Parte
prima:
***
Quando
Sherlock e John infilarono la chiave nella serratura della porta di
casa, al 221B di Baker Street, e Sherlock abbassò la
maniglia per
entrare, quasi rischiò un colpo, trovandosi subito oltre la
soglia,
la signora Hudons, che a quanto pareva doveva averli sentiti arrivare
e aveva ben pensato di intercettarli prima ancora che salissero le
scale.
Il
buon dottore, dopo aver visto l’amico sussultare, si era
spaventato
a sua volta.
«Sherlock?
Che ti prende?»
cercò
di infilarsi tra lo spazio ristretto dello stipite e del suo
imponente amico, che gli impediva la visuale e quindi di capire la
situazione e agire di conseguenza, ma ci trovò appunto, solo
la
signora Hudson, con un'espressione allarmata in volto.
«Signora
Hudson?»
«Oh
ragazzi per fortuna che siete tornati.»
prese
i due uomini per le maniche dei loro cappotti e quasi gli
tirò
nell’ingresso a forza, assicurandosi di chiudere bene la
porta dopo
che furono entrati.
«Che
cosa le prende?»
il
dottore era sempre più preoccupato, vedendo la donna
così agitata.
Era un comportamento sospetto e così poco da lei.
«Signora
Hudson?»
questa
volta era stato Sherlock a parlare, e anche dal suo tono il dottore
aveva capito che nemmeno l’intelligente consulente, aveva la
più
pallida idea di che diavolo stesse succedendo.
«C’è
qualcuno di sopra, vi sta aspettando da almeno un ora.»
«Un
cliente? E cosa c’è di così
strano?»
domandò
Sherlock.
La
signora Hudson puntò il suo sguardo su John, che si
sentì come
quando a scuola combinava qualcosa e la maestra lo umiliava davanti a
tutta la classe, come punizione.
«Che-che-c’è…
Perché mi sta guardando in quel modo?»
«Sta
cercando te John.»
«Me?
Chi! Chi c’è di sopra signora Hudson?»
Anche
Sherlock sembrava molto sorpreso che qualcuno cercasse espressamente
John, e non lui. La cosa un po' lo ingelosiva.
Chi
poteva preferire John, a lui? Il super Detective?
Quando
John Watson si era svegliato quella mattina, credeva che sarebbe
stato un giorno come un altro. Aveva un caso da risolvere con il suo
amico, coinquilino e partner di indagini, Sherlock Holmes. Un caso su
cui stavano indagando già da più di una settimana.
Un
uomo era stato ucciso. Ovviamente. La particolarità di quel
caso era
che la vittima fosse morta cadendo da una grande altezza, e lo
avevano ritrovato in una vecchia barca senza remi o motore, a qualche
chilometro dalla costa.
Ora,
di come un uomo che era morto per una caduta da una forte altezza,
fosse finito in una barca in mezzo al mare, rimaneva un enigma.
Enigma che aveva tenuto impegnata la mente di Sherlock per tutto quel
tempo. Soprattutto perché all’inizio non avevano
alcun indizio,
non sapevano chi fosse il morto, da dove provenisse, dove si trovasse
la scena principale del crimine, e nemmeno di chi fosse la barca su
cui era stata trovata la vittima, che era stata rinvenuta da alcuni
pescatori, a faccia in giù, e senza alcun documento.
Per
fortuna il corpo era in giro da poco, e le foto del volto, pubblicato
dalla polizia locale, furono utili a trovare la piccola cittadina di
origine.
Da
lì in poi il resto venne da sé, soprattutto dopo
aver scoperto che
la barca proveniva da un faro, e che il corpo senza vita, fosse stato
messo lì, dopo che da vivo, l’assassino, aveva
buttato giù la
vittima dalla cima del suddetto faro. Un gran brutto volo per una
storia con un triste finale, perché era venuto fuori che la
vittima
non era così tanto una vittima e che l’assassino
era solo una
povera donna che si era difesa da un marito violento.
