Tra me e te

di Monkey D Anjelika
(/viewuser.php?uid=1053008)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Tra le mani stringeva quello scatto che aveva bloccato il tempo.
Le sue mani tremavano, le lacrime bagnavano il suo viso.
I suoi occhi color pece si erano trasformati in nuvole grigie da cui pioveva dolore.
Non era un temporale passeggero.
Gli occhiali erano appannati e lui vedeva a malapena, meglio così. Non voleva vedere più nulla.
La sua sofferenza aveva creato uno scudo intorno a lui.
Non lasciava oltrepassare nulla.
Sengoku si era isolato dalla realtà, ancora una volta.
Ogni volta che prendeva quella vecchia foto, la sua mente tornava al giorno in cui perse tutto.
Avrebbe voluto urlare, ma la voce era morta con il ragazzo.
Non sapeva che dire.
Non aveva mai provato tanto dolore in vita sua.
Lui che non era padre, aveva perso un figlio.
Lui che era vivo, aveva perso la sua vita.
Rocinante non era suo figlio biologico, ma l'amore non dipendeva di certo dai legami di sangue.
Lui lo aveva amato, cresciuto e protetto come se fosse davvero suo figlio.
Il suo lavoro non gli aveva mai dato il tempo di farsi una famiglia, o forse non aveva mai trovato la persona giusta con cui crearla.
Ma quando aveva sentito quell'urlo disperato in mezzo alle macerie, quando aveva visto quei ciuffi ribelli, in lui era nato qualcosa.
Una strana sensazione gli stringeva il petto, un desiderio di proteggere qualcuno e di amarlo più di sé stesso.
Così, dopo essersi assicurato che fosse solo, decise di portarlo con sé e quella fu la scelta migliore della sua vita.
Quel dolce sorriso, quella goffaggine che distruggeva piano piano la sua casa e quel senso di giustizia in un bambino così piccolo, avevano dato un senso alla sua vita.
Rocinante aveva colorato la sua esistenza, uscendo dai bordi.
L'amore che provava per quel bambino aveva sfumato ogni aspetto del suo carattere, divenne un amore incondizionato e Sengoku si tramutò in un uomo migliore.
Sentiva che la sua vita era completa, di avere uno scopo ben definito.
Era così orgoglioso di quel figlio giudizioso che aveva scelto di seguire le sue orme e di difendere i più deboli.
Era così soddisfatto di quel figlio sincero che mai gli aveva mentito.
Lo fece solo una volta in realtà, ma Sengoku non la considerava.
Con il tempo aveva capito il perché. Rocinante aveva sviluppato quel sentimento che lo legava all'ex Grand Ammiraglio per quel dottore, Trafalgar Law.
Quel bambino divenne ciò che Rocinante era per lui.
Lo amò allo stesso modo e non poteva colpevolizzare Rocinante per aver voluto proteggere qualcuno. Non poteva macchiare la sua memoria.
Non se lo meritava, lui che aveva rischiato la vita per qualcun'altro.
Mai aveva conosciuto una persona così buona. Un drago celeste davvero fuori dal comune.
Un figlio speciale che, ogni giorno, gli ricordava di doversi battere per ciò che era giusto.
E, forse, era per quello che sorvegliava il nuovo Grand Ammiraglio, Sakazuki detto Akainu. Quell'uomo burbero non aveva nulla di giusto.
E poi non voleva lasciare quel luogo, la sede della Marina. Anche se la vecchia sede, luogo dove era cresciuto Rocinante, non c'era più, per Sengoku rimaneva speciale in senso simbolico.
Nella sede della Marina aveva amato quel bambino, quell'amore era stato coltivato lì e non aveva importanza se il luogo fisico fosse quello o un altro.
Nei suoi ricordi era la Marina la loro casa, non c'era bisogno di specificare le coordinate geografiche.
Con Marina intendeva Monkey D. Garp, Tsuru, Aokiji, Kizaru e tutte le persone che avevano visto crescere suo figlio.
Casa è dove si sta bene, non il luogo fisico.
I ricordi sono legati alle persone e finché loro avrebbero ricordato Rocinante, lui sarebbe rimasto lì con Sengoku.
Rocinante sarebbe stato sempre nel lato sinistro del suo petto.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4000810