I should have known
this right from the start
«Okay.» Mi schiarisco la gola, deglutendo a fatica per il
leggero imbarazzo che sto provando.
Sposto lo sguardo dal frigorifero portatile ai miei piedi,
poi lo lascio scorrere su Mike e infine sul gremito gruppo di amici che ci
circondano.
La mia idea era completamente diversa da questa: avevo
immaginato una serata tutta nostra, sulla spiaggia, a mangiare qualcosa cullati
dallo sciabordio delle onde e dal chiarore della luna sopra di noi.
Solo che ho fatto male i conti: come al solito, ho sbagliato
a parlare delle mie intenzioni con Bill, perché lui ha ben pensato di
coinvolgere tutta la nostra compagnia in quella che doveva essere una cena
romantica tra me e il mio ragazzo.
Mike mi sorride con fare divertito. «Che succede?»
«Niente, è che…» Mi passo una mano sulla fronte sudaticcia
per via dell’elevata temperatura che ancora permea l’aria, nonostante siano
quasi le otto di sera e il sole sia appena tramontato.
Lui sgrana un po’ di più gli occhi scuri. «Che c’è?»
Proprio quando sto per accostarmi a lui per spiegargli come
i miei piani siano miseramente andati in fumo, Chuck ci raggiunge e ci circonda
le spalle con le braccia, ridendo allegramente.
«Piccioncini! Come state? Siete pronti per fare baldoria?»
strepita, la voce già impastata di alcol – ho la vaga impressione che se
continuerà a bere con questi ritmi, tra qualche anno il suo fegato lo saluterà
per sempre.
«Come no» sibilo, tentando di scrollarmelo di dosso senza
essere troppo brusco.
«Cliff ha portato un paio di bottiglie di Jack! Lavorare al
Walmart ha i suoi aspetti positivi: i prodotti difettosi li regalano al
personale, avete capito?» biascica ancora Chuck, poi si sporge prima verso di
me e poi verso Mike, lasciando un bacio sulla guancia di entrambi.
Senza attendere una nostra risposta, ci lascia andare e
trotterella verso Puffy e Ivy, interrompendoli proprio durante un bacio
appassionato.
Sbuffo ma non posso trattenere una risata. Quel ragazzo in
fondo ci fa sempre divertire, ma in generale la nostra comitiva è formata da un
gruppo ben assortito di persone singolari e sempre pronte a vivere momenti
deliranti insieme agli altri.
Bill giunge accanto a me, trascinandosi dietro una borsa
frigo e una busta piena zeppa di cibo, stoviglie in plastica e qualche altro
oggetto che non riesco a individuare.
Lo fulmino con un’occhiataccia e mi scosto i capelli dal
collo. «Questo cosa dovrebbe significare, Billy?»
«Questo?» Lui mi fissa con sguardo sornione.
«Lo sai perfettamente. Doveva essere un momento soltanto per
me e Mike» sibilo, stando ben attento che il mio ragazzo non mi senta; per
fortuna – o sfortuna? – nel frattempo sono arrivati anche i suoi amici e si è
avvicinato a loro per salutarli.
Bill si stringe nelle spalle. «Che vuoi? Ti ho anche portato
un sacco di patatine. Ci sono anche quelle alle arachidi, gli snack papaya e
lime…»
«Non cambiare argomento» lo interrompo in tono irritato.
«Quando ti ho chiesto un consiglio su come poter organizzare la serata senza
essere troppo sdolcinato, non cercavo un PR che mettesse su una festa sulla
spiaggia o stronzate del genere!»
«Dai, Roddy, non essere così pignolo! Se voi due foste
rimasti da soli, per forza sarebbe stato tutto melenso e sai che Patton non ama
certe cose» prova a giustificarsi, gesticolando animatamente.
«Pignolo?! Ma hai visto quanti siamo?» sbotto,
indicando tutti i nostri amici che chiacchierano e cominciano a sistemare teli
da mare e coperte sulla sabbia, mentre qualcuno già stappa gli alcolici e
qualcun altro armeggia con una grossa cassa Bluetooth per mettere su un po’ di
musica.
Bill fa nuovamente spallucce. «Io volevo rendere la cosa il
meno imbarazzante possibile…»
«C’è qualcos’altro sotto, vero?» indago.
Conosco bene Bill, è uno dei miei migliori amici e,
nonostante spesso sia difficile decifrare i suoi atteggiamenti e capire se sia
serio o meno, ho imparato a interpretare i suoi modi di fare.
Come non detto: lo vedo abbassare lo sguardo e grattarsi la
nuca, cominciando a sghignazzare con un velo di imbarazzo.
«Lo sapevo!» Roteo gli occhi al cielo e lo afferro per le
spalle, scuotendolo forte. «Parla!»
«Beh… però calmati, mi fai paura quando mi guardi con quella
faccia!»
