Ogni Parte Di Te

di Lita_85
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L'appuntamento per la super serata tra donne era a casa di Ginevra. Niente di eclatante e spropositato. Sotto richiesta di Claudia, non avevamo organizzato nulla che potesse turbare la sua persona, nulla che non facesse parte della sua lista. Niente spogliarellisti, niente night, niente pacchi regali da scartare. Avevamo deciso di comune accordo di organizzare una sorta pigiama party, con caramelle di ogni tipo, cioccolato e patatine con annesso dvd di " Via Col Vento" il film preferito dalla "dolce" sposina. Salii la rampa di scale in marmo bianco e ferro battuto con in mano uno scatolone con tutto il necessario per la serata e in spalle uno zainetto nero con il pigiama e le pantofole. Ginevra abitava in un piccolo appartamento nella zona di Tortona. Da sempre innamorata della moda e della vita notturna, aveva deciso appena laureata in sociologia, di andare a vivere per conto proprio, trovando lavoro come segretaria in uno studio dentistico non troppo lontano. Si era da sempre proclamata libera e padrona della sua vita, e nessuno aveva il diritto di giudicare le sue scelte. Ammiravo il suo modo di vivere e la sua spontaneità, rendeva tutto più gestibile, ma soprattutto più soft. Arrivata sul pianerottolo pieno di vasi di lavanda, trovai quest'ultima ad attendermi già in tenuta da festa. La sua mise non era proprio sobria: Maglietta viola attillata con una stampa delle Spice girls sul seno, pantaloni del pigiama rosa a vita bassa  e codini alla Pippi Calzelunghe. Tra le sue labbra figurava un lecca lecca alla fragola e un sorriso divertito.

« Embè? E Claudia?!  », esclamò spostando la caramella rosa verso destra.

« Preferiva venire con la sua auto… Sai che vuole avere sempre il controllo su tutto…  »

« Mamma mia che palle! »

« Sappiamo com'è fatta! » incalzai entrando in casa poggiando lo scatolone sul tavolo della sala da pranzo.

La Casa di Ginevra era tutta in stile etnico. Bambù e tappeti colorati facevano da padroni e la stravaganza eccessiva era la parola d'ordine. 
Presi tra le mani lo zainetto e aprendolo entrai in bagno per cambiarmi. 
Lo poggiai sul lavandino e guardandomi allo specchio sospirai ancora una volta. Mi sentivo giù e, con un'idea fissa: Dario. Avevo pensato e ripensato in ufficio a quale fosse la cosa più giusta da fare e, l'unica cosa sensata che mi passava per la testa era: parlare con lui al matrimonio. Mi tremava il cuore al solo pensiero di rivederlo, ma dovevo fare del mio meglio per smuovere questa situazione di stasi che mi faceva stare male, pur avendo chiesto io questo momento di riflessione. Infilai il pigiama lungo di Winnie the Pooh ed uscì fuori legando i capelli mossi in una coda.

Seguii la voce Ginevra che nel frattempo si era sposata in cucina dove stava recuperando delle ciotole insieme agli alcolici.

« Ginny non ti sembra di esagerare? Domani Claudia deve sposarsi… », affermai guardando le bottiglie appoggiate in ordine sparso sul tavolo rettangolare.

« Ma infatti lei deve sposarsi! Queste sono per noi! Non ti va di divertirti un po'? », mi disse dandomi uno spintone con la sua spalla destra.

« In realtà non so neanche io cosa voglio… », ribattei aprendo lo sportello in alto in cerca dei bicchierini per gli shot. In realtà, ero seriamente confusa su tutto. « E questo?! », chiesi afferrando e scuotendo un barattolo di caffè idrosolubile.

« Saverio… », rispose sorridendo come se fosse stata trovata con le mani nella marmellata.

« Saverio?!? »

« Si… a lui piace la mattina… ». I suoi occhi si abbassarono immediatamente verso il grande scatolone sembrando imbarazzata.

« Quindi si intrattiene spesso qui… di mattina?... ». Seguitai a guardarla con un sorriso malandrino cercando veramente di metterla in difficoltà.

