endless - titolo provvisorio di Legeia (/viewuser.php?uid=1148740)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
chapter 30b
segue il capitolo messo giorni fa
"Non dovevano riportarmi qui, ma dovevate venire voi e appena sveglia
sarei andata a prendere a calci in culo quegli stronzi, da
creare una
pattern a scacchi come quello che hanno in mente i cretini
dei complottisti e le loro scie chimiche... che se esistessero
veramente
queste scie chimiche che modificano il dna, loro sarebbero
più intelligenti, sicuro..."
Kianta faceva avanti e indietro in una sorta di ovale , girando in una
zona dell'ufficio di Milan, appena lavata e cambiata, con un
asciugamano che usava con foga per asciugarsi i capelli. Milan
era dritto come un palo sulla sua sedia, braccia sulla scrivania che
unite stringevano una penna stilografica, osserv andola come se un
narcolettico che segue una messa cristiana. Sembrava stanco e spossato.
"E invece sono qui... voglio sapere che cavolo è successo.
perchè la blue box si è attivata? Non l'aveva mai
fatto
prima. Dovè David?"
"David è alla Torre di Londra nord. Tornerà tra
poche
ore. Per la questione di attivazione, sei stata colpita al fianco
sinistro tra le costole, senza ledere organi e per proteggere il figlio
di..."
"Lo so, Milan. Sento ancora pizzicare dove hanno messo i cerotti da
sutura stringenti. E' salvo, benissimo. Mi fa incazzare che la blue box
per la prima volta si sia attivata, l'epilessia major..."
"Ti sbagli, non è questo i lcaso. David ha risposto che non
si
tratta di ciò, perchè seppur provochi
un'improvvisa
perdita di coscienza, di norma è seguita da lipotimia e
irrigidimento di tutti i muscoli; si ha una fase cronica,
caratterizzata da violentissime contrazioni degli arti e dei muscoli
masticatori, fase comatosa o del sonno profondo, in cui si ha completa
perdita di coscienza. Può somigliarci ma per lui non
è
così, ma deve farti degli esami. Potrebbe invece essere
più come il thanatos, la tanatosi, la capacità di
fingersi morti, anche se nel tuo caso non era per tua
volontà ma
per lo shock dello sparo e... non so cosa. COnoscendoti sei
perfettamnete ingrado di subiro uno sparo e andare a menare lo stronzo
che lo ha fatto..." ridacchiando "Per David non è che un
segnale al cervello di freezing come per un dolore eccessivo ed intenso
per cui in noi, tranne esempio i pesci, se il dolore fisico ed emotivo
è eccessivo si ha..."
"Si, perdita di coscienza per tot stabilito. Ma qui ho avuto fase
comatosa simile alla morte, perchè hanno reputato me morta
per
fare uno dei loro spettacoli per mandare un messaggio. Anche se vorrei
vederla la scena delle bare che scorrono nel fiume..." pensierosa
"Kianta..." rimproverò Milan severo "qui dobbiamo parlare di
una
questione importante. Le stoddarde ti hanno salvata sebbene non fosse
uan ferita mortale. E' già tanto che per miracolo non ti
abbiano fatto niente o sotterrata. Sarebbe stata una catastrofe!"
"Si Milan! Comè successo che per la prima volta io sia
finita a
terra stecchita, perchè la Draper ha deciso che dovevo
fermarmi"
"La blue box è entrata in azione valutando le tue risposte
chimiche. E' settata per questo. Rivela ogni reazione indotta dal
sistema
neurovegetativo in caso di caldo eccessivo, stress prolungati, emozioni
violente, squilibri ormonali dati da ferite gravi e shock..
Può indurre uno stato di freeezing o tipo coma profondo,
divenendo areattivi, senza funzionalità tronco encefalica e
sottoposti a ventilazione artificiale in alcuni casi. Quello che un
tempo si considerava morte
apparente per cause naturali. IN questo caso, provvede lei.E' come un
pc, è andato in protezione con gli impulsi della scatola.
Una grande
varietà
di stimoli, meccanici, chimici, elettrici, termici, purché
questi raggiungano una certa intensità, ossia la soglia per
ogni
utente che può portare la blue box ad attivarsi. Niente di
strano. Il
tuo stato emozionale scommetto c he era al livello del e dopo che ti hanno sparato la
blue box ha
riscontato i
valori simili a quelli che ha registrato come pericolosi e ha agito.
Nulla di strano"
" Conosco i parametri del
o Ccemb-5, traducendo in inglese la sigla. grazie, ma
si visto che pensi non me lo ricorda... Il famoso un
dispositivo di studio di David, Imogen e Jameson, impiantato nel corpo
dei soggetti di sperimentazione. Gli impianti fungono da supporto al
personale medico, registra i dati biometrici che possono
essere
utilizzati per facilitare i trattamenti in caso di malattia o
infortunio oltre che registrare i dati biometrici e molecolari. Conosco
la storiella, Milan..."
"Si inseriscono con un sistema di autoiniezione e hanno
integrato
un chip gps e di rilevamento della posizione con un impulso a tempo
programmato con una precisione e un segnale settato a più
linee
d'onda, perchè ogni membro che abbia una radio, palmare
satellitare, ricevitore gps ect possa rintracciarlo. Registra anche
l'attività delle onde cerebrali, per estrarre dati dalle
scatola
in caso di necessitèà con sistema criptato a
dieci
livelli, rileva i collegamento satelllitari per mandare al bisogno di
dati e ospita un Os con doppio settaggio, a onde bineurali o
radio, per riabilitare un corpo con mente danneggiata a rialzarsi e
tornare a casa. Una personalità base o scelta per ogni
singolo
utent,
e così che si inviino al cervello con danni di memoria o
svenuto un impulso con i dati per rialzarlo. La versione economica di
quelli che stiamo sperimentando nelle fasi di soggetto vivente o meno.
Suscettibili alle interferenze elettromagnetiche, le scatole possono
causare notevoli disagi a chi le indossa e, in casi
estremi, sovraccaricando le scatola creando reazioni per noi
impossibili da conoscere, poichè non abbiamo mai portato i
soggetti a questo livello di test, sai per evitare danni più
o
meno gravi o peggio la morte. E siccome tu sei la quinta test o cavia
che ha supportato la scatola, il tuo chip è unico e con dati
e
programmazione differente dagl ialtri, ergo con te si adatta a te e
agisce in base ai tuoi parametri. Cosa ti turba della situazione?
Grazie a lei stai bene, perchè con la ferita e i livelli
ormonali che rilevava ha processato il cervello perchè si...
spegnesse per portare il corpo a uno stato di stasi ,
perchè si
riprendesse, mentre le stoddarde lavoravano... ah, le care e piccole
nanomacchine create dal caro e vecchio dottor Stoddard, che la Madre lo
abbia accolto tra le sue braccia. Se non fosse morto, avremmo
più dati e informazioni oltre o a testarle con i pochi
cambiamenti che loro là sotto possono fare, ma sembra che
abbiano entrambi svolto il loro compito. La bluebox ha modulato e
demodulato il segnale elettrico e chimico del cervello
perchè si
fermasse in una soglia minima vitale, per preservare il
soggetto mentre recuperava le forze e le nanomacchine nostre, almeno
quelle modificate che comunicano con la scatola cerebrale e poi
coordinano quelle di Stoddard, si occupassero della ferita. Fatto. Ti
hanno scambiata per morta, credendo di vincere, e sei rimasta come
Briar Rose in attesa dello sblocco della blue box..."
"E quindin che dovrei fare, dire ?.
Grazie nanomacchine?.
Per il vostro lavoretto che mi ha portata però qui in
Francia e
non a Bucovina a bruciar loro i piedi... voglio tornare là!"
fece portandosi verso la scrivania, affrontando occhi negli occhi Milan.
"Kianta..." fece lui buttando con le dita la penna sui fogli bianchi e
lasciandosi andare con la schiena alla poltrona esausto "non sono in
vena di fare spedizioni punitive, abbiamo i nostri collaboratori che
potrrebbero diventare i miei Alfieri in quel paese. Sono di nobile
stirpe, ricchi, hanno in mano gran parte del paese al pari degl
istgessi che hanno ideato l'agguato. NOn ritengo che, ora che sei qui,
sia corretto farti tornare là. Potevi avere qualche danno
cerebrale, potresti peggiorare con la ferita per quanto ti agiti, e..."
"Tornerò da David per usare il neurografo, così
che
almeno l'IO di adesso sarò conservata e poi voglio tornare
là..."
"Kianta..." fece stancamente Milan ma una voce li interruppe.
Il gruppo di veterani stava in una parte dell'ufficio in
silenzio
come sempre, mentre quei due discutevano. Alaric buttato su un
divanetto
quasi come Paolina Bonaparte nella scultura, annoiato. Gli altri in
piedi vicino a lui. Gask aprì la bocca per fare una domanda
di
getto, ottenendo paia di occhi sopra di lui.
"Bè... non capisco cosa sia un neuro-coso, e chiedo solo per
capire la situazione..." ottentendo da Jd la risposta.
"Un neurografo , chiamato informalmente scansione cerebrale, comporta
la scansione di un cervello e la copia della coscienza, della
personalità, dei ricordi di quel cervello in un formato di
dati.Di primi anni del duemila, per portare avanti l'idea del
transumanesimo, si fecero vari test grazie a esperti di neuroscienza,
praticamente creando un intero cervello in digitale. Venne replicato
digitalmente, consentendo simulazioni senza rischi di potenziali
trattamenti. E' come una tac ,
con immagini digitali di come è
strutturato il cervello ma non solo come aspett,
o come per lo studio di
presenze di anomalie e malattie. Si studiano separatamente creando vere
e prorpie mappe di ogni soggetto, mettendo in realtà le idee
all'epoca di Arthur C. Clarke e Isaac Asimov, per prendere
una
coscienza, ossia una Personalità compelta di un soggetto e
conservandola, per usarla su un corpo. Non l'originale ma altri. La
mappatura di un cervello prevede oltre la digitalizzazione totale,
anche uno studio, quest avolta un pò invasivo, di ogni
singola
sezione del cervello, la prima volta, per vedere dove sono le reti
neurali o collagemnti, quella specie di tubicini che contengono le
informazioni, e capire dove sono, quante e che struttura hanno per
copiarle, o nel caso romperle per crearne di nuove con nuove
informazioni. E' come per ora posso spiegartelo, non sono un esperto.
Ma le mappe complete del cervello umano non sono tutte
uguali,
ecco perchè la prima mappa è per comprendere quel
tipo di
cervello. ora le mappe cerebrali son oanche dette
"connettomi" e
sono modelli perfetti per studio e altro, di ogni connessione tra ogni
neurone in un cervello. Le nostre personalità, i nostri
ricordi
così come le funzioni sono differenze tra i
singoli
connettomi, e tra un cervello e l'altro.Ogni mappa in pratica presenta
un connettoma, come un'impronta digitale mentale unica, come le
impronte
delle nostre dita. Ogni connettoma o impronta è unica e
speciale
e ogni cervello agisce in modi differenti, sebbene in generale sembrino
identici. Un dispositivo di imaging chiamato Neurograph,
permette
di fare tre tipi di scanzioni, tre scansioni sono tre livelli
differenti del cervello, per avere un quadro perfetto e completo del
soggetto a livello cerebrale. Produce copie digitali della mente dopo
aver scattato una del cervello di una
persona, ogni
fotografia è l'equivalente di un connettoma che include
informazioni sulle proprietà metaboliche ed elettriche dei
singoli neuroni, le loro densità sinaptiche, i siti in cui i
neuroni rilasciano trasmettitori, e un'intera pletora di
altre
informazioni non necessariamente implicite in uno schema circuitale di
percorsi neurali. Almeno, mi sembra che il libro di David dicesse
esattamente questo.
"Ah..."
"...nell'imaging cerebrale ci sono due fattori,onde precise
elettrochimiche e l'altro..."
"nanorobotica neurale" si intromise Milan, mentre Kianta sbuffava "
neuronanorobotica facilitano diagnosi accurate, connettività
controllata tra l'attività neurale e archiviazione
ed
elaborazione di dati esterni, ove i nostri stessi ricordi possono
essere tagliati fuori da noi come si fa con un bisturi in alcuni
interventi al ceervello. Jd ha detto il giusto, il processo
è
una combinazione di determinate onde e stimoli eletrtonici uniti a
optogenetica,
un metodo che utilizza la luce per fare cose, come indurre il sonno,
recuperare ricordi apparentemente persi e mappare i circuiti neurali.
Il metodo si basa sulla consegna virale di modificatori genetici a
popolazioni di neuroni modificati. L'optogenetica e innumerevoli altre
tecniche di imaging ad alta
fedeltà,
hanno
tonnellate di potenziali impieghi, e stiamo ancora intenti a sviluppare
le tecnologie per visualizzare in
modo completo un intero cervello senza studio a settori, o usare
costosissime macchine che noi abbiamo"
"Ok ma... quindi si può copiare u ncervello?"
"Gask, ci hai sentito? Abbiamo spiegato che il cervello è
fatto
di varie cose, tra cui impulsi nervosi specifici e differenti che
vengono letti e codificati, come si fa con il linguaggio umano verso il
linguaggio macchina e viceversa, che porta la macchina a comunicare le
sue operazioni binarie treamite una visuale grafica. Così
sono
gli OS dagli albori esempio di Microsoft, ma ancor prima i Mac.
Interfaccia grafica per dare istruzioni ed avere i risultati in modi
comprensibli a noi, mentre la macchina opera con sistema binario,
quindi due via come On e Off, che combinati in sequenze specifiche sono
un'informazione. Questo per stringere. E la stessa cosa per i dati
ricavati da un cervello. Per fartela breve l'apparecchio capta e
riconosce gli impulsi, ripeto lo dico stringato, e li converte in dati
digitali che sono poi riversati in speciali memorie tipo flash
portatili, di pochi centimentri, contro una quantità di dati
variabile. Conta che la versione base di un cervello convertita in
dati,
equivale a circa tra i trecento megabyte e i seicento, in base al
cervello ovviamente e le informazioni contenute, oltre se sono presenti
o meno anche i livelli di analisi del cervello..."
"QUindi..."
Per ottenere
un'immagine accurata del cervello hai bisogno di dati,
gli elementi
di attivazione dei singoli neuroni, sui loro contenuti molecolari,
sulle loro connessioni, il più vicino possibile a tutto il
settore che si sta analizzando. Eventuali discrepanze potrebbero essere
abbastanza significative da
produrre effetti valanga, che ostacolano drasticamente la
fedeltà
di un modello mentale.Un pò come una foto scaricata male da
internet che ha quelle righe o
parti bianche con glitch, ad indicare che tutto il pacchetto non
è stato
scaricato. A peggiorare le cose, ottenere molte di queste
informazioni è molto invasivo, la prima volta. Prima si
inserivazno
elettrodi e micropipette in tutti gli 86 miliardi di neuroni del
cervello umano,per non parlare degli altri 85 miliardi di cellule
cerebrali non neuronali, che la maggior parte dei neuroscienziati
considera preziose per creare rappresentazioni fedeli della funzione
del cervello. Adesso, tramite una sorta di casco con onde di vario tipo
e uso di luci speciali, sempre stringato, è possibile
analizzare
il cervello come una tac ma in profondità, usando gli
elettrodi
solo la prima volta. E cosa fondamentale, non è possibile
per
esempio prendere te, metterti sul sedile, e scansionarti. Kianta
può farlo perchè possiede la blue box..."
"ma... anche io ce l'ho..."
"Gask, ascolta e capisci." fece Milan stanco "So che tu adesso ce
l'hai, ma sto parlando
per ipotesi. Tu non hai la scatola, ergo non hai un modulatore e
demodulatore di onde ed impulsi cerebreali, quindi sei un cervello
normale. La nostra tecnologia senza dei punzoni interni al cervello,
non può effettuare quello stesso procedimento profondo di
analisi, scansione e copiatura. Prendi me, sebbene sia il Leader, non
ho la scatola, ergo se faccio eseguire su di me la scansione senza
elettrodi e scatola, avrei una tac superiore alla normale ma non da
permettere a David, non come vorrebbe, di provedere ad
analisi
approfondita per disattivare e rimodellare quei bastoncini carichi di
informazioni che..."
"ma quindi io posso e tu no?"
"...eh... questa esigenza di iper-accuratezza è
potenzialmente permeata dalla black boxing del cervello. Il che ci
porta a...nient'altro che input e output. dati elettrici e
chimici che puff, vengono riconosciuti e convertiti in dati
informatici, sotto forma di codici che un conputer può
leggere. L'emulazione del cervello è l'endpoint logico
delle
neuroscienze computazionali. I tentativi di modellare con precisione
neuroni e sistemi cerebrali ne è una branca.Gli elementi
strutturali cellulari o subcellulari del cervello umano sono
considerati unità di elaborazione delle informazioni
funzionali di input/output in sistemi di memorizzazione e/o
elaborazione di dati cerebrali basati su metodi elettrochimici...Non si
tratta esempio di una lastra o una stampa c he ti danno se fai raggi o
tac. E' una versione digitale lavorabile, non mera immagine. La ricetta
per l'intero corpo umano è memorizzata in 3
miliardi di paia di basi di dna, che si adattano perfettamente a circa
due cd se rappresentati come combinazioni a due bit,
perchè un computer possa interpretare
quell'informazione. In informatica, la compressione è di due
tipi, lossless e lossy. Il tipo di scansione come dice David
è
paragonato esempio a un file audio, nulla
può
competere come qualità e perfezione con tipi di file audio
ingombranti e senza perdita di dati
come flac e ogg contro mp3, per farti capire come funziona. E' come se
una tac normale fosse un midi o ancora, un file che si apre normalmente
contro un raw, il prodotto originale e perfetto che pesa di
più
ma è perfetto. Per lo
stesso motivo, una volta compreso come funziona un cervello umano, si
è provato a copiarlo e ridurre il suo connettoma prima
che le differenze diventino evidenti, da non poter operarvi sopra.
Interfacce cervello-computer, ecco cosè. E lo studio parte
dal
controllo mentale Mkultra, poi divenuto monarch.
Tra gli anni cinquanta e sessanta il progetto mkultra nacque per
controllare i loro agenti ma anche soggetti catturati con strumenti un
tempo usati per la cura di malattia mentale... ma non solo, studi
precedenti tedeschi e poi russi. Se il primo si basava
molto su condizionamento impresso da traumi e
ancoraggi su traumi e rottura della psiche per varie pratiche
terribili, poi si è passato all'uso di onde sonore e radio,
a
impusi elettrici e audio visivi. I cosidetti messaggi subliminali
derivano da ciò. Usare immagini, suoni, onde al cervello e
stimoli elettrici in varie zone della testa per agire, con una funzione
maggiore del progetto originario. Perchè noi lo studiamo?
Perchè ci serve per ridare la mente alle persone che l'hanno
persa. Soggetti con disturbi mentali, amnesie, stati di shock, traumi
che regrediscono la persona o militari o ocmunque soggetti che sono
affetti da ptsd,ossia post-traumatic stress disorder, ma
anche
altre patologie più o meno gravi. Noi studiamo il ceervello
e la sua copia, e impressione nel
cervello per ridargli la mente. Correggere anche problemi fisici e
ormonali del cervello stesso. .."
"Ok, ma quindi la scatola..."
"L'ingrediente chiave è
un'interfaccia cervello-computer, o bci. Questi trasferiscono le
informazioni tra i media neurali e meccanici, consentendo il controllo
degli arti o del corpo, e la compensazione per i sensi
danneggiati, ad esempio.
impianti cocleari e occhi bionici. In pratica un cervello scansionato e
copiato in un corpo meccanico avrà scompensi,
così
comè, perchè settato da anni e
capacità imparate,
perchè non riconoscerà il cervello, che da
organico
è diventato meccanico, quindi il sistema non più
umano e non
riuscirà ad adattarsi. Questo accade se il soggetto non
è
consapevole di dove si trova, ossia corpo non originale, e non accett
ala cosa, mandando il cervello in stato di rifiuto. Se ti chiedi come l
oso, è perchè abbiamo provato. Solo un cervello
con mente aperta e
consapevole della cosa, e che conosce l'idea del
transumanesimo, può provare ad adattarsi" guardando Kianta
"ma per ora ci
buttiamo sulle menti reali, umane, organiche. Per ora facciamo a meno
di robot con menti scansionati, perchè abbiamo
già
dispositivi pilotati da specialisti tramite sedili di
pilotaggio, che
hanno lo stesso fattore della sedia di David, solo meno tecnologica e
senza i mezzi e Os adatto. ma prendono i dati della mente del pilota e
lo tasmettono al mezzo, consentendo un pilotaggio da remoto in tempo
reale..."
"Mentre
è in un posto di pilotaggio, un controllore umano
può
azionare a distanza macchinari usando solo i suoi pensieri. I sedili
pilota sono molto BCI. QUesto dice David..." fece Jd, mentre Milan
continuava.
"Abbiamo dei sedili di pilotaggio. Usando un
cappuccio, la versine leggera e portatile, sebbene voglio che
sia ben
sperimentata o i caschi speciali, elettrodi e un po' di
allenamento,e le persone possono controllare i morfocotteri comodamente
da una
poltrona. O
Kianta che usa il sistema di proiezioni con lo stesso funzionamento. I
piloti o controllori non hanno scatola, lei si, e quindi
tramite la scatola
il sistema tramite un collegamento implementato , tipo un wireless,
può
pensare a qualcosa e il sistema lo rende reale tramite laser
speciali, che sono visibili non comunemente come raggi che partono da
un punto
come i moderni parchi di divertimenti,
ma i nostri sono studiati per essere micropunti che sono visibili solo
nella figura finita. E si può ricreare di tutto, basta che
la
mente sia adatta, sia stata preaprata tramite dissociazione o..."
"Quindi quello che fa lei è qualcosa di simile?"
"Di bas eil procedimento è simile. Ricorda, interfaccia
cervello-computer, e viceversa. Pensano
semplicemente a spostare il robot volante, i segnali sono
raccolti dal
cappuccio tramite elettrodo e vengono trasmessi alla macchina,
modificando
di conseguenza i suoi schemi di volo. Certo, con il cappuccio i segnali
su uno scalpo
sono smorzati, quindi il sistema non è perfetto, ma
è
impressionante per una tecnica che richiede solo di indossarlo. E il
sistema non è dissimile dagli.impianti cocleari .. e una
scansione viene impressa nel cervello con quella tecnologia al
contrario, rappresentano informazioni che
viaggiano dal computer al cervello, modificando quei filamenti che se
ti sto a spiegare cosa sono, il nome e altro, tu perdi il
filo. Un
robot che usa questo metodo, è come un relè per
una
coppia di BCI. I neuroni vengono letti e
interfacciandosi così con i componenti di
motilità del
robot, lo si manovra solo pensando. Ricevono anche input da
sensori di
luce e li trasmettono a un
computer, che può trasmettere comandi di movimento in
risposta.per ora si è studiato, non qui, mille neuroni di
ratto
che
agiscono essenzialmente come microprocessori su un robot,posizionati su
un chip di silicio, e la
configurazione impartisce
comandi , più lo strumento come casco, è
migliore, i
recettori da entrambe le parti sono meccanicamente aumentati"
"Quindi basta sedersi su una sedia..."
"L' interfaccia neurale del sedile pilota Fdx-500, è un
apparato di
interfaccia neurale prodotto con specifi apparecchi di rivelazione e
lettura neuronale e impulsi elettro-cerebrali, che
consentono il controllo remoto degli apparecchi, e nei laboratori
abbiamo la versone evoluta per consentire la creazione
di neurografi . Il suo utilizzo si basa sulla neuroetica e
può
essere configurato per leggere e scansionare un chip corticale, o
cortical chip, che è su cui si basa poi tutto ciò
che
è la blue box.A sua volta ispirata a un apparecchio di
bypassaggio e demodulazione dei segnali telefonici creata negli anni
ottanta. Inoltre Kianta può, perchè la
personalità
primaria aveva già parecchia esperienza di visualizzazione e
dissociazione per motivi suoi, quindi il il cervello era allenato e a
Kianta è bastato poco per adattarsi a ciò... "
"ma quel coso sulla tsta non fa male, vero?"
"...il metodo è meno invasivo rispetto elettrodi nel
cervello, lo stesso tipo, grossi e assurdi, che dal duemilatre si usano
su cavie animali, da scimmie, a piccoli mammiferi fino uccelli
medio-grandi proprio per studiare il cervello, composizione nelle varie
specie, ricezione della vista... lo dico così
perchè
comprendi di cosa parlo e via dicendo. Le scatole...sono come le
scatole nere dei veivoli, hanno una funzione
ausiliaria di
consentire migliori capacità di mappare il cervello e
pilotare le
macchine perchè proprio sono inseriti, essendo grandi..."
"Scusa, noi abbiamo già delle black box sempre dietro, no?"
"Aspetta, ti confondi. Black Box Biometrics è un
ndisposivo esterno, e raccoglie dati e fornisce un feedback
istantaneo dopo un evento. Più che altro sono studiati per
monitorare a cosa i soldati sono stati in contatti e come agire,
per i medici. Il dispositivo è piccolo e può
essere
montato sul retro del casco così come sul petto e sulla
spalla, consentendo una raccolta più accurata delle onde di
sovrapressione e dei loro effetti su diverse aree del corpo. ma sono
esterni. Questo è più grande, mentre quella
interno che
avete
è un congegno poco più piccolo di una carta di
credito e
di un unico pezzo rettangolare, una blue box è
settorializzata
in tre parti, una nella zona poco sopra l'orecchio, una nella zona
della nuca e la terza con una percisa posizione della colonna
vertebrale. Prima come per Kianta si inseriva con intervento chirurgico
con anestesia locale, mentre ancora prima con anestesia totale su un
lettino da chirurgia. Kianta l'ha ricevuto sul sedile ergonomico, con
una sponda per poggiare braccia e il mento e subire le operazioni
seduti, con la schiena a disposizione del medico fornendo sembre
feedback verbali mentre si opera. Adesso è provvisto
più
piccolo, con una siringa speciale ma si deve fare sempre
l'incisione e
con i cerotti stringenti e colla chirurgica, non si vedono ne segni e
ne
cicatrici, perchè il processo di chiusura
tissutale
è
monitorata e seguita perchè non rimanga molta traccia..."
aprendo le braccia come per dire questo è quanto
"E io quindi cosa ho?"
"Tu hai la versione più piccola di quella di Kianta... i
chip
Cortex di base sono gli stessi, sebbene in formato minore, e utilizzano
un'architettura simile alle scatole nere, in grado di
eseguire una mappatura per la scansione, misura un'ampia gamma di
indicatori, dalla temperatura corporea all'attività
cerebrale e
informazioni vengono continuamente trasmesse al Core principale
dell'organizzazione, e solo alcuni Crell possono accedervi per
verificasre le condizioni del soggetto. Hanno un'ampia gamma di
rilevatori sia per la condizione fisica che per la trasmissione dei
dati, visto che si basano su diversi segnali per trovare quello
funzionante per agganciarsi. Rivela anche il momento in cui i satelliti
sono sopra il soggetto per esempio. E i phonevlet hanno delle funzioni
nascoste, attivabili solo da noi, per collegarsi al satellite nella
zona e comunicare...il phonvlet comunica con la scatola e manda al
satellite le info. Ma... è un'operazione che
evitiamo tantissimo..."
"Ok, forse, non so, credi aver capito ma... si può davvero
copiare quei dati in un cervello? Voglio dire, se..."
"Aspetta! scannerizzare è molto diverso dal copiare! Una
cosa
è usare un'apparecchiatura che riconosce impulsi
elettro-neurali
e un'altra inserire dati in un cervello. L'area da trattare
è
definita, non tutto il cervello. Non so se hai già seguito
le
Lezioni sul corpo umano, ma il cervello in base alla funzione ha
settori specifici dove sono immagazzinate le informazioni. Attualmente
non è possibile cancellare tutto un cervello come si fa un
hard disc come fosse niente, fare percentuale
zero di dati neurologici e poi copiare. Perfino le amnesie portano il
soggetto a saper parlare, camminare, agire e fare cose basiche... ma
sono informazioni in settori diverso dalla memoria principale. E'
come... come un computer. Cè la memoria di massa e quella
volatile. Immagina che i dati della memoria volatile si perdano ma ci
osno quelli base nella memoria di massa. Due parti diverse eppure
è sempre memoria. E la stessa cosa è il cervello.
Se si
danneggia per incindente, shock o altro il settore della memoria che
definisce quella persona per i ricordi e le esperienze, non
verrà intaccato, non del tutto, l'altro settore che riguarda
le
funzioni di comunicazione, apprendimento, movimento... Le ricerche e i
nostri test ci hanno dimostrato che ancora lo studio del cervello
è a una percentualepiù vicina al
cinquanta, che al per
esempio ottanta per cento. Le persone che hanno accettato
volontariamente di sottoporsi ai nostri test hanno... mh... avuto dei
problemi. E ripeto, cancellazione totale di tutte le aree del cervello.
E'stato difficile copiare una mente di un altro soggetto, quindi non lo
stesso, in toto perchè i dati si adattavano a quel corpo,
l'originale, e abbiamo visto che una copia vergine, ossia la prima non
manipolata, ha difficoltà ad adattarsi ad uno schema
celebrale
differente. Ripeto, come per ogni cosa, anche il cervello è
diverso come struttura da un altro. DImensioni, percorsi neuronali,
strutture adibite a memoria, collegamneti... "
"E come è finita a quelle persone?"
"La maggior parte non erano in grado di parlare, o balbettavano, o non
sapevano ritrovare equilibrio... il cervello naturale cercava di
compensare le differenze, le informazioni che noi avevamo
impresso e le
sue caratteristiche, i connotati... le abilità che aveva
l'altro
non venivano ben assimilate, o il cervello creava un rigetto e la
struttura si frammentava....inoltre non tutti hanno un cervello che
David chiama elastico che può adattarsi. Rifiuto di
accettare un
corpo diverso, l'inacapacità di mente aperta da analizzare
prima
la situazione e capacità di analisi... diciamo che non tutte
le
strutture, come chiamiamo le scans del cervello, possono adattarsi.
Ripeto, non manipolate. Il cervello umano non è come un
computer. Seppur in un computer ad esempio se prendi un disco rigido,
quindi estrarlo da un computer perfettamente funzionante con OS
perfetto completo di tutti i driver per ogn i componente, e lo
inserisci, avviandoil nuovo computer ospitante... è
innegabile
che
l'Os inizierà ad avere problemi, perchè sebbene
cerchi di
compensare la base fisica diversa funzionando ma non trovando cosa gli
serve per la stabilità.... Crash, blocchi, rallentamenti,
e questo perchè i pacchetti che collegano i registri dell'Os
con
i dati dei componenti originali non sono compatibili con il nuovo
pacchetto. Se le due macchine dovessero essere identiche in ogni pezzo,
per cui l'Os comunque si adatta bene, non creando problemi
perchè i codici identificativi di ogni peszzo sono diversi
ma
componenti identici, è diverso. Si adatta. Ma se la base
è diversa come lo sono due persone, l'impianto della scan
vergine potrebbe non attecchire. E il risultato è come...
hai
presente come una foto, divisa in pacchetti di dati per esser inviata
meglio, arriva con danni perchè tutte le informazioni non
sono
giunte, e compare con glitch, parti bianche, frammentate, che
capisci
uina parte della stessa ma non è completa? Identica cosa.
Solo
acuni pezzi saranno presi dal cervello, ma se è tutto
cancellato
e molte parti dei settori importanti non prendono, è una
personalità monca. COme è accaduto no nsa
parlare, non
conosce le parole, non sa come correre o camminare, non sa tenere in
mano una forchetta o penna, ha incapacità cognitive e mostra
elementi di qualche categorie della sezione delle sindromi dewl genere
autistico. Ma non lo erano, era solo il cervello che inciampava male
nel funzionare con ciò che aveva ricevuto. Ecco
perchè
attualmetne a meno che
non sia una scan originale nel corpo originale, non attuiamo per ora su
persone che ciservono, impressioni di struttura totale, ma parziale. In
pratica modifichiamo tramite impulsi di onde elettriche e onde di varie
freqauenze, interfacce luminose con luci speciali e frequenze tonali
specifiche. Questa unione di suoni, luci, impulsi elettrici e toni
specifii, come toni bineurali che la gente usa per varie cose, si
inviano i dati nei..."
"Quinid non tutto. Ma solo la parte dei ricordi? E' questo che dite?
Che modificate solo alcune aree del cervello?" chiese dubbioso Gask
"Come ti ho detto, facciamo test su volontari per studiare la cosa.
Attualmente modificato, si, un settore del cervello solo per
adesso che attuiamo. Usiamo persone con problemi o reduci militari e
altri, volontari, che ci chiedono di aiutarli. Sindrome da shock post
traumatico, vittime varie, militari, tanti soggetti che per blocchi
della mente, dolore, sofferenza, non possono superare certe cose. E noi
proviamo a farlo. Il nostro progetto primario è quello di
ridare
una mente sana alle persone che l'hanno persa e non possono ricomporla
normalmente, col tempo e terapie convenzionali. Ma per fare
ciò
dobbiamo fare test, che effetuiamo su perosne volontarie e che
verifichiamo possano essere compatibili come primi ..."
"Voi usate solo volontari, ma trovate gente idonea per questi test?
Voglio dire... questa tecnologia è possibile per tutti?"
"Lo stavo per dire. Come per le nanomacchine, non è
compatibile
per ora proprio con tutti. Ecco perchè i nostri test. Molti
soggetti sviluppano rigetto, sindromi autoimmuni, alterazioni
metaboliche... creare qualcosa che viva all'interno del corpo per molto
tempo, che lo controlli e gestisca al meglio non è affatto
semplice, anche per tecnologia innovativa salvavita e per tutti i tipi
di soggetti. NOrmnalmente ci sono quelli che non reggono queste
macchine, altri che le espellono con sintomi diversi, chi inizia ad
avere problemi psicosomatici dove addiittura crede che scivolino
sottopelle o comunque nei tessuti come parassiti, vedendolo proprio il
bozzo che è impossibile, ma credono di sentire formicolare,
camminare... chi sviluppa anche terrori da impazzire. La mente,
può fare molte cose, anche rovinare dei test importanti.
Accettiamo persone volontarie di tutti i tipi,chi con
disabilità di varia natura, malattie genetiche rare o
incurabili, danni e problemi psichici, persone perdute sia come
aspettastiva di vita che mentalmente, e la lista continua. NOn
è
così semplice trovare parecchi elementi di test che sono
compatibili con i nostri esperimenti. E se lo stai chiedendo, sono
consapevoli dei rischi ed eventuali problemi, firmando una liberatoria
inattaccabile sotto ogni punto di vista legale... i morti ci
sono
stati, ma perchè erano già messi male,
hanno tentato il
lancio della moneta ed è andata come doveva. Abbiamo pagato
noi
le funzioni, di qualsiasi tipo, per le sepolture o un tot di tempo in
nuovi istituti di cura se erano incompatibili... fortunatamente le
famiglie sono persone con la testa sulle spalle che comprendono rischi
e situazioni e ringraziano per i tentativi. Alcuni li abbiamo aiutati
entro quanto potevamo e grazie alle nanomacchine, le nostre, non quelle
di Stoddard, facendoli migliorare. Attualmente alcuni sono sotto
osservazione sperando che queste piccoline possano curare
invalidità di varia natura, e sperare di ridare
funzioni che
avevano perduto. Noi diamo speranza..." buttandosi di nuovo verso lo
schienale con un sorriso di fiducia e sicurezza.
"QUella speranza che nessuna preghiera e fede possono dare nei fatti"
disse Kianta "qualunque preghiera la gente faccia, non importa con che
profondità d'animo e speranza, la fede non dà
risultati e
certezze, quindi pregare non serve. Noi lo mettiamo chiaro e tondo. NOn
si deve rignraziare Dio o suo figlio in base alla religione, per
eventuali risoluzioni positive, piccole o gerandi, ma lo diciamo
sempre. Così come per Veròna, lei giunge e agisce
là dove i santi e dei non fanno... dati alla mano, non tanto
per
dire! Rendete grazie ai medici e scienziati che impegnano cosa hanno
e sanno, per qualcosa che sia più reale della mera
fede.
Si,
credere, e per credere intendo Credere, è una sorta di
balsamo
placebo ma che non da risultati veri. MOlti dicono che hanno avuto
qualche grazia miracolosa e che i medici sono icnreduli, peccato che
prima abbiano provato le medicine e cure. Odio chi crede ed
è
sicuro che il loro dio può tutto, e poi piange dai
medici
per
qualsiasi cura, prova di tutto in fatto di scienza, per poi dire grazie
al loro dio come se gli sforzi delle persone con un cervello dato dalla
natura non valga. Il loro dio secondo le scritture era un essere
cattivo, vendicativo, facile all'ira e all'offesa che ne ha sterminato
di gente... mentre l'essere che odiano tutti indicato come Satana, ma
non
Lucifero, sbagliano sempre perchp nelle scritture sono indicati come
differenti, che ne ha ucciso uno solo per scommessa, è
l'essere
negativo. Dio è amore, dio è questo, dio
è quello
ma comè che ha creato virus, animali feroci e pericolosi
anche
per malattie a iosa, il mondo degli insetti che è come un
horror
prima degli horror creati dagli umani... e comè che con la
fotografia e i video ci sia quasi niente di lui, mentre prima
vedevano
miracoli, madonnne e santi in ogni angolo e adesso niente? Strano, eh?!
Che è
per la scienza che gli umani sono più longevi, le conoscenze
su
germi e batteri che ora sono contestati da genitori idioti che non
vaccinano e non tengono pulite le cose , come si dovrebbero
perchè i
figli altrimenti non divcentano forti. Per poi prendersi roba schifosa
per negligenza. Eh, loro lo hanno battezzato, ho letto questo, e quindi
Dio è sempre lì a proteggerli, cos'ì
come la
madonna... noi diamo certezze, visibili e comprivabili, ci sono
fallimenti, ma dipende dalle risposte del corpo. Tranne quelli arrivati
già in
pessimo stato. Ma i risultati ci sono, e sto parlando solo di quelli
per i nostri farmaci e tecnologie nano. E poi cè la
categoria
neuroscienza, dove ridiamo alle persone perdute, per varie cose, i
pezzi ricomposti e niente più danni perchè
possano
vivere. Come dico sempre, noi possiamo..." fece lei, andando verso il
divanetto opposto ai ragazzi, per buttarcisi sopra, prendere la sua
pipa in legno speciale, ricomporla con un colpo di polso, un
tac, e
metterci dentro polveri speciali che prese dal mobiletto a fianco, in
un cassetto.
"Usi ancora quel cassetto per metterci le tue cose?" fece un
pò
spazientito Milan "E ti sei presa lo zippo con i gigli intagliati! Sai
che non sopporto quando scegli un cassetto ovunque e lo utilizzi come
supporto di emergenza..." sbattendo i palmi sulla scrivania con cipiglio
"Secondo me è utile avere piccoli angoli di emergenza. Non
devo
farmi tutte le scale, tutti i corridoi della magione per prendere solo
un pò di polverina..."
"NOn ho ancora capito cosè che fumate se non nicotina. Qui
quasi
nessuno fuma nicotina e i ragazzi dicono miscele speciali dei
laboratori..." domandò Gask al solito a voce alta dubbioso
"Vedi... " fece Milan, unendo le mani davanti al viso, con i gomiti
sulla scrivania "qualcuno potrebbe chiamarli...miscela di erbe
studiata, secondo sistemi Ayurvedici, coadiuvanti nel processo di
allontanamento dal tabacco. La nicotina, componente caratterizzante del
tabacco, è la causa dell'assuefazione al fumo e della
difficoltà a smettere... non a caso oltre a causa
gravi
danni a
polmoni e altri organi fino a cancro, è stato
accertato il
meccanismo e la capacità di dare assuefazione della
nicotina.
Secondo gli studi legati a recettori specifici nel cervello,
rapidamente si abituano alla stimolazione data dall'alcaloide, e che in
assenza della nicotina provocano i sintomi dell'astinenza. Mancando la
nicotina, viene a mancare l'elemento assuefazione, e per
molti calmanti, che darebbe secondo le loro teste ma non è
così.
Noi
utilizziamo una vasta
gamma di miscele naturali e in parte chimiche, che sono sia di
rilassamento che curative. Le prime furono sigarette indiane, si
cercava di sviluppare un prodotto utile a disintossicarsi dal tabacco e
dalla nicotina. Seguendo gli antichi testi ayurvedici riguardo il fumo
curativo Gulash, il nostro esperto insieme ad altri colleghi di
differenti branche, studia modi per creare sigarette e prodotti per
sigarette elettroniche, a riscaldamento o pipe, che siano prive di
danno, ma anzi curative.I componenti più importanti per il
sapore e l'odore sono aromatici degli oli
essenziali, erbe,
resine, elementi concentrati, vitamine o integratori, anche medicinali
in sigarette rollate, che si liberano per la distillazione in
corrente di vapore, generato nella combustione e trascina con
sé
le sostanze aromatiche e parzialmente per distillazione
secca. O
per effetto del calore della combustione,con tempertature molto alte,
senza che si danneggino i principi.. Si aiuta sistema immunitario, ha
effetti positivi su tutti gli apparati dell'organismo, anche
gastrointestinale e respiratorio. Sempre ovviamente in base alle
miscele... Contribuisce a risolvere problemi di digestione, gonfiori e
varie patologie e aiuta ad alleviare i sintomi quali sinusiti con o
solo mal di testa,raffreddori cronici, problemi di voce, bronchiti
asmatiche, vari disturbi respiratori. Bruciano il muco in eccesso
favorendo un'eliminazione di tossine causate dall'eccessiva assunzione
di tabacco e nicotina o per problemi normali in base al paziente. COme
qualcuno... " guardando male Kianta che fumava come se fosse a un
momento relax "che da sempre ha problemi di polmoni e deve
fare
sempre quel
verso fastidioso per liberare i bronchi e che la fa sgamare sempre
anche se vuole fare le cose in stile ninja..."
"Scemo..." fece Kianta offesa col broncio
"La miscela utilizzata come nel suo caso presenta foglie di eucalipto e
altre di
altri paesi con benefici simili, donando un respiro più
regolare, senza ostruzioni o stringimenti di turbinati o ..."
"Ha problemi di respirazione? Ma se urla e borbotta sempre..." fece
Gask accigliato guardandola, ricevendo uno sguardo incazzoso da lei,
come se volesse tiragli qualcosa
"Merito delle miscele... ha sempre problemi respiratori e polmonari,
non da impedirle di fare le cose, anzi, ma a causa del suo passato e le
medicine, tutto l'apparto respiratorio non è messo bene, in
base
a nche a umidità e tempratura... e così ecco che
fuma la sua
amata pipa, studiata apposta." osservandola tirare una boccata con
mezzo sorriso "la miscela in combustione rilascia oli
essenziali
che svolgono un'azione sfiammante del cavo orale, rilassante delle
mucose, espettoranti e anzi svolgono l'azione dell'eucalipto molto
bene. L'assenza di composti aldeidici e
polinucleati, benzopirene,composti chimici dannosi, essendo le nostre
sigarette, pr
chi le sceglie, rivestite da speciali lavorazioni in foglie specifiche,
impediscono quindi al corpo di accumulare tali sostanze oltre le
nicotine. Sono sicure per tutti e no ndanno assuefazione, sebbene la
gente fuma anche perchè l'azione di tenere la sigaretta,
aspirare, .rilasciare il fumo, donino un aiuto contro il nervosismo e
qui lo usano con prodotti migliori.Non la nicotina, ripeto, la i
gesti. Kianta stessa utilizza sia miscele
per la respirazione che rilassanti, coe quelle usati da molti prima di
andare a letto, che le mediche. Vitamine, minerali che non si
danneggiano con il calore, medicine di vario tipo... sono tutti
elementi dosati in miscele finali che fanno ilo loro lavoro e proteggno
chi fuma, chi gli è vicino, l'ambiente. Era questo che
volevi
sapere?"
"Si, però..." guardando Kianta che fumava e lo
fissava
come se aspettasse una cazzata "trovo solo strano che lei fumi la pipa
invece delle sigarette. Anche se lo ha fatto, questi elementri
brucianti non sono comuqnue dannosi?"
"La stronzetta è una cavia, la cavietta promettente dicono,
quindi non ti preoccupare. Se le succede un accidente, basta vedere il
perchè e almeno ha fatto la cosa buona di salvarci la
nostra, di
pelle.." rise Alaric, sbeffeggiando la ragazza mentre questa fumava.
Seduta con la schiena sul bracciolo, una gamba, distesa e
l'altra, la sinistra che sorreggeva il gomito della mano sinistra che
teneva la pipa. COn le destra, con gomito sul bracciolo, faceva un dito
medio. "inutile che ti offendi, tu e gli altri testate i prodotti dopo
che hanno superato i primi livelli di test, ma comunaue sei una
cavia..."
"Alaric, sai perchè non indosso camicie nere? Non
ho motivo di indossare qualcosa che sia nera come la mia anima...
lascio a chi ha questi elementi, vestirsi di nero..:" fece
lei con un sorriso carogno
"Certo, fai allusioni, ma la questione è che sei pazza, vuoi
andare a pestare sotto il calcagno quella gente che ti ha infilata in
una bara credendoti morta e invece sei viva perchè sei
peggio
dei gatti, che odi, e sei la cavia che ha bisogno di una copia
dell'identità primaria perchè almeno Milan non
perda
quella testolina stronza..."
"Identità primaria? E' da prima che lo sento"
domandò
Gask ad Alaric che era avanzato di qualche passo vicino a lui.
"L'identità primaria"... fece Jd dando una gomitata ad
Alaric "è come chiamiamo la
personalità originale. La tua per esempio è la
personalità primaria. Le personalità da
impressione di base invece
sono le scans delle persone in generale, che è possibile
imprimere nella testa. In pratica identità
primaria è la persona originale, che noi chiamiamo anche
l'Originale. La personalità secondaria quando testiamo la
mente
dei soggetti per cercare di imprimere tutta una scansione nel cervello
per ripristinarlo senza danni. L'Os di emergenza invece è
presente nella scatole, o blue box, o Draper, chiamala come vuoi, che
contiene in uno dei settori proprio una sorta di intelligenza
artificiale di base che, in caso di danni alla memoria o altro, che la
scatola rivela essendo connessa con un settore proprio nel cervello,
attiva delle funzioni che copiano i dati nel cervello come impulsi. Non
è testato a dire la verità, è di base
già
nel progetto iniziale, e sebbene per Kianta sia stato modificato per
essere specifico solo per lei, così' che le funzioni base
siano
inviate al cervello perchè possa tornare o trovare una Torre
più vicina, normalmente ne è presente uno nel
caso che...mh... Finora abbiamo lavorato più alle scans che
agli Os..:"
"Os... cosa sono..."
"Sei qui da più di una settimana, speravo di avertene
parlato o
che lo sapessi da David, visto che ne hai una... si tratta di una sorta
di... sistema operativo o mente digitale con dati specifici
perchè non vi sia amnesia... ma non cè biosgno
che te ne
preoccupi. Sei un soggetto forte di mente, non ci pensare. Se hai
domande chiedi a David, meglio lui che me. Io ne so quanto basta per
sapere di cosa parla. ne sa meglio Milan..."
"per favore non mi confondete, cè una
questione da risolvere!"
"Infatti! Devo tornare là e portarli alle cave"
fece lei per rispondere a Milan
"Vuoi prendere una famiglia ricca e molto conosciuta di quel paese e
farla sparire? Un conto è uno o due soggetti, ma tutta una
famiglia..." guardandola come se fosse arrabbiato
"Milan, cosa hanno fatto è vergognoso. E mi ha fatto
incazzare
la questione della blue box che si è attivata e ha..."