«È la mia faccia, non divagare e dimmi che intenzioni hai!»
Bill mi afferra per i polsi con l’intento di allontanarmi da
sé, ma io rimango fermo a fissarlo in attesa di una spiegazione. Ha rovinato i
miei piani per una cenetta romantica con Mike, questo è il minimo che può fare
per sperare di essere perdonato entro quest’anno.
«Vedi Courtney?» sussurra, accennando con il capo alla mia
migliore amica.
«Non sono ancora diventato cieco, certo che la vedo.
Quindi?»
«Avrai notato che è una bella pollastra… credo, insomma,
l’hai notato anche se non ti piace la figa?»
Gli mollo uno scappellotto e lo lascio andare, sbuffando
sonoramente. «Okay, vuoi scopartela. Ma questo cos’ha a che fare con me e
Mike?»
«Ora non essere così scurrile!» Bill finge di inorridire di
fronte alla mia schiettezza, ma non è per niente credibile. «Diciamo che due
colpetti glieli darei, sì…»
«Continuo a non capire» replico.
«Lei esce con quel tipo, Kurt… quindi dovrebbe essere off
limits, giusto?»
Mi lascio sfuggire una risata. «Ma chi, Courtney? Stiamo
parlando della stessa ragazza?»
Bill annuisce. «In teoria dovrebbe essere così.»
«Normalmente sì, ma è di Lovie che stiamo parlando. Esce con
Kurt perché lui è… non so, penso le faccia comodo comandarlo a bacchetta.
Senti, io le voglio bene, siamo amici da una vita, però so perfettamente com’è
fatta.»
«Il punto è che non penso di interessarle» borbotta Bill,
evitando il mio sguardo.
Sgrano gli occhi e gli circondo le spalle con un braccio.
«Oh, andiamo! Uno stallone come te potrebbe conquistare anche le pietre!» lo
rassicuro.
«Questo lo so, ma Courtney è su un altro livello, non è una
pollastra qualsiasi.»
«Questo è vero, è particolare. Però secondo me te la dà.» Mi
fermo per un istante, poi aggiungo: «Ehi, però non ho ancora capito cosa
c’entra tutto questo con il casino che hai combinato!»
«Che melodrammatico, addirittura lo chiami casino? Comunque…
è che non ho il coraggio di fare il primo passo. Lo sai che sono uno stallone e
che mi piace conquistare le donzelle con la simpatia e cose del genere, ma lei
non mi trova per niente simpatico.»
«E io cosa posso farci?» chiedo, al limite dell’esasperazione.
Tutta questa faccenda mi piace sempre meno e sono tentato di prendere il
frigorifero portatile e trascinare Mike lontano da qui.
«Se tu potessi indagare, sai… magari si crea una bella
atmosfera…»
«Ma sei fuori? C’è anche Kurt, non l’hai notato?»
«Beh, ma tu hai detto che…»
Scuoto il capo. «Io ho detto che potrebbe succedere qualcosa
con lei, ma non proprio di fronte al suo ragazzo! Okay che Kurt è un tipo
tranquillo e taciturno, ma non so se farlo incazzare sia saggio.»
«E allora?»
«Allora goditi la festicciola che hai organizzato e lasciami
riflettere. Oggi volevo stare da solo con Mike e tu hai rovinato tutto.»
Detto questo, mi allontano e mi siedo accanto a Courtney; la
mia amica nel frattempo sta chiacchierando con un paio di sue amiche, mentre accarezza
i capelli biondi e fluenti di Kurt.
Osservo meglio quest’ultimo e devo dire che tra lui e Bill
non c’è paragone: attraente, dall’aria misteriosa, carnagione chiara e sguardo
tenebroso che farebbe impazzire chiunque. Bill, invece, è decisamente un
ragazzo semplice, dall’aria simpatica e i modi un po’ bruschi; forse quello che
gli manca è un po’ di carisma, di fascino, quel pizzico di non detto che
alle donne piace sempre un sacco.
Tra lui e Kurt c’è un abisso, ma sono certo che la mia amica
non si tirerebbe indietro se Bill ci provasse con lei; in fondo so che i
ragazzi sfacciati non le dispiacciono, specialmente se è in cerca di
un’avventura passionale e divertente.
Le do di gomito e lei si volta a guardarmi, le labbra
dipinte di rosso incurvate in un sorriso gentile.
«Hai una faccia…» commenta, facendosi un po’ più vicina.
«Colpa di Bill» bofonchio, per niente intenzionato a
mentirle.
«Il caro Billy! Che ha fatto stavolta?» chiede, ridacchiando
divertita. Guardandola meglio negli occhi, noto che si sono illuminati nel
sentir nominare il mio amico.
Oh.
Possibile che lei stia già pensando di combinarci qualcosa?
Non mi sembrerebbe tanto strano.