« Diciamo di si… »  lei, come se fosse nulla, scomparve subito dopo dalla stanza come a voler scappare da quella scomoda affermazione.

« Ma tu non eri quella contraria alla vita monogama? », le ricordai seguendola nell'altra stanza e cercando nuovamente il suo sguardo.

« Infatti, noi non stiamo insieme… ma, lui ha qualcosa di diverso… »

« Sì, certo… come no… », dissi facendomi cadere sul morbido divano marrone tempestato di cuscini prendendone uno.

« Lui è davvero diverso da tutti quelli con cui sono stata Anita… », affermò sedendosi di fronte a me sull'altro divano. « Lui è caparbio, pazzo, e scopa da Dio! ». Dopo aver menzionato l'elenco delle doti di Saverio, anche lei si fece cadere sullo schienale con occhi sognanti. Che cosa strana, io lo vedevo solo stronzo e pazzo. 

Proprio in quel momento sentimmo suonare alla porta e, con un guizzo, andò ad aprire lasciandomi con quella descrizione di Saverio ancora in testa.

« Alla buon'ora! », disse con tono scocciato Ginevra, lasciando passare Claudia che sembrava aver preso la scossa.

« Guarda, lasciamo perdere! Fino a cinque minuti fa discutevo ancora con mia madre sulla questione palloncini in chiesa! Che strazio! ». Il suo passo era frettoloso e il suo corpo in chiaro stato di agitazione.

« Perché non mi stupisco? », dichiarai prendendo subito una delle bottiglie che Ginevra aveva poggiato sul tavolo e, aprendola velocemente, ne versai il contenuto in uno dei bicchieri che stazionavano accanto. 

« Perché è la sorella pazza di tuo padre!! » borbottò Claudia, togliendosi il cappotto con pellicciotto scoprendo un micro vestito nero che non lasciava niente all'immaginazione.

« Beh, vedo che non è la sola ad essere pazza… », asserì Ginevra avvicinandosi alla bottiglia della vodka. « Si può sapere come cavolo ti sei vestita?! »

« Che?! In che senso?! E voi perché siete vestite in quel modo?! ».

« Forse perché hai detto che non volevi né spogliarellisti né night? Ci hai detto di organizzare una serata tranquilla a casa con film e cioccolato! » continuò Ginevra sempre più indispettita. 

« E vedo che voi l'avete presa alla lettera!! Io credevo che avreste fatto ugualmente di testa vostra!! E che mi avreste organizzato una serata come si deve in un night!! » 

Rimasi a fissarla incredula. Stava dicendo sul serio? 

« Claudia, tu sei veramente un caso da studiare!! » commentò Ginevra, portandosi il bicchiere alla bocca buttando giù tutto d'un fiato il suo contenuto.

« Se vuoi possiamo andare dove vuoi… », le dissi incrociando le braccia al petto. Claudia era peggio di un rebus. Ma quello che non capivo di più era, come faceva Mirko a stare con una del genere?. 

« No! Adesso non mi va più! Doveva essere una sorpresa! Così che io non potessi tirarmi indietro! ».

« Ok miss bipolare, adesso entri in bagno e ti cambi! », asserì Ginevra spingendola per le spalle. « C'è un pigiama pulito nel primo cassetto sotto la toeletta! ».

Guardammo Claudia entrare in bagno titubanti e, guardandoci con lo stesso sguardo iniziammo ad apparecchiare per la serata. Ci aspettava davvero una bella seratina.


                              ***


Girai l'indice su se stesso facendo segno alla barista di riempire nuovamente i nostri bicchieri sotto l'occhio divertito di Saverio e quello terrorizzato di Mirko. Dopo aver recuperato lo sposino dalle grinfie delle Drag, lo sedemmo di peso in uno degli sgabelli posizionati davanti al grande bancone nero e rosa fluo. Missione della serata: farlo ubriacare fino a fargli dimenticare di dover sposare la signorina Rottermeier. 

« Allora Mirko, ti stai divertendo? », chiese ironico Saverio buttando giù tutto il contenuto del suo bicchiere. 

