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di La Chiave di Do
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I'm the boss, in case you had forgotten
Doctor Top Gun, I can make it happen
I'm the first one in, I'm the last one out 

 

*

 

“Ho conosciuto qualcuno” gli dice. Non sa neppure perché. Non vuole farlo ingelosire, perché sa che non è possibile. Non vuole neppure farlo arrabbiare, perché non sarebbe in grado di gestirlo.

Lui non si sposta di un millimetro; stende i polsi sul parapetto, allunga la braccia, getta la testa all’indietro, lasciando che i capelli gli scivolino via dalla fronte e gli accarezzino la schiena.

“Cazzate”.

Cazzate.

La parola le echeggia in testa come in una stanza vuota. Vorrebbe dire di no, dargli torto per una buona volta. Forse lo fa, forse lo capisce da solo.

“Uomo o donna?”

“Non te lo voglio dire”.

“Come è successo?”

“Per caso…”

“Come si chiama?”

Lo sa come si chiama. Ce l’ha sulla punta della lingua, quel nome. Vorrebbe dirglierlo, sputarglielo addosso. È una questione di principio, un punto d’orgoglio. Niente. Non riesce a ricordarlo. Non ce l’ha un nome, non ce l’ha più, se l’ha mai avuto.

Lui sorride. Non a lei, non per lei. Sorride e basta.

“Di che colore sono i suoi occhi?”

Basta, hai già vinto, che altro pretendi?

“Io…”

“Ti ho chiesto il colore dei suoi occhi”.

“Non…”

Che colore”.

Sospira.

“Non lo so”.

La guarda, in un misto crudele di soddisfazione e tenerezza. Con calma allunga una mano verso di lei, l’indice e il medio le raccolgono una ciocca dalla tempia e gliela infilano dietro l’orecchio, delicati.

“Brava” le sussurra “cazzate”.





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