Il re del mulino e la fine della tempesta

di time_wings
(/viewuser.php?uid=963931)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il re del mulino e la fine della tempesta

 




Alla fine dell’universo c’è un campo di grano.
Non c’è nessuno al mondo che l’abbia visto due volte.
È ampio e grande e corrisponde alla fine di una tempesta. Il fatto è che, se ci si siede in mezzo (dove in mezzo si fa per dire, ci si può sedere un po’ ovunque), non si può venir colpiti da alcun fulmine.
Quelli si arrangiano. Si spostano, e tutto ciò che fanno è sfiorarti.
 
Alla fine dell’universo c’è questo campo di grano. Non importa dove ti siedi, ogni fulmine colpirà solo lo spazio che ti circonda e mai la tua testa. È un luogo molto importante, è un momento sacro.
In quell’istante ci si affida alla fortuna, si esercita l’arte dimenticata della fiducia. Nel campo di grano si rischia, ogni singola volta, ma non si muore.
 
Ti starai chiedendo, ne sono certo, se conoscere in anticipo l’esito dell’attacco non pregiudichi la sua resa.
Sarà, mio caro, ma siediti al centro di un campo di grano, ascolta un vecchio che ti grida che non morirai, e dimmi se non te la fai lo stesso nei pantaloni, nel momento in cui il fulmine impatta a un passo dalla tua patta.
 
Adesso mi chiederai di sicuro chi sia questo vecchio. Se non cambi lo scenario, nel caso in cui ad avvertirti non sia un pazzo sconosciuto, ma una voce nella tua testa. Scusami, bellezza, ma se ti ritrovi una voce in testa chi è il pazzo e chi è il sano, qui?
 
Ah, tu cerchi il re del mulino.
 
Signori, ascoltate ascoltate per piacere, ché c’ho un annuncio da fare.
Pare che tra di noi si aggiri il capo del mondo, me l’ha detto il bigliettaio in via del tutto confidenziale. Tenete gli occhi aperti, si aggira per la stazione ma non prende nessun treno.
No, però ha i biglietti. Poggia un passo sul primo gradino e si ferma a guardar giù. Soffre di vertigini da quando il suo cappello gli è cascato tra la schiena e la sedia. Ascoltava il meteo e la notizia di un uomo morto in campagna.
 
Comunque se lo vedete, mi raccomando, inchinatevi e vedete se vuole il vostro cappello. Come sapete il suo non ce l’ha più, l’ha raccolto un pezzente che passava di là.
 
Porta una valigia di un colore smorto, non s
è capito cos’è che si porta dietro da trent’anni, ma è molto importante, sono informazioni riservate a chi col mondo stipula patti e poi fa danni. Comunque lui ne è il capo, quindi capirete che i suoi documenti sono i più importanti. E capirete anche che il gesto del pezzente è stato un sacco stupido: avanti, ha rubato il cappello al capo del mondo, ragazzi. Se ha il capo è per poggiarci sopra il cappello, non è così?
 
Infatti torniamo a quella notte.
Il capo si era fermato in un bar a riprendere fiato, questa notizia me l’ha detta il sarto in via del tutto eccezionale. Sapete come fa quello, cuce due storie insieme e tira fuori del folklore.
Comunque pare che il capo stesse per pagare il conto e levare il disturbo, quando una notizia alla televisione l’ha bloccato sulla soglia.
Sapete che per il capo queste son questioni delicate. Quante volte avete letto titoli del tipo: ‘il mondo è sulla soglia della rovina’? Le soglie sono faccende da non sottovalutare.
 
Diceva la notizia:
Uomo morto in un campo di grano, stava seduto a terra e il re del mulino sostiene stesse solo riprendendo fiato.
 
Dov’è successo?
È successo lontano. Un sacco lontano.
Ah, vabbè, allora capirai.
Sì, non è mica tanto grave, è normale. Se vai lì poi te lo vai a cercare.
Senti, ma com’è morto? Mica si muore di sosta nei campi?
Certo che si muore, è la prima causa al mondo.
Al mondo?
Al mondo.
Ma son cose che non succedono qui, no?
No, succedono solo in capo. In capo al mondo.
Però mi dispiace, era una brava persona, eh?
Brava? La migliore.
Se ne vanno sempre i migliori.
Poi era un gran lavoratore.
Certo, ci avrei giurato.
Sì, però era bravo finché non ha sostato.
In effetti è proprio assurdo, se ci pensi.
Infatti! Così bravo e così a lungo, come gli è venuto in mente di sostare?
Ma poi di punto in bianco!
Sì, esatto, così di punto in bianco. S’è svegliato e ha sostato nel campo di grano.
E allora forse…
Sì, forse non era poi tanto bravo.
E il re del mulino che dice?
No, lui non c’entra niente. Dice che l’ha semplicemente trovato.
Ma l’ha trovato così, in mezzo al prato. Non l’ha visto mentre si sedeva?
Ma che domanda è?! Se dice che non l’ha visto non l’ha visto, no?
Hai ragione, se dice così non l’ha visto.
Te l’ho detto.
Ripetimi dov’è successo?
Lontano, lontanissimo. Alla fine dell’universo.
E com’è morto?
Ha sostato nel campo di grano. Un fulmine l’ha preso in pieno, dalla cima alla coda.
Santiddio, ma non l’ha vista la tempesta?
Certo che sì!
E allora che aveva in testa?
E me lo chiedi? Era proprio un pazzo, un matto da legare.
Però era una brava persona.
Ah, quello sì. La migliore.
Che Dio ce la mandi buona.
 
Quindi se lo vedete aggirarsi nella stazione, rispettabili viaggiatori, siete pregati di fermare il capo del mondo. Anche a costo di abbatterlo. Il copricapo non è stato ancora trovato, ma la valigetta ce l’ha con sé. 
Invece se siete il pezzente, mi informano che per voi è stato già pagato il biglietto per il treno che porta al campo di grano.
 
Dal re del mulino è tutto, viaggiatori.
 
Ah, un’ultima cosa.
 
Alla fine dell’universo c’è un campo di grano.
Non c’è nessuno al mondo che l’abbia visto due volte.
È ampio e grande e corrisponde alla fine di una tempesta. Il fatto è che, se ci si siede in mezzo (dove in mezzo si fa per dire, ci si può sedere un po’ ovunque), non si può venir colpiti da alcun fulmine.
Quelli si arrangiano. Si spostano, e tutto ciò che fanno è sfiorarti.
 
Però dico davvero, signori, fidatevi, lì non si muore.








 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4001116