"ne abbiamo già parlato. Ha modulato e demodulato impulsi e
frequenze per salvarti la vita. Anche se hanno fatto un affronto a
quella famiglia e..."
"E te! Sai bene che sono incazzati perchè credevano di
essere i
primi e unici ad essere contattati per essere Alfieri del nuovo governo
mondiale perquel paese, contestando poi lo scoprire che stavamo
vagliando tutte le famiglie loro pari, quindi ricche, antiche e
potenti, per scegliere quella più affine a noi.
Volevano
togliere di mezzo tutti e invece sono riusciti a ucciderne qualcuno e
prenderli per quel siparietto spettacolare. E noi siamo qui anche per
schiacciare tali soggetti pericolosi. Non è
così?"
guardandolo con gli occhi puntati su di lui, fumando con eleganza la
pipa, senza cambiare posizione.
"So bene cosa vuoi fare. Non credo sia..."
"Milan, non ha tutti i torti." disse di colpo Jd "Non voglio dirti
nulla, non sno come Kianta ma... Quella famiglia è stata
negativa su molti aspetti, troppi. ALl'inizio ero contrario all'idea di
una certa persona" venendo guardato di scatto da Kianta con la sua
solita espressione che mostrava che comprendeva, tagliente "ma
effettivamente quello che facciamo è lo stesso della
giustizia
classica. Insomma, fermiamo la gente negativa e pericolosa e la
mettiamo in condizione di non fare più del male, divenendo
anche
utili alla società"
"Se per essere utili alla società intendi prenderli,
pestarli un
pò come fa qualcuna di nostra conoscenza "sbraitò
Alaric
fissando però Kianta, la quale con un sorrisetto
voltò il
capo altrove, fumando "per poi buttarli in cave e giacimenti
perchè lavorino al posto di schiavi e civili per niente,
cosa ci
fa migliori dei gulag e..."
"Alaric, non è questo il discorso. E lo sai" disse Milan
riunendo la mani sulla scrivania con forza "ne abbiamo discusso
parecchio da tempo, ed essere civili rispetto chi cerchiamo
di fermare
è proprio il non uccidere o recare danno. Loro diventano chi
distruggevano. Fanno lavori che prima eseguivano persone che invece per
tutti erano niente. Risolleviamo con il guadagno chi è stato
buttato giù dalla società stessa, assistiamo
veramnete e
decentemente orfani e bambini in strutture dove non sono numeri ma
bambini e ragazzi. Ok?
Numeri, sono questo fino al nostro arrivo. Ci sono bambini che si
sentono niente perchè i letti o
armadietti sono numerati invece che nominativi. Comprendono
comè
la relatà e la lezione, quando cercano di farsi
riconoscere come
persona con un nome ma non accade, sono numeri. Bilanci per i soldi che
si riceve per mantenerli e basta.Gente per strada, che per altri o la
società ha perso tutto, geni incompresi che invece possono
dare
e fare, persone deboli e con problemi, animali... quanto facciamo con i
proventi di quel lavoro, che sembri non accettare? Se lo meritano, anzi
di peggio, ma siamo umani e non animali come loro, quindi convertiamo
cosa sono in qualcosa di utile per tutti, per davvero. Per pulire
città, luoghi e altro, non usiamo detenuti ne colpevoli per
i
servizi sociali ma persone che ricevono in cambio uno stipendio decente
e aiuto, per ritrovare dignità. Per te è
sbagliato?"
"NO, non dico questo. Volevo solo dire che se seguiamo le idee della
prima pazza allucinata" mentre Kianta fumava e creava onde con fumo che
usciva dalla pipa, come se non lo sentisse "e facciamo i buoni, avremo
oslo problemi. Ne parlano chiaro le carceri, sono problematici,
pericolosi, rischiosi perfino. E li teniamo seppur legati con catene
non classiche ma speciali, quasi liberi nelle aree di scavo e ricerca.
OK che ci sono i familiari delle loro vittime a controllo e pronti a
frizzarli per bene, con una bella scarica elettrica ma... "
"Quei luoghi sono sicuri. Il Crell della guerra, ma non solo lui,
controlla ogni telecamera e camera nascosta. Ci sono i Meepit che
quella persona ha fatto creare, pronti a mozzar loro un arto
se
diventano pericolosi e loro lo sanno..."
"Quel messicano trafficante che riempiva come bambole le persone con
ovuli di
sostanze... ricordi..." fece Kianta con sorriso complice e
monello "adesso si ritrova, per essere stato focoso
e
pericoloso, con una chiappa tonda
e una piatta... il caro meepit viola gli ha fatto capire che
è
bene non scherzare. Si, ha tentato di mettere fuori gioco una delle
guardie che abbiamo preparato per odiarli meglio, ma sebbene non abbia
avuto possibilità di fargli una bella frittura di palle,
peccato, ci pensa la sorveglianza. Abbiamo uomini ben addestrati di
supporto nei settori esterni, abbiamo un sistema di sicurezza a livelli
circolari, tutto è sistemato.E' come un cono a gironi
dell'inferno per loro, un dono da aprte di quella persona. E' una cosa
negativa? Se hai paura di rappresaglie per
fuggire o coalizioni per..."
"Se permetti, sonotutti soggetti pericolosi che sono capaci di
sopraffare il primo circolo di controllo, i familiari. E non credo che
i tuoi robottini a forma di criceto del cazzo possano fermare tutti, e
che..." ma venne zittito da Kianta
"Andiamo calmati. Ho provveduto. Il nostro caro siero, io lo chiamo
così ma si chiama D9-45, è la sostanza
chimica che
contiene neurotossine per sopprimere le loro
personalità
e le emozioni irrazionali , per motivi di
stabilità.
Sono impegnati e indaffarati ma pacifici, perchè la
tossina è un concentrato zuccherino in bottiglie magicamente
chiuse come nuove, simile all'acqua che funziona come un
farmaco
per diminuire il piacere e farli sentire insensibili. Ecco
perchè non ci sono state nuove rivolte. Perchè li
avevo
avvertiti, avevo minacciato che avrei portato le loro menti a rompersi.
Mezza chiappa e segni di morsi indelebili non bastavano,
così ho
provveduto a dare loro un farmaco neuro-intensivo come le droghe , che
ti
fanno vedere unicorni e draghi e ho giocato con loro, portandoli a
credere di morire, di avere ferite gradi. Si, ho giocato con quella
feccia
perchè credessero, nella loro mente, di essere scarnificati,
di
aver inserito sanguisughe sottopelle e altro. POi li ho ributtati nelle
loro cellette come i preticelli e Milan non si è trovato in
accordo con il mio volerli rompere, fino a ridurli a docili
agnellini,
perchè portassero sulle loro spalle il peso del dolore del
mondo.E se ti sembro una merda, ricordati cosa sappiamo che hanno
fatto... Ricorda, Alaric... "
"NO, Kianta, non è umano. Siamo migliori di loro, anche se
lo meriterebbero. E così ecco la tossina magica che li fa
rendere carucci come labrador..."
"lo dice chi li odia, i cani..." fece lei sprezzante
"Ma ti senti? Leviamo a quella feccia il libero arbitrio e la
capacità di comprendere. Come capisono cosa hanno fatto?
L'unica
cosa mezza buona della prima pazza, era che le punizioni e i
lavori
affidati avessero un fine educativo e di riflessione..."
"Oh, mi stai dicendo che tu alla fine le volevi bene?" disse come presa
in giro Kianta, guardandolo inclinando la testa con l'orecchio vereso
la spalla
"Ma che cazzo dici" voltandosi verso Milan "solo che almeno quelle
fesserie un fine lo avevano. Adesso se hai dato quella roba come..."
"L'effetto dura tot ore, abbastanza perchè siano buoni,
produttivi, agnellini per risvegliarsi nella cella con la mente lucida.
Ma ecco che per la colazione portano cibo e bottigliette, e
l'acqua a
disposizione sui siti... et voillà! Sono
lucidi la notte ma di giorno puoi tenerli al guinzaglio
perchè
non ti faranno del male, e se te l ostai chiedendo, non sono zombie. Se
tu li guardi e ci parli, loro sembrano normali ma la tossina agisce su
aree del cervello specifiche perchè gli impulsi determinati
non
si attivino, o siano sotto controllo. Facile. Anche se avrei
preferito... Bah, lasciamo perdere. Loro devono essere trattati con i
guanti mentre la gente che subisce niente, un pò come le
vittime
di stupro che perchè hanno bevuto due drink, erano scosciate
o
tettute, allora il fatto non sussiste perchè hanno
richiamato l'attenzione su di se. Ho già provveduto a fare
una
capatina da giudici e giurie, oltre che avvocati e
procuratori, che
permettono certe cose, e credo che non importi con chi sono legati e
che posizione sociale, ma il loro bagno sarà stato
così
occupato che se lo ricorderanno! Purtroppo ho sempre più
consapevolezza che a questo mondo, è la paura che
mette in riga
la gente. E per questo ho cambiato strategia. Lei... era troppo
idealista e a volte gli idealisti non aiutano. Anche io voglio un mondo
migliore, come lo desidero, invece dello schifo che vedo quando sono
là, in quella società, ma con certi soggetti
tutta la
comprensione e tolleranza e aiuto, non fanno nulla. Si
è visto in
germania e paesi suoi alleati, che è accaduto
tollerando
l'intolleranza. Che l'intolleranza ha vinto, uccidendo o
rinhiudendo i
tolleranti e portato l'orrore..."
"Scusate di chi parlate che ha fatto cose prima?" chiese Gask che fece
voltare tutte le teste
"Ehi, ricordi cosa abbiamo detto?" sussurrò Jd al suo fianco
a
mezza bocca, facendogli capire che aveva promesso di non chiedere
maicose scomode
"Ah....eh, niente... niente..." fece con una risata nervosa ma Milan lo
sorprese
"Se ti riferisci al discorso di chi ha lavorato prima a certe cose, si
trattava di una persona che..."
Milan rimase sorpreso vedendo Kianta alzarsi dal divano in modo
elegante, con la pipa che mandava fumo setoso e profumato, e
dopo aver
seguito la direzione della porta, fece una boccata, una piroetta
salutando con la mano per poi andarsene. A Gask quel modo di muoversi
ricordò qualcuno alle festività, ma non disse
nulla.
"Che ha avuto adesso?" sbuffò Alaric, facendole un gestaccio
con il dito medio alle spalle dopo aver chiuso la porta
Jd restò a fissare la scena finchè non fu sparita
chiudendo la porta, e rimurginò sul
perchè. Lui
sapeva il
perchè e credeva che oltre Lubo anche Alaric lo
sapesse, ma non
volesse ammetterlo. Il fastidio di parlare di Lei. Il suo nervoso
quando si toccava quell'argomento e il suo sbottare quando superava il
limite dicendo con rabbia . Odiava
quando qualcuno parlava di quella persona, perchè
significava
confrontare la Prima con la Nuova. Una personalità che era
morta
e mezza defunta, contro la nuova che si era svegliata e aveva
camminato
e poi corso imparando, con le sue forze. Così come Lei
odiava
quando fin da bambina che la confrontassero, specchiavano lei con gli
altri come
se dovesse essere copia conforme alle bambine e bambini che i suoi
genitori ammiravano, per come sapeva fossero fingendo, e
Kianta
non
sopportava quandi si parlasse di quella persona anche contro le sue
azioni e decisioni. Milan liquidava la cosa come il complesso del
conflitto con la madre.
"Credo che Jd abbia ragione. Sarebbe meglio fare un pò di
pulizia anche in quel paese dopo quanto accaduto. E sopratutto
perchè attaccando i miei uomini e Kianta, hanno mandato un
chiaro messaggio. E uin affronto verso di me. Nessuno deve fare una
cosa del genere contro chi cerca di migliorare questo mondo. Ecco
perchè ho deciso. Veròna, la Strega del Gioco, li
incontrerà e a sua discrezione li tratterà nel
modo che
le sembra più congeniale, perchè con carte
ufficiali siano
portati dove devono stare. La lista delle loro azioni è
lunga,
quindi è ora di agire..."
Jd sorrise, perchè non aveva detto che Kianta avesse ragione
e
che avevano recato offesa a lui per prima con cosa avevano fatto. Ma
visto che Kianta e Milan, un pò come fu per Lei, hanno un
modo
di vedere le cose e come agire differente, si fanno piccoli
dispettucci finendo però alla fine col convenire con
l'altro. E
come per i soggetti che avevano messo a lavoro, Kianta sapeva benissimo
che Milan su ocme trattare quella gente era in ragione, ma poco
sopportava la spavalderia della feccia di voler a tutti i costi
vincere, anche quando meritatavano di peggio. E siccome la guardia era
rimasta
ferita, s enon i maniera grave, salvata dal tipo particolare di catene
che lo tenevano fermo in caso di necessità per una serie di
meccanismi di loro creazione, Kianta non era rimasta contenta di quanto
male meritassero per le loro azioni. Doevano pagare, soffrire, piangere
e disperarsi così come la Prima aveva fatto fin nell'anima,
così in profondità che nessuna cosa nel mondo
materiale
poteva darle pace. Un conflitto strano, pensò, tra Kianta e
la
Prima chela precedette. Oltre il cambiamento di Kianta
stessa,
passata da innocente come una bambina al trovarsi davanti sul campo o
meno a cose che l'avevano ferita profondamente da scegliere
di
indossare una corazza fatta di forza e determinazione, pugno di ferro e
intolleranza verso l'intolleraqnza. Chiunque non avrebbe creduto che
fossero la stessa persona, la Kianta delle prime due settimane e quella
più matura, ma così era. E di nuovo Milan vi
metteva lo
zampino, dicendo che la bambina era diventata donna come acacdeva nei
secoli passati finendo faccia a faccia col mondo degli adulti che era
più un pugno sui denti che una transizione fatta bene.
Si voltò perchè Milan stava parlando con lui e
rimase a
bocca aperta nel sentire il Leader che gli diceva di avvisare lui
Kianta di prepararsi per Bucovina di nuovo, così che il
piano
andasse in porto.
pensò Jd, ridendo e alzando le spalle come per dire che
avrebbe
fatto , ma sospinrando di accettazione. QUando capì che
tutto era
concluso diede a Gask un pizzicotto sul fianco, quanto poteva visto il
suo fisico, e gli disse piano all'orecchio facendolo abbassare "non
parlare mai più di Lei con MIlan, a meno che non sia lui a
uscire fuori la cosa, e davanti Kianta... Mai!"
"Gask... aspetta un attimo" fece Milan mentre Jd e Gask confabulavano
"Vorrei che tu fossi la quarta Ombra di Kianta per questo viaggio. Per
i pericoli che possono esserci, preferisco sempre andar sul
sicuro, ma
è imperativo che le faccia da guardaspalle ogni minuto. Sono
sicuro che andrà anche a fare Raccolta per le strade, quindi
tu
surclasserai gli altri tre per oggi, e sarai elemento di simbiosi per
ogni cosa che possa fare, devi starle attaccato come colla.
Perchè una volta che tornerà nel paese, la prima
cosa che
deve fare è tornare dai nostri Alfieri e farsi vedere viva,
vegeta, più caparbia di prima e loro
lo sapranno subito. Dopo credo che andrà a fare la Raccolta
e
ancora dopo,
entrerà di sera in scena Veròna. Tu apparirai al
suo
fianco come Supporter di gioco. Non deve più accadere una
cosa
genere. E sopratutto non voglio essere presente quando
scoprirà,
perchè temo che avverrà, che quei tre per non
lasciarla
in mano ad estranei l'hanno vestita e preparata. Sarà un
brutto
giorno per loro... Quando tornerete voglio che entrambi,
avendo
stoddarde e
draper, o come in generale chiamiamo le scatole blu e le
nenomacchine...
voglio vedere se passo a passo insieme vi influenzate o meno, e
in un
percorso identico nel bosco con differenti zone operative naturali,
fate scattare i dispositivi per danni, sforzi e altro..."
"Eh?" fece Gask, voltandosi solo di fianco per guardarlo mentre Jd
fissava il leader accigliato
"David vuole valutare come e quando i dispositivi si attivano, dopo
quanto accaduto a Kianta con la blue box e il feezing, che
hacausato
inaspettatamente. Anche se so che è già accaduto,
ma non in
quel modo. NOn ne parlate mai di quei due episodi con lei. Lei sa solo
questo, è svenuta... così ho pensato di usare il
bosco delle lucciole per
testarvi... è tutto. Vai a preparati, riceverai i v estiti
tipici del paese e l'abbigliamento come servitore di Veròna.
Andate..."
"ma mi spieghi perchè Veròna e i suoi
servi devono vestire in quel modo?"
"Mh..." fece Milan poggiando la testa sulla mano aperta con fare
meditabondo "... è venuto per caso. L'abbigliamento tipi di
Veròna agli esordi era un abito in stile vittoriano con
giacca,
camicia, pantaloni ma più gonna dalla vita a un centimetnro
da
terraripiegata e drappeggiatga un fianco sotto la giacchetta con
stivali quasi al ginocchio. Un esempio di cavallerizza ottocentesca,
questo per dare adito che fosse una strega antica. E l'insieme andava
anche bene, con quel cappelli da donna in stile qausi napoleonico con
una piuma sinuosa. Se no ndvoeva andare per strada, allora era un
completo da uomo come quelli usa Kianta, seppur più in suo
stile. Anche gli abiti di Veròna secondo il primo Vessel,
come
chiamavamo, era parecchio in stile ultimo trentennio
ottocentesco. L'abito avorio stesso che Veròna indossa in
cerimonie ed eventi speciali deriva da lì, quello
è
il suo ormaio di fabbrica, come l'abbigliamento unisex maschile di
ispirzione. Ancora di più con quel cappotto da maniaco,
prima ve
ne era uno più bello, ma Kianta preferisce uno che
non
vale niente pper quanto deve girare per le strade peggiori a caccia
delle prede. Lo stile di Veròna per abiti più
femmiili
rispetto la controparte precedente riguarda il primo decennio del
novecento. Un controsenso, lo so..." fece, sentendo i lamenti di Alaric
"Lo dico anche, va bene? La prima interprete amava gli abiti meno
pomposi e larghi, per quelli dell'ultimo trentennio dell'ottocento per
sè, mentre per Veròna abiti degli anni sessanta
dell'ottocento, più ampi di gonne come l'abito avorio.
Kianta
per se preferisce abiti larghi e che non mostrino veramente le sue
forme, in stile impero ad esempio... mentre per Veròna non
so
perchè, predilige forme più aderenti e non
sensuali, ma
da donna dei primi dnel venocento... non so, le cose stanno
così. Ma Veròna come per l'auto, i ventagli,
l'abbigliametno suo e di chi le sta intorno, devono richiamare l'idea
dell'antico. Di qualcosa che perdura in mondo che corre al futuro, ma
in modo orrendo. Freddo, sterile, sitaccato come le luci neon tipiche
delle atmosfere del futuro. E' un soggetto fuori dal tempo con regole
sue. Ci sono tantissime persone che amavano e vorrebbero che si
rivestisse in abiti antichi perchè è tutta
un'altra cosa,
un bell'abito come nell'antichità. Sono il primo elemento
proprio per riconoscere non solo che livello era il soggetto ma il
periodo. Danno fascino, classe, eleganza e via dicendo e so che da
qualche decennio varie persone vestono normalemnte con abiti priorio di
taglio e stile antico. Noi abbiamo preso questa cosa per farne un
elemento di Veròna. E anche perchè noi amiamo il
fattori
abiti, quindi... abbiamo unito uttto. Avete dei completi magnifici,
più dei nostri addetti ai vari servizi, quindi di cosa vi
lamentate?"
"Ok... io però non mi sento molto in quei vestiti e...."
"E' un incarico. Sei un professionista... quindi?" fece Milan come se
non volesse comprendere il punto e quindi Gask se la diede a gambe per
non sentire altri monologhi sull'abbilgliamento. Per Milan
l'abbilgiamento era sacro.
Gask e Jd lasciando la stanza osservarono dalla porta Milan che aveva
già iniziato a
contorllare delle carte sulla scrivania. Jd disse
di andare a prepararsi mentre avvisava Kianta.
Tre ore dopo erano all'aereoporto privato che utilizzavano per i
viaggi, in quel frangente per Bucovina.
Gask aveva atteso Kianta che si stava cambiando, ancora incazzata come
una vipera idrofobica perchè
Milan non solo aveva constatato che aveva ragione, ma aveva
sbolognato a
JD la notizia e la faceva infuriare. Così lei era
già
salita appena calato il portellone e la scaletta si
avvicinava. E
attendeva seduta e nera di rabbia.
Gask attendeva a terra e dopo un pò, lei uscì
furente per
l'attesa, con un abito tipico della zona come faceva sempre. A
volte sia lei che Milan indossavano abiti tipici o ispirati come
omaggio per gli Ospiti.
Un abito sotto leggero e
decorato nei bordi da fasce e bande con dei fiori e molto colorati, con
pizzi su maniche e colletto. La veste che indossava aveva taglio
rettangolare con fascia in pizzo chiusa in vita, in bianco immacolato e
ogni segno di cucitura era coperto da un decoro ricamato. Sopra portava
il gilet senza maniche e lungo oltre i fianco tipico tutto bordato di
fasce nere e decori neri con rose blu. Scarpette basse tipiche
nere e bianche e un copricapo per lui assurdo. Un ovale che stava sulla
testapieno di fiori e fronzoli strani che non capiva e fasce di tessuto
azzurro che pendevano dietro. NOn capiva come quel coso potesse stare
ferma sulla sua testa, visto che era rigido, ovale e sporgeva oltre la
fronte e il dietro della testa. I capelli erano ovviamente nascosti
dalla parrucca con boccoli naturali e del colore più scuro
del
suo, lunghi oltre le scapole e quasi al sedere, non capiva come
determinare le lunghezze dei capelli, e sistemati in modo che fossero
come li portava di solito. Le zone sopra le orecchie tirate indietro
che facevano da decoro sotto il cappellino e poi il resto dei capelli
che scendeva sulla spalla destra con cura. Orecchini che non capiva di
fiori, trucco leggero ma cèra e pochi gioielli se non la
collanina girocollo fino con una perla dalla forma strana e i due
anelli, all'anulare sinistro e al medio della destra con le scritte
incise a girare su ogni anello, come le piacevano.
"Andiamo, non abibamo tempo. Ho un incontro con della feccia da pulire
che mi prudono le mani. Vorrei smozzicarli a sangue!"
Jd e gli altri che li avevano accompagnati sospirarono. Jd, poco
distante da Gask, chiamò i tre che le facevano da Ombre al
telefono e chiese
loro di sbrigarsi e tenere
gli occhi aperti. Il loro compito era principalmente quello di evitare
che la sua ira, per non dire altro, facesse qualche vittima. Non lo
avrebbe fatto, ma se qualcuno pegiorava la situazione lei era
capace di
osservarlo proprio occhi negli occhi, a pochi centimentri per
vedere
quanto realmente fosse dispiacuto o mentiva per salvarsi. E qualcuno
diceva che aveva lo sguardo terrificante di un cazzo di gabbiano
incazzoso.
A Gask mentre lei si apprestava a varcare il
portellone per ri-accomodarsi, chiese di esserle spalla non e solo il
guardaschiena, come veniva inteso il partner di una coppia di
specialisti che operano in tandem. Non
importava cosa lei pensasse, in arabia e turchia la odiavano in egual
misura , ovviamente i soggetti che si erano visti rompere il potere e
impero per finire a scavare, così come requisire patrimoni,
merci preziose e persone
a loro care. Era guerra per loro, non sapevano nulla della loro
organizzazione ne i membri, ma odiavano Kianta perchè lei
ordinava la loro futura situazione e di sicuro desideravano accopparla
male.
Ma la cosa non era solo per Kianta, ma risaliva a Lia, si
facesse vedere e affermava in altre situazioni .
Se Lia lo faceva per avvisare la gente del tipo per vedere se meritavano una
seconda
possibilità,
con Kianta delusa e sconvolta da come il mondo fosse dalla gabbia
dorata e sicura in cui era cresciuta in una paio di settimane, era
prendere la Giustizia e invocarla contro i mali del mondo.
Così
come per Lia era una cosa, l'opposto per l'altra. Ma la situazione era
così difficile da comprendere che pensava sempre necessitava
un
libro di tremila pagine.
E così in molti la cercavano, avevano anche messo taglie tra
cacciatori di taglie e gruppi organizzati della marea nera
dell'umanità. NOn avevano foto o video ma identikit. E Lia
prima
rideva di gusto, perchè affermava che era altresì
felice
di venire ritratta al meglio, non da foto che non le rendevano
giustizia, perchè le foto la facevano sembrare una scappata
di
casa drogata. E non le piaceva. Per questo amava i ritratti, posare e
osservare il lavoro delle mani e delle esperessioni, la concentrazione
dell'artista e poi ammirare il risultato.I ritratti erano per lei
l'equivalmente delle foto, in meglio, perchè non sembrava
pallida come la morte, a causa della sua pelle chiara e che si bruciava
sempre al sole, con le occhiaie, una drepssione quando non
cèra
e non aspetto che non capiva mai perchè sembrasse da pazza
di
strada. E poi Kianta che trovava più calda e significativa
una tela di una merda foto che gelava il tempo e basta.
Anche Jd si era chiesto molte volte il perchè di quella
cosa, ma
anche tra gli uomini cèra chi veniva malissimo in foto e
sembrava un membro di qualche gang di motociclette, come diceva Lia
quelle che fanno
paura per l'aspetto truce, duro, chi con abiti in pelle e moto enorme,
chi con tatuaggi e barbone, o muscoli e altezza o stazza, in base se
altezza o larghezza. ma poi tranne gli irriducibili pazzi e avvezzi
all' HH, erano grossi teneroni che aiutavano la gente. E ne avevano
trovati tantissimi che lei aveva reso collaboratori. Sebbene Lia in
passato avesse guidato, dacivile, e poi anche per i test di guida
sicura , auto e moto, aveva un'insano terrore che Jd non comprendeva di
qwualcosa come uno schianto, un colpo come lo chiamava lei, finendo
addosso a qualcosa. Raccontava sempre che odiava quando gli altri
guidavano perchè li veedva sfrecciare non importava la
velocità a fianco di guardeail e spartitraffico con sezione
rialzata anche per camminare, e aveva sempre quell'insana paura da
trattenere il respiro che venisse colpito e ... non sapeva bene
neaanche lei perchè, ma le saliva l'ansia. Se guidava lei
no, o
meglio pensava abituata all'isterica famiglia che aveva, di danneggiare
il veicolo, ma nulla di più. Ma quando era un passeggero
temeva
quel qualcosa definito il colpo che la faceva agitare e così
i
tre che la seguivano, che chiamava le gggguardie per perdenrle in giro,
enfatizzando sulle G, la mettevano smepre dietro al centro, con loro al
lato dei finestrini. Faceva battute del tiupo che le auto che avevano
erano tutet benne grandi anche dentro per gli occupanti soliti, mentre
lei meno di un metro e sessanta era al centro in uno spazio centrale
dell'auto largo quanto lei, così se succedeva qualcosa
poteva,
ripeteva ridendo, provare l'ebrezza di imitare superman per una volta.
Kianta non aveva quel problema, era più temeraria pure per
salire con le ruote ovunque in caso di necessità, ma la
facevano
guidare pochissimo perchè altra cosa strana, come Lia amava
sentire il cambio del motore gestito da lei. Nessuna auto che
utilizzavano per lei e con lei usava cambio automatico, tranno quella
della IA incorporata in caso di problemi, ma lei voleva proprio gestire
e sentire quel motore che saliva e batteva, così diceva, e
cambiando marcia da sè dava vita a quello. Un'auto guidata
senza
marce, a meno che non avessero problemi di qualche tipo, era come non
gustarsi qualcosa di genuino. Si perdeva tutto il sapore.
E le foto. Sembrava sempre o messa male come persona che si fosse
sparata trenta siringhe in un giorno cno così tanti segni da
sembrare sciatta e abbandonata a se stessa oppure un sogggetto diverso.
Lia non vi si vedeva mai, era come se vedesse un'altra persona, anche
nei video, Kianta invece ne provava diverse facendosi truccare e dopo
la noia lasciava perdere. Le foto per le schede di riconoscimento del
database le aveva ritoccate, era sempre lei ma meno da scappata di
casa. E Alaric la sfotteva sempre per quello, eprchè lui
nelle
foto veniva sempre bene.
Lia all'inizio si era fatta delle domande ma niente di più,
aveva avuto tutti i suoi anni di vita per dire "ok, fanculo le foto".
Ma Kianta no e non capiva. QUihndi la macchina
fotografica catturava... cosa? Non doveva catturare la
realtà?
Ma se loro la vedev ano in un modo, perchè la macchina la
restituiva come fosse un'altra persona?
"Sei sicuro che posso farlo? Non mi appenderà per i piedi a
qualche balcone, invitando i piccioni a pestarmi con qualche
suo
trucchetto?"
Jd lo fisso stranito. Gask aveva parlato ma lui pensava ai fatti suoi.
Poi comprese, mentre Lubo rideva al suo solito, ALaric sbuffava e gli
altri due stavano al solito qualche passo dietro non partecipando
molto.
"Tu fallo, se si lamenta o le vedi la voglia di fare qualcosa dille
"TANA!" e urla che lavori per MIlan e io ho detto questo. Vedrai, non
ti toccherà più!"
"Ah, geniale!" fece Lubo con sorriso diabolico stamapto in faccia, che
portò Gask a guardarli e rispondere di conseguenza.
"E che significa?"
"E' quello che una certa persona faceva per dire che si trovava su
suolo di Milan, e nel fare le sue cose aveva il suo vero e
che
non poteva essere toccata... non so quando ma Kianta lo ha scoperto e
lo usa di nuovo. Solo perchè sei tu, usa la stessa carta
così la lasci in contropiede..."
"Quella stronza che l'avessi strangolata se non fosse schiattata" fece
ALaric intromettendosi, spostando Jd con un colpo
al petto con la mano "fa scherzi, le sue stronzate educative e poi
quando io o altri si oppongono e la affrontano, lei urla
TANA!, per dire
che è su suolo di Milan, esegue i suoi ordini e nessuno
può toccarla. Capisci? La stronzetta di ora fa lo
stesso, se la tira perchè
per Milan è corretto e far seguire regole e comprotamenti
e..."
"Alaric!..." fece Jd dandogli una spallata gentile ma con sguardo
incazzato "Si, lei fa questi giochetti per rincoglionire la persona,
confonderla col delirio e cose inaspettate. E' una delle carte! Come
Veròna! Che sarebbe invece che è
Veròna a copiare
da lei... " pensandoci su guardando in alto a destra "Ma la
strega è nata come unico mezzo inatteso per quelle persone.
Sentono dalle loro vittime, che chiamano clienti, della strega, che li
ha aiutati, che grazie a lei non possono toccarli facendo credere che
si tratti tipo di cartomanti e queste cose, è successo,
mentre
poi appare lei. E il resto lo conosci. Ma diciamo che..."
""possiamo dire che la stronza sfrutta quel gioco di Milan per trarre
in inganno la gente che cacciamo per farsi i cazzi suoi!"
sbraitò Alaric, di nuovo sgomitando per dire la sua in
faccia a
Gask.
"Che acacde qui? Perchè ancora nessuno è salito?"
urlò Kianta, seppur composta, con le mani una sull'altra
contro
il ventre, con atteggiamento quasi regale. Come se si
affacciasse da un
balcone, con quell'abito poi, con sguardo e freddezza gelidi.
"Guardala, la regina di stò cazzo!" bisbigliò con
acidità Alaric, per poi buttarsi nelle sue prese per il culo
teatrali "Oh, ambasciatrice delle cause perse, con nostro sommo
rammarico chiediamo venia, ma ci siamo affaccendati a farci i cazzi
nostri per pochi attimi. Imploro pietà in caso di vostra
cattiva
stronzaggine, e ci pieghiamo in pietosi 'sticazzi, per
chiedere altre
possibilità di mostrare le nostre abilità. Oh,
grandissimia pusillanime madre dei cretini, oh genitrice delle
ameneità cerebrali, oh..." e continuando con la solita lista
di
epiteti, mentre Kianta lo fissava con composta ira, finchè
non
alzò gli occhi al cielo e dall'alto dell'aereo sulla pedana
speciale per i loro veivoli per passeeggeri, non urlò una
cosa.
"Oh, amato Mepeet, regala un bel tatuaggio in 3d a questo idiota in
tutte le sue tre chiappe!" guardando poco dietro Alaric, a
terra, per poi
voltarsi stizzita come faceva col viso, un colpo verso destra per poi
voltarsi e rientrare.
Alaric urlò, si voltò, guardò in terra
come un
forsennato, perchè sapeva cosa era in grado di fare quel
robot
assurdo, ma non cèra niente. Tutti risero e Bryden lo
canzonò dicendogli che se lo meritava.
Jd fece le ultime raccomandazioni a Gask, finchè Kianta non
riapparve impettita e con la stessa posa delle mani, accigliata come un
orso svegliato dal letargo di soprassalto grugnendo .
"Dove sono le mie Ombre? Dovevano prepararmi il tè! Dove
sono spariti?"
Gask si fermò perchè gli squillò il
cell.Lo prese
e girandosi dando la schiena a Kianta rispose, sorridendo. All'altro
capo una voce amichevole.
"Capitano!!! Ho finito il mio turno di guardia e volevo salutarti prima
dei partire. Potevi però dire che il Capo non partiva...
oggi
sembra caruccia, ma il fatto che parti senza lei è brutto!
Sembravi contento di farle da guardaspalle e..."
"Aspetta, di che parli. Siamo in aereoporto..."
"Si, me lo hanno detto, sono il tuo secondo ma non significa che non mi
tenga aggiornato. Alcuni dei ragazzi hanno parlato con i tre dell'ave
maria e trovo assurdo, seriamente, che voi partiate prima, mentre il
Capo si fa i fatti propri qui. Non capisco le dinamiche di questo
incarico ma..."
"Ehi, ti sbagli, ok? Siamo tutti qui e siamo quasi pronti" mentre Jd si
voltava a guardarlo dubbioso
"Ma senza il pezzo forte! Sappiamo tutti che il Capo impersona la
strega che ci fa morire sempre, quando quei tre raccontano
alcuni
aneddoti e il fatto che sia ancora qui, mi fa pensare che stiate
volando a Bucovina per niente.... la butto lì..."
"Ti sto dicendo che ti sbagli. Siamo tutti qui, quasi tutti. Kovacs e
gli altri stanno arrivando e spero presto, ma siamo vicino l'aereo..."
"Ho capito e ripeto, mi spiace che te ne vai in questi giorni, visto
che cè il compleanno a cui avevi promessi di presenziare, e
abbiamo deciso di spostarlo, ma se tu parti per alcuni giorni mentre il
Capo si fa i fatti suoi qui... mi spiace che ti prendano in giro..."
"Ma di cosa parli! Io..."
"A Gordon è venuto un colpo quando stava lavorando ai
giardini e
si è ritrovato il Capo al fianco per ritirare alcuni fiori,
gigli e rose blu. Lo ricorda perchè per dare una forma alle
zone con fiori troppo in fuori da cosa vuole fare,
e non cespugli incolti, recide alzune sezioni e diventano fiori per
stanze e sale. E sa che quelli sono due dei fiori preferiti del Capo e
quando l'ha vista vicino, con un abito che non le vedeva quasi mai
molto indosso, è rimasto basito. Eravamo in pausa alle
gradinate e sembrava aver visto un fantasma, perchè diceva
che
l'aveva notata un'ora fa che stava per andarsene, e invece ha ritirato
un cestino ed è andata nella sezione del bosco,
tranquillamente..."
"OK, prima di partire ha preso dei fiori, calmatevi. NOn..."
"No, capitano. Il Capo ha ritirato i fiori quindici minuti fa... ecco
perchè sono incavolato che ti prendano in giro..."
"In che senso, noi siamo qui da..."
"E state partendo soli, perchè per giungere in auto e non in
aereo, dopo che hanno spostato la torre di atterraggio dall'altro lato
ricostruendola in toto, e volendola avere tu... e
l'aereoporto
privato che usiamo ora
è lontano, mentre decidono come e dove creare il
nuovo e
nostro eliporto.
Non è a due passi che in dieci minuti ci arrivi senza
correre
come un disperato. E di solito prima partono alcune guardie, poi chi
deve partire, seguiti
dai bagagli. E si deve essere presenti prima per sicurezza. QUindi il
Capo non è partita, semplicemente è qui che..."
"No..." sussurrò lui mentre si girava per vedere Kianta che
baccagliava per sbrigarsi e"non è possibile, te lo ripeto,
avete
visto male..."
Jd fissava Gask perchè aveva intuito che qualcosa non
andasse,
mentre vedeva Kianta lamentarsi dei ritardi. La pazienza, si disse.
L'altra era paziente e gestiva le cose, ritardi e casini, di solito a
meno che non si alterasse veramente, con calma e aspettando la reazione
dell'altro. Sguardi e comportamento, di solito faceva così.
Kianta che non aveva l'esperienza di anni e
tempo,
bruciava subito, come dicevas Milan. Aspettare e farle ricordare
l'importanza dell'aplomb e quello che il leader stesso definiva
regalità. Il gestire e controllare le cose per dirigerle
come si
voleva senza scaratterare male. Kianta era ancora giovane su quel punto
di vista e se era incazzosa come in quel caso, piena di voglie di dare
una manata sulla schiena con vigore e velocità agli stronzi,
bruciava le tappe della regolazione dell'Io. Tutte cose che Milan
considerava e trovava in quelle sue sette e robe esoteriche. Lia gli
aveva detto chiaramente che ammirava il rigore e queste caratteristiche
da quelle persone. Nulla pareva turbarle e smuoverle dalla loro placida
calma e li invidiava. Il lavoro era grosso ma sentiva che era qualcosa
per lei. Certo, come per Kianta se la rabbia era tanta, faceva piangere
e di brutto, ma di solito la Prima era più placida.
""nessuno per ora ha ricevuto ordini o l'ha vista nei controlli, ma non
è la prima volta che ti diciamo che la si vede in giro,
nonostante si sa che sia altrove. E..."
"No, può essere solo una proiezione delle IA, sei uno dei
pochi che conosce questo trucco per..."
"E un laser riesce e prendere il cesto di vimini che il nostro amico
usava per posarci i fiori, ... e portarselo? Il cesto è
andato via
con lei..."
"..." Gask la guardò, disse qualcosa biascicando al telefono
e
salutò. Jd e gl ialtri avevano capito che qualcosa non
andava e
lo fissarono mentre a passo velocelo vedevano che si avventava verso la
scaletta dell'aereo, diversa da quelli normali piccoli privati.
Fissò Kianta mentre se lo vedeva arrivare.
"Dimmi..." iniziò gli disse come se parlasse a un bambino
discolo, con lo sguardo e col tono
"Stiamo per partire, giusto?" fece lui gradino dopo gradino, fermandosi
uno sotto di lei sulla soglia del portellone, sebbene fossero cinque
per entrare dalla sezione più alta e stretta di quella
posteriore
"Che sia bene! Sono vestita in questo modo e voglio iniziare il piano
di stasera. Che..."
Gask di colpo, mentre lei alzava lo sguardo per rimproverare
gli altri
più in basso, le afferrò un braccio, poco sopra
il
gomito, che la sorprese da rilasciare l'aria che aveva preso per
parlare incavolata. Lui fece una faccia così stupita e
sorpresa
da parere comica, Kianta invece fissava sgomenta la mano che le
stringeva il braccio come qualcosa inaspettato e la incuriosiva,
sopracciglia aggrottate e labbra a formare una U silenziosa
"Ma... cosa... " fece stupefatto e rimasto come uno scemo, sentendo che
era vera sotto la sua mano stringendo le dita alcune volte
"Morto! Finito! Chiamate un'ambulanza!!! Raccattate la sua scatola!!!"
fece isterico e in falsetto
Alaric, sbracciandosi girandosi ovunque, con Jd che li
fissava curioso ma spaventato... e
Lubo rideva
Kianta fissò ancora un attimo quella mano, con le labbra
dischiuse, poi alzò gli occhi verso Gask, con sguardo
omicida e
occhi grandi grandi. E lesta gli scagliò una testata in
pieno
petto come fosse una capra incazzosa che fece sbilanciare l'ancora
confuso collega quasi giù le scale, riuscendo a tenersi al
corrimano per un pelo ma rovinando con gambe e un fianco verso il
basso, sebbene l'altezza delle poche scale fosse minima. Il cappellino
si era ammaccato e Kianta sbraitò per poi digringnare i
denti
che se trovava quei tre, li usava come tavola da stiro.
"Toccami di nuovo e ti smino!" disse tra i denti, voltandosi con con un
colpo secco di mento stizzita e rientrò, mentre il ragazzo
addetto all'aereo bambettava "... ah, il... il cappellino... i
capelli... cosa..."
"Fà silenzio e trovami quei tre. Voglio il mio
tè..."
fissandolo dritta come un palo, facendo capire che no naccettava brutte
risposte
"Capo, posso..mh... ." fece il ragazzo che equivaleva a un assistente
di volo, ma solo per controllare al posto dei piloti, che tutto fosse
ok
e verificare che carico e cinghie fossero ben sistemati e tutti ai loro
posti. Ed era spaventato "Posso... fare...io?!"
Kianta voltò la testa sempre faceva lei descrivendo una
sorta di
arco immaginario. Gask si era accorto di questo, sia normalmente che
quando si atteggiava, compieva forse involontariamente dei movimenti
con la testa di lato o verso la spalla, disegnando una sorta
archi o
semicerchi, redendno ogni movimento, anche con le braccia, elegante e
armonico. Si era chiesto spesso se dipendesse da lei o da addestramenti.
Si era rimesso in piedi, mentre Jd era andato ad aiutarlo, sorridendo
perchè non si era fatto niente.
La vide portare la testa di lato avvicinando il mento verso la spalla,
sempre composta e dritta come un fuso, con gli occhi verso l'assistente
e faceva un passo avanti e due indietro a ogni suo
movimento,
premurandosi di
provvedere lui.
"Sei per caso un servo? E' un tuo compito preparare qualcosa per i
viaggi, a parte per i piloti se lo necessitano? Ho forse schiavi
abbisognosi di compiacermi?"
"Eh, no.. io ... volevo..."
"Allora ti ringrazio ma non approfitto di nessuno" alzando la mano
all'altezza della testa, aperta e dritta, Gask
pensò un pò
come nei film e telefilm sui tribunali che Bobbit vedeva sempre nella
sala
comune. Ne era appassionato e cèrano questi testimoni o chi
altro che alzavano questa mano dritta e perpendicolare al pavimento,
affermando che giuravano su Dio o la giustizia. Non capiva
perchè in un tribunale si dovesse ancora giurare su Dio e
sapeva
che Kianta la pensava uguale, anzi lei maggiormente, visto
che non
seguiva nessuna religione, neanche quella dell'organizzazione e
reputava la giustizia dell'uomo lontana da quella di DIo, quinid
perchè giurare sul suo nome con giurati e giudice umani? Era
una
delle poche cose che vedeva simili a lei e all'inizio aveva visto quel
suo gesto tante volte, ma dopo che era rimasto a bere qualche birra in
sala comune, mentre Bobbit stava là davanti la tv grande
comune
a vedere quella gente che alzava il braccio e mentiva facile come
trovare uova la mattina dalle galline, si era chiesto se fosse la
stessa cosa. Jd disse di no, era sua abitudine e basta, alzare la mano
a quel modo, esattamente come un gesto di giuramento che facevano anche
loro nei riti militari, ma per zittire e fermare un discorso
o qualcuno.
E lei lo fece di nuovo per fermare il balbettante discorso del ragazzo,
restando a guardarlo con la testa un pò voltata e gli occhi
verso la sua direzione. QUando era di malumore o infastidita, non
si
voltava del tutto o ti guardava negli occhi, voleva mettere e disagio e
creare una s orta di tempo rallentato perchè la persona
ragionasse. A jd era scappato che era solito farlo chi lavorava prima
di lei. Almeno così aveva capito, ma era appunto
sempre
una
cosa sua.
"Basta così! Ti rignrazio, ma tu hai dei compiti specifici e
a
meno che non te lo chieda, ripeto chieda con le paroline magiche che da
noi devono essere preziosi e importanti, resta con i tuoi
compiti. Ho le mie ombre che di fatto
non fanno un ciufolo, se non seguirmi come caprette
controllando c he io
non sciupi troppo la gentaglia. Fai lavorare loro, considerato che non
svolgono più molto il loro incarico di capogruppo delle
squadre
speciali. Sebbene siano al di sotto solo dei capitani, ultimamente non
hanno più svolto tali compiti e devono pur guadagnarsi lo
stipendio e il cibo speciale che mangiano da noi. Provvedi invece a
controllare che i piloti stiano bene e non abbiano bisogno loro di
qualcosa...."
Il ragazzo non riuscì a replicare perchè
suonò una
sorta di clacson, cosa che fece voltare Kianta con un grugno incazzoso,
saettando con gli occhi come un gabbiano in cerca di cibo
dalle
mani degli umani.
Una delle speciali automobiline per le zone auto, carri, veivoli anche
nell'aereoporto privato che usavano, consisteva in una sorta
di
golf
cart ma dalla forma un pò diversa e più
veloce, e
di
metallo pesante militare. Kianta la trovava stupida per la forma e la
chiamava con disprezzo papamobile, perchè non capiva il
motivo
per cui colui che afferma di essere il portavoce di dio, per
tutti i
cretini che seguivano quel credo, e affermasse che si
attendeva
la morte
per andare nel loro bel paradiso celeste, dovesse proteggersi proiprio
dalla morte.
E quelle simil golf cart erano dei rettangoli con piccole
ruote ma motore potete , con vetro montato su telaio di ferro pieno con
un tetto per tutta la lunghezza del mezzo, tre file di sedili con due
persone per ogni fila e una sorta di bagagliaio provvisto di stringhe
militari, quindi non un porta mazze posteriore, ma proprio
come
un
bagagliaio senza sportello, con cui portare passeggeri e bagagli anche
grandi in poco tempo. Ma li trovava ridicoli e odiava quando quei tre
scorazzavano su quei cosi con divertimento. Sebbene le ruote fossero un
pò più grandi delle normali golf cart, si sentiva
là sopra senza vetri o sportelli di protezione come un gatto
su
una macchinina radiocomandata. Lei ovviamente, visto che il mezzo era a
dimensioni di un militare medio sopra il metro e settanta. A parte lei
e Jd, in pochi che usavano i mezzi dell'organizzazione erano tanto
bassi.
Si sentiva come i gatti che stanno dentro le automobiline giocattolo
radiocomandate che i padroni fanno scorazzare per divertisi, loro.
Kianta odiava quando lo facevano perchè non capiva come il
gatto
potesse veramente divertirsi come dicevano loro mentre loro usavano il
joystick per mandarla a tutta birra in giro, con la solita faccia del
cavolo del gatto che guardava intorno indifferente. E peggio quando lo
facevano nel corpo centrale dello Chauteu, l'originale e antico,
perchè sebbene le gomme non ganneggiassero molto i pavimenti
di
vario tipo e antichi e pregiati, quei sacchi di pulci che la
infastivano perchè disastri ambulanti, poi scendevano dalla
macchina scappando in giro, trovandoseli pure nei piani superiori dove
vi erano uffici e l'ultimo piano le camere.
