Incubi

di Karmi
(/viewuser.php?uid=1063922)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 

Incubi


Una volta ho letto che le lacrime hanno una diversa composizione chimica in base all’emozione che le ha provocate. Inoltre, esattamente come le urla insensate, sono un modo per esprimere un dolore che non si riesce a descrivere con le parole.

Quindi mi chiedo con quale coraggio riuscirai a chiedermi perdono il giorno in cui finalmente ci incontreremo, tesoro.

Perché, fidati, hai trasformato il risveglio nel momento più terrificante al mondo.

Sinceramente, sembra quasi stupido. Aprire gli occhi e non avere nemmeno la forza di piangere e di gridare dal dolore al petto che si prova. La sensazione di avere un buco nero al posto del cuore. L’impressione di non essersi appena svegliati ma di star facendo un sogno diverso.

Pensavo di essere un po’ cattiva; insomma, bisogna esserlo quando si immaginano solo storie il cui lieto fine non esiste nemmeno per un ratto. Però, diamine, tu sei spietato. Mi porti in cima al mondo, dove posso sfiorare le stelle con una mano, e poi mi butti giù con un calcio nel sedere, riportandomi alla realtà

La crudeltà deve essere parte del nostro amore, c’è poco da dire.

E infatti, non posso fare a meno che sperare che tu provi il mio stesso dolore quando ci incontriamo nelle braccia di Morfeo. Quando ci rendiamo conto di quanto sia pacifico essere uno a fianco all’altro, quanto sia terapeutico chiederci come abbiamo passato la giornata e cosa abbiamo combinato, quanto sia confortante intrecciare le dita e sorriderci.

Sono incubi che aspetto volentieri, tesoro.

Non sogni, ma incubi. Illusioni di felicità di cui sono dipendente, frammenti di memoria futura che non so quando creerò.

E sai qual è la cosa più buffa?

Mi sorridi, eppure non ho la più pallida idea di come sia il tuo viso. Non so se hai gli occhi neri o azzurri, se hai i capelli ricci o lisci, se sei pallido o scuro. Non so se sei grasso, basso o zoppo, se hai qualche difetto o solo pregi, se sei timido o uno psicopatico.

Non so niente di te e comunque mi rendi più felice delle persone che conosco realmente.

E poi mi chiedono se sono pazza.

Detto questo, continuerò ad aspettarti.

E continuerò a chiedermi con quale coraggio riuscirai a implorare il mio perdono.

A meno che tu non sia abbastanza spietato da non farlo.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4000735