quindi tu per i tuoi ormoni mentali, mi stai dicendo che ti senti offeso per averla fatta rotolare come un formaggio dalle scale, nonostante mi avesse derisa e offesa in tutti i modi, nella tua stanza, mentre parlavamo di cose importanti e non per lei, che..."

    Gask sapeva cosa si riferissero. Lui ancora non era arrivato ad aunirsi a noi ma sapeva della situazione. Una delle ragazze che Milan chiamava per essere sua accompagnatrice si era rivelata più interessante delle altre e ormai chiamava solo lei. La mora Eleonore, che l o accompagna da mesi, sempre e solo lei e l'unica ad essere stata sia al suo padiglione che in camera sua al piano di sopra. Dopo una discussione, Kianta aveva appeso la ragazza per mezza faccia al muro e poi fatta volare per le scale, fin fuori nell'atrio. A suo dire per non vederla più, dopo le offese. E i ragazzi gl iavevano raccontato che Milan era rimasto a guardare, seppur seguendole e chiamando Kianta, senza fare niente. L'aveva solo guardata male dopo e aveva ripreso la ragazza e portata al padiglione, facendola curare e vestire. Aveva riportato una grossa macchia scura sul viso che la fecero stare giorni senza farsi vedere anche dopo le cure dell'ospedale dell'organizzione, esoriazioni ed ematomi, oltre a odio per Kianta. Le due non si potevano vedere e infatti non stavano mai faccia a faccia. Milan aveva cercato di creare momenti come colazioni e ora del tè insieme per chiarirsi e andare d'accordo, ma anche se Kianta per metà volesse scusarsi (con Milan) della questione, perchè era stufa di essere etichettata per le apparenze e il suo aspetto, anche l'altra dava battaglia perchè voleva essere riconosciuta come del Leader e quindi volere lei e solo lei le scuse. E di questo sia iveterani che gli uomini in generale che erano presenti e sapevano della questione, si domandavano solo una cosa. Da uomoni e che molti amavano l'altra metà che avevano scelto. Perchè non ha mai fermato Kianta, solo urlandole dietro, non ha fatto niente, non ha agito per fermarla e non ha preso provvedimenti ocntro di lei dopo quella incresciosa situazione? Se lo chiedevano tutti. Per Jd e Lubo era il periodo ancora transitorio di Kianta, da sveglia e che comprendeva le cose a persona piena di comprensione di se e più matura. Lui era giunto alla fine di quella fase, e nel primo periodo dicevano che Kianta aveva subito una serie di eventi dentro di sè. Risveglio, voglia di aiutare colui che in parte si definiva padre e amico. Jd aveva ripetuto quest'ultima frase dicendo . Era tutto confuso, ma lui ripeteva sempre questo, per fargli capire il perchè di certi comportamenti di MIlan. E poi continuò dicendo che dalla fase di aiuto giunse lo sconvolgimetno per le cose viste e apprese del mondo. La negazione. Il rifiuto e infine la ricostruzione di una sè più forte dopo aver digerito le brutture del mondo e volerle togliere. Kianta desiderava un mondo nuovo e migliore e aveva appoggiato Milan per l'aiuto, seppur diversamente dalla precedente in modo diverso. Ma desiderava un suo paradiso e come crearlo. O trovarlo.
    E per cosa era lei e come, Milan la rimproverava e discuteva con lei, agendo come si cerano prefissati per giovani e bambini lui e l'altra persona, perchè punizioni e botte come fu per Lei, erano inutili. Se poi su una persona non colpevole e senza insegnamenti come era accaduto. Dialogo, confronti, soluzioni diverse e lui lo faceva, così come per gli uomini. Ma perchè non agiva con polso con lei. A quella domanda Jd alzava sempre le spalle con le braccia aperte.

    "Su questo sono d'accordo con te." continuava Milan "Ma se per la prima volta una persona era degna di stare con me nella mia stanza, qui, deve farti capire molte cose. O già le conosci, solo che non accetti che avesse la lingua lunga? E' stata offensiva, non ho saputo prendere in mano la situazione perchè ero intento a seguirvi, ma come per Gask, non è la persona che credi e per la cronaca, anche tu sei parecchio pungente e.... come dice Alaric, stronza, quando ti ci metti. Hai etichettato e relegato quella ragazza come fai con Gask, perchè non accetti che la gente si comporti in modo meschino con gli altri. E se vuoi che te lo dica, non lascio perdere con lei , solo perchè si è rivolta così con te, mi dispiace per quello, e anche io l'ho sgridata dopo che l'ho recuperata mentre la portavano via, e l'ho portata nel mio Casotto. Con lei è diverso, vorrei solo che accettassi come con Gask la questione che... " unen do le mani come in preghiera ma era solo per la discussione "... lo so, so già come ti senti e che pensi che per quello che sei e non sei rispetto noi, non sei accettata. Ma ci sono persone che davvero non ti vedono come estranea e diversa da loro, che non ti vedono solo come mio sostituto nel comando.E cosa che odi, in confronto con Lei. Non è come pensi... Tu sei mio secondo perchè sei l'unica di cui mi fido che so agisci nel giusto e bene, per quelle persone e l'organizzazione. per il mondo che vorresti anche tu. Che vedi gli uomini fare di tutto nella Casa della Seta, cosa accade nel mondo, cosa hanno sopportato e vissuto le persone che salviamo con la Raccolta o aiutiamo in altri paesi... ma non tutto è negativo. NOn tutte le persone possono fare cose orrende, e non con te. se non vuoi avere relazioni o quello con uomini, va bene. Non so se esisterà qualcuno capace di amarti a tal punto da accettare di stare al tuo fianco, senza avere ciò che non vuoi e non ti senti di dare. Ma tenendo lontani gli altri e giudicandoli duramente, senza dare possibilità, farai lo stesso gioco di chi cacciamo o consideriamo sciocco. So che l ofai per difesa, che odi le persone che si comportano come la ragazza che sento essere sopra le altre, e che ora non vuole vederti, che pensi che Gask sia falso e per il suo lavoro prima... " andando alla finestra "sia come quelli che abbiamo fermato. Lo so dai tuoi comportamento verso di lui che non è così, sono sicura che non lo odi e no vorresti affogarlo come dici incazzata, non è come appare perchè ti conosco, o non faresti certe cose opposte a come lo tratti, se..."

    "Cè altro?"

    "..." guardandola, dopo che la sentì chiedere se cèrano altri punti della discussione irritata "Si... ascolta di più il tuo istinto, tratta Gask, quella ragazza e altri come fai con le persone che aiuti con la Raccolta, o dove agisci come Veròna. La Strega è nata come elemento di disturbo imprevedibile. Un soggetto che non si aspettano che li affronti ove le persone normali non possono e che, come diceva lei, gli mette il pepe là dietro. Devono sudare e tremare, diceva, tre volte tanto quanto hanno fatto. E Veròna è nata anche per un altro motivo. Io e lei ci divertivamo per fare scendere in campo la Strega, ideando azioni e piani nei quali lei operava.E a volte Veròna è stato uno sfogo per Lei, perchè comunque uan sua faccia da tutto i lsuo complesso, quindi cosa è Veròna, in parte era Lei. E' divertente ricordare la nascita e le prime gesta di Veròna, altra arma al nostro arco meno prevedibile e riconoscibile di gruppi e soggetti chiaramente definiti sbirri, o pericolosi , da quelli. E ancora oggi, Veròna è un pò come una nostra creatura, adesso mia e tua, che viva e agisce sfogando come in un gioco le nostre idee. Veròna è la personificazione in chiave magico fittizio delle nostre fantasie di pulizia delle città dalla lordura. E' la speranza della gente, che chiama il suo nome e la diffonde. Ti sembrerà strano ma i nostri uomini e informatori esterni, parlano molto di sussurri sulla Strega che realmente appare e aiuta. Come voloeva lei, Veròna è la risposta fisica e reale che prima si gettavano sui santi. Veròna è la Strega che invece di essere tacciata di negavità e rifiutata, è rispettata e amata al pari di un santo, perchè cè, è presente, agisce veramente e fa al differenza nelle loro vite. E questo per lei era un elemento del suo testamento ed eredità per questo mondo. Cambiarlo con le sue pedine in gioco. ma ricordati che Veròna è una simbolo, tu, Gask, quella ragazza, io e chi tieni lontano perchè vuoi credere che sia come si è dimostrato all'inizio, siamo reali e pieni di sfumature e sfaccettature che molte volte, non sono come appaiono. Io l'ho visto e l'ho letto in te, nelle tue azioni nascoste che non odi Gask come dici di fare, davanti a lui. Gli aiuti, gli oggetti, i piccoli privilegi che hai fatto e dato, l oso che sono un modo perchè la tua coscienza non urli , che non gli vuoi veramnete male e che alla fine non lo vedi davvero come dici. Ma agendo di testa sua, dimenticando le regole e cosa regola la vita qui, facenhdo casini, pensi di confermare le supposizioni iniziali. Non è difficile diventare amici, e non so davvero come puoi fidarti ciecamente di Aegaeon e compagnia disabile, da non aver paura come con noi di certe cose, mentre Gask e altri che io reputo positivi..."

    "Lascia a me la decisione di chi fidarmi e chi no."

    "Kianta... Puoi anche avere paura che possa accadere qualcosa come con Rò per lei, come le donne che aiutiamo e salviamo, i bambini e tutto il male che hai conosciuto... ma tenendo lontane le persone non migliorerai ciò che lei sperava accadesse, per chi veveniva dopo il suo sacrificio. Una vita per una vita. Una vita finita per una nuova e meritevole. Sai cosa diceva sempre? Che si sentiva come... come con una mancanza. COme se mancasse qualcosa, che nel profondo sentiva, e la portava a disperare perchè non poteva raggiungerla. Come qualcosa di persona che si era cercato tanto. Una volta mi raccontò che la sua ultima amica, Zay, le aveva parlato per mesi di vita passata, una persona speciale che cercava, figli di vite passate... diceva che prima di conoscerla si era chiesta se l'idea di certe religioni sulla reincarnazione fossero vere o meno. Se cèra un oltre, come un piano di esistenza dove si stava prima di reincarnarsi. E non ti dico il suo terrore nel pensare di reincarnarsi ed esistere nei paesi peggiori al mondo, con la possiiblità di nascere donna uguale senza possibilità a essere data per matrimonio e fare figli, e appareire come una DONNA come gli altri pensano... il suo terrore sulla rinascita era questo. Rinascere in un luogo peggiore dal sonno lento, religioso e becero dove aveva vissuto per uno ancora più terribile dove l'unica possibilità di un pò di considerazione è essere e dare cosa lei non voleva... Per questo desiderava che la sua anima venisse cancellata. Perchè diceva che dopo secoli,l ancora la vita era uno schifo se donna e on lo accettava. Ma aveva terrore anche di uccidesi in modo duro e fisico, doloros da soffrire tre volte tanto qianto in vita...

    "..."

    "E quella amica, l'ultima persona con cui parlò prima di relegarsi nella sua tristezza, per la delusione... aveva deciso di allontarsi da tutti quanti le portassero dolore e delusione, lei fu l'ultima persona con cui interagì... e prima parlavano di molte cose, Lei per capire e sentire altre campane sulla questione magia piano non materiale e quella perchè diceva di sapere molte cose... E parlavano di vita precedente.. E se cèra qualcuno di speciale che aspettava di rivedere. Per me se cèra qualcuno è morto molto prima e magari avevano delle cose da fare, tanto che Lei sentendo per quelli che secondo me erano poteri, lui era morto, aveva compreso inconsciamente di non avere scopi ulteriori... la sua vita esisteva per un motivo che ormai non poteva andare avanti da sola, chissà per cosa, e non essendo come gli altri, accettando le cos enella lsita della spesa, si disperava... Aveva dato a quella amica il beneficio del dubbio cercando di saperne di più e capire se qualcosa fosse vera o meno. Se i lfatto di Rò fosse uno sbaglio o meno. Diceva che non sapeva se fosse normale, che fosse stato l'unico a cui sentiva di avvicinarsi, ma non per quello, che il suo non sentire di fare e dare fosse per qualche ragione del tipo oppure . E si dannava perchè non comprendeva se stessa, si chiedeva ... Aveva sperato che al mondo esistesse qualcuno che facesse parte di quella mancanza o vuoto che sentiva dentro, che proveniva da qualcosa di distante, lontano.... mi chiedeva sempre cosa pensasse e sentisse chi come me non ha problemi ad avere relazioni anche fugaci, veloci, solo perchè piace o si sente di vivere le cose subito, e con chi si preferisce. Diceva che non capiva perchè per tutti lei fosse sbagliata perchè non sentiva quello che dicevano essere normale. Non sentiva i bisogni che loro dicevano che dall'adolescenza in poi erano normali e presenti. Perchè dovesse sentirsi sbagliata come la facevano sentire, perchè non ci fosse nessuna persona maschile che la portasse ad avvicinarla e averla vicino. E parlo a livello di relazioni sentimentali e sesso. Il peso che le avevano messo di sopra, perchè non aveva fidanzatino da ragazzina, fidanzato mentre cresceva, non avev ainteressi e voglie di fare fidanzamenti come tutti, o dopo sposarsi e fare figli, come dovevano fare tutte. Era naturale le dicevano. Era il raggiungimento del tutto di ogni donna, si sentiva dire, ancora di più fare figli, ma ovviamente dentro un matrimonio. E lei non capiva perchè per le persone fosse così impossibile, come Rò le rimproverava, non provare desideri e voglia di sfogo con un uomo. Ma desiderare Amore. QUello che definiva con la A maiuscola, senza vincoli e organi di mezzo. E poi avvennero le situazioni che la portarono a odiare quello, e la vicinanza delle persone. si fidava di noi, come uomini, perchè comprese che non eravamo come gli altri, che non avremmo mai fatto nulla di male e con l'Accordo, stava al sicuro perchè io sono un Signore vero, la parola data e le promesse sono sacre... vedendola però fare versi di derisione e ironia

    "Mph.... mph..."

    "...Vincolanti.,,! con disappunto " ma non trovò mai risposte, ne qualcun altro che potesse spingerla anche solo a studiare la cosa, qualcuno che come con Rò, la facesse avvicinare e sperare che le volesse bene a tal modo da accettare la sua vicinanza, senza ciò che potesse e sentisse di dare e fare. E quindi decretò che sicuramente non poteva esistere qualcuno del genere.Sentiva tutto come colpe e paccati, che si era ammalata per la sua decisione di essere incapace di proseguire per cosa voleva veramente e invece era rimasta ada ccontetare chi le urlava contro. I suoi peccati e seppur per molti andarsene, quindi morire, significava fuggire, per lei no. Significava non provare più dolore che la colpiva come viva, si, ma anche chiudere le sue colpe portandosi i peccati dietro... Chi, diceva, è pronto a privarsi di qualcosa come quello, una relazione, figli, il ocncetto del sistemarsi restando felice di averti, al suo fianco? Chi? Il concetto di Amico per lei rimase valido con noi, ma si impose dei paletti perchè la fiducia esistesse con il suo interagire con gli altri, ma non permettesse mai a nessuno di spingersi oltre e tentare di avere cosa volesse... anche perchè, addestrata e preparata, non è stato raro qualche danno a livello genitale per certi soggetti, che sono rimasti.. Mh... con il membro come la lingua di un serpente. ma questo tu lo sai, fu una lezione che volle impartire a quei soggetti che avevano fatto tanto male, che dovevano vedersi e ricordarsi della cosa"

    "Si, lo so"

    "Amava gli esperimenti, osservare, capire vedendo e... ma su quello non ne voleva sapere. Seppur diceva che non trovava niente di sbaglaito o sporco nella compagnia di un accompagnatore. Questo perchè fu lei a spingere Madame a integrare la controparte maschile nei suoi Servizi. Anzi, ridendo mi riportò un ricordo. Aveva una collega di corso molto più grande , che alla fine si era lasciata col marito, era andata nella casa della madre rimasta vuota, lasciando lui perchè non aveva diciamo fatto vivere a questa donna un matrimonio sereno. E questa donna era spumeggiante, vivace, pronta a rifarsi dopo decenni di matrimonio, non bello ma aveva stretto i denti per i figli. Come carattere era ciò che non era Lia, per intenderci, quindi aveva trovato uno scopo, una motivaizone per dire ed essere una persona nuova. Una volta grandi e fuori per lavoro o studio lei decise ciò, e i raccontava come questa a casa della madre avesse voluto che le sistemasse il computer, quindi lei si era vista per amicizia accettare di fare da tecnico informatico gratis, scoprendo nel mentre foto di questa nuda, che mandava a uomini che conosceva nelle chat online. RIcordo ancora come diceva con la faccia che non faceva neanche se vedeva un uomo totalmente nudo... e io ridevo sempre. E come questa sua collega fosse grintosa al punto da parlare, mandare foto e volersi incontrare con gigolò, e come fosse sorpresa del fatto che chi sappiamo non avesse nessun giudizio sulla questione. Questo colpì la collega, perchè altri avrebbero giudicato, ma anzi le raccontava molte cose. E ricordo che parlava di due cose. Una dove le faceva compagnia un tot di tempo e quest ale mostrasse i siti degli uomini che si prestavano come accompagnatori. Ricorda come molti sembravano pescivendoli della domenica vestiti male e inguardabili, perchè diceva . Mentre altri erano ben vestiti, addirittura stavano davvero bene, e quella collega le disse qualcosa tipo . Lei confermò che poteva andare anche così, se non fosse che alcune clausule del sito le fecero storcere il naso. Dicevano che nel caso di sesso, si riservavano l'opzione di non accettare, per questo uno degli elementi da mandar loro era anche una foto, così da decidere se, come disse scherzando ma non troppo lei, la cliente era bombabile o meno. E questo le fece capire che forse in nessuno potesse esserci un buon amico senza pregiudizi o altro. Ma sperava che la personalità secondaria..."

    "Potrà decidere per sè, no?"

    "oh, si, ma vorrei solo spiegarti queste cose, per farti capire che anche con quelle clausule, anche con comportamenti sbadati e non veramente voluti come Gask, per un atteggiamento dato dalla vita a cu isi è abituati come quella ragazza, non sempre si è così e basta. Tu stessa non sei come appari agli altri, ma una parte te stessa, una come vuoi apparire come mio secondo e Veròna, e l'ultima per tenere gli altri lontani. Se permetti a quegli squarci mortali nell'anima di avere la meglio, se sono quelli, o cosa hai visto e capito col nostro lavoro, perderai persone che meritano quello che sei... Lei diceva sempre E ricordi quale fosse il suo Sogno?... Creare il posto per lei con le sue mani e lasciare un testamento che fosse veramente tale, rispetto i figli. Essere, esistere e andare a letto col sorriso sapendo che cè un risveglio che merita un altro sorriso, impegnarsi, anche affrontando tutti i problemi ma senza tutto il ninete, il vuoto,il dolore che ha vissuto. Dopo la gente, dopo Zay e le sue parole, quella gente che diceva era quello che diceva, decise di mandare tutto al diavolo e... diceva che aveva vissuto anche troppo, che tutti l'avevano plasmata rovinandola, che si sentiva una morta che camminava e attendeva solo il suo momento. L'avevano resa alla fine una non persona che odiava tutto, non accettava cosa avevano fatto rovinandola e da semplice constatazione, e mentendo dicendo che ia avevano detto o fatto...semplicemente stava spettando la morte. lei no naveva come la gente che si definiva normale, i traguardi definiti . No figli, non si sentiva ne vedeva come madre, e non aveva intenzione di rovinare qualcuno come avevano fatto quelli, che nella realtà dovevano essere . Diceva smepre chen on aveva avuto mai qualcuno che fosse tale, solo persone che volevano cambiarla con l'immagine che avevano, sbaglaita, di una persona normale. Dovette arrabbattarsi con difficoltà e forza d'animo contro cose e perosne, per cui non aveva aiuto perchè tutti ciechi, e anzi le davano colpe non sue per le situazioni, e situazioni per cui non era preparata e istruita. Non voleva relazioni a tappe come fidanzamento, matrimonio, figli... per lei erano le catene della società perchè diceva che se finivi in quel circolo non potevi uscirne più. Bastava vedere la gente che conosceva e aveva compreso cosa significasse essere donna, non sposata ed etichettata, o sposata con pesi e oblbighi cancellando se stessi per altri. Il suo rammarico per cosa vedese, sopportava addosso o su altri come lei, era così grande, vista la sua vita contro quella di chi le aveva rotto pezzo dopo pezzo fiducia, speranza e tutto... Zay le diceva che non doveva vedere gli altri, eppure si lamentava che constatando quel poco che voleva, gli altri lo ricevevano, persone marce dento che erano accolte con calore, abbracciate e trattate come figie, e lo vedeva che in quel caso i sentimenti erano veri... mentre lei sentiva solo freddo e vuoto da tanti fronti. E aveva scelto di finirla lì, di fermarsi perchè aveva capito che poteva lottare quanto voleva, perchè le avevano messo paure di esser giudicata, di fare errori e sbagli come se proprio questi non ti formano, di essere una perfetta bambina dei sogni di ogni madre... ma non avrebbe mai avuto neanche quel poco che vedeva vivere agli altri...""

    "..."

    "... odiava il concetto della famiglia per cosa conosceva della sua e sapeva di altre. NOn considerava mai da piccola a cresciuta i genitori come tali, solo persone con cui conviveva in quella casa. Così i nonni. Quando ne morirono due, lei non pianse ne si sentì piena di dolore, niente. L'unica cosa, fu che con uno aveva visto cosa significava essere malati e che la famiglia badva a te. Tenerti legato con flebo e medicine senza lasciarti andare, facendoti vivere ogni giorno di agonia e dolore per cosa hai. Aveva visto i giorni di quel nonno nel letto, obbligato a star zitto e subire, cercando di tenerlo vivo per il loro egoismo, nonostante urlasse che soffriva e voleva l'aiuto per andarsene. Non voleva esistere altri giorni in quel modo, soffriva ed era un supplizzio. L'altro morì in pochi secondi e per quella volta fu anzi sollevata di non vedere la stessa cosa. Sua madre era fredda e anaffettiva, che non la seguiva esempio come vedeva nei film, non la metteva a letto da bambina e non le parlava. Ci andava da sola, massimo il padre, lei non fece mai niente di ciò. La picchiava malissimo per qualsiasi cosa, se non capiva esempio qualcosa in generale o a scuola e magari necessitava di qualche spiegazione per lei migliore, era picchiata e definita tarda e una piaga. I rimproveri e le urla, lascia stare. Aveva però come delle immagini di qualcuno davanti una specchiera che le dava una spazzola, e un'altra volta come se lei fosse piccola e si sedesse più in basso della persona, anche questa seduta, e con la testa sulle ginocchia sentisse delle cose dell'adulto. Non si è mai spiegata cosa fossero quelle e altre immagini che le giravano nella testa, ma sapeva solo definire quella persona come madre. E un senso di pace, tranquillità, sicurezza che con quella con cui viveva non cèra. I genitori che aveva erano sordi e ciechi quando lei aveva bisogno, chiedeva, mostrava di cercare attenzioni ma se qualcuno, chiunque diceva che aveva fatto questo o quello e a loro non era piaciuto, vero o falso che fosse, la picchiavano, rimproveravano, trattavano duramente che è cresciuta con complessi, paure, terrori, insicurezze e altre cose da credere che i figli degli altri fossero migliori e superiori a lei e lei... non era capace di fare niente. E non aveva rimpianti quando ci seguì restando, anche se temeva che anche da morta potessero dirgliene contro, diceva di peste e corna, per cosa aveva portato di doloroso secondo loro nelle loro vite. Sapeva, diceva, che avrebbero detto sempre e solo, morta di mano sua o meno, che li aveva lacsiati col dolore, ma il suo... nessuno vedeva niente. E così non voleva che esistessero più le famiglie. Posso dire però che con quel vecchio alla Fattoria... beh, sembrava quasi considerarlo come un padre. Forse perchè lui si comportava in maniera che per lei significava essere padre? Resta il fatto che una persona che desidera solo morire, cancellare se stessa, eliminare come facev ala sua infanzia e il concetto di famiglia... significa, eh?"