E si sentiva come un gatto
o una bambola tipo barbie quando le mettevano in quelle macchine
assurde
o sul sedile centrale, scorazzando. Ancor peggio, essendo
bassa, piccola
di corporatura rispetto a quei tre orsi-armadio, sembravano delle
guardie del corpo che scortavano una bambina. E in quelle macchine era
peggio.
Li vide, tutti e tre con i bagagli dietro, due davanti, uno dietro e
gli altri tre posti liberi, che sfrecciavano seppur non a
velocità elevata, come se stessero facendo una
controllata al
perimetro e basta.
Kianta alzò un sopracciglio, mentre questi si fermavano
vicino ai veterani, scendevano e la guardavano.
"Capo, siamo arrivati di corsa. Abbiamo tutti bagagli sia nostri, suoi
che gli abiti da indossare per il piano. E..." fece Kovac con una mano
indicando Zidgi che prendeva dai due posti ultimi liberi dei pacchi,
che mostrò seppur fossero distanti.
"Siamo passati anche, con una deviazione ecco il ritardo, alla vostra e
di Madame Pâtisserie preferita, di Arnaud e Grolet per
prendere i
biscotti da pasticceria per tutto il tempo che saremo lì,
insomma
quantità industriali, con una parte da porgere in dono in
confezone regalo ultra chic!" con tinuò, mentre
l'amico si
avviava con quattro scatole in pila tra le braccia per salirli
sull'aereo "Sono frollini al burro di vario tipo. Quelli che trova
perfetti per una merenda con tè e cioccolata calda per le
cinque, o quando ha voglia di qualcosa di buono. I.biscotti sono tutti
rigorosamente di frolla montata e si mantengono a lungo ben
chiusi, ecco perchè ne abbiamo presi in quantità,
così non è senza in questo tempo. Anche la
cerimonia se
vuole sgranocchiare..." fece lui mandandole uno sguardo eloquente che
comprese.
"..." Kianta guardò Jd come un gufo che ti punta "Mi stanno
a
piglià per l'culo?" diceva in italiano senza che se ne
accorgesse.
" ma no..." fece Jd,m sdrammatizzando al solito mentre Kovacs si
giustificava
"ma capo... non faremmo mai una cosa genere... invece delle merighe che
pensava di farsi fare, ho preferito qualcosa di più gradito
e
che da donare. Tutto qua..."
"In questa organizzazione cè qualcuno che non tenta di
comprarmi
e tenermi buona con cose che mi piacciono o devo farmi il segno della
croce e dire "
Zidgi restò a metà scaletta, fermo a guardarla
o forse aspettare un qualcosa, che avvenne, perchè parve
rilasciare un sospiro come trattenuto e le spallel si abbassarono.
Quei tre ormai conoscevano bene i suoi segnali, determinati per capire
subito di cosa abbisognasse per le missioni e
alcuni li avevano appresi osservandola. Come in quel caso un cenno di
assenso lievissimo ma riconoscibile li elogiò, seppur disse
loro
di stare in campana, invece del solito, se arrabbiata, portare al petto
il mento per guardare gli
altri
con gli
occhi in un certo modo. Se lei faceva un assenso percettibile s
ela cosa era ok, avevano fatto bene o era positiva, in base
alla questione tutto a posto. Altriemnti si sarebbero beccati uno dei
usoi sguardo di disgusto con gli occhi, il peggiore
perchè
significava che
poteva esplodere rispetto a quando parlava o portava la testa verso una
spalla. Se non parlava ma sgranava gli occhi grandi grandi e l'aria di
faceva pesante, erano cavoli amari.
Lei dopo il cenno di complimento, che capirono sebbene sudassero freddo
perchè lei odiava essere comprata, si fece più
dritta, alzò il mento con un gesto veloce verso
l'alto, o
a volte
verso destra, e si avviò impettita dentro,
anticipando
tutti.
Quel gesto, quel colpo secco col mento voleva dire due cose, che era
offesa e non accettava di perdere o di darla vinta, o come in
quel caso
era indolente per qualcosa. Kovacs pensò al ritardo e al
fatto
che fosse entrata da sola nell'aereo in attesa di tutti, e
Gask
stava in
comunella con gli altri qualche metro lontano.
"Andiamo" fece a Gask, richiamando anche Django, mentre Zidgi stava
già giungendo al portellone con le scatole, mentre il
ragazzo di
assistenza lo avvertiva di fare attenzione a punti particolari. Il loro
punto di atterraggio non era interno agli hungar come gli altri, ma ne
avevano uno fatto da loro in accordo con l'aereoporto, che
aveva
tutti i
codici di volo ufficiali e quindi non dovevano dare i loro privati.
L'aereoporto privato era autorizzato e ufficiale dal governo, e
loro
utilizzavano i loro codici di volo e nominativo veivoli, ovviamente
inseriti apposta, per non far comprendere alle torri di volo di essere
voli speciali e militari.Esattamente come compagnie dette fantasma con
voli e biglietti di cui non si sapeva nulla e che natura fossero, ma
erano presenti in ogni aereoporto senza codici identificativi,
informazioni di alcun membro dello staff o passeggeri e la
destinazione. Erano i voli fantasma degli aereopoti e non si conosceva
neanche il modo di prenotare un biglietto da loro.
I loro veivoli non volavano a pale come gli
altri, e sebbene fossero anormali per altri vederli, erano denominati
come voli di rappresentanza o commercio, con un marchio di
facciata che
utilizzavano, una azienda fittizia che era una parte
dell'organizzazione vera e propria , per girare indisturbata nascosta
da
nomi e marchi registrati e conosciuti. Così, se qualcuno
chiedesse perchè i loro veivoli si sollevavano in verticale
e
non
in salita, prendendo quota come i classici, avrebbero
mostrato il
marchio di una nota azienda di progettazione e realizzaizone di veivoli
di nuova sperimentazione, sempre loro, produttori europei di
componenti aeronautici
e aerospaziali non di linea con sede, reale, in francia, ma fittizia
nella realtà, mostrando anche ad altre aziende concorrenti
che
fosse possibile creare aerei del genere ma vietando a chiunque di
avvicinarsi.
"Prima di andare... nessuno davvero capisce che questi aerei non sono
normali?" fece Gask a Jd, guardando l'apparecchio che era
già
avviato, e si vedeva dalla massa azzurra che spostava aria da sotto le
ali. La prpulsione avveniva da lì, ma non da motori
ocnvenzionali, si sentì rispondere.
"Ti posso dire solo quello che so... questo modello è un
lavoro
militare di fino. COme i guanti, sono studi e progetti di
alcuni
scienziati che sono... diciamo scappati, in verità qualcuno
di
nostra conoscenza li ha ammaliati così tanto che si sono
fatti
prendere e sparire, dalla base militare in nevada denominata
Nevada Test Site - 51, ma conosciuta come A51. Si, quella degli ufo.
Sinceramente non so veramente se gli alieni esistono e loro che
studiavano la tecnologia, ma sono sicuro perchè vi ho
parlato
varie volte... quei tizi sanno il fatto loro e si vede. Ovviamente
molti
apparecchi sia piccoli che grandi che usiamo non erano progettati per
quell'area e quindi a stertto riserbo militare, ma in
realtà...
dovevano essere presentati. Invece dopo qualche anno felice di lavorare
per qualcosa di grosso, e avere i fondi necessari dove
mostrare
le loro
grandi capacità, si sono accorti che cèra
così
tanto marcio nelle persone che li avevano assunti, per il male e non il
bene, un pò come fu per la bomba atomica, che tentarono di
scappare in vari modi. Kianta tramite avvisi radio aveva scoperto che
alcuni gruppi ufologi che stazionavano ogni giorno intorno all'area
libera e percorribile, che precedeva la base, discutevano su
persone che
chiedevano aiuto per andar via. Temevano per la loro vita o la
libertà dai messaggi che erano riusciti a mandare,
a
quanto
pare da una radio artigianale che avevano fatto, per richieste di
liberazione. All'inizio la persona che cèra prima di Kianta
non
vi credeva, sembrava troppo una trama da complittisti, invece era la
verità. Quelal gente fiera di lavorare in qualcosa di grosso
si
erano pentiti. NOn so bene la storia, non sapevo nenache che non venivi
intercettato con una normale radio,e forse pensavano fossero sempre gli
ufologi per stimolarti ad uscire, e mi pare strano, ma a
quanto
ho
capito gli ufologi hanno una sorta di vocabolario loro per non farsi
capire e siccome uno di questi scienziati e fisici era un appassionato
di ufo, era in grado di utilizzarlo. Insomma, non so bene la storia ma
lei e Milan riuscirono ad effettuare con collaborati e complici
un'estrazione e a portarli da noi. Nascosti da noi , possono passare
del
tempo scomparsi adi loro radar e presentarci i loro progetti, ecco
perchè li abbiamo noi. Anche se devo dire che per come fosse
quella persona li ha semplicemente accolti ocn un sorriso e poi buttati
nei laboratori... era così!... " parlando come se si
vergognasse
"Accoppiati ad altri specialisti, abbiamo
i nostri aerei speciali. So qualcosa ma non bene e tutto, ovviamente.
Hanno caratteristiche VTOL/STOL ossia riguardanti decollo, volo
atterraggio verticali. Mentre in francese l'acronimo è
ADAV.I lavori di questi scappati di casa, come li chiama Kianta
sono..." riflettendo "Analisi ed ottimizzazione del gruppo
propulsivo, resistenza di forma... Resistenza d'attrito... .un basso
valore del carico alare.Volano con un Cl molto basso, la resistenza
è solo leggermente più bassa... Al
gruppo
motore-compressore viene accoppiato un fanper... nella fase di decollo
verticale il motore è in grado di generare la spinta
necessaria
a Mach 2 con un l'uso della postcombustione. Massa al decollo e
Rapporto Spinta/Peso sono stati necessari visto il problema del..."
"Non ci ho capito niente..."
"L'ho detto. non so molto, mi ricordo queste cose dalle
riunioni, ho captato oslo queste cose, e so solo c he i
motori speciali con speciali fun sotto e dentro le ali hanno una
propulsione a due fattori, una classica e una no. Il corpo del veicoli
ha ai fianchi speciali rotori che, in caso di danneggiamento di una ala
o entrambi, escono ed entrano in azione per riassettare il volo o
caduta così che i piloti hanno una percentuale di sostegno
ancora per una fase di atterraggio d'emergenza con qualunque
situazione. Sotto ha una sorta di gommone con un anello enorme, sgonfio
e nascosto da settori chiusi, che si attiva e gonfia sia per una
discensa d'emergenza per attutire il colpo della cabina con le persone
e sia in caso ammaraggio in acqua... non so bene ma ha tante cvose che
un aereo normale non ha o ha ma internamente e vanno attivati da
hostess e stuart. Mentre qui sono integrati all'esterno... so solo che
atterra e decolla non in orizzonta con salita ma in vertical,
eliminando tutti i problemi di altitudine e aria rarefatta. Quindi
tranquillo, ci sono i dispositivi di protezione se hai paura..."
"no, non è questo. E' solo che ho sempre visto aerei ed
elicotteri e..."
"Lo so. Ma siamo un'organizzazione militare che progredisce. Se
restassimo fermi, che vantaggio avremmo? Anche Kianta stessa, non
è a mani vuote in qualunque situiazioen come esempio un
poliziotto normale di qualunque grado, che in base
all'incarico ha
possibilità di usare le armi solo in caso protezione e con
precise regole, finendoci però sempre male. Malmenati,
picchiati, pugnalati perchè sparano o agiscono per fermare
quei
sogegtti in modi ritenuti barbari, rischiano tantissimo. Se lo fanno
vivono, ma rischiano reputazione e carriera, ed è
già poco
così, se invece si attengono alle regole di condotta
rischiano
ferite gravi o anche la vita. E questo a causa di certi colleghi del
passato che facevano gli sboroni, parole di una certa
persona, perchè avevano un distintivo,
legando le mani dei colleghi successivi che rischiano il
triplo, sia
come salute e vita. E sia per cosa li attende dai superiori
perchè poverini i delinquenti si rompono un'unghia, mentre
meritebbero di peggio. E così è lei. Non
è mai
sola o sprovvista di piani a, b, c, d e fino alla cazzo di z e questo
mi rincuora. Ormai sei con noi da mesi e Milan ti ha detto delle cose,
quindi conosci la situazione di Kianta che no dovrebbe andare in
giro... a
meno che non sia Milan, come nei casi di Veròna o se
impersona
una... una persona di tempo fa per affari dell'organizzaizone.
Altrimenti non potrebbe uscire, lei è importante anche per
testare molte cose. Ma ora và o sarà incavolata
per tutto
i lviaggio..."
Un'ora dopo, Gask fu dietro di lei nello scendere le scalette speciali
per il loro veivolo, con i tre che erano già corsi a
sistemarsi
a triangolo come sempre, mentre un capannello di persone attendeva
qualche metro dopo. Con il suo solito modo di fare armonico, e con
qualunque movimento che seguiva come una traiettoria ad arco, giunse
alla fine della scaletta e con le mani una sopra l'altra sul suo
ventre, le braccia lunghe morbide e un sorriso senza mostrare denti,
con sguardo gentile e affabile, guardava chi stava attendendo.
Si avviò con quel suo passo
strano, che prendeva dalla Lezginka o caucasuan dance, ma molti diceva
Jd quando glielo spiegò, la conoscevano come floating dance.
In
pratica, si era sentito dire, denotava eleganza e grazie alla gonna
lung
a che nascondeva i piedi, sembrava che quasi la figura fluttuasse sul
pavimento come se avesse le rotelle o fosse spostata semplicemente
avanti e di lato, non si percepiva il movimetno delle anche per i passi
ma semplicemente questa scivolata leggera. Jd disse che era chiamata
anche la scivolata del cigno ed era qualcosa di simile che si dice
facessero le nobili dame a Versailles, per apparire leggere e
non
camminare come la plebaglia. Sfruttando i lunghi corridoi per palazzo
ma
anche la sala degli specchi, era una cosa che si diceva Maria
Leszczyńska sapesse fare, ecco perchè era sempre ammirata,
oltre
il suo comportamento da Regina classica, anche dopo la sua morte.
Perfino Milan, gli disse, usava questi trucchi di danza e comportamento
per muoversi e apparire in modo da attirare le attenzioni, quelle
giuste. Un uomo ammirato, osservato, che mostrava un'eleganza nobile,
elastica e padrona di sè, mostrava il tipo di
uomo. Lui ci
credeva e vi lavorava molto. Il portamento, tipo di movimenti,
camminata e saluti, così come i vari sorrisi e saluti in
base
all apersona. Inchini, movimenti di capo, tipologia di sorriso, di
strette di mano o senza e via dicendo.
Ogni volta che Milan o Jd gli
parlavano di queste cose gli girava la testa, chiedendosi
quanto ci
volesse per imparare tutte quelle cose. Assurdo, pensava sempre gask.
Anche
quando parlavano nella camera del suo amico e lo vedeva specchiarsi per
scegliere cosa indossare, quale accessorio scegliere o che pettinatura
farsi. Lisci e fini, i capelli da più di trenta
centimentri, li aveva lasciati
crescere perchè per lui stava meglio con i capelli lunghi
che
corti. E rideva che la barba, pochissima che riusciva a crescergli, lo
rendeva duro e meno attraente e si lamentava che la barba modificasse i
lineamenti del volto così tanto, da sembrare
soggetti diversi. E
non si vedeva in altor modo che quello che anche Gask stesso conosceva.
E stava del tempo a sistemarsi, a volte chiamando Kianta per un parere
e per farsi fare i capelli. La prima volta non capiva perchè
la
chiamasse con quei telefoni antichi, quest avolta su un tavolinetto da
salotti in un angolo, con cornetta ernome elaborata e rotella da girare
per comporre il numero che gli serviva, interno se sapeva che era in
camera sua o un numero specifico corto per raggiungerla subito. O d
aparete d'epoca. E poi
lei arrivava con passo suo solito elastico e nervoso, come se avesse
fretta anche senza averla veramente.
Poi si voltava, mentre ancora camminava verso Milan , verso
Gask, seduto
da qualche parte, a fissarlo con un'espressione che pareva
dire
e si
fermava a guardare l'amico comune. Che
ogni
volta era indeciso su due cose. Una delle cose che facevano ridere Gask
era quella, sicuro e dritto per la sua strada su cosa voleva, ma
indeciso su cosa indossare e abbinare per apparire al meglio. E si era
accorto che lei gli diceva sempre di utilizzare un colore di abito, tra
i tanti che aveva, abbinandogli sempre il viola. In sfumature diverse,
scuro o chiaro con nomi che ogni tanto non ricordava ma lei gli diceva
sempre viola, con il nome corrispondente. POche volte crema o
un
colroe
simile con nominativo strano. ma sempre il viola. Lui invece optava per
blu o rossi o mix che si abbonassero, lei era più per colori
meno squillanti e pacati.
Erano uno l'opposto dell'altra.
Gask sorrise ricordando la questione del . Una
volta
Milan aveva scelto un completo chiaro color... tortora, panna o che
altro, per lui erano uguali, e lei arrivò e gli disse di
abbinarci un bel lavandino, mentre Milan si guardava allo specchio e
pareva approvare con due cenni del capo. E Gask non si era trattenuto
chiedendo di colpo Era stupito, sapeva da riviste di moda che
il Capo o le sue donne sfogliavnao, e che Milan
seguiva e teneva sui tavolinetti, cose assurde che uomini e
donne sulle passerelle
mettevano addosso per denotare la del momento. E a
lui
sembravano identici a pacchi di abiti che i poveri disperati e
senzatetto mettevano di sopra per non perderli, vederseli rubare o
portare dietro con più facilità. Non importava il
clima,
stavano sempre con più livelli di abiti indosso, una delle
poche
cose che possedevano e per lui l'effetto era uguale. Si augurava sempre
che Milan non li copiasse, benchè si stupisse sempre
di vedere l'amico abbigliato come un tizio uscito un secolo
prima, e
ritrovatosi nella modernità.
Sapeva che la gente ancora usava il
completo classico da uomo in modi diversi e denotava stile e posizione
sociale, ma l ostile di Milan era più vecchio, non sapeva
dirlo,
ma seppur sarti esperti gli preparassero gli aibti su misura, avevano
stili, tessuto e forme antiche mischiate a dettagli moderni, gask
sentiva sempre quel ... quel qualcosa che non gli dava
modernità
e semplicità come gli altri. Giacche
alla coreana, con un solo bottone, con chiusura che lasciava scoperto
petto e pancia e altri tipi. Sembrava un nobile uscito da qualche foto,
eppure aveva visto più classe, nobiltà e
quell'aura
di uomo sopra gli altri tre volte degli altri. E Milan diceva che
quella era la
chiave. per lui quegli abiti erano... lui. Ai matrimoni, diceva
Milan storcendo il naso, vedi questi tizi che mettevano completi e
abiti
senza saperli portare, camminado e atteggiandosi esattamente come se
indossassero le loro magliette e jeans strappati o bomber, e
pantaloni
di tuta. Sembravano come... un tempo, contadini con
indosso abiti regali a disagio. Erano un pugno in un occhio e lo aveva
visto Gask
stesso dalle foto che lui metteva dove il primo colpo
d'occhio, era
Milan stesso per come appariva per l'abito e l'atteggiamento, a
richiamare l'attenzione, non importava la sua posizione. Mentre
gli altri sembravnao, come diceva Milan, bimbi con
abiti della domenica che seppur dopo anni, non sapevano come starci
dentro.
Kianta e Milan lo fissarono in modo diverso. Lei voltando il mento
verso la spalla, senza voltarsi del tutto, portando lgi occhi tutti su
di lui con accigliamento sorpreso e bocca dischiusa. Milan lo
fissava dallo specchio, vedendo il suo riflesso che rideva da orecchio
a orecchi finchè no ncosppiò a ridere.
"Ah, no. Kianta dice sempre lavandino per intendere il lavanda chiaro.
A volte usa parole solo sue... intendeva questo completo
chiaro ma
più scuro di quelli" indicando quelli ancora appesi,
visibili
dall'anta aperta "a cui abbianre accessori più chiari da
contrasto. Userò i gemelli in ametista chiara e il resto in
lavanda chiaro. Per favore, mi puoi aiutare con i capelli? Non so se
legarli alti o bassi..."
Gask fissò Kianta rstando accigliata a fissarlo, sentendo
che
chiedeva a lei aiuto per i capelli. Si era chiesto spesso
perchè
con i barbieri ed estetisti, parrucchieri, non andasse da loro. Lui
diceva no, avev apersone di fiducia e arrivava sempre prima dove doveva
andare, per trovare l'acconciatore di fiducia per essere
impeccabile. ma normalmente preferiva l'aiuto di qualcuno fidato.
"Facendo da me non sarei perfetto, questo lo so. Kianta sa cosa fare e
ha sempre un gusto critico e ha la mania della perfezione su certe
cose, quindi so che farà del suo meglio per rendere i
capelli a
prova di vento o... insomma, sa lavorare bene i capelli. Non ho il suo
tipo, per fortuna, ma se non cè lei o sono di fretta, mentre
mi
dirigo a destinazione, l'acconciatoer di riferimento di là
sa
già da tempo che deve aspettarmi in una saletta apposita
così arrivo, mi sistema e mi dirigo dove devo andare...
è
come, sai, per certi tipi di balli professionali. Le giurie
depenalizzano se hai anche un capello che esce dalle acconciature, ti
si scompigliano o altro, non importa se donna o uomo. Ma è
considerato, così si rovinano i capelli con prodotti ultra
fissanti che quando devono slegarseli sembrano fatti di pietra. E
così è la società là fuori,
ogni
accessorio, capello, atteggiamento è sotto analisi. Non
credere
che sia tutto facilecome lo è da noi. Le regole esistono per
un
motivo, e così lo è per la
società là
fuori. Ma se da noi ci sono le regoole e ele leggi, da loro esiste Dio
denaro e Signora apparenza... Più sei artificioso, studiato
in
ogni aspetto, più
reciti come un attore consumato guadangnando punti, più
vali. E'
quella società, cè poco fare. Io però
appaio molto
meglio perchè io sono così..." fece con un
sorriso.
Gask tre passi dietro Kianta, secondo le regole, si avvicinò
alle persone che l'attendevano. Sembravano contenti e alcuni di loro,
una donna e un uomo più grandi dei due giovani che li
seguivano,
lasciando gli altri fermi, corsero verso di lei. Lei si
fermò e
fece una riverenza, mentre questi la salutavano e sembravano
sinceramente contenti di vederla, cosa che colpì Gask.
"Lia... sei viva, quindi è vero. Come sono felice che
qualcuno
si è salvato!" fece la donna più grande del
gruppetto.
"non credevo alla notizia, quindi si sono sbagliati? Almeno qualcuno
è sopravvissuto..." fece l'uomo.
"Carissimi amici, mi rallegra tanlmente la vostra felciità
nel
vedermi che mi sento felice come non mai. SOno stata ferita ma avevo
perso i sensi, che ai loro occhi deve esser sembrato di avermi uccisa,
e lo hanno creduto anche dopo. O non sarei qui...." fece Kianta con una
voce e un sorriso che lui stentava a riconoscere. Accadeva sempre
così, con jd, Milan e gli altri si comportava in un modo
simile
a questo ma se là era meno dolcezza e garbatezza,
cèrano
ma non così enfatizzati, con gli ospiti o le perosne che
doveva
incontrare, sembrava di vedere una persona dolce e calorosa mai vista.
"ma certo che siamo felici di vederti! Cosa dici! Ogni volta che vieni
ci racconti e mostri cose straordinarie. Per mio padre, ogni tua visita
è come l'arrivo di un precettore di fiducia. Anche se siamo
ormai grandi, ma anche noi siamo sempre contenti quando torni! Mio
padre ti aspetta nella tenuta, ma non poteva non accoglierti... e poi
lui non lo ammetterà mai, ma i consigli per le modifiche
alla
nostra casa di famiglia lo hanno reso contento. E' orgolgioso di come
è venuto tutto e dice che è straordinario come
oggigiorno
ci sia qualcuno di giovane, che sa e capisce il valore delle
cose come
devono andare. E poi deve mostrarti il cimitero e mausoleo di famiglia,
visto che ami le architetture di qualuqnue epoca e documentarle. Non
solo, ha da parte dei libri per te acquistati da una collezione che
vuole mostrarti..." fece il ragazzo con foga, bloccato dall'altra
giovane figura, una ragazza.
"Io credo che voglia regalarteli, come facesti tu ocn quella bibbia
Gutemberghiana. E' il suo libro preferito della collezione anche solo
da ammirare sotto vetro per la copertina in pelle ultra rifinita, una
delle ultime stampate
proprio dal grande tipografo con copertina in pelle lavorata e pittura
a mano. L'ha messa sotto teca da solo, sai?" fece dando una gomitata al
giovane
"E la guardava e si lamentava che quel giorno erano morti dei soggetti
meritevoli, e sembrava non darsi pace. Ora che sei tornata, viva,
sarà meno in dispiacere. Gli avevi promesso di mostrargli la
tenuta che avete acquistato qui e sistemato. Vuole vedere come hai reso
quell'edificio, visto che lo conosceva da piccolo ma poi fu lasciato
vuoto. Vuole vedere come lo hai reso tu..."
"Ragazzi basta! Donna Lia... Oh, so che questo titolo di solito viene
dato alle donne sposate, ma qui è anche sinonimo di persona
speciale. Siamo ancora adesso orgogliosi della fiducia che tu e la
Fiamma Cinerea avete concesso alla nostra famiglia, come
vostri Alfieri
in questo paese. NOn siamo i più potenti nel totale, ma mi
auguro che abbiate scelto bene. E in quanto messaggera del tuo Signore,
Milan, ti spetta un titolo onorifico, ma hai accettatosolo Donna Lia,
seppur ancora tu non abbia un compagno. Mio fratello è in
attesa
di riceverti come ha detto mio nipote, nella casa di
famiglia. E ha
detto è pronto a discorrere con te in rumeno
perchè tu
migliori la nostra lingua, seppur conosci anche il tedesco. Quello che
è accaduto è... non ho parole per
descrivere il nostro
lutto, ma abbiamo festeggiato nello scorprire della tua salvezza e del
tuo ritorno. Grazie per essere tornata subito, seppur ferita, per le
esequie dei nostri cari e servitori deceduti, ma stai tranquilla.
Pagheranno per..."
Kianta alzò la mano, come faceva sempre per
zittire le persone e
seppur in quel paese, Gask notò che seppur inferiore di
posizione sociale rispetto all'uomo in quel paese, questi sorpreso non
finì il
discorso e la fissò, finchè lei non disse
qualcosa.
"Vi prego di lasciare a me la questione. Mi sarebbe gradito provvedere
secondo... i nostri metodi e consuetudini. Comprendo che la voglia di
vendicarvi sia forte, ma immagino che come nostri alfieri, la fiducia
sia al primo posto. Mi concederete l'avviso di... annunciarvi che la
questione sarà risolta in breve e che riceverete vendetta in
modi differenti dai vostri. Ma averrà. Da voi vige la regola
che
sangue chiama sangue... lasciate tuttavia che sia Io e il mio
Signore a vendicare tutti portandovi prova e l'anello degli Alflieri,
lasciandoci l'onore di provvedere alla questione. Nel momento stesso in
cui vi
inviterò nella nostra dimora per una visita ma anche una
festa,
saprete che è tutto sistemato e i morti riposeranno in
pace..."
dicendo tutto in modo dolce e gentile.
i presenti rimasero interdetti qualche attimo, guardandosi. Poi i
giovani annuirono ai due più grandi e questi sorrisero.
L'uomo
con un braccio le indicò la macchina poco distante, mentre i
tre
che erano le sue Ombre andarono subito verso la stessa per
controllarla. Kovacs affermò con rispetto che andavano solo
ad
assicurarsi, dopo l'altra volta, che non vi fosse
nulla di troppo o
qualche sorpresa e con una borsa, con apparecchi specifici, si
prepararono a scansionarla in pochi minuti. La macchina non era una
comune, era una sorta di mini limousine con due file di sedili
posteriori che si guardavano, così le persone dirante il
viaggio
conversavano di fronte l'altra, con tutte le comodità per
bere e
mangiare.
mentre andavano lo stesso Kovacs fece un cenno con la testa a Gask che
comprese e tenne gli occhi aperti, perchè era rimasto
l'unico a
guardarle le spalle, mentre lei ascoltava l'uomo che aveva iniziato a
dire qualcosa.
"Coloro che hai salvato con il tuo gesto sono in attesa con
mio
fratello, per i dovuti ringraziamenti. Per favore, intanto
andiamo, sono
tutti in attesa..."
"Ti ringrazio, intanto permettimi di offrirvi nella macchina che
utilizzate, avendo i sedili posteriori di fronte l'altro ocn un
tavolino che si alza, il meglio della pasticceria fine francese da
tè. Ho portato anche dell'ottimo Qi Men Hong Cha, uno dei
migliori tè neri cinesi che a mio avviso si sposano molto
bene
con la dolcezza dei pasticcini, ma se volete qualcosa di più
delicato ho sempre con me, per le mie visite, una
scorta con ogni
tipologia..."
"Con molto piacere. E' sempre interessante provare i doni culinari che
presenti" fece la donna "Anche la Baba è interessata,
aspetta
sempre con ansia il tuo arrivo per ascoltare i tuoi racconti e provare
cibi e bevande dal mondo, sia che conduci con te, che dai
cuochi che ti
seguono. Mio figlio ha amato molto i dolci turchi che hai portato,
preparati da voi stessi. Lui vuole viaggiare, ma essendo il
primogenito
ha un ruolo, quindi sono felice quando gli porti quei
luoghi..."
"Lieta di portare doni così apprezzati. Seguo il detto per
cui
se Maometto non va alla montagna, che sia la montagna a farlo..."
facendo un inchino come
alla giapponese ma con le mani sempre sopra l'altra sul ventre "Adesso
se permettete, vorrei tranquillizzare i vostri parenti e rendere
omaggio a chi ha temrinato troppo presto la vita, per quelle
persone. E
se anche il vostro capofamiglia mi concederà la benedizione
di
procedere, tutti saremo vendicati e l'onore ristabilito"
"Andiamo allora, mia cognata ha fatto preparare il Negresa che adori
con il tè e il dolce di mele per cena..."
"Inutile dire che Baba è da ore a casa e ne ha pulito uno
intero
da sola..." fece il ragazzo sottovoce ridendo poi di gusto, avviandosi
con gli altri alle macchine.
Poche ore dopo, notte
Gask entrò nella stanza adibita a spogliatoio, dove Kianta
si
fermava da sola per cambiarsi. La porta era socchiusa, segno che si
poteva bussare ed entrare senza il rischio che lei si cambiasse. Kovacs
gli diceva sempre che lei aveva chiari segnali e loro ormai
li conoscevano. Come agitava le dita della mano significava che voleva
qualcosa consegnata, gesti e movimenti di occhi e testa per altri
insignificanti, per loro messaggi, sorrisi e come li mostrava
per
intendere che voleva agire lei e non loro, porte aperte o chiuse in
determinati modi per chiarire cosa era possibile e cosa no e via
dicendo. La porta socchiusa rispetto ad altri angoli di apertura
intendeva che si poteva disturbare per motivi seri, che era in
meditazione o qualcosa del genere. E siccome alle Lezioni aveva
imparato che i gradi si potevano ricordare più o meno
precisi dalla mano aperta e che grandezza cèra tra pollice
e le
altre dita con mignolo verso l'alto, aveva inteso che si poteva entrare.
Ridendo Kovacs disse che lei non meditava neanche per il ciufolo
perchè non riusciva a rilassarsi e star ferma a comando.
Quindi
se la porta era aperta in un determinato grado, non stava meditando,
domanda che Gask stesso aveva fatto visto che lo faceva Milan, ma era
in dossiciazione o visualizzazione. Ossia in un mondo alterativo solo
suo dove scappava per rilassarsi o ssfogars senza picchiare nessuno. A
gask questa cosa sembrava strana, ma poi pian piano gliel'avevano
spiegata, ma trovava strano che qualcuno tramite musica fosse con la
mente... altrove, non solo per la noia e pensi ad altro. E in quel caso
non sentiva musica, non usando lei le cuffiette.
"Ecco perchè per definirli si dice che Kianta è
il sole
così come Milan è la luna..." faceva Kovacs
dicendolo come dato di
fatto ma non era chiaro per Gask il senso vero.
E così, bussò, sentendo un "MH...." di risposta e
si
affacciò. Kianta era davanti la consolle da trucco con
specchiera enorme, in piedi , che si controllava la camicia, stando di
tre quarti di schiena verso di lui e lo specchio rimandava la sua
immagine. Indossava pantaloi da Frac a cui sicuro avev auna giacca
abbinata, vestiva da uomo sempre con mezzo tight o frac, ovviamente
delle sue misure e con pieghe apposite per adattarsi al suo torso di
colori scuri, ma non sempre nero o blu. In quel caso era un blu notte
di una stoffa tipo sbrilluccicante che fasciavano bacino e
gambe.
Controllava la camicia. Colletto
alla button down corto senza bottoni nelle punte e rigido da stare
molto sollecato, pieghe tattie ai lati esterni del seno e poi davanti
notò che vi era una sorta di coda di topo, così
la
chiamavano quella riga nera o altri colori di cotone che creava un
rettangolo da dietro il collo fino a quasi il suo ombelico,
così
gli sembrava. E all'interno di questa forma pieghettature per tutta la
lunghezza e larchezza del quadrato abbellivano la camicia che sarebbe
stata banale, così come le maniche. Erano normali fino a
sopra
il gomito, una coda di topo nera faceva partire la zona più
ampia a sbuffo che sapeva ormai che sichiamano bishop, che finiva sul
polso con forma classica e il polsino era molto lungo. Era infilata
dentro i pantaloni e al collo portava una cravatta a fiocco western in
Raso Nero con rebbi molto lunghi, chiamata anche nribbon tie.
Si fissava cercando di trovare punti che andavano sistemati, poi senza
verifcare chi fosse entrato, aveva preso delle forcine e aveva
iniziato a tirare indietro i capelli più lunghi che erano
anteriori e lisciarli perchè restassero aderenti, un
pò
come le volte che li aveva bagnati e tendeva a passare una
mano
per
tenerli indietro. Quando ebbe finito prese la retina da parrucca e se
la sistemò,scura, e ultimò c on la
parrucca che era
sulla testina accanto all'angolo dello specchio.
Era una parrucca
diversa dalle altre, ne usava tre, dai colori diversi e tutti tendevano
ad essere perlescenti, così gli pareva, con riflessi azzurri
o
blu. Avevano quel modo camngiante alla luce. Quel modello non era
liscio ma ondulato, con base grigio topo, così gli parse
dalle
radici a metà lunghezza delle ciocche e partivano colori tra
il
glu, viola, grigio o non capiva. Erano di questo colore grigio di due
toni diversi con meches o non sapeva cosa fossero che a caso da poco
dopo le radici partivano concentrandosi più da
metà alle
punte, creando un effetto che dava il nome alla parrucca. Azzurro
ghiaccio. Di ghiaccio ci vedeva solo le parti chiare, le altre erano un
mix ben sfumato degli altri colori. Secondo lui non le
stava,m
per via della sua pelle troppo chiara, pensava.
Le parrucche erano tre. Una che chiamava da fata turchina che
acconciava sia lisci che mossi. Era una gradazione da blu ceruleo alle
radici che fino al fondoschiena cirava senza stacchi ma ben sfumato al
color turchino fino alle punte azzurro cipria. La seconda pareva quella
che indossava ma era castava alle radici, un castano chiaro
però
che Kovacs chiamava biondo scuro o qualcosa di simile e poi verso la
fine a metà schiena faceva cambio netto con verde smeraldo
per
poi sulle punte blu non elettrico ma qualcosa di simile. Era quella che
trovava peggiore e kovacs chiamava ridendo la parrucca pavone. E poi
quella che indossava, queste due ultime quasi sempre mosse per come
erano sull testine.
Kianta si accorse di lui quando, controllando lalo specchio i
lati della
parruca se erano ben messi, avendo base in silicone per aderire alla
pelle, non lo intecettò dal riflesso. Restò un
secondo a
guardare la porta, poi si voltò a fissarlo, chiaramente
chiedendosi perchè fosse venuto lui a bussare.
"Volevo avvisarti che siamo pronti, e..."
"E perchè sei venuto tu? Dove sono quei tre?"
"Sono andati in perlustrazione e iniziare il controllo dei punti
elettrici e telecamere con gli strumenti. E..."
"Sono andati dove?!?" fece e ogni volta che lei era irata da
qualcosa , tendeva a dire le ultime parole un pò acute,
quasi
squittendo, facendo ondulare le ciocche della parrucca
ghiaccio,
ma che di ghiaccio cèra solo un vago richiamo pensava Gask
"Quando
hanno deciso senza avvisare di fare qualcosa?"
"Ormai è fatto, e..."
"..." la vide fissarlo con occhi apertissimi e e l osguardo come per
dire
che Alaric diceva
somigliassero a quelli terrorizzanti di un gufo o peggio gabbiani.
Alaric e i gabbiani era peggio di lui contro Kianta, come s
evolesse
sbranarlo a dire la cosa sbagliata
"Hanno fatto un buon lavoro, ora sappiamo posizione, numero dei
presenti, luoghi e posizioni delle telecamere e staccare la corrente
lontano dall'abitazione. Zidgi è pronto a tranciare il cavo
a
mezzo chilometro che alimenta la casa. Non dovremo così
aspettare molto di presenza..."
Lei restò qualche secondo a guardarlo, col broncio
pronunciato
finchè con la testa fece quel gesto stizzito, ma
meno
pronunciato, verso destra con un secco colpo col mento e si
controllò ancora allo specchio. La vide girare il torso per
controllare che la camicia stesse bene con ogni movimento, terminare il
trucco leggerissimo ma visibile alla luce effetto ghiaccio sugli occhi
, e una passat a di qualcosa sulle labbra.
Andò all'armadio alla sua destra e prese la giacca del
completo,
che aveva supposto lui, e controllò che nella pipa
vi fosse
materiale a sufficienza per l'accensione, chiudendo col coperchio
speciale ermetico. Per ultimo agguantò il cappottone e si
avviò, passandogli accanto.
La seguì fino all'entrata del garage dell'avamposto che
usavano,
non una Torre, e videro sfrecciare verso di loro il van camuffato che
utilizzavano. Poco dietro di lei ocme sempre la osservò
controllare tutto, gambe dei pantaloni, scarpe lucide da uomo con
decori
pressati in pelle e vide luccicare nei movimenti gli anelli. I soliti
da cui non si staccava mai. Quando il
mezzo si fermò Kovacs coe sempre scese un attimo
prima di
fermarsi il van, atterrando di piedi ocn la portiera aperta e con un
lieve inchino.
"parleremo nel mentre del vostro lavoro, senza avvertire." incidendo
sull'ultima parte come se stesse picchiando ogni parola "Avete portato
l'occorrente?"
"Certo, capo" fece Kovacs con un sorriso "l'abito, parrucca, scarpe e
sottoveste sono nella borsa ben protetti. Anche gli accessori. E sul
posto in una zona nascosta cè anche lui, possiamo partire
anche
subito. Il tramonto sta arrivando... è tempo che la Strega
si risvegli..."
Antoniu Radulescu, aveva saputo che quella donna era ancora viva. Come
era possibile? La sua famiglia aveva avuto il disonore di non essere
scelta per poi dominare il paese come desiderato. Essere una delle
famiglie più potenti e ricche non era abbastanza, e aveva
saputo
che quelle perosne potevano dare incarichi e cariche anche potenti se
lo volevano, e cercavano quelli che chiamavano Alfieri, ossia alleati e
seguaci in ogni paese che governassero per loro... era questo che si
diceva. Aveva incontrato poco la donna ma l'uomo, colui che definiscono
il capo assoluto si. Ed era sicuro che fosse scelto per l'incarico
così prestigioso, abbattendo quindi le altre Case nemiche e
avversarie. Invece entrambi erano andati da quel dannato di Vali per
dire che erano loro i destinatari di tanto onore. Sapeva negli altri
paesi come democrazia e meritevolezza fossero più
considerati,
ma era sicuro che quiei tizi ocn pensieri così radicali e
antichi, fossero quelli giusti per la sua ascesa. E invece...
Si fermò dai suoi pensieri percependo qualcosa di strano. Il
silenzio. Quella casa brulicava sempre di rumori, passi, voci
sussurrate e non, di tutti gli occupanti, sia della sua
famiglia che i
domestici. Invece i lsilenzio era tombale. POi dei passi pesanti e
cadenzati e la porta si aprì. Entrarono due uomini che non
conosceva e per un momento rimase spiazzato. No, qualcosa gli
richiamava la memoria. Li riconobbe fugacemnete,
li aveva già visti e qualcosa, un morbido tonfo, lo colse
alla
sua sinistra, dal balcone.
Le tende iniziarono ad agitarsi al vento mentre si aprivano le due
sezioni a vetro. E dalla luce della luna si
stagliò, ingigantendosi, perchè si avvicinava una
figura
qualcosa incorniciato dalle due parti della tenda. Le tende che
danzavano, ora che tutto il balcone era aperto, mostravano a tratti una
persona che conosceva. E rimandava un sorriso carogno.
"Tu... allora sei veramente viva!"
L'uomo, seppur aveva ricevuto l'informazione, stentava a credere che
quella donna non fosse finita male. Aveva capelli diversi ma il suo non
era un viso che, dopo averlo visto una volta, poteva confondersi con
altri. non era una persona banale e mischiabile con tante altre, quel
viso non aveva segni di anonimato. Gli uomini che pagava non erano
pivelli e seppur il messaggio teatrale con le bare, aveva avuto un
numero di morti che lo aveva soddisfatto. non si aspettava che
arrivasseo perfino al piano superiore senza una sparatoria. Ancora di
più
perchè la donna che quella volta lo aveva guardato con
sufficienza e disgusto, con disprezzo, spingendo il suo capo a
scegliere l'altra famiglia, era finita male come meritava. E invece era
viva.
"Io non sono quell'altra persona. Ringrazia e porgimi i tuoi
ringraziamenti. Io porto la giustizia, ma se tu avessi fatto
ciò
con quella persona... Se io sono portavoce della giustizia, Lei
edll'inferno. Lei agiva per rabbia e ridare indietro tutto... io per
punire e pulire questo mondo..."
Avanzando si fece passo passo il balcone e poi l'interno, con il
cappottone che si muoveva.
"Guardati" fece Kianta avanzando, incorniciata mentre entrava dalle
tende agitate e i capelli al vento, nonostnat eil cappello "Sei un
patetico stronzo che aveva esultato per la morte di persone, e credeva
di aver ridato onore al suo nome. Con cosa hai dato onore? Pagando dei
tizi per fare un agguato e ammazzare qualcuno? E non farlo
con le
tue mani? Per te questo è aver ripreso onore? Oh, no!... sei
solo uno stronzo patetico e dalle mani pulite, ma l'anime
lorda di
sangue e melma nera"
"Non puoi dimostrare che sono io..."
"Ah no?" facendo un gesto con la testa che per altri era un'enfasi
della risposta, ma il gesto secco verso l'alto, poco
visibile, fu
recepito dai due che presero un tablet e mostrarono la diretta degli
uomini artefici dell'aguato, in situazioni raccapriccianti e
con pesanti
segni di tortura.
"Il caro Cinq sa quel che fa, non a caso il suo nome, cinque in
francese, indica i livelli fino al quale si spinge, e i tuoi sono
arrivati fino al terzo. Rispetto per loro, per questo per quelli
lì, ho dei piani. Ma non come per te su di te..."
con un sorriso
carogno degno di Joker.
L'uomo si buttò verso un mobile, sicuramente per cercare
qualcosa, che prese. Una pistola. Kianta lo fissò con un
sorrisino e la testa inclinata di lato, anche quando se la vide puntare
contro, ma non cambiò e nè mostrò
alcuna pausa o
altro. Il rumeno era chiaro che volesse sparare, per un attimo fu
sorpreso dal vedere un uomo più alto alle spalle di
Kianta, che
avanzava. Kianta con una risata alzò la mano sinistra aperta
verso di lui e con microgesti qualcosa diede fastidio al rumeno, che
fissò la pistola. Era come se questa venisse strattonata
dalla
sua mano, e dopo qualche scossone, prima che potesse metterci l'altra,
l'arma si staccò dalla mano, facendogli male all'indice che
stava sul grilletto e volò dritto nel palmo di lei, che
girava
la testa sempre come ad arco, con un sorriso monello in volto. L'uomo
si ritrovò disarmato, con quelle quattro persone che lo
fissavano, ferme.
Tentò un'ultima fuga ma con velocità Kianta gli
si
parò alla sua destra e con qualche mossa particolare lo
stese a
terra con un calcio in faccia, di fronte un mobile con uno specchio,
portandosi poi a cavalcioni sulla sua schiena. L'uomo non si era
accorto che i due stavano posizionando dei quadrati a terra che si
portavano sulla schiena, com e zainetto tramite dei lacci.
Kianta
gli prese i capelli e gli tirò indietro la testa.
"Raccomantami come ti senti. Si, voglio sapere come ti senti... di
solito le persone non chiedono mai questa cosa. Come ti senti? Cosa
senti? Cosa provi? Invece della banale "come va, o come stai" che
è solo di educazione fasulla, si dovrebbe chiedere come si
sente
la persona. Interessarsi veramente. Così diceva lei...E
siccome nel caso delle vittime di
quegli stronzi che stanno giocando con Cinq, non si possono
più
chiedere queste cose... Sono morte o peggio, una vita d'inferno. E
quindi
eccomi, Io, Veròna, la strega del Gioco...
giocherò con
te perchè tu mi dimostri cosa sei, chi sei e la tua
meritevolezza. Non è un gioco con gli scacchi. Non
è il
settimo sigillo. E' molto peggio..." gli sussurrò, facendolo
specchiare, mostrando lei che stava calvalsioni sopra di lui. E nello
specchio lui vide lei con il sguardo che lo fece sudare e qualcosa che
si muoveva intorno a loro. Qualcosa che non aveva mai avuto modo di
osservare. Degli strani esseri fumosi o gelatinosi che vorticavano
intorno a loro, fluttiavano e poi si buttavano in picchiata. Altri non
avevano gambe ma come una scia come di colore di un pennello e la testa
a
forma di bolla con tratti urlanti e braccia, che si agitavano dietro di
lui. E rumori da far venire la pelle d'oca
"la paura che la gente ha provato a causa tua, fino alla morte in certi
casi, si tradurrà per te in qualcosa che io
raccoglierò e
userò con così tanta gioia... disperazione!
Sarà
come una spezia su di te, la pietanza che cucinerò a fuoco
così basso che implererai ogni esser e che credi esista, per
salvarti. Ma, guarda un pò, come la realtà
insegna, non
cè' niente tranne me, che per magia o miracolo
può far
qualcosa..."
Kianta si alzò, nello specchio il rumeno la vide parlare e
interagire con quelle robe dal riflesso, finchè non
parlò
con gli uomini. "Portatelo giù, con gli altri"
"Gli altri chi!!" domandò in un soffio rauco l'uomo "GLI
ALTRI
CHIII!" agitandosi e tentando carponi di fuggire, beccando lo specchio
andandoci contro e rompendolo. I frantumi gli andarono contro e Kianta
alzò gli occhi al cielo mormorando "Mamma mia che soggetto
patetico, adesso" per poi dire ai due alla porta, mentre l'uomo urlava
di chi parlasse "INIBITELOOO!" con aria scocciata e strascindando la
frase
L'uomo fu portato n el grande salotto al piano inferiore, mentre uno
dei tre era rimasto con armi in mano a controllarli, legati saldamente
da manette a strozzo in plastica a seguire la forma della stanza, come
fossero seduti a terra in circolo per un rituale. Erano con le spalle
alla parete, distanziati tra loro.