«Vuoi la versione in cui cerco di empatizzare con lui o
quella in cui vorrei ucciderlo?»
Conosco Courtney, so cosa mi risponderà.
«La seconda» afferma senza pensarci due volte.
Mi lascio sfuggire un ghigno. «Volevo cenare con Mike sulla
spiaggia, organizzare qualcosa di romantico solo io e lui, così ho chiesto un
consiglio a Bill.»
«Certo che anche tu sei intelligente, eh!»
Sospiro. «E niente, lui ha organizzato questa festa perché
vuole provarci con una ragazza» ammetto.
«Con me» mi corregge la mia amica, mentre il suo sguardo si
riempie di malizia.
Sgrano gli occhi. «Come fai a…»
«È palese, andiamo!» Courtney incrocia le braccia sul petto
e ridacchia ancora. «Povero tesoro, certe volte mi fa un sacco di tenerezza.»
Lancia una breve occhiata verso Kurt, poi si sporge verso di me e sussurra:
«Penso che andrò a fargli un po’ di coccole più tardi».
«E Kurt?»
«Se la caverà. Le mie amiche non vedono l’ora di
intrattenerlo. E come biasimarle, del resto?» Scoppia a ridere e si volta nuovamente
a parlare con le altre ragazze.
Mi batto la mano sulla fronte e sbuffo: era così semplice.
Ed è anche per questo che non riesco a perdonare Bill per quello che ha fatto.
Sono sicuro che alla fine lui si farà la scopata del secolo,
mentre io non potrò mettere in atto i miei piani per trascorrere un po’ di
tempo con Mike.
Mi metto in piedi e faccio per dirigermi verso la riva,
quando Puffy mi intercetta.
Noto che Ivy è andata a sedersi con una sua amica su un telo
da mare azzurro, mentre il mio amico sembra improvvisamente interessato a me e
mi fissa con aria interrogativa.
«Non farmi raccontare di nuovo quello che è successo, sono
già abbastanza frustrato così.»
«So già cos’è successo, ho cercato di dissuadere Bill ma sai
com’è fatto.»
«Solo che a rimetterci sono stato io: guarda quanti siamo,
ti sembra per caso una serata romantica tra due fidanzati?» Lascio cadere le
braccia lungo i fianchi.
«No, ma potrebbe diventarlo.» Puffy sorride tranquillo e
accenna con il capo a Mike.
«E come? Ora non mi va di trascinarlo via di qui, ci sono
anche Trey e Trevor. Non apprezzerebbe una cosa del genere, lo sai.»
Il batterista mi appoggia le mani sulle spalle e annuisce.
«Ci penso io.» Detto questo, si dirige a passo spedito verso il mio ragazzo e
io non posso far altro che rimanere a fissarlo impalato.
Mentre osservo Puffy e Mike parlottare tra loro, un pizzico
di agitazione mi si insinua nel petto.
Ciò che succede attorno a me mi distrae e vengo attirato
dalle conversazioni tra i miei amici.
«Te l’avevo detto che era utile portare appresso la
chitarra!» esclama Courtney, schiacciando le labbra sulla guancia di Kurt.
Noto che il biondo è appena tornato con una custodia in
spalla e si è appena seduto nuovamente sulla coperta accanto alla sua ragazza.
«Ma devo suonarla?» lo sento sussurrare.
«Certo, amico! Credi forse che la suoni io?» interviene Jim,
una birra in una mano e un sandwich al tonno nell’altra. «La chitarra acustica
è il male: non ne ho mai preso in mano una!» esclama.
«Quanto sei blasfemo!» replica Bill.
«Giuro!»
Kurt porta fuori il proprio strumento dalla custodia e
comincia a controllare se è ben accordato. A guardarlo così concentrato, con
quell’aria misteriosa e affascinante, comprendo molto bene perché abbia sortito
l’interesse di Courtney – e probabilmente anche delle sue amiche.
Mi sento circondare le spalle e sobbalzo.
«Ti piace il biondino?» mormora Mike proprio dentro il mio
orecchio, facendomi rabbrividire profondamente.
Avverto il suo corpo contro il mio quando mi trae un po’ più
vicino a sé, passandomi una mano tra i capelli; si ferma appena in tempo prima
di sciogliere la coda di cavallo che li tiene legati e lo sento ghignare contro
la pelle del mio collo.
«No» farfuglio.
Ovviamente mi sta prendendo in giro, gli piace mettermi alla
prova e se la ride delle mie reazioni. Stronzo.
Solo adesso mi rendo conto che non so cosa lui e Puffy si
siano detti; mi volto con l’intenzione di chiedergli delle spiegazioni, ma noto
che nella mano sinistra stringe il mio frigorifero portatile.
Aggrotto la fronte. «Cosa…»
«Vieni con me» taglia corto lui, allontanandosi da me e
cominciando a camminare nella direzione opposta a quella in cui si trovano i
nostri amici.