    "..."

    "... era sempre presa da rimorsi e sensi di colpa, quelli che le gettavano in testa e addosso ogni momento di ogni singolo giorno ancora in vita, accusandola e facendola sentire come una vergognosa. Perchè così era cresciuta. Se pensavi a te, se non provavi niente per nessuno, se non agivi e mostravi i segnali che per tutti significavano brava ragazza, brava figlia o nipote, educata e silenziosa... ha vissuto ocn la paura dei giudizi così tanto che temeva, seppur non provasse niente per loro, di essere odiata e schifata perchè così l'avevano istruita. Se vuoi andartene abbiamo fallito e sei una vergogna. se non marcisci al loro fianco facendo cose per tutti e non per te stessa, sei una brava figlia, nipote, parente. Urla, rimp roveri, accuse, sensi di colpa presi di mira quando non doveva averne l'hanno rotta. Amarezza e rammarico, tristezza per non essere più forte come era e si lasmentava del fatto che se avesse conosciuto dopo quell'insegnante di pianoforte Zay prima, quando ancora era forte e non rosicata dalle pressioni e giudizi, poteva ancora salvarsi. Cercare le verità su quei vuoti e sensazioni di perdita che non capiva, come qualcosa che non poteva avere o trovare e lo sapeva e aveva la consapevolezza che vivere non servisse più. Eppure forse poteva cercare di raggiunger il sogno. Il Sogno vedeva lei che si sentiva viva, in un posto dove si sentiva , accettata, voluta, con considerazione e rispetto, valutata per cosa è e cosa è in grado di fare, dare... e sopratutto non sentirsi in colpa, colpevole di qualcosa che le rodevano la vita e non avere rimpianti, evitare evitate i rimorsi che frantumano la persona fino alla fine.Perché i rimorsi logorano il cuore. Lo diceva sempre, quando vedeva gli uomini a gruppi, amici e legati e si chiedeva se mai un giorno sarebbe esistita una persona che potesse amarla a tal punto da provare pesi e perdita cosa non poteva dare, perchè lei era lei. Ma dopo tutto il passato, Zay e gli altri, dove comprese che mentivano, le cose non valevano per lei, che le parole di quella amica raccontavano di persone che non erano mai state un affetto per lei... la sua decisione fu irrevocabile. Non aveva niente da dare ed essere a questo mondo, e grazie al mondo verso cui aveva comunque speranze, nonostante la sua famiglia dicesse che tutti erano feccia, gentaglia e loro migliori e quindi stavano soli, gioni, mesi, anni, senza interazioni sociali di alcun tipo tranne scuola o lavoro o dove loro la mettevano perchè pensavano era il suo sbocco. Cosa ha patito per la musica e loro non lo hanno capito, quando ha avuto di negativo e sopportato da quella gente e le rodeva dentro il fatto che nonostnate avesse dato fiducia, il mondo non avesse mostrato che i suoi genitori avessero torto. Nel mondo diceva, alla fine, non cèra niente di bello. E con quello strano vuoto, come mancanza, solitudine a cui si era abituata perchè non piaceva alla gente, la diffidenza ormai verso tutti... ha preparato con calma la sua fine e se ne è andata con un sorriso. L'ultima cosa che mi disse fu "

    "..."

    "Lei sapeva che cèrano persone messe peggio e ha cercato di aiutarle, ha fatto veramente molto ma alla fine sapeva che seppur per la riconoscenza, non era LEI quella rispettata e in caso amata. Non a caso uno suoi discorsi tipi sia che vestiva i panni di Veròna che di se stessa era . La gente con lei era gentile, cordiale, ospitale ma solo perchè conosceva molte cose, discorreva di tante cose e candidamente diceva la sua facendo riflettere le persone. E sopratutto come diceva sempre, appariva. Si è sempre chiesta se le persone da quando era con noi che la trattavano bene fossero... insomma, se le sorridessero perchè era LEI e per COSA era vista. Non la conoscevano, vedevano solamente cosa lei voleva che si mostrasse. E come per ogni cosa, se mostri che hai soldi e sfacciataggine da sentirti una persona importante, l'apparenza apre molte porte. Ma non quelle chiave, diceva, qui dentro "toccandosi il petto "Aveva imparato come manipolare direi io, lei preferiva invece dire che cercava cosa piaceva alla gente e la accontentava, impersonava una persona necessaria e indispensabile e mi ha aiutato. Sebbene tu impersoni lei, perchè non si capisca che è morta come Personalità, e sia contenta di vederti e averti come ospite, diceva sempre con un sospiro che sicuramente non era LEI la causa di quei comportamenti. Ma i benefici che lei portava e chi fosse, nell'organizzazione. E quindi non ebbe riscontro di nulla neanche con noi. A volte sembrava che cercasse qualcosa o qualcuno di preciso e tutti gli altri, nonostante fossero nella stanza, non colmassero o soppiantassero quello che provava o non sentiva dentro di se. Era come una vindandante sola e contro ogni cosa, senza giungere a cosa ceercava, non sapendo cosa fosse. E vedeva sempre che la gente la tollerava solo per interesse, per questo era sola prima, diceva, e sola restò fino alla fine. Anche se eravamo amici io, noi con i veterani, e lei, diceva che la sopportavamo perchè cavia e indispensabile. Ma oltre a questo fatto, non era Lei ad essere accettata... Ma tu non sei lei, o meglio... sei lei per certe cose masei anche tu. QUindi non preoccuparti di questo. Voglio che sia chiaro... hai ciò che a lei mancava, quindi sorvola il tuo giudizio e dai l'opportunità che le persone meritano, hai tutti gli strumneti che ti servono..."








    Vestito e pronto, indugiò davanti lo specchio per capire se quell'abbigliamento andasse bene per lui, chiedendosi se portandoli più spesso si sarebbe sentito adatto come per Milan, o meno.
    Udì dei passi e vide dalla porta entrare Kianta con alle calcagna Kovacs, vestito come lui, tre passi dietro lei. Kianta indossava l'abito da cerimonia scuro però. Ne aveva due di ufficiali, quello più ampio di gonna e avorio con sovragonna circolare e un altro, pare da Kovacs quello indossato dall'altra che dava il corpo a Veròna. Scollo quadrato incorniciato da pizzo non traforato come il solito ma molto elaborato. Corpetto e braccia strette e poi maniche a pagoda con rouches che uscivano. La giacchetta aveva lo stesso pizzo alla fine che giravava in modo circolare sul bacino, una fascia bella ampia con decori che si muovevano, con bottoni dall'inizio dello scollo fino alla fine. Sopra la giacchetta sulle spalle una sorta di mantella ma corta, fino alle scapole con una decorazone solo dalle spalle e intorno alla schiena di ricami e rouches che decoravano l'abito. La gonna era un tripudio di livelli sovrapposti tutti a foma si semicerchio, con quell'effetto cascata come lui lo chiamava. la stoffa, come la descrivava, era tirata dai fianchi fino a quasi le ginocchia da fare questo effetto a balze cascanti. Rouches e pieghe varie erano posizionate per ogni livello di tessuto che componeva le varie sovragonne e dietro la zona del sellino raccoglieva tutte le sovragonne creando una decorazione particolare a vedersi, mentre dopo una arriccitura a stringere la zona superiore, la gonna posteriore continuava come uno strascino con decori e pieghe varie bordati di cose luccicanti. Un collarino al collo nero con al centro nella piega tra colo e petto un gioiello a tre cerchi.
    Kovacs diceva che come per l'abito avorio non ve ne era solo uno, ma altri con dettagli diversi e così quello nero. La differenza sostanziale tra i due, visivamente, era che quelli avorio avevano la gonna ampia in stile vittoriano classico. Quelli neri, utilizzati dalla precedente, avevano la gonna ampia come diametro solo poco oltre le spalle, erano come fascianti e creavano una persona più statuaria e alta, altera, impriosa, con la gonna che invece di essere uin cerchio ampio, andava largo come le spalle intorno al corpo e contiunuava dietro come uno strascico o una nocciolina, come dicevano molti.

    Camminava con grazia e si accorse che pareva che eseguisse la floating dance, il metodo con cui si simulana una scivolata leggiadra e nobile avendo i piedi coperti da gonne, mantelli e simili. Sembrava davvero come un fantasma fluttuante e avanzava con le braccia in fuori con le palme aperte a seguire la gonna. Si posizionò dinnanzi la poltrona, guardando le persone legate e tenute a terra, e sorrise. Fece al suo solito una lieve girata con la testa, o meglio mento verso la spalla e occhi verso la direzione della persona senza stare su di essa direttamente, quello lo faceva sempre e solo se incavolata nera, e fece un cenno che lui comprese. Kovacs era entrato con le braccia dietro la schiena e per un attimo, mentre Gask si avvicinava alla destra della poltrona, nonstante preferisse stare alla sinistra, non sapeva perchè ma gli veniva megli ostare sulla sinistra dietro di lei, ma con quel gesto le portò in avanti, tenendo una pergamena in mano. Gask sapeva che non era il termine di antico retaggio per quegli oggetti moderni con stesso nome seppur artificiali, no, quella era una vera pergamena. Di solito declamava a voce e a memoria. E lo sentì intonare una discorso come un preoclama ufficiale.

    "Benvenuti a questa notturana festa di follia. Cominciamo il Gioco delle grandi occasioni, il gioco della verità.Tu sarai il mio avversario e mio compagno di gioco. NOn ti annoierai mai, ne loro nel restare chiusi tra quattro mura a sentirsi i minuti, ore, tempo che rovinano i loro corpi senza far nulla, ne te. Anzi, avanza le pedine che avrai a disposizione. Abbatterò le tue idee infantili mentre tenti di dimostrarmi che vali. I sette peccati da voi commess verranno lavati la dodicesima mossa, terminando senza intralci, poichè le vittime sacrificali vivanno il giusto rito di pentimento. Berrete il vino color del sangue delle vostre vittime, così da collegarvi con loro in ogni senso. Spererete e supplicherete fino al midollo.Su, primo sacrificio, alzati e presentati al mio cospetto. Sarai colui che dimostrerà il valore e otterrà l'apertura della porta della salvezza? Altrimenti, prostati e presta il giuramento all'anello. Ti modellerò per bene affinchè per te esisterà la servitù come ancora adesso esiste in molti paesi, e perfino nella città santa pontificia, ove le persone non sono cittadini vaticani, ma servi del vaticano. per te esisterò solo io e nessun altro, finchè ogni tuo peccato non sarà lavato. Ogni cosa per te sarà dolce e amara e il condimento che userò si chiama disperazione...Alzati e presentati..."

    Kianta alzò le braccia all'altezza delle spalle e iniziò a dire ridendo non in modo sguaiato e cattivo.

    "I tuoi lamenti saranno come dolce melodia d'orchestra, che belle grida mentre ogni tuo urlo e goccia di sangue ripagherà il tuo peccato. Che soavità le tue grida. Mi inebio ascoltandole, così la tua vittima! Il giudizio finale sta per essere emesso con l'ultimo atto di questa notte di gioco, e dance macabre. Nessuno può emendarsi dal peccato che scorre nelle vene..." indicando poi ognuno di loro con un dito "Tu sei senza peccato? Quanto sarà pesante il mio castigo? Ti accorgi delle voci senza voce che hai fatto tacere? Ti accorgi dei tuoi peccati? Tu sei senza peccato urlerai, ma quanto sarà pesante il mio castigo? Sarà il Gioco a decidere e le tue azioni e scelte. Dimostrami che meriti la salvezza e la seconda possivilità o china il capo... poichè io... Au ciel comme sur terre, moi seul mérite d’être honoré!"

    Silenzio nella stanza. L'ultima frase era rimasta nell'aria e Gask sapeva che era una delle scritte che stavano sotto i dipinti di quella chiamata Lia. Gask inoltre si chiedeva chi aveva scritto quei testi nella pergamena, o se Kovacs avesse sbagliato, perchè li ricordava messi indiversa disposizione.
    Poi udì di nuovo la voce di Kianta.

    "Cinq!Ordino di comparire, rispondi al mio richiamo e palesati. Veròna te lo ordina!"

    La luce nella stanza cambiò e, come accadeva nei balletti che a Milan piacevano tanto, strane nebbie apparvero in giro.

    "Che puzza, cosè?" iniziò a urlare la donna.

    Gask lo sentì pure e comprese che era stato attivato il rilasciatore di odori. Conteneva diverse fragranze che non erano le classiche per la casa, ma per la scena. Aveva posizionato prima dei dispositivi appositi sia per la temperatura che per gli odori che erano contenuti in fialette, svuotate all'occorrenza, e la IA che contorollava le proiezioni e riconosceva gli impulsi elettrici del cervello, manovrava tutta la schiera di dispositivi. Lui avev asaputo che Kianta aveva lavorato tanto per insegnare alla IA a riconoscere l'impulso di pensiero di una cosa specifica che leggeva dalla scatola e poi riprodurla. Questo derivava da studi fatti in Russia ai tempi della guerra fredda, usando sensitivi e persone con poteri speciali, al fine di studirli, conoscere come erano ciò e come usarli. Veggenti, medium, gente con poteri speciali. Collegati a macchine di ogni tipo, i dati sia dei vivi che dei morti, era inevitabile, erano stati secretati e mai rilasciati. Eppure Milan con i suoi sotterfugi, scambi e desideri realizzati aveva ottenuto delle copie. Alcune addirittura come l'aiuto della persona prima di Kianta, lui sapeva solo questo, aveva sfruttato quello stesso sistema per far rivedere la moglie morta di un alto funzionario che aveva nascosto per la sua incolumità molte copie, in caso di ricatto per fuggire. Da ricerche, perquisizioni molto illegali e informazioni prese da professionisti erano risuciti a ricreare una proiezione con le fattezze parecchio realistiche in movimento, e la voce grosso modo identica, con atteggiamenti e modi di fare simili. Sia da video, foto o descrizioni. Nessuno disse a Gask se il bluff, aver spacciato quella donna prima di Kianta per una sensitiva, e quindi mostrare un finto potere medianico, avesse preso in giro l'uomo oppure no. Sapeva solo sempre da jd quando parlava troppo, che quella donna temeva di fallire e non ricreare un soggetto corrispondente in base alle risposte o modo di fare. Aveva delle paure e complessi e i suoi tentennamenti sul ricreare persone conosciute e amate per farle rivivere la mettevano in crisi, non tanto però da agire comunque al fianco di Milan. diceva Jd imitando Milan, e questo anche per indicare il pensiero del Leader su quella persona e riprodurla da Kianta.
    Ma a quanto pareva l'uomo smebrava soddisfatto e consegnò a Milan una chiave, che chiudeva da decenni dei documenti che se fossero finiti in mano a qualunque giornalista nel mondo, sarebbe scoppiato uno scandalo senza precedenti. Con le informazioni all'interno, comprenednti schemi e informazioni dei macchinari per ricrearli, aveva preparato una versione due punto zero della vecchia tecnologia, che tramite scatola cerebrale poteva superare i loro sistemi di lettura e feedback visivo. Il risultato erano le proiezioni che Kianta usava a cavolo suo. Alaric diceva così, le usava a cavolo suo, quando le andava.

    E non gli pareva così, mentre la vedeva con le braccia al cielo, ridendo in quel modo come faceva quando impersonava Veròna, mentre esseri e creature sfumanvano e le volteggiavano intorno, a lei e agli insaccati come erano definiti quelli incaprettati in attesa delle cento ore. Se non avesse saputo la verità, avrebbe preso quel momento con immagini che scorrevano come mondi reali funesti, infernali o da film horror come se aprisse varchi in altri luoghi o dimensioni, tutt'altro. Sembrava che lei si divertisse, giocasse e nel contempo sapesse cosa stesse facendo. Creava e ricreava esseri e cose strane, mentre odori puntenti di zolfo e rame, polvere da sparo e piccanti si alternavano. Muoveva le braccia a richiamare soggetti strani che poi scomparivano, tra fenditure aperte come fossero ferite su un ventre ripiegate all'infuori e dentro vi si vedevano mondi distanti. Alcuni parlavano addirittura, me lei chiamava Cinq, agendo come se tutto fosse normale e perfettamente reale.

    Un uomo grosso come un un carroarmato, che ogni sua parte pareva gonfia e tesa di muscoli, entrò in silenzio da dove lui poteva veder e, e sapeva che attendeva il turno per l'apparizione magica... nessuno si era accorto del suo arrivo, nonostante la stazza. odori, luci, lei che agiva come gl iassistenti del mago e le nebbie, le cose che creava... e oggetti e persone entravano in gioco come evocati dalla strega. E quel tizio.
    Sembrava un tipo che non avesse mai conosciuto niente che muscoli e lotta, come i segni sul corpo non coperto dagli abiti.

    Kianta Agitò le braccia girando su se stessa e per un attimo a Gask parve di rivedere una scena delle feste, con una donna vestita di blu che agitava la gonna ampissima. Kianta creò come un vortice di fumo e vapore, gocce di sangue straripavano dalle pareti e gocciolavano sul pavimento, con tanto di rumore, per poi accorgersi che, se gli ospiti incaprettati vedevano gli effetti, il suono, l'odore, fissando lei, quei due simpaticoni di Zidgi e Django avevano gli arnesi pronti per lanciare come preti con l'acqua santa, sangue finto e ogni cosa servisse per la scena, per imprimere nella mente in quel momento labile l'idea del reale. E così fu, col moviemtno di Kianta che rideva e richiamava chissà che esseri, gocce di sangue e strane sostanze colorate da aspersori appositi, finivano sui soggetti a terra. Alzando gli occhi videro ove poteano che su tetto vi erano chiazze di quella roba. QUindi davevro cèra tutto, pensavano gli incaprettati nella loro testa.
    Illusionismo e teniche di attenzione e suggestione. Poi uno strano lenzuolo comparso dalla nebbia che sfumava dal nero al grigio, all'argento al chiaro iniziò a girare in giro. E Gask ebbe l'impressione che per la forma fosse uno dei robot. E sapeva anche quale, quella forma di rombo...

    Il lenzuolo stategicamente nascondeva, facendolo avanzare, l'accovacciato Cinq che pareva camminare alla splinter cell in cerca di riparo, mentre le proiezioni facevano da catalizzatore perchè giungesse nel punto in cui serviva. E quando fu così, Kianta allungò come a presentare con la sinistra la parte alla sua destra, dove Cinq si sollevò attorniato da strani spiriti di varie forme e folletti più orribili che da fiaba.
    La sua figura imponente per larghezza, fece gemere gli incaprettati, che parevano sudare di paura, mentre Kianta si sedeva.Al suo solito, tutta verso lil bracciolo destro, con busto e braccio a sorreggere.
    Cinq poco prima della poltrona, si fermò a guardare i soggetti legati, poi voltò il capo mostrando un ghigno come se pregustasse una scazzottata e con un ginocchio a terra, iniziò a far volare lodi che non parevano compatibili con lui.

    "Oh, grande e gloriosa Veròna... "

    "In quale dimensione ti eri nascosto, mio dispettoso servitore? Ho dovuto aprire fratture dello spazio tempo per farti venire. Sai che non mi piace l'impazienza... anche perchè questa sera, noi abbiamo un rituale d'eccezione...AH AH AH" fece lei dalla poltrona, cimentandosi nella risata carogna e diabolica di Veròna. Non era sicuro per Gask se fosse finta o meno, perchè in quel modo la sentiva di più in situazioni come quella. Era una risata elegante e biricchina, come una bambina beneducata che combinava però una marachella e se la godeva alle spalle con gusto e gloria. Tintinnante e chiaramente di gola come potevi pensare di sentire in qualche foresta, emessa da qualche folletto dispettoso. NOn era da cattiva classica di film e favole, se non un personaggio giovane e arrogante nella sua regalità. Come di una regina che rideva di gusto senza essere mai sguaiata, vittoriosa in quello che aveva fatto e ottenuto. Un suono gutturale ma non pesante o forte, ma cristallino e regolare, come sentire tanti Ieh Ieh Ieh da qualcuno da film storico che si nasconde dietro un ventaglio, mantenendo il suo status ma facendo capire di aver vinto. Questi erano i pareri di chi la sentiva.

    E poi partì il monologo di Cinq che quasi fece scioccare Gask.

    "Oh, mia risplendente di cattiveria, Somma Veròna. Oh, grandissimo dall'alto del tuo nome di potenza e carisma. Ho udito i ltuo richiamo e mi chino d'innanzi a te e ai doni che mi porgi sempre. La tua risata argentina e più musicale di mille folletti dispettosi che ti seguono nel bosco. Udirla per me è giubilo, perchè si apriranno le Porte del Rito, e io ne sono il sommo sacerdote. Ti prego sorridi ancora per me e i miei compiti, neanche le fate delle leggende sanno donare tanto nelle loro feste, per far brillare l'atmosfera! Fai risuonare la tua spietata malevonzenza sugli Sporchi, perchè porti gioia a noi Pulitori... La tua gioia monella ed eternamente pungente che gioca con la tua regale efferatezza punitiva..."

    "Ma chi ha dato questo copione a questo? Fa venire i brividi..." fece Kovacs sottovoce, tanto da fare girare Gask che gli chiese che intendesse "Sai bene che questo è come un Teatro, e ognuno di noi segue un copione. Loro hanno battute per rendere ancora più cringe il tutto, e far rincoglionire le vittime. SOl oche così è troppo..." con una smorfia.