Il rumeno trovò la sua famiglia in mezzo alle persone, con
gli
uomini che teneva come domestici e le guardie. Si chiese come avessero
fatto in silenzio a fare tutto il lavoro. Sul grande camino della
stanza vide, appena fu buttato a terra di peso, un gufo che non
ricordava di avere mai avuto, finchè non lo vide battere le
palpebre e ruotare la testa. Era vero, era posizionato al centro della
balaustra che usavano per poggiare le cose in alto, e guardava
dall'alto la stanza come un giudice.
"Hai notato il nostro Acheronte! Lui è qui, e
lì sopra, per
un motivo. I gufi che osservano determinate cose hanno un
significato, sai?Ma non è su di lui che devi concentrarti...
innanzitutto chi sono di questi i domestici? Ovviamente lo noto dai
vestiti ma vorrei una risposta..." disse Kianta fissando le persone
legate.
i domestici alzarono al testa come a richiamare attenzione, alcuni in
lacrime, altri ocn sguardo terrorizzato.
"Calma, calma. Voi non rientrate nella questione. Almeno, non vi ho
liberati per un motivo. Voglio scoprire se voi siete in qualche modo
invischiati con certi fatti, o sapevate e avete
taciuto, o concordavate
con certe cose. Io non accetto e tollero le persone che nonosntante
vedano e non approvano , lascino fare. Perchè vi
rende sporchi quanto loro..." indicando con un dito la famiglia " E
quindi, non parteciperete al rito di stasera, ma sarete condotti in un
luogo dove vi chiederò tutte le informazioni e, non essendo
in
un'aula di tribunale dove la gente mente e dice stronzate nonostnate il
giuramento, se non riceverò verità, la mia ira
calerà su di voi... chiaro?" ricevendo cenni di assenso con
la
testa, essendo inbavagliati.
"Portateli via e assicuratevi che stiano buoni..." Zidgi e Django si
affrettarono a farli alzare, liberando le gambe e portandoli
fuori. I
restanti no nsapevano che sarebbero stati tenuti tutti in una zona
sicura poco distante e che sarebbero stati sedati. Senza capirlo,
sarebbero entrati in un edificio prefabbricato piccolo e rettangolare,
vuoto, che avevano portato a sezioni e montato, con luce, telecamere e
una sezione di ventilazione, una per l'aria e l'altra per farli
addormentare senza che capissero, senza bisogno di punture o altro. Era
una sorta di scatola che non si apriva facilmente, perchè
con
apertura come i giochi di logica e se non conoscevi il modo, non vi era
possibilità. Ovviamente i membri della Torre ormai
risistemata in quel paese, conoscevano ubicazione e metodo di apertura,
quinid non vi erano
affatto problemi. Ogni tot di tempo ricevevano avvisi di conferma che
andava tutto bene, in caso contrario senza quegli avvisi sarebbero
corsi nei due punti armati e pronti all'estrazione o recupero, di
qualunque tipo, in primis Kianta.
"Dunque..." Kianta iniziò a guardare le persone intorno a
lei.
La famiglia che all'inizio volevano elevare ad Alfieri nel paese e poi
avevano capito troppo presto e scoperto , che tipo di gente fosse.
E non se ne salvava nessuno, adulti come ragazzini. Perfino i ragazzini
erano orribili e pericolosi. "... togli i bavagli, voglio proprio
vedere..." fece a Kovacs, che era rimasto con Gask.
Una donna liberata la bocca, iniziò ad inveire
contro di lei, con
rabbia, con sputi involontari mentre urlava, il trucco
rovinato da
lacrime e agitazione che lo avevano sbaffato "Stronza. Io ti avevo
accolta in casa mia. Ti avevo trattata con tutti gli onori. Maledetta,
ti maledico, Lia!"
"..." Kianta la fissò inclinando la testa "No, quella non
sono
io" spiazzando la donna "Io sono Veròna, stasera sono la
Strega
del Gioco, come ho detto a tuo marito, il capofamiglia..."
"Ma se sei Lia!" disse la donna come se fosse presa per stupida
"No" fece Kianta avvicinandosi e guardandola negli occhi "Lei
è
morta tanto tempo fa..." portando la testa verso la spalla destra "la
cosa bella di.. ME... è che la parte migliore di me
è che ci sono molte me, me , me, me, me, me! IH IH IH IH IH"
ridendo alla Veròna mentre la stanza di riempiva di copie di
lei stessa come era, che da un sorrise iniziavano a ridere come
l'originale e Gask rise perchè sapeva da dove veniva l'idea
delle risate terrorizzanti. Dalla'allevamento di tacchini e faceva un
casino allucinante quandeo gli uomini giocavano con loro, emettendo
gloglottii che parevano risate demoniache. E così una volta
lei aveva detto a Jd che non sapeva spiegarsi la cosa, che aveva
aggiunto il giochino del copia e incolla all'idea della marea di
tacchini identici che facevano questa sorta di stadio casinista.
Gask era nella stanza con Kovacs, che sistemava l'attrezzatura e mentre
ascoltava. Di nuovo quel nome, si chiese, e non aveva capito mai nulla
della questione. Sistemò i box quadrati in alcuni angoli, e
constatò che era rimasta solo la famiglia al completo, ora
sistemati in fila spalla con spalla. Si chiese come preferiva agire
questa volta. Non cèrano schemi di base, si agiva in base al
soggetto e quanto sporco fosse.
"Ehi, sbrigati, fra poco inizia lo show" gl idisse Kovacs mentre
finiva. Gask si voltò e si accigliò
"Tu cosa fai?"
I due sussurravano in russo, la lingua che usavnao più
spesso.
Lo vide sistemare non al centro della stanza ma all'opposto, dei
soggetti legati, una poltrona in legno riccamente scolpita con
schienale e seduta in morbido velluto, visibilmente con quelle sezioni
rivettate perchè si vedevano i cerchi. A fianco un tavolino
alto
e sinuoso, La parte superiore tonda con zona appoggio più
larga
con bordo, poi zona cassetti, tre gamve secche che erano un
pò
più bombate nella sezione che divideva i cassetti a giro con
decorazioniche erano in rilievo fino a max il bordo del disco superiore
che fungeva da appoggio. A circa dieci centimentri o più da
terra di era un altro disco di appoggio che veniva tenuto dalle tre
gambe, le quali poggiavano su zoccoletti in forse bronzo lavorato.
Tutti i disci e i cassetti erano lavorati con la tecnica del mosaico
per i legno, con la zona scavata e poi vi si inserivano forme di colore
di legno diiverso e poi si laccava tutto.
Un pouff poggiapiedi di stile diverso stava davanti la poltrona. Aveva
il corpo in legno e basso, molto, con un cerchio di legno e quattro
piedi dalle forme rttangolari che si restringevano al centro con decori
che si estendevano in fuori fino alla stella alrghezza del resto della
gamba. Di color bianco con tipo spatolature come stile povero e un alto
cuscino tondo ma di lato molto alto con bordi che formavano come la
cornice delle torte di carne o di mele che il cuoco faceva. GLi
sembrava una strana torta su un poggio come da esposizione. Kovacs
fissò Gask che rideva di quel coso strano, visto che allo
Chateau li avevano rettangolari o tondi ma di stile diverso.
A sinistra della poltrona vi era in contrapposizione del
tavolino, a
destra, uno di quei carrelli di servizio per servire vivande
o bevande
con corpo in metallo dorato, ruote, ripiani in vetro e la zona apposita
per spingerlo.
"A che cosa servono queste cose?"
"Oggi si cambia. Non sarà solo Veròna a fare il
gioco..."
ma una vibrazione lo portò a guardare il suo cellulare e poi
dire semplicemente "E' tutto pronto, stai attento, vai dietro
quell'angolo, che sta sul corridio e mettiti cosa trovi sul mobile al
muro. Appena sei pronto entra e mettiti impettito come un cameriere
accanto la poltrona, la posizione scegliela tu..."
"Ma..." fece Gask dubbioso, ma l'altro corse via mentre Kianta ancora
blaterava qualcosa, e si pensò al blaterare
perchè
sembrava che stesse cianciando di cose a raffica, tanto che osservando
la scena, si accorse che la gente legata sembrava come le parole di
Alaric. .
Così mentre la sentiva, si avviò in una zona di
quell'ampio salotto che aveva una sezione aperta, divisa da colonne,
con un corridoio da un lato, mentre loro erano entrati dalla porta
nella zona opposta, situata nella sezione più lunga a
metà. Si accorse che le persone erano di schiena alla parete
più corta con il camino, mentre la poltrona e il resto di
fronte, quandi vicina al muro minore opposto. Affanciandosi dietro una
delle colonne
vide il mobile che pogiava a questa e degli abiti piegati. Una giacca
tipo frac di nero velluto, con una fila di bottoni per chiudere la
giacca su di un lato, mentre l'altra fila di cinque bottoni in
verticale era decorativa. Il taglio davanti creava due triangoli per
fianco,e lui non aveva ancora capito il tipo di giacche e come
chiamarle. Aveva un bavero di velluto grigio velluto largo nella zona
del collo con doppio livello, con una catena da albert ma con palline
distanziate, ricordava si chiamasse così' che partiva da una
spulla sul cuore, pendeva come doppio arco fino alla stessa zona nella
parte sinistra d un fioro molto petaloso e una libellula con ali e
parti in vetro come le vetrate che consoceva allo Chateau, e il resto
penzolava dritto. Le maniche non erano normali, i polsini erano larghi
e di velluto marrone con bordini color argento come la catena e poi una
campana di rouches larghi, che gl icorpiva la mano fino alle nocche
richiamav ala camicia, con una piccola porizone di rouche che usciva
dalla gianna e faceva come da decorazione. Il colletto della camicia
era di tipo diplomatico e veniva chiuso da un papillon di rado nero da
fare a mano. INiziò a maledirsi, poi si accorse che aveva
una
clip e bastava solo metterlo intorno al collo e
fare e
spospirò. Meno male, si disse, chi aveva scelto il modello
aveva
ricordato il suo impedimento su certe cose, perchè non le
conosceva. I pantaloni erano semplici ma con bordi agli orli e strane
sezioni della gamba con quei bordini color argento che girava intorno
alla gamba. Le scarpe erano lucide e di ottima fattura.
Trovò uno specchio nella colonna successiva e si
specchiò. Sembrava uno di quelli che stavano sempre con
Milan
con quei vestiti vecchio stampo.Dei camerieri più in
ghingheri,
diceva sempre. Non sapeva come considerarli visto che
non ne aveva mai messo uno prima di arrivare allo chateau e nemmeno con
il Capo, tranne rari casi di matrimoni... e non ne indossava neanche in
quei casi, lo aveva lasciato libero di stare come sempre, seppur in
nero, e poco distante, ma sempre a tenere gli occhi aperti. Era davvero
raro vedere qualcuno vestito così elegantemente.
E quella prima volta in cui ne aveva indossato uno per far piacere a
Milan, Kianta era entrata con l'abito che ormai era
diiventato
l'icona di
Veròna durante i riti, color panna o avorio, non capiva mai
niente, in stile vittoriano con ricami e inserti argento,
con maniche a pagoda e un sopragonna a semicerchio che copriva
metà della gonna vera che arrivava alle scarpe. Lo aveva
fissato
da capo a piedi, con l'espressone che pareva dire e incedendo nell'abito come un
dipinto che prendeva vita,
così lui vedeva la gente vestita d'altri tempi, domandava
come
mai fosse così ben vestito. Lui rispose che aveva accettato
per
amicizia, anche se non ci si trovava in quegli abiti per poi sentirsi
rispondere con tono piccato.
"Eh... anche io non ti credere. Se fosse per me prenderei queste scarpe
col tacco e le userei su quegli ospiti a modo mio, ma l'abito fa anche
il monaco... " rispose camminando come per noia e un lieve broncio,
rispondendo a lui ma guardando fuori le finestre e a Gask quella volta
era semrbato un modo amichevole e confidenziale che quasi mai accedeva
e ne approfittò "... non è la regola ma almeno
adesso
posso dire di avere
al seguito una persona che fa figura. Non lo sai portare, ma
è
un inizio. Se il mondo fosse più come Milan, che viene il
piacere a
guardare un uomo senza che sembri mongoplasta o che se
lè fatta addosso, tentando di apparire figo e che
se la
sente..." scuotendo il capo
"sarebbe un mondo bello da vedere. Uomini sicuri ma per motivi giusti,
che vestono con bellezza, senza scadere nell'assurdo come fa a volte
MIlan, ma quello... lui è lui..." fece con sdegno,
sistemandosi
su un divanetto del salotto dell'ufficio di Milan che era davanti le
finestre rispetto agli altri e con le spalle a Gask "a volte
è
così pacchiano che sembra uscito da Lady oscar... ah, quello
strano cartone!... o la corte di dei
tre Luigi, gli ultimi..." ma Gask non sapeva di che cosa parlasse "...
e invece devo assistenre a uomini che mettono roba orripilante definita
, che orrore. Molti mi affogherebbero, ma
più
vedo uomini ora che si dicono etero e attenti alla moda, e
più mi sembra di vedere invece gay o drag queen
pronte
per uscire normalmente. l'effetto è esattamente quello ma
sono
ciechi e deficienti. Pantaloni strettissimi e stretti alla
caviglia,
risvolti, scarpe mocassini senza calse o da ginnastica che stanno
malissimo con quei jeasn, giacchetti e
bomber e piumini che sono di misure o tagli sbagliati per
lor, che
sembrano veramente pronti per mostrarsi. IN altri termini. E poi Milan
mi prende in giro perchè non cè nessuno che mi
paice...
orrore e raccapriccio. Non so come fanno le donne a sbavare per certi
tipi, quando ivnece fanno seccare le vagine dal disgusto. Camminano in
quei modi assurdi, spostando le spalle in avanti baldanzosi,
tirandosela come un rimorchiatore nuovo di pacca tra le barche al molo.
Ho incontrato e av
uto a che fare con tante drag queen e gay, mai nessuno mi ha fatto
venire l oschifo come quella gente che si pompa il petto dicendo che
è etero, e veste bene. Alla faccia..." portandosi
la mano
sinistra dietro la nuca per tirarsi i capelli meglio sulla spalla, come
li teneva sempre usando più il medio in un gesto fino e
delicato, come un lento gesto di danza pareva sempre a Gask. Ma oltre
quello, come teneva le
mani sembrava appunto un gesto da ballerina come facevano in certe
esibizioni, ma anche gli ricordavano il modo di fare degli arpisti
quando suonavano dal vivo. Se faceva qualcosa o si spostava i capelli,
sopratutto la parrucca, tenendo i capelli inferiori sempre cadenti su
una spalla, sembrava come le dita e movimento di arpisti, e
tendeva a usare principalmente il medio a riportarli dal lato
giusto, mentre le altre dita stavano
morbidamente mezzo piegate.
"Quindi a te piace la gente ben vestita?" le domandò
curioso,
sistemandosi la giacca perchè si sentiva a disagio dentro
"Mh...." vedendo solo la sua schiena e le braccia sul bordo dello
schienale, non il viso perchè verso le finestre "A chi non
piace
una persona che indossa abiti adatti a questa? Che li
sa portare, poi! DA venti anni e più ormai cè la
moda del
.
E poi
vedi
donne o
ragazze che letteralmente poggiano le cosce su qualsiasi
superficie, perchè i microvestiti sono così corti
che
è gia
tanto che là sotto è protetto dagli slip. Ho
visto alcune
mangiare cercando di essere fini e poi ritrovarsi nella scollatura di
tutto. NOn importa se estate o inverno, più nudo mostri
più sei figa e accettata. E peggio gli uomini, quel modo di
vestire osceno, con quelle magliette scelte solo per i disegni e non
per coem gli stanno come taglia e tipo... i pantaloni strettissimi con
quelle gambe strette alle caviglie, che semrba abbiano
pantacollant.
Bleah! " fece come le veniva sempre quando mostrava apertamente un
disgusto e, sebbene non lo facesse identico, a Gask quel verso
ricvordava il gioco degli uomini con i loro gatti quando gli mettevano
sotto il naso varie cose e questi parevano vomitare perchè
gli faceva schifo. Lei non faceva il gesto proprio con la lingua ma
quel verso glierlo ricordava perchè era una cosa buffa,
quella
dei gatti vomitosi, e quando la sentiva fare così gli veniva
da
ridere "... e poi... Senza calzsette con quelle scarpe dai colori e
forme improbabili in
base al tipo di corpo... bah!"
La fissò, stava seduta sul divano, dandogli le spalle e
sembrava
irata per qualcosa e si sfogava con cosa odiava. Dalle finestre aperte
entrò una libellula, un animale che a quanto pareva
abbondava da
loro perchè lei le aveva salvate da morte in altri posti ,
dove
abbattevano e bruciavano tutto ciò che non serviva se non
come
pascoli o nuove costruzioni di cemento. Ed era l'animale simbolo di
Veròna non a caso, perchè jd al suo solito aveva
parlato
tanto e aveva riv elato che la libellula come il cavalluccio marino era
il preferito di quella che Kianta aveva sostituto. Oltre al simbolismo
della libellula secondo le cose magiche e totem di Milan, quella donna
prima di Kianta amava le libellule per la loro bellezza particolare e
le ali che parevano emanare bagliori come le vetrate che si trovavano
allo Chateau ma anche nelle chiese e perchè le riveriva. A
quanto pareva a quella prima di Kianta nel compito di seconda, la
libellula era una definita come fece Jd con
un
cenno
della testa come a richiamare come faceva quella persona quando ne
parlava, perchè tra le tante cose fregava i maschi
fingendosi
morta per poi svolacchiare felice e contenta della burla e non doversi
accoppiare. E Jd disse quasi con un sorriso amaro che quella persona le
rispettava anche per quello, perchè rispetto altri animali
non
si abbassava ad accoppiarsi come madre natura voleva ma
quando andava a loro. Gask non ne sapeva molto ma
l'aveva
presa per buona, quindi aveva capito che la libellula era simbolo di
Veròna perchè bella, particolare, quasi
oltremondo per
l'aspetto e perchè non si piegeva... e a quanto pare come
lei.
Gask aveva evitato di chiedere troppo perchè sembrava sempre
che
alla gente di parlare di certe cose, non piacesse molto. Ancora di
più di quella persona che usciva sempre nei discorsi ma poi
faceva tagliare col coltello l'atmosfera per la tensione.
Kianta a quanto pareva le trovava strane e interessanti e essendo
pareva simbolo, se erano presenti, di buona salute del luogo, le
proteggeva come le lucciole.
Quanto si era lamentata di
questo. Morte e sterminio per ogni forma di vita per cubi e blocchi di
cemento orribili da vedere, urlava, mentre un ediifcio antico era
più compatibile con la natura e per giunta dava un qquel non
so
che di magico e misterioso. Le dispiaceva per l'edificio s enon si
poteva recuperare, ma affermava sempre che edifici moderni e obbrori in
cemento erano horrorifici come i film. Gli edifici antichi meno
distruttivi come materiali e più affascianti, perfino da
diroccati. Gli uomini avevano paura di qauelle strane bestie volanti,
tanto che dicevano che si chiamavano dragonfly per un motivo.
La vide allungarsi verso il tavolino di fronte e aprire un cassetto,
armeggiandovi, per poi ributtarsi sullo schienale.
Teneva un braccio sulla spalliera del divanetto, che le arrivava alle
spalle, e con l'altra aveva iniziato a fumare. Milan era incavolato
perchè trovava in ogni cassetto di ogni stanza, non
importava il
piano, cose che lei metteva per le emergenze. Tra queste una sua pipa.
la sua preferita era sempre a sua portata di mano o vicina in mano ai
tre, ma non in quei casi. Milan usciva dai gangheri se lei fumava senza
una precauzione come un tavolo per non rovinare il vestito che
indossava. Così ne teneva di più piccole ancora e
fini
che semrbavano o i bocchini da sigaretta anni trenta o le pipe cinesi
per donne, seppur non così decorate. Le piaceva fumare
quella pipa piccola e finissima, neanche la
metà di una pipa normale. E ogni volta che Milan doveva
prender
equalcosa, trovava una scatola con le cose di Kianta di emergenza per
non dover andare a prenderla o mandare qualcuno. In quel caso sedie e
tavolini, cosa che lui non pensava potesse accadere, erano provvisti di
cassetti nascosti, una tempo gli avevano detto contenevano roba da
cucito o da uomo in base al proprietario. Ed erano proprio nascosti,
seppur all'epoca si usavano molto per la gente moderna. Così
sedie da salotto o salottino, cucina, camera da letto avevano vani
nella seduta che si aprivano e contenevano nel corpo della sedia un
cassettino con la bora.. E quindi lei faceva scattarte il
cassetto e prendere cosa voleva se non cèrano tavolini o
consolle da muro. Con l'ira di Milan se lei indossava abiti da teatro,
come si chiamavano comunemente.
"Tu non odi i corpi nudi?" le domandò, deciso a sfruttare il
momento in cui gli parlava senza rabbia o se ne andava e spingere con
domande che di solito non faceva
"Io odio i corpi nudi? Non è che odio i corpi nudi..."
rispose
sprezzante, con un colpo secco della testa "... trovo più
interessanti quelli vestiti, come se avessero davvero qualcosa in
più. E trovo assurdo che la gente sbavi ancora oggi per un
corpo
nudo, seppur ogni secondo che ti guardi intorno tutte ledonne
sono mezze
nude o gli uomini vestiti in modo orrendo. Ammiro i nudisti
perchè per loro un corpo nudo non
è nulla di eccezzionale, ma una cosa
naturale, e
cè altro
che fa scattare quel qualcosa.L'amore è diverso dalla
sessualità, molto diverso. Amore e sessualità
sempre
più spesso sono associati in un'unica cosa, ma è
sbaglaito. Amore è ben diverso dall'ampre con sesso, Amore
è diverso dal sesso, così come Amore non vuol
dire amore
per il proprio sangue. Se cè la A maiuscola è
qualcosa di
diverso e più profondo, ma la gente mischia, capisce cosa
vuole... non comprende delle piccolezze invece chiave..." facendo una
tirata "Per questo non ci sono nudisti maniaci o
violentatori, ma di solito gli stronzi si mescolano per trovare prede e
sfruttano anche queste persone, più serie di
quelle che la
gente
definisce o .
I nudisti non
fanno merdate di quel tipo, le spiagge di nudisti sono più
sicure, dati alla mano. Mi fanno
schifo quelli che si vestono a cavolo di cane come si dice in
un certo
paese, perchè va di moda, apparendo poi in maniera
orripilante.Passando però da brava persona.
Peggio ancora che hanno i corpi come li odio. Sono proprio penosi..."
"Intendi muscolosi?"
"Quella è un'altra cosa!" fece con la mano con la pipa in un
gesto come " Io parlo di
quelli,maschi, che
hanno il
busto troppo lungo, gambe e torso hanno quasi la stessa
altezza o
lunghezza come vuoi metterla, e stanno malissimo con certi
vestiti
moderni. Come per le voci, i corpi con busti lunghi, non mi piacciono.
Non mi piacciono i loro corpi perchè vestono e muovono
in modo sgraziato. Mentre i tarchiati pensano di essere elegamenti e
signori, vestiti di tutto punto ma sbagliano colori e stili ,
e
smebrano
tendoni da circo ambulanti. Peggio se nella zona torso..."
"Quindi i corpi maschili con il torso troppo lungo e non
armonico non ti piacciono?"
"...se sapessero bilanciare abiti e atteggiamenti , potrei mezzo
farmeli
andar bene. Ma la cosa resta... ma sempre megli odelle donne che non
importa età o tipo di fisico, devono per forza
indossare abiti
che non gli vanno... e no parlo delle taglie, intendo che se di moda va
un tipo di colore o modello, e non è adatto a loro come
fisico,
si vestono lo stesso così per la loro autostima , ma poi
sono un
pugno in un occhio... la cosa marcia della società
è che
tutti dovrebbero vestire uguale ed essere di moda in quel momento, ma
in pochi entra in testa che i modelli sono fatti da stilisti imbecilli
che vedono solo la donna grissino e quindi si adattano a tagli,
modelli, colori, stili e forme con le modelle che hanno, e
non con le
persone vere. Con risultati imbarazzanti! E poi ci si chiede
eprchè i chirurghi estetici fanno faville per liposuzioni e
distruggimenti di corpi... basterebbe valorizzare la persona per la
differenza che è, e poi ridono e prendono in giro grembiuli,
abiti da lavoro e..."
"Sono contento che parliamo. Di solito mi tratti sempre male..."
iniziò lui gentilmente, ma la vide voltarsi con il mento
verso
la spalla e gli occhi quasi nella sua direzione, nel modo che faceva
come una bambola posseduta che osserva la preda. Era rimasta con la
mano a mezz'aria mentre il fumo della pipa danzava fino a scomparire e
in silenzio. la schiena era in parte visibile per la scollatura
posteriore. NOn era raro che i suoi abiti avessero un oblò o
parti scoperte , ma di solito preferiva abiti più coprenti e
con
mantelline fino a terra che partiva dalle spalle. IN quei casi lui si
era accorto di un neo proprio al centro della schiena grande come un
fagiolo e in base a quanto usava gioielli pendenti che
tanburellavano contro la schiena luccicando o riempiendo zone troppo
nude, ammiccava tra il gioiello in movimento.
"Non credere... NOn credo affatto che tu possa cambiare, o
almeno, quelli come te. Io sono sicura da mia esperienza che la gente
non cambi
e se ha fatto un lavoro come te, non cambierà...Ho imparato
fin
troppo bene da quando mi sono svegliata
che la gente non cambia, non si ravvede a meno che non avesse avuto un
motivo per essere quel che era. Tu sei definito un professionista
dall'infanzia, Affermi di esser andato via cambiando bandiera dopo che
con Milan sei diventato amico, lasciando la persona che affermavi
essere come un padre per te..." dopo aver fatto una boccata e aver
arricciato le labbra truccate. Sospirando.
A volte Jd parlava troppo e aveva saputo
che lei usava colori mai appariscenti, mai rossi o scuri. Anche
perchè bianca com'era naturalmente di pelle che ogni rossore
o
altro era evidentissimo, e si bruciava al sole, altro motivo per cui
Alaric la chiamava vampira con vaneggiamenti su aglio e sole, non
poteva caricare troppo colori scuri sulle labbra. Di solito
propendeva per il tipo di tonalità verso rosa malva o
mattone dorato perlato , rosa mattone o rosa intenso, rosa dark, sempre
e solo dal finish matte. Almeno così dice di aver letto nei
rossetti che teneva nella stanza dei cambi, che
condivideva
con Milan. Entrambi per gli abiti da cerimonia, festa, ospitaggio, il
modo in cui lei chiamava con disprezzo quando doveva preparare le feste
per Milan, utilizzavano una vasta stanza suddivisa da separè
per
non andare al loro piano e litigare con le scale, perchè
certi
abiti erano un pò un impiccio con scale e problemi nel
vedere
dove mettere i piedi.
"Io..." fece lei, ma una voce perentoria la fece sobbalzare
da
farle volare la pipa di mano, e tentando di prenderla, la
afferrò al contrario e il contenuto del fornello
precipitò a terra. Gask la vide afferrare strettamente
l'oggetto
con le mani come artigli, quasi sopra la testa mentre ansimava,
distanti, con un gemit. Riprendersi dal colpo e guardare a terra con la
bocca spalancata e sconvolta, come le capitava se combinava
casini o accadeva qualcosa non sotto il suo controllo. Era esilaranete
vedere quei moenti in cui non era padrona delle sue espressioni e
sembrava una bambina, diceva Milan.
"KIANTA!!!" fece Milan dalla porta da dove era giunta, e lei
fece
un verso e strinse i denti, con una smorfia della bocca per dire
, incassando
la testa
sulla spalle.
Prima che Gask dicesse qualcosa, la vide alzarsi in piedi con
attenzione nel non toccare i resti fumanti a terra con i bordi della
gonna e andare nel cassetto del mobiletto.
"Ma non lì!!!" sbraitò Milan, facendola
sobbalzare e
incassare la testa di nuovo, voltandosi con le mani dietro la schiena
nel tentativo di chiudere il cassetto "Kianta, quante volte ti devo
dire di non fumare con quegl i abiti indosso? E per di più
sopra
i divani senza accortezza? E ora parquet ci sono ancora quelli che
combustionano!... La pipa è ancora calda e la chiudi nel
cassetto? Andiamo, bimba, animo e riprenditi dalla tua
scontrosità per questa festa!"
Kianta, come una bimba colta sul fatto e rimproverata aspramente, tenne
la testa incassata tra le spalle e lo sguardo pentito, a terra, mentre
faceva bronci e smorfie di vario tipo.
"Mi hai sentito?"
"Si, Milan...!" fece lei come cantilenando sospirando ocn gli
occhi al cielo
"Non mi fare queste risposte, signorina! Non è normale che
ti
preoccupi dello stato delle cose quando usate e poi fai cose del
genere! Coerenza! Dovresti essere a svolgere i tuoi compiti..."
"Scusa..." fece lei con sguardo triste e colpevole e una vocetta mogia
"volevo solo dieci minuti di pausa dalle riverenze e saluti in stile
inglese e francese... sai che odio le scarpe con i tacchi..."
Gask la vide come una bambina che chiedeva scusa puntando sulla
dolcezza e carineria, agitandosi muovendo solo il busto. Ormai sapeva
che, seppur veramente con sensi di colpa, a Milan piaceva essere un
pò preso con la gentilezza e buone maniere, e lei lo sapeva.
Quindi sorrise, consapevole che lei stava giocando con i sentimenti
dell'amico con sguardo caruccetto e dolce, cosa rara.
"Senti, posso andare a... non so..." con contentezza e un'espressione
felice che mostrava poco cambiando di copo tutto
"NOn ora, ci sono cose più importanti da fare. Siamo
all'atto
terzo... hai preparato tutto per l'atto quarto?" le domandò
Milan più gentile e rilassato ma con un tocco di rimprovero.
L'espressione di Kianta mutò rapido come il tempo nelle
religioni tropicali. Orrore e raccapriccio, colpevolezza e sorpresa
passarono uno dopo l'altro sul suo viso, consapevole di aver fatto una
cavolata. o dimenticanza, O entrambe. Balbettò,
agitò la
testa da una porta all'altra oppostaparquet e affannata e in preda
all'agitazione, tra versi vari, bofonchiò che aveva
dimenticato
i personaggi dell'altro atto da qualche parte e i loro strumenti.
Alzò con le dita la gonna il tanto che bastava per non
inciampare e iniziò una corsa verso la porta più
vicina
opposta a Milan, mentre questi si lamentava.
Gask puntò lo sguardo sull'esasperato Milan per poi sentire
un
urlo, una voce rauca e un grosso tonfo seguito da rumori metallici e di
latte vuote.
"AHH! Maledetti tacchi!" lei strillò da fuori
Gask e Milan corsero verso la soglia, vedendo proprio a pochi passi
Kianta in piedi ma che si teneva sulle mani con difficoltà
abbassata col busto, sopra il petto di uno degli assistenti in vesti di
cameriere della festaparquet che era disteso bocconi a terra tra
oggetti sparsi dal vassoio che portava. Kianta si rimise in
piedi
con difficoltà mentre il sellino dell'abito la faceva
apparire
comica, e agitando le mani in segni circolari sopra il pover'uomo,
lamentando un .
"Non agitare quelle mani come se dovessi fare qualche magia, ci
pensiamo noi a Ronny, tu vai a controllare che il nuovo atto sia
pronto..." fece Milan con un rimprovero non aspro ma per
spronarla, osservando l'uomo che aveva gli occhi aperti ma
non
rispondeva.
A quelle parole Kianta si agito più confusa di
prima, le ciocche libere dell'acconciatura seguivano i movimenti,
zampettò sulle scarpe coi tacchi e partì a tutta
birra
per il corridoio strindendo in falsetto qualcosa, comprendendo solo
in qualche lingua
che a Gask pareva italiano, che stava imparando, ma
non era sicuro. Rise divertito, guardò l'amoco invece mogio
e
depresso e gli fece animo, dicendo di aiutarlo a sistemare le cose.
"benedetta ragazza..." fece Milan guardando lei un puntino nel
corridoio però ridendo "quando non è concentrata!
Guarda
il casino, e tutto perchè non voleva questa festa oggi...
ora ho
anche un povero collaboratore mezzo morto a terra che mi fa
preoccupare..."
"Ma..." fece Gask acquattandosi vicino all'uomo che pareva riprendersi
"... è normale che faccia così in quell'abito?"
"Secondo te? Lo suderà tutto come un ippopotamo appena
uscito
dallo stagno..." fece Milan posando una mano sulla fronte disperato.
Le feste a tema erano più rognose per Kianta del resto. Si
sentiva più a suo agio tra stronzi e criminali da prendere a
randellate sul culo che tra gente sofisticata, ricca, snob e altro che
non amava. Trovava variabili assurde più in quella gente per
la
società importante che i delinquenti. E organizzarle era una
cosa per lei, ma starvi in mezzo e controllare, intrattenere gli ospiti
e altro non era nelle sue corde. E Milan si lamentava sempre che la
beccava con un cambio di abiti a ballare tra gli ospiti quando isuoi
compiti terminavano, ossia la presentazione dei vari atti per come era
scandita la festa e gli eleemtni di intrattenimento vari, per cuio era
una sorta di presentatrice, questo dopo e prima i saluti iniziali e
finali per accomiatarsi fuori. A lei non piaceva qauel geneere di
mondo, che amava invece Milan. si lamentava e Milan chiedeva aiuto alla madre e
il
padre
per regere alle discussioni per ogni festa.
Lunico momento per Milan in cui Kianta era più una zavorra
che
un aiuto e sostegno come avrebbe voluto erano le feste, ma quelle che
organizzava per terzi. Erano ricche, stratosferiche, piene di momenti
prestabiliti e cose nuove e stupefacenti, a volte con l'uso delle
proiezioni per cui necessitava Kianta, e l'organizzazione a monte era
niente rispetto alla situazione in situ, come Milan ripeteva e
bisognava tenere gli occhi aperti. E diceva che come suo cane da
guardia, come molti la chiamavano, Kianta era ottima. Per lei invece
era un peso per via del tipo di persone e la finzione negli abiti che,
se normalmente avrebbe indossato comunque con piacere, relativamente,
in quel caso era un peso in più perchè doveva
sfrozarsi
il massimo per recitare bene.
I temi
andavano da antica roma, grecia, Venezia nel suo splendore, guerre e
periodi storici, eventi e mlto altro, che agli ospiti danarosi e
mondani andava tanto
frequentare, e che erano la perla del lavoro di Milan. le
feste
di Milan erano qualcosa che si ricordava e si attendava,
dicevano
molti.
Cèrano momenti teatrali per illustrare la storia, abiti,
acconciature, gioielli e altri elementi storici. E Kiantqa rideva
dicendo che quella gente studiava queste cose solo nelle feste in tutta
la loro vita. Ma a Milan serviva ciò per dei motivi.
Cèrano
quelle aperte alle coppie o famiglie, con angoli per bambini e ragazzi
in disparte con esperti per tenerli buoni e occupati, o per sole
persone con interessi particolari, entrando in gioco Madame. Maschere e
abiti secondo tema, dovevano servire a nascondere i
partecipanti e cosa
facevano, ma Kianta non presenziava in toto. Odiava aveva detto Jd
quelle due volte che aveva parlato con Madame, l'atmosfera troppo
spinta che vi si regnava. I partecipanti avevano l'obbligo di fare a
spese loro le analisi del caso, visto che sempre finivano per provare
sostanze o amplessi di una notte. A lei non piacevano queste cose, ma
Milan le diceva smepre chese non dava loro luogo e
possibilità di
sfogarsi in cosa piaceva, sarebbero finiti altrove, in situazioni che
andavano organizzate da chissà chi. i luoghi e
Torri che loro sfrtuttavano per l'ambietne in stile bordello di alta
classe francese e inglese ottocenteschi , piacevano sempre e li
facevano
sentire come negli anni d'oro della prostituzione di classe. Le diceva
sempre che non poteva capire, per ovvie ragioni, cosa provava un uomo
in certi ambienti , dove si lasciava andare e si faceva prender edal
luogo e le offerte. Bastava semplicemente che lei presentasse la festa,
si facesse vedere ogni tanto nelle ore e controllasse la situazione,
salutando le persone parecchio importanti, annunciasse nei tempi
stabiliti spettacoli ed elementi di intrattenimento epr animare le
cose, e poi fosse presente per i saluti di commiato. Una volta Gask
li
aveva sentiti discutere sulla cosa e considerando che erano amici e
parlavano di tutto senza alcun problema, Milan le faceva frecciatine,
con sorriso bonario e per giocare, ma lefaceva. E lui era rimasto fuori
la porta dell'ufficio di Milan, che era accostata, a
osservare
perchè raramente gli dicevano molte cose, se non
perchè
come Jd o ALaric non si fidassero di lui.
Milan passeggiava dalla finestra al centro della stanza, accostando
alla sua destra scrivania e a sinistra il divanetto dove
cèra
Kianta sempre, e poi il percorso inverso.
"Tu non apprezzi e non accetti certe cose per tue questioni, e mi sta
bene, Ogni persona per me è libera di decidere cosa le piace
e
come considerare il prorpio corpo o i corpi. Così come il
sesso
in generale... ma quelle persone se non le tengo legate a me per cosa
offro, andranno la altri soggetti , per loro giri loschi e io devo
eliminarli, non fargli gonfiare le fila... è importante che
siano considerati, risultando clienti affezionati
se hanno anonimato, silenzio e privacy, e tutto ciò che li
attira
e possono godere.E io glielo do. Sicuro, privato, con una vasta gamma
di scelte e sono sicuro che così è più
legale e
corretto da quello fatto da altri... Non ti piace la droga,
tranne l'erba non dannosa, e
mi sta bene... ma quella gente la consuma e se non siamo noi i
fornitori
primari, andranno da chi è pericoloso e diventa forte e
ricco da gestire un impero del male. Quelli che scacciamo. Quella
persona..." disse guardandola come se lei capisse senza spiegare troppe
cose "... chi sappiamo noi e non ne parliamo mai, diceva sempre che
rendere le cose legali e trovabili non era negativo al cento per cento.
Ovviamente quando la gente si stufa, perchè piace
il
brivido e il
proibito, si metterà a cercare cose ancora più
spinte,
più..."
"Si, si..."
"Inutile che fai così, bimba! Fermare quella gente
è imperativo,
ma se non mettiamo noi una sorta di commercio, quei tizi
saranno sempre
potenti e avanti a noi. Togliendo almeno la gente ricca e
famosa,
per ora questo settore della popolazione dalla nostra parte
fornendoglieli noi, dimezzeremo il circolo di quella roba. Poi vedremo
gli altri livelli, i più duri da stradicare
perchè la
malavita è più presente con..."
"Ok quella roba. Basta che i nostri uom ini non si friggano il cervello
usandola, mi sta anche bene. Passiamo al resto..."
"Oh, ok. per la faccenda che odi tanto delle... mh...
attività
sociali dei nostri ospiti tra loro nelle feste... Capisco il tuo
nervosismo, ma li controlliamo con i nostri sistemi, non hanno problemi
di quel tipo e..."
"Non è questo il problema. Quei tipi se la fanno con
chiunque
sulle sedie dei corridoi, avendo le donne gonne o abiti ampi e...
corrono e fanno roba in ogni angolo, come se fossero liceali.
Io non
sono stata tale, ma mi da fastidio quando prendono le nostre feste come
proseguo delle Casa di Madame. NOn mi piace..."
"Kianta... ascolta. So bene che da quando ti sei svegliata hai visto
cose che nessuno doveva...Ah! OK. Posso capire che sei rimasta turbata
dai risultati delle azioni umane. E lo capisco. Hai conosciuto la
faccia negativa delle interazioni e umane e non hai fiducia nelle
persone su quell'aspetto. E suppongo che sia rimasto qualcosa
così profondo come graffi nell'anima, da non poter
essere
cancellato dalla personalità primaria. Sono dalla tua parte
sul
suo raccapriccio per sesso e intimità , visto il lavoro che
facciamo e cosa hai visto. Ammiro sia in lei che in te
adesso, la
volontà di vedere e capire, di digerire le cose senza
nasconderle perchè ritenete che sia giusto così.
La
cecità non è mai piaciuta alla
personalità
primaria e restare all'oscuro, sapere che le si veniva nascosto
qualcosa era come un tradimento. E aveva i suoi motivi definiti
esperienze, per rifiutare e odiare la vicinanza di un uomo e
l'interazione con qualcuno che volesse qualcosa da lei, che accettasse
di essere suo amico SE e nel caso lei avesse . Unendo il fatto che non trovava
interesse in
nessuno, e che
fosse raro che qualsiasi uomo fosse interessante ai suoi occhi,
comprendo. Aveva scelto di non spingersi oltre quello che sentiva e
provava, cioè niente ed è comprensibile. Anche
epr quanto
riguarda te, sei finita a lavorare e vedere cose che nessuno dovrebbe
conoscere, ancora di più poche settimane appena sveglia, ma
questo è il nostro lavoro e dovrebbe esserti stato
d'aiuto il numero di persone salvate, tra donne e bambini. Eppure tu
rifiuti di..."
"Poco fa hai detto che comprendevi che alla personalità
primaria
non vi fossero tracce di interesse per quello o gli uomini.
Perchè con me è diverso?"
"perchè..." fece lui stando in piedi poggiando le mani sulla
scrivania "... ho promesso e io mantengo le promesse e i giuramenti..."
"BUGIARDO!" fece lei con un sorrisetto cattivo, ma lui
continuò
chiudendo gli occhi una frazione di secondo come tollerando per poi
proseguire
"...che ti avrei fatta sviluppare secondo i tuoi tempi e inclinazioni.
Che
avresti avuto spiegazioni e conoscenze come dovrebbe essere anche per i
bambini. Conoscere le cose e capire il mondo che non è
giochi e
privilegi come i bambini oggi credono. Tutto zucchero e arcobaleno,
così' diceva lei, non aiutano il bambino o bambina quando
è ora di stare là fuori con la gente
diversa, e
l'opposto
di ocme crede sia il mondo. Le persone sono di tutti i tipi, ma la cosa
peggiore diceva è che molti sono, se non
sociopatici di
loro natura interna, deviati e modellati da adulti imbecilli e incacapi
di essere guide di vita. perchè bambini e innocenti, non li
preparano a cosa cè fuori, anche se rimangono due secondi
senza
supervisione e sono prede facili, per qualsiasi tipo di persone. Non
vengono preparati a sviluppi psicologici in caso di bulli, peggio se
gli adulti hanno i paraocchi, e non hanno gli sturmenti mentali adatti
per capire le situazioni e non fidarsi di chiunque. La
personalità primaria era cresciuta con inculcate le nozioni
che
una eprsona educata e migliroe è quella che sorride sempre,
non
si altera e non risponde a nulla, inghiottisce e anche subisce, ma
sorride sempre e si può far
mettere i piedi in testa, perchè se reagiva non in linea con
l'educazione, era una persona di bassa lega. Baciare, salutare, farsi
abbracciare e toccare, anche se sembra un gesto
innocente
da ogni
parente o persona fidata dalla famiglia è segno di
educazione, ma non è detto che piaccia al bambino... lei
dcieva
sempre che così poi gli abusi erano in
fioritura. Una guida di vita deve avere gli strumenti per spiegare e
inseganre a ogni età , alla nuova vita, così da
esser
pronto. I bambini non sono scemi, innocenti, coniglietti che non vedono
e capiscono. Ecco perchè poi molti finiscono male, anche
troppi.
Per lei era imperativo dalla scuola elementare avviare ore vitali che
prevedessero educazione del corpo, trattando temi di pulizia e cura del
corpo e sessuale, insegnando che non cè differenza tra
maschi e
femmine come tipo di persone. Quindi non dividere a priori i bambini in
camere stagne mentali dove se si è lievemente
diverso, allora va
preso in giro e bullizzato perchè nella loro testa deviata
dagli
adulti, se giochi con un gioco definito da altri , o se ti vesti o ti piacciono cose
che sono
standardizzate per genere, allora sei sbagliato e meriti di esser
epunito e trattato male. Che le stronzate, così diceva,
popolari
sul ciclo e sesso, sia come organi che tutto il resto, dovessero essere
insegnati così come i rischi. Trovava rivoltante il
tabù
degli organi sessuali trattati come zone sbagliate a causa della
religione, come vergogna o da celere come accadeva secoli
prima,
quando una donna non conosceva nulla e si teneva in una sfera di vetro
per poi buttarla al primo partito buono, facendole scoprire
una
cosa che
odierà, nel peggiore dei casi. La cosa è lunga ma
la sai
già, ma voglio che tu capisca che se anche ti urta il fatto
che
la gente esterni le cose che gli piacciono in ambito
sessuale, palesemtne in mezzo alla gente e non in intimità
in luoghi
chiusi,devi vederla come fattore positivo se circostritto nelle nostre
mura... il nostro lavoro è vitale per tenere
quella gente
controllata e lontano da quelli che cacciamo. So che il tuo comportarti
un pò come avevano insegato a lei non ti piace e lo ritieni
anche tu sbagliato, ma stringi i denti e basta. Per il tuo odio, non so
cosa farci. Ripeto, capisco che tutto ciòl che hai
scoperto e visto ti ha scioccata e non hai... diciamo quel qualcosa che
spinge le altre persone a cercare amore e quello dagli altri, ma on
puoi portarlo all'estremo, odiando gli uomini e pensando che
siano
negativi e basta, solo per cosa fanno e..."
"Cosa cèntra questo?" allargando le braccia metnre stava
distesa sul divanetto
"Ne sto parlando perchè i ragazzi mi hanno detto dei tuoi
commenti lapidari sulla gente , considerandoli tutti come negativi e
sporchi, punto. Così come fai con Gask. Lo so che non ti
fidi di
lui perchè sei con noi e per il nostro lavoro, tendi a
conoscere
solo gentaglia e oscurità umana. Siamo militari, gli uomini
negli ultimi mesi si sono meno incapriti, come diceva sempre lei..."
sorridendo come se ricordasse qualcosa di divertente "diceva sempre che
erano caproni selvatici che avevano pure dimenticato disciplina e
rigore militare. E questo lo so, il tipo di militare di
questo
secolo
è cambiato da prima, ma ora sono diversi. Con
metodo,
esempi e
uno stile di vita dimostrato superiore e migliore, sono persone
diverse. So bene che da cosa hai visto dalle missioni e incarichi,
cè tanto marcio e cose orribili nel mondo, da
cancellare
da ogni
mente giusta e innocente la speranza, ma fidati delle mie parole. Gask
non è negativo come la gente che cacciamo, o non sarebbe con
noi. NOn sarebbe per me come un fratello, se non avessi
sentito
come
un'affinità... come spiegarlo? Come Lei non puoi capire... e
NO,
non iniziare..." fece lui mentre lei si voltava irata al pensiero. Sia
Lia che Kianta trovavano maleducato e offensivo dirle come un'accusa
che non potevano capire e quindi dire la loro "Qualcuno troverebbe
parole
migliori, per adesso sono troppo esasperato dal tuo pessimismo sociale
da farti capire cosa significa entrare in contatto con qualcuno e
sentire di avere un qualcosa che ti lega, che fa dire a pelle che
cè di più..."
"Come con quella ragazza, la prima e unica che hai portato nella tua
stanza di sopra?" fece lei giocando con le pelle del divano
"Ehi... come l'hai trattata non è stato affatto da Signora.