Confuso, non posso che seguirlo e domandarmi che intenzioni
abbia.
Mi sento osservato, così lascio girare lo sguardo attorno a
me e incrocio quello di Puffy. Il batterista solleva un sopracciglio e
annuisce, scoccandomi un sorrisetto. Sembra voler dire: mi ringrazierai dopo.
Rispondo con un cenno di saluto e, mentre tutti si assiepano
vicino a Kurt per cantare mentre lui suona la chitarra, mi chiedo se
quest’espediente sia opera di Courtney. Non mi sembrerebbe strano:
probabilmente ha cercato un modo per tenere occupato e distratto il suo
ragazzo, mentre lei se la spassa con Bill.
Porto gli occhi su Mike e mi affretto ad affiancarlo, cercando
di riprendere in mano il mio frigorifero.
«Lascia, lo porto io» mi liquida con un sorriso.
«Mike?»
«Mmh?»
Più ci allontaniamo dal party improvvisato sulla spiaggia,
più le voci dei nostri amici sono ovattate e fanno soltanto da sottofondo allo
sciabordio delle onde che si infrangono sulla riva. Ogni tanto qualche grido o
risata più forte squarcia l’aria, ma tutto sommato non posso lamentarmi.
«Perché ce ne stiamo andando dalla festa?» domando con un
pizzico di timore.
Lui si ferma e si volta a guardarmi, gli occhi scuri e
penetranti incollati ai miei. «Era quello che avevi in mente, no?» mormora,
allungando la mano libera per portarla tra i miei capelli. Prima che possa
rendermene conto, mi ritrovo con le ciocche umide di sudore libere
dall’elastico.
«Ma ormai eravamo tutti insieme, sono venuti anche Trey e
Trev…»
«E allora? Ti sembro il tipo che fa qualcosa se non gli va?»
replica, permettendo alle mie ciocche di carezzargli le dita.
Noto che il mio elastico blu è finito attorno al suo polso
sinistro – devo ricordarmi di riprenderlo, ma sicuramente me ne dimenticherò.
«Puffy ti ha detto tutto, vero?» sospiro.
In tutta risposta, Mike lascia scivolare il braccio attorno
alla mia vita e mi attira a sé, facendo scontrare le nostre labbra in un bacio rude.
Lo abbraccio e rispondo con impeto a quell’assalto,
assaporando finalmente quel momento che sognavo da giorni.
Tra le prove con i Freaky Pigs, le uscite con i nostri amici
e il concerto dell’altra sera, non abbiamo mai avuto un attimo tutto per noi e
devo ammettere che mi mancava terribilmente.
Mi scosto in cerca di aria e sorrido. «Dove andiamo?»
Mike mi lascia andare e riprende a camminare. «Vediamo un
po’ se nel nostro posticino preferito c’è qualcuno.»
Mi lascio sfuggire una risata, trovando ancora una volta
incredibile che il luogo in questione sia legato al nostro primo vero litigio e
alla conseguente riconciliazione; non so come sia possibile, ma da quando
abbiamo fatto pace in quell’angolo isolato della spiaggia, questo sia diventato
uno dei nostri rifugi quando vogliamo starcene in pace.
Dobbiamo percorrere ancora diversi metri prima di
intravedere la punta estrema del lungo mare, delimitata da scogli bassi e
levigati dalle onde. Intorno a noi ci sono poche persone, la maggior parte di
esse staziona nei pressi dei chioschi o si concede un bagno notturno.
L’atmosfera e calma, in fondo oggi è martedì: di solito nel
weekend queste spiagge sono gremite a ogni ora del giorno e della notte.
Ecco perché ho scelto questo giorno per organizzare qualcosa
di tranquillo con Mike.
Giungiamo a destinazione e un sospiro frustrato abbandona le
mie labbra quando noto che un ragazzo e una ragazza sono seduti nei pressi
della riva e, abbracciati, tengono lo sguardo fisso sulla distesa d’acqua scura
dai riflessi argento.
«Che cazzo» borbotto.
Mike scocca un’occhiata alla coppia che sta invadendo il
nostro posticino preferito e ridacchia.
«Non c’è niente da ridere, sai? E ora dove andiamo? Questo è
il luogo più tranquillo che ci sia in questa zona» sibilo, portandomi le mani
tra i capelli in un gesto di frustrazione.
Mike si volta a guardarmi e sorride. «Rimaniamo qui. Secondo
me presto se ne andranno.»
«Come fai a saperlo?»
I suoi occhi scintillano di malizia mentre lascia andare il
frigorifero portatile sulla sabbia. «Te lo assicuro, non resteranno qui a
lungo» afferma.
Con gesti rapidi, Mike comincia a spogliarsi.
«Che cazzo fai?»
«Il bagno, no? Ti va?»