    Intanto Cinq terminava il suo monologo

    "Infuria la notte in attesa dell'oscura coltre di ombra. Il vento diviene bufera e come canto di pipistrello sussurra con foga la tua chiamata... Veròna, strega crudele e di bellezza capricciosa. Oh, mia Signora Veròna, di dolcezza indefinibile come le facce della luna che si bagna nelle nubi cineree. Oh, baluginante strega Veròna, benedici le mie azioni, perchè mai potrò liberarmi dal tuo incantesimo. La tua voce è come un canto che ascoltando, sembra purificarsi la mia colpa commessa. Mi culla dolcemente la promessa di ricompensa , sereno mi appresto ad eseguire ogni tuo ordine come desiderio, conscio che avrò poi sogni felici... e fà che nessuno per la grande disperazione che gli darai, ti implori che quella pena, se deve durare, almeno una volta tu abbia pietà della loro singola sorte, precedente alla successiva.Il destino questa notte, chi festeggerà?"

    pensava Gask, già perso dopo poco.

    Kianta ascoltò con mento alzato e sguardo sicuro, ma dentro ribolliva e pensava.

    "Cinq... i tuoi doni sono questi. Fanne buon uso ma rammenta il nostro contratto! Cosa ti è permesso e cosa no."

    "ASPETTA!" urlarono due degli incaprettati "che intenzioni hai?"

    "Io?" fece con sommo stupore Veròna, mostrando un'espressione di fanciullezza innocente "Io vi ho marchiati come sacrifici nel sommo rito di Purificazione... non vostro, ovviamente. Come la notte di Valpurgis, benedetto dal nazionalsocialismo di baffetto tedesco nell'poca buia dei primi del novecento, che hanno travisato come i cristiani una festa popolare dedita alla natura in messe oscure, io, Strega Veròna, Colei che guida il Gioco e le cento ore, chiamo i quattro Pilastri e i guardiani delle POrte, perchè questi sacrifici fino all'ultima goccia di sangue e disperazione, aiutino le vittime tutte, a trovare la luce. COn i vostri sacrifici, anime disperate per colpa delle mani di terzi, potranno andare in Paradiso perchè voi, Come Gesù Cristo, lavarete ogni impurità che li blocca nel Limbo, con... voi stessi!! IeH IeH IH IH":.."

    "Vuoi ucciderci?" fece uno di quelli, aprendo un coro di pianti e proteste, ma un suono orribile proruppe per la stanza, raggelando le membra, con vibrazioni che giungevano davvero fino alle ossa.
    Gask sapeva che erano toni neurali, suoni a detrminate frequenze che molti usavano per falsi video e audio di veri suoni dell'inferno, e che facevnao venire la pelle d'oca. Sembrava che si fosse aperto un varco in qualche posto pieno di echi e suoni bassi e martellanti, fastidiosi, che parevano come qualcuno che schioccava le dita vicino l'orecchio e qualcosa come voci basse e mormoranti, come lamentosi canti di dolore e paura. Era ciò che si usava per video fake sui suoi veri dell'inferno e luoghi infestati da demoni, ma così realistici ocn i loro sistemi di alta qualità e Boombox Speaker. Semrbav acome se quaolcosa di viscido e nel profondo di qualcosa scivolasse come serpenti su di te da farti star male. Ma sapendo la verità a lui veniva meno tuto ciò, e avendolo sperimentato altre volte, non ci faceva più caso. ma le prime due volte per gli ignari incaprettati era un'esperienza di puro orrore con tutti i senti attivi.

    "Volete sapere cosa vi accadrà? Questo rituale non prevede morti... sarò peggio della morte. Voi col vostro sangue pulirete chi ha sofferto per quelli come voi e non è potuta andare a saltellare nei campi elisi. Io faccio questo, con l'invocazione di potenti e sacri guardiani e spiriti ancestrali..." con una riverenza davanti a sè, elegante e ben fatta fino in fondo "ma se volete davvero che vi anticipi cosa accradrà..." fece con voce vellutata e monella, metnre la stanza si riempiva di scene e suoni e urla , veri e reali, Gask lo sapeva perchè erano video veri che avevano da film snuff e fatti da loro, di cosa accadeva a un corpo umano sotto tortura e sotto le mani di qualcuno di abile. nei peggiori dei casi, di macellai con vene di sadismo. Molti erano loro, erano le punizionoi che riservavano ai peggiori prima di buttarli negli scavi fino all'ultimo alito di vita. Registrati e riusati. E cosa avevano fatto quei soggetti non era immaginabile neanche dal più grande regista di horror al mondo o cosa Kianta riservava loro dopo. E mentre scorrevano le imamgini, i suoni, tutti rimbalzavano tra le pareti e per il boomsystem come lo chiavama Kianta, vibrava quasi anche il pavimento, i sacrifici reagivano in modo diverso, finchè un fischio orribile non li fece zittire, riportando silenzio. E Cinq parlò.

    "Come volete, mia Strega, Posso scegliere il primo sacrificio di questo rito delle grandi occasioni, che avviene solo nelle notte di luna piena come codesta notte, in cui i vostri poteri sono al massimo?"

    pensava Kianta che era troppo artificiosi. Stavano recitando, fingendo, ma dovevano essere testi fattibili per i soggetti. Uno grosso e massiccio come Cinq, doveva essere un colletto bianco di nascosto per proferire tali affermazioni.
    Kianta sospirò e si sistemò sulla poltrone, dato anche le gonne, ma avendo crinoline di ultima generazione leggerissime e pieghevoli che non si sentivano, anche per tutta la stoffa, prese posto al suo solito modo con garbo e grazia. Aveva studiato parecchio perchè non sembrasse l'incapace al ballo scolastico con un abito ingombrante, o quelle spose che vogliono abiti principeschi e poi li alzano e sollevano come lavandaie che al massimo usavano i grembiuli. Grazia e saper gestire le gonne era imperativo, per saper portare quegli abiti, e poi vedeva video e foto che quella gente metteva online con gonne alzate fino alle caviglie, prese malissimo o come muratori che stanno facendo una parodia.
    Si sistemò come sempre addossata al bracciolo destro con il fiancoe le gambe proiettate verso sinistra, con il gomito che la sosteneva, mentre scrutava la gente ancora legata a terra.

    Cinq non era un soggetto normale. Era uno di quei reduci di guerra che era stato addestrato e plasmato come un lavaggio del cervello, per cui lui era un soldato e obbediva agli ordini, ma l'idea che aveva insita dentro era che cèrano dei nemici e andavano schiacciati. Forza bruta, brutalità e sfogo su di loro era uno dei mezzi per fermarli ed eliminarli. Era una mente che necessitava di parecchio lavoro psicologico, perchè non si sarebbe mai tolto dalla testa cosa gli era stato impartito e di conseguenza aveva maturato dentro dei bisogni che non poteva fermare , se non calmandoli. Era uno di quei soggetti che nelle missioni nei paesi a rischio aveva fatto molto schifo con prigionieri, civili ribelli, nemici che catturavano e ancora non avevano ucciso. Lui non era un torturatore, per certi versi per lei CInq era peggio. Era un soggetto gravemente danneggiato e mancante della figura di riferimento che vedeva come superiore, che al grido esisteva, altrimenti se lasciato solo come tutti gli altri finiva per immergersi nella vita normale in aggressioni, ferimenti, e tutta una serie di reati che prevedevano picchiare o quasi uccidere. E non perchè era abituato e basta a fare quello per anni come soldato. Ma perchè veniva instillato loro il bisogno di agire in quel modo, perchè per loro ogni azione portata a termine fosse un bisogno sfogato, realizzato. QUando venivano mandati a casa per licenze o proprio per fine servizio, tutti quei soggetti non venivano riprogrammati per riambientarsi , ed essere adatti alla società normale, non militare. Con il risultato che molti delinquenti di varia natura risultavano veterani o ex militari, e accadeva dal Vietnam a quel momento. Quei soggetti sapevano in parte capire il loro problema, come Cinq... per loro picchiare, fare male, sfogare cosa non potevano con i , vivere come credevano fosse un militare era come un amplesso. per loro che non seguivano la via del piacere normale dipeso dal sesso, far male, rovinare un corpo, sentire le vittime in agonia e dolore era come , come lo definita Kianta. E come chi amava il sesso, aveva bisogno di sfogarsi. Uno dei progetti che l'organizzazione mandava avanti era di prendere tutti i militari con problemi, ex militari, in servizio burocrativo per problemi psichici o fuori servizio, e dare un aiuto in molti modi. Cèrano quelli che che andavano aiutati con una vita simil militare che li tenesse a bada perchè come Cinq ormai conoscevano come in cui facevano parte. Quelli che con psicoanalisi o le loro ricerche sperimentali sulla mente cancellavano o superavano i traumi e i problemi in modo scientifico, e poi chi come Cinq era stato manipolato perchè i bisogni come i pedofili o gli estremisti del fetish si si magnificassero in azioni contro altri, che vedevano come nemici. Questi soggetti più degli altri avevano bisogno di superiori dal pugno duro e che li tenesse sempre in riga, con ordini o sfoghi. Cinq era uno di quelli che normalmente pareva lucido e poteva anche vivere nella società, girando e avendo poche interazioni, ma possibili con terzi normali. Ma quei bisogni di distruggere i nemici no n erano facile da sradicare. In base ai soggetti l'lipsonitismo nelle sue tre forme non funzionavano appieno, perchè come un prurito sessuale, quel bisogno riaffiorava per essere colmato e finiva in risse o aggressioni gravissime.
    E così Kianta lo aveva strigliato per bene e gli aveva dato una possibilità, sfruttando la sua parte conscia. Gli faceva dei doni su cui sfogare quei bisogni, poteva scegliere cosa fare e in che misura. Il Cinq di quel nuovo nome si rapportava ai livelli che massimo poteva fare, definiti, oltre il quale non andare. Cinque gradi di sfogo in base ai soggetti che lei dava a lui per calmarsi, e solo chi lei gli donava. Cinq si era divertito parecchio a devastare i corpi di gente che era stata definita la piaga della società e non solo. Sotto le sue mani erano passati molti peggiori criminali, anche i maggiori ricercati d'america e non solo. Ma mai, mai come riferito nel loro contratto lui doveva uccidere o superare il quinto stadio di sfogo, portando al decesso del soggetto in dono. Non era mai giunto a quel punto, ma Kianta aveva voluto vedere se era, da solo, in grado di regolarsi e comprendere il limite come una linea che non poteva superare che lei aveva disegnato. Aveva portato due al coma, senza conseguenze perchè si erano ripresi, e si meritavano quegli stronzi tutto e di peggio, ma Cinq aveva scoperto sulla sua pelle cosa significava andare contro le regole del contratto e farla incazzare. Sia Cinq che altri avevano ben chiaro che dopo Milan, lei andava rispettata e ascoltata e se si sbagliava, e peggio non ci si prendeva la responsabilità, la punizione sarebbe stata per sempre e indelebile, completamente. E molti lo sapevano, vedendosi allo specchio ogni giorno. E si era trattenuta.

    Nulla in confronto, mentalmente parlando, di cosa faceva a chi maltrattava gli animali e li rendeva in condizioni pietose o peggio facendoli morire, pensando solo a usarli per guadagnare. Senza lavorare per i lrispetto che meritavano, e lo stesso che gli animali potevano maturare verso gli umani se trattati nel modo giusto. Di loro nel peggiore dei casi restavano solo sangue, bava e terapia intensiva, con la promessa di tornare vedendo controllati.
    Sebbene accadesse solo nei casi in cui visite di polizia e multe non sortissero effetti. Mentre per i soggetti che schiavizzavano nonostante il nuovo millennio la gente con zero diritti, paghe indecenti, sopprusi ed umiliazioni verbali o peggio, fisici, partivano i livelli di approccio. In base anche al paese. nel peggiore dei casi finivi privato di ogni bene con documenti legittimi che finivano nelle casse e proprietà dell'organizzaizone , che li riutizzava come case sicure e di aiuto per i bisognosi, e quelle persone venivano portate dove potevano aiutare bene e giustamente la società tutta.
    lavorando per ricavare beni definito in base al colore ed elemento, aiutando nel concreto con il guadagno paesi con bisogni reali. Spose della sezione sud americana che venivano vendute alla famiglia dello sposo o costrette a sposarsi, che potevano studiare e diventare se stesse. Niente infibulazioni e riti religiosi assurdi che danneggiavano le persone. Niente obblighi delle famiglie sulla vita dei minori o comunque dei soggetti più giovani. Sostenere la crescita dalla povertà dando lavoro dignitoso e rispetto. Donare materiale scolastico e gioco a chi non poteva averne. Aiutare donne in difficoltà contro uomini per il problema dei femminicidi o sole, e con lavori precari o a basso guadagno perchè non siano costrette a scegliere se comprare cibo o pagare riscaldamenti d'inverno o abiti o cosa necessitavano.Dove la società bollava e non dava aiuto e sostegno, arrivavano loro.

    ma quei soldati mentalmente problematici non potevano stare in società e così la Fattoria, le Torri, i turni di pattuglia nelle strade la sera e notte contro furti, abusi, liti e altro, con un progetto governativo sostituivano la polizia che di fatto non era ormai più capace di controllare e fermare le cose, inserendo questo gruppo militare per dare sicurezza ai cittadini. Era impensabile che in una società che desiderava fermare determinati atti, non vi fossero corpi specifici di controllo e sorveglianza delle strade, e con limitazioni per i diritti di stò cavolo, pensava Kianta. Ne beneficiavano più di delinquenti che gli innocenti, mentre una sezione militare era diversa. E a giocare con stupratori, pedofili e altri soggettini poco carini rientravano sempre loro con un'altra seizone, dove utilizzavano delle esche pagate e consenzienti per prendere per le palle gli stronzi, e buttarli dove meritavano, prendendo nel contempo tramite i loro apparecchi anche altri stronzi con cui scambiavano sostegno per atti schifosi e foto, o peggio

    e per tutti loro cèrano solo due vite. Smerdamento nei modi che meritavano e prigione senza sconti o altro, o lavorare anche loro per il bene dei più deboli e poveri.
    E visto che molti erano pericolosi soggetti che non potevano cambiare e capire, per quelli come Cinq erano giocattoli in un giardino dei giochi. Kianta aveva convinto Milan, seppur sapeva che la prima idea fosse di Lia, di sfruttare quei militari problematici che non potevano aiutare, se non perdendo anni e difficoltose sedute di analisi, e utilizzarli per tenere in riga la gentaglia peggiore. Col limite per quelli che no ndovessero avere ossa rotte, perchè dovevano lavorare. Per Kianta non estingueva le cose orride che avevano fatto, ma almeno avevano pagato secondo le leggi umane.
    Per quelle divine, se ne esistesse una, si sarebbe visto il giorno che sarebbero morti per cause naturali. E visto che l'igegno fa l'uomo stronzo, per evitare che gl istronzi si mettessero d'accordo con altri stronzi per scappare, creare situazioni per svignarsela o farsi accoppare per far finire la questione, avevano dei collari come quelli dei cani, perchè nel caso alcuni loro livelli fossero aumentati o si riscontrassero dialoghi o vicinanza tra quelcuno di quelli, le scosse li avrebbero stesi e fatto ricordare di non scherzare con Kianta.
    Dovevano ricordarsi di lei e di cosa gli era capitato, che meritavano, per causa sua. Dei con Cinq e gli altri e del fatto che vi era ogni accorgimento perchè nessuno fuggisse. A memoria vi era uno di questi che, tramite non gli apparecchi presenti ma lei era andata più in là, con un satellite che era equipaggiato con un laser speciale, aveva fatto un buco a quello stronzo mettendo fine, nelle loro teste, l'idea che se svianano gli apparecchi, le guardie e l'ultimo girone, i professionisti pagati per quello, trovarli con i satelliti anche per i chip gps era roba da poco. E il buco a una gamba col laser era un avvertimento per tutti. Loro dovevano esaurirsi naturalmente, ma dove lei diceva. Non era giusto per le vittime che erano finite male troppo presto, mentre gl istronzi respiravano ancora, ma per lei visto le tante persone loro vittime che avevano sofferto più, continuando a vivere che per morte, non doveva esserci morte alleviatrice per niente per quella gente.
    E Cinq e gli altri che teneva lontano dalle persone, sfogavano su chi dovevano meritare il peggio, creando un circolo sociale oliato e funzionante.
    Kianta sapeva che tantissimi l'avrebbe biasimata, ed era poco, per tutto quanto ma aveva deciso che, avendo l'opportunità e le risorse per giocare con gl istronzi, era giusto sviluppare le idee di Lia e metterle in pratica.

    A lei non piaceva la violenza ma la rabbia e l'odio dentro di lei , dopo aver visto tante cose orribili, avevano decretato l'avvio di tanti progetti. E come pena si era ripromessa di essere presente, sorbirsi il risultato delle sue scelte e azioni, anche se non le tollerava. Perfino allo Chateau e non solo, i membri che amavano la lotta e i combattimenti in varie possibilità, con armi o meno, avevano i ldivieto di ferire in modo grave o rompere ossa all'avversario. Erano tutti fratelli, potevano sfogarsi e confrontarsi, risolvere le loro beghe e litigi con scontri e regolamenti di conti fisici o con spettacoli specifici nel Cerchio. Ma si sarebbe incazzata come una iena col culo pieno di spine se qualcuno finiva ricoverato per una di quelle esibizioni-confronti. Di fatti le fiere e le giornate di spettacoli, qualcosa simile alle olimpiadi ma per militari, erano momenti attesi della settimana e avevano regole specifiche dove vinceva solo chi rispettava determinate cose. Ma questo non toglieva il gusto di combattere, vincere, creare un perdente. Era insito nell'uomo ma come per tante cose, bastava dare le cose alla gente ma in termini diversi.
    E ora aveva davanti un tizio che era un potenziale pericolo ma veniva limitato, dandogli al contempo sfogo e modo di appianare i propri bisogni senza eccedere nell'eccesso. non le era piaciuto nel furgone quando lui si era lamentato che non aveva anche la servitù e i ragazzini. Quelle lamentele erano un campanello d'allarme e avrebbe limitato i danni di superare la soglia, ma era tassativo che quei ragazzi, essendo ancora giovani, finissero in luoghi specifici dove trovare adulti con esempi migliori, riconoscimenti e incitamnerti a migliorare e lavorare e fattori positivi, sfruttando la tecnica del bastone e carota per plasmarli in soggetti migliori. Molte volte non si augurava di dover ricorrere alla cancellazione di memoria o tecniche di controllo mentali, non voleva attuarli se non in casi estremi di soggetti in cui tutte le tecniche non invasice non sortivano effetti. Putroppo molti soggetti, anche non sociopatici, erano impossibili da cambiare con persone e ambienti adatti ai cambiamenti mentali. Dovevano essere sanati, non rotti.

    "Attendo tue istruzioni, oh, grande Strega."

    "Spezza le ali. Oggi puoi. Pensavano di essere potenti come un' aquila e volare più in alto degli altri, ma oggi essa è caduta dal cielo, le penne si spargeranno per mare e per monti , strisciando come facciamo noi per la dura terra. Dà pace al mio povero animo e a quello delle loro vittime. Ti dono questi oggetti, perchè dopo cosa hanno fatto in questi anni, non sono persone..."

    "Con immenso piacere... posso scegliere io il primo?" fece Cinq scrocchiando le dita, con un sorriso soddisfatto.

    "Certo, ma... ricodati!" fece lei, vedendo osservata dall'uomo, che rispetto agli altri membri dell'organizzazone definiti grossi, come anche Gask o Kovacs o gli altri dietro di lei, questo era più grosso in larghezza rispetto l'altezza, mentre tutti gli altri di norma erano più bilanciati di muscoli. Quel tizio aveva un corpo meno equilibrato, più tozzo, con muscoli e massa doppia, facendolo sembrare veramente un armadio a sei ante rispetto quelli che stavano in quel momento dietro. Più alti, con addestramento e lavoro per muscoli funzionali, sembrava che quel tizio fosse solo pompato, cosa che Kianta odiava, all'eccesso, tali modi di diventare gonfi.
    NOn le piaceva chi era ossessionato dalla massa muscolare e fosse alto meno di un metro e settancinque almeno, e tutti quelli che erano più bassi e così massicci, non le davano senso di affidabilità. Si gonfiavano e basta, non seguivano come Kovacs e gli altri, e anche se non lo ammetteva Gask, allenamenti, esercizi, lavori per migliorare quella massa per impiegarla meglio e in maniera definita. Non era solo per incutere timore, paura, qualche senso di superiorità come quelli. Almeno ammetteva, a se stessa però, che la dedizione che gask aveva messo nel lavorare sodo era appunto dal migliorare le sue prestazioni e qualità, lavorando per bene determinate fasce in un modo e altre in differenti, aveva una corpotura equilibrata per l'altezza, e sebbene le spalle fossero molto ampie, non erano assurde come quel tizio. Ma Cinq più di tutti le faceva pena, perchè come volevano dimostrare i fatti, si era trovato ad essere condizionato a tal punto da non vedere neanche più la sua famiglia come prima, scappando quando avevano cercato di portarlo da uno strizzacervelli perchè pericoloso per gli altri , e aver tentato di trovare un lavoro per il suo campo. Ma a lei come a Milan non piacevano i soldati lobotomizzati e danneggiati da cercare un superiore a ogni costo che gl idicesse cosa fare sempre e per tutto, attendendo ordini, e vedendo nemici sempre e comunque. Non potendolo mettere con gli altri come squadre attive, era chiaro che seppur si trovava bene con i colleghi nelle zone ricreative, non era sicuro mandarlo in azione. La sua voglia di sangue, far male, godere in questo era troppo eccessivo, così ecco il suo lavoro ideale. Si era aperto nel tempo che avevano trattato con lui tramite specialisti e interazioni, ma uno come lui, tranne ripulire il cervello, era impossibile normalmente. Molti soldati finivano per essere incurabili. E le tecniche di scasione e impressione dei cervelli non era compatibile ancora con tutti o senza danni.

    "Ricordati, Cinq... ciò che noi facciamo resterà comunque una colpa. Non importa se noi siamo dalla parte della ragione e facciamo giustizia dove leggi e tribunali classici non arrivano. Io che resto qui ad osservare, è imperativo che lo faccia come punizione per cosa ho innescato, così come tutte le nostre azioni, volontarie o meno, si ripercuoteranno sulla nostra anima. E sebbene a noi va bene così, vglio che lo ricordi. Stiamo scavalcando la linea tra bene e male. Dove le persone che perdonano sono superiori, ove il bene comunque vince, e agire come la feccia li rende allo stesso livello. Ma nonostnate questo, non essendovi guide di vita che cresca i bambini in modo decente ma lasciati ad ogni singola famiglia, ha portato a un ritorno indietro dell'umanità che fa paura... sebbene stiamo scremando la situazione, con ciò, anche noi siamo lordati. Voglio che lo ricordi sempre, così come il fatto che per me sei una persona che merita rispetto e aiuto, chiednedo che ti ti attenga alle regole che hai accettato..."