Potevi trovare metodi... da donne... per farla stare al suo posto e
rimetterla in riga. Ripeto, non puoi capire cosa mi lega a lei.
Non è come con la nipote del Conte, lei è gentile
e una
brava ragazza, ma non provo cosa sento per..."
"Quindi tu per i tuoi ormoni mentali, mi stai dicendo che ti senti
offeso per averla fatta rotolare come un formaggio dalle
scale, nonostante mi avesse derisa e offesa in tutti i modi, nella tua
stanza,
mentre parlavamo di cose importanti e non per lei, che..."
Gask sapeva cosa si riferissero. Lui ancora non era arrivato ad aunirsi
a noi ma sapeva della situazione. Una delle ragazze che Milan chiamava
per essere sua accompagnatrice si era rivelata più
interessante
delle altre e ormai chiamava solo lei. La mora Eleonore, che l o
accompagna da mesi, sempre e solo lei e l'unica ad essere stata sia al
suo padiglione che in camera sua al piano di sopra. Dopo una
discussione, Kianta aveva appeso la ragazza per mezza faccia al muro e
poi fatta volare per le scale, fin fuori nell'atrio. A suo dire per non
vederla più, dopo le offese. E i ragazzi gl iavevano
raccontato
che Milan era rimasto a guardare, seppur seguendole e chiamando Kianta,
senza fare niente. L'aveva solo guardata male dopo e aveva
ripreso la ragazza e portata al padiglione, facendola curare e vestire.
Aveva riportato una grossa macchia scura sul viso che la fecero stare
giorni senza farsi vedere anche dopo le cure dell'ospedale
dell'organizzione, esoriazioni ed ematomi, oltre a odio per Kianta. Le
due non si potevano vedere e infatti non stavano mai faccia a faccia.
Milan aveva cercato di creare momenti come colazioni e ora del
tè insieme per chiarirsi e andare d'accordo, ma anche se
Kianta
per metà volesse scusarsi (con Milan) della questione,
perchè era stufa di essere etichettata per le apparenze e il
suo
aspetto, anche l'altra dava battaglia perchè voleva essere
riconosciuta come del Leader e quindi volere lei
e solo
lei le scuse. E di questo sia iveterani che gli uomini in
generale che erano presenti e sapevano della questione, si domandavano
solo una cosa. Da uomoni e che molti amavano l'altra metà
che
avevano scelto. Perchè non ha mai fermato Kianta, solo
urlandole
dietro, non ha fatto niente, non ha agito per fermarla e non ha preso
provvedimenti ocntro di lei dopo quella incresciosa situazione? Se lo
chiedevano tutti. Per Jd e Lubo era il periodo ancora transitorio di
Kianta, da sveglia e che comprendeva le cose a persona piena di
comprensione di se e più matura. Lui era giunto alla fine di
quella fase, e nel primo periodo dicevano che Kianta aveva subito una
serie di eventi dentro di sè. Risveglio, voglia di aiutare
colui
che in parte si definiva padre e amico. Jd aveva ripetuto quest'ultima
frase dicendo . Era tutto confuso, ma lui ripeteva
sempre questo, per
fargli capire il perchè di certi comportamenti di MIlan. E
poi
continuò dicendo che dalla fase di aiuto giunse lo
sconvolgimetno per le cose viste e apprese del mondo. La negazione. Il
rifiuto e infine la ricostruzione di una sè più
forte
dopo aver digerito le brutture del mondo e volerle togliere. Kianta
desiderava un mondo nuovo e migliore e aveva appoggiato Milan per
l'aiuto, seppur diversamente dalla precedente in modo diverso. Ma
desiderava un suo paradiso e come crearlo. O trovarlo.
E per cosa era lei e come, Milan la rimproverava e discuteva con lei,
agendo come si cerano prefissati per giovani e bambini lui e l'altra
persona, perchè punizioni e botte come fu per Lei, erano
inutili. Se poi su una persona non colpevole e senza insegnamenti come
era accaduto. Dialogo, confronti, soluzioni diverse e lui lo faceva,
così come per gli uomini. Ma perchè non agiva con
polso
con lei. A quella domanda Jd alzava sempre le spalle con le braccia
aperte.
"Su questo sono d'accordo con te." continuava Milan "Ma se
per la prima volta una persona
era degna di stare con me nella mia stanza, qui, deve farti capire
molte cose. O già le conosci, solo che non accetti che
avesse la
lingua lunga? E' stata offensiva, non ho saputo prendere in mano la
situazione perchè ero intento a seguirvi, ma come
per
Gask, non è la
persona che credi e per la cronaca, anche tu sei parecchio pungente
e.... come dice Alaric, stronza, quando ti ci metti. Hai etichettato e
relegato quella ragazza come fai con Gask, perchè non
accetti
che la gente si comporti in modo meschino con gli altri. E se vuoi che
te lo dica, non lascio perdere con lei , solo perchè si
è
rivolta così con te, mi dispiace per quello, e anche io l'ho
sgridata dopo che l'ho recuperata mentre la portavano via, e
l'ho
portata nel mio Casotto. Con lei è diverso, vorrei solo che
accettassi come con Gask la questione che... " unen do le mani come in
preghiera ma era solo per la discussione "... lo so, so già
come
ti senti e che pensi che per quello che sei e non sei rispetto noi, non
sei accettata. Ma ci sono persone che davvero non ti vedono come
estranea e diversa da loro, che non ti vedono solo come mio sostituto
nel comando.E cosa che odi, in confronto con Lei. Non è come
pensi... Tu sei mio secondo perchè sei l'unica di
cui mi
fido che so agisci nel giusto e bene, per quelle persone e
l'organizzazione. per il mondo che vorresti anche tu. Che vedi gli
uomini fare di tutto nella Casa della Seta, cosa accade nel mondo, cosa
hanno sopportato e vissuto le persone che salviamo con la Raccolta o
aiutiamo in altri paesi... ma non tutto è negativo. NOn
tutte le
persone possono fare cose orrende, e non con te. se non vuoi avere
relazioni o quello con uomini, va bene. Non so se esisterà
qualcuno capace di amarti a tal punto da accettare di stare al tuo
fianco, senza avere ciò che non vuoi e non ti
senti di
dare. Ma
tenendo lontani gli altri e giudicandoli duramente, senza
dare
possibilità, farai lo stesso gioco di chi cacciamo o
consideriamo sciocco. So che l ofai per difesa, che odi le persone che
si comportano come la ragazza che sento essere sopra le altre, e che
ora non vuole vederti, che pensi che Gask sia falso e per il suo lavoro
prima... " andando alla finestra "sia come quelli che abbiamo fermato.
Lo so dai tuoi
comportamento verso di lui che non è così, sono
sicura
che non lo odi e no vorresti affogarlo come dici incazzata, non
è come appare perchè ti conosco, o non
faresti
certe cose opposte a come lo tratti, se..."
"Cè altro?"
"..." guardandola, dopo che la sentì chiedere se
cèrano
altri punti della discussione irritata "Si... ascolta di più
il
tuo istinto, tratta Gask, quella ragazza e altri come fai con le
persone che aiuti con la Raccolta, o dove agisci come
Veròna. La
Strega è nata come elemento di disturbo imprevedibile. Un
soggetto che non si aspettano che li affronti ove le persone normali
non possono e che, come diceva lei, gli mette il pepe là
dietro.
Devono sudare e tremare, diceva, tre volte tanto quanto hanno fatto. E
Veròna è nata anche per un altro motivo. Io e lei
ci
divertivamo per fare scendere in campo la Strega, ideando azioni e
piani nei quali lei operava.E a volte Veròna è
stato uno
sfogo per Lei, perchè comunque uan sua faccia da tutto i
lsuo
complesso, quindi cosa è Veròna, in parte era
Lei. E' divertente ricordare la nascita e le
prime gesta di Veròna, altra arma al nostro arco meno
prevedibile e riconoscibile di gruppi e soggetti chiaramente definiti
sbirri, o pericolosi , da quelli. E ancora oggi,
Veròna
è un
pò come una nostra creatura, adesso mia e tua, che viva e
agisce
sfogando come in un gioco le nostre idee. Veròna
è la
personificazione in chiave magico fittizio delle nostre fantasie di
pulizia delle città dalla lordura. E' la speranza della
gente,
che chiama il suo nome e la diffonde. Ti sembrerà strano ma
i
nostri uomini e informatori esterni, parlano molto di
sussurri
sulla
Strega che realmente appare e aiuta. Come voloeva lei,
Veròna
è la risposta fisica e reale che prima si gettavano sui
santi.
Veròna è la Strega che invece di essere tacciata
di
negavità e rifiutata, è rispettata e amata al
pari di un
santo, perchè cè, è presente, agisce
veramente e
fa al differenza nelle loro vite. E questo per lei era un elemento del
suo testamento ed eredità per questo mondo. Cambiarlo con le
sue
pedine in gioco. ma ricordati che Veròna è una
simbolo,
tu, Gask, quella ragazza, io e chi tieni lontano perchè vuoi
credere che sia come si è dimostrato all'inizio, siamo
reali e
pieni di sfumature e sfaccettature che molte volte, non sono come
appaiono. Io l'ho visto e l'ho letto in te, nelle tue azioni nascoste
che non odi Gask come dici di fare, davanti a lui. Gli aiuti,
gli
oggetti, i piccoli privilegi che hai fatto e dato, l oso che
sono
un
modo perchè la tua coscienza non urli
, che non
gli vuoi veramnete male e che alla fine non lo vedi davvero
come
dici. Ma agendo di testa sua, dimenticando le regole e cosa regola la
vita qui, facenhdo casini, pensi di confermare le supposizioni
iniziali. Non è difficile diventare amici, e non so davvero
come
puoi fidarti ciecamente di Aegaeon e compagnia disabile, da non aver
paura come con noi di certe cose, mentre Gask e altri che io reputo
positivi..."
"Lascia a me la decisione di chi fidarmi e chi no."
"Kianta... Puoi anche avere paura che possa accadere qualcosa come con
Rò per lei, come le donne che aiutiamo e salviamo, i bambini
e
tutto il male che hai conosciuto... ma tenendo lontane le persone non
migliorerai ciò che lei sperava accadesse, per chi
veveniva dopo
il suo sacrificio. Una vita per una vita. Una vita finita per una nuova
e meritevole. Sai cosa diceva sempre? Che si sentiva come... come con
una mancanza. COme se mancasse qualcosa, che nel profondo sentiva, e la
portava a disperare perchè non poteva raggiungerla. Come
qualcosa di persona che si era cercato tanto. Una volta mi
raccontò che la sua ultima amica, Zay, le aveva parlato per
mesi
di vita passata, una persona speciale che cercava, figli di vite
passate... diceva che prima di conoscerla si era chiesta se l'idea di
certe religioni sulla reincarnazione fossero vere o meno. Se
cèra un oltre, come un piano di esistenza dove si stava
prima di
reincarnarsi. E non ti dico il suo terrore nel pensare di reincarnarsi
ed esistere nei paesi peggiori al mondo, con la possiiblità
di
nascere donna uguale senza possibilità a essere data per
matrimonio e fare figli, e appareire come una DONNA come gli altri
pensano... il suo terrore sulla rinascita era questo. Rinascere in un
luogo peggiore dal sonno lento, religioso e becero dove aveva vissuto
per uno ancora più terribile dove l'unica
possibilità di
un pò di considerazione è essere e dare cosa lei
non
voleva... Per questo desiderava che la sua anima venisse cancellata.
Perchè diceva che dopo secoli,l ancora la vita era uno
schifo se
donna e on lo accettava. Ma aveva terrore anche di uccidesi in modo
duro e fisico, doloros da soffrire tre volte tanto qianto in vita...
"..."
"E quella amica, l'ultima persona con cui parlò prima di
relegarsi nella sua tristezza, per la delusione... aveva deciso di
allontarsi da tutti quanti le portassero dolore e delusione, lei fu
l'ultima persona con cui interagì... e prima parlavano di
molte
cose, Lei per capire e sentire altre campane sulla questione magia
piano non materiale e quella perchè diceva di sapere molte
cose... E parlavano di vita precedente.. E se cèra qualcuno
di
speciale che aspettava di
rivedere. Per me se cèra qualcuno è morto molto
prima e
magari avevano delle cose da fare, tanto che Lei sentendo per quelli
che secondo me erano poteri, lui era morto, aveva compreso
inconsciamente di non avere scopi ulteriori... la sua vita esisteva per
un motivo che ormai non poteva andare avanti da sola, chissà
per
cosa, e non essendo come gli altri, accettando le cos enella lsita
della spesa, si disperava... Aveva dato a quella amica il beneficio del
dubbio cercando
di saperne di più e capire se qualcosa fosse vera o meno. Se
i
lfatto di Rò fosse uno sbaglio o meno. Diceva che non sapeva
se
fosse normale, che fosse stato l'unico a cui sentiva di
avvicinarsi, ma
non per quello, che il suo non sentire di fare e dare fosse per qualche
ragione del tipo oppure
.
E si dannava
perchè non
comprendeva se stessa, si chiedeva ... Aveva sperato che al mondo
esistesse
qualcuno che facesse parte di quella mancanza o vuoto che sentiva
dentro, che proveniva da qualcosa di distante, lontano.... mi chiedeva
sempre cosa pensasse e sentisse chi come me non ha problemi ad avere
relazioni anche fugaci, veloci, solo perchè piace o si sente
di
vivere le cose subito, e con chi si preferisce. Diceva che
non
capiva
perchè per tutti lei fosse sbagliata perchè non
sentiva quello che dicevano essere normale. Non sentiva i bisogni che
loro dicevano che dall'adolescenza in poi erano normali e presenti.
Perchè dovesse sentirsi sbagliata come la facevano
sentire, perchè non ci fosse nessuna persona maschile che la
portasse
ad
avvicinarla e averla vicino. E parlo a livello di relazioni
sentimentali e sesso. Il peso che le avevano messo di sopra,
perchè non aveva fidanzatino da ragazzina, fidanzato mentre
cresceva, non avev ainteressi e voglie di fare fidanzamenti come tutti,
o dopo sposarsi e fare figli, come dovevano fare tutte. Era
naturale le
dicevano. Era il raggiungimento del tutto di ogni donna, si sentiva
dire, ancora di più fare figli, ma ovviamente dentro un
matrimonio. E lei non capiva perchè per le persone fosse
così impossibile, come Rò le rimproverava, non
provare
desideri e voglia di sfogo con un uomo. Ma desiderare Amore. QUello che
definiva con la A maiuscola, senza vincoli e organi di mezzo. E poi
avvennero le situazioni
che la portarono a odiare quello, e la vicinanza delle
persone.
si
fidava di noi, come uomini, perchè comprese che non eravamo
come
gli altri, che non avremmo mai fatto nulla di male e con l'Accordo,
stava al sicuro perchè io sono un Signore vero, la parola
data e
le promesse sono sacre... vedendola però fare versi di
derisione
e ironia
"Mph.... mph..."
"...Vincolanti.,,! con disappunto " ma non trovò mai
risposte, ne
qualcun altro che potesse spingerla anche solo a studiare la cosa,
qualcuno che come con Rò, la facesse avvicinare e sperare
che le
volesse bene a tal modo da accettare la sua vicinanza, senza
ciò
che potesse e sentisse di dare e fare. E quindi decretò che
sicuramente non poteva esistere qualcuno del genere.Sentiva tutto come
colpe e paccati, che si era ammalata per la sua decisione di essere
incapace di proseguire per cosa voleva veramente e invece era rimasta
ada ccontetare chi le urlava contro. I suoi peccati e seppur per molti
andarsene, quindi morire, significava fuggire, per lei no. Significava
non provare più dolore che la colpiva come viva, si, ma
anche
chiudere le sue colpe portandosi i peccati dietro... Chi, diceva,
è pronto a privarsi di qualcosa come quello, una relazione,
figli, il ocncetto del sistemarsi restando felice di averti, al
suo
fianco? Chi? Il concetto di Amico per lei rimase valido con noi, ma si
impose dei paletti perchè la fiducia esistesse con il suo
interagire con gli altri, ma non permettesse mai a nessuno di spingersi
oltre e tentare di avere cosa volesse... anche perchè,
addestrata e preparata, non è stato raro qualche danno a
livello
genitale per certi soggetti, che sono rimasti.. Mh... con il membro
come la lingua di un serpente. ma questo tu lo sai, fu una lezione che
volle impartire a quei soggetti che avevano fatto tanto male, che
dovevano vedersi e ricordarsi della cosa"
"Si, lo so"
"Amava gli esperimenti, osservare, capire vedendo e... ma su quello non
ne voleva sapere. Seppur diceva che non trovava niente di sbaglaito o
sporco nella compagnia di un accompagnatore. Questo perchè
fu
lei a spingere Madame a integrare la controparte maschile nei suoi
Servizi. Anzi, ridendo mi riportò un ricordo.
Aveva una
collega
di corso molto più grande , che alla fine si era lasciata
col
marito, era andata nella casa della madre rimasta vuota,
lasciando
lui perchè non aveva diciamo fatto vivere a questa donna un
matrimonio sereno. E questa donna era spumeggiante, vivace, pronta a
rifarsi dopo decenni di matrimonio, non bello ma aveva
stretto i
denti
per i figli. Come carattere era ciò che non era Lia, per
intenderci, quindi aveva trovato uno scopo, una motivaizone per dire
ed essere una persona nuova. Una volta grandi e
fuori
per lavoro o studio lei decise
ciò, e i raccontava come questa a casa della madre
avesse
voluto che le sistemasse il computer, quindi lei si era vista per
amicizia accettare di fare da tecnico informatico gratis, scoprendo nel
mentre foto di questa nuda, che mandava a uomini che
conosceva
nelle
chat online. RIcordo ancora come diceva con la faccia che non
faceva
neanche se vedeva un uomo totalmente nudo... e io ridevo sempre. E come
questa sua
collega fosse grintosa al punto da parlare, mandare foto e volersi
incontrare con gigolò, e come fosse sorpresa del
fatto che
chi
sappiamo non avesse nessun giudizio sulla questione. Questo
colpì la collega, perchè altri avrebbero
giudicato, ma
anzi le raccontava molte cose. E ricordo che parlava di due cose. Una
dove le faceva compagnia un tot di tempo e quest ale
mostrasse i siti degli uomini che si prestavano come accompagnatori.
Ricorda come molti sembravano pescivendoli della domenica vestiti male
e inguardabili, perchè diceva . Mentre altri erano ben vestiti,
addirittura
stavano
davvero bene, e quella collega le disse qualcosa
tipo
.
Lei confermò che poteva andare
anche così, se non fosse che alcune clausule del sito le
fecero
storcere il naso. Dicevano che nel caso di sesso, si riservavano
l'opzione di non accettare, per questo uno degli elementi da mandar
loro era anche una foto, così da decidere se, come disse
scherzando ma non troppo lei, la cliente era bombabile o meno. E questo
le fece capire che forse in nessuno potesse esserci un buon amico senza
pregiudizi o altro. Ma sperava che la personalità
secondaria..."
"Potrà decidere per sè, no?"
"oh, si, ma vorrei solo spiegarti queste cose, per farti
capire
che
anche con quelle clausule, anche con comportamenti sbadati e non
veramente voluti come Gask, per un atteggiamento dato dalla vita a cu
isi è abituati come quella ragazza, non sempre si
è
così e basta. Tu stessa non sei come appari agli altri, ma
una
parte te stessa, una come vuoi apparire come mio secondo e
Veròna, e l'ultima per tenere gli altri lontani.
Se
permetti a
quegli squarci mortali nell'anima di avere la meglio, se sono quelli, o
cosa hai visto e capito col nostro lavoro, perderai persone che
meritano quello che sei... Lei diceva sempre E ricordi quale fosse il suo Sogno?... Creare
il
posto
per lei con le sue mani e lasciare un testamento che fosse veramente
tale, rispetto i figli. Essere, esistere e andare a letto col sorriso
sapendo che cè un risveglio che merita
un altro sorriso, impegnarsi, anche affrontando tutti i problemi ma
senza tutto il ninete, il vuoto,il dolore che ha vissuto. Dopo la
gente, dopo Zay e le sue parole, quella gente che diceva era quello che
diceva, decise di mandare tutto al diavolo e... diceva che aveva
vissuto anche troppo, che tutti l'avevano plasmata rovinandola, che si
sentiva una morta che camminava e attendeva solo il suo momento.
L'avevano resa alla fine una non persona che odiava tutto, non
accettava cosa avevano fatto rovinandola e da semplice constatazione,
e mentendo dicendo che ia avevano detto o fatto...semplicemente stava
spettando la morte. lei no naveva come la gente
che si definiva normale, i traguardi definiti
.
No
figli, non si sentiva ne vedeva come madre, e non aveva
intenzione di
rovinare qualcuno come avevano fatto quelli, che nella
realtà
dovevano essere . Diceva
smepre chen on
aveva
avuto
mai qualcuno che fosse tale, solo persone che volevano cambiarla con
l'immagine che avevano, sbaglaita, di una persona normale. Dovette
arrabbattarsi con difficoltà e forza d'animo contro cose e
perosne, per cui non aveva aiuto perchè tutti
ciechi, e anzi le
davano colpe non sue per le situazioni, e situazioni per cui non era
preparata e istruita. Non voleva relazioni a tappe come fidanzamento,
matrimonio, figli... per lei erano le catene della società
perchè
diceva che se finivi in quel circolo non potevi uscirne più.
Bastava vedere la gente che conosceva e aveva compreso cosa
significasse essere donna, non sposata ed etichettata, o
sposata
con
pesi e oblbighi cancellando se stessi per altri. Il suo rammarico per
cosa vedese, sopportava addosso o su altri come lei, era
così
grande, vista la sua vita contro quella di chi le aveva rotto pezzo
dopo pezzo fiducia, speranza e tutto... Zay le diceva che non doveva
vedere gli altri, eppure si lamentava che constatando quel poco che
voleva, gli altri lo ricevevano, persone marce dento che
erano
accolte
con calore, abbracciate e trattate come figie, e lo vedeva
che in
quel
caso i sentimenti erano veri... mentre lei sentiva solo freddo e vuoto
da tanti fronti. E aveva scelto di finirla lì, di fermarsi
perchè aveva capito che poteva lottare quanto voleva,
perchè le avevano messo paure di esser giudicata, di fare
errori
e sbagli come se proprio questi non ti formano, di essere una perfetta
bambina dei sogni di ogni madre... ma non
avrebbe mai avuto neanche quel poco che vedeva vivere agli altri...""
"..."
"... odiava il concetto della famiglia per cosa conosceva della sua e
sapeva di altre. NOn considerava mai da piccola a cresciuta i genitori
come tali, solo persone con cui conviveva in quella casa.
Così i nonni. Quando ne morirono due, lei non pianse ne si
sentì piena di dolore, niente. L'unica cosa, fu che con uno
aveva visto cosa significava essere malati e che la famiglia badva a
te. Tenerti legato con flebo e medicine senza lasciarti andare,
facendoti vivere ogni giorno di agonia e dolore per cosa hai. Aveva
visto i giorni di quel nonno nel letto, obbligato a star zitto e
subire, cercando di tenerlo vivo per il loro egoismo, nonostante
urlasse che soffriva e voleva l'aiuto per andarsene. Non voleva
esistere altri giorni in quel modo, soffriva ed era un supplizzio.
L'altro morì in pochi secondi e per quella volta fu anzi
sollevata di non vedere la stessa cosa. Sua madre era fredda
e anaffettiva, che non la seguiva esempio come vedeva nei film, non la
metteva a letto da bambina e non le parlava. Ci andava da sola, massimo
il padre, lei non fece mai niente di ciò. La picchiava
malissimo per qualsiasi cosa, se non capiva esempio qualcosa in
generale o a scuola e magari necessitava di qualche spiegazione per lei
migliore, era picchiata e definita tarda e una piaga. I rimproveri e le
urla, lascia stare. Aveva però come delle immagini di
qualcuno davanti una specchiera che le dava una spazzola, e un'altra
volta come se lei fosse piccola e si sedesse più in basso
della persona, anche questa seduta, e con la testa sulle ginocchia
sentisse delle cose dell'adulto. Non si è mai spiegata cosa
fossero quelle e altre immagini che le giravano nella testa, ma sapeva
solo definire quella persona come madre. E un senso di pace,
tranquillità, sicurezza che con quella con cui viveva non
cèra. I genitori che aveva erano sordi e ciechi quando lei
aveva bisogno, chiedeva, mostrava di cercare attenzioni ma se qualcuno,
chiunque diceva che aveva fatto questo o quello e a loro non era
piaciuto, vero o falso che fosse, la picchiavano, rimproveravano,
trattavano duramente che è cresciuta con complessi, paure,
terrori, insicurezze e altre cose da credere che i figli degli altri
fossero migliori e superiori a lei e lei... non era capace di fare
niente. E non aveva rimpianti quando ci seguì restando,
anche se temeva che anche da morta potessero dirgliene contro, diceva
di peste e corna, per cosa aveva portato di doloroso secondo loro nelle
loro vite. Sapeva, diceva, che avrebbero detto sempre e solo, morta di
mano sua o meno, che li aveva lacsiati col dolore, ma il suo... nessuno
vedeva niente. E così non voleva che esistessero
più le famiglie. Posso dire però che con quel
vecchio alla Fattoria... beh, sembrava quasi considerarlo come un
padre. Forse perchè lui si comportava in maniera che per lei
significava essere padre? Resta il fatto che una persona che desidera
solo morire, cancellare se stessa, eliminare come facev ala sua
infanzia e il concetto di famiglia... significa, eh?"
"..."
"... era sempre presa da rimorsi e sensi di colpa, quelli che le
gettavano in testa e addosso ogni momento di ogni singolo giorno ancora
in vita, accusandola e facendola sentire come una vergognosa.
Perchè così era cresciuta. Se pensavi a te, se
non
provavi niente per nessuno, se non agivi e mostravi i segnali che per
tutti significavano brava ragazza, brava figlia o nipote, educata e
silenziosa... ha vissuto ocn la paura dei giudizi così tanto
che
temeva, seppur non provasse niente per loro, di essere odiata e
schifata perchè così l'avevano istruita. Se vuoi
andartene abbiamo fallito e sei una vergogna. se non marcisci al loro
fianco facendo cose per tutti e non per te stessa, sei una
brava figlia,
nipote, parente. Urla, rimp roveri, accuse, sensi di colpa presi di
mira quando non doveva averne l'hanno rotta. Amarezza e
rammarico, tristezza per non essere più forte come era e si
lasmentava del fatto che se avesse conosciuto dopo quell'insegnante di
pianoforte Zay prima, quando ancora era forte e non rosicata dalle
pressioni e giudizi, poteva ancora salvarsi. Cercare le
verità
su quei vuoti e sensazioni di perdita che non capiva, come qualcosa che
non poteva avere o trovare e lo sapeva e aveva la consapevolezza che
vivere non servisse più. Eppure forse poteva cercare di
raggiunger il sogno. Il Sogno vedeva lei che si sentiva viva,
in
un
posto dove si sentiva , accettata, voluta, con
considerazione e rispetto, valutata per cosa è e cosa
è
in grado di fare, dare... e sopratutto non sentirsi in colpa, colpevole
di qualcosa che le rodevano la vita e non avere rimpianti, evitare
evitate i rimorsi che frantumano la persona fino alla
fine.Perché i rimorsi logorano il cuore. Lo diceva sempre,
quando vedeva gli uomini a gruppi, amici e legati e si chiedeva se mai
un giorno sarebbe esistita una persona che potesse amarla a tal punto
da provare pesi e perdita cosa non poteva dare, perchè lei
era
lei. Ma dopo tutto il passato, Zay e gli altri, dove comprese che
mentivano, le cose non valevano per lei, che le parole di quella amica
raccontavano di persone che non erano mai state un affetto per lei...
la sua decisione fu irrevocabile. Non aveva niente da dare ed essere a
questo mondo, e grazie al mondo verso cui aveva comunque speranze,
nonostante la sua famiglia dicesse che tutti erano feccia, gentaglia e
loro migliori e quindi stavano soli, gioni, mesi, anni, senza
interazioni sociali di alcun tipo tranne scuola o lavoro o dove loro la
mettevano perchè pensavano era il suo sbocco. Cosa ha patito
per
la musica e loro non lo hanno capito, quando ha avuto di negativo e
sopportato da quella gente e le rodeva dentro il fatto che nonostnate
avesse dato fiducia, il mondo non avesse mostrato che i suoi genitori
avessero torto. Nel mondo diceva, alla fine, non cèra niente
di
bello. E con quello strano vuoto, come mancanza, solitudine a cui si
era abituata perchè non piaceva alla gente, la diffidenza
ormai verso tutti... ha preparato con calma la sua fine e se ne
è andata con un sorriso. L'ultima cosa che mi disse fu
"
"..."
"Lei sapeva che cèrano persone messe peggio e ha cercato di
aiutarle, ha fatto veramente molto ma alla fine sapeva che seppur per
la riconoscenza, non era LEI quella rispettata e in caso amata. Non a
caso uno suoi discorsi tipi sia che vestiva i panni di
Veròna
che di se stessa era . La
gente con lei era gentile, cordiale, ospitale ma solo perchè
conosceva molte cose, discorreva di tante cose e candidamente diceva la
sua facendo riflettere le persone. E sopratutto come diceva sempre,
appariva. Si è sempre chiesta se le persone da quando era
con
noi che la trattavano bene fossero... insomma, se le
sorridessero
perchè era LEI e per COSA era vista. Non la conoscevano,
vedevano solamente cosa lei voleva che si mostrasse. E come per ogni
cosa, se mostri che hai soldi e sfacciataggine da sentirti una persona
importante, l'apparenza apre molte porte. Ma non quelle chiave, diceva,
qui dentro "toccandosi il petto "Aveva imparato come manipolare direi
io, lei preferiva invece dire che cercava cosa piaceva alla gente e la
accontentava, impersonava una persona necessaria e indispensabile e mi
ha aiutato. Sebbene tu impersoni lei, perchè non
si
capisca che
è morta come Personalità, e sia contenta di
vederti e
averti come ospite, diceva sempre con un sospiro che sicuramente non
era LEI la causa di quei comportamenti. Ma i benefici che lei portava e
chi fosse, nell'organizzazione. E quindi non ebbe riscontro di nulla
neanche con noi. A volte sembrava che cercasse qualcosa o qualcuno di
preciso e tutti gli altri, nonostante fossero nella stanza, non
colmassero o soppiantassero quello che provava o non sentiva dentro di
se. Era come una vindandante sola e contro ogni cosa, senza
giungere a
cosa ceercava, non sapendo cosa fosse. E vedeva sempre che la gente la
tollerava solo per interesse, per questo era sola prima, diceva, e sola
restò fino alla fine. Anche se eravamo amici io, noi con i
veterani, e lei, diceva che la sopportavamo perchè cavia e
indispensabile. Ma oltre a questo fatto, non era Lei ad essere
accettata... Ma tu non sei lei, o meglio... sei lei per certe
cose
masei anche tu. QUindi non preoccuparti di questo. Voglio che sia
chiaro... hai ciò che a lei mancava, quindi sorvola il
tuo giudizio e dai l'opportunità che le persone meritano,
hai
tutti gli strumneti che ti servono..."
Vestito e pronto, indugiò davanti lo specchio per capire se
quell'abbigliamento andasse bene per lui, chiedendosi se portandoli
più spesso si sarebbe sentito adatto come per Milan, o
meno.
Udì dei passi e vide dalla porta entrare Kianta con alle
calcagna Kovacs, vestito come lui, tre passi dietro lei. Kianta
indossava l'abito da cerimonia scuro però. Ne aveva due di
ufficiali, quello più ampio di gonna e avorio con sovragonna
circolare e un altro, pare da Kovacs quello indossato dall'altra che
dava il corpo a Veròna. Scollo quadrato incorniciato da
pizzo
non traforato come il solito ma molto elaborato. Corpetto e braccia
strette e poi maniche a pagoda con rouches che uscivano. La giacchetta
aveva lo stesso pizzo alla fine che giravava in modo circolare sul
bacino, una fascia bella ampia con decori che si muovevano, con bottoni
dall'inizio dello scollo fino alla fine. Sopra la giacchetta sulle
spalle una sorta di mantella ma corta, fino alle scapole con una
decorazone solo dalle spalle e intorno alla schiena di ricami e rouches
che decoravano l'abito. La gonna era un tripudio di livelli sovrapposti
tutti a foma si semicerchio, con quell'effetto cascata come lui lo
chiamava. la stoffa, come la descrivava, era tirata dai fianchi fino a
quasi le ginocchia da fare questo effetto a balze cascanti.
Rouches e pieghe varie erano posizionate per ogni livello di tessuto
che componeva le varie sovragonne e dietro la zona del sellino
raccoglieva tutte le sovragonne creando una decorazione particolare a
vedersi, mentre dopo una arriccitura a stringere la zona superiore, la
gonna posteriore continuava come uno strascino con decori e pieghe
varie bordati di cose luccicanti. Un collarino al collo nero con al
centro nella piega tra colo e petto un gioiello a tre cerchi.
Kovacs diceva che come per l'abito avorio non ve ne era solo uno, ma
altri con dettagli diversi e così quello nero. La differenza
sostanziale tra i due, visivamente, era che quelli avorio avevano la
gonna ampia in stile vittoriano classico. Quelli neri, utilizzati dalla
precedente, avevano la gonna ampia come diametro solo poco oltre le
spalle, erano come fascianti e creavano una persona più
statuaria e alta, altera, impriosa, con la gonna che invece di essere
uin cerchio ampio, andava largo come le spalle intorno al corpo e
contiunuava dietro come uno strascico o una nocciolina, come dicevano
molti.
Camminava con grazia e si accorse che pareva che eseguisse la floating
dance, il metodo con cui si simulana una scivolata leggiadra e nobile
avendo i piedi coperti da gonne, mantelli e simili. Sembrava davvero
come un fantasma fluttuante e avanzava con le braccia in
fuori
con le palme aperte a seguire la gonna. Si posizionò
dinnanzi la
poltrona, guardando le persone legate e tenute a terra, e sorrise. Fece
al suo solito una lieve girata con la testa, o meglio mento verso la
spalla e occhi verso la direzione della persona senza stare su di essa
direttamente, quello lo faceva sempre e solo se incavolata nera, e fece
un cenno che lui comprese. Kovacs era entrato con le braccia dietro la
schiena e per un attimo, mentre Gask si avvicinava alla destra della
poltrona, nonstante preferisse stare alla sinistra, non sapeva
perchè ma gli veniva megli ostare sulla sinistra dietro di
lei,
ma con quel gesto le portò in avanti, tenendo una pergamena
in
mano. Gask sapeva che non era il termine di antico retaggio per quegli
oggetti moderni con stesso nome seppur artificiali, no, quella era una
vera pergamena. Di
solito declamava a voce e a memoria. E lo sentì intonare una
discorso come un preoclama ufficiale.
"Benvenuti a questa notturana festa di follia. Cominciamo il Gioco
delle grandi occasioni, il gioco della verità.Tu sarai il
mio
avversario e mio compagno di gioco. NOn ti annoierai mai, ne loro nel
restare chiusi tra quattro mura a
sentirsi i minuti, ore, tempo che rovinano i loro corpi senza far
nulla,
ne te. Anzi, avanza le pedine che avrai a disposizione.
Abbatterò le tue idee
infantili mentre tenti di dimostrarmi che vali. I sette peccati da voi
commess verranno lavati la dodicesima mossa, terminando
senza intralci, poichè le vittime sacrificali vivanno il
giusto
rito di pentimento. Berrete il vino color del sangue delle vostre
vittime, così da
collegarvi con loro in ogni senso. Spererete e supplicherete fino al
midollo.Su, primo sacrificio, alzati e presentati al mio cospetto.
Sarai colui che dimostrerà il valore e otterrà
l'apertura
della porta della salvezza? Altrimenti, prostati e presta il
giuramento all'anello. Ti modellerò per
bene affinchè per te esisterà la
servitù come
ancora adesso esiste in molti paesi, e perfino nella città
santa
pontificia, ove le persone non sono cittadini vaticani, ma servi del
vaticano. per te esisterò solo io e nessun altro,
finchè
ogni tuo peccato non sarà lavato. Ogni cosa per te
sarà
dolce e amara e il condimento
che userò si chiama disperazione...Alzati e presentati..."
Kianta alzò le braccia all'altezza delle spalle e
iniziò a dire ridendo non in modo sguaiato e cattivo.
"I tuoi lamenti saranno come dolce
melodia d'orchestra, che belle grida mentre ogni tuo urlo e goccia di
sangue ripagherà il tuo peccato. Che soavità le
tue
grida.
Mi inebio ascoltandole, così la tua vittima! Il giudizio
finale
sta per essere emesso con l'ultimo atto di questa notte di gioco, e
dance macabre. Nessuno può emendarsi dal peccato che scorre
nelle vene..." indicando poi ognuno di loro con un dito "Tu sei senza
peccato? Quanto sarà pesante il mio castigo? Ti
accorgi
delle voci senza voce che hai fatto tacere? Ti accorgi dei tuoi
peccati? Tu sei senza peccato urlerai, ma quanto sarà
pesante il
mio castigo? Sarà il Gioco a decidere e le tue azioni e
scelte.
Dimostrami che meriti la salvezza e la seconda possivilità o
china il capo... poichè io... Au ciel comme sur terre, moi
seul mérite d’être honoré!"
Silenzio nella stanza. L'ultima frase era rimasta nell'aria e Gask
sapeva che era una delle scritte che stavano sotto i dipinti di quella
chiamata Lia. Gask inoltre si chiedeva chi aveva scritto quei
testi nella pergamena, o se Kovacs avesse sbagliato,
perchè li ricordava messi indiversa disposizione.
Poi udì di nuovo la voce di Kianta.
"Cinq!Ordino di comparire, rispondi al mio richiamo e palesati.
Veròna te lo ordina!"
La luce nella stanza cambiò e, come accadeva nei balletti
che a Milan piacevano tanto, strane nebbie apparvero in giro.
"Che puzza, cosè?" iniziò a urlare la donna.
Gask lo sentì pure e comprese che era stato attivato il
rilasciatore di odori. Conteneva diverse fragranze che non erano le
classiche per la casa, ma per la scena. Aveva posizionato prima dei
dispositivi appositi sia per la temperatura che per gli odori che erano
contenuti in fialette, svuotate all'occorrenza, e la IA
che contorollava le proiezioni e riconosceva gli impulsi elettrici del
cervello, manovrava tutta la schiera di dispositivi. Lui avev asaputo
che Kianta aveva lavorato tanto per insegnare alla IA a riconoscere
l'impulso di pensiero di una cosa specifica che leggeva dalla scatola e
poi riprodurla. Questo derivava da studi fatti in Russia ai tempi della
guerra fredda, usando sensitivi e persone con poteri
speciali, al
fine
di studirli, conoscere come erano ciò e come usarli.
Veggenti,
medium, gente con poteri speciali. Collegati a
macchine di ogni tipo, i dati sia dei vivi che dei morti, era
inevitabile, erano stati secretati e mai rilasciati. Eppure Milan con i
suoi sotterfugi, scambi e desideri realizzati aveva ottenuto delle
copie. Alcune addirittura come l'aiuto della persona prima di Kianta,
lui sapeva solo questo, aveva sfruttato quello stesso sistema per far
rivedere la moglie morta di un alto funzionario che aveva nascosto per
la sua incolumità molte copie, in caso di ricatto per
fuggire.
Da ricerche, perquisizioni molto illegali e informazioni prese da
professionisti erano risuciti a ricreare una proiezione con le fattezze
parecchio realistiche in movimento, e la voce grosso modo
identica, con
atteggiamenti e modi di fare simili. Sia da video, foto o descrizioni.
Nessuno disse a Gask se il bluff, aver spacciato quella donna prima di
Kianta per una sensitiva, e quindi mostrare un finto potere
medianico, avesse preso in giro l'uomo oppure no. Sapeva solo
sempre da jd
quando parlava troppo, che quella donna temeva di fallire e non
ricreare
un soggetto corrispondente in base alle risposte o modo di fare. Aveva
delle paure e complessi e i suoi tentennamenti sul ricreare persone
conosciute e amate per farle rivivere la mettevano in crisi, non tanto
però da agire comunque al fianco di Milan.
diceva Jd imitando Milan, e
questo
anche per indicare il pensiero del Leader su quella persona e
riprodurla da Kianta.
Ma a
quanto pareva l'uomo smebrava soddisfatto e consegnò a Milan
una
chiave, che chiudeva da decenni dei documenti che se fossero finiti in
mano a qualunque giornalista nel mondo, sarebbe scoppiato uno scandalo
senza precedenti. Con le informazioni all'interno, comprenednti schemi
e informazioni dei macchinari per ricrearli, aveva preparato una
versione due punto zero della vecchia tecnologia, che tramite scatola
cerebrale poteva superare i loro sistemi di lettura e feedback visivo.
Il risultato erano le proiezioni che Kianta usava a cavolo suo. Alaric
diceva così, le usava a cavolo suo, quando le andava.
E non gli pareva così, mentre la vedeva con le braccia al
cielo,
ridendo in quel modo come faceva quando impersonava Veròna,
mentre esseri e creature sfumanvano e le volteggiavano intorno, a lei e
agli insaccati come erano definiti quelli incaprettati in attesa
delle cento ore. Se non avesse saputo la verità, avrebbe
preso
quel momento con immagini che scorrevano come mondi reali funesti,
infernali o
da film horror come se aprisse varchi in altri luoghi o dimensioni,
tutt'altro. Sembrava che lei si divertisse, giocasse e nel contempo
sapesse cosa stesse facendo. Creava e ricreava esseri e cose
strane, mentre odori puntenti di zolfo e rame, polvere da sparo e
piccanti si
alternavano. Muoveva le braccia a richiamare soggetti strani che poi
scomparivano, tra fenditure aperte come fossero ferite su un ventre
ripiegate all'infuori e dentro vi si vedevano mondi distanti. Alcuni
parlavano addirittura, me lei chiamava Cinq,
agendo come se tutto fosse normale e perfettamente reale.
Un uomo grosso come un un carroarmato, che ogni sua parte pareva gonfia
e tesa di muscoli, entrò in silenzio da dove lui poteva
veder e,
e
sapeva che attendeva il turno per l'apparizione magica... nessuno si
era accorto del
suo arrivo, nonostante la stazza. odori, luci, lei che agiva come gl
iassistenti del mago e le nebbie, le cose che creava... e oggetti e
persone entravano in gioco come evocati dalla strega. E quel tizio.
Sembrava un tipo che non avesse mai
conosciuto niente che muscoli e lotta, come i segni sul corpo non
coperto dagli abiti.
Kianta Agitò le braccia girando su se stessa e per un attimo
a
Gask parve di rivedere una scena delle feste, con una donna vestita di
blu che agitava la gonna ampissima. Kianta creò come un
vortice
di fumo e vapore, gocce di sangue straripavano dalle pareti e
gocciolavano sul pavimento, con tanto di rumore, per poi accorgersi
che, se gli ospiti incaprettati vedevano gli effetti, il suono,
l'odore, fissando lei, quei due simpaticoni di Zidgi e Django avevano
gli arnesi pronti per lanciare come preti con l'acqua santa, sangue
finto e ogni cosa servisse per la
scena, per imprimere nella mente in quel momento labile l'idea del
reale. E così fu, col moviemtno di Kianta che rideva e
richiamava chissà che esseri, gocce di sangue e strane
sostanze
colorate da aspersori appositi, finivano sui soggetti a
terra.
Alzando gli occhi videro ove
poteano che su tetto vi erano chiazze di quella roba. QUindi davevro
cèra tutto, pensavano gli incaprettati nella loro testa.
Illusionismo e teniche di attenzione e suggestione. Poi uno strano
lenzuolo comparso dalla nebbia che sfumava dal nero al grigio,
all'argento al chiaro iniziò a girare in giro. E Gask ebbe
l'impressione che per la forma fosse uno dei robot. E sapeva anche
quale, quella forma di rombo...
Il lenzuolo stategicamente nascondeva, facendolo avanzare,
l'accovacciato Cinq che pareva
camminare alla splinter cell in cerca di riparo, mentre le proiezioni
facevano da catalizzatore perchè giungesse nel
punto in cui
serviva. E quando fu così, Kianta allungò come a
presentare con la sinistra la parte alla sua destra, dove Cinq si
sollevò attorniato da strani spiriti di varie forme e
folletti
più orribili che da fiaba.
La sua figura imponente per larghezza, fece gemere gli incaprettati,
che parevano sudare di paura, mentre Kianta si sedeva.Al suo
solito, tutta verso lil bracciolo destro, con busto e braccio a
sorreggere.
Cinq poco prima della poltrona, si fermò a guardare i
soggetti
legati, poi voltò il capo mostrando un ghigno come se
pregustasse una scazzottata e con un ginocchio a terra,
iniziò a
far volare lodi che non parevano compatibili con lui.
"Oh, grande e gloriosa Veròna... "
"In quale dimensione ti eri nascosto, mio dispettoso servitore? Ho
dovuto aprire fratture dello spazio tempo per farti venire. Sai che non
mi piace l'impazienza... anche perchè questa sera, noi
abbiamo
un rituale d'eccezione...AH AH AH" fece lei dalla poltrona,
cimentandosi nella risata carogna e diabolica di Veròna. Non
era
sicuro per Gask se fosse finta o meno, perchè in quel modo
la
sentiva di più in situazioni come quella. Era una risata
elegante e biricchina, come una bambina beneducata che combinava
però una marachella e se la godeva alle spalle con gusto e
gloria. Tintinnante e chiaramente di
gola come potevi pensare di sentire in qualche foresta, emessa da
qualche folletto dispettoso. NOn era da cattiva classica di film e
favole, se non un personaggio giovane e arrogante nella sua
regalità. Come di una regina che rideva di gusto senza
essere
mai sguaiata, vittoriosa in quello che aveva fatto e ottenuto. Un suono
gutturale ma non pesante o forte, ma cristallino e regolare, come
sentire tanti Ieh Ieh Ieh da qualcuno da film storico che si nasconde
dietro un ventaglio, mantenendo il suo status ma facendo
capire di aver
vinto. Questi erano i pareri di chi la sentiva.
E poi partì il monologo di Cinq che quasi fece scioccare
Gask.
"Oh, mia risplendente di cattiveria, Somma Veròna. Oh,
grandissimo dall'alto del tuo nome di potenza e carisma. Ho udito i
ltuo richiamo e mi chino d'innanzi a te e ai doni che mi porgi sempre.
La tua risata argentina e più musicale di mille folletti
dispettosi che ti seguono nel bosco. Udirla per me è
giubilo,
perchè si apriranno le Porte del Rito, e io ne sono il sommo
sacerdote. Ti prego sorridi ancora per me e i miei compiti, neanche le
fate delle leggende sanno donare tanto nelle loro feste, per
far
brillare l'atmosfera! Fai risuonare la tua spietata malevonzenza sugli
Sporchi, perchè porti gioia a noi Pulitori... La
tua gioia
monella ed eternamente pungente che gioca con la tua regale efferatezza
punitiva..."
"Ma chi ha dato questo copione a questo? Fa venire i brividi..." fece
Kovacs sottovoce, tanto da fare girare Gask che gli chiese che
intendesse "Sai bene che questo è come un Teatro, e ognuno
di
noi segue un copione. Loro hanno battute per rendere ancora
più
cringe il tutto, e far rincoglionire le vittime. SOl oche
così
è troppo..." con una smorfia.