«Mike, non siamo soli!» esclamo, accennando ai due fidanzati
che parlottano tra loro.
«Appunto.» Si lecca le labbra e lascia cadere la t-shirt
bianca sul coperchio del frigo. «Presto lo saremo» promette, sbarazzandosi in
fretta anche dei bermuda.
Ha già scalciato le sneakers verdi e, dopo essersi liberato anche
dei calzettoni, esita per un solo istante prima di mostrarsi completamente nudo
ai miei occhi.
È stupendo, per un attimo mi dimentico perfino della
presenza dei due invasori e lascio semplicemente scivolare lo sguardo sulla sua
pelle leggermente abbronzata, sui muscoli appena accennati e sulla leggera
peluria che ricopre alcune porzioni del suo torace.
Devo fermarmi, altrimenti rischio di saltargli addosso senza
alcun ritegno.
Lo guardo dritto in faccia. «Sei impazzito?»
«No, perché? Coraggio, bambolina, andiamo a fare un
bel bagno» mi incita, facendo qualche passo verso di me.
Appoggia le mani sui miei fianchi e afferra il bordo della
mia t-shirt, sollevandolo per cominciare a spogliarmi.
Sono un po’ scettico, ma dentro me c’è qualcosa che mi
suggerisce di dargli retta.
«Vogliamo o no liberarci degli invasori?» scherza Mike, dopo
avermi lasciato a torso nudo.
Un sorriso sboccia sulle mie labbra. inclino leggermente il
capo all’indietro, facendo oscillare le ciocche bionde. «Sì.»
Mike si china a mordicchiarmi una spalla. «Allora spogliati.»
L’impatto con l’acqua fredda è devastante.
Io e Mike ci tuffiamo senza alcun preavviso, schizzando
tutto intorno e facendo un enorme baccano.
Vogliamo assolutamente attirare l’attenzione dei due
invasori, i quali poco dopo hanno gli occhi puntati su di noi.
«Adesso inizia lo show» sghignazza Mike, avvicinandosi a me.
Ci abbracciamo stretti e ci lasciamo andare a un bacio
passionale, fatto di risate e lingue che giocano tra loro. Dobbiamo mandare via
quei due per stare soli e prenderci questo piccolo momento di tranquillità.
«Ci stanno guardando» mormoro, tirandomi leggermente
indietro mentre Mike scende a mordicchiarmi il collo.
Risale verso il mio orecchio e sussurra: «Meglio così».
Un brivido mi corre lungo la schiena e mi aggrappo forte a
lui, inclinando il capo all’indietro. Mi fa strano lasciarmi andare così con
lui di fronte a qualcun altro, in genere io e Mike non siamo quel tipo di
coppia che ama dare spettacolo. In compagnia dei nostri amici siamo sempre molto
distaccati, non ci piace isolarci da loro e questa è una di quelle cose su cui
siamo sempre stati d’accordo. Lui, poi, è molto riservato sulle sue questioni
private, certe effusioni preferisce condividerle soltanto con me.
L’acqua è decisamente troppo fredda per i miei gusti, anche
se un po’ di refrigerio ci voleva; spero che questi due si decidano a provare
il giusto tanto di disagio che li spinga a lasciarci soli, almeno potremo
uscire di qui e cominciare davvero la nostra serata.
Sbircio ancora una volta in direzione della coppia sulla
riva e noto che stanno parlottando tra loro: la ragazza ci osserva e sembra
quasi incantata da ciò che sta vedendo, mentre lui la stringe per un braccio e
sibila parole che non riesco a sentire.
«Ci siamo quasi» sussurro.
A quel punto mi ritraggo e mi sistemo alle spalle di Mike,
scostando le sue ciocche scure di lato. Lo abbraccio da dietro e appoggio il
mento sulla sua spalla, mentre lascio scivolare le mani lungo il suo torace,
fino a raggiungere il suo inguine.
Nello stesso momento in cui le mie dita si stringono attorno
alla sua virilità parzialmente eretta, le mie labbra si chiudono sul lobo del
suo orecchio e il mio bacino si spinge contro il suo, facendo entrare in
collisione la mia eccitazione con le sue natiche.
Mike esala un gemito che non riesce a contenere e mi afferra
saldamente per il polso. «Ehi…»
«Volevi fare uno show per gli invasori, no?» mormoro,
stimolando uno dei suoi capezzoli con la mano libera.
Getto uno sguardo alla coppia e noto che il ragazzo si è
alzato ed evita accuratamente di rivolgerci la sua attenzione, mentre continua
a parlare con fare concitato; ha cominciato a gesticolare e la sua voce è un
po’ più alta rispetto a poco fa.
«Okay, ma non esagerare» si arrende Mike, abbandonandosi
completamente alle mie attenzioni.