« Voi due siete due bastardi! », affermò Mirko ingurgitando il liquido che aveva nel suo bicchiere senza esitare. Sembrò voler dimenticare lavando con l'alcol quello che era appena successo.

Sicuramente agli occhi del Santo Mirko, eravamo davvero due bastardi, quasi il Gatto e la Volpe di Pinocchio. 

« Ok! È arrivato il momento di fare due salti in pista! », dissi alzandomi in piedi sorridendo facendo segno a Saverio.
 
« Due salti cosa?! Io non mi muovo da qui! » Affermò Mirko stringendo tra le sue mani i lati dello sgabello che aveva sotto di lui. Il terrore nei suoi occhi era impagabile, quasi fa far tenerezza. Dico quasi, perché lo prendemmo lo stesso per le braccia e lo trascinammo in pista. 

Accerchiati da altri clienti del locale e, sotto l'influenza di Rihanna con SOS iniziammo a muoverci sensuali cercando di invogliare anche Mirko a fare uguale. Il ritmo che aveva nel sangue lo sposino, era pari a quello della nonna di Saverio con l'artrosi. Muoveva i piedi a destra e a sinistra a malapena infilando le mani in tasca. All'improvviso, preso da un impeto di follia, Saverio inizio ad urlare alzando le braccia in alto per incitare Mirko. Feci la stessa cosa, per poi spingere malamente Mirko per convincerlo a fare lo stesso. Dalla sua bocca uscì solo un gridolino che sembrò un cane con la raucedine. Ridemmo tutti e tre. Anche se Mirko era diverso da noi per molti aspetti, per altri eravamo uguali. Tre cazzoni pronti a ridere e cazzeggiare. Saverio prese Mirko per la testa stringendogli il collo e, scompigliandogli i capelli esclamò: 

« Hai visto?! E che ci voleva! »

« Sa! Guarda che così mi fai vomitare! »

« Non sia mai! Ho indossato le Prada stasera! », ammise mostrando fiero le sue nuove scarpe.

« Sono commosso dalla tua premura! Comunque, grazie lo stesso per non avermi provocato il vomito! »

« Oh no caro! Tu vomiterai stasera! Ma non sulle mie scarpe Prada! »

« Ah, adesso sì che mi sento più tranquillo! »

« Scusateci, possiamo ballare un po' con il futuro sposo?! » chiesero le Drag Queen che nel frattempo avevano intrattenuto gli altri clienti. 

« È tutto vostro! », risposi ridendo e, senza indugio mi spostai verso il bancone del bar insieme a Saverio.

Lo sguardo di Mirko questa volta sembrò rassegnato e, accompagnato dalle adorabili fanciulle, si fece trasportare in un trenino ballerino, sintomo che l'alcol mandato giù stava dando i suoi frutti.

Mi sedetti nuovamente sullo sgabello e, sollecitando la barista, mi feci riempire il bicchiere fino all'orlo. Saverio invece richiamato da un conoscente, si fermò a metà strada a chiacchierare con lui. La serata stava andando abbastanza bene, e io avevo pensato ad Anita solo venti volte: era un nuovo record. 

« Non pensi di aver bevuto abbastanza? ». Una voce di donna mi fece voltare nella sua direzione incontrando i suoi occhi familiari.

« Paola?! »

« Bene, te lo ricordi allora il mio nome… », disse sorridendo riferendosi alla mia gaffe dentro la macchina di quasi un mese prima. 

« L'ho sempre saputo… », risposi abbozzando un sorriso colpevole. « Che ci fai tu qui? », continuai avvicinandomi a lei portandomi il drink.

« Il mio ragazzo lavora qui come addetto alla sicurezza… »

« Ragazzo?! Hai trovato finalmente quello che cercavi… ». Constatai prendendo un sorso del mio drink.

« E tu, Dario Mancini? Hai trovato quello che cercavi? » 

« Io? Io non so nemmeno cosa cercare… »

« E Anita? Mi sembravi molto preso da lei… »

« Siamo in pausa… anche se non so dirti che tipo di pausa sia, dato che non stiamo insieme… »

« Beh, non mi dici niente di nuovo… tu sei così… non ti dai veramente a nessuno… », asserì prendendo anche lei un sorso dalla sue bevanda trasparente.