    "Apprezzo ogni dono che mi fare e se me lo permette, ai giochi al Cerchio, voglio dedicare la mia sicura vittoria a Voi..."

    Kianta lo osservò qualche istante, poi fece un mezzo sorriso e un leggero cenno del capo. Accettarlo tra gli altri ai giochi e sfide settimanali era un azzardo, poteva lasciarsi prendere troppo e non controllarsi, ma gli aveva dato possibilità di dimostrare che poteva superare i problemi con la sua vonlontà e forza, più che solo con rovistargli nella testa e fare tranfer di fasi positive. A lui serviva come da addestramento anni addietro la figura superiore, il comando e agendo come tale, trovava un soggetto che agiva e seguiva gli ordini e, ordinandogli di pensare seguendolo nel processo, a capire certe cose. Scavalcare un pò il condizionamento ma mai più di così.

    "procedi, fammi vedere latua connessione con dolore e sofferenza di tutte le loro vittime, se è vero che per te i nemici sono quelli che portano dolore..." allungando elegantemente una mano verso Kovacs, conle dita sempre come Gask le notava, come un'arpista, come se danzassero al vento. E Kovacs pronto e riconosciuto il gesto, che per lui sembrava come il gesto di benedizione con le dita unite delle raffigurazione cristiane, prese da un tavolo preparato addossato al muro una scatola. Aprendola e mettendogliela sotto la mano, Kianta prese la pipa, con un gesto secco la fece scattare per collegare le due parti e la tenne ferma. Kovacs tolse con gentilezza il coperchio, accese un fiammifero e lo lasciò qualche attimo nel fornello pechè le sostanze già presenti bruciassero. QUando l'uomo allontanò il fiammifero, Kianta fece una boccata e un fumo argentato e meno scuro e corposo del tabacco prese vita sopra la testa della pipa.
    Da quando era arrivato allo Chateau, aveva visto Kianta fumare, sempre e comunque, la sua pipa preferita o quelle disseminate per i cassetti, che a quanto pare le donavano gli uomini dei laboratori. E fumava. Jd diceva che lo faeva perchè le piaceva ma anche e solo perchè in primis, erano elementi sicuri e curativi, di aiuto e non dannosi come le sigarette e o i liquidi di quelle elettroniche classiche. ormai tutti fujmavano i vari tipi di sigarette, pipe, bruciatori per fumo che producevano loro, e Kianta lo faceva sempre. Jd alzava le spalle dicendo che la rilassava e nel mentre si prendeva la roba che i dottori le dicevano che doveva prendere. Almeno non faceva i capricci, diceva ridendo. ma Kianta e la sua pipa erano ormai una figura unica per tutti, sebbene all'inizio non si credeva che fumasse.

    Dopo qualche attimo allungò la mano destra come qualcuno che elemosinasse ma con le dita, morbidamente un pò piegate, e Gask restò a fissarla accigliato, finchè prima che Kianta se ne accorgesse e voltasse la testa, Kovacs rapido si spostò e le porse un bellissimo ventaglio composto fa piume lunghe e larghe. Era nominato ventaglio charleston, anni venti o veneziano e la particolarità era la forma e che fosse con piume bianche di struzzo. Un manico in legno di circa venti centrimentri laccato color perla con alla fine un decoro lavorato e incrostato di brillanti teneva la fila di piume sopra. Erano lavoerate in modo che formassero una sorta di punta di freccia arrotondata sopra e le sue alette che pendevano arrotondate verso il manico, con quelle piume corpose e paffute c he, nonstante l'uso, mantenevano un aspetto elegante e regale. Era particolare e inusuale, fatto con le piume dei loro struzzi e lavorato dai loro artigiani, era impiegato come dono per le feste in tema veneziano o altri dove era presente con i costumi che gli invitati acquistavano ed etnravano con quelli già indosso. Era un articolo di lusso, non essendo prodotto in serie nelle fabbriche, sebbene il costo non fosse proibitivo per la classe media.

    "Non far notare a quelli errori o simili, cerchiam di sembrare oliati nel nostro lavoro come con gli allenamenti, dai..." fece serio Kovacs parandogl iil culo. Da quando avevano dato a Gask il compito di seguirla, sebbene lei non lo volesse, aveva imparato che era importante ciò che Kianta faceva quanto una missione contro la feccia. Più non vi erano errori, tempi morti, situazioni incresciose dove si mostrava l'inefficienza o non capacità reattiva e di conoscenza del proprio ruolo, e maggiore era l'errore di farsi sgamare. Kianta che dava corpo a Veròna doveva essere nel pieno del ruolo e così anche loro che la seguivano, così che la recita fosse perfetta. jd gli aveva detto che era come una danza a due, coordinazione e capacità collaborativa da non vedersi da fuori niente che altri potessero giudicare come falso. O principianti. O altro. Tutto doveva filare liscio e ancora Jd disse che sebbene pareva che facessero tutto quei tre, non era così. Il grosso del lavoro di un mago non lo fa il mago stesso, ma l'attrezzatura nella mani dell'assistente e l'assistente stessa. E così era Veròna. NOn era il mago, ma l'assistente, e i lsuo lavoro era doppio, sebbene nell'ultimo periodo a Kianta stava stretto perchè ne aiutavano uno e ve ne erano altri mille che facevano casino e iniziava a stancarsi.


    Kianta iniziò a far dondolare il ventaglio dando boccate ogni tanto alla pipa, mentre osservava Cinq che si preparava il palco.

    "Proponetemi qualche tè adatto alla situazione..."

    "..." Gask rimase muto e fermo accostato alla poltrona, non conoscendo niente sul tè era meglio non fare gaffes.

    "Grande Veròna, permettetemi di fornile delle proposte classiche invece dei pregiati tè cinesi e indiani , che richiedono più tempo e attenzione, oltre che prelevarli dalla Torre perchè non disponibili qui... e visto che state assistendo a un rito. Ho disponibilità immediata di Ceylon classic, pregiata miscela di tè più apprezzati al mondo. Assam black tea, tè nero indiano dal gusto corposo e colore scuro. China black keemun,rinomato tè nero cinese dal delicato aroma fruttato. English breakfast, selezionata miscela di tè indiani e di ceylon. Darjeeling tea, uno dei più pregiati tè indiani, leggero e dal colore chiaro. Decaffeinated tea, tè di Ceylon decaffeinato..."

    "Allora per la situzione voglio qualcosa di dolce, ne avrò bisogno! Preparami un China black keemun"

    "Certo mia signora, ma permette un consiglio...Il tè nero tiene testa ai sapori forti... un Assam, robusto e dal colore intenso, può berlo insieme ai dolci di fine frolla montata che può degustare. Il leggero retrogusto floreale come il Keemun si sposa con temi meno dolci ed è adatto per carni,il delicato come il Darjeeling si sposa con patate e carni bianche. Sempre indicato con i formaggi come il Keemun. Se assaggia la pasticceria che ho portato, rovinerà il tè..." ricevendo un'occhiata da lei

    "... così sia, allora. NOn consumerò pasticcini con il tè ma la minuteria salata che richiama i dolci classici... se è disponibile..."

    "ovviamente, provvedo subito..." fece Kovacs cercando di essere come un perfetto maggiordomo, nel quale si divertiva, mentre gli altri due tornavano e si sistemavano dritti e seri con spalle al muro.

    "EHi..." fece Gask chiamando l'attenzione di Kovacs "PSSHH"

    Quando si accorse che l'amico non rispondeva si mosse dalla sua posizione ad accanto a lui, iniziando a conversare sottovoce.

    "Senti, cosè che dovrei fare?"

    "Limitati per ora a restare al suo fianco come un perfetto servitore oscuro. Questo dobbiamo essere... e fingi di fare qualcosa, che siamo insieme a servirla, così se a qaulcuno di quelli scappa l'occhio su di noi, non ti vede ciondolare confabulando... porgimi le cose mentre te le elenco" fece Kovacs in sussurri e gask gli porgeva cosa serviva.

    "Ma.. cosa ne pensi, tu, di questa cosa? Intendo innanzitutto Veròna, la sua esistenza e le... sue azioni. E poi le azioni che facciamo , questo, a te e a loro sta bene?" chiese indicando gli altri due che con un colpo d'occhio controllavano la stanza e loro due. Di colpo Zidgi fece uno scatto e andò da Kianta. Qualche insetto girovagava verso di lei, e sapendo quanto odiasse in primis le zanzare, se veniva punta si incavolava a morte perchè i ponfi le restavano anche due settimane rossissimi contro la pelle chiara, quindi Gask e Kovacs si zittirono due secondi per seguire il collega che sistemava la cosa, benchè, pensò Gask, lei avesse il ventaglio. QUando tutto fu sistemato, Zidgi tornò a posto e Gask rifece le domande, come se aspettasse una risposta importante.

    "Ascolta... non sei nuovo, sei con noi da un pò e dsa quasi l'inizio ti hanno affidato il compito di spalla e guardaschiena per lei. Capisco che ti sembra assurda questa cosa della strega, ma era così anche per me e loro. E guardaci. Alla fine l'abbiamo presa per divertimento e novità, abbiamo imparato a capire i suoi gesti e richieste mute e ogni volta è un incarico diverso dall'altro. E poi in cima alla lista della nostra mansione chiave cè quella di proteggerla ma anche proteggere gli altri da lei... Le situazioni cambiano in base ai soggetti, è come un film, vedere Veròna che recita e sconvolge quella gente. I giochi di prestigio e simili, come spostano, prendono, scambiano oggetti, se quei collaboratori osno presenti è divertente e questa storia della strega! nessuno se lo aspetterebbe. Ricordo il giorno che fu deciso di creare questa Personalità, che è conservata ogni volta che si finisce un incarico...:"

    "Aspetta, intendi quella storia della copia della memoria della testa?"

    "Si, ogni fine incarico, il capo va da David e si fa copiare la memoria perchè resti conservata anche la personalità di Verona. NOn so bene se ho capito ma sembra che David, altri usoi collaboratori, Jameson e Imogen se ricordo bene, hanno specializzazioni diverse ma lavorano in tandem e sembra che stiano studiando il modo di preparare Personalità fittizie, non copiate da un cervello, ma con dati da imprimere su un cervello perchè ... esempio Veròna venga fuori come una persona unica e diversa...anche se il capo non dovesse impersonarla più, si.. sai, metterla in testa a qualche persona in coma con danni da doverla sovracrivere..."

    "Perchè adesso è..."

    "Adesso è una delle Personalità del Capo. So che non dovrei dire niente " andandogli proprio sull'orecchio bisbigliando "ma a volte ho paura che lei perda se stessa con la storia delle personalità. Nel senso, lei ha pronte delle Personalità con tanto di documenti veri e ufficiali, anche se non cè una personalità fittizia da copiare, o imprimere come dicono per metterla su qualcun, o perchè diventi un soggetto reale e differente dal Capo, ma tutte insieme vivono... come dire, in lei. Diandra, Lia, lei stessa, Veròna, tutte le altre in base a dove deve presentarsi e chi essere per me sono un casino. Sarebbe più facile se fossero tutte create o per manipolazione mentale come fanno, che non so come spiegartelo, o come impressione se si dice così... Quando lei è nata ha già dovuto fare i conti con il riconoscimento di se stessa e la vedo sempre irata e borbottante quando il Leader, Jd o i veterani parlano di Lia, e mi sembra sempre che il capo non apprezzi mai il confronto..."

    "Intendi quella donna di quei quadri che le somigliano tanto?"

    "..." Kovacs rimase spiazzato "Come..."

    "E' sucesso qualche giorno fa, Milan mi ha portato nelle sale de dipinti e dietro una porta a doppio battente che si aprono insieme, cèra un quadro strano che raffigurava Kianta con capelli però lunghi , con un tizio vecchio stile, mentre dietro l'altra porta un dipinto che però pareva carico di..."

    "Ho capito quale..." fece Kovacs con amarezza "quello con quell'espressione..."

    "Si, esatto. ma non solo quello, nella galleria di fronte, oltre il corridoio che poi va verso i giardini, mi ha mostrato quadri di varia gente passata che colleziona e cèrano tra questi vari dipinti in pose, abiti e situazioni diversi con una donna che sembrava Kianta... ma lui dice che non è lei, eppure sembra lei! Anche se dall'espressione sembrava più..."

    "arrogante? spocchiosa? spregiudicata? Come se Veròna stesse ridendo dai dipinti...?" fece l'altro ma con un tono come se sapesse elencasse giusto per colpire l'altro

    "Eh... si, come... comque...Cèra questa tizia che Milan ha continuato a dire che non era Kianta, che era seduta su un divano a due posti con schienale ad arco e braccioli in legno e imbottiti con disegni e altro. La Kianta che no n era Kianta era seduta a ridosso del bracciolo, con un braccio su di questo e l'altro sulle gambe, con il busto inclinato verso avanti, in quell'abito bianco e argento che sembrava quasi da sposa..."

    "Si, quello con quel copricapo strano con gioielli e strani pizzi e le piume verso dietro, con i veli a scalare..."

    "Si quello, del tipo aderente che Kianta non usa mai. Ma quello che mi ha colpito è che se l'altro sembrava... serio, composto e dava come l'impressione di mostrare la persona raffigurata, in questo cèra una pesantezza enorme. I tendaggi dietro, i colori sul blu e bianco, i dipinti sullo sfondo che la raffiguravano e questa figura al centro dell'opera con l'abito lungo che ha quesi drappeggi a terra ma non cè... aria, respiro, è duro e forte nell'unirsi..."

    "A quel viso. Si, lo so. Ehi, Il Leader ti ha insegnato bene, vedo..."

    "Ah, lascia stare. Sono stato non so quanto tempo a vedere donne ammiccanti e strane, in mezzo a tizi ancora più strani per le barbe e le pose, di tempi diversi e stili diversi. Così ho capito. Ma davano l'impressione di voler dare il meglio di sè per cosa dovevano far vedere. Invece quel quadro, insieme all'altro, è come se spaccassero la stanza a metà, anche se erano nascosti dietro le porte se aperte. Quell'espressione di dolore, tristezza, malinconia, perdita di qualcosa e zero... forza? Non so spiegare quell'espressione quasi avvilita e pessimista..."

    "Amico, con chi hai parlato o che hai letto per usare adesso questi termini?"

    "Milan..." fece un sorriso un pò amaro "so usarli perchè li sento da lui e chi incontra, e capisco bene o male cosa significano e quando usarli. COl mio capo non cèra qualcosa che mi spingesse a usare questi termini, ma da quando sono con voi capisco bene tante cose. E Mi ha colpito come Milan mi dicesse di guardare ogni dipinto e spiegare cosa trasmetteva, o sentissi io, e poi mi diceva cosa leggeva in essi e... mi sembra di vivere su altro pianeta"

    "Lo so, il leader, il capo, molti dei nostri che studiano e leggono si sentono così... anche i primi spronano la gente ad apprendere la conoscenza per capire i lsignificato di elevarsi, o così dicono... "

    "Si, ma... le interazioni con Milan mi hanno permesso di capire che stavo vedendo delle persone! Nel senso, mi ha detto e continuò così per molto, finchè non mi voltai e vidi quei quadri. Lui continuava a dire di no, non erano Kianta, eppure anche da metà stanza che è molto lunga, io l'ho riconosciuta subito, sebbene gli abiti e i capelli fossero diversi. Acnhe perchè il suo viso non è confondibile con gl ialtri, non è una persona capace di passare inosservata o immergersi in una folla e non venir notata... è troppo fuori i visi classici. E una mostrava come una donna forte e in primo piano, che contrastava con l'uomo alle sue spalle o tutti gli altri dipinti in cui sembra sicura di se, anche troppo. E poi quello dall'altro lato, con quelle libellule che stavano per sempre in aria sopra di lei, o sui fiori del vaso a sininistra, poggiate sulle tende ma... nulla dello sfondo, di qeugli insetti, dei colori stemperava, credo si dica così, la... nebbia? di oscurità densa che pareva mostrare. Quelle labbra in giù, quegli occhi velati di tristezza, il viso che pareva indicare rassegnazione e qualcosa di perduto o non so... L'espressione predefinita di Milan è di infelicità ma no nso se davvero calza"

    "Si, l oso. La prima volta che vidi quel quadro mi venne l'ansia e lo sognai anche. mette soggezzione ma posso assicurarti che raffigura esattamente la persona dipinta, come era l'ultimo periodo e il primo. Se non avessi conosciuto quella persona avrei creduto fosse tipo... comè quel tipo italiano poeta di cui parlava sempre che era pessimista, aveva i passeri solitari, lo studio matto e disperatissimo... non ricordo, ma ricordo le cose che diceva e leggeva. E quando arrivò qui, benchè sorpresa e incredula di ciò che avevamo, quel dipinto la raffigura all'arrivo e poco prima della morte. Non fu l'ultimo quadro di quel pittore russo che ora il capo considera come amico, ma il penultimo di un tedesco. Ogni volta che vedevo lei o il quadro, perchè lei studiava pure molto i quadri, vedevo un'espressione e un soggetto rinunciato, abbandonato, arreso, remissivo, sottomesso. Non credere un cazzo solo da questo lato. Era una fottuta ribelle, combattiva, battagliera che in parte Veròna la raffigura. Cazzo, ogni volta che Veròna fa i suoi giochetti rivedo lei in quel lato che aveva. Lei era, come definiva il Leader... mh... sfaccettata, era composta come un caleidoscopio mi pare, da tante parti O FACCE che unite formavano uno schema. Credo fosse quello ma il succo è che dentro lei urlava e ribolliva e Veròna fu creata anche per farla sfogare. Una dei modi, comunque...ma quel cazzo di dipinto, dio santo, quel fottuto pittore tedesco è sempre stato in grado di raffigurare la persona nel profondo e come vede la persona stessa. E quel dipinto rappresentava, se ricordo le parole del Leader, il pessimismo di quella persona nel profondo. Il nostro lavoro se colpisce il capo qui da induirla a tenere lontana la gente, era ciò che usò quella persona per sfogare cosa quell'espressione mostra. E quando lo incrociava per uscire dalla sala, lo guardava e borbottava e rallentava un poco per poi proseguire, facendo quella stessa espressione. Eppure lei amava essere ritratta, diceva sempre che nella vita aveva voluto un dipinto e quelle volte che i genitori la trascinavano a visitare una città, sopratutto per le chiese che odiava, lei desiderava che quegl iartisti di strada gliene facessero uno. Desiderava rivedersi impressa dalle mani abili di qualcuno che con lo sguardo, leggeva dentro. E invece ogni cosa era troppo costoso, quello ono poteva farlo, così quell'altro, e alla fine fu solo per Milan, il leader, che lei ebbe modo di vedere al lavoro un artista che la ritraeva. le piaceva molto fissare le persone al lavoro, le loro mani che creavano cose bellissime e vedersi finalmente. Le foto... mh, non è il solo dipinto ma questo lo sai, eppure è il primo se devo fare una lista, a palesare quella parte. Gli altri mostrano altre parti della sua personalità, e diceva quelle poche volte che lo vide appeso, che vedendolo ricordava l'altra faccia della persona, mi pare, qualcosa del tipo che il pittore aveva preso in pieno come si sentiva e avvertiva, e raffigurava benissimo l'animo umano nella sua disperazione dopo aver superato quel limite che porta al dolore, che non svanirà mai. Eppure le piaceva così come al leader. Zidgi dice che colpisce allo stomaco come un animale rovinato dall'uomo, sai gli animali che salviamo e curiamo e addestriamo, quando non hanno più fiducia e solo paura e terrore e sono rassegnati. Lui è sensibile agli animali e ogni volta dice che gl ispezzano i lcuore con quelle espressioni così umane e chiare... "

    "...e..."

    "Non so cosa sai, ma la questione è che ogni soggetto è una Personalità che cambia e scambia per accontentare il leader. Il problema è che a lungo andare non so, vedo sempre che ognuna è una parte della personalità primaria che esce fuori al bisogno. ma chi le porta ad esserci? il capo... Se quella dei quadri si chiedeva chi foses, mi chiedo il capo cosa pensa di se stessa..."

    "non capisco..." seguendolo mentre Kovacs finiva di preparare il tè

    "Ci sono cose che il capo può fare e altre che non può fare... non bene tutto, ma essendo sue ombre ascoltiamo. All'inizio lo trovavo fastidioso, sono un militare di un certo livello, ambivo a diventare caposquadra, essere al di sotto dei veterani...ma poi mi sono reso conto che viaggio, sperimento, vivo di tutto e fuori dall'ordinario da cosa volevo. E ormai non mi dispaice. Il leader se la ride sempre quando lei fa e dice quacosa nel suo modo e la trova divertente. E ammetto che questi compiti, anche fingere di essere ora cameriere o maggiordono, sai, fanno parte della copertura e dell'incarico. E mi snto anche meglio perchè vedi Cinq, vedi altra gente che noi facciamo lavovorare nonostante i loro problemi di vario genere e teniamo tranquilli, e sebbene quello che facciamo a quei soggetti non ci eleva moralmente, mi c onsolano due cose, per risponderti in modo schietto. Uno, cosa ricevono da noi e le punizioni non sono niente rispetto a quello che meriterebbero . E due, togliamo di mezzo, senza uccidere, la feccia che come dice il capo, lorda le società. Prenderli tutti è impossibile ma tra questo, l'aiuto a famiglie di qualunque tipo con grossi bisogni così da teneresi lontano dalla malavita, sia per lavori e modi di guadagnare, sia chiedere aiuto alla feccia....hai visto da quando sei con noi, una manciata di mesi che ancora non hanno finito le dita di una mano, quanta gente abbiamo levato di mezzo, che ha rovinato gente in vari modi e avrebbero continuato a farlo. E la giustizia umana non era riuscita a prendere e fargliela pagare. Noi si. E se come militare devo scegliere tra lavorare come gli altri a fare la muffa da qualche parte come prima, a litigare con pazzi religiosi come li chiama il capo, senza concludere niente e vivere come numero delle truppe e... e questa vita... ho fatto più con loro che negli anni nell'esercito regolare. Ho dentro di me la sensazione di aver fatto cose buone e continuerò a farle. NOn puoi sapere la mia amarezza da soldato nel vedere che nonostante tutto, tra i morti dei nostri e di altri paesi, la situazione non è affatto migliorata ma è a uno stallo e..."