Intanto Cinq terminava il suo monologo
"Infuria la notte in attesa dell'oscura coltre di ombra. Il vento
diviene bufera e come canto di pipistrello sussurra con foga la tua
chiamata... Veròna, strega crudele e di bellezza
capricciosa. Oh,
mia Signora Veròna, di dolcezza indefinibile come le facce
della
luna che si bagna nelle nubi cineree. Oh, baluginante strega
Veròna, benedici le mie azioni, perchè
mai
potrò liberarmi dal tuo incantesimo. La tua voce
è come
un canto che ascoltando, sembra purificarsi la mia colpa commessa. Mi
culla dolcemente la promessa di ricompensa , sereno mi appresto ad
eseguire ogni tuo ordine come desiderio, conscio che avrò
poi
sogni felici... e fà che nessuno per la grande disperazione
che
gli darai, ti implori che quella pena, se deve durare, almeno una volta
tu abbia pietà della loro singola sorte, precedente alla
successiva.Il destino questa notte, chi festeggerà?"
pensava Gask,
già
perso dopo poco.
Kianta ascoltò con mento alzato e sguardo sicuro, ma dentro
ribolliva e pensava.
"Cinq... i tuoi doni sono questi. Fanne buon uso ma rammenta il nostro
contratto! Cosa ti è permesso e cosa no."
"ASPETTA!" urlarono due degli incaprettati "che intenzioni hai?"
"Io?" fece con sommo stupore Veròna, mostrando
un'espressione di
fanciullezza innocente "Io vi ho marchiati come sacrifici nel sommo
rito di Purificazione... non vostro, ovviamente. Come la notte di
Valpurgis, benedetto dal nazionalsocialismo di baffetto tedesco
nell'poca buia dei primi del novecento, che hanno travisato come i
cristiani una festa popolare dedita alla natura in messe oscure, io,
Strega Veròna, Colei che guida il Gioco e le cento ore,
chiamo i
quattro Pilastri e i guardiani delle POrte, perchè questi
sacrifici fino all'ultima goccia di sangue e disperazione, aiutino le
vittime tutte, a trovare la luce. COn i vostri sacrifici, anime
disperate per colpa delle mani di terzi, potranno andare in Paradiso
perchè voi, Come Gesù Cristo, lavarete ogni
impurità che li blocca nel Limbo, con... voi stessi!! IeH
IeH IH
IH":.."
"Vuoi ucciderci?" fece uno di quelli, aprendo un coro di pianti e
proteste, ma un suono orribile proruppe per la stanza, raggelando le
membra, con vibrazioni che giungevano davvero fino alle ossa.
Gask sapeva che erano toni neurali, suoni a detrminate frequenze che
molti usavano per falsi video e audio di veri suoni
dell'inferno, e che
facevnao venire la pelle d'oca. Sembrava che si fosse aperto un varco
in qualche posto pieno di echi e suoni bassi e martellanti, fastidiosi,
che parevano come qualcuno che schioccava le dita vicino l'orecchio e
qualcosa come voci basse e mormoranti, come lamentosi canti di dolore e
paura. Era ciò che si usava per video fake sui suoi veri
dell'inferno e luoghi infestati da demoni, ma così
realistici ocn i loro
sistemi di alta qualità e Boombox Speaker. Semrbav
acome
se quaolcosa di viscido e nel profondo di qualcosa scivolasse come
serpenti su di te da farti star male. Ma sapendo la verità a
lui
veniva meno tuto ciò, e avendolo sperimentato altre volte,
non
ci faceva più caso. ma le prime due volte per gli ignari
incaprettati era un'esperienza di puro orrore con tutti i senti attivi.
"Volete sapere cosa vi accadrà? Questo rituale non prevede
morti... sarò peggio della morte. Voi col vostro sangue
pulirete
chi ha sofferto per quelli come voi e non è potuta andare a
saltellare nei campi elisi. Io faccio questo, con l'invocazione di
potenti e sacri guardiani e spiriti ancestrali..." con una riverenza
davanti a sè, elegante e ben fatta fino in fondo "ma se
volete
davvero che vi anticipi cosa accradrà..." fece con voce
vellutata e monella, metnre la stanza si riempiva di scene e suoni e
urla , veri e reali, Gask lo sapeva perchè erano video veri
che
avevano da film snuff e fatti da loro, di cosa accadeva a un corpo
umano sotto tortura e sotto le mani di qualcuno di abile. nei peggiori
dei casi, di macellai con vene di sadismo. Molti erano loro, erano le
punizionoi che riservavano ai peggiori prima di buttarli negli scavi
fino all'ultimo alito di vita. Registrati e riusati. E cosa
avevano fatto quei soggetti non
era immaginabile neanche dal più grande regista di horror al
mondo o cosa Kianta riservava loro dopo. E mentre scorrevano le
imamgini, i suoni, tutti rimbalzavano tra
le pareti e per il boomsystem come lo chiavama Kianta, vibrava quasi
anche il pavimento, i sacrifici reagivano in modo diverso,
finchè un fischio orribile non li fece zittire, riportando
silenzio. E Cinq parlò.
"Come volete, mia Strega, Posso scegliere il primo sacrificio
di questo rito delle
grandi occasioni, che avviene solo nelle notte di luna piena
come
codesta notte, in cui i vostri poteri sono al massimo?"
pensava Kianta che
era
troppo artificiosi. Stavano recitando, fingendo, ma dovevano essere
testi fattibili per i soggetti. Uno grosso e massiccio come Cinq,
doveva essere un colletto bianco di nascosto per proferire tali
affermazioni.
Kianta sospirò e si sistemò sulla poltrone, dato
anche le
gonne, ma avendo crinoline di ultima generazione leggerissime e
pieghevoli che non si sentivano, anche per tutta la stoffa, prese posto
al suo solito modo con garbo e grazia. Aveva studiato parecchio
perchè non sembrasse l'incapace al ballo scolastico con un
abito ingombrante, o quelle spose che vogliono abiti
principeschi e poi
li alzano e sollevano come lavandaie che al massimo usavano i
grembiuli. Grazia e saper gestire le gonne era imperativo, per saper
portare quegli abiti, e poi vedeva video e foto che quella
gente metteva
online con gonne alzate fino alle caviglie, prese malissimo o come
muratori che stanno facendo una parodia.
Si sistemò come sempre addossata al bracciolo destro con il
fiancoe le gambe proiettate verso sinistra, con il gomito che la
sosteneva, mentre scrutava la gente ancora legata a terra.
Cinq non era un soggetto normale. Era uno di quei reduci di guerra che
era stato addestrato e plasmato come un lavaggio del cervello, per cui
lui era un soldato e obbediva agli ordini, ma l'idea che aveva insita
dentro era che cèrano dei nemici e andavano schiacciati.
Forza
bruta, brutalità e sfogo su di loro era uno dei mezzi per
fermarli ed eliminarli. Era una mente che necessitava di parecchio
lavoro psicologico, perchè non si sarebbe mai
tolto dalla
testa
cosa gli era stato impartito e di conseguenza aveva maturato dentro dei
bisogni che non poteva fermare , se non calmandoli. Era uno di quei
soggetti che nelle missioni nei paesi a rischio aveva fatto molto
schifo con prigionieri, civili ribelli, nemici che catturavano e ancora
non avevano ucciso. Lui non era un torturatore, per certi versi per lei
CInq era peggio. Era un soggetto gravemente danneggiato e mancante
della figura di riferimento che vedeva come superiore, che al grido
esisteva,
altrimenti se lasciato solo come tutti gli altri finiva per immergersi
nella vita normale in aggressioni, ferimenti, e tutta una serie di
reati che prevedevano picchiare o quasi uccidere. E non
perchè
era abituato e basta a fare quello per anni come soldato. Ma
perchè veniva instillato loro il bisogno di agire in quel
modo, perchè per loro ogni azione portata a termine fosse un
bisogno
sfogato, realizzato. QUando venivano mandati a casa per licenze o
proprio per fine servizio, tutti quei soggetti non venivano
riprogrammati per riambientarsi , ed essere adatti alla
società
normale, non militare. Con il risultato che molti delinquenti di varia
natura risultavano veterani o ex militari, e accadeva dal Vietnam a
quel momento. Quei soggetti sapevano in parte capire il loro problema,
come Cinq... per loro picchiare, fare male, sfogare cosa non
potevano con
i , vivere come credevano fosse un militare era
come un
amplesso. per loro che non seguivano la via del piacere normale dipeso
dal sesso, far male, rovinare un corpo, sentire le vittime in agonia e
dolore era come , come lo definita Kianta. E come
chi
amava il sesso, aveva bisogno di
sfogarsi. Uno dei progetti che l'organizzazione mandava avanti era di
prendere tutti i militari con problemi, ex militari, in servizio
burocrativo per problemi psichici o fuori servizio, e dare un
aiuto in
molti modi. Cèrano quelli che che andavano aiutati con una
vita
simil militare che li tenesse a bada perchè come
Cinq ormai
conoscevano come in cui facevano
parte. Quelli che con psicoanalisi o le loro ricerche sperimentali
sulla mente cancellavano o superavano i traumi e i problemi in modo
scientifico, e poi chi come Cinq era stato manipolato perchè
i
bisogni come i pedofili o gli estremisti del fetish si si
magnificassero in azioni contro altri, che vedevano come nemici. Questi
soggetti più degli altri avevano bisogno di superiori dal
pugno
duro e che li tenesse sempre in riga, con ordini o sfoghi.
Cinq
era uno
di quelli che normalmente pareva lucido e poteva anche vivere nella
società, girando e avendo poche interazioni, ma
possibili
con
terzi normali. Ma quei bisogni di distruggere i nemici no n erano
facile da
sradicare. In base ai soggetti l'lipsonitismo nelle sue tre forme non
funzionavano appieno, perchè come un prurito sessuale, quel
bisogno riaffiorava per essere colmato e finiva in risse o aggressioni
gravissime.
E così Kianta lo aveva strigliato per bene e gli
aveva dato una possibilità, sfruttando la sua parte conscia.
Gli
faceva dei doni su cui sfogare quei bisogni, poteva scegliere cosa fare
e in che misura. Il Cinq di quel nuovo nome si rapportava ai livelli
che massimo poteva fare, definiti, oltre il quale non andare. Cinque
gradi di sfogo in base ai soggetti che lei dava a lui per
calmarsi, e
solo chi lei gli donava. Cinq si era divertito parecchio a devastare i
corpi di gente che era stata definita la piaga della società
e
non solo. Sotto le sue mani erano passati molti peggiori criminali,
anche i maggiori ricercati d'america e non solo. Ma mai, mai come
riferito nel loro contratto lui doveva uccidere o superare il quinto
stadio di sfogo, portando al decesso del soggetto in dono.
Non era mai
giunto a quel punto, ma Kianta aveva voluto vedere se era, da
solo, in
grado di regolarsi e comprendere il limite come una linea che non
poteva superare che lei aveva disegnato. Aveva portato due al coma,
senza conseguenze perchè si erano ripresi, e si meritavano
quegli stronzi tutto e di peggio, ma Cinq aveva scoperto sulla sua
pelle cosa significava andare contro le regole del contratto e farla
incazzare. Sia Cinq che altri avevano ben chiaro che dopo Milan, lei
andava rispettata e ascoltata e se si sbagliava, e peggio non ci si
prendeva la responsabilità, la punizione sarebbe stata per
sempre e indelebile, completamente. E molti lo sapevano, vedendosi allo
specchio ogni giorno. E si era trattenuta.
Nulla in confronto, mentalmente parlando, di cosa faceva a chi
maltrattava gli animali e li rendeva in condizioni pietose o peggio
facendoli morire, pensando solo a usarli per guadagnare. Senza lavorare
per i lrispetto che meritavano, e lo stesso che gli animali
potevano
maturare verso gli umani se trattati nel modo giusto. Di loro nel
peggiore dei casi restavano solo sangue, bava e terapia
intensiva, con
la promessa di tornare vedendo controllati.
Sebbene accadesse solo nei casi in cui visite di polizia e multe non
sortissero effetti. Mentre per i soggetti che schiavizzavano nonostante
il nuovo millennio la gente con zero diritti, paghe indecenti, sopprusi
ed umiliazioni verbali o peggio, fisici, partivano i livelli di
approccio. In base anche al paese. nel peggiore dei casi finivi privato
di ogni bene con documenti legittimi che finivano nelle casse e
proprietà dell'organizzaizone , che li riutizzava come case
sicure
e di aiuto per i bisognosi, e quelle persone venivano portate dove
potevano aiutare bene e giustamente la società tutta.
lavorando
per ricavare beni definito in base al colore ed
elemento,
aiutando nel concreto con il guadagno paesi con bisogni reali. Spose
della sezione sud americana che venivano vendute alla
famiglia
dello sposo o costrette a sposarsi, che potevano studiare e diventare
se stesse. Niente infibulazioni e riti religiosi assurdi che
danneggiavano le persone. Niente obblighi delle famiglie sulla vita dei
minori o comunque dei soggetti più giovani. Sostenere la
crescita dalla povertà dando lavoro dignitoso e rispetto.
Donare materiale
scolastico e gioco a chi non poteva averne. Aiutare donne in
difficoltà contro uomini per il problema dei femminicidi o
sole, e con lavori precari o a basso guadagno perchè non
siano
costrette a scegliere se comprare cibo o pagare riscaldamenti d'inverno
o abiti o cosa necessitavano.Dove la società bollava e non
dava
aiuto e sostegno, arrivavano loro.
ma quei soldati mentalmente problematici non potevano stare in
società e così la Fattoria, le Torri, i turni di
pattuglia nelle strade la sera e notte contro furti, abusi, liti e
altro, con un progetto governativo sostituivano la polizia
che di fatto
non era ormai più capace di controllare e fermare le cose,
inserendo questo gruppo militare per dare sicurezza ai cittadini. Era
impensabile che in una società che desiderava fermare
determinati atti, non vi fossero corpi specifici di controllo e
sorveglianza delle strade, e con limitazioni per i diritti di
stò
cavolo, pensava Kianta. Ne beneficiavano più di delinquenti
che
gli innocenti, mentre una sezione militare era diversa. E a giocare con
stupratori, pedofili e altri soggettini poco carini rientravano sempre
loro con un'altra seizone, dove utilizzavano delle esche pagate e
consenzienti per prendere per le palle gli stronzi, e
buttarli dove
meritavano, prendendo nel contempo tramite i loro apparecchi anche
altri stronzi con cui scambiavano sostegno per atti schifosi e foto, o
peggio
e per tutti loro cèrano solo due vite. Smerdamento nei
modi che meritavano e prigione senza sconti o altro, o lavorare anche
loro per il bene dei più deboli e poveri.
E visto che molti erano pericolosi soggetti che non potevano cambiare e
capire, per quelli come Cinq erano giocattoli in un giardino dei
giochi. Kianta aveva convinto Milan, seppur sapeva che la prima idea
fosse di Lia, di sfruttare quei militari problematici che non potevano
aiutare, se non perdendo anni e difficoltose sedute di
analisi, e
utilizzarli per tenere in riga la gentaglia peggiore. Col limite per
quelli che no ndovessero avere ossa rotte, perchè
dovevano
lavorare. Per Kianta non estingueva le cose orride che avevano fatto,
ma almeno avevano pagato secondo le leggi umane.
Per quelle divine, se ne esistesse una, si sarebbe visto il giorno che
sarebbero morti per cause naturali. E visto che l'igegno fa l'uomo
stronzo, per evitare che gl istronzi si mettessero d'accordo con altri
stronzi per scappare, creare situazioni per svignarsela o farsi
accoppare per far finire la questione, avevano dei collari come quelli
dei cani, perchè nel caso alcuni loro livelli fossero
aumentati
o si riscontrassero dialoghi o vicinanza tra quelcuno di quelli, le
scosse li avrebbero stesi e fatto ricordare di non scherzare con Kianta.
Dovevano ricordarsi di lei e di cosa gli era capitato, che meritavano,
per causa sua. Dei con Cinq e gli altri e del
fatto che
vi era ogni accorgimento perchè nessuno fuggisse. A memoria
vi
era uno di questi che, tramite non gli apparecchi presenti ma lei era
andata più in là, con un satellite che era
equipaggiato
con un laser speciale, aveva fatto un buco a quello stronzo mettendo
fine, nelle loro teste, l'idea che se svianano gli apparecchi, le
guardie e l'ultimo girone, i professionisti pagati per quello, trovarli
con i satelliti anche per i chip gps era roba da poco. E il buco a una
gamba col laser era un avvertimento per tutti. Loro dovevano
esaurirsi naturalmente, ma dove lei diceva. Non era giusto per le
vittime che erano finite male troppo presto, mentre gl istronzi
respiravano ancora, ma per lei visto le tante persone loro vittime che
avevano
sofferto più, continuando a vivere che per morte,
non
doveva
esserci morte alleviatrice per niente per quella gente.
E Cinq e gli altri che teneva lontano dalle persone, sfogavano su chi
dovevano meritare il peggio, creando un circolo sociale oliato e
funzionante.
Kianta sapeva che tantissimi l'avrebbe biasimata, ed era poco, per
tutto quanto ma aveva deciso che, avendo l'opportunità e le
risorse per giocare con gl istronzi, era giusto sviluppare le idee di
Lia e metterle in pratica.
A lei non piaceva la violenza ma la rabbia e l'odio dentro di lei ,
dopo aver visto tante cose orribili, avevano decretato l'avvio di tanti
progetti. E come pena si era ripromessa di essere presente, sorbirsi il
risultato delle sue scelte e azioni, anche se non le tollerava. Perfino
allo Chateau e non solo, i membri che amavano la lotta e i
combattimenti in varie possibilità, con armi o meno, avevano
i
ldivieto di ferire in modo grave o rompere ossa all'avversario. Erano
tutti fratelli, potevano sfogarsi e confrontarsi, risolvere le loro
beghe e litigi con scontri e regolamenti di conti fisici o con
spettacoli specifici nel Cerchio. Ma si sarebbe incazzata come una iena
col culo pieno di spine se qualcuno finiva ricoverato per una di quelle
esibizioni-confronti. Di fatti le fiere e le giornate di spettacoli,
qualcosa simile alle olimpiadi ma per militari, erano momenti attesi
della settimana e avevano regole specifiche dove vinceva solo chi
rispettava determinate cose. Ma questo non toglieva il gusto di
combattere, vincere, creare un perdente. Era insito nell'uomo ma come
per tante cose, bastava dare le cose alla gente ma in termini diversi.
E ora aveva davanti un tizio che era un potenziale pericolo ma veniva
limitato, dandogli al contempo sfogo e modo di appianare i propri
bisogni
senza eccedere nell'eccesso. non le era piaciuto nel furgone quando lui
si era lamentato che non aveva anche la servitù e i
ragazzini.
Quelle lamentele erano un campanello d'allarme e avrebbe limitato i
danni di superare la soglia, ma era tassativo che quei
ragazzi, essendo
ancora giovani, finissero in luoghi specifici dove trovare adulti con
esempi migliori, riconoscimenti e incitamnerti a migliorare e lavorare
e fattori positivi, sfruttando la tecnica del bastone e carota per
plasmarli in soggetti migliori. Molte volte non si augurava di dover
ricorrere alla cancellazione di memoria o tecniche di controllo
mentali, non voleva attuarli se non in casi estremi di soggetti in cui
tutte le tecniche non invasice non sortivano effetti. Putroppo molti
soggetti, anche non sociopatici, erano impossibili da cambiare con
persone e ambienti adatti ai cambiamenti mentali. Dovevano essere
sanati, non rotti.
"Attendo tue istruzioni, oh, grande Strega."
"Spezza le ali. Oggi puoi. Pensavano di essere
potenti come un' aquila e volare più in alto degli altri, ma
oggi essa è caduta dal cielo, le penne si spargeranno
per mare e per monti , strisciando come facciamo noi per la dura terra.
Dà pace al mio
povero animo e a quello delle loro vittime. Ti dono questi oggetti,
perchè dopo cosa hanno fatto in questi anni, non sono
persone..."
"Con immenso piacere... posso scegliere io il primo?" fece Cinq
scrocchiando le dita, con un sorriso soddisfatto.
"Certo, ma... ricodati!" fece lei, vedendo osservata
dall'uomo, che
rispetto agli altri membri dell'organizzazone definiti grossi, come
anche Gask o Kovacs o gli altri dietro di lei, questo era
più
grosso in larghezza rispetto l'altezza, mentre tutti gli altri di norma
erano più bilanciati di muscoli. Quel tizio aveva un corpo
meno
equilibrato, più tozzo, con muscoli e massa doppia,
facendolo
sembrare veramente un armadio a sei ante rispetto quelli che stavano in
quel momento dietro. Più alti, con addestramento e lavoro
per
muscoli funzionali, sembrava che quel tizio fosse solo pompato, cosa
che Kianta odiava, all'eccesso, tali modi di diventare gonfi.
NOn le
piaceva chi era ossessionato dalla massa muscolare e fosse alto meno di
un metro e settancinque almeno, e tutti quelli che erano più
bassi e così massicci, non le davano senso di
affidabilità. Si gonfiavano e basta, non seguivano come
Kovacs e
gli altri, e anche se non lo ammetteva Gask, allenamenti, esercizi,
lavori per migliorare quella massa per impiegarla meglio e in maniera
definita. Non era solo per incutere timore, paura, qualche senso di
superiorità come quelli. Almeno ammetteva, a se stessa
però, che la dedizione che gask aveva messo nel lavorare
sodo
era appunto dal migliorare le sue prestazioni e qualità,
lavorando per bene determinate fasce in un modo e
altre in differenti, aveva una corpotura equilibrata per l'altezza, e
sebbene le spalle fossero molto ampie, non erano assurde come quel
tizio. Ma Cinq più di tutti le faceva pena,
perchè come
volevano dimostrare i fatti, si era trovato ad essere condizionato a
tal punto da non vedere neanche più la sua famiglia come
prima,
scappando quando avevano cercato di portarlo da uno strizzacervelli
perchè pericoloso per gli altri , e aver tentato di trovare
un
lavoro per il suo campo. Ma a lei come a Milan non piacevano i soldati
lobotomizzati e danneggiati da cercare un superiore a ogni costo che gl
idicesse cosa fare sempre e per tutto, attendendo ordini, e vedendo
nemici sempre e comunque. Non potendolo mettere con gli altri come
squadre attive, era chiaro che seppur si trovava bene con i colleghi
nelle zone ricreative, non era sicuro mandarlo in azione. La sua voglia
di sangue, far male, godere in questo era troppo eccessivo,
così
ecco il suo lavoro ideale. Si era aperto nel tempo che avevano trattato
con lui tramite specialisti e interazioni, ma uno come lui, tranne
ripulire il cervello, era impossibile normalmente. Molti soldati
finivano per essere incurabili. E le tecniche di scasione e impressione
dei cervelli non era compatibile ancora con tutti o senza danni.
"Ricordati, Cinq... ciò che noi facciamo resterà
comunque
una colpa. Non importa se noi siamo dalla parte della ragione e
facciamo giustizia dove leggi e tribunali classici non arrivano. Io che
resto qui ad osservare, è imperativo che lo faccia come
punizione per cosa ho innescato, così come tutte
le nostre
azioni, volontarie o meno, si ripercuoteranno sulla nostra anima. E
sebbene a noi va bene così, vglio che lo ricordi. Stiamo
scavalcando la linea tra bene e male. Dove le persone che perdonano
sono superiori, ove il bene comunque vince, e agire come la
feccia li
rende allo stesso livello. Ma nonostnate questo, non essendovi guide di
vita che cresca i bambini in modo decente ma lasciati ad ogni singola
famiglia, ha portato a un ritorno indietro dell'umanità che
fa
paura... sebbene stiamo scremando la situazione, con ciò,
anche
noi siamo lordati. Voglio che lo ricordi sempre, così come
il
fatto che per me sei una persona che merita rispetto e aiuto, chiednedo
che ti ti attenga alle regole che hai accettato..."
"Apprezzo ogni dono che mi fare e se me lo permette, ai giochi al
Cerchio, voglio dedicare la mia sicura vittoria a Voi..."
Kianta lo osservò qualche istante, poi fece un mezzo sorriso
e
un leggero cenno del capo. Accettarlo tra gli altri ai giochi e sfide
settimanali era un azzardo, poteva lasciarsi prendere troppo e non
controllarsi, ma gli aveva dato possibilità di dimostrare
che
poteva superare i problemi con la sua vonlontà e forza,
più che solo con rovistargli nella testa e fare tranfer di
fasi
positive. A lui serviva come da addestramento anni addietro la figura
superiore, il comando e agendo come tale, trovava un soggetto che agiva
e seguiva gli ordini e, ordinandogli di pensare seguendolo nel
processo, a capire certe cose. Scavalcare un pò il
condizionamento ma mai più di così.
"procedi, fammi vedere latua connessione con dolore e sofferenza di
tutte le loro vittime, se è vero che per te i nemici sono
quelli
che portano dolore..." allungando elegantemente una mano verso Kovacs,
conle dita sempre come Gask le notava, come un'arpista, come se
danzassero al vento. E Kovacs pronto e riconosciuto il gesto, che per
lui sembrava come il gesto di benedizione con le dita unite delle
raffigurazione cristiane, prese da un tavolo preparato addossato al
muro una scatola. Aprendola e mettendogliela sotto la mano, Kianta
prese la pipa, con un gesto secco la fece scattare per collegare le due
parti e la tenne ferma. Kovacs tolse con gentilezza il coperchio,
accese un fiammifero e lo lasciò qualche attimo nel fornello
pechè le sostanze già presenti bruciassero.
QUando l'uomo
allontanò il fiammifero, Kianta fece una boccata e un fumo
argentato e meno scuro e corposo del tabacco prese vita sopra la testa
della pipa.
Da quando era arrivato allo Chateau, aveva visto Kianta fumare, sempre
e comunque, la sua pipa preferita o quelle disseminate per i cassetti,
che a quanto pare le donavano gli uomini dei laboratori. E fumava. Jd
diceva che lo faeva perchè le piaceva ma anche e solo
perchè in primis, erano elementi sicuri e curativi, di aiuto
e
non dannosi come le sigarette e o i liquidi di quelle elettroniche
classiche. ormai tutti fujmavano i vari tipi di sigarette,
pipe,
bruciatori per fumo che producevano loro, e Kianta lo faceva sempre. Jd
alzava le spalle dicendo che la rilassava e nel mentre si prendeva la
roba che i dottori le dicevano che doveva prendere. Almeno non faceva i
capricci, diceva ridendo. ma Kianta e la sua pipa erano ormai una
figura unica per tutti, sebbene all'inizio non si credeva che fumasse.
Dopo qualche attimo allungò la mano destra come
qualcuno che elemosinasse ma con le dita, morbidamente un
pò
piegate, e Gask restò a fissarla accigliato,
finchè prima
che Kianta se ne accorgesse e voltasse la testa, Kovacs rapido si
spostò e le porse un bellissimo ventaglio composto fa piume
lunghe e larghe. Era nominato ventaglio charleston, anni venti o
veneziano e la particolarità era la forma e che fosse con
piume
bianche di struzzo. Un manico in legno di circa venti centrimentri
laccato color perla con alla fine un decoro lavorato e incrostato di
brillanti teneva la fila di piume sopra. Erano lavoerate in modo che
formassero una sorta di punta di freccia arrotondata sopra e
le
sue alette che pendevano arrotondate verso il manico, con quelle piume
corpose e paffute c he, nonstante l'uso, mantenevano un aspetto
elegante e regale. Era particolare e inusuale, fatto con le piume dei
loro struzzi e lavorato dai loro artigiani, era impiegato come dono per
le feste in tema veneziano o altri dove era presente con i costumi che
gli invitati acquistavano ed etnravano con quelli già
indosso.
Era un articolo di lusso, non essendo prodotto in serie nelle
fabbriche, sebbene il costo non fosse proibitivo per la classe media.
"Non far notare a quelli errori o simili, cerchiam di sembrare oliati
nel nostro lavoro come con gli allenamenti, dai..." fece serio Kovacs
parandogl iil culo. Da quando avevano dato a Gask il compito di
seguirla, sebbene lei non lo volesse, aveva imparato che era importante
ciò che Kianta faceva quanto una missione contro la feccia.
Più non vi erano errori, tempi morti, situazioni incresciose
dove si mostrava l'inefficienza o non capacità reattiva e di
conoscenza del proprio ruolo, e maggiore era l'errore di farsi sgamare.
Kianta che dava corpo a Veròna doveva essere nel pieno del
ruolo
e così anche loro che la seguivano, così che la
recita
fosse perfetta. jd gli aveva detto che era come una danza a due,
coordinazione e capacità collaborativa da non vedersi da
fuori
niente che altri potessero giudicare come falso. O principianti. O
altro. Tutto doveva filare liscio e ancora Jd disse che sebbene pareva
che facessero tutto quei tre, non era così. Il grosso del
lavoro
di un mago non lo fa il mago stesso, ma l'attrezzatura nella mani
dell'assistente e l'assistente stessa. E così era
Veròna.
NOn era il mago, ma l'assistente, e i lsuo lavoro era doppio, sebbene
nell'ultimo periodo a Kianta stava stretto perchè ne
aiutavano
uno e ve ne erano altri mille che facevano casino e iniziava a
stancarsi.
Kianta iniziò a far dondolare il ventaglio dando boccate
ogni
tanto alla pipa, mentre osservava Cinq che si preparava il palco.
"Proponetemi qualche tè adatto alla situazione..."
"..." Gask rimase muto e fermo accostato alla poltrona, non conoscendo
niente sul tè era meglio non fare gaffes.
"Grande Veròna, permettetemi di fornile delle proposte
classiche
invece dei pregiati tè cinesi e indiani , che richiedono
più tempo e attenzione, oltre che prelevarli dalla Torre
perchè non disponibili qui... e visto che state assistendo a
un
rito. Ho disponibilità immediata di Ceylon classic, pregiata
miscela di tè più apprezzati al mondo.
Assam black
tea, tè nero indiano dal gusto corposo e colore scuro. China
black keemun,rinomato tè nero cinese dal delicato aroma
fruttato. English breakfast, selezionata miscela di tè
indiani e
di ceylon. Darjeeling tea, uno dei più pregiati
tè
indiani, leggero e dal colore chiaro. Decaffeinated tea, tè
di
Ceylon decaffeinato..."
"Allora per la situzione voglio qualcosa di dolce, ne avrò
bisogno! Preparami un China black keemun"
"Certo mia signora, ma permette un consiglio...Il tè nero
tiene
testa ai sapori forti... un Assam, robusto e dal colore intenso,
può berlo insieme ai dolci di fine frolla montata che
può
degustare. Il leggero retrogusto floreale come il Keemun si sposa con
temi
meno dolci ed è adatto per carni,il delicato come il
Darjeeling
si sposa con patate e carni bianche. Sempre indicato con i formaggi
come il Keemun. Se assaggia la pasticceria che ho portato,
rovinerà il tè..." ricevendo un'occhiata da lei
"... così sia, allora. NOn consumerò pasticcini
con il
tè ma la minuteria salata che richiama i dolci classici...
se
è disponibile..."
"ovviamente, provvedo subito..." fece Kovacs cercando di essere come un
perfetto maggiordomo, nel quale si divertiva, mentre gli
altri
due tornavano e si sistemavano dritti e seri con spalle al muro.
"EHi..." fece Gask chiamando l'attenzione di Kovacs "PSSHH"
Quando si accorse che l'amico non rispondeva si mosse dalla sua
posizione ad accanto a lui, iniziando a conversare sottovoce.
"Senti, cosè che dovrei fare?"
"Limitati per ora a restare al suo fianco come un perfetto servitore
oscuro. Questo dobbiamo essere... e fingi di fare qualcosa, che siamo
insieme a servirla, così se a qaulcuno di quelli scappa
l'occhio
su di noi, non ti vede ciondolare confabulando... porgimi le cose
mentre te le elenco" fece Kovacs in sussurri e gask gli porgeva cosa
serviva.
"Ma.. cosa ne pensi, tu, di questa cosa? Intendo innanzitutto
Veròna, la sua esistenza e le... sue azioni. E poi le azioni
che
facciamo , questo, a te e a loro sta bene?" chiese indicando gli altri
due che con un colpo d'occhio controllavano la stanza e loro due. Di
colpo Zidgi fece uno scatto e andò da Kianta. Qualche
insetto
girovagava verso di lei, e sapendo quanto odiasse in primis le zanzare,
se veniva punta si incavolava a morte perchè i ponfi le
restavano anche due settimane rossissimi contro la pelle chiara, quindi
Gask e Kovacs si
zittirono due secondi per seguire il collega che sistemava la cosa,
benchè, pensò Gask, lei avesse il ventaglio.
QUando tutto
fu sistemato, Zidgi tornò a posto e Gask rifece le domande,
come
se aspettasse una risposta importante.
"Ascolta... non sei nuovo, sei con noi da un pò e dsa quasi
l'inizio ti hanno affidato il compito di spalla e guardaschiena per
lei. Capisco che ti sembra assurda questa cosa della strega, ma era
così anche per me e loro. E guardaci. Alla fine l'abbiamo
presa
per divertimento e novità, abbiamo imparato a capire i suoi
gesti e richieste mute e ogni volta è un incarico diverso
dall'altro. E poi in cima alla lista della nostra mansione chiave
cè quella di proteggerla ma anche proteggere gli altri da
lei...
Le situazioni cambiano in base ai soggetti, è come
un film, vedere Veròna che recita e sconvolge
quella
gente. I
giochi di prestigio e simili, come spostano, prendono, scambiano
oggetti, se quei collaboratori osno presenti è divertente e
questa storia della strega! nessuno se lo aspetterebbe. Ricordo il
giorno che fu deciso di creare questa Personalità, che
è
conservata ogni volta che si finisce un incarico...:"
"Aspetta, intendi quella storia della copia della memoria della testa?"
"Si, ogni fine incarico, il capo va da David e si fa copiare
la
memoria perchè resti conservata anche la
personalità di
Verona. NOn so bene se ho capito ma sembra che David, altri usoi
collaboratori, Jameson e Imogen se ricordo bene, hanno specializzazioni
diverse ma lavorano in tandem e sembra che stiano studiando il modo di
preparare Personalità fittizie, non copiate da un cervello,
ma
con dati da imprimere su un cervello perchè ... esempio
Veròna venga fuori come una persona unica e diversa...anche
se
il capo non dovesse impersonarla più, si.. sai, metterla in
testa a qualche persona in coma con danni da doverla sovracrivere..."
"Perchè adesso è..."
"Adesso è una delle Personalità del Capo. So che
non
dovrei dire niente " andandogli proprio sull'orecchio bisbigliando "ma
a volte ho paura che lei perda se stessa con la storia delle
personalità. Nel senso, lei ha pronte
delle
Personalità con tanto di documenti veri e ufficiali, anche
se
non cè una personalità fittizia da copiare, o
imprimere
come dicono per metterla su qualcun, o perchè diventi un
soggetto
reale e differente dal Capo, ma tutte insieme vivono... come dire, in
lei. Diandra, Lia, lei stessa, Veròna, tutte le altre in
base a
dove deve presentarsi e chi essere per me sono un casino. Sarebbe
più facile se fossero tutte create o per manipolazione
mentale
come fanno, che non so come spiegartelo, o come impressione
se si dice
così... Quando lei è nata ha già
dovuto fare i
conti con il riconoscimento di se stessa e la vedo sempre irata e
borbottante quando il Leader, Jd o i veterani parlano di Lia, e mi
sembra sempre che il capo non apprezzi mai il confronto..."
"Intendi quella donna di quei quadri che le somigliano tanto?"
"..." Kovacs rimase spiazzato "Come..."
"E' sucesso qualche giorno fa, Milan mi ha portato nelle sale de
dipinti e dietro una porta a doppio battente che si aprono insieme,
cèra un quadro strano che raffigurava Kianta con capelli
però lunghi , con un tizio vecchio stile, mentre dietro
l'altra
porta un dipinto che però pareva carico di..."
"Ho capito quale..." fece Kovacs con amarezza "quello con
quell'espressione..."
"Si, esatto. ma non solo quello, nella galleria di fronte, oltre il
corridoio che poi va verso i giardini, mi ha mostrato quadri di varia
gente passata che colleziona e cèrano tra questi vari
dipinti in
pose, abiti e situazioni diversi con una donna che sembrava Kianta...
ma lui dice che non è lei, eppure sembra lei! Anche se
dall'espressione sembrava più..."
"arrogante? spocchiosa? spregiudicata? Come se Veròna stesse
ridendo dai dipinti...?" fece l'altro ma con un tono come se sapesse
elencasse giusto per colpire l'altro
"Eh... si, come... comque...Cèra questa tizia che Milan ha
continuato a dire
che non era Kianta, che era seduta su un divano a due posti con
schienale ad arco e braccioli in legno e imbottiti con disegni e altro.
La Kianta che no n era Kianta era seduta a ridosso del bracciolo, con
un braccio su di questo e l'altro sulle gambe, con il busto inclinato
verso avanti, in quell'abito bianco e argento che sembrava
quasi da
sposa..."
"Si, quello con quel copricapo strano con gioielli e strani pizzi e le
piume verso dietro, con i veli a scalare..."
"Si quello, del tipo aderente che Kianta non usa mai. Ma quello che mi
ha colpito è che se l'altro sembrava... serio, composto e
dava
come l'impressione di mostrare la persona raffigurata, in questo
cèra una pesantezza enorme. I tendaggi dietro, i colori sul
blu
e bianco, i dipinti sullo sfondo che la raffiguravano e questa figura
al centro dell'opera con l'abito lungo che ha quesi drappeggi a terra
ma non cè... aria, respiro, è duro e forte
nell'unirsi..."
"A quel viso. Si, lo so. Ehi, Il Leader ti ha insegnato bene, vedo..."
"Ah, lascia stare. Sono stato non so quanto tempo a vedere donne
ammiccanti e strane, in mezzo a tizi ancora più
strani per le
barbe e le pose, di tempi diversi e stili diversi. Così ho
capito. Ma davano l'impressione di voler dare il meglio di
sè
per cosa dovevano far vedere. Invece quel quadro, insieme all'altro,
è come se spaccassero la stanza a metà, anche se
erano
nascosti dietro le porte se aperte. Quell'espressione di dolore,
tristezza, malinconia, perdita di qualcosa e zero... forza? Non so
spiegare quell'espressione quasi avvilita e pessimista..."
"Amico, con chi hai parlato o che hai letto per usare adesso questi
termini?"
"Milan..." fece un sorriso un pò amaro "so usarli
perchè
li sento da lui e chi incontra, e capisco bene o male cosa
significano e
quando usarli. COl mio capo non cèra qualcosa che mi
spingesse a
usare questi termini, ma da quando sono con voi capisco bene tante
cose. E Mi ha colpito come Milan mi dicesse di guardare ogni dipinto e
spiegare cosa trasmetteva, o sentissi io, e poi mi
diceva cosa leggeva in
essi e... mi sembra di vivere su altro pianeta"
"Lo so, il leader, il capo, molti dei nostri che studiano e leggono si
sentono così... anche i primi spronano la gente ad
apprendere la
conoscenza per capire i lsignificato di elevarsi, o così
dicono... "
"Si, ma... le interazioni con Milan mi hanno permesso di capire che
stavo vedendo delle persone! Nel senso, mi ha detto e continuò
così per molto,
finchè non mi voltai e vidi quei quadri. Lui continuava a
dire
di no, non erano Kianta, eppure anche da metà stanza che
è molto lunga, io l'ho riconosciuta subito, sebbene gli
abiti e
i capelli fossero diversi. Acnhe perchè il suo viso non
è
confondibile con gl ialtri, non è una persona capace di
passare
inosservata o immergersi in una folla e non venir notata...
è
troppo fuori i visi classici. E una mostrava come una donna forte e in
primo piano, che contrastava con l'uomo alle sue spalle o
tutti
gli altri dipinti in cui sembra sicura di se, anche troppo. E poi
quello
dall'altro lato, con quelle libellule che stavano per sempre in aria
sopra di lei, o sui fiori del vaso a sininistra, poggiate
sulle
tende
ma... nulla dello sfondo, di qeugli insetti, dei colori stemperava,
credo si dica così, la... nebbia? di oscurità
densa che
pareva mostrare. Quelle labbra in giù, quegli occhi velati
di
tristezza, il viso che pareva indicare rassegnazione e
qualcosa
di
perduto o non so... L'espressione predefinita di Milan è
di infelicità ma no nso se davvero calza"
"Si, l oso. La prima volta che vidi quel quadro mi venne l'ansia e lo
sognai anche. mette soggezzione ma posso assicurarti che raffigura
esattamente la persona dipinta, come era l'ultimo periodo e
il primo. Se
non avessi conosciuto quella persona avrei creduto fosse tipo...
comè quel tipo italiano poeta di cui parlava sempre che era
pessimista, aveva i passeri solitari, lo studio matto e
disperatissimo... non ricordo, ma ricordo le cose che diceva e leggeva.
E quando arrivò qui, benchè sorpresa e incredula
di
ciò che avevamo, quel dipinto la raffigura all'arrivo e poco
prima della morte. Non fu l'ultimo quadro di quel pittore russo che ora
il
capo considera come amico, ma il penultimo di un tedesco. Ogni volta
che vedevo lei o il quadro, perchè lei studiava pure molto i
quadri, vedevo
un'espressione e
un soggetto rinunciato, abbandonato, arreso, remissivo,
sottomesso. Non credere un cazzo solo da questo lato. Era una fottuta
ribelle, combattiva, battagliera che in parte Veròna la
raffigura. Cazzo, ogni volta che Veròna fa i suoi giochetti
rivedo lei in quel lato che aveva. Lei era, come definiva il Leader...
mh... sfaccettata, era composta come un caleidoscopio mi
pare, da tante
parti O FACCE che unite formavano uno schema. Credo fosse quello ma il
succo
è che dentro lei urlava e ribolliva e Veròna fu
creata
anche per farla sfogare. Una dei modi, comunque...ma quel cazzo di
dipinto, dio santo, quel fottuto pittore tedesco è sempre
stato
in grado di raffigurare la persona nel profondo e come vede la persona
stessa. E quel dipinto rappresentava, se ricordo le parole del Leader,
il pessimismo di quella persona nel profondo. Il nostro lavoro se
colpisce il capo qui da induirla a tenere lontana la gente, era
ciò che usò quella persona per sfogare cosa
quell'espressione mostra. E quando lo incrociava per uscire dalla sala,
lo guardava e borbottava e
rallentava un poco per poi proseguire, facendo quella stessa
espressione. Eppure lei amava essere ritratta, diceva sempre che nella
vita aveva voluto un dipinto e quelle volte che i genitori la
trascinavano a visitare una città, sopratutto per le chiese
che
odiava, lei desiderava che quegl iartisti di strada gliene facessero
uno. Desiderava rivedersi impressa dalle mani abili di qualcuno che con
lo sguardo, leggeva dentro. E invece ogni cosa era troppo costoso,
quello ono poteva farlo, così quell'altro, e alla
fine fu solo
per Milan, il leader, che lei ebbe modo di vedere al lavoro un artista
che la ritraeva. le piaceva molto fissare le persone al lavoro, le loro
mani che creavano cose bellissime e vedersi finalmente. Le foto... mh,
non è il solo dipinto ma questo lo sai, eppure è
il primo
se devo fare una lista, a palesare quella parte. Gli altri mostrano
altre parti della sua personalità, e diceva quelle poche
volte
che lo vide appeso, che vedendolo ricordava l'altra faccia della
persona, mi pare, qualcosa del tipo che il pittore aveva preso in pieno
come si sentiva e avvertiva, e raffigurava benissimo l'animo umano
nella sua disperazione dopo aver superato quel limite che porta al
dolore, che non svanirà mai. Eppure le piaceva
così come
al leader. Zidgi dice che colpisce allo stomaco come un animale
rovinato dall'uomo, sai gli animali che salviamo e curiamo e
addestriamo, quando non hanno più fiducia e solo paura e
terrore
e sono rassegnati. Lui è sensibile agli animali e ogni volta
dice che gl ispezzano i lcuore con quelle espressioni così
umane
e chiare... "
"...e..."
"Non so cosa sai, ma la questione è che ogni soggetto
è
una Personalità che cambia e scambia per accontentare il
leader.
Il problema è che a lungo andare non so, vedo sempre che
ognuna
è una parte della personalità primaria che esce
fuori al
bisogno. ma chi le porta ad esserci? il capo... Se quella dei quadri si
chiedeva chi foses, mi chiedo il capo cosa pensa di se stessa..."
"non capisco..." seguendolo mentre Kovacs finiva di preparare il
tè
"Ci sono cose che il capo può fare e altre che non
può
fare... non bene tutto, ma essendo sue ombre ascoltiamo. All'inizio lo
trovavo fastidioso, sono un militare di un certo livello, ambivo a
diventare caposquadra, essere al di sotto dei veterani...ma poi mi sono
reso conto che viaggio, sperimento, vivo di tutto e fuori
dall'ordinario da cosa volevo. E ormai non mi dispaice. Il leader se la
ride sempre quando lei fa e dice quacosa nel suo modo e la trova
divertente. E ammetto che questi compiti, anche fingere di essere ora
cameriere o maggiordono, sai, fanno parte della copertura e
dell'incarico. E mi snto anche meglio perchè vedi Cinq, vedi
altra gente che noi facciamo lavovorare nonostante i loro problemi di
vario genere e teniamo tranquilli, e sebbene quello che facciamo a quei
soggetti non ci eleva moralmente, mi c onsolano due cose, per
risponderti in modo schietto. Uno, cosa ricevono da noi e le punizioni
non sono niente rispetto a quello che meriterebbero . E due, togliamo
di mezzo, senza uccidere, la feccia che come dice il capo, lorda le
società. Prenderli tutti è impossibile ma tra
questo,
l'aiuto a famiglie di qualunque tipo con grossi bisogni così
da
teneresi lontano dalla malavita, sia per lavori e modi di guadagnare,
sia chiedere aiuto alla feccia....hai visto da quando sei con noi, una
manciata di mesi che ancora non hanno finito le dita di una mano,
quanta gente abbiamo levato di mezzo, che ha rovinato gente in vari
modi e avrebbero continuato a farlo. E la giustizia umana non era
riuscita a prendere e fargliela pagare. Noi si. E se come militare devo
scegliere tra lavorare come gli altri a fare la muffa da qualche parte
come prima, a litigare con pazzi religiosi come li chiama il capo,
senza concludere niente e vivere come numero delle truppe e... e questa
vita... ho fatto più con loro
che negli anni nell'esercito regolare. Ho dentro di me la sensazione di
aver fatto cose buone e continuerò a farle. NOn puoi sapere
la
mia amarezza da soldato nel vedere che nonostante tutto, tra
i morti dei
nostri e di altri paesi, la situazione non è affatto
migliorata
ma è a uno stallo e..."
Un colpo di tosse li prese alla sprovvista. Si voltarono e notarono che
ora cèra una base musicale sotto. NOn si erano accorti di
niente, presi dalla discussioni come due vecchie al parco, fianco a
fianco sulla panchina.
"Se avete intenzione di spettegolare e farvi i fatti vostri, perlomeno
fatelo più distante e non farlo sentire anche ai nostri
sacrifici del rito... da quando sno tutti amici sono peggio dei vecchi
la sera alla fattoria, quando si riuniscono al fuoco e paiono
telenovelas o cantastorie... uff" lamentò Kianta voltandosi
verso di loro con rabbia, reggendosi sul gomito sinistro sull'altro
bracciolo di dove era accoccolata, fissandoli negli occhi per poi
tornare a sventolare quel ventaglio strano che non sembrava da lei,
chiedendo quando fosse pronto il tè.