Quindi
ora l’unica cosa che voleva John, era fare una lunga doccia
calda e
stendersi sul suo comodo letto, dove dormire per almeno due giorni di
fila, non un altro maledetto caso. E soprattutto non capiva chi
potesse cercarlo. Pensò a qualche vecchio commilitone che
era venuto
a sapere del suo nuovo lavoro.
«Oh
no no, è una donna.»
la
voce della signora Hudson che parlava in tono frenetico lo
ridestò
da quel flusso di pensieri.
«Come
ha detto prego?»
domandò
John, sicuro di aver capito male.
«Che
è una donna.»
Il
consulente al suo fianco gli lanciò una strana occhiata.
«Una
donna? Io non conosco nessuna donna…»
anche
la signora Hudson lo guardò con un espressione dubbiosa.
«Che
c’è? E’ vero! E poi scusi non le ha
detto chi è?»
La
signora Hudson scosse la testa.
«No,
solo che doveva parlare assolutamente con te. Sembrava conoscerti
molto bene.»
«Uhm…
E non è che magari ha notato se fosse armata?»
La
faccia della signora Hudson si riempì di indignazione.
«Per
chi mi avete preso un poliziotto! Non mi metto a perquisire le
persone!»
«Ma
no, non intendevo in quel senso. Però se uno si porta una
pistola si
nota. Di solito.»
«No,
niente armi, è solo una donna.»
«Perché
una donna che dice di conoscerti dovrebbe venire a cercarti
armata?»
A
John non era sfuggito il tono divertito con cui Sherlock aveva detto
quelle parole.
«E
io che ne so!»
«Allora
andiamo a vedere di chi si tratta.»
Sherlock
sembrò sottolineare l’ovvio.
John
sospirò.
«Sì
andiamo, è stupido stare qui a fare congetture.
Però prima vai tu.»
«Nell’esercito
non insegnano ad essere coraggiosi?»
John
lanciò un'occhiataccia a Sherlock, che stava sorridendo
sornione. Lo
odiava quando faceva così, però aveva
già preso le scale, così
non gli restò che seguirlo.
«Io
resto qui, urlate se devo chiamare la polizia.»
la
saggia signora Hudson.
Le
scale scricchiolavano ad ogni passo, facendo crescere l’ansia
di
John. Arrivarono in cima. Ovviamente la porta
dell’appartamento non
era chiusa a chiave, così a Sherlock bastò
abbassare la maniglia.
John era dietro e non poteva vedere nulla, dal momento che la schiena
del consulente gli copriva del tutto la visuale. Forse non era stata
una grande idea mandare avanti lui.
«Buona
sera.»
sentì
il tono pacato di Sherlock, che salutava chiunque fosse presente nel
loro appartamento, ma non sentì la risposta.
Quando
finalmente Sherlock fu entrato per levare sciarpa e cappotto, anche
John entrò.
Effettivamente
c’era una donna seduta su una delle poltrone, dava loro le
spalle e
poteva vedere solo che aveva i capelli biondo cenere con un taglio a
caschetto che non andava più di moda da almeno gli anni
novanta. In
quel momento lei si alzò in piedi e si voltò
verso i due uomini.
Aveva
un gran sorriso e le braccia spalancate, e John credette che sotto i
propri piedi si fosse aperta una voragine in cui era certo stava
precipitando, o almeno ci sperava.
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Note
d’autrice:
Vi
sono mancata eh? (Si detto come lo direbbe Moriarty).
Questa
sarà una follia che ha partorito la mia mente. Io ve
l’ho detto,
poi non dite che non vi ho avvisati. E’ una storia divisa in
parti,
tipo prima, seconda, terza ecc...
Non si colloca in nessun
periodo specifico, solo dopo la seconda stagione.
Ok
visto che tanto non so mai cosa scrivere, mi raccomando recensite
<3
e ci si scrive presto con la seconda parte!
Lascio
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