Nonno pescatore

di fedechan10
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Guido sentiva ancora sugli occhi pesanti le lunghe ore del viaggio che li aveva portati nella città marittima dei nonni, ma non esitò neanche un secondo quando vide il nonno paterno prendere su le chiavi per uscire. Con grande velocità afferrò il giaccone e si allacciò le scarpe, raggiungendo goffamente quei capelli grigi che lo attendevano al di fuori dell’abitazione. 
Non era mai stato fino ad ora d’inverno a trovare i suoi nonni, o almeno non ricordava di esserci stato prima. Tutto pareva diverso. Le mille lucine natalizie che addobbavano le case creavano un’atmosfera dolce e calda che sentiva mischiarsi alle sensazioni altrettanto serene della sua infanzia che quelle strade gli ricordavano. 
Il mare aveva un aspetto differente da quello a cui era abituato. Scuro, di un grigio bluastro che mai sarebbe riuscito a descrivere, emanava emozioni contrastanti. L’atmosfera uggiosa e desolata di quella mattina d’inverno fece risvegliare in Guido una malinconia mai provata. Si perse in quel blu così profondo e nell’osservare attento le onde che si infrangevano sulla scogliera. L’odore salmastre gli pizzicava il naso, gli parve quasi fosse più forte ed intenso rispetto al profumo che ricordava dall’estate scorsa.
Un rumore sordo lo fece trasalire, si accorse così del nonno, fermo poco più avanti a lui che fissava nostalgico l’orizzonte. In quel momento il ragazzo si ricordò delle parole della nonna: “Sai il nonno una volta mentre stava pescando, scorse da lontano, nell’acqua, qualcosa muoversi. Erano degli immigrati che da chissà quale nave erano caduti, povere creature. Il nonno non lo racconta mai, ma si buttò in mare senza pensarci e le salvò.”
Nessuno in quegli anni gli raccontò più quella storia e lui stesso non si permise di farne parola. Non sapeva se era un ricordo troppo triste da raccontare o se semplicemente non voleva farne vanto davanti al nipote. Sapeva che il nonno non era una persona di molte parole e socievole, ma in quello sguardo, in quegli occhi pieni di emozioni, che fissavano quel profondo blu, Guido era certo di leggere la storia dei suoi antenati.
Gli occhi lucidi, forse dal vento, si strinsero in un tenero sorriso, nostalgico. Sicuramente stava ripensando a tutti quei giorni passati a pescare. Agli amici che a perso. Alle due persone a cui ha salvato la vita. Il ragazzo si sentì così travolgere dall’emozione dell’anziano, riscuotendolo da quella malinconia che si fece più dolce, piena di esperienze e di vita. Incrociarono gli occhi, così con un cenno del capo quei capelli grigi si girarono e condussero il nipote verso le bancarelle del lungo mare. 
Il nonno comprò delle caldarroste alla bancarella più vicina e sotto il vivido consiglio del venditore le mangiarono in fretta e furia, quasi scottandosi la lingua, facendoli ridere come dei bambini. In quel momento Guido si rese conto della magia del mare d’inverno, la malinconia ti percorre osservando quel blu intenso e si trasformava in una magica sensazione di serenità e calore, che avrebbe voluto provare di nuovo l’anno successivo.




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