    Un colpo di tosse li prese alla sprovvista. Si voltarono e notarono che ora cèra una base musicale sotto. NOn si erano accorti di niente, presi dalla discussioni come due vecchie al parco, fianco a fianco sulla panchina.

    "Se avete intenzione di spettegolare e farvi i fatti vostri, perlomeno fatelo più distante e non farlo sentire anche ai nostri sacrifici del rito... da quando sno tutti amici sono peggio dei vecchi la sera alla fattoria, quando si riuniscono al fuoco e paiono telenovelas o cantastorie... uff" lamentò Kianta voltandosi verso di loro con rabbia, reggendosi sul gomito sinistro sull'altro bracciolo di dove era accoccolata, fissandoli negli occhi per poi tornare a sventolare quel ventaglio strano che non sembrava da lei, chiedendo quando fosse pronto il tè.

    Gask, notando che Kianta aveva girato la testa mentre Cinq prendeva il capofamiglia e lo sistemava di peso su una poltrona simile a quella che occupava, pre prepararlo, strinse uan spalla dell'altro e lo fissò negli occhi "Senti, tu sai niente dell o strano caso... insomma, di come alcuni dei nostri vedano Kianta in più posti mentre dovrebbe essere da qualtre parti?"

    Poteva sembrare di no, ma per un attimo a gask parve che sotto la mano parecchi muscoli si fossero tesi, che si fosse nel totale irrigidito, invece quando si voltò verso di lui pareva cordiale e col sorriso.
    "No... no,no..! Parli delle dicerie per cui lei è in giro e la vedono allo Chateau? Le ho sentite pure io, ma è assurdo. Il capo non è Gesù o qualche tipo di santo, sai le storie su ubiquità o onnipresenza. SAi che usa programmi con suoi aggeggi, sprite, animati intendo... ah lo so non capisci di queste cose, di solito gli sprite, in informatica, sono immagini bidimensionali, Sono sia statiche che dinamiche, nel senso di ferme o che si muovono e come base dei test di riproduzioni di persone reali, usano questi sprite animati per studiare un modo di riprodurre immagini parecchio reali inconfondibili e trarre in inganno... è tutto qui, sono solo del sistema di visualizzazione..."

    "Tanto da prendere un cestino che uno dei giardinieri aveva accanto con fiori che aveva appena messo, e portarselo?"

    Kovacs stava trafficando sul tavolino per il tè, e rimase fermo come congelato come se riflettesse, o meglio qualcosa gl ibalenava nella testa. Voltò lo sguardò verso Gask come se qualcosa nella tua testa avesse un dubbio, cèra, per poi sorridere e fare un cenno di no con la testa "non può essere... Nah, tranquillo, è solo qualche sprite o un modo come facciamo qui per mascherare delle cose. Anzi..." fece guardando l'orologio che teneva sul polso destro, guardando poi gli altri due che fecero un cenno con la testa e siavviarono come rigidi pinguini come avevano imparato per emulare dei maggiorodmi, verso la porta. Due individui, che Gask riconobbe come i prestigiatori ed illusionisti che lavoravano per loro e affiancavano sempre Kianta per i giochetti di come diceva lui. Erano coloro che facevano tutto il lavoro manuale, come lo definiva, sostituendo con oggetti reali le illusioni che i sistemi nei box quadrati creavano con laser, come fossero reali. E infatti il gioco iniziò in quel moemtno, mentre prendenvano posizione e tenevano dietro la poltrona due borse.

    "Dimentica questa cosa... non credo sia qualche stregoneria che piace al Leader o qualcosa di strano, perchè io seguo sempre il Capo e ti assicuro che non ha poteri strani, ora resta accanto a lei per controllare la sicurezza in generale e..."

    Si bloccò, così come tutti gli altri quando dalla porta alla loro destra, guardando verso i prigionieri, quindi dopo le colonne che dividevano due ambienti, non entrò un giovane sui trent'anni indaffarato per alcuni oggetti che teneva in mano, per poi fermarsi osservando Kianta che in linea, gli veniva di fronte e poi la situazione intorno. Ebbe alcuni attimi di comprensione, lasciò cadere la roba e fece per scappare da dove era venuto, ma Kianta sorrise con sguardo carogno e disse solo "Meepit!"

    Gask, Kovacs e tutti gli altri videro un lampo azzurro nella poca luce notturna esterna per l'illuminazione artificiale, che si fiondò su un braccio del ragazzo, facendol osbattere contro uno stipite con una tempia e la spalla. Lasciò il braccio mostrando per un attimo i denti aguzzi che rientravano, formando di nuovo quella specie di grosso criceto che le piaceva e teneva sempre come piano b, c, d fino alla z in base alla sitazione, apparendo un puccioso roditore da abbracciare. Così lo definivano molti uomini e molte colleghe donne che lo amavano, almeno le versioni di robot-aiuto di altri colori che operavano e avevano diverse funzioni. Quelli da campo, no! Una volta Jd ridendo disse che no nsapeva se dovevano pagare i diritti a qualcuno, come per dire che avevano roba riusata tenuta segreta. E non solo l'aspetto preso in prestito.

    "Finalmente, credevo che non arrivassi più... " fece Kianta sorridendo.

    Il ragazzo tenendosi il braccio ferito e stordito se la svignò a quattro zampe verso dentro, seguito dal buffo robottino criceto che zampettava con gli arti piccoli e tondeggianti. Le braccia parevano essere delle protuberanze ma sotto l'aspetto paffuto celavano zampe retrattili come i gatti, muovevano il naso come un coniglio, sbattevano le palpebre, muovevano le orecchiette a punta e la codina a batuffolo, e camminava come un pinguino, con fare ondeggiante ma più armonioso, non come un impedito. Aveva funzioni specifiche essendo unità di supporto per lavori esterni. E Kovacs rise vedendo quel tizio gattonare come un disperato e il robottino che gl istav dietro dondolando nel camminare sulle zampette, finchè l'occhio tondo e caruccio non mostrò il cipiglio incazzato, che Gask sentiva da Alaric come , e dargli un colpo di muso con un salto sul dietro. Il ragazzo urlò e si rialzò sulle gambe.

    Kianta nel mentre sempre seduta, contrinuava a farsi aria col ventaglio con un sorriso, finchè come annoiata con il mento sulla mano sinistra, col gomito sul bracciolo, non disse al meepit
    Il robottino continuò a dondolare con occhio cattivo finchè il ragazzo non si voltò a guardarsi intorno e questi si appallottolò come una palla prendendo velocità, sfrecciando sul pavimento decorato e atterrò di testa sulla pancia, facendogli perdere tutta l'aria dai polmoni e una sederata a terra.
    "Inibiiiiitelo!!!" fece Kianta, voltandosi verso Kovacs con un lancio d'occhiata tra lui e il tavolino

    "Subito!" fece l'uomo, andando a finire di preparare il tè

    Zidgi e Django presero il tizio e lo posizionarono insieme agl ialtri. Era il figlio maggiore dei padroni di casa e Gask comprese che Kianta lo stava aspettando, facendogli trovare la situazione che gli si era parata davanti. Le si mise accanto e osservò la scena, finchè Kianta non iniziò un discorso.

    "Adesso che tutti i presenti al rito sono insieme, che si inizi questa cerimonia di legamento e morte. Benvenuti a questa notturana festa di follia e disperazione. Cominciamo il Gioco delle grandi occasioni, il gioco della verità. Il Rito di annientamento. Tu sarai il mio avversario e mio compagno di gioco, non ci sarà intorno a noi che un campo di sfida, come una scacchiera..." e nella stanza iniziò a mutare tutto finendo in una sorta di piano con il pavimento come una scacchiera, e un vuoto come senza fine e Gask sapeva che stava usando il sistema di proiezioni, la fissò mentre parlava perchè si era alzata in piedi, con le mani in alto come presentazione dell'ambiente. "Non ci saranno pause, niente interruzioni, ma è il turno di iniziare la partita. Che sarà inclusa nel rito e in base alle risposte che darai e alle mosse, guadagnerai le caselle necessarie per giungere alla porta " indicando con un dito della mano sinistra una porta là dove enlla realtà cèra la porta che conduceva al resto dell'edificio, alla sua sinistra, sebbene apparisse chiusa "Fa avanzare le pedine che avrai a disposizione. Abbatterò le tue idee infantili di vincitore e superiorità, mentre tenti di dimostrarmi che vali. I sette peccati da voi commessi verranno lavati la dodicesima mossa del senso gioco, terminando senza intralci, poichè le vittime sacrificali vivranno il giusto rito di pentimento. Berrete il vino color del sangue delle vostre vittime, così da collegarvi con loro in ogni senso. Spererete e supplicherete fino al midollo.Su, primo sacrificio, alzati e presentati al mio cospetto. Sarai colui che dimostrerà il valore e otterrà l'apertura della porta della salvezza? Altrimenti, prostati e presta il giuramento all'anello. Sottomettiti al più forte come facesti con le tue vittime, finchè ogni tuo peccato non sarà lavato. Ogni cosa per te sarà dolce e amara e il condimento che userò si chiama disperazione..I tuoi lamenti saranno come dolce melodia d'orchestra, ogni tuo urlo e goccia di sangue ripagherà il tuo peccato. Che soavità le tue grida, perchè lo farai, e farò in modo che avvenga.... Il giudizio finale sta per essere emesso con l'ultimo atto di questa notte di gioco e dance macabre. Nessuno può emendarsi dal peccato che scorre nelle vene..." indicando poi ognuno di loro con un dito "Tu sei senza peccato? Quanto sarà pesante il mio castigo? Ti accorgi delle voci senza voce che hai fatto tacere? Ti accorgi dei tuoi peccati? Tu sei senza peccato urlerai, ma quanto sarà pesante il mio castigo? Sarà il Gioco a decidere e le tue azioni e scelte..."

    Tenne la mano come a stringere qualcosa e tramite i laser comparve un calice. Gask aveva imparato a conoscerlo anche nelle feste a tema religioso dello Chateau. I calici non erano di metalli preziosi o metalli in generale. Ma un legno particolare, che gli avevano spiegato fosse il Padouk, o legnocorallo,Padouk africano. Era parente come colore del Mahogany, conosciuto comunemente come Mogano e si differenziavano per il tipo di durezza e la resa del colore asciutto e lavorato. Uno rosso sangue vivo o color sangue essiccato, l'altro il colore mogano meno sanguigno.
    Rosso sangue vivido passante con l’essiccazione al marrone porpora con venature rosse, molto duro e utilizzato per pavimenti, mobili d’alta classe, tornitura di fantasia, intarsi, manici di utensili e coltelli, remi, pavimenti. Per mantenere la colorazione rosso vivo dev’essere verniciato velocemente evitando esposizione alla luce prolungata. Il colore vivo tipo sangue era impiegato per ambienti particolari, adatti a riti e simili o oggetti specifici. Come in quel caso.
    La coppa presentava la ciotola contenente il bicchiere di un terzo tutta l'altezza, panciuta e bordo in fuori, che continuava verso un'altra sezione bombata e il gambo, a forma eliocoidale traforata, per terminare in una base alta un dito e bombata ai bordi. Le venature del legno aggiunte al colore normale la rendevano come sporca totalmente di sangue vivido e lucente, acnhe per la vernice protettiva e l'oggetto era stato tornito a mano senza luso di macchine se non un apparecchio che tramite azione manuale di un secondo soggetto, si ruotava una manopola tonda grande con manovella che faceva ruotare il pezzo di legno mentre veniva tornito per la forma principale con strumetni e bulini manuali.
    Dalla coppa scaturì uno straripamento e una fiumana di sostanza un pò meno liquida dell'acqua e rosso sangue che scese sulla parte esterna, poi sulla mano e per terra, creando una pozza. Con un gesto della mano verso l'alto con grazia, Kianta mostrò come quella sostanza rossa evaporasse quasi, con le gonne che si sollevavano come una gravità opposta e formassero, unendosi, tantissime libellule.

    Uno degli illusionisti prese una panca e la spostò davanti a lei, che divideva Kianta dai soggetti che la stavano osservando, mentre il secondo nascosto e nei momenti giusti metteva nella mano una vera coppa identica. Per questo lei si posizionò al centro della panca che era stata messa durante lo scambio da illusione a coppa vera, preparata con una tovaglia ricamata riccamente, guardandoli con occhiate carogne. Risollevatasi, aprì le braccia all'infuori e gli illusionisti posizionarono le altre, una per ogni membro o sacrificio e dopo aver trafficato sul tavolino dove Kovacs aveva preparatò il tè, spostato poi su un nuovo carrello porta vivande, si collocarono passi indietro a lei, a destra e sinistra, con delle caraffe in vero argento totalmente cesellate e lavorate a sbalzi. Due attimi dopo erano intenti a versare dal beccuccio elegante con rilievi di forse viticci qualcosa di un pò denso e rosso scuro, finchè non finirono tutte le coppe.

    "il rito di questa sera non è unico, ma raro. Avete giocato con le persone sbagliate e purgherete i vostri peccati a modo mio. Cinq sarà l'arbitro e deciderà lui i vincitori e vinci in base alla mano di gioco e invece di morire soffrirete per ogni sbaglio o mossa che farete...."

    "Sorridete" fece Cinq riportando al centro, prima della panca la poltrona con l'uomo, spostandolo con Zidgi e Kovacs di peso "la grandiosa strega delle cento ore vi porge un enrome regalo. Si, si..." fregandosi le mani e guardandoli. Sebbene il gesto sembrasse lascivo e untuoso, faceva l'effetto opposto rapportato al tipo di soggetto tuttì'altro se secco e allampanato come ci si aspetterebbe














    Gask era disteso sul letto di Kianta, si era addormentato un pò finchè non si svegliò, mentre danzavano davanti agli occhi le pagine dei Resoconti di Lia che aveva deciso di leggere. SOlo poche persone potevano accedervi, e alcune di queste anche l osapevano. Si guardò accanto, la parte di letto dove doveva esserci lei, era vuota. Il letto era in legno intagliato e di stile antico, ma non pacchiano e troppo pieno di fronzoli fiorati e simili. E a una piazza e mezzo, un errore aveva saputo di Milan nell'acquisto di quel materasso in lattice, aveva fatto si che lei avesse un letto in parte moderno e più ampio, permettendo ad entrambi di starci senza problemi. Niente a che vedere con il Kingsize di Milan, e sebbene il legno di ogni mobile desse un tono antico alla stanza, non dava fastidio o risultava antiquato in modo brutto, come aveva visto in altri luoghi che usavano come Avamposti o Torri. Milan gli rispose . E Kianta dopo che erano diventati amici aveva commentato piccata .

    Gask sorrise, quei due erano amici eppure sembrava sempre che lei lo controllasse e sfidasse. Sapeva che cèra qualcosa, dietro ma non voleva pressarla con domande e simili.
    Controllò dove fosse e la vide seduta a terra, nel cubicolo come lo chiamava, che si formava spingendo indietro la speciale finestra. Trovava strano il meccanismo, gli infissi originali erano danneggiati e sebbene Milan preferisse sempre mantenere il corpo principale nello stile più naturale possibile, in zone laterali, che davano a destra a sinistra verso i due boschi diversi e le zone aperte, aveva fatto installare quegli speciali infissi che, tramite un meccanismo, creavano unasezione piccola ma extra da cui vedere tutto intorno, sopra e sotto compresi, con l'anonimità delle pellicole che non permettevano di vedere l'interno. E lei usava quel box che si creava, sicura che sia la struttura antica resistente e per il materiale degli infissi non cadesse o ci fosse un cedimento. E Doveva ammettere anche luii che era uno spettacolo dall'ultimo piano in quel box, quasi tutto trasparente. Spaziava perfino oltre la mini sezione laterale, sotto il box,di giardiano e passaggio per la parte esterna posteriore dell'edificio e poi più in là, verso stalla e pascoli e bosco, fin dove si vedesse. Milan invece aveva le finestre dall'altro lato che cadevano sull'altra striscia di giardino ma tramite balcone, la stanza di Kianta era una delle due senza balcone da quel lato, mentre Milan aveva tutte le finestre e balconi dell'altra ala. Prendendo tutto il corridoio come sue stanze personali, vedendo quindi oltre che davano alle varie sezioni di allenamento esterno, i box superiori del parco macchine e strutture fino alla base della montagna. Non aveva mai capito se lui si mangiasse le mani per lo spettacolo migliore che Kianta avesse, sebbene montagna, bosco e aree verdi erano visibili e fruibili dai balconi dell'amico, ma sapeva che Milan aveva preferito prima dell'arirvo di Kianta di quelle stanze quindi Amen. Andava così.

    Kianta era seduta in posizione di loto dandogli le spalle, al centro del box, sebbene di norma si mettesse con le spalle poggiate agli infissi di traverso alla mini stanza trasparente, guardando fuori, con in mano la pipa che fumava con dolcezza qualcosa di aromatico, ma non fastidioso. Lo spettacolo del cielo notturno da loro era mille volte meglio in altre zone, avendo meno illuminazione cittadina, con un controllo dell'inquinamento luminoso, tramite lampioni speciali a luce tenue e meno invasiva. I gruppi di turno di controllo erano posizionati in speciali strutture come i tobruk, presa in prestito dalla seconda guerra mondiale. Ma era la prima volta che lui ne vedeva qualcuno che, come ridevano i ragazzi, sembravano delle supposte nascoste nel verde.
    Inizialmente le originali e molte ancora esistenti e conservate per memoria storica, erano fortificazioni militari difensive di piccole dimensioni, di varie forme e posizioni che erano definiti anche mini bunker, perchè i più piccoli non avevano zone scavate al di sotto ma solo quadrate, o forme che contenevano massimo sei soldati ammassati, con diverse specializzioni.I fori servivano per una copertura durante le fasi di sparo e quei cilindri a punta che contenevano massimo due persone alla volta in piedi, avevano un'apertura e dei fori laterali ed erano immersi in piccole zone di architettura paesaggistica con ornamenti di piante o fiori rampicanti che nascondevano la posizione delle guardie. Queste avevano luce interna che potevano accedenre e creav auna suggistiva visione esterna, ma con luce spenta era un ottimo luogo per guardie e cecchini, la cui visione spaziava per le mini finestre a trecentosessanta gradi. I turni di guardia solo per quella funzione era di sei o sette ore, quindni non era previsto bagno come nei mini bunker originali, mentre l'architettura paesaggistica totale con statue, il tobruk, sezioni di piante e fiori sapientemente posizionati, permettevano di stare seduti in determninati punti mischiati all'ambiente, con uniformi notturne specifiche con colori che si mescolavano alla posizione e struttura, così' da mischiarsi come se avessero tute mimetiche.
    E per casi eventuali durante i turni, erano dotati di speciali occhialini di ultima generazione meno ingombranti che facevano sia da visore notturno che di visore di calore, per determinare presenze intorno. Ogni divisa di ogni membro che operava e che dovevano mettere per l'esterno, era dotata di un particolare spilla che i due tipi di visore notavano e mostravano per calore o riflessi di luci, così da capire subito se era un compagno che solamente si muoveva in giro o meno.

    Sapeva che a volte molti di loro avevano urlato disperati al fantasma a causa di un mantello quasi impalpabile perlato, o non sapeva come di seta bianca di alta qualità, che kianta usava di notte. Da quando erano amici non l'aveva mai vista uscire con quello e ne l'aveva visto negli armadi, eppure dicevano che la vedevano lo stesso. Ma accadeva quando lui dormiva? Quel dubbio ancora non era sparito, ma accadeva ancora che la vedessero quando invece erano insieme, missioni o meno, essendo ormai amici da stare più spesso vicini.

    E ancora, sebbene a Kianta piangesse il cuore indossare seta di prima qualità, sapendo che di sicuro era stata fatta non da bozzoli di baco normali ma da quelli stufati per uccidere l'animaletto, e non avere alla fine un rotolino di seta rotto per la fuoriuscita dell'insetto. Lei preferiva capi creati con i bozzoli anche bucati, non le importava la qualità o pregiatezza, la seta era comunque seta, e uccidere un animale solo per un filo intero e intonso invece di vari spezzati, la rendeva triste. Eppure le piaceva indossarlo camminando nei giardini quando non riusciva a dormire e molti si erano presi la strizza perchè con le luci basse e calde, quindi non come uno stadio ma con pozze sparse di luce e attraverso gli apparecchi, seguivano la figura strana per il mantello che era diventata lo spauracchio di molti. Kianta si infuriava, sebbene da quando la andava a trovare la sera non era mai uscita per quello, perchè secondo lei aver paura di ciò che è morto era inutile, erano peggio i vivi dei morti, anche se si parlava di zone infestate. Non l'aveva mai vista girare di notte e capire cosa vedessero gli altri, odiando avvisare di cosa faceva, ma se la rideva comunque perchè molti avevano paura quando lei perdeva la pazienza o si incavolava. Vederla come spettro spaventoso era assurdo.

    Lei pareva non aver capito che fosse sveglio, se avesse notato che si era addormentato, e invece di vedere l'ora, Gask portò gli occhi sul tablet dove aveva visualizzato le parti scritte dei Resoconti. Sembrava che Kianta fosse di malumore, vedeva la sua schiena e basta, notando quando metteva il bocchino in bocca ogni tanto, alzando la testa per fissare i lfumo che diventava evanescente, e aveva la sensazione che non fosse solo impedita nel dormire . Così per un pò non fece che guardare il pad e osservarla, riportando gli occhi sullo schermo.



    Alzata di occhi verso la schiena di Kianta. Iniziò a leggere comprendo solo parti di tutto ciò che cèra scritto, come se sovrappensiero.




    Alzata di occhi.





    Alzata di occhi.



    Alzata di occhi.

    <... se la vita fosse un film sarebbe meglio, potresti sceglier il finale, come si svolge. Potresti fare un sacco di cose che la vita non ti permette. Tu ora fai solo l'attore, ma il ruolo non te lo sei scelto mica tu, quindi sognare è un modo per andare oltre, quell'oltre che la vita nega o blocca perchè non sei omogeneo... Potrò mai pensare e dire -𝘗𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘮𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘷𝘰𝘭𝘶𝘵𝘢… 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘦 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘢?- cambiare e migliorare sono due cose diverse... gli esseri umani possono cambiare le loro vite cambiando le abitudini mentali....tutti i significiti, tutti gli obiettivi, e ogni cosa che sia stata mai desiderata ...torna adessere dispersa >

    Alazata di occhi.




    Alzata di occhi.