Gask, notando che Kianta aveva girato la testa mentre Cinq prendeva il
capofamiglia e lo sistemava di peso su una poltrona simile a quella che
occupava, pre prepararlo, strinse uan spalla dell'altro e lo
fissò negli occhi "Senti, tu sai niente dell o strano
caso...
insomma, di come alcuni dei nostri vedano Kianta in più
posti
mentre dovrebbe essere da qualtre parti?"
Poteva sembrare di no, ma per un attimo a gask parve che sotto la mano
parecchi muscoli si fossero tesi, che si fosse nel totale irrigidito,
invece quando si voltò verso di lui pareva cordiale e col
sorriso.
"No... no,no..! Parli delle dicerie per cui lei è in giro e
la vedono allo
Chateau? Le ho sentite pure io, ma è assurdo. Il capo non
è Gesù o qualche tipo di santo, sai le storie
su ubiquità o onnipresenza. SAi che usa programmi
con suoi aggeggi,
sprite, animati intendo... ah lo so non capisci di queste cose, di
solito gli sprite, in informatica, sono immagini bidimensionali, Sono
sia statiche che dinamiche, nel senso di ferme o che si muovono e come
base dei test di riproduzioni di persone reali, usano questi
sprite
animati per studiare un modo di riprodurre immagini parecchio reali
inconfondibili e trarre in inganno... è tutto qui, sono solo
del
sistema di visualizzazione..."
"Tanto da prendere un cestino che uno dei giardinieri aveva accanto con
fiori che aveva appena messo, e portarselo?"
Kovacs stava trafficando sul tavolino per il tè, e rimase
fermo
come congelato come se riflettesse, o meglio qualcosa gl ibalenava
nella testa. Voltò lo sguardò verso Gask come se
qualcosa
nella tua testa avesse un dubbio, cèra, per poi sorridere e
fare un cenno di no con la testa "non può essere... Nah,
tranquillo, è solo qualche sprite o un modo come facciamo
qui
per mascherare delle cose. Anzi..." fece guardando l'orologio che
teneva sul polso destro, guardando poi gli altri due che fecero un
cenno con la testa e siavviarono come rigidi pinguini come avevano
imparato per emulare dei maggiorodmi, verso la porta. Due individui,
che Gask riconobbe come i prestigiatori ed illusionisti che lavoravano
per loro e affiancavano sempre Kianta per i giochetti di come diceva lui. Erano coloro che
facevano tutto il
lavoro
manuale, come lo definiva, sostituendo con oggetti reali le illusioni
che i sistemi nei box quadrati creavano con laser, come fossero reali.
E infatti il gioco iniziò in quel moemtno, mentre
prendenvano
posizione e tenevano dietro la poltrona due borse.
"Dimentica questa cosa... non credo sia qualche stregoneria che piace
al Leader o qualcosa di strano, perchè io seguo sempre il
Capo e
ti assicuro che non ha poteri strani, ora resta accanto a lei per
controllare la sicurezza in generale e..."
Si bloccò, così come tutti gli altri quando dalla
porta
alla loro destra, guardando verso i prigionieri, quindi dopo le colonne
che dividevano due ambienti, non entrò un giovane sui
trent'anni
indaffarato per alcuni oggetti che teneva in mano, per poi fermarsi
osservando Kianta che in linea, gli veniva di fronte e poi la
situazione
intorno. Ebbe alcuni attimi di comprensione, lasciò cadere
la
roba e fece per scappare da dove era venuto, ma Kianta sorrise con
sguardo carogno e disse solo "Meepit!"
Gask, Kovacs e tutti gli altri videro un lampo azzurro nella poca luce
notturna esterna per l'illuminazione artificiale, che si
fiondò
su un braccio del ragazzo, facendol osbattere contro uno stipite con
una tempia e la spalla. Lasciò il braccio mostrando per un
attimo i denti aguzzi che rientravano, formando di nuovo quella specie
di grosso criceto che le piaceva e teneva sempre come piano b, c, d
fino alla z in base alla sitazione, apparendo un puccioso roditore da
abbracciare. Così lo definivano molti uomini e molte
colleghe
donne che lo amavano, almeno le versioni di robot-aiuto di altri colori
che operavano e avevano diverse funzioni. Quelli da campo, no! Una
volta Jd ridendo disse
che no nsapeva se dovevano pagare i diritti a qualcuno, come per dire
che avevano roba riusata tenuta segreta. E non solo l'aspetto preso in
prestito.
"Finalmente, credevo che non arrivassi più... " fece Kianta
sorridendo.
Il ragazzo tenendosi il braccio ferito e stordito se la
svignò a
quattro zampe verso dentro, seguito dal buffo robottino criceto che
zampettava con gli arti piccoli e tondeggianti. Le braccia
parevano essere delle protuberanze ma sotto l'aspetto paffuto celavano
zampe retrattili come i gatti, muovevano il naso come un coniglio,
sbattevano le palpebre, muovevano le orecchiette a punta e la codina a
batuffolo, e camminava come un pinguino, con fare ondeggiante
ma
più armonioso, non come un impedito. Aveva funzioni
specifiche
essendo unità di supporto per lavori esterni. E Kovacs rise
vedendo quel tizio gattonare come un disperato e il robottino che gl
istav dietro dondolando nel camminare sulle
zampette, finchè
l'occhio tondo e caruccio non mostrò il cipiglio incazzato,
che
Gask sentiva da Alaric come , e
dargli un colpo di muso con un salto sul dietro. Il ragazzo
urlò
e si rialzò sulle gambe.
Kianta nel mentre sempre seduta, contrinuava a farsi aria col ventaglio
con un sorriso, finchè come annoiata con il mento sulla mano
sinistra, col gomito sul bracciolo, non disse al meepit
Il robottino continuò a dondolare con occhio cattivo
finchè il ragazzo non si voltò a guardarsi
intorno e
questi si appallottolò come una palla prendendo
velocità, sfrecciando sul pavimento decorato e
atterrò di testa sulla
pancia, facendogli perdere tutta l'aria dai polmoni e una sederata a
terra.
"Inibiiiiitelo!!!" fece Kianta, voltandosi verso Kovacs con un lancio
d'occhiata tra lui e il tavolino
"Subito!" fece l'uomo, andando a finire di preparare il tè
Zidgi e Django presero il tizio e lo posizionarono insieme agl ialtri.
Era il figlio maggiore dei padroni di casa e Gask comprese che Kianta
lo stava aspettando, facendogli trovare la situazione che gli si era
parata davanti. Le si mise accanto e osservò la scena,
finchè Kianta non iniziò un discorso.
"Adesso che tutti i presenti al rito sono insieme, che si inizi questa
cerimonia di legamento e morte. Benvenuti a questa notturana festa di
follia e disperazione. Cominciamo il Gioco delle grandi occasioni, il
gioco della verità. Il Rito di annientamento. Tu sarai il
mio
avversario e mio compagno di gioco, non ci sarà intorno a
noi
che un campo di sfida, come una scacchiera..." e nella stanza
iniziò a mutare tutto finendo in una sorta di piano con il
pavimento come una scacchiera, e un vuoto come senza fine e
Gask sapeva
che stava usando il sistema di proiezioni, la fissò mentre
parlava perchè si era alzata in piedi, con le mani in alto
come
presentazione dell'ambiente. "Non ci saranno pause, niente
interruzioni, ma è il turno di iniziare la partita. Che
sarà inclusa nel rito e in base alle risposte che darai e
alle
mosse, guadagnerai le caselle necessarie per giungere alla porta "
indicando con un dito della mano sinistra una porta là dove
enlla realtà cèra la porta che
conduceva al resto
dell'edificio, alla sua sinistra, sebbene apparisse chiusa "Fa avanzare
le pedine che avrai a disposizione. Abbatterò le tue idee
infantili di vincitore e superiorità, mentre tenti di
dimostrarmi che vali. I sette peccati da voi commessi verranno lavati
la dodicesima mossa del senso gioco, terminando senza intralci,
poichè
le vittime sacrificali vivranno il giusto rito di pentimento. Berrete
il
vino color del sangue delle vostre vittime, così da
collegarvi
con loro in ogni senso. Spererete e supplicherete fino al midollo.Su,
primo sacrificio, alzati e presentati al mio cospetto. Sarai colui che
dimostrerà il valore e otterrà l'apertura della
porta
della salvezza? Altrimenti, prostati e presta il giuramento
all'anello. Sottomettiti al più forte come facesti con le
tue
vittime, finchè ogni tuo peccato non sarà lavato.
Ogni
cosa per te sarà dolce e amara e il condimento che
userò
si chiama disperazione..I tuoi lamenti saranno come dolce melodia
d'orchestra, ogni tuo urlo e goccia di sangue ripagherà il
tuo
peccato. Che soavità le tue grida, perchè lo
farai, e
farò in modo che avvenga.... Il giudizio finale sta per
essere
emesso con l'ultimo atto di questa notte di gioco e dance macabre.
Nessuno può emendarsi dal peccato che scorre nelle vene..."
indicando poi ognuno di loro con un dito "Tu sei senza peccato? Quanto
sarà pesante il mio castigo? Ti accorgi delle voci
senza
voce che hai fatto tacere? Ti accorgi dei tuoi peccati? Tu sei senza
peccato urlerai, ma quanto sarà pesante il mio castigo?
Sarà il Gioco a decidere e le tue azioni e scelte..."
Tenne la mano come a stringere qualcosa e tramite i laser comparve un
calice. Gask aveva imparato a conoscerlo anche nelle feste a tema
religioso dello Chateau. I calici non erano di metalli preziosi o
metalli in generale. Ma un legno particolare, che gli avevano spiegato
fosse il Padouk, o legnocorallo,Padouk africano. Era parente come
colore del Mahogany, conosciuto comunemente come Mogano e si
differenziavano per il tipo di durezza e la resa del colore asciutto e
lavorato. Uno rosso sangue vivo o color sangue essiccato, l'altro il
colore mogano meno sanguigno.
Rosso sangue vivido passante con l’essiccazione al marrone
porpora con venature rosse, molto duro e utilizzato per pavimenti,
mobili d’alta classe, tornitura di fantasia, intarsi, manici
di
utensili e coltelli, remi, pavimenti. Per mantenere la colorazione
rosso vivo dev’essere verniciato
velocemente evitando
esposizione alla luce prolungata. Il colore vivo tipo sangue era
impiegato per ambienti particolari, adatti a riti e simili o oggetti
specifici. Come in quel caso.
La coppa presentava la ciotola contenente il bicchiere di un terzo
tutta l'altezza, panciuta e bordo in fuori, che continuava verso
un'altra sezione bombata e il gambo, a forma eliocoidale traforata, per
terminare in una base alta un dito e bombata ai bordi. Le venature del
legno aggiunte al colore normale la rendevano come sporca totalmente di
sangue vivido e lucente, acnhe per la vernice protettiva e l'oggetto
era stato tornito a mano senza luso di macchine se non un apparecchio
che tramite azione manuale di un secondo soggetto, si ruotava una
manopola tonda grande con manovella che faceva ruotare il pezzo di
legno mentre veniva tornito per la forma principale con strumetni e
bulini manuali.
Dalla coppa scaturì uno straripamento e una fiumana di
sostanza
un pò meno liquida dell'acqua e rosso sangue che scese sulla
parte esterna, poi sulla mano e per terra, creando una pozza. Con un
gesto della mano verso l'alto con grazia, Kianta mostrò come
quella sostanza rossa evaporasse quasi, con le gonne che si sollevavano
come una gravità opposta e formassero, unendosi, tantissime
libellule.
Uno degli illusionisti prese una panca e la spostò davanti a
lei, che divideva Kianta dai soggetti che la stavano osservando, mentre
il secondo nascosto e nei momenti giusti metteva nella mano una vera
coppa identica. Per questo lei si posizionò al centro della
panca che era stata messa durante lo scambio da illusione a coppa vera,
preparata con una tovaglia ricamata riccamente, guardandoli con
occhiate carogne. Risollevatasi,
aprì le
braccia all'infuori e gli illusionisti posizionarono le altre, una per
ogni membro o sacrificio e dopo aver trafficato sul tavolino dove
Kovacs aveva preparatò il tè, spostato
poi su un
nuovo carrello porta vivande, si collocarono passi indietro a lei, a
destra e sinistra, con delle caraffe in vero argento totalmente
cesellate e lavorate a sbalzi. Due attimi dopo erano intenti a versare
dal beccuccio elegante con rilievi di forse viticci qualcosa di un
pò denso e rosso scuro, finchè non finirono tutte
le
coppe.
"il rito di questa sera non è unico, ma raro. Avete giocato
con
le persone sbagliate e purgherete i vostri peccati a modo mio. Cinq
sarà l'arbitro e deciderà lui i vincitori e vinci
in base
alla mano di gioco e invece di morire soffrirete per ogni sbaglio o
mossa che farete...."
"Sorridete" fece Cinq riportando al centro, prima della panca la
poltrona con l'uomo, spostandolo con Zidgi e Kovacs di peso "la
grandiosa strega delle cento ore vi porge un enrome regalo. Si, si..."
fregandosi le mani e guardandoli. Sebbene il gesto sembrasse lascivo e
untuoso, faceva l'effetto opposto rapportato al tipo di soggetto
tuttì'altro se secco e allampanato come ci si aspetterebbe
Gask era disteso sul letto di Kianta, si era addormentato un
pò
finchè non si svegliò, mentre
danzavano davanti agli
occhi le pagine dei Resoconti di Lia che aveva deciso di leggere. SOlo
poche persone potevano accedervi, e alcune di queste anche l
osapevano. Si guardò accanto, la parte di letto dove doveva
esserci lei, era vuota. Il letto era in legno intagliato e di stile
antico, ma non pacchiano e troppo pieno di fronzoli fiorati e simili. E
a una piazza e mezzo, un errore aveva saputo di Milan nell'acquisto di
quel materasso in lattice, aveva fatto si che lei avesse un letto in
parte moderno e più ampio, permettendo ad entrambi di starci
senza problemi. Niente a che vedere con il Kingsize di Milan, e
sebbene il legno di ogni mobile desse un tono antico alla stanza, non
dava fastidio o risultava antiquato in modo brutto, come aveva visto in
altri luoghi che usavano come Avamposti o Torri. Milan gli rispose
. E Kianta dopo che erano diventati amici
aveva
commentato piccata .
Gask sorrise, quei due erano amici eppure sembrava sempre che lei lo
controllasse e sfidasse. Sapeva che cèra qualcosa, dietro ma
non
voleva pressarla con domande e simili.
Controllò dove fosse e la vide seduta a terra, nel cubicolo
come
lo chiamava, che si formava spingendo indietro la speciale
finestra.
Trovava strano il meccanismo, gli infissi originali erano danneggiati e
sebbene Milan preferisse sempre mantenere il corpo principale nello
stile più naturale possibile, in zone laterali, che davano a
destra a sinistra verso i due boschi diversi e le zone aperte, aveva
fatto installare quegli speciali infissi che, tramite un
meccanismo, creavano unasezione piccola ma extra da cui vedere tutto
intorno, sopra e sotto compresi, con l'anonimità delle
pellicole
che non permettevano di vedere l'interno. E lei usava quel box che si
creava, sicura che sia la struttura antica resistente e per
il
materiale
degli infissi non cadesse o ci fosse un cedimento. E Doveva ammettere
anche luii che era uno spettacolo dall'ultimo piano in quel
box, quasi
tutto trasparente. Spaziava perfino oltre la mini sezione laterale,
sotto il box,di giardiano e passaggio per la parte esterna posteriore
dell'edificio e poi più in là, verso stalla e
pascoli e
bosco, fin dove si vedesse. Milan invece aveva le finestre dall'altro
lato che cadevano sull'altra striscia di giardino ma tramite balcone,
la stanza di Kianta era una delle due senza balcone da quel lato,
mentre Milan aveva tutte le finestre e balconi dell'altra ala.
Prendendo tutto il corridoio come sue stanze personali, vedendo quindi
oltre che davano alle varie sezioni di allenamento esterno, i box
superiori del parco macchine e strutture fino alla base della montagna.
Non aveva mai capito se lui si mangiasse le mani per lo spettacolo
migliore che Kianta avesse, sebbene montagna, bosco e aree verdi erano
visibili e fruibili dai balconi dell'amico, ma sapeva che Milan aveva
preferito prima dell'arirvo di Kianta di quelle stanze quindi Amen.
Andava così.
Kianta era seduta in posizione di loto dandogli le spalle, al centro
del box, sebbene di norma si mettesse con le spalle poggiate
agli
infissi di traverso alla mini stanza trasparente, guardando fuori, con
in mano la pipa che fumava con dolcezza qualcosa di aromatico, ma non
fastidioso. Lo spettacolo del cielo notturno da loro era mille volte
meglio in altre zone, avendo meno illuminazione cittadina, con un
controllo dell'inquinamento luminoso, tramite lampioni speciali a luce
tenue e meno invasiva. I gruppi di turno di controllo erano posizionati
in speciali strutture come i tobruk, presa in prestito dalla
seconda guerra mondiale. Ma era la prima volta che lui ne vedeva
qualcuno che, come ridevano i ragazzi, sembravano delle supposte
nascoste nel verde.
Inizialmente le originali e molte ancora esistenti
e conservate per memoria storica, erano fortificazioni militari
difensive di piccole dimensioni, di varie forme e posizioni che erano
definiti anche mini bunker, perchè i più piccoli
non
avevano zone scavate al di sotto ma solo quadrate, o forme
che
contenevano massimo sei soldati ammassati, con diverse specializzioni.I
fori servivano per una copertura durante le fasi di sparo e quei
cilindri a punta che contenevano massimo due persone alla volta in
piedi, avevano un'apertura e dei fori laterali ed erano immersi in
piccole zone di architettura paesaggistica con ornamenti di piante o
fiori rampicanti che nascondevano la posizione delle guardie. Queste
avevano luce interna che potevano accedenre e creav auna suggistiva
visione esterna, ma con luce spenta era un ottimo luogo per guardie e
cecchini, la cui visione spaziava per le mini finestre a
trecentosessanta gradi. I turni di guardia solo per quella funzione era
di sei o sette ore, quindni non era previsto bagno come nei mini bunker
originali, mentre l'architettura paesaggistica totale con statue, il
tobruk, sezioni di piante e fiori sapientemente posizionati,
permettevano di stare seduti in determninati punti mischiati
all'ambiente, con uniformi notturne specifiche con colori che si
mescolavano alla posizione e struttura, così' da mischiarsi
come
se avessero tute mimetiche.
E per casi eventuali durante i turni, erano dotati di
speciali occhialini di ultima
generazione meno ingombranti che facevano sia da visore notturno che di
visore di calore, per determinare presenze intorno. Ogni
divisa di ogni
membro che operava e che dovevano mettere per l'esterno, era dotata di
un particolare spilla che i due tipi di visore notavano e mostravano
per calore o riflessi di luci, così da capire subito se era
un
compagno che solamente si muoveva in giro o meno.
Sapeva che a volte molti di loro avevano urlato disperati al fantasma a
causa di un mantello quasi impalpabile perlato, o non sapeva
come
di
seta bianca di alta qualità, che kianta usava di notte. Da
quando erano amici non l'aveva mai vista uscire con quello e ne l'aveva
visto negli armadi, eppure dicevano che la vedevano lo stesso. Ma
accadeva quando lui dormiva? Quel dubbio ancora non era sparito, ma
accadeva ancora che la vedessero quando invece erano insieme, missioni
o meno, essendo ormai amici da stare più spesso vicini.
E ancora, sebbene a Kianta piangesse il cuore
indossare seta di prima qualità, sapendo che di sicuro era
stata
fatta non da bozzoli di baco normali ma
da quelli stufati per uccidere l'animaletto, e non avere alla
fine un
rotolino di seta rotto per la fuoriuscita dell'insetto. Lei preferiva
capi creati con i bozzoli anche bucati, non le importava la
qualità o pregiatezza, la seta era comunque
seta, e uccidere un animale solo per un filo intero e intonso invece di
vari spezzati, la rendeva triste. Eppure le piaceva
indossarlo
camminando nei giardini quando non riusciva a dormire e molti si erano
presi la strizza perchè con le luci basse e calde, quindi
non
come uno stadio ma con pozze sparse di luce e attraverso gli
apparecchi, seguivano la figura strana per il mantello che era
diventata lo spauracchio di molti. Kianta si infuriava, sebbene da
quando la andava a trovare la sera non era mai uscita per
quello, perchè
secondo lei aver paura di ciò che è morto era
inutile,
erano peggio i vivi dei morti, anche se si parlava di zone infestate.
Non l'aveva mai vista girare di notte e capire cosa vedessero gli
altri, odiando avvisare di
cosa faceva, ma se la rideva comunque perchè molti avevano
paura
quando lei perdeva la pazienza o si incavolava. Vederla come spettro
spaventoso era assurdo.
Lei pareva non aver capito che fosse sveglio, se avesse notato che si
era addormentato, e invece di vedere l'ora, Gask
portò gli occhi sul
tablet dove aveva visualizzato le parti scritte dei Resoconti. Sembrava
che Kianta fosse di malumore, vedeva la sua
schiena e basta, notando quando metteva il bocchino in bocca ogni
tanto, alzando la testa per fissare i lfumo che diventava evanescente,
e aveva la sensazione che non fosse solo impedita nel dormire .
Così per un
pò non fece che guardare il pad e osservarla, riportando gli
occhi sullo schermo.
Alzata di occhi verso la schiena di Kianta. Iniziò a leggere
comprendo solo parti di tutto ciò che cèra
scritto, come
se sovrappensiero.
Alzata di occhi.
Alzata di occhi.
Alzata di occhi.
<... se la vita fosse un film sarebbe meglio, potresti sceglier
il
finale, come si svolge. Potresti fare un sacco di cose che la vita non
ti permette. Tu ora fai solo l'attore, ma il ruolo non te lo
sei
scelto mica tu, quindi sognare è un modo per andare oltre,
quell'oltre che la vita nega o blocca perchè non sei
omogeneo...
Potrò mai pensare e dire -𝘗𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢
𝘪𝘯
𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘮𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘷𝘰𝘭𝘶𝘵𝘢… 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘦
𝘧𝘢𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘢?-
cambiare e migliorare sono due cose diverse...
gli esseri umani possono cambiare le loro vite cambiando le abitudini
mentali....tutti i significiti, tutti gli obiettivi, e ogni cosa che
sia stata mai desiderata ...torna adessere dispersa >
Alazata di occhi.
Alzata di occhi.
"Pazzo è vivere come una nullità, pazzo
è farsi
umiliare e farsi calpestare per il pensiero dell'educazione senza usare
astuzia ed elegante strozzagine come fanno molti...,
trascinarsi
in una miserabile esistenza quando hai un lupo chiuso nel tuo corpo e
la chiave per liberarlo ma non puoi o in mezzo alle persone non.... An
invisible wall suddenly appeared.... la vita fino ad allora
era
stata vuota, ma non perchè mancasse lui ,ma
perchè mancava la vita stessa. Nessuna scelta, ogni
istante
di vita programmato e forse, cosa peggiore, la consapevolezza che tutto
poteva cambiare ma nessuno avrebbe fatto il primo passo... Strano come
il tempo abbia due modi differenti di scorrere, la
velocità affrettandosi a raggiungere il futuro
perchè tu
vi sia catapultato e la lentezza con cui cerca di staccarsi dal passato
ma non riesce neanche a pagarlo... la vita deve stare così
stretta, devon odesiderare la morte come la cosa più bella
del
mondo, così tanta disperazione da chiedere come merde di
morire
e finirla lì...>
Alzata di occhi.
<...tu non vuoi essere felice? A me basterebbe anche una normale
felicità, aver eil necessario per star bene e fare del mio
meglio per fare qualcosa per il mondo che io stessa dovrei vivere...
perso la speranza di vivere perchè estranea al
mondoesistente, e
parlo sia dell'ambiente che del resto fuori a dove...
Odiare tutti i religiosi perchè per le loro mancanze si
rifugiano in speranze fallate, nelle parole di testi inventati da
pastori e ripresi per dare una morale alla gente scema. peccato... che
seguiamo come umani nel vissuto giornalmente, ci sia qualche altra
cosa, al di là delle legge, che no nsi dovrebbe fare e
questo
perchè siamo Umani... Dovremmo essere oltre ma al gente lo
mischia con le leggi divine, di Dei che sterminano i -loro nemici- che
poi altri non osno che altre persone che vivono in modo diverso, basta
che non rechino danno, e non credono in quel loro dio---- non
cèra bisgno della religione per esser e moralmente giusti...
non oddisfatto il minimo di quello che volevo vivere, sentirsi
insignificante. NOn superare i quaranta anni, accettare la
morte
come una cosa naturale da anticipare....no speranza di
vivere,
semplicemente niente fattori meritevole per continuare...e
odiare
ancora di più chi faceva capire che si era egoisti
a
pensare per se andandosen... soffriew così tanto tacciati
di ignobiltà, affermando di pensare prima a chi
restava>
Alzata di occhi.
<...Ti prego gli vorrei dire, se esistesse, dimmi qualcosa che
possa
portare con me per sempre perchè sia di conforto sapendoti
esistente, non importa in che piano, ma perchè possa
pronunciarlo e sentirti accanto come se la mia anima fosse una sola e
in pace... dietro ogni persona cè una vita che non gli ha
lasciato scelta... l'arte è prima di tutto un godimento...
un
urlo nel silenzio, se si spegne ma il suo eco rimane nella mente,
fino finendo per restar solo col ricordarlo, e
così diviene eterno... Ora capisco. Se
voglio vedere
qualcosa, devo solo aprire gli occhi. E
mi rendo conto che tutto quello che ho davanti fa parte di qualcosa di
importante. Anche se vederlo è ... molto
doloroso...>
Alzata di occhi.
<..Tutti dicono che l’amore fa male, ma non
è vero. La
solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Sentire una perdita dentro fa
male. Tutti confondono queste cose con l’amore, e fin qui ok.
Ma
poi iniziano a dire l'amore è tutto ed è la cosa
meravigliosa. NO, il troppo amore può far male,
così
tanto... per quanto cerchi di arginare,
succede ciò che deve succedere, ineluttabilmente! E io sono
una
persona che non si arrende.. e dico ciò per esperienza... Mi
domando il quarto come dovrebbe essere, alla fine. Così
assurdo
eppure reale, e non immagino l'aspetto...>
Alzata di occhi.
<... e la manifestazione del contenuto
della tua coscienza , cioè è quello che tu sei
...
è scritto in ognuno di noi, nelle nostre cellule
cerebrali dall' origine della vita fino ai nostri giorni ,
cioè
la memoria delle esperienze. Vissute....e che si
manifestano in ognuno di noi attraverso le gioie, dolori , ansie ,
inquietudini , paure che sono il contenuto della nostra coscienza e che
fa di noi un essere umano . Anzi la singola e unica persona,
irripetibile in una nuova Personalità che dovrebbe
ricominciare
da capo... comprenderle , e se
possibile andare oltre....un susseguirsi di causa -
effetto, causa - effetto , come un oroborus e si cerca la
possibilità di uscire da questa catena , attraverso la
conoscenza di sé...ci rivelerà il
perchè
della nostra esistenza . Ma conoscere se stessi è molto
difficile .... Il destino non esiste? ... Quello che
noi chiamiamo presente è in effetti a demarcazione del
passaggio tra i due stati, e questo istante effimero si manifesta nella
più totale oscurità, facendo si che tutto
ciò che
ne scaturisce... quando li
elaboriamo, percepiamo, sono già passati. Vivere,
è
percepire il passato del nostro futuro...Pax et bonum>
Alzata di occhi.
<... Infatti, perché gli umani sono portati a dare
la colpa al
qualcuno, E un modo per scaricare le colpa al destino, quanto noi siamo
liberi di decidere cose e spagliato o giusto, senza esserne prigionieri
del destino... In qualsiasi circostanza della vita, la cosa
più pericolosa da fare è stare immobili...
Ognuno è artefice del proprio destino... l'ego, è
l'unica
cosa che ti impedisce ti esser everamnete libera, ucciderlo..
alcune cose prescindono da tutto ciò che si faccia.... Sono
punti di vista....>
NOn riusciva a capire niente, tutto gli ballava davanti e ogni frase
non gli entrava in testa. Così sbuffò e fece
slittare i
l dispositivo di lato, guardando il tetto decorato. Voltò la
testa a guardarla, non si era mossa di un millimetro se non il braccio,
per fumare.
"Esprimi un desiderio."
Kianta voltò solo la testa col mento verso la spalla,
cercando
di raggiungerlo con chi occhi ma non per guardarlo. Faceva sempre
così quando voleva dimostrare di dare la sua attenzione ma
non era di umore neutro o felice.
"Per fare cosa..."
"Immagina di voler qualcosa, un desiderio che vuoi realizzare che
vuoi... quale sarebbe? Immagina che sia io la stessa cadente" ridendo,
facendo ballare anche il letto nel seguirlo
"E se non avessi niente da desiderare? Voglio dire... E se avessi tutto
quello che ho sempre voluto, desiderato? Tu sai che io sono nata di
fatto pochi mesi fa... se dici di dover scegliere..." scuotendo la
testa "perchè lo
fai, se mi hai anche osservata come hai specificato? E tu sai che non
mi piace questa cosa, constatando che tu sei maschio e mi infastidisco
per questo..." mentre la vedeva muoversi per mettere nella pipa altri
elementi, chiedendosi cosa avesse scelto
"Allora desidera che non cambi niente. Come non detto, volevo solo..."
"le persone... hanno il brutto vizio di credere che osservando qualcuno
con chissà quale motivazione, allora conoscono la persona...
ma cè più di questo. Tu vuoi essere mio
amico,
eppure mi fissi come un gufo per capire e avere le risposte alle tue
domande. Ma questa cosa si costruisce col tempo e tra persone giuste...
Non esistono segreti tra noi e loro, riescono a comprendere tutte le
nostre emozioni, anche se facciamo di tutto per nasconderle.... CApisci
cosa intendo?" rivoltandosi in quel modo
"intendi il concetto di essere amati per quelli che si è, e
più precisamente, di essere amati nonostante quello che si
è?
"chi... chi mi mostra considerazione di affetto come dici tu?" fece lei
rimarcando un vecchio discorso
"... amare quello che c'è, quello che non c'è non
c'è..."
"La smetti di ripetere frasi sentite? Sto parlando seriamente e voglio
che tu lo sappia. Il fatto che ho ammesso che non ti odiavo e alla fine
non mi davi fastidio, non ti deve portare ad alzarti su
chissà
che piedistallo. Ti ho ascoltato tra le rovine, ho accettato i miei
sbagli e ho chiesto scusa. Tu hai iniziato a far pressione per essere
amico e sei finito per piazzarti qui con la scusa di farmi
compagnia, perchè sto lontano da tutti... avrei dovuto farti
stare sul
divano, invece di cedere... e poi sono cattiva, per tutti!"
"Andiamo, ti voglio bene..." fece lui con un sorriso ma lei rise
alzando la testa inditro
"Devi ancora imparare molto su di me... da prima del ME ad ora..."
"Parli di Lia? Il fantasma dello Chateau che fa tremare tutti? Ha la
sua storia ma..."
"per lei in parte non doveva accadere, come se io non fosse mai stata
qui. Ma Milan disse no, come lei aveva ceercato di ridare
ciò
che spettava agli inutili e invisibili, le disse che avrebbe vissuto
nella parte che tutti lasciavano ancora accettata e presente. E da chi
non voleva figli e il senso di eredità che tutti invece
pensano,
è davvero tanto! Ma non cè solo questo. Tu pensi
di
conoscermi, spiegami allora innanzitutto perchè lei non
voleva
essere ricordata e voleva andarsene..."
"...Mh, parli del senso di essere nonostante non volesse ancora
presente,e molto, in tante cose?DA quello che ho capito,
spero di
riportarlo bene... quando il mondo
diventa troppo crudele, allora ci rifugiamo in un uno nuovo, dove siamo
veramente noi... può essere un rifugio o potrebbe essere un
inferno, può essere il paradiso, può essere una
condanna.
Importante è aver conferito a questo mondo un significato...
era
attaccata a quell o che rimaneva della sua suoa zona di confort,
incapace
di lasciarsi il passato alle spalle, spezzandola. E sul perdere e di
perder ogni cosa... Conosceva i domani che non sapevano come fossero, a
causa dei giorni che passavano identici, e ormai conosceva
come
tutti
uguali. NOtte agognate per scappare nei sogni, cnotro i giorni composti
da smarrimento, stanchezza e dolore e sonno. Per dimenticare
ma
acnhe scappare e costruire e un altro luogo per
lei.E lo faceva con dissociazione della personalità, per
sfuggire alla realtà in cui non risconosceva se stessa..."
"Mi auguro non sia solo ripetere a pappagallo. E io, perchè
esisto?"
"Per essere una nuova lei da zero, perché rinascere vuole
dire costruire.."
"Sembri una scolaretta... che dici di me, veramente?" guardandolo
girandosi col busto
"Dipende dell'argomento. Io penso che tu creda in qualcosa, e che
può diventare realtà. Se qualcuno crede che
esista il
posto per sè, allora senza dubio quel posto esiste e
può
trovarlo... come per Lia, magari se trovi il tuo posto in cui credi
davvero, tutto il tuo passato come fu per lei se riusciva, sarebbe
sfocato, diventando fumoso in confronto all'importanza del tempo che..."
"Cosa... perchè tu sei qui e tutto cambia? E' questo che
stai
dicendo? Hai fatto cosa, parlato con Milan? perchè mi sembra
un
dialogo dei loro..."
"Ti giuro che non è così... l'ho letto e mi
è
sembrato che, non so, fosse lo stesso per te. Come se nulla fosse
cambiato... fino a quando qualcuno non ti ha accettata..."
"Smettila..."
"Sto dicendo sul serio. Forse non sei abituata a parlarne e con tutti,
ma ascolta. So bene che hai dei problemi interiori, ma non devi per
forza affrontarli da sola. Se non ti piace aprirti è un
conto,
ma che non trovi nessuno con cui condividere e affrontare queste cose,
magari non è detto..."
"Ah, quindi cosa... ti stai offrendo per caso?"
"Non mi va quando hai quelle espressioni. E mi volti la schiena.
Preferisco quando sei tu che sorridi..."
"Nah..."
"Non credi che magari potresti affrontare la vita in modo diverso con
qualcuno vicino?"
"Fai sempre questi strani discorsi, ma parla tu, di te
stesso, per una
volta. Cosa vuoi esattamente? Siamo amici, ho accettato che tu venissi
a traslocare qui tra poco,questo sembra che hai fatto come se non
avessi una camera tua, perchè dici che entrambi ci
sentivamo
soli e potevamo passare del tempo tra amici. Peccato solo che tu sei
maschio e io femmina, per la maggior parte dell'umanità
l'amicizia tra sessi diversi non esiste, sbagliato, peccato che hanno
un punto che condivido. Alla fine la parte maschile desidera di
più, e ciò che vogliono tutti i maschi.
E non dirmi
che
non è vero, sei come una piattola per prendere le parole di
Legeia. Non sto dicendo negatività, ma facendo una
constatazione... ho l'impressine dall'inizio che tu non pensi come me
le cose, quindi cerchi di fare discorsi come con Milan e io, e prima
Lia, per giungere a un fine...peccato solo che con MIlan è
un
cosa, con te un'altra..."
"Quindi?" fece lui buttando i piedi più dal letto per
sedersi sul bordo del letto
"Te l'ho chiesto anche prima, tu cosa vuoi esattamente?
perchè
nonostante tu abbia una ragazza che io posso affermare con sicurezza
essere ottima come persona, nel villaggio vicino, che pare budino
quando andiamo là o viene a portare roba per gli scambi e ti
vede.... tu sei qui, invece di là con lei. E sinceramente
valutando pro e contro, con me perdi..."
"Quindi mi stai dicendo che dai valore alle persone e fai un
confronto...?"
"..." voltando nuovo la testa verso di lui ma non per guardarlo "NOn
scherzare. Ho già ammesso che odiavo la situazione creatasi
prima dal CApo, poi tu che vieni qui, il perchè
sopratutto, e poi
guarda caso appena parliamo dopo le rovine e ti dico che non volevo
ammettere le cose, il tuo Capo muore... Ho già detto che mi
dispiaceva di averti trattato male e con atteggiamenti di odio, ma
ancora adesso affermo che l'ho fatto perchè non mi piacevano
situazioni di cui non fossi sicura. Che vuoi che ti dica ancora? SI, da
quella volta che siamo visti dal tuo Capo e tu emulavi spiderman su
quella balaustra, sembravi come fuori posto per me, tra
quella gente.
Impressione, certo, ma anche dopo quando venne qui con te e gli altri
scagnozzi. Ma nulla, dissi, è solo che il tuo era diverso
perchè non eri ne di faccia, ne di atteggiamento ne altro
feccia
come loro..." fumando e osservando il fumo "poi Milan per parlarti una
mezz'ora o più quel giorno, decise che voleva che
fossi dei
nostri. Ma il tuo capo niente. E come per magia tre giorni dopo eccoti
al cancello. E poi facesti quella cazzata..."
"Lo so, è stato uno sbaglio..."
"Ma acnhe quella volta, l'odio che provavo per ciò che
facesti... non era commisurabile a tutti gli altri che ho portato
all'inferno e ritorno... " chinando la testa verso l'altra spalla "e
questa cosa mi faceva incazzare di più. Poi hai iniziato ad
essere ben voluto da tutto e fare i cavoli tuoi, nonostnante le regole
e la tua posizione, equiparandoti al livello di tutti senza dare il
buon esempio. E per Milan era tutto ok, ma trovavo assurdo che andava
tutto bene anche se le regole erano scavalcate. E' per le regole che
questo posto è quel che è... e invece tu e Milan,
con gli
altri, avete iniziato a comportarvi come liceali spensierati, facendo
come volevate. E il tuo continuare, e continuare a trattarmi
e
avvicinarmi, come se fossimo stati sullo stesso piano. Il
darmi del tu,
trattarmi come amici, come se ci conoscessimo, facendo il caruccetto e
tranquillamente pure davanti a tutti. E ancora di più, non
provavo fastidio quando mi stavi appiccicato sia come piattola nei
tempi normali , che quando Milan e Jd mi oblbigavano ad averti intorno
come ulteriore spalla. E quelle volte che ti sei permesso di toccarmi e
prendermi per un braccio... il nervoso che mi è salito
constatando che non mi dava fastidio, ribrezzo, schifo come per tutti
gli altri. E non capivo... E non voglio capire. Ecco perchè
non
sono contenta della cosa. Da quando mi sono svegliata ho assistito sia
vie ad etere, connesioni radio, multiple, satellitari, body cam o io
stessa di persona. Le cose che ho visto... all'inizio stentavo a
credere che l'orrore che vedessi fosse reali. Avevo letto e studiato
prima, la prima settimana, del mondo terrificante degli insetti e cosa
celano di orribile. Questo perchè volevo conoscere le
informazioni sulle api, le libellule che a Lia piacevano e
perchè... e poi cosa si annida in quel mondo! Ma quando vidi
le
azioni umane e a cosa portavano, non capì come potesse
essere
aneche miminamente possibile qualcosa... del genere. Per sapere se
anche la Personalità primaria aveva remore nell'accettare
tutto
ciò, lessi i resoconti, che sono esclusivi di pochi persone,
e
sconosciuti ad altri. E capì che, sebbene per molte persone
in
generale Lia potesse essere vista come dura, terrificante, un angelo
oscuro braccatore, in realtà faceva solo ciò che
nessun
altro faceva. Pulizia e sistemazione. E lessi le cos eche lei aveva
visto prima e dopo l'essere entrata qui...
"..."
" E vidi i video di prima, di cosa si celava nelle
registrazioni
delle missioni e incarichi, e che fosse tutto reale. Abusi e
torture,
trattamenti disumani e persone viste come oggetti da usare e gettare al
bisogno. Ma più di tutto fu vedere la verità
celata
dietro il termine sesso, e io non accetto verità addolcite e
nascoste. E osservai le camere nascoste mentre si perpetravano quelle
cose per avere prove e... compresi che questo mondo si regge su alcune
cose chiave. Potere, denaro, classicismo e sesso. Milan può
tentare quanto vuole ma per fare cosa vuole, è necessario un
arco di tempo adeguato perchè i soggetti malati, e intendo
nella
testa, cadano e spariscano, lasciando il posto a quelli nuovi con mente
non avvelenata. Ma anche lì è un problema. Le
menti
malate per il concetto della famiglia, crescono i nuovi, ammordandoli
con il loro schifo. E quindi, se non erano come me, scriveva Lia, a che
serve tutto se è radicato nella testa da avere nuovi cancri
nella società? Si era visto con la liberazione del suo paese
dai
fasci, cosa accadde! Tutti quelli che erano pro lo schifo che era stato
perpretrato, chiusero la bocca e ottenne tutti i benefici che
la
costituzione portò, ma dentro rimasero marci e crebbero
altri
marci, oppure creò gruppi, i nuovi fasci e altri nomi, e
così ancora oggi cè quello schifo in giro. Quindi
lei
stessa disse che non era auspicabile un piano come quelli di Milan nel
poco tempo, sarebbe accaduto come quella volta. E questo pensando in
piccolo, solo il suo paese... e ancora oggi noto come aiutando cinque
persone, altre cento continuano a fare il cavolo che vogliono come
fossero Re e Regina nel loro possedimento. E per essere gentile... Ma
più di tutto, mi colpì vedere la Casa
della Seta, i
padiglioni di quel posto e come fossero sciamati da tantissime persone,
più di tutti i settori dello Chateau. Il lavoro di Madame e
come
il concetto di amore e sesso deviassero le persone. Tanto. Anche Milan
ne
approfitta, ed essendo ciò che è non per quelle
donne
neanche un sacrificio. Ma resta sempre una cosa che se lo conosci, lo
cerchi. Io no, non mi interessa e non accadrà ciò
che ho
visto da quando mi sono svegliata ad ora, quello che so di
Rò e
cosa ho visto anche dal vivo, e come agiscono la quasi
totalità dei maschi nel mondo. Ecco
perchè ho valutato me e quella ragazza come due fattori con
i
pro e i contro. E anche se per i ltuo passato sei in parte come me, non
mi sembra proprio da cosa cerchi di fare. Corretto?"
"..."
"Non parli? QUindi ho ragione e come vedi, mi accorgo delle
cose, gli
altri pensano che sia svampita su certe cose e non veda. Devo sol
oringraziare, come fece Lia, che non sono fuori di testa da arrivare a
ciò, ma lo so e lo vedo. Ma i patti sono chiari e sanno che
gli
stappo la faccia se fanno qualcosa che mi urta. Ma tu, tu che sei
l'unico che non mi da fastidio con la vicinanza o toccandomi, mi porti
a tenere gli occhi aperti di più. Non voglio. NOn voglio
niente
di tutto ciò. Me ne frego se la gente continua a dire che
senza
provare, non si può sapere. Prbabilmente non
dovevo leggere i
resoconti di Lia, ma ho letto tutto ciò che la tormentava,
che
l'unico che non le dava fastidio, cercava di baciarla e male pure,
neanche un cane in quel modo, e toccarla e fare cose dicendo che era
dimostrare amore... E quando lei disse no, che non riusciva a trovare
niente di bello neanche se la baciava e toccata, anche solo
sulle
braccia o quando allungava le mani al seno, lei restava come a guardare
qualcuno che la aiuta che so, ad allacciarle le scarpe. E
così grida, accuse, l'amicizia buttata via per
questo motivo. Perchè non comprendeva
che lui
diceva di provare e che lei stessa doveva
sentire, e quei desideri che
diceva tutte provano e che dovevano essere in lei. Non sei come le
altre, devi fare come le altri... e via così. Ecco
perchè
alla fine lei disse basta. Lei non perdeva niente, così come
è accaduto con tutte le persone che ha conosciuto, quindi
addio
Rò. Trovati qualcuna che ti soddisfi come vuoi, vuol dire
che
non mi amavi veramente e volevi solo i desideri delle persone medie,
così scriveva. E io non so se è una cosa profonda
come
dice Milan, o per ciò che ho scoperto
dell'esistenza umana nella
società là fuori, le leggi orribili, ma non ho
alcuna
intenzione di accontentare nessuno per quello, se non sono io a
sentire, provare , volere qualcosa. Per questo io con un corpo che non
può amare, non ho nulla da dare rispetto a quella ragazza,
perchè tutti tranne quelli come me, alla fine, voglio le
cose
base della lista della spesa. E' così per quasi tutti. Io
no, e
non esisterà nessuno che mi farà cambiare idea.
Ecco
perchè è da un pezzo che ti dico di valutare
quale ti
conviene di più, infondo, è sempre
così, no? I
legami sono tali quando convengono..."
"Ma tu non credi in questo, altrimenti non ci sarebbero quelli che
chiami amici..."
"Gli amici che io definisco tali lo sono perchè so, SO, che
lo
sono... e perchè non mi vedono come persona che serve. Come
fu
per Lia, come fa Milan anche se non lo ammette, che vede le persone
come gradini da usare per continuare il lavoro. A parte Madame e altri,
ha persone amiche, ma tutti gli altri, anche Lia e io che lui lo
ammetta o meno, siamo pedine. NOn a caso dopo una manciata di giorni mi
disse che voleva affidare a me tutto ciò che aveva prima
dato a
Lei, perchè non cèrano altri così di
fiducia e
senza desideri di potere, denaro, interessi egoistici e personali..."
"Ma io non ti vedo così, o non sarei qui.."
"Ah-ah!! Ripetilo di nuovo quando cerchi di abbracciarmi o strofini la
guancia contro quella mia, come se volessi fare altro. Non
è da
stronzi pensare che prima o poi inizierai a fare come tutti e
pretendere, rovinando tutto perchè vuoi altro. La triste
verità della vita è che gli amici di
sesso diverso
ci
sono, esistono e hanno più profondità di legame
di una
relazione amorosa. Ma poi partono gli ormoni, o meglio si segue
l'organo sessuale, si vuole quella persona
in toto, tutta, e se non la si ha , si inizia a dare di matto rompendo
le
scatole, affermando di soffrire d'amore e altre
ameneità.
E pure
l'amicizia, andata... Io non ho niente da dare, non ho coscienza di
cosa provano gli altri, non lo comprendo e non ho intenzione di
sopportare l'idea di far fare cosa si desidera, vedendomi
come un
oggetto per soddisfare i desideri degli altri. NOn sono qualcosa che si
desidera per sfogare gli istinti, come prostitute, siamo persone e so
ormai che appena finisce tutto l'iniziale, cade l'interesse e si
finisce per cercare altrove, mandando a quel paese tutto i lresto. E io
non ho intenzione di abbassarmi per compiacere nessuno, di lasciare
fare su di me perchè tutti dicono che amare è
compromesso, di vivere legami rotti per la bassezza data dal sesso, non
ho niente da dare alle persone. La verità di queste cose
è là fuori, nella vita di tutti i giorni. persone
che
dicono e altre cose da glicemia, poi
dopo che hanno
scopato
per qualche mese o anno, arriva la noia, il sentirsi stufi, il capire
che oltre il sesso non cèra altro come doveva esserci e non
sentendosi ma si scambiasempre i ltermine con
o desiderati, ecco che una relazione finisce...
questo
è amore, non Amore. Quando due persone non accettano
qualcosa o
comprendono di aver seguito solo l'uccello o la favoletta del principe
azzurro amore eterno..." scuotendo la testa fumando "inizia lo sfacelo
e non sono più persone, ma bambini. L'amore, rispetto
l'Amore,
rincoglionisce perchè si diventa peggio dei bambini, non
persone
adulte che accettano che le cose finiscono, che cèra solo
sesso
e non cè più niente da collante... idioti! E
invece di
fare come tutti gli altri,
sto da me e basta. NOn ho problemi. Non voglio sentirmi come accadde a
Lei ma anche a tutte le donne che abbiamo aiutato... per me gli ormoni
e il sesso distruggono l'umanità, per questo si è
ancora
allo stato animale con i comportamenti...:"
"Dì piuttosto che non ti fidi e temi una sofferenza a te
sconosciuta che..."
