Songfic - Rock salt and Nails - Utah Phillips

di pantheater
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On the banks of the river where the willows hang down
And the wild birds all warble with a low moaning sound
Down in the hollow where the water runs cold
It was there I first listened to the lies that you told
Now I lie on my bed and I see your sweet face
The past I remember time cannot erase
The letter you wrote me, it was written in shame
And I know that your conscience still echoes my name
Now the nights are so long Lord sorrow runs deep
And nothing is worse than a night without sleep
I'll walk out alone and look at the sky
To empty to sing to lonesome to cry
If the ladies was blackbirds and the ladies was thrushes
I'd lie there for hours in the chilly, cold marshes
If the ladies were squirrels with high bushy talls
I'd load up gun with rocksalt and nails.





Ti accarezzavo i capelli, mentre sorridente posavi la testa sulle mie gambe. I raggi del sole filtravano dalle fronde del salice che si specchiava nel fiume. I tuoi occhi di prato raccontavano la nostra storia e la mia armonica accompagnava quel delicato racconto, in te trovavo tutte le mie note.
Povero e felice, mi perdevo nei tuoi abbracci e in quelle labbra di pesca, certo che un giorno ti avrei dato di piú. Ti avrei dato quello che nelle nostre fantasie sospiravamo, ti avrei dato quello che piú di ogni altra cosa il tuo cuore desiderava.
E ricordo come ieri le parole a cui ho creduto. Promesse di eterno amore, sussurrate tra il cinguettare dei merli impegnati a giocare sulla riva e gli scoiattoli che si rincorrevano fra i rami.
“Sei tu quello che voglio, il mio sogno più bello, che al mattino ritrovo ancora accanto a me”
Ti ho creduta, mia dolce bugiarda, ho creduto a ogni parola, ho creduto al tuo amore.
Mi accarezzavi la barba, sorridendo mentre ti faceva il solletico fra le dita, e dei tuoi dolci sospiri si riempivano i miei giorni.
Quando mi hanno offerto un lavoro, migliaia di chilometri da te, mi hai detto di andare, che avresti aspettato, che mi avresti voluto anche quando il tempo mi fosse mancato.
Mi dicesti “ti amo” ancora una volta. Ho baciato il tuo viso come una sacra effigie. Ti ho promesso fedeltà, amore, rispetto, ho chiesto da te solo un po´ di pazienza. Sarei ritornato, saremmo stati insieme, avremmo benedetto la nostra sacra unione.
Ora sono sul mio letto, in un appartamento quasi vuoto, e nel bianco soffitto rivedo il tuo volto. Quel tuo sorriso, ora so menzognero, prometteva il tuo cuore che ora so essere stato mutevole. 
Mia dolce bugiarda, mi hai scritto più volte, giurandomi ancora, e ancora una volta, quanto il nostro amore avrebbe sfidato il tempo e la distanza.
Ma le parole donate erano coperte della tua vergogna, erano abili bugie, orchestrate per tenermi contento e lontano.
Al ritorno in città, desideroso di sorprenderti, sono rimasto immobile a guardarti fra le braccia di un altro. Il tuo sorriso, ora regalato a lui, era la stessa bugia che mi aveva stregato.
Non ho detto una parola, non ho fatto scenate. Sono salito sul primo treno e sono ritornato all´appartamento scarno: un letto, una cassettiera e una foto.
Ora la foto non c'è piú e gli uccelli hanno smesso il loro canto.
Ogni donna che incontro sembra portare in sé la promessa della parola infranta. 
Il passato con te si copre di vergogna, per averti creduto, per averti amata, per aver riposto con cura le parole che mi hai regalate.
Le notti da solo sono ancora più lunghe, sapendo che, altrove, qualcun altro ti scalda. Non so cosa fare, esco a guardare le stelle, ma non piango neppure, per farlo dovrei avere un cuore. E il mio cuore è da te, gettato in un angolo, perché non sai che farne, ora che giochi con quello di un altro.
La mia armonica resta silenziosa, non riesco a suonare. Le note che avevo sono rimaste laggiù, nel mio dolce morire, nel tuo velenoso sospiro.
Mia dolce bugiarda, non vedi che hai fatto? Hai distrutto il mio cuore, e con esso il suo canto. 
Se le donne fossero merli, se fossero tordi, se fossero scoiattoli dalla coda lunga e cespugliosa, potrei liberarmene solo col mio fucile. Lo caricherei di sale e chiodi e colpirei, facendole soffrire come ora soffro io, scacciandole per sempre dal mio cuore.
Ma le donne non sono merli, né tordi né scoiattoli. Le donne sono te, sono menzogne con le labbra delicate e le ciglia lunghe, e tutto quello che posso fare é rimanere sul mio letto, a pentirmi di averti creduta.




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