    "Pazzo è vivere come una nullità, pazzo è farsi umiliare e farsi calpestare per il pensiero dell'educazione senza usare astuzia ed elegante strozzagine come fanno molti..., trascinarsi in una miserabile esistenza quando hai un lupo chiuso nel tuo corpo e la chiave per liberarlo ma non puoi o in mezzo alle persone non.... An invisible wall suddenly appeared.... la vita fino ad allora era stata vuota, ma non perchè mancasse lui ,ma perchè mancava la vita stessa. Nessuna scelta, ogni istante di vita programmato e forse, cosa peggiore, la consapevolezza che tutto poteva cambiare ma nessuno avrebbe fatto il primo passo... Strano come il tempo abbia due modi differenti di scorrere, la velocità affrettandosi a raggiungere il futuro perchè tu vi sia catapultato e la lentezza con cui cerca di staccarsi dal passato ma non riesce neanche a pagarlo... la vita deve stare così stretta, devon odesiderare la morte come la cosa più bella del mondo, così tanta disperazione da chiedere come merde di morire e finirla lì...>

    Alzata di occhi.

    <...tu non vuoi essere felice? A me basterebbe anche una normale felicità, aver eil necessario per star bene e fare del mio meglio per fare qualcosa per il mondo che io stessa dovrei vivere... perso la speranza di vivere perchè estranea al mondoesistente, e parlo sia dell'ambiente che del resto fuori a dove...
    Odiare tutti i religiosi perchè per le loro mancanze si rifugiano in speranze fallate, nelle parole di testi inventati da pastori e ripresi per dare una morale alla gente scema. peccato... che seguiamo come umani nel vissuto giornalmente, ci sia qualche altra cosa, al di là delle legge, che no nsi dovrebbe fare e questo perchè siamo Umani... Dovremmo essere oltre ma al gente lo mischia con le leggi divine, di Dei che sterminano i -loro nemici- che poi altri non osno che altre persone che vivono in modo diverso, basta che non rechino danno, e non credono in quel loro dio---- non cèra bisgno della religione per esser e moralmente giusti... non oddisfatto il minimo di quello che volevo vivere, sentirsi insignificante. NOn superare i quaranta anni, accettare la morte come una cosa naturale da anticipare....no speranza di vivere, semplicemente niente fattori meritevole per continuare...e odiare ancora di più chi faceva capire che si era egoisti a pensare per se andandosen... soffriew così tanto tacciati di ignobiltà, affermando di pensare prima a chi restava>

    Alzata di occhi.

    <...Ti prego gli vorrei dire, se esistesse, dimmi qualcosa che possa portare con me per sempre perchè sia di conforto sapendoti esistente, non importa in che piano, ma perchè possa pronunciarlo e sentirti accanto come se la mia anima fosse una sola e in pace... dietro ogni persona cè una vita che non gli ha lasciato scelta... l'arte è prima di tutto un godimento... un urlo nel silenzio, se si spegne ma il suo eco rimane nella mente, fino finendo per restar solo col ricordarlo, e così diviene eterno... Ora capisco. Se voglio vedere qualcosa, devo solo aprire gli occhi. E mi rendo conto che tutto quello che ho davanti fa parte di qualcosa di importante. Anche se vederlo è ... molto doloroso...>

    Alzata di occhi.

    <..Tutti dicono che l’amore fa male, ma non è vero. La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Sentire una perdita dentro fa male. Tutti confondono queste cose con l’amore, e fin qui ok. Ma poi iniziano a dire l'amore è tutto ed è la cosa meravigliosa. NO, il troppo amore può far male, così tanto... per quanto cerchi di arginare, succede ciò che deve succedere, ineluttabilmente! E io sono una persona che non si arrende.. e dico ciò per esperienza... Mi domando il quarto come dovrebbe essere, alla fine. Così assurdo eppure reale, e non immagino l'aspetto...>

    Alzata di occhi.

    <... e la manifestazione del contenuto della tua coscienza , cioè è quello che tu sei ... è scritto in ognuno di noi, nelle nostre cellule cerebrali dall' origine della vita fino ai nostri giorni , cioè la memoria delle esperienze. Vissute....e che si manifestano in ognuno di noi attraverso le gioie, dolori , ansie , inquietudini , paure che sono il contenuto della nostra coscienza e che fa di noi un essere umano . Anzi la singola e unica persona, irripetibile in una nuova Personalità che dovrebbe ricominciare da capo... comprenderle , e se possibile andare oltre....un susseguirsi di causa - effetto, causa - effetto , come un oroborus e si cerca la possibilità di uscire da questa catena , attraverso la conoscenza di sé...ci rivelerà il perchè della nostra esistenza . Ma conoscere se stessi è molto difficile .... Il destino non esiste? ... Quello che noi chiamiamo presente è in effetti a demarcazione del passaggio tra i due stati, e questo istante effimero si manifesta nella più totale oscurità, facendo si che tutto ciò che ne scaturisce... quando li elaboriamo, percepiamo, sono già passati. Vivere, è percepire il passato del nostro futuro...Pax et bonum>

    Alzata di occhi.

    <... Infatti, perché gli umani sono portati a dare la colpa al qualcuno, E un modo per scaricare le colpa al destino, quanto noi siamo liberi di decidere cose e spagliato o giusto, senza esserne prigionieri del destino... In qualsiasi circostanza della vita, la cosa più pericolosa da fare è stare immobili...
    Ognuno è artefice del proprio destino... l'ego, è l'unica cosa che ti impedisce ti esser everamnete libera, ucciderlo.. alcune cose prescindono da tutto ciò che si faccia.... Sono punti di vista....>

    NOn riusciva a capire niente, tutto gli ballava davanti e ogni frase non gli entrava in testa. Così sbuffò e fece slittare i l dispositivo di lato, guardando il tetto decorato. Voltò la testa a guardarla, non si era mossa di un millimetro se non il braccio, per fumare.

    "Esprimi un desiderio."

    Kianta voltò solo la testa col mento verso la spalla, cercando di raggiungerlo con chi occhi ma non per guardarlo. Faceva sempre così quando voleva dimostrare di dare la sua attenzione ma non era di umore neutro o felice.

    "Per fare cosa..."

    "Immagina di voler qualcosa, un desiderio che vuoi realizzare che vuoi... quale sarebbe? Immagina che sia io la stessa cadente" ridendo, facendo ballare anche il letto nel seguirlo

    "E se non avessi niente da desiderare? Voglio dire... E se avessi tutto quello che ho sempre voluto, desiderato? Tu sai che io sono nata di fatto pochi mesi fa... se dici di dover scegliere..." scuotendo la testa "perchè lo fai, se mi hai anche osservata come hai specificato? E tu sai che non mi piace questa cosa, constatando che tu sei maschio e mi infastidisco per questo..." mentre la vedeva muoversi per mettere nella pipa altri elementi, chiedendosi cosa avesse scelto

    "Allora desidera che non cambi niente. Come non detto, volevo solo..."

    "le persone... hanno il brutto vizio di credere che osservando qualcuno con chissà quale motivazione, allora conoscono la persona... ma cè più di questo. Tu vuoi essere mio amico, eppure mi fissi come un gufo per capire e avere le risposte alle tue domande. Ma questa cosa si costruisce col tempo e tra persone giuste... Non esistono segreti tra noi e loro, riescono a comprendere tutte le nostre emozioni, anche se facciamo di tutto per nasconderle.... CApisci cosa intendo?" rivoltandosi in quel modo

    "intendi il concetto di essere amati per quelli che si è, e più precisamente, di essere amati nonostante quello che si è?

    "chi... chi mi mostra considerazione di affetto come dici tu?" fece lei rimarcando un vecchio discorso

    "... amare quello che c'è, quello che non c'è non c'è..."

    "La smetti di ripetere frasi sentite? Sto parlando seriamente e voglio che tu lo sappia. Il fatto che ho ammesso che non ti odiavo e alla fine non mi davi fastidio, non ti deve portare ad alzarti su chissà che piedistallo. Ti ho ascoltato tra le rovine, ho accettato i miei sbagli e ho chiesto scusa. Tu hai iniziato a far pressione per essere amico e sei finito per piazzarti qui con la scusa di farmi compagnia, perchè sto lontano da tutti... avrei dovuto farti stare sul divano, invece di cedere... e poi sono cattiva, per tutti!"

    "Andiamo, ti voglio bene..." fece lui con un sorriso ma lei rise alzando la testa inditro

    "Devi ancora imparare molto su di me... da prima del ME ad ora..."

    "Parli di Lia? Il fantasma dello Chateau che fa tremare tutti? Ha la sua storia ma..."

    "per lei in parte non doveva accadere, come se io non fosse mai stata qui. Ma Milan disse no, come lei aveva ceercato di ridare ciò che spettava agli inutili e invisibili, le disse che avrebbe vissuto nella parte che tutti lasciavano ancora accettata e presente. E da chi non voleva figli e il senso di eredità che tutti invece pensano, è davvero tanto! Ma non cè solo questo. Tu pensi di conoscermi, spiegami allora innanzitutto perchè lei non voleva essere ricordata e voleva andarsene..."

    "...Mh, parli del senso di essere nonostante non volesse ancora presente,e molto, in tante cose?DA quello che ho capito, spero di riportarlo bene... quando il mondo diventa troppo crudele, allora ci rifugiamo in un uno nuovo, dove siamo veramente noi... può essere un rifugio o potrebbe essere un inferno, può essere il paradiso, può essere una condanna. Importante è aver conferito a questo mondo un significato... era attaccata a quell o che rimaneva della sua suoa zona di confort, incapace di lasciarsi il passato alle spalle, spezzandola. E sul perdere e di perder ogni cosa... Conosceva i domani che non sapevano come fossero, a causa dei giorni che passavano identici, e ormai conosceva come tutti uguali. NOtte agognate per scappare nei sogni, cnotro i giorni composti da smarrimento, stanchezza e dolore e sonno. Per dimenticare ma acnhe scappare e costruire e un altro luogo per lei.E lo faceva con dissociazione della personalità, per sfuggire alla realtà in cui non risconosceva se stessa..."

    "Mi auguro non sia solo ripetere a pappagallo. E io, perchè esisto?"

    "Per essere una nuova lei da zero, perché rinascere vuole dire costruire.."

    "Sembri una scolaretta... che dici di me, veramente?" guardandolo girandosi col busto

    "Dipende dell'argomento. Io penso che tu creda in qualcosa, e che può diventare realtà. Se qualcuno crede che esista il posto per sè, allora senza dubio quel posto esiste e può trovarlo... come per Lia, magari se trovi il tuo posto in cui credi davvero, tutto il tuo passato come fu per lei se riusciva, sarebbe sfocato, diventando fumoso in confronto all'importanza del tempo che..."

    "Cosa... perchè tu sei qui e tutto cambia? E' questo che stai dicendo? Hai fatto cosa, parlato con Milan? perchè mi sembra un dialogo dei loro..."

    "Ti giuro che non è così... l'ho letto e mi è sembrato che, non so, fosse lo stesso per te. Come se nulla fosse cambiato... fino a quando qualcuno non ti ha accettata..."

    "Smettila..."

    "Sto dicendo sul serio. Forse non sei abituata a parlarne e con tutti, ma ascolta. So bene che hai dei problemi interiori, ma non devi per forza affrontarli da sola. Se non ti piace aprirti è un conto, ma che non trovi nessuno con cui condividere e affrontare queste cose, magari non è detto..."

    "Ah, quindi cosa... ti stai offrendo per caso?"

    "Non mi va quando hai quelle espressioni. E mi volti la schiena. Preferisco quando sei tu che sorridi..."

    "Nah..."

    "Non credi che magari potresti affrontare la vita in modo diverso con qualcuno vicino?"

    "Fai sempre questi strani discorsi, ma parla tu, di te stesso, per una volta. Cosa vuoi esattamente? Siamo amici, ho accettato che tu venissi a traslocare qui tra poco,questo sembra che hai fatto come se non avessi una camera tua, perchè dici che entrambi ci sentivamo soli e potevamo passare del tempo tra amici. Peccato solo che tu sei maschio e io femmina, per la maggior parte dell'umanità l'amicizia tra sessi diversi non esiste, sbagliato, peccato che hanno un punto che condivido. Alla fine la parte maschile desidera di più, e ciò che vogliono tutti i maschi. E non dirmi che non è vero, sei come una piattola per prendere le parole di Legeia. Non sto dicendo negatività, ma facendo una constatazione... ho l'impressine dall'inizio che tu non pensi come me le cose, quindi cerchi di fare discorsi come con Milan e io, e prima Lia, per giungere a un fine...peccato solo che con MIlan è un cosa, con te un'altra..."

    "Quindi?" fece lui buttando i piedi più dal letto per sedersi sul bordo del letto

    "Te l'ho chiesto anche prima, tu cosa vuoi esattamente? perchè nonostante tu abbia una ragazza che io posso affermare con sicurezza essere ottima come persona, nel villaggio vicino, che pare budino quando andiamo là o viene a portare roba per gli scambi e ti vede.... tu sei qui, invece di là con lei. E sinceramente valutando pro e contro, con me perdi..."

    "Quindi mi stai dicendo che dai valore alle persone e fai un confronto...?"

    "..." voltando nuovo la testa verso di lui ma non per guardarlo "NOn scherzare. Ho già ammesso che odiavo la situazione creatasi prima dal CApo, poi tu che vieni qui, il perchè sopratutto, e poi guarda caso appena parliamo dopo le rovine e ti dico che non volevo ammettere le cose, il tuo Capo muore... Ho già detto che mi dispiaceva di averti trattato male e con atteggiamenti di odio, ma ancora adesso affermo che l'ho fatto perchè non mi piacevano situazioni di cui non fossi sicura. Che vuoi che ti dica ancora? SI, da quella volta che siamo visti dal tuo Capo e tu emulavi spiderman su quella balaustra, sembravi come fuori posto per me, tra quella gente. Impressione, certo, ma anche dopo quando venne qui con te e gli altri scagnozzi. Ma nulla, dissi, è solo che il tuo era diverso perchè non eri ne di faccia, ne di atteggiamento ne altro feccia come loro..." fumando e osservando il fumo "poi Milan per parlarti una mezz'ora o più quel giorno, decise che voleva che fossi dei nostri. Ma il tuo capo niente. E come per magia tre giorni dopo eccoti al cancello. E poi facesti quella cazzata..."

    "Lo so, è stato uno sbaglio..."

    "Ma acnhe quella volta, l'odio che provavo per ciò che facesti... non era commisurabile a tutti gli altri che ho portato all'inferno e ritorno... " chinando la testa verso l'altra spalla "e questa cosa mi faceva incazzare di più. Poi hai iniziato ad essere ben voluto da tutto e fare i cavoli tuoi, nonostnante le regole e la tua posizione, equiparandoti al livello di tutti senza dare il buon esempio. E per Milan era tutto ok, ma trovavo assurdo che andava tutto bene anche se le regole erano scavalcate. E' per le regole che questo posto è quel che è... e invece tu e Milan, con gli altri, avete iniziato a comportarvi come liceali spensierati, facendo come volevate. E il tuo continuare, e continuare a trattarmi e avvicinarmi, come se fossimo stati sullo stesso piano. Il darmi del tu, trattarmi come amici, come se ci conoscessimo, facendo il caruccetto e tranquillamente pure davanti a tutti. E ancora di più, non provavo fastidio quando mi stavi appiccicato sia come piattola nei tempi normali , che quando Milan e Jd mi oblbigavano ad averti intorno come ulteriore spalla. E quelle volte che ti sei permesso di toccarmi e prendermi per un braccio... il nervoso che mi è salito constatando che non mi dava fastidio, ribrezzo, schifo come per tutti gli altri. E non capivo... E non voglio capire. Ecco perchè non sono contenta della cosa. Da quando mi sono svegliata ho assistito sia vie ad etere, connesioni radio, multiple, satellitari, body cam o io stessa di persona. Le cose che ho visto... all'inizio stentavo a credere che l'orrore che vedessi fosse reali. Avevo letto e studiato prima, la prima settimana, del mondo terrificante degli insetti e cosa celano di orribile. Questo perchè volevo conoscere le informazioni sulle api, le libellule che a Lia piacevano e perchè... e poi cosa si annida in quel mondo! Ma quando vidi le azioni umane e a cosa portavano, non capì come potesse essere aneche miminamente possibile qualcosa... del genere. Per sapere se anche la Personalità primaria aveva remore nell'accettare tutto ciò, lessi i resoconti, che sono esclusivi di pochi persone, e sconosciuti ad altri. E capì che, sebbene per molte persone in generale Lia potesse essere vista come dura, terrificante, un angelo oscuro braccatore, in realtà faceva solo ciò che nessun altro faceva. Pulizia e sistemazione. E lessi le cos eche lei aveva visto prima e dopo l'essere entrata qui...

    "..."


    " E vidi i video di prima, di cosa si celava nelle registrazioni delle missioni e incarichi, e che fosse tutto reale. Abusi e torture, trattamenti disumani e persone viste come oggetti da usare e gettare al bisogno. Ma più di tutto fu vedere la verità celata dietro il termine sesso, e io non accetto verità addolcite e nascoste. E osservai le camere nascoste mentre si perpetravano quelle cose per avere prove e... compresi che questo mondo si regge su alcune cose chiave. Potere, denaro, classicismo e sesso. Milan può tentare quanto vuole ma per fare cosa vuole, è necessario un arco di tempo adeguato perchè i soggetti malati, e intendo nella testa, cadano e spariscano, lasciando il posto a quelli nuovi con mente non avvelenata. Ma anche lì è un problema. Le menti malate per il concetto della famiglia, crescono i nuovi, ammordandoli con il loro schifo. E quindi, se non erano come me, scriveva Lia, a che serve tutto se è radicato nella testa da avere nuovi cancri nella società? Si era visto con la liberazione del suo paese dai fasci, cosa accadde! Tutti quelli che erano pro lo schifo che era stato perpretrato, chiusero la bocca e ottenne tutti i benefici che la costituzione portò, ma dentro rimasero marci e crebbero altri marci, oppure creò gruppi, i nuovi fasci e altri nomi, e così ancora oggi cè quello schifo in giro. Quindi lei stessa disse che non era auspicabile un piano come quelli di Milan nel poco tempo, sarebbe accaduto come quella volta. E questo pensando in piccolo, solo il suo paese... e ancora oggi noto come aiutando cinque persone, altre cento continuano a fare il cavolo che vogliono come fossero Re e Regina nel loro possedimento. E per essere gentile... Ma più di tutto, mi colpì vedere la Casa della Seta, i padiglioni di quel posto e come fossero sciamati da tantissime persone, più di tutti i settori dello Chateau. Il lavoro di Madame e come il concetto di amore e sesso deviassero le persone. Tanto. Anche Milan ne approfitta, ed essendo ciò che è non per quelle donne neanche un sacrificio. Ma resta sempre una cosa che se lo conosci, lo cerchi. Io no, non mi interessa e non accadrà ciò che ho visto da quando mi sono svegliata ad ora, quello che so di Rò e cosa ho visto anche dal vivo, e come agiscono la quasi totalità dei maschi nel mondo. Ecco perchè ho valutato me e quella ragazza come due fattori con i pro e i contro. E anche se per i ltuo passato sei in parte come me, non mi sembra proprio da cosa cerchi di fare. Corretto?"

    "..."

    "Non parli? QUindi ho ragione e come vedi, mi accorgo delle cose, gli altri pensano che sia svampita su certe cose e non veda. Devo sol oringraziare, come fece Lia, che non sono fuori di testa da arrivare a ciò, ma lo so e lo vedo. Ma i patti sono chiari e sanno che gli stappo la faccia se fanno qualcosa che mi urta. Ma tu, tu che sei l'unico che non mi da fastidio con la vicinanza o toccandomi, mi porti a tenere gli occhi aperti di più. Non voglio. NOn voglio niente di tutto ciò. Me ne frego se la gente continua a dire che senza provare, non si può sapere. Prbabilmente non dovevo leggere i resoconti di Lia, ma ho letto tutto ciò che la tormentava, che l'unico che non le dava fastidio, cercava di baciarla e male pure, neanche un cane in quel modo, e toccarla e fare cose dicendo che era dimostrare amore... E quando lei disse no, che non riusciva a trovare niente di bello neanche se la baciava e toccata, anche solo sulle braccia o quando allungava le mani al seno, lei restava come a guardare qualcuno che la aiuta che so, ad allacciarle le scarpe. E così grida, accuse, l'amicizia buttata via per questo motivo. Perchè non comprendeva che lui diceva di provare e che lei stessa doveva sentire, e quei desideri che diceva tutte provano e che dovevano essere in lei. Non sei come le altre, devi fare come le altri... e via così. Ecco perchè alla fine lei disse basta. Lei non perdeva niente, così come è accaduto con tutte le persone che ha conosciuto, quindi addio Rò. Trovati qualcuna che ti soddisfi come vuoi, vuol dire che non mi amavi veramente e volevi solo i desideri delle persone medie, così scriveva. E io non so se è una cosa profonda come dice Milan, o per ciò che ho scoperto dell'esistenza umana nella società là fuori, le leggi orribili, ma non ho alcuna intenzione di accontentare nessuno per quello, se non sono io a sentire, provare , volere qualcosa. Per questo io con un corpo che non può amare, non ho nulla da dare rispetto a quella ragazza, perchè tutti tranne quelli come me, alla fine, voglio le cose base della lista della spesa. E' così per quasi tutti. Io no, e non esisterà nessuno che mi farà cambiare idea. Ecco perchè è da un pezzo che ti dico di valutare quale ti conviene di più, infondo, è sempre così, no? I legami sono tali quando convengono..."

    "Ma tu non credi in questo, altrimenti non ci sarebbero quelli che chiami amici..."

    "Gli amici che io definisco tali lo sono perchè so, SO, che lo sono... e perchè non mi vedono come persona che serve. Come fu per Lia, come fa Milan anche se non lo ammette, che vede le persone come gradini da usare per continuare il lavoro. A parte Madame e altri, ha persone amiche, ma tutti gli altri, anche Lia e io che lui lo ammetta o meno, siamo pedine. NOn a caso dopo una manciata di giorni mi disse che voleva affidare a me tutto ciò che aveva prima dato a Lei, perchè non cèrano altri così di fiducia e senza desideri di potere, denaro, interessi egoistici e personali..."

    "Ma io non ti vedo così, o non sarei qui.."

