Luna in Bilancia

di Lilithan
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Sì. Sì, sono atea. Da quando avevo sedici o diciassette anni, chi si ricorda più. Che c’è mamma? Ti stai chiedendo come sia possibile una cosa del genere? Che cosa hai fatto di sbagliato? Come hai fatto a non accorgertene prima? Ti sorprendi di come, non volendo hai allevato la peggiore bugiarda della famiglia? Che io sappia, ovviamente. O forse, state ripescando dai folti meandri delle vostre testoline ogni discorso e frase che vi abbia propinato in questi anni per rivalutarmi sulla base di quello che sapete ora di me? Questo è quello che dicono le vostre facce. Forse siete solo sorpresi, di esservi trovati d’accordo con me in alcuni argomenti, o trovate conforto nello spiegarvi come e perché in altre questioni vi sia sempre andata contro. Ebbene, è tutto fiato mentale sprecato. Questa “rivelazione” o come altro volete chiamarla, ce l’avete sempre avuta parata davanti, e non siete stati capaci di rendervene conto semplicemente perché per voi è troppo difficile accettarlo. Manco avessi detto chissà cosa. Cosa ve ne viene esattamente, se io credo in Dio, chicchessia o in niente? Non riuscite più a guardarmi con gli stessi occhi dite, ma per quale motivo? Negli ultimi anni sono stata la stessa persona che vedete adesso, troppo codarda per sbattervi in faccia il mio vero essere. Per paura di cosa poi, se non di questa reazione del cazzo? E magari adesso vi starete chiedendo perché, proprio ora, io stia facendo questa sottospecie di coming out religioso. Molto semplice: mi sono rotta i coglioni. Letteralmente. Mi avete rotto i coglioni. Con i vostri perbenismi ipocriti, i vostri sterili discorsi e le vostre stupide opinioni. Sì, stupide, perché siete tutti una massima di idioti ignoranti. Come mi permetto? Con questa grandissima e bellissima faccia di cazzo che mi ritrovo. Devo dire, tra l’altro, che è tutto merito vostro. Cinquant’anni a testa e l’unica cosa di cui riuscite a preoccuparvi sono i complotti orditi dalle case farmaceutiche che vogliono controllarvi col 5G e cazzate varie. Ma veramente voi avete avuto il coraggio di fare figli e di crescerli? Non credo nemmeno che vi rendiate conto di quanto tremendi siate come genitori. Che ne so io? Ah beh, parlo da figlia, da nipote, da persona che osserva come vi comportate da anni e che si fa domande: sto sbagliando io a pensare questo? Sono loro a sbagliare? Ma se lo avesse detto in un altro modo, forse? Perché vi ostinate? Fateci caso. Guardate me, che mi incammino da un po’ sulla via della vita adulta, cosa vedete? Una nanerottola che parla un sacco, arrogante, saccente, volgare, magari pensate pure che sia posseduta. Ora la nanerottola vi spiega cosa c’è dietro questa facciata da demonio: una ragazzina troppo cresciuta, pressata su ogni fronte per qualsiasi cosa, costretta a ricercare la perfezione in ogni cosa, nello studio in particolare, nei comportamenti, nella gestione dei social addirittura; una bugiarda, diventata tale per paura di deludere la famiglia che non contenta di castrarle la vita sociale e di caricarla emotivamente di pesi che non dovrebbe avere, non si impegna minimamente per farla sentire apprezzata come persona, né dal punto di vista estetico né da quello caratteriale. Mai abbastanza. È questa l’etichetta che questa tappetta si porta in giro da tutta la vita. Sono state queste le cose che l’hanno fatta diventare questo demonio. Ma è solo colpa vostra. Siete voi il problema. E si vede benissimo. Guardate i vostri figli, abbiamo anche troppi esempi. Chi soffre di disturbi alimentari, chi si sente costretto ad assecondarvi perché vuole evitare discussioni, chi sta in silenzio quando gli si urla addosso perché spera che possa finire in fretta, chi si trova a dover assumere una posizione più da genitore perché quello vero è troppo occupato a dare il miglior esempio di stereotipo di ragazzina mestruata. Chi è costretto a reprimere sé stesso, la propria sessualità, le proprie propensioni, le proprie passioni, il tutto per cosa? Per piacere a voi. Per amore vostro. Questo è amore. Non portare i propri figli a ciò. Come ci si sente? La sentite? La responsabilità che avete avuto. I danni che avete causato. Il senso di colpa per le azioni compiute. Non credo. Perché siete solo degli egoisti, megalomani ed egocentrici, l’unica cosa che vi interessa è mantenere la facciata di famiglia felice e normale, senza problemi, senza niente di diverso, perché diverso è sinonimo di orrore, demonio e inferno. Sapete cosa? Sono felice, se mi definite demone. Mi sono sentita tale, mi sento tale. La differenza tra il prima e l’ora è che prima mi odiavo perché mi sentivo sbagliata, come se avessi io tutte le colpe. Ma l’ho capito, non potevo sentirmi altrimenti, circondata da spazzatura come voi. Mi avete reso la versione peggiore di me, ma sono persuasa dalla consapevolezza che, ora che ho preso coscienza di me, posso rendermi la versione migliore di me, senza dovermi sentire legata o condizionata dai vostri giudizi, convinzioni e quant’altro. Non mi serve più niente, da voi. Purtroppo vi amo, so che questo legame va oltre la mia volontà, avrei tanto voluto poterlo rompere anni fa. Mi avrebbe reso le cose ancora più semplici. Ma non importa, ho già preso la mia decisione. Se mi amate davvero, mi accetterete per quello che sono, non per quello che volete vedere. Io, d'altronde, l’ho sempre fatto, nonostante tutto. Sta a voi scegliere ora. Cercare di rimediare è impossibile. Ma non è mai troppo tardi per capire e decidere di voler essere la versione migliore di noi stessi. Soprattutto se ciò comporta la felicità delle persone a cui teniamo. Se poi voi siete contenti di crogiolarvi nella vostra ipocrita stupidità, tanti complimenti per la ferrea negazione dei vostri errori in quanto persone e genitori. E adesso un brindisi, da me a me. Complimenti, ottimo discorso.




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