Oltre a compiere un atto di ribellione nei confronti di
coloro che hanno rubato il nostro posto preferito, mi sto divertendo e godendo
la vicinanza di Mike.
Continuo a torturarlo per un po’, beandomi dei piccoli
sospiri che si lascia sfuggire senza che possa fare qualcosa per trattenerli.
A un certo punto anche la ragazza si decide a mettersi in
piedi e, trascinata rapidamente per un braccio dal fidanzato, ci dà le spalle e
comincia ad allontanarsi insieme a lui.
«Missione compiuta» annuncio, lasciando un piccolo bacio
sotto l’orecchio destro di Mike.
Lui pare completamente rilassato e per niente intenzionato a
interrompere ciò che sta succedendo. Lo tengo stretto e faccio risalire le mani
fino a intrecciare le dita alle sue, respirando piano contro la sua spalla.
«Usciamo? Se ne sono andati e qui fa freddo» sussurro,
cullandolo ancora un po’ nel mio abbraccio.
Annuisce senza troppa convinzione, poi mi permette di
sciogliere la stretta.
Ci scambiamo un’occhiata complice e scoppiamo a ridere,
correndo in fretta e furia fuori dall’acqua: per fortuna non abbiamo mangiato
prima di fare il bagno, altrimenti una congestione sarebbe stata assicurata.
Recuperata la coperta dal fondo del frigorifero, ci
asciughiamo velocemente, imprecando contro la stoffa gelida.
«In teoria quella doveva essere la nostra tovaglia per la
cena, non un asciugamano da usare dopo il bagno» borbotto, notando le occhiate
truci che Mike mi lancia mentre si strofina la pelle intirizzita.
«Ho capito, ma potevi anche portare un telo da mare» mi fa
notare.
«Perché non l’hai portato tu?» lo accuso, infilandomi
rapidamente i vestiti.
«Perché non sapevo cosa avessi in mente, genio.»
Sbuffo perché so che ha ragione. «Però l’idea del bagno è
stata tua!»
«Era per una buona causa, e poi potevi anche dirmi che non
avremmo potuto asciugarci!»
Alzo gli occhi al cielo. «Okay, Patton, hai ragione!»
«Oh, andiamo, non prendertela!» Mike si riveste e mi viene
vicino, abbracciandomi teneramente. «Ormai è andata. Possiamo mangiare ora?»
Mi lascio stringere, incurante dei capelli fradici di
entrambi che stanno riducendo le nostre t-shirt in condizioni pietose. «Sì,
anche perché io ho fame e in teoria la cena doveva essere l’attività principale
di oggi.»
Lui mi lascia andare e mi bacia su una guancia, poi
raccoglie la coperta e la stende sulla sabbia dopo averla scossa per scacciare
i granelli umidi. «Tanto fa caldo, presto sarà nuovamente asciutta» commenta
prima di mettersi a sedere.
Lo seguo e mi metto in ginocchio, frugando all’interno del
frigorifero portatile che ormai è diventato un caos. Porto fuori alcuni
sandwich, un pacco di patatine al formaggio e un paio di lattine di birra.
Cominciamo a mangiare, chiacchierando del più e del meno
mentre spazzoliamo via il cibo che ho preparato per noi.
«Doveva essere romantica, eh?» mi canzona Mike.
«Ovviamente è andato tutto storto anche stavolta. Come
quando volevo farti quella serenata per farmi perdonare…»
«Facciamo o no parte dei Freaky Pigs?» Fa spallucce e prende
una manciata di snack dal sacchetto.
«Sì. È proprio il nostro destino» ammetto in tono
sconsolato.
Mike finisce di mangiare e si sdraia sulla coperta,
intrecciando le braccia dietro la nuca. «In fondo è molto romantico. Quel
romanticismo che piace a noi.»
«Se lo dici tu…»
Non sono molto convinto, avrei voluto che questa serata
andasse decisamente meglio. Mi ero immaginato di sorprenderlo con qualcosa di
inaspettato, di vedere sul suo bel viso dipingersi un’espressione gioiosa, di
poter mangiare occhi negli occhi con la luna che brillava nel cielo, unica
compagnia di un momento perfetto.
Ma sono uno sfigato, dopotutto, avrei dovuto aspettarmi che
niente sarebbe andato come previsto. È sempre così, eppure non imparo mai dalle
esperienze pregresse.
«Vieni qui.»
A distogliermi da quei pensieri ci pensa Mike che,
allungando la mano verso di me, mi invita a sistemarsi accanto a lui. Lo
raggiungo e mi lascio cadere su un fianco, appoggiando il capo sul suo petto.
chiudo gli occhi e mi lascio accarezzare tra i capelli.
«L’importante è il pensiero» dice Mike, solleticandomi
appena il collo. «E poi non è colpa tua se Bill è un coglione. E non è colpa
tua se il nostro territorio è stato invaso.»