    "Ah-ah!! Ripetilo di nuovo quando cerchi di abbracciarmi o strofini la guancia contro quella mia, come se volessi fare altro. Non è da stronzi pensare che prima o poi inizierai a fare come tutti e pretendere, rovinando tutto perchè vuoi altro. La triste verità della vita è che gli amici di sesso diverso ci sono, esistono e hanno più profondità di legame di una relazione amorosa. Ma poi partono gli ormoni, o meglio si segue l'organo sessuale, si vuole quella persona in toto, tutta, e se non la si ha , si inizia a dare di matto rompendo le scatole, affermando di soffrire d'amore e altre ameneità. E pure l'amicizia, andata... Io non ho niente da dare, non ho coscienza di cosa provano gli altri, non lo comprendo e non ho intenzione di sopportare l'idea di far fare cosa si desidera, vedendomi come un oggetto per soddisfare i desideri degli altri. NOn sono qualcosa che si desidera per sfogare gli istinti, come prostitute, siamo persone e so ormai che appena finisce tutto l'iniziale, cade l'interesse e si finisce per cercare altrove, mandando a quel paese tutto i lresto. E io non ho intenzione di abbassarmi per compiacere nessuno, di lasciare fare su di me perchè tutti dicono che amare è compromesso, di vivere legami rotti per la bassezza data dal sesso, non ho niente da dare alle persone. La verità di queste cose è là fuori, nella vita di tutti i giorni. persone che dicono e altre cose da glicemia, poi dopo che hanno scopato per qualche mese o anno, arriva la noia, il sentirsi stufi, il capire che oltre il sesso non cèra altro come doveva esserci e non sentendosi ma si scambiasempre i ltermine con o desiderati, ecco che una relazione finisce... questo è amore, non Amore. Quando due persone non accettano qualcosa o comprendono di aver seguito solo l'uccello o la favoletta del principe azzurro amore eterno..." scuotendo la testa fumando "inizia lo sfacelo e non sono più persone, ma bambini. L'amore, rispetto l'Amore, rincoglionisce perchè si diventa peggio dei bambini, non persone adulte che accettano che le cose finiscono, che cèra solo sesso e non cè più niente da collante... idioti! E invece di fare come tutti gli altri, sto da me e basta. NOn ho problemi. Non voglio sentirmi come accadde a Lei ma anche a tutte le donne che abbiamo aiutato... per me gli ormoni e il sesso distruggono l'umanità, per questo si è ancora allo stato animale con i comportamenti...:"

    "Dì piuttosto che non ti fidi e temi una sofferenza a te sconosciuta che..."

    "Oh, è diventato filosofo... " facendo cgesti con la testa e le mani seguendo il suo discorso

    "Se io sono qui, significa che siamo amici. O sarei lontano come tutti gli altri, visto che si contano su una mano le persone che sono arrivate al tuo salottino. A me sembra più che altro, oltre ciò che hai detto, che hai terrore di qualcosa che non conosci e dell'essere usata. Se siamo amici..."

    "Appunto, siamo amici." fece lei alzando l'indice della sinistra "Io non lo voglio, non voglio... se con gli altri sono stata chiara e ho messo i paletti è perchè ritenevo fosse necessario da subito. Con te la situazione è diversa, e mi sono resa conto che sebbene affermi di essere come me su quel senso, non è così...."

    "Ho capito, non è così. Va bene. E qualè il problema?"

    "L'ho già detto. E' chiaro che tu in verità non sia come me, o sbaglio...? Ecco perchè trovo assurdo che tu passi il tempo qui con me, invece con quella persona..."

    "Perchè dovrei passare il tempo con quella persona? "seppure non la vedesse, Kianta aveva sospirato e chiuso gli occhi con una smorfia, grattandosi con il pollice una zona della fronte mentre con le altre dita teneva la pipa

    "Non so, conoscerla? Fare le cose con lei invece che con me, che avrebbe più senso? Non so, conoscerla meglio, inquadrarla, vedere in toto il suo carattere e vedere se è quella per te... sai, le cose classiche delle persone classiche..."

    "Quindi se io volessi prendere il book dei disegni e mettermi con te per imaparare le cose con i disegni e giocando a indovinare, dovrei invece farlo con lei?"

    "Quello lo facciamo per imparare meglio le lingue conosciute dall'altro. Per scrivere meglio e imparare dalle figure che l'altro fa... per molti è infantile, invece funziona benissimo con gli adulti, ma perchè siamo amici e stiamo giocando per imparare..."

    "Smettila, abbiamo passato belle ore, è stato divertente, sereno, anche quando mettevamo in palio dei premi... vuoi dire che cancelli tutto questo?"

    "NON HO MAI DETTO QUESTO!" urlò lei di botto voltandosi sempre a quel modo senza vederlo in faccia "Ho solo detto che io ti ho aiutato come volevi, ti ho dato una mano per cosa hai deciso di fare con la tua nuova vita. Non nego ne cancello nulla, non sono quel tipo di persona. Eppure, i momenti felici, quelli che relegano a un vago ricordo acquerellato tutti gli altri e i brutti, dovrebbero essere con la persona per te, quella che ti accompagnerò fino alla vecchiaia, come tutti. Per tutta la gente là fuori è questo che tutti cercano... E con la persona per te, intendo quella che amerai e ti darà ciò che alla fine desidererai, un giorno. Per questo trovo strano che tu ormai tutte le sere venga qua, passi del tempo con me invece che con lei e un ambiente che magari possa trovare migliore. Dipende da te capire qualè il tuo posto, ma devi anche riconoscere le persone in cima da tenere nel cuore... Prima chiedevi quale era il mio desiderio? Bene, te lo dirò ma voglio che tu passi del tempo con quella ragazza e provi comè essere un uomo normale. Se lo prometti e lo fai, te lo dirò"

    "OK, prometto. Lo farò. Se è questo ciò che vuoi..."

    "NO! Deve essere qualcosa dentro di te, a voler provare ad essere amico e magari di più con una persona meritevole. Devi sentirtlo e farlo. Non mi interessa se prometti e l ofai solo perchè te l'ho detto. Il mio è un consiglio , ma quella francesina vale la pena di essere conosciuta. Ora che sei libero da lui, guardati intorno, non è detto che tu debba essere sempre e solo un soldato perchè lo sei da sempre. Apri gli orizzonti, come facciamo con le persone che aiutiamo, e poi sono loro a sentire dentro di sè e capire quale è la strada che va bene a loro e da un senso a giornate e vita. E' qualcosa di più del solo passare il tempo... devi essere tu a decidere di andare da lei e conoscerla, non perchè te lo consiglio e lo fai. Odio quando la gente dice che ti vuole bene o ti ama, e fa cose che tu non volevi ne che facesse, ne fatte solo per te... io non ragiono così, non esiste che si facciano cose perchè magari quella persona vorrebbe o..."

    "Cosa cè di male? NOn è comunque una forma d'amore?" fece lui, con i gomito sulle cosce. Kianta sbattè la testa della pipa sul posacenere forte, la riempì e accese di nuovo

    "Il troppo amore fa male. L'amore malato è come un tornado distruttore. Affermare di aver fatto qualcosa per amore per qualcun altro, peggio se questa non volesse o non in quel modo, non è amore. E' agire con la propria convinzione..."

    "Ok..."

    "E comunque, anche se è divertente passare del tempo insieme, momenti che valgono, è bene che scindi le due cose. Una è la tua compagna di vita, l'altra la tua compagna come amicizia profonda. E' esattamente come se uno dei due o entrambi non possono avere corpi che possono amare e va bene così, come le coppie che, anche senza figli, vivono e condividono con il cuore tutto, non importa se sterili o meno. Amare e accettare una persona non importa se ha corpo fallato, difettoso o altro... l'Amore non è come l'amore pensato da tutti. Ecco perchè il mondo là fuori è una merda..." tirando una boccata "Persone che hanno amato e si sono sentite amate nonostante tutto, non importava, bastava il legame che li univa che oltrepassava il resto... Erano loro ciò che creav ail legame, figli o non figli, hanno vissuto in felicità e dando ad altri, riempoiendo i ricordi e il cuore di momenti che niente e nessuno può cambiare, cancellare, sovrapporre con altri. Per me le cose vanno così, il sesso per chi lo sente e prova, è solo passatempo o per figliare. Perchè alla fine, tranne rare coppie come quelle senza figli ma nulla ha cambiato loro e il legame, il sesso unisce come allontana, fa da collante per poi agire come due calamite con lo stesso polo. Niente di più. Infondo, qui e fuori, con Madame, commerciamo in piacere, lo vendiamo e proponiamo, pulito e corretto, ovvio, ma è sempre un passatempo e un modo per assecondare il corpo. Il corpo ha bisogno di certi ormoni dati da alcune situazioni, uno tra questi il sesso, ma una volta svolta la cosa finisce lì, gli ormoni prodotti sono in circolo e tutto finisce. Si rifà solo se cè un partner che sessualmente aggrada, sopperisce alle mancanze e alle brutture della propria vita, è uno svago quindi, unito agli ormoni. Molti chiamano l'amore anche magia. Non cè amore senza sesso. Ma quando la magia finisce, ecco che si diventa nemici se si è adulti altrimenti merde, tutto viene cancellato solo perchè non ci si sente più attratti e si ha ciò che serve per il piacere. Ed ecco che tutto si rovina. Nel mio caso sarebbe solamente di accontentare l'altra persona stando ferma e far fare... niente di più di questo, perchè come Lia, io non provo niente... neanche a piangere in cinese. E sarebbe come... essere un oggetto e niente altro, perchè se dovessi darci, ci prenderebbe più l'altro che io, e magari finirebbe come con Rò..."

    "..."

    "... QUando non ci fu trippa per gatti, si incazzò e se ne andò non sol odalla stanza, ma proprio al piano di sotto, come se... lasciamo stare. Ho visto scene del genere qui e da Madame, una volta finita la cosa, ciaone, eccoti quanti vali per questo tempo. Poi legami e storie con sesso dove è finita a litigi, gelosia, colpa buttata all'altro perchè non si è dato abbastanza. ... che frase orribile. Un modo più delicato di dire che non ti ho scopato abbastanza da sfogarmi appieno... prima di stancarmi e cercare il brivido altrove, visto che non condividiamo niente. L'idea di coppia in ambito sessuale mi disgusta, trovo penoso per quei poveri animali, tutti, obbligati ad accoppiarsi soffrendo. Quanti tipi di accoppiamento e la maggior parte dolorosi e non voluti, sottomettendosi agli ormoni. E come fanno accoppiare gli animali sia da noi che ovunque. NOn li leghiamo alle zampe, li lasciamo fare soli in una zona apposita invece di incaprettare la femmina... a solo ricevere e sopportare, e incitare il maschio... ma è disgustoso vedere ciò e affermare come dicono in molti che gl ianimali fanno l'amore. Non fanno l'amore, scopano obbligati dagli ormoni, basta. Che volgarità mischiare un atto dovuto con uno consapevole e voluto. Così come l'obbligo, perchè questo è, di mantenere un legame con qualcun altro se la dai e lo soddisfi, altrimenti scappa nelle tane di tutte le altre disponili. E, ovviamente, di nascosto. E fiducia, promesse, tutto i lresto che finisce nell'umido e mi confermano la realtà delle cose. La persona è amata se dà... ed è quello che l'altro si aspetta e vuole. La cosa divertente è che in discussioni del genere quando inizio a parlare di figli e nipoti che non accettano come sono visti e modellati dagli adulti, altrimenti vergogna e disonore, che se non fai scopare l'altro sei frigida e stronza... non sanno che dire se non <è così, l'amore è questo, è una relazione di coppia con compromessi e doni da fare>.... E se non mi si accetta per come sono, per cosa sono, per cosa posso dare e cosa no, là ci sono tante femmine, perchè alla fine quest aè la questione, se la fammina dà o meno, altrimenti non sei persona e si passa alla prossima, che sono disposte a sistemarsi, come si dice ancora, basta che l'uomo abbia lavoro sicuro, e bla bla, le solite cose. Io non scendo a compromessi, io non cambio le persone se non per il benessere generale della Comune e per loro stessi... ma non parlo di cambiare come fanno altri che diventano che so come Milan... io parlo di cambiare modi e regole per un bene proprio e di tutti sia dentro che fuori, e comunque si diventa più umani di là fuori, io non accontento per non perdere nessuno dal mio fianco, non accetto rimproveri o accuse di non dimostare amore o affetto... con me non funzionano queste cose, perchè non ho bisogno delle cose base delle femmine umane comuni. Niente figli, niente bisogni sessuali, niente stronzate da principessine..."

    "..."

    "E' divernte come ci siano persone come me e poi gli incel, mondi totalmente l'opposto..."

    "Cosa?"

    "Niente, pensavo... resta il fatto che questa è la situazione. Io comunque non accetterò, non mi piegherò, non permetterò che niente e nesusno cambi cosa sono dentro, non come mi vedono gli altri e si aspettano che io sia...Devi sentire dentro di te cosa scegli veramente e cosa vuoi. Da me non ci sarà niente, niente, anche perchè ho cose più importanti a cui pensare. Io ho un concetto dell'amore diverso, totalmente diverso dalla massa di idioti là fuori. Per me AMORE non è solo quello tra consaguinei che vedono nell'altro la successione di se stessi o il classico amore puro e vero di maschio con la femmina, con cui intortano le bambine da piccole. Nessuno ti salva, non cè nessuno per te, e mai ci sarà, a meno che tu non li tratti come vogliono e non la dai... siamo in pochi a considerare l'amore così come il concetto di famiglia, totalmente più grande e profondo. nel mondo cè solo due, massimo tre tipi di amore. Tra uomo e donna, tra madre o padre e figli, tra nonni e nipoti. Gli altri per gli idioti là fuori, sono solo per casi particolari e tutti i tipi di amore sono snobbati come non validi o non profondi. Ecco perchè per la gente io sono strana e fuori dalla logica... peccato che così io mi senta umana, col passo evolutivo e invece... sono derisa per qualcosa che dovrebbero fare tutti. Per i religiosi l'amore tra credenti è quello di veedre gli altri come uguali, fratelli come se avessero legami di sangue. SAi cosa è ridicolo?.... Che le parole sarebbero anche buone se non valessero come carta nel vento. Dicono che si deve vedere l'altro e amarlo come sangue del proprio sangue e poi vedi gente abbandonata a se stessa per strada, orfani perchè sdi deve figliare comunque e l'aborto non deve esistere e poi sono cazzi loro, immigrati perchè non hanno un posto civile e sicuro dove vivere, gente considerata come appestata... Meno male che hanno un credo d'amore! E' raro che qualcuno che considera questo concetto come facciamo noi, lo metta in pratica e smetta di giudicare altri con i classici elementi di . Nessuno ama, nessuno porge la mano con affetto, nessuno merita di essere considerato umano! Quando l'intesa sessuale finisce, qaundo non ci si sopporta più, quandi i figli non sono come vogliono, tutto finisce in litigi, fin ad arrivare al peggio... E la cosa divertnte è che additano me come sbagliata che non capisce l'amore.... amore significa abbassarsi a compromessi, questa è la verità, perchè se non lo sente anche l'altra persona, si finisce per essere sempre colpevolizzati di non dare ciò che pensano sia di diritto, e così facendo io dovrei fare la bambola gonfiabile e basta, non provando niente come tutti... E... non accetto l'idea della relazione amorosa come le vedono tutti. Accetto l'amicizia, la fratellanza, l'amicizia speciale come noi due che alla fine sia complementari per tante cose ma non sul resto. Quello lo lascio a qualcuna che concepisce come voi il concetto di amore relazionale classico, e può darti cosa vuoi. E ora mi sto anche stufando, inizio a ripetere queste cose e sempre, ma ho l'impressione che non venga ascoltata, facendo di fatti, cosa tutti facevano con Lia. Non la ascoltavano, non comprendevano cosa pensasse e desiderasse veramente obbligandola però, a fare cosa per tutti sarebbe normale. E chi soffriva veramente era lei, perchè tutti gli altri potevano cercarsi soggetti che mostrassero cosa si aspettavano e volevano... Non ho voglia di soffrire perchè so che per chi mi circonda e dice di volermi bene, cè una zona dove non ci sono io che gli interessa e vuole solo quella. Se fosse stato per me, avrei tolto tutto e chiuso tutto, ma come fu per Lei nella società là fuori, non era pensabile. e per me idem, andrebbe contro i risultati di draper e stoddarde. Ma questa cosa comunque fa parte dei problemi, quindi non posso mai metterla da parte..."

    "Cosa ti crea problemi?"

    "..."

    "Andiamo, siamo amici..."

    "..." fumando con lentezza "A te sta bene i due nomi che ti hanno dato? Egheo e Gask. Non sono nomi che ti sei scelto. Li usi perchè te li hanno dati e ti identificavano con essi... i nomi sono importanti, necessari, determinano la cosa, la..."

    "Io mi sento questi nomi, alla fine sono diventato cosa sono e non trovo il motivo di cambiarli. Mi riconosco in questi.." alzando le spalle

    "Bene..."

    "Cosa non va con il tuo nome? E' particolare e alla fine ti sta bene"

    "..." fumando "tu sai perchè mi chiamo così?"

    "So solo che è il tuo nome di quando ti sei svegliata..."

    "Il nome deriva da Project Kianta. Era il nome che era stato messo al test che David fece su Lia. L'unico settorializzato a solo una parte del cervello, specifica, per cancellare quelli che erano i ricordi di vita, per non toccare gli altri. Linguaggio, apprendimetno, umore... prima lavoravano su tutto il cervello, ma per provare questo esperimento avevano bisogno di qualcuno che non temesse qualsiasi risultato, buono o brutto. Lei desdierava una cosa sola, Milan le aveva promesso che se non vi fosse stato nessuno che la amasse da accompagnarla sulla soglia dell'Oltre, lo avrebbe fatto lui. E poi David, che voelva provare seriamente la cancellazione settoriale. E lei disse, ok, perchè no? Qualsiasi sia il rischio, io non temo affatto la morte, anzi. E così studiarono per bene tutto, chiamandolo Progetto Kianta perchè era un nome che girava a Lia da tempo e finì per andare lì... all'inizio David e Milan le chiesereo se volesse dare un nome alla personalità secondaria, così che con il nome avesse una sorta di riconoscimento come persona già dall'inizio. E lei non sapeva che nome dare, perchè significava assegnare un'identità alla nuova se stessa, accettando che l'idea di Milan che fosse una sorta di figlia, si realizzasse con una sorta di battesimo, possiamo dire... I nostri battesimi sono diversi da quelli delle altre religioni, non purgano dal male originale o simile... ma Lia non sapeva che fare. Aveva vagliato molti nomi, e per una discussione con Milan sempre su lfatto che per lui lei dava la sua vita per una nuova vita, come una figlia, lei sbottò qualcosa tipo . Altre discussioni, alla fine Lia mise fine alla cosa affermando che Kianta sarebbe stato il nome del progetto, essendo lei la prima a testarla, e così rimanesse per tutti gli altri soggetti. Solo il nome del progetto. Quando mi svegliai non avevo un nome. Mi davano solo del tu, o con l'identificativo Kianta. QUando mi chiesero se volessi scegleire un nome per legittimarmi, essere riconosciuta come una persona con un identificativo... riconsocere la mia esistenza come tale. Sebben il corpo fosse identico, questa di ora è diversa dalla Lia originale.Lei non aveva un posto che riconsocesse tale. Diceva sempre . Ma anche quando venne qui, dicendo lo stesso non perchè non si trovasse bene, ma perchè si sentiva smarrita così tanto da non riuscire a legittimarsi comunque... "

    Fece una boccata più profonda, mentre si udivano vagamente voci che dovevano essere di sotto o per le ronde.

    "... Io conosco il mondo là fuori, so comè il mondo esterno. Considero questo il mio mondo, la mia casa, seppur so e sento che per la gente io sia qualcosa di... lontano. non una di loro, alla fin fine.Ancora ora, con me, sento qualcuno che non mi vede come loro per varie cose. Con Lia perchè estranea e non una militare... i militari hanno questa stroznata del . Mentre io... rispetto a te non sono una di loro da stare in mezzo loro al di fuori del lavoro... Ma mi sono accorta come fu per Lia che ho domande a cui ancora non ho risposta. Voglio sapere...< voglio sapere chi sono e per quale motivo sono qui. Chi sono come persona totale al di fuori da come sono identificata qui da tutti. NOnvoglio essere q2uella che vedono e basta. NOn quella che tutti hanno legittimato a modo loro... Voglio essere una me a tutto tondo che io riconosco per davvero, oltre come fanno gli altri, voglio iniziare una nuova vita come una persona nuova per cui, alzandomi la mattina, io so chi sono perchè io mi sono data quella forma, non quella che videro tutti all'inizio, dandomi pure incarichi e responsabilità ...> diceva Lia. Mi sembra che per Milan e tutti gli altri io sia... una mini Lia. Come se la promessa che le avevano fatto sia stata compeltata a metà, magari senza volerlo, ma è così. QUi non è una gabbia, non è una gabbia dorata o altro. Io mi guadagno con impegno ogni cosa perchè credo in ciò e che tutto va costruito e meritato. Ma tutti mi vedono in due modi, una parte che cèra già prima come una Lia che ha solo perso la memoria. L'altra che è arrivata dopo, come una fastidiosa tizia che ha un ruolo perchè il Leader non piace sbattersi per ammistrare le cose e che da ordini, controlla e tutto. Come i caposquadra non amati, insomma. La cosa assurda è che nelle forze militari del mondo, ogni superiore di alto grado, benchè stronzo e merda fino al midollo, alla fine è rispettato e consdierato come guida, nonostante tutto. Io invece..."

    "..."

    "..." mettendo altro nel fornello della pipa che fece cambiare odore al fumo "Chi... sono io...? nessuno ha mai risposto a questa domanda. Tutti semplicemetne sorridono e dicono ... ma quello che desidero conoscere non è il mio nome... ma chi sono io...da quanto tempo sono qui come quella che vedono?... per qaunto tempo ancora devo restare qui...? Perchè per le regole dell'organizzione, se entri è per sempre. E potrebbe anche starmi bene, qui conduco una vita che mi piace ed è per me ma... è come sono considerata che mi venire la claustrofobia. Anche se esco, nonostante tutto... ho accettato il nome dal progetto, ho letto e studiato tutto ciò che potevo per trovare delle risposte. La cosa che mi turba è che èer chi conosceva la Personalità primaria, io non sono altro che... come considera Milan l'idea della copia della mente. Una sorta di reincarnazione, figliolanza, spostamento di coscienza. Ci si reincarna in un nuovo corpo o con una mente senza dolore. Si è nel mio capo un pò come una figlia, o uno spostamento di coscienza in un altro ambiente che non sia il cervello originale. Io sono per lui e tutti gli altri, uno di questi tre e odio quando mi paragonano a lei. Io non sono lei, questo posto è vasto come il mondo là fuori, eppure cintato di mura per tenermi con loro. Non mi lamento di niente se non questo... io chi sono davvero? Kianta è un'identificativo o la definizione principale del Me?"

    "..."

