Poetessa

di Chiaroscura69
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Mi chiedi se so scrivere in rima,
se non ho paura d'impossibili versi,
se la poesia sia una pantomima
e forse sarebbe meglio astenersi.
Ti dico che la poesia è la mia Cina
un luogo dove non sono mai stata,
ma che ogni volta mi avvicina
al luogo che sono diventata.
A me, certo, dove ho paura
di tornare, ogni volta, diversa,
senza i miei versi scelgo l'abiura
di questa identità dispersa,
avversa, controversa e sommersa.
Guarda, per scrivere belle poesie
non esiste un'unica legge,
basta solo avere due o tre anomalie,
quelle che la Ragione corregge,
la penna le libera nella carta,
le emana in lunghe frange colorate,
poi come una paziente sarta
le intreccia su parole arzigogolate.
A volte scruti dubbioso
i miei vecchi versi astrusi,
un po' impaziente, un po' curioso,
mi chiedi con occhi confusi
il significato di quei concetti sovrapposti,
'perchè non sei più (C)chiara
quando scrivi i tuoi versi scomposti?'
Non lo so, ne sono ignara!
E alla fine rinunci ridacchiando
a trovar un senso alle mie immagini,
poggi il mio quaderno sospirando
e abbandonando le indagini
affermi la Verità del controsenso
che mi onora e mi sconfessa:
'le tue poesie non hanno senso,
ma proprio per questo sei Poetessa'.




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