La spada e la piuma

di Alarnis
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La spada e la piuma
 
Narra una storia antica che nel glorioso regno di Pank visse un soldato che mai, dico mai, aveva conosciuto sconfitta, ma questa… non è la sua storia.
Questa è la storia dell’anima della sua spada e della piuma che l’adornava.
Il soldato si chiamava Calegh. Era forte ma gentile e, viveva per proteggere il suo popolo.
Dall’alto delle mura vegliava il regno, pronto a scendere in battaglia risoluto, armato della sua fedele spada: una spada pesante e lucida, solida, d’acciaio temprato.
Gliel’aveva regalata suo padre quando era entrato a far parte del mondo degli uomini adulti, non dei fanciulli e, Calegh ne era orgoglioso; la curava, la lucidava e la brandiva con rispetto.
Spada fendeva l’aria per attacco e senza paura si poneva in difesa, rispettando l’onore di chi aveva di fronte, faccia a faccia, guardandolo negli occhi.
Piuma invece solleticava l’aria o meglio si arricciava impaurito: era uno spirito che rifuggiva la lotta e gli urti che ferivano. Tuttavia Calegh gli aveva imposto di restare avvinghiato a Spada, all’altezza dell’elsa, attaccato ad una piccola cordicella di giunco.
Era stato così che s’erano conosciuti Piuma e Spada, per necessità, ma erano state le loro differenze a unirli, facendoli diventare amici, mentre Calegh si prendeva cura di tutti e due.
“Perché sei costretto a combattere?” chiedeva retorico Piuma.
Spada poteva solo restare in silenzio; quella era la sua missione: proteggere Calegh, nonostante la sua lama diventasse ogni giorno più smussata e l’acciaio ad ogni colpo più fragile.
“Vorrei poterti aiutare.” ammetteva Piuma, in cuor suo pensando che sarebbe stato bello essergli compagno, eguagliando quella dedizione.
Spada sorrise confidando “Non vi è motivo, non temere.”.  E così, passarono i giorni, i mesi, le stagioni, finché un giorno… Calegh si trovò in difficoltà e così Spada. Il sole accecante confondeva i loro occhi, abbagliandoli. Più d’un colpo urtava Spada che consigliava attenzione, esausto per la lotta, nella solidità del braccio di Calegh, dalla forza mai spenta.
Quali urti ferivano le orecchie, quali gridi provocavano i lamenti rochi di Calegh quando spolmonava l’aria accaldato. Piuma era spaventato. Voleva far tacere quegli urti e grida, perché tutto finisse ed avessero tregua. Fu in quell’istante che s’accorse che Spada non proteggeva solo Calegh ma anche lui, una piccola e insignificante piuma.
No! Non lo era e, riconoscente a quell’affetto, all’abbattersi di un fendente portato all’elsa della spada di Calegh sfuggì dal legaccio che lo assicurava a Spada lasciandosi cullare dall’aria, in alto e poi ancora più in alto, leggero fin all’altezza degli occhi di Calegh che finalmente furono schermati dal sole, consacrandolo vittorioso.
Credete ora che la loro storia si sia conclusa? Che Piuma sia stata ormai separata per sempre da Spada? Perduta nel vento?
No! Calegh con premura ricercò quel dono prezioso che il vento riaccompagnò gentile verso di lui, ricollocandolo al legaccio che l’aveva visto compagno di Spada.
Quella vittoria regalò al soldato grandi onorificenze, ma nuove e più solide armi non eguagliarono mai nel suo cuore Spada e Piuma, che dimorarono con lui tra i cimeli più cari e riposarono nella sua vecchiaia con lui quanto i più preziosi.




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