    "Anche se per gli altri sono io cosa pensano che io sia, per me stessa io non sento e percepisco a quel modo. Le persone normalmente si sentono a loro agio con il nome che gli viene dato quando nascono, ma non noi. Io non mi sentivo a mio agio, non ero a mio agio e sento dentro di me che il nome Kianta con tutto ciò che comporta non mi appartiene solo per come mi hanno strutturata tutti. per questa dentro lo Chateau, io sono determinata più da come considerata, chiamata e percepita come X, ma io non mi sento a mio agio con tale definizione...Non riesco a capire se ciò che sono per come mi muovo, parlo, faccio, ragiono sia IO, oppure no. Se il nome che ho definsice me o cosa gli altri pensano.... Anche impersonare Veròna, è così facile, così divertente e molto importante per i deboli e soli, ma io..."

    "..."

    "Tutti mi chiamano Kianta, sembra che sia il nome di una rinascita e di un progetto e io l'ho accettato perchè non sapevo ancora neinte. Senza sapere che mi gettavo addosso un'eredità di cui ero ignara e che lei preferiva cancellare. Senza successo, perchè i vivi pesano più dei morti, a volte. Ma quella.... quella non sono io.E parlo di ciò che vedono Milan, Jd... solo due esempi. Io non posso essere speciale come dicono tutti, per me sono cose semplici, mi sento sigillata in un corpo mio ma anche no... non voglio più essere la Kianta che tutti concepiscono...

    "..."

    "Chi sono io... per quanto tempo sarò ancora cosa loro vedono in me e non ME stessa?... e quanto ancora questo luogo sarà come una prigione, seppur con sbarre larghe per passarci, ma che vuole che resti al suo interno...?"

    "..."

    "Sono domande legittime per se, o vengono da Lia e io mi ci rivedo? Ho fatto bene qualche settimana dopo il risveglio a leggere i resoconti? Legeia me l'aveva detto ma poi... cosa ho visto, la melma dell'animo umano, e mi sono detta che non aveva torto. E che..."

    "..."

    "E poi sei arrivato tu... e ora...Tu, soltanto tu..." scuotendo la testa

    "Io non voglio niente che..."

    "Per favore... chiudiamo il discorso. NOn voglio pensare che tu stia facendo qualcosa per qualche fine, per qualcosa... molti uomini sanno essere infimi e bastardi, come la rucola, ti si piantano sullo stomaco e non ti mollano finchè non cedi..."

    "Io non sono così. Spero che tu lo capisca..:"

    "Va bene, basta per oggi..." con una nota di biasimo

    "EHi..." fece, azlandosi e andando da lei, accovacciandosi per essere quasi alla stessa altezza "... non riusciamo a dormire, che ne dici di andare ad allenarci?" vedendola la sua faccia sorpresa, stupita. QUando faceva così sembrava un'altra persona, apriva gli occhi totalmente, alzava le sopracciglia, la bocca dischiusa in una U o una Ocome se stesse per inziiare una parola con quella lettera, non sembrava esservi traccia dell'amerezza di prima, ogni volta che era seriamente stupefatta e incredula, pareva innocente, diversa, a tratti svampita. "E... ho deciso, da un pò, di insegnarti quello che so. Milan mi ha chiesto di pensare e decidere se e chi addestrare con ciò che so, essendo l'ultimo figlio e bla bla, ma desidera tanto che io condivida le mie conoscenze con qualcuno che possa poi far parte alla Guardia rinata. Prima non pensavo che valesse così tanto ciò che quel vecchio ci aveva insegnato, ma ora si. Dopo aver parlato col Capo e con Milan, insomma... potrei validare l'idea ma... non adesso. Ma se non riesci a dormire, sei incavolata e di malumore e vuoi scaricarti, ti insegnerò cosa so e sarai l'unica per adesso a conoscerli..." alzando in piedi per avvicinarsi ai vetri

    "..." guardandolo strano "che significa... Milan bramava la tua presenza, la tua ricerca era un punto importante perchè sperava proprio di avere qualcuno che potesse far tornare quelle consocenze... Io... perchè me? Io non sono totalmente una di voi, così pensano, ho un addestrametno a due livelli ma non di grado alto come voi o marines e..."

    "Proprio per questo, puoi imparare cosa conservo e sfogare su di me in questo addestramento la tua rabbia, cose che ho fatto, ho detto o farò... E anche questo, per me, è passare del tempo con te, che vale... non importa come, in che modo, quanto tempo... io lo voglio e mi va bene così. E' sempre un dono, alla fine, no? Il nostro tempo, la tua attezione, il tuo fidarti e credere nella nostra amicizia. Che importa il resto? Per ora pensiamo solo vivere per cosa siamo e vogliamo e stasera..." voltandosi a guardarla di tre quarti

    "Ma con tutti gli uomini che ti vogliono bene, per quale motivo me? Perchè io... io sono l'ultima ruota del carro in termini di capacità e importanza reale..."

    "Devi fare lo stesso discorso alle rovine con l'aereo davanti? Vuoi che mi incazzi di nuovo?" lasciandola in silenzio mentre lei faceva il broncio al solito "E Comunque... Chissenefrega!... Se ci sono cose che puoi fare e non fare. Va bene. Anche io ho visto che qui come fuori ci si lascia, si creano casini, ci si sente non amati e non desiderati al livello fisico e quindi non si ama la persona... ed è davvero brutto, lo confermo, vedere persone che semrbavano felici per poi odiarsi, e darsi la schiena con odio solo perchè cè qualcu naltro che eccita di più, o cè meno feeling o si desidera meno.... Ci sono anche CHarlotte e Franz che anche se si sono lasciati, sono rimasti grandi amici, come io e te, amici speciali che nel bisogno si sono dai una mano. E hanno perso qualcosa? No, a me sembra più legati di prima, quindi va bene. Perdere per intero una persona è peggio che pensare a quanto si è desiderati fisicamente o simili. Sono contento di essere in questo posto. Sono contento degli amici che mi sno fatto, di Milan, di tutto quanto e alla fine ci siamo chiariti e siamo diventati amici. Grandioso così..." rimettendosi le scarpe dopo aver messo il tappeto rettangolare apposta per quando si cambiava, così da non toccare terra "Prima vivevo per abitudine. Non avevo amici e pensavo che quella persona fosse importante. Invece ero cieco e ora ho capito. Prima ero uno di quelli che chiami derelitti che sopravvieveano... E poi sei arrivata tu... e ora...Tu, soltanto tu..." fece lui con un sorriso girando intorno a lei mentre era ancora senza parole, la prese con un braccio intorno alla vita e la fece alzare in piedi, continuando a tenerla in quel modo, con un braccio richiudendo la sezione perchè tornasse come una finestra, accingendosi ad aprirla per uscire da lì.

    "ma... insomma, vuoi davvero sgattaiolare da qualche parte per insegnarmi cosa sai?"

    "Andiamo al piccolo teatro in pietra..."

    "L'Odeion?" guardandolo appollaiata sul bordo della finestra

    "E' perfetto. Prima possiamo andare a prendere qualcosa dalle cucine e poi in armeria... possiamo dividerci così non ci vedono insieme. Ti va di seguirmi?"

    "..."

    "Ascolta... per Kovacs... ha paura che tu possa avere problemi con le personalità.. intendo, non che inizi ad avere problemi tipo i pazzi con personalità multiple, ormai stando qui ne ho capito pure io! Ma che a furia di... switchare da una personalità ad un'altra per i vari compiti, ti perdi... intendo te stessa..."

    ":.. non penso proprio, essendo per me semplice impersonare qualcosa che alla fine è... deriva da me" fece lei semplicemente "se avessi avuto problemi alla lunga ad identificare me stessa rispetto le personalità, avrei smesso!"

    "Si, questo è sicuro. Ma lui ha paura comunque che il confine che divide te dalle personalità fittizie diventi... così labile che..."

    "pensi seriamente che io possa perdermi nei soggetti che interpreto, da unirli tutti indissolubilmente?"

    "No, direi prorprio di no. Tu sei definita e completa... dal risveglio intendo, quindi ormai non cè questo problema, ma... poco fa dicevi cose su Lia e su te stessa che non riesci a definire perchè tutti ti hanno inquadrata in un modo. insomma non vuoi e non ti sei la che tutti ormai hanno definito..."

    "Si, possiamo dire che il concetto è questo. Trovo fastidioso quando mi dicono oppure e altre frasi stupide, come se uscissi fuori dalla cornice che racchiude ciò che sono per gli altri. Se io faccio qualcosa che non è come pensano, rimproverano o ... sembrano stentare a credere che sia ad aver detto, fatto, essere. E questa cosa la diceva anche Lia. nei suoi resoconti diceva che sia là fuori che qui, non vi sembrava differenza nella questione della definizione della persona. L'umano tende sempre ad inquadrare gli altri in una sorta di forma predefinita che però se ne esce fuori, qualcosa non va. NOn so è... come... io sono stufa di essere indirizzata per come loro pensano io debba essere. Ma se lo esterno mi dicono che sono ancora in fase di crescita mentale, o che ho agito d'impulso, uffah... se tu fai la stessa cosa con loro si offendono o se la prendono! E' assurdo. Su molte cose sono rimasti al livello di là fuori. Per quanto vi sia inclusione e considerazione per ogni tipo di persona e di ogni genere, ancora tendono a creare una propria visione della persona e in tali linee devi stare. Però come per Milan, quando venne da me per spingermi ad aiutarlo rompendo la promessa e forzandomi in una direzione di crescita, era ok..." facendo il broncio

    "QUindi...?"

    "QUindi... vorrei solo comprendere meglio me senza la looro influenza. Tutti influenzano. Pensano di non farlo, ma è così. E sembra proprio come faceva la famiglia di Lia con lei. Anzi, diceva che il vecchio della Fattoria fosse l'unico, dal giorno in cui lei andò a parlargli alla sua tenda e fecero un inizio di lavoro di squadra, che quell'uomo fosse più lui come un padre che il padre vero. E diceva che era assurdo, ma era così! Alla fine, prima di andarsene, si era resa conto che lo vedesse esattamnete in quel modo. Gli chiedeva consiglio, andava da lui per parlargli quando non sentiva di farlo con Milan e dopo che lei gli indicò la Fattoria come sua nuova casa e punto di inizio, invece di vegetare in una tenda aspettando qualcosa, aiutando Milan se e solo quando lo chiamava... quell'uomo pareva più sensato degli altri ma non era tipo di immischiarsi se non interpellato. Eppure lui non era mai stato come gl ialtri, che tentavano di indirizzarla dove pensavano fosse meglio. Lui parlava, diceva la sua, analizzava le cose e... con me la cosa è diversa. Abbiamo un buon rapporto, anche se non a livello di quello con Lia a quanto pare, e ammetto che non sono mai andata da lui per parlare come faceva lei... ma l'unica cosa uguale è che non ha mai detto , o o altro e altro che sparano fuori peggio delle pallottole. NOn mi va più di stare dove mi dicono, di essere come dicono, di vestire e comportarmi solo quando e come mi dicono... non se ne accorgono, neanche se glielo fai presente e mi irrita. Sento... sento che sono altro che la persona che hanno inquiadrato col nome e personalità. E non ho affatto problemi a diversificare me dalle personalità fittizie, è solo semplice per me farlo... intendo impersonarle. Continuo a chiedermi perchè hanno mentito... sono mentitori" sorridendo per una vecchia battuta per la parola "avevano detto si, si... crescerà come doveva essere da sola e senza pressioni! Bugiardi tutti quanti! Alcuni mi spingono a essere come lei, qualcun altro vuole solo che io sia cosa serve, altri..."

    "mi sembra di sentire gli echi di qualcuno che mi apostrofava... non so, dicendo che non sarei mai cambiato e sarei stato negativo come la feccia là fuori?" vedendola sorpresa per poi prendersela sul personale

    "Non osare fare la morale a me! Sono stata spinta io stessa a certe cose, come credi che pensassi quelle cose?"

    "Ok... però, se ti senti come ingabbiata come per la società là fuori..."

    "Dovevano cambiare. QUesto posto doveva essere diverso da là fuori. Ma non è vero, dentro sono ancora con strascici fastidiosi... avevano giurato che mi sarei composta nei tempi giusti e nei modi giusti, invece per come sono e cosa serviva, mi hanno schiaffata nel campo da gioco e non solo, mi hanno buttato addosso la verità così, subito... eppure nonostante questo io non sento di avere legami con lei. Perchè io sono io, ma ancora non saputo definirmi per cosa voglio e desidero fare per davvero... ne ho in testa alcuni ma... non lo so. Ogni volta che li sento dire la loro su cosa e come sono, cosa faccio, mi demoralizzo perchè mi sembra che mi tengano a guinzaglio come facevano con Lia prima di qui. So solo però che quando... quando avrò capito dirò solo ..." indicando con la testa fuori la finestra " io sono ciò che pensano debba essere. Ma sono ritrosi poi ad avvicinarsi di più per conoscere ME, lasciar uscire cosa sono e poi dire per definire ME. Invece quando dicono il senso è diverso. Io non mi sento donna nel senso che hanno tutti. Non sono donna perchè non voglio figli. Non sono donna perchè no nvoglio relazioni di quel tipo. non sono donna perchè non voglio matrimonio e simili. Per le persone anche qui, ancora radicato, io perchè ho seno e utero, sono una donna. Ma per me donna non è un significato unico e individisiboe. Per me donna significa un soggetto che nasce con un organo specifico ma è solo un dato biometrico. SI, mi piace vestire quando mi va con abiti femminili e indossar ele parrucche e i gioielli. Ma non per questo dico che sono una donna. Per loro le differenze anche di uno stesso termine sono confusione e casino, per me no! E per questo, anche se ho gli organi, io non sono una donna e non mi sento tale. Uso magari per gli abiti il seno per la forma finale, ok, ma non mi definisco in quel modo. E quindi, anche io se ho gli organi ma non mi sento così e ancora, non ho intenzione di usare oltre ol'estetica questi due organi che per tutti definiscono proprio una donna, per cui se sei sterile per varie cose o per malattia perdi i seni, basta... finisci di essere qualcosa. ma io, che mi sento così già da smepre... io cosa sono? Io chi sono?..."

    "..."

    "nessuno di loro è stato di aiuto per niente, solo per rinfacciare passato e confronti... bugiardi..."

    "OK, allora iniziamo a lavorare" fece lui, mentre lei alzava la testa sorpresa "io mi sento diverso e voglio cambiare. Ora che posso, rispetto a prima. Tu cerchi le risposte alle tue domande ma non sopporti il loro comportamento... e un bel chissenefrega come dici a volte non ce lo mettiamo? Dai resoconti, lei odiava le paure e i sensi di colpa che la famiglia le aveva messo addosso, no? E per questo aveva smesso di pensare a se stessa dallo scappare e crearsi nella sua forma completa, vera, come vuoi chiamarla... lei è andata, e sei venuta fuori tu! Non lo ha fatto per questo? Finchè tu esisti, lei non può esistere, e così anche le sue paure e terrori. E ora perchè non hanno perso il vizio, ti fai influenzare da loro, facendo la stessa fine? Vuoi questo?"

    "Eh... NO!" fece lei enfatizzando l'ultima parte

    "bene, allora creiamoci da noi. Definiamoci nella nostra forma completa che nessuno e mai niente pià attaccare. Finchè in una persona ci sono falle e fenditure nel muro di proteszione che creaiamo, può subire le parole e tutto ciò che le persone fanno. Corretto?"

    "s. si, possiamo metterla così..."

    "Esatto. Tu vuoi capire chi sei e cosa sei per dire un giorno ... io voglio affermare quello che non ho potuto essere. Posso riuscirci, posso essere non uno sperduto individuo che ero, ma qualcuno con cui camminare senza paura del giudizio o di sentirmi inferiore a nessuno, neanche a Milan e gli altri. Se è così, allora analizziamo, studiamo, prendiamo cosa non riuscivamo fino ad ora a raggiungere e creiamoci con le nostre mani. Per una volta facciamolo senza pensare agli altri!"

    "Vuoi dire... di impegnarci non sentendo gli altri e tutto in generale... quindi dovrei fare di testa mia e agire alle loro spalle, per sentirmi una persona vera e completa come dovevo essere?"

    "Si... aiutiamoci insieme. NOn importa se Jd o Milan o chiunque se ne accorge e se ne lamenta. La filosofia stessa di questo posto è ciò che vogliamo fare, no? Una comune che vede la persona e questa in una grande famiglia. Ma la persona è al primo posto. Ma hanno tendenza a tenerti bloccata? La stessa filosofia del posto ci dice cosa?"

    "Di crearsi e costrursi come si è..."

    "e quindi facciamolo! Così che oltre di aiuto per altri dopo esserci definiti, aver trovato e deciso sogni e desideri e lavorato per raggiungerli, possiamo aiutare gli altri. Ma senza una fede ferrea, la volontà, e il proprio potere interiore... non saremmo come tutti gli altri?"

    "Mh... significa quindi seguire le ideologie di Lia?"

    "Alla fine, tutto riporta là. Il Cambiamento. La persona. La famiglia... una delle cos eimportanti qui non è forse che nascondere parti di se stessi e fingere è deleterio per se stessi e gl ialtri della famiglia? Se non accettano, sticazzi. L'ho detto bene? Comunque, è ora che da adulti e come noi, seguiamo la nostra strada, senza danneggiare niente e nessuno, ma se nonmettiamo i pezzi a posto, non saremmo persone... no?"

    "Beh... la questione è tanto difficile che dirla in poche parole... mi scoppia la testa per il casino della cosa anche se hai, cavolo, ragione... è solo che a volte penso che sia ingrata, non lo so..."

    "Discutiamone allora, ma questa sera andiamo a impiegare il tempo in maniera più costruttiva che fumarsi il cervello senza dormire..." dandole un colpetto sulla spalla mentre lei era ancora appollaiata sul bordo della finesta


    "..." fissandolo "davvero ti piace passare il tempo con me?"

    "Tu...?" rivestendosi " mi stai aspettando lì..." sorprendendola

    "Speriamo che non ci confondano con i fantasmi, ma..." aiutandola ad avvinarsi all'albero che quasi toccava la finestra nella forma norma e ora era a pochi centimentri, tenendola per un braccio facendola voltare a guardarlo "Qualsiasi sia il domani, la nostra amicizia non finisce. Quindi se siamo amici e vuoi passare del tempo in modo di certo migliore del fumare sia con la pipa che col cervello... fammi strada..." ridendo.
  • Lia si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio de marron glassè, pensò, visto che erano sempre trattati con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.

    "Ritengo che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi! QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli col mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo tavolo.
    Quei tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.

    “Che senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato il contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non è molto diversa dall'altra...”

    Avendo un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno le mani,  raccolte a formare un triangolo.

    Mentre quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra, poichè la porta era là, finchè non si fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse gli occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo fissò così gelidamente che il silenzio era più rumoroso di mille parole.
    Poi gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino. Prima che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con me".
    La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
    Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.

    Un attimo

    un senso di dejavu
    SI, si disse, è vero. Un altro sogno dove pareva svegliarsi e riconoscersi in essi. A volte accadeva del tempo prima di svegliarsi, in altri se ne rendeva conto  eppure continuava modificando come nelle visualizzazioni le cose ove poteva

    E di nuovo una cosa simile

    Si voltò a fissarlo, dura. Lo sentì continuare a dire delle cose ma lei stizzizita disse solo una cosa.

    "Bugiardo!!"

    "Che vuoi dire?"

    "Quel che ho detto. BUGIARDO! Non ho intenzione di crederti, di credere ancora in una tua promessa, non di nuovo"

    "NOn...cosa dici? Che tipo di promessa ti avrei fatto? Come ti ho ingannato?"

    "Mi sembra di cadere all'inferno quando sento le tue parole ricominciando ciò che ho lasciato là fuori e ora qui... basta!"

    "Cosa... perchè ridi adesso?"

    "Rido..." fece lei facendolo però amaramente "perchè per me non cè mai pace, tutti mentono o mi deludono e non cè nessuno che possa amarmi, ma non amarmi nel termine normale ma Amarmi per come sono, chi sono, e cosa posso e non posso fare e dare. Per tutti io sono una delusione o fuori dal mondo... e poi le tue bugie... e immagino che no avresti neanche il fegato di amarmi al tal punto da uccidermi e darmi l'unica cosa che voglio? Oh, no certo. Finchè non toccano il vostro orticello e il vostro pensare del cazzo egoista e stronzo, sugli altri per giunta... l'unica cosa che potresti fare di nuovo, ma stavolta di buono, è... uccidimi e basta. Adesso che sono lontano da loro, potrei farlo io ma..." avanzando e guardandolo negli occhi "significa veramente se lo fai tu!"

    "..."

    "a questo punto... la nostra tortura infinita finirà!Cadiamo all'inferno insieme e roviniamo anche quel posto, divertiamoci con i diavoli e gettiamo tra i dolori atreci le fecce che vi sono... o temi che, seppur al mio fianco non vale la pena di cadere dall'inferno e, ammucchiare quella spazzatura una sull'altra non creiamo un cumulo così alto da uscirne e riderci sopra? Siamo niente fino a questo punto?"

    "se no nfossi tu penserei quanto sia folle tutto questo"

    "Quindi..." fece lei scostandosi di qualche passo indietro come una delusione totale "Non lasciarmi viva. Spariamo insieme...  che sarà il tuo ultimo tributo a me. O non valgo per niente? almeno fai avverare questo desiderio!  Non voglio niente oltre a questo.."

    ":.."

    "patetico! Avrei anche potuto dirti sinceramente con affetto... Grazie per essere stato con me fino ad oggi. E' valso tanto per me. Ma tu, come Zay, come Phib, come tutti siete ipocriti, egoisti e buonisti. Chi no nvoleva scoltarmi, chi mi diceva cosa dovessi fare perchè era giusto, chi pensava ai cuoricini e e stronzate sull'amore... ecco perchè sono rimasta sola e ho abbandonato tutti. Perchè fosse per me vi avrei preso a calcagnate in testa da ora all'inferno e ritorno, perchè se dico questo sono cattiva io... non meritate tutti un cazzo e chi resta sempre e solo col culo a terra sono io! Ora che sono lontana da quella gabbia, anche questo... Ma andate a fanculo va!" sbraitò contro di lui e guardando tutti ancora nella sala,  entrò e proseguendo verso la porta non scansò chi non si toglieva dal suo cammino dando spallate a chi non si spostava.



    Lia si svegliò. La sveglia suonava e si era accorta che era di nuovo un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Constatgando che fosse un sogno che tornava identico ma aveva cambiato, e non cèrano Milan e gli altri ma mischiati a persone del suo passato, qui cèrano solo i due che conoscevano, quelli che loro volevano incontrare e sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.

    "Ancora... devo sopportare non solo quelli che si definivano famiglia sempre nei miei incubi ogni notte, ma anche questo..." stringendo con le mani le lenzuola







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