"Oh, è diventato filosofo... " facendo cgesti con la testa e
le mani seguendo il suo discorso
"Se io sono qui, significa che siamo amici. O sarei lontano come tutti
gli altri, visto che si contano su una mano le
persone che sono
arrivate al tuo salottino. A me sembra più che altro, oltre
ciò che hai detto, che hai terrore di qualcosa che non
conosci e
dell'essere usata. Se siamo amici..."
"Appunto, siamo amici." fece lei alzando l'indice della
sinistra "Io non lo voglio, non voglio... se con gli altri
sono stata chiara e ho messo i paletti è perchè
ritenevo
fosse necessario da subito. Con te la situazione è diversa,
e mi
sono resa conto che sebbene affermi di essere come me su quel senso,
non è così...."
"Ho capito, non è così. Va bene. E
qualè il problema?"
"L'ho già detto. E' chiaro che tu in verità non
sia come
me, o sbaglio...? Ecco perchè trovo assurdo che tu passi il
tempo qui con me, invece con quella persona..."
"Perchè dovrei passare il tempo con quella persona? "seppure
non
la vedesse, Kianta aveva sospirato e chiuso gli occhi con una smorfia,
grattandosi con il pollice una zona della fronte mentre con le altre
dita teneva la pipa
"Non so, conoscerla? Fare le cose con lei invece che con me, che
avrebbe più senso? Non so, conoscerla meglio, inquadrarla,
vedere in toto il suo
carattere e vedere se è quella per te... sai, le cose
classiche
delle persone classiche..."
"Quindi se io volessi prendere il book dei disegni e mettermi con te
per imaparare le cose con i disegni e giocando a indovinare, dovrei
invece farlo con lei?"
"Quello lo facciamo per imparare meglio le lingue conosciute
dall'altro. Per scrivere meglio e imparare dalle figure che l'altro
fa... per molti è infantile, invece funziona benissimo con
gli
adulti, ma perchè siamo amici e stiamo giocando per
imparare..."
"Smettila, abbiamo passato belle ore, è stato
divertente,
sereno, anche quando mettevamo in palio dei premi... vuoi dire che
cancelli tutto questo?"
"NON HO MAI DETTO QUESTO!" urlò lei di botto voltandosi
sempre a
quel modo senza vederlo in faccia "Ho solo detto che io ti ho aiutato
come volevi, ti ho dato una mano per cosa hai deciso di fare con la tua
nuova vita. Non nego ne cancello nulla, non sono quel tipo di persona.
Eppure, i momenti felici, quelli che relegano a un vago ricordo
acquerellato tutti gli altri e i brutti, dovrebbero essere con la
persona per te, quella che ti accompagnerò fino alla
vecchiaia,
come tutti. Per tutta la gente là fuori è questo
che
tutti cercano... E con la persona per te, intendo quella che amerai e
ti
darà ciò che alla fine desidererai, un giorno.
Per questo
trovo strano che tu ormai tutte le sere venga qua, passi del tempo con
me invece che con lei e un ambiente che magari possa trovare migliore.
Dipende da te capire qualè il tuo posto, ma devi anche
riconoscere le persone in cima da tenere nel cuore... Prima chiedevi
quale era il mio desiderio? Bene, te lo dirò ma voglio che
tu
passi del tempo con quella ragazza e provi comè essere un
uomo
normale. Se lo prometti e lo fai, te lo dirò"
"OK, prometto. Lo farò. Se è questo
ciò che vuoi..."
"NO! Deve essere qualcosa dentro di te, a voler provare ad
essere amico
e magari di più con una persona meritevole. Devi sentirtlo e
farlo. Non mi interessa se prometti e l ofai solo perchè te
l'ho
detto. Il mio è un consiglio , ma quella francesina vale la
pena
di essere conosciuta. Ora che sei libero da lui, guardati intorno, non
è detto che tu debba essere sempre e solo un soldato
perchè lo sei da sempre. Apri gli orizzonti, come facciamo
con
le persone che aiutiamo, e poi sono loro a sentire dentro di
sè e
capire quale è la strada che va bene a loro e da un senso a
giornate e vita. E' qualcosa di più del solo passare il
tempo...
devi essere tu a decidere di andare da lei e conoscerla, non
perchè te lo consiglio e lo fai. Odio quando la gente dice
che
ti vuole bene o ti ama, e fa cose che tu non volevi ne che
facesse, ne
fatte solo per te... io non ragiono così, non esiste che si
facciano cose perchè magari quella persona vorrebbe o..."
"Cosa cè di male? NOn è comunque una forma
d'amore?" fece
lui, con i gomito sulle cosce. Kianta sbattè la testa della
pipa
sul posacenere forte, la riempì e accese di nuovo
"Il troppo amore fa male. L'amore malato è come un tornado
distruttore.
Affermare di aver fatto qualcosa per amore per qualcun altro, peggio se
questa non volesse o non in quel modo, non è amore. E' agire
con
la propria convinzione..."
"Ok..."
"E comunque, anche se è divertente passare del tempo
insieme,
momenti che valgono, è bene che scindi le due cose. Una
è
la tua compagna di vita, l'altra la tua compagna come amicizia
profonda. E' esattamente come se uno dei due o entrambi non possono
avere
corpi che possono amare e va bene così, come le coppie che,
anche senza figli, vivono e condividono con il cuore tutto, non importa
se sterili o meno. Amare e accettare una persona non importa se ha
corpo fallato, difettoso o altro... l'Amore non è come
l'amore
pensato da tutti. Ecco perchè il mondo là fuori
è
una merda..." tirando una boccata "Persone che hanno amato e si sono
sentite amate nonostante tutto, non importava, bastava il legame che li
univa che oltrepassava il resto... Erano loro ciò che creav
ail
legame, figli o
non figli, hanno vissuto in felicità e dando ad altri,
riempoiendo i ricordi e il cuore di momenti che niente e nessuno
può cambiare, cancellare, sovrapporre con altri. Per me le
cose
vanno così, il sesso per chi lo sente e prova, è
solo
passatempo o per figliare. Perchè alla fine, tranne rare
coppie
come quelle senza figli ma nulla ha cambiato loro e il legame, il sesso
unisce come allontana, fa da collante per poi agire come due calamite
con lo stesso polo. Niente di più. Infondo, qui e fuori, con
Madame, commerciamo in piacere, lo vendiamo e proponiamo, pulito e
corretto, ovvio, ma è sempre un passatempo e un modo per
assecondare il corpo. Il corpo ha bisogno di certi ormoni dati da
alcune situazioni, uno tra questi il sesso, ma una volta svolta la cosa
finisce lì, gli ormoni prodotti sono in circolo e tutto
finisce.
Si rifà solo se cè un partner che sessualmente
aggrada,
sopperisce alle mancanze e alle brutture della propria vita,
è
uno svago quindi, unito agli ormoni. Molti chiamano l'amore anche
magia. Non cè amore senza sesso. Ma quando la magia finisce,
ecco che si diventa nemici se si è adulti altrimenti merde,
tutto viene cancellato solo perchè
non ci si sente più attratti e si ha ciò che
serve per il
piacere. Ed ecco che tutto si rovina. Nel mio caso sarebbe solamente di
accontentare l'altra persona stando ferma e far fare... niente di
più di questo, perchè come Lia, io non provo
niente...
neanche a piangere in cinese. E sarebbe come... essere un oggetto e
niente altro, perchè se dovessi darci, ci prenderebbe
più
l'altro che io, e magari finirebbe come con Rò..."
"..."
"... QUando non ci fu
trippa per gatti, si incazzò e se ne andò non sol
odalla
stanza, ma proprio al piano di sotto, come se... lasciamo stare. Ho
visto scene del genere qui e da Madame, una volta finita la cosa,
ciaone, eccoti quanti vali per questo tempo. Poi legami e storie con
sesso dove è finita a litigi, gelosia, colpa buttata
all'altro
perchè non si è dato abbastanza. ... che frase
orribile. Un modo più
delicato di
dire
che non ti ho scopato abbastanza da sfogarmi appieno... prima di
stancarmi
e cercare il brivido altrove, visto che non condividiamo niente. L'idea
di coppia in ambito sessuale mi disgusta, trovo penoso per
quei
poveri
animali, tutti, obbligati ad accoppiarsi soffrendo. Quanti tipi di
accoppiamento e la maggior parte dolorosi e non voluti, sottomettendosi
agli ormoni. E come fanno accoppiare gli animali sia da noi che
ovunque. NOn li leghiamo alle zampe, li lasciamo fare soli in una zona
apposita invece di incaprettare la femmina... a solo ricevere e
sopportare, e incitare il maschio... ma è
disgustoso
vedere ciò e affermare come dicono in molti che gl ianimali
fanno l'amore. Non fanno l'amore, scopano obbligati dagli ormoni,
basta. Che volgarità mischiare un atto dovuto con uno
consapevole e voluto. Così come l'obbligo,
perchè
questo
è, di mantenere un legame con qualcun altro se la dai e lo
soddisfi, altrimenti scappa nelle tane di tutte le altre disponili. E,
ovviamente, di nascosto. E fiducia, promesse, tutto i lresto
che
finisce nell'umido e mi confermano la realtà delle cose. La
persona è amata se dà... ed è quello
che l'altro
si
aspetta e vuole. La cosa divertente è che in discussioni del
genere quando inizio a parlare di figli e nipoti che non accettano come
sono visti e modellati dagli adulti, altrimenti vergogna e
disonore, che
se non fai scopare l'altro sei frigida e stronza... non sanno che dire
se non <è così, l'amore è
questo, è una
relazione di coppia con compromessi e doni da fare>.... E se
non mi si accetta per come sono, per cosa sono, per cosa posso dare e
cosa no, là ci sono tante femmine, perchè alla
fine quest
aè la questione, se la fammina dà o meno,
altrimenti non
sei persona e si passa alla prossima, che sono disposte a sistemarsi,
come si dice ancora, basta che l'uomo abbia lavoro sicuro, e bla bla,
le solite cose. Io non scendo a compromessi, io non cambio le persone
se non per il benessere generale della Comune e per loro stessi... ma
non parlo di cambiare come fanno altri che diventano che so come
Milan... io parlo di cambiare modi e regole per un bene proprio e di
tutti sia dentro che fuori, e comunque si diventa
più umani di là fuori, io non accontento per non
perdere
nessuno dal mio fianco, non accetto rimproveri o accuse di non
dimostare amore o affetto... con me non funzionano queste
cose, perchè non ho bisogno delle cose base delle femmine
umane
comuni. Niente figli,
niente bisogni sessuali, niente stronzate da principessine..."
"..."
"E'
divernte come ci siano persone come me e poi gli incel, mondi
totalmente l'opposto..."
"Cosa?"
"Niente, pensavo... resta il fatto che questa è la
situazione.
Io comunque non accetterò, non mi piegherò, non
permetterò che niente e nesusno cambi cosa sono dentro, non
come
mi vedono gli altri e si aspettano che io sia...Devi sentire dentro di
te cosa scegli veramente e cosa vuoi. Da me non
ci sarà niente, niente, anche perchè ho cose
più
importanti a cui pensare. Io ho un concetto dell'amore diverso,
totalmente diverso dalla massa di idioti là fuori. Per me
AMORE
non è solo quello tra consaguinei che vedono nell'altro la
successione di se stessi o il classico amore puro e vero di maschio con
la femmina, con cui intortano le bambine da piccole. Nessuno ti salva,
non cè nessuno per te, e mai ci sarà, a
meno che tu
non li
tratti come vogliono e non la dai... siamo in pochi a considerare
l'amore così come il concetto di famiglia, totalmente
più
grande e profondo. nel mondo cè solo due, massimo tre tipi
di
amore. Tra uomo e donna, tra madre o padre e figli, tra nonni e nipoti.
Gli altri per gli idioti là fuori, sono solo per casi
particolari e tutti i tipi di amore sono
snobbati come non validi o non profondi. Ecco perchè per la
gente io sono strana e fuori dalla logica... peccato che
così io
mi senta umana, col passo evolutivo e invece... sono derisa per
qualcosa che dovrebbero fare tutti. Per i religiosi l'amore tra
credenti è quello di veedre gli altri come uguali, fratelli
come
se avessero legami di sangue. SAi cosa è ridicolo?.... Che
le
parole sarebbero anche buone se non valessero come carta nel vento.
Dicono che si deve vedere l'altro e amarlo come sangue del proprio
sangue e poi vedi gente abbandonata a se stessa per strada, orfani
perchè sdi deve figliare comunque e l'aborto non deve
esistere e
poi sono cazzi loro, immigrati perchè non hanno un posto
civile
e sicuro dove vivere, gente considerata come appestata... Meno male che
hanno un credo d'amore! E'
raro che qualcuno che considera questo concetto come facciamo noi, lo
metta in pratica e smetta di giudicare altri con i classici elementi di
. Nessuno ama, nessuno porge la mano con
affetto,
nessuno merita di essere considerato umano! Quando l'intesa sessuale
finisce, qaundo non ci si sopporta più, quandi i figli non
sono
come vogliono, tutto finisce in litigi, fin ad arrivare al peggio... E
la cosa divertnte è che additano me come sbagliata che non
capisce l'amore.... amore significa abbassarsi a compromessi, questa
è la verità, perchè se non lo sente
anche l'altra
persona, si finisce per essere sempre colpevolizzati di non dare
ciò che pensano sia di diritto, e così
facendo io
dovrei
fare la bambola gonfiabile e basta, non provando niente come tutti...
E... non accetto l'idea della relazione amorosa come le vedono tutti.
Accetto l'amicizia, la fratellanza, l'amicizia speciale come noi due
che alla fine sia complementari per tante cose ma non sul resto. Quello
lo lascio a qualcuna che concepisce come voi il concetto di amore
relazionale classico, e può darti cosa vuoi. E ora
mi sto
anche
stufando, inizio a ripetere queste cose e sempre, ma ho
l'impressione
che non venga ascoltata, facendo di fatti, cosa tutti facevano con Lia.
Non la ascoltavano, non comprendevano cosa pensasse e desiderasse
veramente obbligandola però, a fare cosa per tutti
sarebbe
normale. E chi soffriva veramente era lei, perchè
tutti
gli
altri potevano cercarsi soggetti che mostrassero cosa si aspettavano e
volevano... Non ho voglia di soffrire perchè so
che per chi mi circonda e dice di volermi bene, cè una zona
dove
non ci sono io che gli interessa e vuole solo quella. Se fosse stato
per me, avrei tolto tutto e chiuso tutto, ma come fu per Lei nella
società là fuori, non era pensabile.
e per me
idem,
andrebbe contro i risultati di draper e stoddarde.
Ma questa cosa comunque fa parte dei problemi, quindi non posso mai
metterla da parte..."
"Cosa ti crea problemi?"
"..."
"Andiamo, siamo amici..."
"..." fumando con lentezza "A te sta bene i due nomi che ti hanno dato?
Egheo e Gask. Non sono nomi che ti sei scelto. Li usi perchè
te
li hanno dati e ti identificavano con essi... i nomi sono importanti,
necessari, determinano la cosa, la..."
"Io mi sento questi nomi, alla fine sono diventato cosa sono e non
trovo il motivo di cambiarli. Mi riconosco in questi.." alzando le
spalle
"Bene..."
"Cosa non va con il tuo nome? E' particolare e alla fine ti sta bene"
"..." fumando "tu sai perchè mi chiamo così?"
"So solo che è il tuo nome di quando ti sei svegliata..."
"Il nome deriva da Project Kianta. Era il nome che era stato messo al
test che David fece su Lia. L'unico settorializzato a solo una parte
del cervello, specifica, per cancellare quelli che erano i ricordi di
vita, per non toccare gli altri. Linguaggio, apprendimetno, umore...
prima lavoravano su tutto il cervello, ma per provare questo
esperimento avevano bisogno di qualcuno che non temesse qualsiasi
risultato, buono o brutto. Lei desdierava una cosa sola, Milan le aveva
promesso che se non vi fosse stato nessuno che la amasse da
accompagnarla sulla soglia dell'Oltre, lo avrebbe fatto lui. E poi
David, che voelva provare seriamente la cancellazione settoriale. E lei
disse, ok, perchè no? Qualsiasi sia il rischio, io non temo
affatto la morte, anzi. E così studiarono per bene tutto,
chiamandolo Progetto Kianta perchè era un nome che
girava
a Lia da tempo e finì per andare lì... all'inizio
David e
Milan le
chiesereo se volesse dare un nome alla personalità
secondaria,
così che con il nome avesse una sorta di riconoscimento come
persona già dall'inizio. E lei non sapeva che nome dare,
perchè significava assegnare un'identità alla
nuova se
stessa, accettando che l'idea di Milan che fosse una sorta di figlia,
si realizzasse con una sorta di battesimo, possiamo dire... I nostri
battesimi sono diversi da quelli delle altre religioni, non purgano dal
male originale o simile... ma Lia non sapeva che fare. Aveva vagliato
molti nomi, e per una discussione con Milan sempre su lfatto che per
lui lei dava la sua vita per una nuova vita, come una figlia, lei
sbottò qualcosa tipo . Altre discussioni, alla fine Lia
mise
fine
alla cosa affermando che Kianta sarebbe stato il nome del progetto,
essendo lei la prima a testarla, e così rimanesse
per
tutti gli
altri soggetti. Solo il nome del progetto. Quando mi svegliai non avevo
un nome. Mi davano solo del tu, o con l'identificativo Kianta. QUando
mi chiesero se volessi scegleire un nome per legittimarmi, essere
riconosciuta come una persona con un identificativo... riconsocere la
mia esistenza come tale. Sebben il corpo fosse identico, questa di ora
è diversa dalla Lia originale.Lei non aveva un posto che
riconsocesse tale. Diceva sempre . Ma
anche
quando venne qui, dicendo lo stesso non perchè non si
trovasse
bene, ma perchè si sentiva smarrita così tanto da
non
riuscire a legittimarsi comunque... "
Fece una boccata più profonda, mentre si udivano vagamente
voci che dovevano essere di sotto o per le ronde.
"... Io conosco il mondo là fuori, so comè il
mondo
esterno. Considero questo il mio mondo, la mia casa, seppur so e sento
che per la gente io sia qualcosa di... lontano. non una di loro, alla
fin fine.Ancora ora, con me, sento qualcuno che non mi vede come loro
per varie cose. Con Lia perchè estranea e non una
militare... i
militari hanno questa stroznata del . Mentre io... rispetto a te non sono
una di
loro da stare in mezzo loro al di fuori del lavoro... Ma mi
sono
accorta come fu per Lia che ho domande a cui
ancora non ho risposta. Voglio sapere...< voglio sapere chi sono
e
per
quale motivo sono qui. Chi sono come persona totale al di fuori da come
sono identificata qui da tutti. NOnvoglio essere q2uella che vedono e
basta. NOn quella che
tutti hanno legittimato a modo loro... Voglio essere una me a tutto
tondo che io riconosco per davvero, oltre come fanno gli altri, voglio
iniziare una nuova vita come una persona nuova per cui, alzandomi la
mattina, io so chi sono perchè io mi sono data quella forma,
non
quella che videro tutti all'inizio, dandomi pure incarichi e
responsabilità ...> diceva Lia. Mi sembra che per
Milan e tutti gli altri io sia... una mini Lia. Come se la promessa che
le avevano fatto sia stata compeltata a metà, magari senza
volerlo, ma è così. QUi non
è una gabbia,
non
è una gabbia dorata o altro. Io mi guadagno con impegno ogni
cosa perchè credo in ciò e che tutto va costruito
e
meritato. Ma tutti mi vedono in due modi, una parte che cèra
già prima come una Lia che ha solo perso la memoria. L'altra
che
è arrivata dopo, come una fastidiosa tizia che ha un ruolo
perchè il Leader non piace sbattersi per ammistrare le cose
e
che da ordini, controlla e tutto. Come i caposquadra non amati,
insomma. La cosa assurda è che nelle forze militari del
mondo,
ogni superiore di alto grado, benchè stronzo e merda fino al
midollo, alla fine è rispettato e consdierato come guida,
nonostante tutto. Io invece..."
"..."
"..." mettendo altro nel fornello della pipa che fece cambiare odore al
fumo "Chi... sono io...? nessuno ha mai risposto a questa domanda.
Tutti semplicemetne sorridono e dicono ...
ma quello che desidero conoscere non è il mio nome... ma chi
sono io...da quanto tempo sono qui come quella che vedono?... per
qaunto tempo ancora devo restare qui...? Perchè per le
regole
dell'organizzione, se entri è per sempre. E potrebbe anche
starmi bene, qui conduco una vita che mi piace ed è per me
ma...
è come sono considerata che mi venire la claustrofobia.
Anche se
esco, nonostante tutto... ho accettato il nome dal progetto, ho letto e
studiato tutto ciò che potevo per trovare delle risposte. La
cosa che mi turba è che èer chi conosceva la
Personalità
primaria, io non sono altro che... come considera Milan l'idea
della copia della mente. Una sorta di reincarnazione, figliolanza,
spostamento di coscienza. Ci si reincarna in un nuovo corpo o con una
mente senza dolore. Si è nel mio capo un pò come
una
figlia, o uno spostamento di coscienza in un altro ambiente che non sia
il cervello originale. Io sono per lui e tutti gli altri, uno
di
questi
tre e odio quando mi paragonano a lei. Io non sono lei, questo posto
è vasto come il mondo là fuori, eppure cintato di
mura
per tenermi con loro. Non mi lamento di niente se non questo... io chi
sono davvero? Kianta è un'identificativo o la definizione
principale del Me?"
"..."
"Anche se per gli altri sono io cosa pensano che io sia, per me stessa
io non sento e percepisco a quel modo. Le persone normalmente si
sentono a loro agio con il nome che gli viene dato quando nascono, ma
non noi. Io non mi sentivo a mio agio, non ero a mio agio e sento
dentro di me che il nome Kianta con tutto ciò che comporta
non
mi appartiene solo per come mi hanno strutturata tutti. per questa
dentro lo Chateau, io sono
determinata
più da come considerata, chiamata e percepita come X, ma io
non
mi sento a mio agio con tale definizione...Non riesco a capire se
ciò che sono per come mi muovo, parlo, faccio, ragiono sia
IO,
oppure no. Se il nome che ho definsice me o cosa gli altri pensano....
Anche impersonare Veròna, è così
facile, così divertente e molto importante per i deboli e
soli,
ma io..."
"..."
"Tutti mi chiamano Kianta, sembra che sia il nome di una rinascita e di
un progetto e io l'ho accettato perchè non sapevo ancora
neinte.
Senza sapere che mi gettavo addosso un'eredità di cui ero
ignara
e che lei preferiva cancellare. Senza successo, perchè i
vivi
pesano più dei morti, a volte. Ma quella.... quella non sono
io.E parlo di ciò che vedono Milan, Jd... solo due
esempi. Io non posso essere speciale come dicono tutti, per me sono
cose
semplici, mi sento sigillata in un corpo mio ma anche no... non voglio
più essere la Kianta che tutti concepiscono...
"..."
"Chi
sono io... per quanto tempo sarò ancora cosa loro vedono in
me e
non ME stessa?... e quanto ancora questo luogo sarà come una
prigione, seppur con sbarre larghe per passarci, ma che vuole che resti
al suo interno...?"
"..."
"Sono domande legittime per se, o vengono da Lia e io mi ci rivedo? Ho
fatto bene qualche settimana dopo il risveglio a leggere i resoconti?
Legeia me l'aveva detto ma poi... cosa ho visto, la melma dell'animo
umano, e mi sono detta che non aveva torto. E che..."
"..."
"E poi sei arrivato tu... e ora...Tu, soltanto tu..." scuotendo la testa
"Io non voglio niente che..."
"Per favore... chiudiamo il discorso. NOn voglio pensare che tu stia
facendo qualcosa per qualche fine, per qualcosa... molti uomini sanno
essere infimi e bastardi, come la rucola, ti si piantano sullo stomaco
e non ti mollano finchè non cedi..."
"Io non sono così. Spero che tu lo capisca..:"
"Va bene, basta per oggi..." con una nota di biasimo
"EHi..." fece, azlandosi e andando da lei, accovacciandosi per essere
quasi alla stessa altezza "... non riusciamo a dormire, che ne dici di
andare ad allenarci?" vedendola la sua faccia sorpresa, stupita. QUando
faceva così sembrava un'altra persona, apriva gli occhi
totalmente, alzava le sopracciglia, la bocca dischiusa in una U o una
Ocome se stesse per inziiare una parola con quella lettera, non
sembrava
esservi traccia dell'amerezza di prima, ogni volta che era seriamente
stupefatta e incredula, pareva innocente, diversa, a tratti svampita.
"E... ho deciso, da un pò, di insegnarti quello che so.
Milan mi
ha chiesto di pensare e decidere se e chi addestrare con ciò
che
so, essendo l'ultimo figlio e bla bla, ma desidera tanto che io
condivida le mie conoscenze con qualcuno che possa poi far parte alla
Guardia rinata. Prima non pensavo che valesse così tanto
ciò che quel vecchio ci aveva insegnato, ma ora si. Dopo
aver
parlato col Capo e con Milan, insomma... potrei validare l'idea ma...
non adesso. Ma se non riesci a dormire, sei incavolata e di malumore e
vuoi scaricarti, ti insegnerò cosa so e sarai l'unica per
adesso
a conoscerli..." alzando in piedi per avvicinarsi ai vetri
"..." guardandolo strano "che significa... Milan bramava la tua
presenza, la tua ricerca era un punto importante perchè
sperava
proprio di avere qualcuno che potesse far tornare quelle consocenze...
Io... perchè me? Io non sono totalmente una di
voi,
così pensano, ho un addestrametno a due livelli ma non di
grado
alto come voi o marines e..."
"Proprio per questo, puoi imparare cosa conservo e sfogare su di me in
questo addestramento la tua rabbia, cose che ho fatto, ho detto o
farò... E anche questo, per me, è passare del
tempo con
te, che vale... non importa come, in che modo, quanto
tempo... io lo
voglio e mi va bene così. E' sempre un dono, alla fine, no?
Il
nostro tempo, la tua attezione, il tuo fidarti e credere nella nostra
amicizia. Che importa il resto? Per ora pensiamo solo vivere per cosa
siamo e vogliamo e stasera..." voltandosi a guardarla di tre quarti
"Ma con tutti gli uomini che ti vogliono bene, per quale motivo me?
Perchè io... io sono l'ultima ruota del carro in termini di
capacità e importanza reale..."
"Devi fare lo stesso discorso alle rovine con l'aereo davanti? Vuoi che
mi incazzi di nuovo?" lasciandola in silenzio mentre lei faceva il
broncio
al solito "E Comunque... Chissenefrega!... Se ci sono cose che puoi
fare e non fare. Va bene. Anche io ho visto che qui come fuori ci si
lascia, si creano casini, ci si sente non amati e non desiderati al
livello fisico e quindi non si ama la persona... ed è
davvero
brutto, lo confermo, vedere persone che semrbavano felici per poi
odiarsi, e darsi la schiena con odio solo perchè
cè qualcu
naltro che eccita di più, o cè meno feeling o si
desidera
meno.... Ci sono anche CHarlotte e Franz che anche se si sono
lasciati, sono rimasti grandi amici, come io e te, amici speciali che
nel bisogno
si sono dai una mano. E hanno perso qualcosa? No, a me sembra
più legati di prima, quindi va bene. Perdere per intero una
persona è peggio che pensare a quanto si è
desiderati
fisicamente o simili. Sono contento di essere in questo posto. Sono
contento degli amici che mi sno fatto, di Milan, di tutto quanto e alla
fine ci siamo chiariti e siamo diventati amici.
Grandioso
così..." rimettendosi le scarpe dopo aver messo il tappeto
rettangolare apposta per quando si cambiava, così da non
toccare
terra "Prima vivevo per abitudine. Non avevo amici e pensavo che quella
persona fosse importante. Invece ero cieco e ora ho capito. Prima ero
uno di quelli che chiami derelitti che sopravvieveano... E poi sei
arrivata tu... e ora...Tu, soltanto
tu..." fece lui con un sorriso girando intorno a lei mentre era ancora
senza parole, la prese con un braccio intorno alla
vita e
la fece alzare in piedi, continuando a tenerla in quel modo, con un
braccio richiudendo la sezione perchè tornasse come una
finestra, accingendosi ad aprirla per uscire da lì.
"ma... insomma, vuoi davvero sgattaiolare da qualche parte per
insegnarmi cosa sai?"
"Andiamo al piccolo teatro in pietra..."
"L'Odeion?" guardandolo appollaiata sul bordo della finestra
"E' perfetto. Prima possiamo andare a prendere qualcosa dalle cucine e
poi in armeria... possiamo dividerci così non ci
vedono
insieme. Ti va di seguirmi?"
"..."
"Ascolta... per Kovacs... ha paura che tu possa avere problemi con le
personalità.. intendo, non che inizi ad avere problemi tipo
i pazzi con personalità multiple, ormai stando qui ne ho
capito pure io! Ma che a furia di... switchare da una
personalità ad un'altra per i vari compiti, ti perdi...
intendo te stessa..."
":.. non penso proprio, essendo per me semplice impersonare qualcosa
che alla fine è... deriva da me" fece lei
semplicemente "se avessi avuto problemi alla lunga ad identificare me
stessa rispetto le personalità, avrei smesso!"
"Si, questo è sicuro. Ma lui ha paura comunque che il
confine che divide te dalle personalità fittizie diventi...
così labile che..."
"pensi seriamente che io possa perdermi nei soggetti che interpreto, da
unirli tutti indissolubilmente?"
"No, direi prorprio di no. Tu sei definita e completa... dal risveglio
intendo, quindi ormai non cè questo problema, ma... poco fa
dicevi cose su Lia e su te stessa che non riesci a definire
perchè tutti ti hanno inquadrata in un modo. insomma non
vuoi e non ti sei la che tutti ormai hanno
definito..."
"Si, possiamo dire che il concetto è questo. Trovo
fastidioso quando mi dicono
oppure e altre frasi
stupide, come se uscissi fuori dalla cornice che racchiude
ciò che sono per gli altri. Se io faccio qualcosa che non
è come pensano, rimproverano o ... sembrano stentare a
credere che sia ad aver detto, fatto, essere. E questa cosa la diceva
anche Lia. nei suoi resoconti diceva che sia là fuori che
qui, non vi sembrava differenza nella questione della definizione della
persona. L'umano tende sempre ad inquadrare gli altri in una sorta di
forma predefinita che però se ne esce fuori, qualcosa non
va. NOn so è... come... io sono stufa di essere indirizzata
per come loro pensano io debba essere. Ma se lo esterno mi dicono che
sono ancora in fase di crescita mentale, o che ho agito d'impulso,
uffah... se tu fai la stessa cosa con loro si offendono o se la
prendono! E' assurdo. Su molte cose sono rimasti al livello di
là fuori. Per quanto vi sia inclusione e considerazione per
ogni tipo di persona e di ogni genere, ancora tendono a creare una
propria visione della persona e in tali linee devi stare.
Però come per Milan, quando venne da me per spingermi ad
aiutarlo rompendo la promessa e forzandomi in una direzione di
crescita, era ok..." facendo il broncio
"QUindi...?"
"QUindi... vorrei solo comprendere meglio me senza la looro influenza.
Tutti influenzano. Pensano di non farlo, ma è
così. E sembra proprio come faceva la famiglia di Lia con
lei. Anzi, diceva che il vecchio della Fattoria fosse l'unico, dal
giorno in cui lei andò a parlargli alla sua tenda e fecero
un inizio di lavoro di squadra, che quell'uomo fosse più lui
come un padre che il padre vero. E diceva che era assurdo, ma era
così! Alla fine, prima di andarsene, si era resa conto che
lo vedesse esattamnete in quel modo. Gli chiedeva consiglio, andava da
lui per parlargli quando non sentiva di farlo con Milan e dopo che lei
gli indicò la Fattoria come sua nuova casa e punto di
inizio, invece di vegetare in una tenda aspettando qualcosa, aiutando
Milan se e solo quando lo chiamava... quell'uomo pareva più
sensato degli altri ma non era tipo di immischiarsi se non
interpellato. Eppure lui non era mai stato come gl ialtri, che
tentavano di indirizzarla dove pensavano fosse meglio. Lui parlava,
diceva la sua, analizzava le cose e... con me la cosa è
diversa. Abbiamo un buon rapporto, anche se non a livello di quello con
Lia a quanto pare, e ammetto che non sono mai andata da lui per parlare
come faceva lei... ma l'unica cosa uguale è che non ha mai
detto ,
o o altro e altro che sparano fuori
peggio delle
pallottole. NOn mi va più di stare dove mi dicono, di essere
come dicono, di vestire e comportarmi solo quando e come mi dicono...
non se ne accorgono, neanche se glielo fai presente e mi irrita.
Sento... sento che sono altro che la persona che hanno inquiadrato col
nome e personalità. E non ho affatto problemi a
diversificare me dalle personalità fittizie, è
solo semplice per me farlo... intendo impersonarle. Continuo a
chiedermi perchè hanno
mentito...
sono mentitori" sorridendo per una vecchia battuta per la parola
"avevano detto si, si... crescerà come doveva essere da sola
e senza pressioni! Bugiardi tutti quanti! Alcuni mi spingono a essere
come lei, qualcun altro vuole solo che io sia cosa serve, altri..."
"mi sembra di sentire gli echi di qualcuno che mi apostrofava... non
so, dicendo che non sarei mai cambiato e sarei stato negativo come la
feccia là fuori?" vedendola sorpresa per poi prendersela sul
personale
"Non osare fare la morale a me! Sono stata spinta io stessa a certe
cose, come credi che pensassi quelle cose?"
"Ok... però, se ti senti come ingabbiata come per la
società là fuori..."
"Dovevano cambiare. QUesto posto doveva essere diverso da là
fuori. Ma non è vero, dentro sono ancora con strascici
fastidiosi... avevano giurato che mi sarei composta nei tempi giusti e
nei modi giusti, invece per come sono e cosa serviva, mi hanno
schiaffata nel campo da gioco e non solo, mi hanno buttato addosso la
verità così, subito... eppure nonostante questo
io non sento di avere legami con lei. Perchè io sono io, ma
ancora non saputo definirmi per cosa voglio e desidero fare per
davvero... ne ho in testa alcuni ma... non lo so. Ogni volta che li
sento dire la loro su cosa e come sono, cosa faccio, mi demoralizzo
perchè mi sembra che mi tengano a guinzaglio come facevano
con Lia prima di qui. So solo però che quando... quando
avrò capito dirò solo ..." indicando
con la testa fuori la finestra " io sono ciò che pensano
debba essere. Ma sono ritrosi poi ad avvicinarsi di più per
conoscere ME, lasciar uscire cosa sono e poi dire per definire ME. Invece quando dicono
il senso è
diverso. Io non mi sento donna nel senso che hanno tutti. Non sono
donna perchè non voglio figli. Non sono donna
perchè no nvoglio relazioni di quel tipo. non sono donna
perchè non voglio matrimonio e simili. Per le persone anche
qui, ancora radicato, io perchè ho seno e utero, sono una
donna. Ma per me donna non è un significato unico e
individisiboe. Per me donna significa un soggetto che nasce con un
organo specifico ma è solo un dato biometrico. SI, mi piace
vestire quando mi va con abiti femminili e indossar ele parrucche e i
gioielli. Ma non per questo dico che sono una donna. Per loro le
differenze anche di uno stesso termine sono confusione e casino, per me
no! E per questo, anche se ho gli organi, io non sono una donna e non
mi sento tale. Uso magari per gli abiti il seno per la forma finale,
ok, ma non mi definisco in quel modo. E quindi, anche io se ho gli
organi ma non mi sento così e ancora, non ho intenzione di
usare oltre ol'estetica questi due organi che per tutti definiscono
proprio una donna, per cui se sei sterile per varie cose o per malattia
perdi i seni, basta... finisci di essere qualcosa. ma io, che mi sento
così già da smepre... io cosa sono? Io chi
sono?..."
"..."
"nessuno di loro è stato di aiuto per niente, solo per
rinfacciare passato e confronti... bugiardi..."
"OK, allora iniziamo a lavorare" fece lui, mentre lei alzava la testa
sorpresa "io mi sento diverso e voglio cambiare. Ora che posso,
rispetto a prima. Tu cerchi le risposte alle tue domande ma non
sopporti il loro comportamento... e un bel chissenefrega come dici a
volte non ce lo mettiamo? Dai resoconti, lei odiava le paure e i sensi
di colpa che la famiglia le aveva messo addosso, no? E per questo aveva
smesso di pensare a se stessa dallo scappare e crearsi nella sua forma
completa, vera, come vuoi chiamarla... lei è andata, e sei
venuta fuori tu! Non lo ha fatto per questo? Finchè tu
esisti, lei non può esistere, e così anche le sue
paure e terrori. E ora perchè non hanno perso il vizio, ti
fai influenzare da loro, facendo la stessa fine? Vuoi questo?"
"Eh... NO!" fece lei enfatizzando l'ultima parte
"bene, allora creiamoci da noi. Definiamoci nella nostra forma completa
che nessuno e mai niente pià attaccare. Finchè in
una persona ci sono falle e fenditure nel muro di proteszione che
creaiamo, può subire le parole e tutto ciò che le
persone fanno. Corretto?"
"s. si, possiamo metterla così..."
"Esatto. Tu vuoi capire chi sei e cosa sei per dire un giorno
... io
voglio affermare quello che non ho potuto essere. Posso riuscirci,
posso essere non uno sperduto individuo che ero, ma qualcuno con cui
camminare senza paura del giudizio o di sentirmi inferiore a nessuno,
neanche a Milan e gli altri. Se è così, allora
analizziamo, studiamo, prendiamo cosa non riuscivamo fino ad ora a
raggiungere e creiamoci con le nostre mani. Per una volta facciamolo
senza pensare agli altri!"
"Vuoi dire... di impegnarci non sentendo gli altri e tutto in
generale... quindi dovrei fare di testa mia e agire alle loro spalle,
per sentirmi una persona vera e completa come dovevo essere?"
"Si... aiutiamoci insieme. NOn importa se Jd o Milan o chiunque se ne
accorge e se ne lamenta. La filosofia stessa di questo posto
è ciò che vogliamo fare, no? Una comune che vede
la persona e questa in una grande famiglia. Ma la persona è
al primo posto. Ma hanno tendenza a tenerti bloccata? La stessa
filosofia del posto ci dice cosa?"
"Di crearsi e costrursi come si è..."
"e quindi facciamolo! Così che oltre di aiuto per altri dopo
esserci definiti, aver trovato e deciso sogni e desideri e lavorato per
raggiungerli, possiamo aiutare gli altri. Ma senza una fede ferrea, la
volontà, e il proprio potere interiore... non saremmo come
tutti gli altri?"
"Mh... significa quindi seguire le ideologie di Lia?"
"Alla fine, tutto riporta là. Il Cambiamento. La persona. La
famiglia... una delle cos eimportanti qui non è forse che
nascondere parti di se stessi e fingere è deleterio per se
stessi e gl ialtri della famiglia? Se non accettano, sticazzi. L'ho
detto bene? Comunque, è ora che da adulti e come noi,
seguiamo la nostra strada, senza danneggiare niente e nessuno, ma se
nonmettiamo i pezzi a posto, non saremmo persone... no?"
"Beh... la questione è tanto difficile che dirla in poche
parole... mi scoppia la testa per il casino della cosa anche se hai,
cavolo, ragione... è solo che a volte penso che sia ingrata,
non lo so..."
"Discutiamone allora, ma questa sera andiamo a impiegare il tempo in
maniera più costruttiva che fumarsi il cervello senza
dormire..." dandole un colpetto sulla spalla mentre lei era ancora
appollaiata sul bordo della finesta
"..." fissandolo "davvero ti piace passare il tempo con me?"
"Tu...?" rivestendosi " mi stai aspettando lì..."
sorprendendola
"Speriamo che non ci confondano con i fantasmi, ma..." aiutandola ad
avvinarsi all'albero che quasi toccava la finestra nella forma norma e
ora era a pochi centimentri, tenendola per un braccio facendola voltare
a guardarlo "Qualsiasi sia il domani, la nostra amicizia non
finisce. Quindi se siamo amici e vuoi passare del tempo in modo di
certo migliore del fumare sia con la pipa che col cervello... fammi
strada..." ridendo.
Lia
si trovava nella stanza con quella gentaglia, con Zay e Ric. Si erano
decisi ad accoglierli nel loro magnifico villaggio? Accettati un paio
de marron glassè, pensò, visto che erano sempre
trattati
con le pinze, e pure quella gente si era permessa di prendere Lia e
parlarle per sapere cosa voleva fare rispetto a quei due.
"Ritengo
che sia stato solo per quei due, e non certo per un vostro vivo
interesse, pertanto il mio essere qui non ha alcun senso, e penso che
lo capiate anche voi. A che pro? Io sono solo l'amica, l'arbitro per
trattare con lei quando avrei voluto mettervi una bolba sotto le sedie
e farvi volare come fanno gli idioti nei giardini contro gli scaraggi!
QUindi, con permesso, io me ne torno nella fogna da cui mi avete presa
perchè, tra i due mali, preferisco il vecchio" guardandoli
col
mento alzato e gli occhi abbassati su quelle facce, dietro quel lungo
tavolo.
Quei
tacchini stavano vestiti da snob dietro quel tavolo, mentre lei era da
sola di fronte, e tanta gente enlla stanza a guardare, tutto intorno.
“Che
senso ha, vorrei sapere, il mio essere qui se poi continuate a fare i
migliori, quando siete schifo come là fuori. Se fosse stato
il
contrario, se lo schifo fosse stato là fuori e avreste
dimostrato davvero differenze sostanziali, allora sarei stata contente
per quei due. Ma se esistete davvero e siete questo..:" detto con molti
disgusto "allora per me potete crogiolarvi in questa latrina. Non
è molto diversa dall'altra...”
Avendo
un mentello nero come quello che le piaceva, che nascondeva il suo
volerli strangolare uno per uno e mozzicarli sul collo, tenne a freno
le mani, raccolte a formare un triangolo.
Mentre
quelli ribattevano, erano entrate delle persone e Lia fece un gesto con
la testa stizzito e si voltò per avviarsi alla sua destra,
poichè la porta era là, finchè non si
fermò. La gente che era entrata pareva dover dire o fare
qualcosa, ma lei restò di sasso vedendo uno di essi. CHiuse
gli
occhi in uno strano modo e dopo aver fatto un respirò li
riaprì. vedendo che anche Lui lo aveva fatto. Lo
fissò
così gelidamente che il silenzio era più rumoroso
di
mille parole.
Poi
gli disse qualcosa, che solo lui capì, in una lingua e fece
dietrofront verso una porta-finestra che dava un giardino. Prima
che potesse dire qualcosa, lei agì di testa sua e senza dar
conto a nessuno, mentre Lui la seguiva per aver compreso il "vieni con
me".
La seguì, metnre la gente restava incerta a guardare.
Alcuni passi otlre, verso quel giaridnetto, lei restò a
dargli la schiena mentre Lui no nsapeva che dire.
Un
attimo
un senso di dejavu
SI, si disse, è vero. Un altro sogno dove pareva svegliarsi
e
riconoscersi in essi. A volte accadeva del tempo prima di svegliarsi,
in altri se ne rendeva conto eppure continuava modificando
come
nelle visualizzazioni le cose ove poteva
E di nuovo una cosa simile
Si voltò a fissarlo, dura. Lo sentì continuare a
dire delle cose ma lei stizzizita disse solo una cosa.
"Bugiardo!!"
"Che vuoi dire?"
"Quel che ho detto. BUGIARDO! Non ho intenzione di crederti, di credere
ancora in una tua promessa, non di nuovo"
"NOn...cosa dici? Che tipo di promessa ti avrei fatto? Come ti ho
ingannato?"
"Mi sembra di cadere all'inferno quando sento le tue parole
ricominciando ciò che ho lasciato là fuori e ora
qui...
basta!"
"Cosa... perchè ridi adesso?"
"Rido..." fece lei facendolo però amaramente
"perchè per
me non cè mai pace, tutti mentono o mi deludono e non
cè
nessuno che possa amarmi, ma non amarmi nel termine normale ma Amarmi
per come sono, chi sono, e cosa posso e non posso fare e dare. Per
tutti io sono una delusione o fuori dal mondo... e poi le tue bugie...
e immagino che no avresti neanche il fegato di amarmi al tal punto da
uccidermi e darmi l'unica cosa che voglio? Oh, no certo.
Finchè
non toccano il vostro orticello e il vostro pensare del cazzo egoista
e stronzo, sugli altri per giunta... l'unica cosa che potresti fare di
nuovo, ma stavolta di buono, è... uccidimi e basta. Adesso che sono lontano da
loro,
potrei farlo io ma..." avanzando e guardandolo negli occhi "significa
veramente se lo fai tu!"
"..."
"a questo punto... la nostra tortura infinita finirà!Cadiamo
all'inferno insieme e roviniamo anche quel posto, divertiamoci con i
diavoli e gettiamo tra i dolori atreci le fecce che vi sono... o temi
che, seppur al mio fianco non vale la pena di cadere dall'inferno e,
ammucchiare quella spazzatura una sull'altra non creiamo un cumulo
così alto da uscirne e riderci sopra? Siamo niente fino a
questo
punto?"
"se no nfossi tu penserei quanto sia folle tutto questo"
"Quindi..." fece lei scostandosi di qualche passo indietro come una
delusione totale "Non lasciarmi viva. Spariamo insieme... che
sarà il tuo ultimo tributo a me. O non valgo per niente?
almeno
fai avverare questo desiderio! Non voglio niente oltre a
questo.."
":.."
"patetico! Avrei anche potuto dirti sinceramente con affetto... Grazie
per essere stato con me fino ad oggi. E' valso tanto per me. Ma tu,
come Zay, come Phib, come tutti siete ipocriti, egoisti e buonisti. Chi
no nvoleva scoltarmi, chi mi diceva cosa dovessi fare perchè
era
giusto, chi pensava ai cuoricini e e stronzate sull'amore... ecco
perchè sono rimasta sola e ho abbandonato tutti.
Perchè
fosse per me vi avrei preso a calcagnate in testa da ora all'inferno e
ritorno, perchè se dico questo sono cattiva io... non
meritate
tutti un cazzo e chi resta sempre e solo col culo a terra sono io! Ora
che sono lontana da quella gabbia, anche questo... Ma andate a fanculo
va!" sbraitò contro di lui e guardando tutti ancora nella
sala,
entrò e proseguendo verso la porta non
scansò chi
non si toglieva dal suo cammino dando spallate a chi non si spostava.
Lia
si svegliò. La sveglia suonava e si era accorta che era di
nuovo
un altro sogno, un sogno slegato dagli altri. Constatgando che fosse un
sogno che tornava identico ma aveva cambiato, e non cèrano
Milan
e gli altri ma mischiati a persone del suo passato, qui
cèrano
solo i due che conoscevano, quelli che loro volevano incontrare e
sempre qualcuno che lei sembrava conoscere.
"Ancora... devo sopportare non solo quelli che si definivano famiglia
sempre nei miei incubi ogni notte, ma anche questo..." stringendo con
le mani le lenzuola
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3999676 |