« È complicato… »

« Dario, non c'è niente di più semplice dell'amore… »

« Su questo ti sbagli… »

« Sei sempre il solito, ma voglio darti ugualmente un consiglio: Buttati! Penso che Anita non aspetti altro… »

« Guarda chi c'è! Paoletta! », esclamò Saverio avvicinandosi a noi rompendo l'atmosfera da angolo del cuore.

« Hey, ciao stronzo! Ma che piacere vederti! », ribatté ironica lanciandogli uno sguardo infuocato e carico d'odio. L'ultima volta non si erano lasciati proprio bene e, Paola non lo aveva dimenticato. 

« Anche per me è un piacere vederti! E come vanno le cose? Vedo bene… » rispose con un sorriso beffardo fissandole la scollatura.

« Sei il solito porco! », Paola si alzò di scatto dallo sgabello e, rimettendosi il cappotto si avvicinò a me. « Ricordati quello che ti ho detto… ciao… », mi diede un ultimo sguardo per poi dare uno spintone a Saverio facendolo spostare di qualche passo.

« Ciao… », ricambiai quel saluto con il morale sotto le scarpe. Quella fugace conversazione non aveva fatto altro che riaccendere quella lampadina d'allarme  che sembrava essersi spenta. 

Sapevo benissimo che non aveva torto, sapevo che Anita non avrebbe mai voltato le spalle a quell'amore. Ma io? Io avrei mai avuto il coraggio di viverlo quell'amore? Quei discorsi, detti con le migliori intenzioni, non facevano altro che alimentare quella fottuta paura.  

Mi voltai verso Saverio che nel frattempo stava guardando dove si stava dirigendo Paola dopo averlo spinto.

« Mi devi spiegare cosa ci trovavi in lei… Oltre alle tette s'intende! », sorrisi amaramente buttando il lo sguardo sui miei piedi 

« Volevamo solo divertirci… Non sono stato lì a chiedermi cosa volesse lei… Anche se, avevo capito benissimo che lei voleva solo stare con qualcuno… sentirsi desiderata… », conclusi con una certa tristezza nel cuore. Ero stato sicuramente uno stronzo con lei, ma all'epoca non sapevo neanche cosa fosse amare.

« Beh, credo che si sia sentita molto desiderata in quei vostri incontri infuocati… »

« Credo di sì… », risi nuovamente. Lui era l'unico che anche nei momenti meno opportuni riusciva a strapparmi un sorriso.

Lui, condivise con me quel sorriso complice portando il suo bicchiere verso il mio facendolo schioccare. Annuì nuovamente buttando giù tutto il contenuto del bicchiere senza pensarci, quando la nostra attenzione fu richiamata da Mirko che vomitava anche il cenone del Natale scorso sulla chioma bionda e lucente di Crudelia de mon. Poggiai velocemente il bicchiere sul bancone e con fare veloce corsi verso il vomitatore seriale. 

La serata aveva preso pieghe inaspettate. L'incontro con Paola mi aveva destabilizzato non volendo. Mi aveva ricordato cosa io fossi, e cosa ero diventato. Ero passato da perfetto donnaiolo a perfetto innamorato in un attimo. Tutto a mia insaputa. Vidi nuovamente Paola in lontananza stringersi in un abbraccio con il suo ragazzo e allontanarsi mano nella mano. Ero davvero pronto per tutto questo? Potevo veramente spingermi oltre?.

Note: Capitolo Quarantasei. Buongiorno a tutti! Capitolo un po' di passaggio, ma anche di conferme. Infatti, vediamo Anita sempre più convinta delle sue decisioni e Dario sempre più convinto del contrario. Diciamo che è combattuto. Questo suo essere instabile lo porterà sulla cattiva strada, vi avviso. 😅 Nel prossimo capitolo entreremo  nel vivo delle serate dei nostri sei ragazzuoli, e le loro confessioni i aspettate! 🤐 Grazie sempre a chi mi segue, e alla prossima ♥️




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