Mi lascio sfuggire una risata. «Cristo, Bill! Chissà se alla
fine Courtney gliel’ha data!» esclamo.
«Ah, sicuramente!» Mike mi afferra per le braccia e mi
trascina sopra di sé, intrappolandomi in un bacio che sa di sandwich al tonno e
snack al formaggio.
Rispondo con ardore, facendo correre le dita sul suo viso.
Mi sento abbracciare dalle sue gambe che si allacciano alla mia vita, dalla sua
lingua che carezza lenta e sensuale la mia, dalle sue mani che premono sulla
mia schiena per avermi ancora più vicino – come se fosse possibile, poi.
Ci separiamo in cerca di aria e i nostri sguardi si
incontrano. I suoi occhi sono così carichi e profondi, così belli e penetranti,
così caldi e maliziosi. Ho voglia di annegarci dentro, e non importa se la
serata è cominciata male e se tutti i miei piani sono andati miseramente in
fumo.
Ciò che conta è stare con lui, senza artefici né grandi
organizzazioni.
«Ti amo, lo sai?» mi lascio sfuggire, il cuore in gola e il suo
corpo a scaldare il mio.
Mike mi scocca un ghigno a metà tra il divertito e il
malizioso, insinuando una mano sotto la mia t-shirt. «Allora dimostralo» mi
sfida.
Tutto il mio corpo reagisce al suo tocco e alla sua voce
roca e suadente.
In fondo non aspettavo altro.
Forse la serata può ancora essere perfetta.
Forse non è tutto perduto.
Mi tuffo nuovamente sulle sue labbra, godendomi le sue dita
sulla pelle mentre pian piano solleva il bordo della mia maglia.
Sono in ginocchio tra le cosce di Mike, massaggio la sua
virilità e mi preparo a dimostrargli quanto dannatamente lo amo.
Sono eccitato da impazzire e per lui è lo stesso.
L’atmosfera è calma, la luna rischiara i nostri corpi nudi e
le onde sciabordano placide a qualche metro da noi.
Poi, una risata sguaiata squarcia l’aria.
Mi fermo di botto, le dita strette sulla parte più sensibile
del mio ragazzo e le orecchie tese.
Mike mugola sotto di me e apre gli occhi, lanciandomi
un’occhiata interrogativa e colma di frustrazione. «Che succede?»
Mi porto un dito sulle labbra e rimango in ascolto.
Risate.
Un vociare sempre più vicino.
Qualche grido.
Qualcuno che canta.
Il tintinnio di qualcosa di metallico.
Sempre più vicino e distinto.
Lascio andare Mike e sbuffo sonoramente. «Non è possibile…»
«Arriva qualcuno?» Si mette a sedere e si guarda attorno
smarrito, passandosi una mano tra i capelli scuri che sono un delizioso
disastro.
«Sì, cazzo!» esclamo, udendo le voci farsi sempre più
vicine.
Ci scambiamo un’occhiata e schizziamo in piedi, prendendo a
rivestirci in tutta fretta per la seconda volta nel giro di poco tempo.
«Mi ero quasi illuso che la sfiga ci avesse abbandonato»
sibilo, infilandomi nei miei abiti con gesti maldestri.
Mike saltella su un piede mentre infila l’altro nella gamba
dei bermuda, rischiando di cadere malamente sulla sabbia.
Ci basta uno sguardo per scoppiare a ridere come matti,
incuranti del fatto che ormai i nuovi invasori siano giunti a disturbarci.
Si tratta di un gruppo piuttosto numeroso di ragazzi e
ragazze, pronti a fare baldoria e a trascorrere la notte sulla spiaggia.
«Non potevano andarsene da qualche altra parte?»
Mike si stringe nelle spalle. «Evidentemente erano in cerca
di un posto tranquillo, proprio come noi.»
Con un sospiro, finisco di legarmi le scarpe e ripiego la
coperta, ficcandola insieme ai rifiuti dentro il frigorifero portatile. «Che
palle.»
Mike finisce di sistemarsi e insieme battiamo in ritirata,
frustrati e sfatti per essere stati interrotti in un momento clou.
«E adesso che facciamo?» chiedo.
«Torniamo dagli altri?»
Alzo gli occhi al cielo. «Non abbiamo molte alternative»
replico.
Lui si guarda intorno e sospira.
Lentamente torniamo indietro, continuando a maledire gli
invasori che ci hanno sfrattato dal nostro posto preferito.
Anche se ho una voglia matta di stare con Mike, penso che
stanotte non sia decisamente propizia.
«Devo pisciare» afferma Mike all’improvviso, proprio mentre
siamo nei pressi del Fantômas Beach.
«Anch’io, in
effetti. Entriamo da Frank?»
Il mio ragazzo
annuisce e insieme deviamo in diagonale per risalire dalla spiaggia fino agli
scalini in legno che conducono alla veranda del chiosco.
