Come vetri infranti

di Chiharu
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Novembre

 Come si fa a sopravvivere ad una vita che ti chiude le porte,
ti lascia solo con le ossa rotte,
ha il sapore di solitudine e verità distorte?
E allora cammini per strada, ti guardi intorno,
pensi a chi lascerai e non sa ancora che non farai ritorno,
pensi a chi c’è stato, a chi ti ha aiutato, a chi se n’è andato
e il cuore pompa lacrime e sale,
mentre le ferite fanno sempre più male.

Il dolore è profondo come un buco nero,
più il tempo passa più qui sembra l’inferno.
Ormai la decisione è presa:
quanto coraggio c’è voluto per tenere quella mano tesa?
Te ne sei andato mentre il sole non c’era,
la notte ti ha accompagnato verso una sconosciuta frontiera.
Ora puoi riposare,
 il cammino è stato faticoso anche se breve.
Sogni d’oro, mentre qui si può solo sperare
che la terra ti sia lieve.


 

SPAZIO AUTRICE:

Salve a tutti. Innanzitutto chiedo scusa: mi sono accorta solo oggi che l'editor per l'html mi aveva cancellato parte della poesia e altri dettagli, quindi sono stata costretta a cancellare il capitolo pubblicato ieri e a ricaricarlo adesso. Detto ciò, vi ringrazio per essere arrivati fin qui e vi saluto con questa poesia un po' speciale, poiché è dedicata ad un ragazzo che non c'è più. Qualche giorno fa ha deciso di andarsene tragicamente e questa dipartita, nonostante non mi riguardasse direttamente, mi ha sconvolta e angosciata nel profondo e ho deciso di scriverci su. Vi ringrazio nuovamente per aver seguito questa piccola raccolta. A presto.
Chiharu




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