Nel locale è in
corso un Open Mic dove un tizio dalla voce fastidiosa sta cantando un brano di
Springsteen.
«Vai prima tu» grida
Mike, tentando di farsi udire oltre il fracasso che ci circonda.
Annuisco e mi dirigo
velocemente verso il bagno, chiudendomi la porta alle spalle. prima che Mike me
lo facesse notare, non mi ero accorto di quanto la mia vescica fosse piena.
La svuoto con un
sospiro di sollievo, mentre la musica attorno a me risuona ovattata dalle
pareti in legno e plastica che compongono la stanza.
Sto sollevando la
zip dei pantaloni quando la porta si apre e si richiude di scatto.
Un tonfo alle mie
spalle, poi il chiavistello che scorre. Faccio per voltarmi, quando due braccia
mi stringono e una mano si serra attorno al mio polso per impedirmi di
rivestirmi completamente.
Il profumo di Mike
mi investe e un grido mi muore in gola quando le sue labbra accarezzano il mio
orecchio. «Fermo» mormora.
Mi spinge verso la
porta e mi inchioda con la faccia contro di essa, mordendomi il collo mentre le
sue mani si adoperano per liberare la mia eccitazione.
«Io dovevo pisciare
davvero!» gemo, premendo con la fronte sul legno liscio di fronte a me.
«Io no» replica Mike
in tono suadente, risvegliando con le sue mani l’erezione che, a dire il vero,
non si era assopita per niente dopo l’interruzione avvenuta in spiaggia.
«Mike…»
«Lasciati scopare, bambolina.»
Respira forte mentre mi massaggia lentamente. «Ti prego» aggiunge.
Il suo tono
supplichevole mi fa capire che ne ha bisogno almeno quanto me. Dio, se lo
voglio.
Eppure non avrei mai
voluto che la nostra serata romantica si concludesse con una squallida sveltina
dentro uno squallido bagno di uno squallido locale.
Poi le sensazioni mi
investono e improvvisamente mi dimentico di tutto: del discutibile Open Mic che
si sta svolgendo all’esterno, del luogo in cui ci troviamo, del romanticismo
ormai andato in fumo.
Tutto quello che
voglio è essere preso con forza da Mike per placare il desiderio che mi sta
divorando.
Avrei voluto
dimostrargli in un altro modo quanto lo amo, ma penso che lo capirà in ogni
caso.
E mentre si spinge
dentro me con urgenza e la mia fronte cozza con forza sulla porta chiusa,
lascio andare un gemito disperato e finalmente lo sento totalmente mio.
In fondo poteva
andare peggio.
♫ ♪ ♫
[Prompt 7: Fare una
cena romantica.]
Eccomi qui ad aggiornare questa raccolta, anche se forse sono
un tantino fuori stagione XD
Ma, come voi ormai avrete capito, nel FreakyPigs!AU è sempre
estate oppure, al massimo, Natale AHAHAHAHAHAHAH!
Quindi, siccome di pensare al Natale non ho ancora voglia,
mi butto sull’estate e vi propongo questo disastroso capitolo!
Ecco che come al solito Roddy parte con tutte le buone
intenzioni del caso: lui voleva soltanto fare una cenetta romantica con il suo
Mike, peccato che poi tutto sia andato dannatamente storto ^^”””
Altrimenti non sarebbero abbastanza sfigati e andrebbero
OOC… :D
Ebbene, chi poteva essere a rovinare tutto se non il nostro
adorato Billy? Ahahahahahahah, dai, lui voleva soltanto conquistare la
pollastra che gli piace…
Secondo voi ci è riuscito?
Qualche piccola annotazione: qui è apparso anche Kurt
Cobain, povera vittima di Courtney Love XD
Mentre Ivy, la fidanzata di Puffy, è un OC di mia
invenzione, una tipa con i dread tutti colorati di cui il nostro batterista si
è follemente innamorato ^^
Per chi non lo sapesse, un Open Mic è una sorta di “karaoke
con gli strumenti”: un locale lo organizza e chi vuole, che sia un musicista o
un cantante, si aggrega agli altri e insieme suonano qualcosa. È una sorta di
jam session, anche, però è qualcosa di più strutturato perché, da quello che so
io, è un tipo di evento che viene promosso e messo in atto dai proprietari di
un locale ^^
Il titolo del capitolo è tratto dal testo di Message In A
Bottle dei Police!
Per il resto, lascio a voi i commenti su quello che hanno
combinato Mike e Roddy insieme ai loro amici disagiati e vi ringrazio per
essere giunti fin qui e aver letto!
Avevo proprio bisogno di un po’ di FreakyPigs!AU, con la
consueta spensieratezza che contraddistingue questo AU e con un po’ di comicità
che non guasta mai ^^
Alla prossima ♥
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